Son of a Gun è il crime thriller del 2014 diretto da Julius Avery, che mescola elementi del prison movie con il classico heist film, creando un racconto teso e adrenalinico ambientato tra le prigioni australiane e il mondo criminale all’esterno. La storia segue JR, un giovane detenuto che, per sopravvivere dietro le sbarre, si allea con il carismatico e pericoloso criminale Brendan Lynch, interpretato da Ewan McGregor. L’incontro segna l’inizio di un legame complesso fatto di protezione, debito e manipolazione. Avery confeziona così un film dal ritmo serrato, capace di bilanciare scene d’azione spettacolari con momenti più introspettivi, legati al rapporto ambiguo tra i due protagonisti.
Uno degli aspetti più interessanti di Son of a Gun è proprio la sua capacità di alternare tensione fisica e psicologica, esplorando temi come la lealtà, il tradimento e il prezzo della libertà. La regia di Avery predilige uno stile realistico e crudo, che ricorda per atmosfera e tono opere come Codice 999, dove la criminalità è rappresentata senza glamour e i rapporti umani sono sempre intrisi di diffidenza. A rendere il film particolarmente coinvolgente è anche il contesto australiano, insolito per questo tipo di storie, che conferisce un sapore originale alle dinamiche narrative, pur rimanendo fedele a certi canoni del genere.
Per McGregor, Son of a Gun rappresenta un’interessante parentesi nella sua carriera, distante dai ruoli più noti in grandi produzioni hollywoodiane o in drammi d’autore. Qui l’attore scozzese si cimenta con un personaggio ambiguo, affascinante e pericoloso. Nel panorama dei crime recenti, il film si colloca accanto a titoli come The Town di Ben Affleck o Nella tana dei lupi, pur mantenendo una sua identità grazie alla chimica tra i protagonisti e a una tensione costante. Nel resto dell’articolo ci concentreremo sulla spiegazione del finale, analizzando come si chiude la storia e quale messaggio lascia allo spettatore.
La trama di Son of a Gun
Il diciannovenne JR (Brenton Thwaites) sta scontando la sua pena in un carcere australiano, quando fa la conoscenza del carismatico Brendan Lynch (Ewan McGregor). Quando il crudele Dave, capo di una delle gang più temute della prigione, attacca il suo compagno di cella dopo aver abusato sessualmente di lui, JR si schiera apertamente contro il criminale nonostante i rimproveri di Lynch. Dave, infatti, decide di vendicarsi provando a stuprarlo. Fortunatamente, Lynch e i suoi fedeli amici Sterlo (Matt Nable) e Merv (Eddie Baroo) intervengono prima che sia troppo tardi.
Sei mesi dopo, in cambio della protezione ricevuta nel penitenziario, JR termina di scontare la sua pena e accetta di aiutare Lynch nei suoi affari. Il ragazzo fa così la conoscenza di Tasha (Alicia Vikander) che gli dà le istruzioni necessarie per completare la sua prima missione. Quando JR si rende conto di essere diventato il nuovo apprendista di Lynch, il nemico pubblico numero uno dell’Australia, sarà troppo tardi per tornare indietro. Avrà così inizio per lui una rischiosa avventura che lo porterà a dover decidere da che parte stare.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di Son of a Gun, la tensione raggiunge il culmine con la messa in atto della rapina alla cava d’oro. Dopo aver studiato il colpo nei dettagli, Lynch affida a JR un ruolo cruciale: introdursi attraverso un condotto di ventilazione nella stanza blindata e assicurarsi che nessun dipendente prema il pulsante d’allarme. L’operazione parte con precisione, ma le tensioni interne al gruppo esplodono quando Josh, incaricato di sorvegliare gli ostaggi, ferisce a colpi di pistola un lavoratore. Lynch reagisce brutalmente, spezzandogli il naso, e l’atmosfera diventa esplosiva.
La fuga, guidata dal pilota Chris, è adrenalinica: inseguimenti, sparatorie e incidenti si susseguono fino alla morte di Sterlo, che affida a Lynch l’ultima volontà di lasciare la sua parte alla figlia. Una volta a Melbourne, però, la posta in gioco cambia. Sam, il mentore criminale che aveva organizzato parte del colpo, tradisce Lynch, JR e Tasha, tentando di eliminarli. I tre riescono a ribaltare la situazione, uccidendo gli uomini di Sam e catturando Josh, dal quale scoprono dove è nascosto l’oro. L’alleanza tra Lynch e JR sembra reggere ancora, ma è chiaro che i sospetti reciproci stanno crescendo.
L’epilogo arriva con l’eliminazione di Sam e una proposta: Lynch offre a JR 350.000 dollari per sparire, ma il ragazzo gli rivela di aver previsto il suo tradimento e di aver già sottratto metà dell’oro con l’aiuto di Tasha. Lynch, messo alle strette, accetta l’accordo, ma poco dopo viene riconosciuto da una donna e arrestato. In cella riceve da JR un messaggio con l’indirizzo dove recuperare il resto dell’oro, scritto sul retro di una foto di Tasha incinta. Sul piano simbolico, il finale rappresenta un rovesciamento dei rapporti di potere e un passaggio di consegne.
JR, che all’inizio del film era un novellino in balia delle regole di un criminale navigato, si emancipa dalle manipolazioni di Lynch, dimostrando intelligenza strategica e capacità di muoversi in un ambiente spietato senza farsi annientare. È un ribaltamento classico del genere crime, in cui il “pupillo” supera il maestro, ma qui è accompagnato da un’ombra di ambiguità morale: JR non sceglie di uscire dal giro, semplicemente lo padroneggia meglio.
Metaforicamente, Son of a Gun riflette quindi sui cicli di potere e sull’impossibilità di sottrarsi completamente alla logica criminale una volta entrati nel suo meccanismo. L’oro diventa il simbolo di un’eredità corrotta ma irresistibile, mentre il gesto di JR di lasciare una parte a Lynch mostra come, persino in un mondo governato da tradimenti e vendette, possa esistere una forma distorta di rispetto e riconoscenza. La foto di Tasha incinta chiude il racconto con una nota di speranza, suggerendo un futuro diverso, ma il contesto lascia aperta la domanda se quel futuro potrà davvero liberarsi dall’ombra del crimine.
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