Il respiro profondo, prima del balzo. Per citare un franchise fantasy altrettanto famoso, così si potrebbe riassumere Game of Thrones 8×02, A Knight of the Seven Kingdoms. La puntata, che arriva dopo un apertura di stagione considerata frettolosa, ha in qualche modo riscattato anche i “problemi” riscontrati in quella precedente. Se infatti Winterfell era stata considerata troppo sbrigativa nel ricongiungere tutti i personaggi a Grande Inverno, presentandoci un pezzetto di ognuno di loro e accelerando le ultime reunion, questo secondo episodio della stagione conclusiva dello show HBO conferma la necessità di avere tutte le pedine disposte in campo.
Tutti i personaggi sono a Grande Inverno, pronti come possono ad accogliere con le lance affilate l’esercito del Re della Notte. Tuttavia lo schieramento non è ancora compatto, perché al suo interno ci sono ancora delle crepe, delle incomprensioni, che si aprono sull’arrivo di Jaime alla roccaforte del Nord. Lo Sterminatore di Re si trova di fronte a Daenerys (Emilia Clarke), di fronte agli Stark, messo davanti ai suoi errori. Allo stesso modo però si trova ricongiunto al fratello Tyrion (Peter Dinklage) e a Brienne, che prenderanno le sue parti. Arrivano a Grande Inverno anche Tormund, Beric Dondarrion e Edd Tollet, reduci dal crollo della Barriera, portando con sé brutte notizie: gli Umber si sono uniti all’esercito dei morti, e proprio quell’orda infernale sarà su di loro quella stessa mattina.
Comincia così la lunga
notte di attesa, una notte di incontri, scoperte, confessioni, una
notte in cui una donna, uno sterminatore di re, un bruto, un
contrabbandiere, un nano, uno scudiero siedono davanti ad un
camino, facendosi coraggio, stringendosi gli uni agli altri, alla
vigilia di una battaglia che forse porterà loro via la vita. Ma è
anche una notte di riconciliazioni, con Sansa (Sophie
Turner) che accoglie con tenerezza il ritorno di Theon
in quello stesso castello che lui bruciò, con Tyrion
(Peter
Dinklage) e Jaime che ritrovano il loro antico legame,
nonostante l’ingombrante ombra di Cersei tra di loro, di Jorah
Mormont, che si confronta con la volitiva cugina Lyanna, Lady
dell’Isola dell’Orso. La notte del coraggio di Sam, dei dubbi di
Edd, dell’affermazione di volontà di Arya (Maisie
Williams), ma soprattutto della rivelazione legata al
legittimo erede al Trono di Spade.
Jon (Kit Harington), che ha evitato Daenerys per tutto l’episodio, forse alla luce di tutto ciò che ha appreso alla fine dell’apertura di stagione (la morte dei Tarly per ordine di Dany e l’identità dei suoi genitori), si trova di fronte alla donna che ama e da cui è riamato e confessa. La vera natura della Targaryen non impiega molto a prendere il sopravvento, anche se tre squilli di corno rompono il silenzio: gli Estranei sono alle porte di Grande Inverno. L’attenzione alle relazioni di forza trai personaggi rende l’episodio uno dei migliori momenti di riflessione e attesa dell’intera serie. A partire dal confronto di Daenerys con i suoi alleati e sottoposti, fino alla grande affermazione di volontà di Arya, passando alla presa di coscienza di Bran/Corvo a Tre Occhi: è lui la preda del Re della Notte, è lui che il grande nemico cercherà per uccidere, sarà lui il cuore della battaglia che sta per arrivare.
Ancora una volta,
D.B. Weiss e David Benioff si confermano un ottimo
team, una squadra che lavora al servizio non solo dei fan ma anche
della storia e dei personaggi, per consegnare il miglior prodotto
possibile. La fretta, tanto disprezzata dagli spettatori, è stata
ripagata con alcuni dei confronti e dei momenti più intensi
dell’intera serie, momenti che fanno presagire un prossimo futuro
tragico per più di un personaggio principale. Perché se è vero che
ci sono stati diversi snodi felici di recente, è anche vero che
Game of Thrones non perde la sua natura e ci dovrà
molto presto ricordare il motivo per cui in molti lo considerano
uno show sanguinario.