Non ha neanche quarant’anni ed è già un apprezzato regista, le cui opere sono amate dai festival internazionali. Con soli quattro lungometraggi – l’ultimo, Hanna, uscirà nelle sale italiane il prossimo 12 agosto – è riuscito a imporre all’attenzione di critica e pubblico il suo stile rigoroso, con un raffinato senso dell’estetica e un’ispirazione, si direbbe, più pittorica che cinematografica, che non rinuncia, però, all’intensità dell’emozione. Stiamo parlando del londinese Joe Wright, classe 1972, che proprio dalle arti figurative e dal teatro – quello di marionette fondato dai genitori a Islington – muove i primi passi artistici, per approdare poi dietro la macchina da presa. Dai tempi della scuola si appassiona alla regia. Poi, lavora come burattinaio assieme ai genitori presso il loro Little Angel Theatre, ma è determinato a completare la formazione in ambito cinematografico, nonostante la dislessia da cui è affetto. Lo ritroviamo quindi alla Anne Scher Theatre School, poi al Campbell College of Arts, e infine al Central St. Martins, dove ottiene l’agognata laurea in belle arti e film.

 

Ed è proprio mentre completa gli studi che ha la possibilità di firmare il suo primo lavoro dietro la macchina da presa: un cortometraggio per la BBC dal titolo Crocodile Snap (1997). A questo, che ottiene un certo successo, segue un secondo corto: The End (1998).

Joe Wright, filmografia

Quindi, la carriera di Joe Wright sembra prendere strade diverse, seppur affini a quella del cinema: è assunto alla Oil Factory, società londinese di produzione video, soprattutto musicali. Ne dirige alcuni, e si occupa del casting. E siccome il nostro non si fa mancare niente in questi primi anni di attività, si dà anche alle serie tv, sempre con la BBC, che gli offre di sceneggiarne una: Nature boy. Siamo così ai primi anni del nuovo millennio e Joe continua a lavorare in tv, con le serie Bob & Rose (2001), Bodily harm (2002) e Charles II: The power and the passion (2003), di cui cura alcuni episodi.

Ma i due veri grandi amori di Wright restano il cinema e la regia. Ed è a questo che decide di tornare due anni dopo, nel 2005, quando firma il suo esordio nel lungometraggio. Da bravo inglese qual è, scegliere di proporre sul grande schermo una pietra miliare della tradizione letteraria del suo paese: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Dal romanzo simbolo della borghesia britannica tra Illuminismo e Romanticismo, Wright trae un film dall’estetica “neoclassica” molto curata, in cui ricostruisce egregiamente l’ambiente nei dettagli. Per interpretare la famiglia Bennet, il regista sceglie oculatamente: il signore e la signora Bennet sono Donald Sutherland e Brenda Blethyn, ansiosa di accasare le figlie e petulante come nel romanzo. La parte della dolce primogenita Jane è affidata a Rosamund Pike – con cui Wright avrà una relazione. Ma protagonisti indiscussi sono la scaltra Lizzy/Keira Knightley e il signor Darcy/Matthew Macfadyen. La trasposizione ha momenti d’intensità e riesce a coinvolgere. Ottiene diverse nomination importanti, sia agli Oscar che ai Golden Globe. La pellicola si fa notare ed apprezzare da pubblico e critica e lancia Wright come nuova promessa del cinema. Dà inoltre l’avvio al sodalizio artistico tra il regista e la Knightley, che sarà di nuovo scelta da lui per il suo secondo film.

Orgoglio e pregiudizio

Siamo così al 2007, quando la nuova fatica del regista inglese viene scelta per aprire il Festival del Cinema di VeneziaJoe Wright è il più giovane regista cui sia stato riservato questo onore. Si tratta di Espiazione, e siamo sempre in ambito di trasposizioni letterarie, ma stavolta l’opera è di letteratura contemporanea. Il film infatti, è tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte  a un adattamento fedele al romanzo. Al centro, le vicende della famiglia Tallis a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, ed in particolare, una vicenda privata con conseguenze dolorose, cui si intreccerà la tragedia umana collettiva della Seconda Guerra Mondiale. Tutto parte infatti dall’errore di una ragazzina (Briony Tallis/Saoirse Ronan), che scopre la relazione tra la sorella maggiore (Cecilia Tallis/Keira Knightley) e un suo amico d’infanzia (Robbie Turner/James McAvoy).

Travisando i fatti e aggiungendo una buona quota di immaginazione a ciò che vede una notte nel buio, Briony accusa l’incolpevole Robbie di aver abusato di una sua cuginetta. Errore che cambierà per sempre la vita degli amanti Robbie e Cecilia, ma anche quella della piccola Briony. Resasi conto del danno arrecato, infatti, cercherà per tutta la vita il modo di espiare. Realizzazione che si destreggia bene nel gestire una complessa materia. Attori  tutti in parte, primi tra tutti la Knightley e James McAvoy, ma anche Vanessa Redgrave, nei panni di Briony settantenne. Perfetta ricostruzione d’epoca, come vuole la precisione già mostrata dal nostro regista in Orgoglio e pregiudizio. Il film è candidato agli Oscar e ai Golden Globe, e stavolta ottiene alcuni riconoscimenti: Oscar e Golden Globe per la Miglior colonna sonora originale (ad opera di Dario Marianelli, che aveva già curato le musiche del lungometraggio d’esordio di Wright), e Golden Globe anche come Miglior film drammatico.

Due anni dopo, ancora una trasposizione per il regista londinese, stavolta dal libro del giornalista Steve Lopez su Nathaniel Ayers: musicista, suonatore di violino e violoncello di grande talento, ma con problemi psichici, finito a vagare senza dimora per le strade di Los Angeles. Il film racconta anche, in maniera realistica e disincantata, il rapporto tra il giornalista Robert Downey Jr. e Ayers, che ha il volto di Jamie Foxx.

Nel 2011, Wright passa al thriller, dirigendo ancora la giovane Saoirse Ronan che ritrova, dopo Espiazione, in Hanna. Se lì era una bambina con la passione per la scrittura e troppa fantasia, qui sarà una killer adolescente, figlia di un agente della Cia. Nel cast accanto a lei, Cate Blanchett e Eric Bana. Il film è prodotto dalla Marty Adelstein Productions e distribuito dalla Warner Bros.  Per le musiche, stavolta il regista si affida  ai Chemical Brothers. Sarà nelle sale dal prossimo 12 agosto.

Wright, tuttavia, non ha certo dimenticato il suo amore per i grandi romanzi classici e sta già preparando l’adattamento di Anna Karenina di Tolstoj, protagonista, neanche a dirlo, Keira Knightley.

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