Marvel Zombies: recensione della miniserie Marvel Animation

La miniserie animata è disponibile su Disney+ dal 24 settembre.

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Quando nel 2021 debuttò la prima stagione di What If… ?, tra gli episodi più discussi spiccava senza dubbio “What If… Zombies?!”. L’idea di trasformare alcuni degli eroi più amati del Marvel Cinematic Universe in mostri non-morti aveva acceso l’immaginazione dei fan, al punto da spingere i Marvel Studios a sviluppare un progetto autonomo. Quel seme si è ora trasformato in Marvel Zombies, miniserie animata in quattro episodi che espande il concetto e prova a coniugare azione, orrore e dramma in un contesto distopico.

Il risultato è un prodotto che intrattiene, grazie a una cura visiva sopra la media e a un cast vocale ricco di nomi celebri, ma che non riesce del tutto a sfruttare le potenzialità del suo stesso universo narrativo.

Kamala Khan, cuore pulsante del racconto

La scelta di affidare la leadership narrativa a Kamala Khan, alias Ms. Marvel, potrebbe sembrare sorprendente, soprattutto per un progetto dal rating TV-MA, il primo in ambito animazione targato Marvel. Eppure funziona. Kamala, doppiata da Iman Vellani, non solo mantiene quell’entusiasmo contagioso che ha conquistato gli spettatori nella sua serie live action, ma riesce a incarnare il lato umano e speranzoso di una storia per il resto segnata da disperazione e brutalità.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Al suo fianco troviamo Riri Williams/Ironheart (Dominique Thorne) e Kate Bishop (Hailee Steinfeld): il trio funziona come un “beta test” di ciò che i fan sognano da tempo, ovvero un film sui Young Avengers. Il loro cameratismo appare naturale, le battute sono brillanti e l’alchimia è immediata, nonostante non avessero mai condiviso lo schermo prima. Bryan Andrews e Zeb Wells, creatori dello show, hanno avuto l’intuizione giusta nel fare di Kamala il perno emotivo: anche nei momenti più cupi, la giovane eroina impedisce alla serie di cadere nel puro nichilismo.

Accanto a loro emergono altri personaggi già noti del MCU: Yelena Belova (Florence Pugh), Red Guardian (David Harbour), Shang-Chi (Simu Liu), ma anche outsider come Blade Knight, reinterpretazione inedita del celebre cacciatore di vampiri. Questo Blade alternativo, avatar di Khonshu dopo che Marc Spector è stato travolto dall’epidemia, spicca per design e presenza scenica, ha le fattezze di Mahershala Ali, la voce di Todd Williams, coniuga in sé un eroe Marvel sfruttato male e uno che non riesce a trovare la strada per lo schermo, un ibrido che ha contemporaneamente il sapore di futuro e di occasione mancata.

Azione, animazione e il fascino del non-morto

Se What If…? spesso faticava a bilanciare toni leggeri e momenti drammatici, Marvel Zombies punta senza mezzi termini sull’estremo. Le sequenze d’azione sono tra le più brutali mai viste in un prodotto Marvel, merito di un’animazione che “alza il volume” soprattutto quando in campo ci sono personaggi dotati di poteri smisurati.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Il design dei non-morti colpisce per inventiva: una Wanda Maximoff regina degli zombie, ribattezzata Red Queen, domina l’armata dei Vendicatori infetti con un’aura quasi mitologica. Namor zombificato appare come una minaccia terrificante e inarrestabile, mentre il ritorno di Ikaris degli Eternals regala una delle sorprese più gradite. In più, la serie trova spunti creativi nell’alternanza di ambientazioni, dalla San Francisco apocalittica del secondo episodio a scenari desertici che ricordano Mad Max.

Eppure, proprio mentre lo spettacolo visivo cresce di intensità, emergono alcune criticità. Molti personaggi di contorno risultano sottoutilizzati: Riri Williams e Valkyrie, per esempio, hanno ruoli marginali; John Walker e Scott Lang (utilizzato in maniera decisamente bizzarra) offrono poco più che momenti di alleggerimento. Persino alcuni zombie celebri, come Okoye, finiscono relegati a semplici comparse. È come se la serie, pur ricca di idee, non avesse abbastanza spazio per svilupparle pienamente e la formula in quattro episodi fosse un po’ stretta.

Un finale che corre troppo veloce

E infatti il vero limite di Marvel Zombies è la sua durata: quattro episodi da meno di mezz’ora l’uno sono insufficienti a dare respiro a un concept così ambizioso. La narrazione corre costantemente verso il traguardo, lasciando poco margine per approfondimenti o per l’evoluzione di archi narrativi secondari. Momenti intensi, come i dilemmi morali affrontati da Kamala e Yelena, avrebbero meritato più spazio per sedimentare.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Il confronto tra magia e scienza, accennato già in Ironheart e esplicitato anche nelle dinamiche cosmiche legate a Blade Knight e Khonshu, resta appena abbozzato, quando avrebbe potuto diventare un tema centrale, dato che è un argomento che informa anche il MCU più ampio. Allo stesso modo, le scelte di worldbuilding — come il salto temporale di cinque anni verso un mondo ormai devastato — aprono scenari intriganti, ma vengono liquidati troppo in fretta.

Un aperitivo più che un pranzo completo

Marvel Zombies riesce a intrattenere con combattimenti spettacolari, un cast vocale di alto livello e l’inaspettata freschezza di Kamala Khan come protagonista. La serie, però, non valorizza appieno i personaggi secondari, spreca alcune delle sue idee migliori e, soprattutto, non sfrutta fino in fondo la libertà narrativa concessa dal multiverso.

Per i fan Marvel e per gli appassionati di animazione resta un prodotto godibile, a tratti esaltante, e certamente più coeso rispetto alle ultime stagioni di What If… ?. Tuttavia, resta la sensazione di un’occasione mancata: con due o tre episodi in più Marvel Zombies avrebbe potuto scavalcare la sufficienza e volare verso voti molto alti. Così com’è, rimane un’avventura intensa e sanguinosa, destinata più a stuzzicare l’appetito che a saziare davvero.

Marvel Zombies
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Sommario

Un’avventura intensa e sanguinosa, destinata più a stuzzicare l’appetito che a saziare davvero.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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