Non aprite quella porta: la storia vera dietro la saga horror

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Non aprite quella porta è un grande classico del genere horror. Se il primo film della saga (composta da otto pellicole) è stato realizzato nel 1974 con un badget bassissimo e in maniera indipendente, il suo successo è stato pazzesco.

 

La saga che si è sviluppata negli anni a venire ha sempre al centro un unico protagonista, Leatherface (o Faccia di Cuoio), colui che, armato di motosega, fa a brandelli i diversi personaggi dei film. Eppure, la sua storia non è proprio inventata, ma si basa una persona e degli eventi reali.

Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere sulla storia vera di Non aprite quella porta.

Non aprite quella porta è una storia vera

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Leatherface,  conosciuto con il nome di Thomas Hewitt o di Jedidia Sawyer, è il protagonista della saga di Non aprite quella porta. Tuttavia, in pochi sanno che il personaggio di Leatherface si rifà ad una storia vera e alla persona di Ed Gein, un serial killer del Wisconsin.

Edward Theodore Gein è considerato come uno dei peggiori uccisori seriali che la storia americana (e anche quella mondiale) abbia mai conosciuto: nato nel Wisconsin il 27 agosto del 1906, è responsabile della morte di almeno due donne e di aver occultato (si stima) circa una ventina di tombe, commettendo su di esse degli atti di necrofilia e di squartamento.

La caratteristica che tale per cui Leatherface si avvicina a questa persona, è il fatto di essersi costruito della maschere per il viso con la pelle umana delle sue vittime. Il personaggio della saga, infatti, già nel primo film della saga di Tobe Hooper, dimostra una certa “abilità” con il cucito: dapprima si mette a creare delle facce di cuoio dalle carcasse di animali morti, per poi passare agli esseri umani. Questo suo passatempo, per così dire, diventa un modo per nascondere il suo volto sfigurato che non riesce ad accettare.

La vera storia di non aprite quella porta

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Ed Gein, di fatto, è il protagonista della storia vera che si cela dietro Non aprite quella porta e che ha contribuito anche a delineare altri personaggi cinematografici come, ad esempio, accadde per Norman Bates in Psyco (1961) e ha influenzato anche Il silenzio degli innocenti (1991).

Ed Gein era il secondo figli di Augusta, gran lavoratrice, religiosa fino all’estremo, e George, padre violento e pesantemente alcolizzato. Gein si lasciò influenzare pesantemente dalla madre, attraverso le letture della Bibbia tutti i pomeriggi, il totale isolamento in cui lui e il fratello dovevano fare i conti, oltre che ricordarsi di quanto il mondo fosse immorale.

Era la madre la persona con cui aveva creato un legame morboso con il piccolo Ed: tutte le donne, al di fuori di lei, erano considerate delle poco di buono, il sesso si praticava solo per la procreazione e l’autoerotismo era da condannare. Detto ciò, è chiaro capire come Gein fosse un bambino insicuro, timido e disturbato, cosa che lo rendeva il bersaglio principale dei compagni di scuola e contribuì ad isolarlo socialmente, un valore aggiunto alla sua follia latente.

Nel momento in cui i genitori e il fratello morirono, la follia di Gein cominciò ad avere libero sfogo. Nel film di Hooper, Thomas è un ragazzo nato sfigurato che vive all’interno di un mattatoio con sua fratello Charlie, ammattitosi dopo essere stato nella Guerra di Corea.

Thomas cresce, la sua repulsione verso il suo volto e verso la società che lo emargina continua ad aumentare e, quando il mattatoio chiude, la rabbia repressa di quegli anni ha libero sfogo, facendo della motosega la sua arma identificativa. Negli ultimi film del franchise, il personaggio di Leatherface assume maggiormente i connotati di Ed, facente parte di una famiglia disagiata e con un evidente ritardo mentale.

Il film non aprite quella porta è una storia vera

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Il Leatherface di Non aprite quella porta riprende le uccisioni e le mutilazioni perpetrate da Ed Gein nei confronti della sue vittime, dopo che la morte della madre e la dubbia morte del fratello non lo lasciano solo e, quindi, nella completa libertà di agire e di dare sfogo alla sua pazzia.

Dopo essere stato arrestato nel novembre del 1957 per sospetto omicidio nei confronti di Bernice Worden, che venne poi rinvenuta all’interno del capanno dell’omicida, vennero scoperti innumerevoli orrori che arredavano la casa. Nel momento in cui le autorità cominciarono a segnalare tutti i ritrovamenti, venne stimato che Ed aveva conservato delle ossa umane usate come arredamento, teste di donne come decorazione muraria, pelle umana conciata e usata come tappezzeria e per realizzare diversi strumenti, come un tamburo, dei vestiti e i macabri volti, per non parlare dei crani umani utilizzati come ciotole.

Durante il processo, lo stesso Gein ammise di aver razziato il cimitero, violando una ventina di tombe e confessando diversi omicidi, negando di ricavare piaceri sessuali dai cadaveri e con il desiderio di voler cambiare sesso dopo la morte della madre.

Non aprite quella porta: una storia vera solo in parte

Quella di Non aprite quella porta è una storia vera solo in parte. Infatti, nella fattispecie, il personaggio di Leatherface ricorda molto quello di Ed Gein, ma ha una propria identità ben diversa. Leatherface (Faccia di cuoio) è un uomo nato con il volto sfigurato, con un ritardo mentale e che crede di essere costantemente minacciato dal tutto il mondo esterno alla sua famiglia.

I film della saga che vedono Leatherface protagonista, subiscono anche dei cambi di nome del personaggio, con alcune divergenze biografiche. Se nel secondo film della saga di Tobe Hooper il protagonista porta il nome di Thomas Hewitt, cresce all’interno di un mattatoio e, quando questo chiude, la sua follia prende pieno possesso della persona, Leatherface ha assunto anche il nome Jedidiah Sawyer: egli ha un legame materno intenso e, dopo alcuni eventi traumatici, lo rendono ancor di più un bambino solitario che comincia ad indossare facce di pelle umana su consiglio della madre, compiendo i suoi assassini perché ritardato mentalmente, con problemi d’identità e per il terrore che vive e ha vissuto in famiglia.

Della saga a lui dedicata, sono stati realizzati ben 8 film, tra cui l’originale, 3 sequel, un remake, un prequel, un film in 3D e anche un prequel originale: Non aprite quella porta (1974), Non aprite quella porta – Parte 2 (1986), Non aprite quella porta – Parte 3 (1990), Non aprite quella porta IV (1994), Non aprite quella porta (2003), Non aprite quella porta – L’inizio (2006), Non aprite quella porta 3D (2013) e Leatherface (2017).

Fonti: IMDb, cosmopolitan

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