Robbie Williams presenta Better Man: “Un processo liberatorio, ma se dovesse andar male significherà altra terapia”

Onesto e narcisista, la star si racconta senza riserve.

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Accolto da trepidazione e emozione, Robbie Williams ha incontrato la stampa italiana a Roma per presentare Better Man, il biopic che racconta la storia della sua vita e della sua carriera. Un film diretto da Michael Gracey (The Greatest Showman) in cui la star non si risparmia e racconta con grande onestà tutto quello che gli è accaduto, dal successo alle dipendenze.

Better Man è un atto di coraggio?

Robbie Williams: “Questo film non è ancora uscito e fino a questo momento tutti hanno detto cose molto carine. Io ci ho messo la mia autenticità e il desiderio di condividere tutto. Per ora è stato un processo liberatorio, ma se non dovesse essere un successo diventerà l’esatto opposto, e questo vorrà dire altra terapia!”

La Scimmia è come Robbie Williams vede se stesso

Perché ha deciso di apparire nella storia come una scimmia?

RW: “È il modo in cui Robbie si vede. In questo modo il pubblico può vedere Robbie esattamente come lui si vede. Poi ci sono un sacco di biopic un po’ ripuliti e edulcorati in giro, in questo periodo. Il nostro non è un film o edulcorato, anche in quelle situazioni in cui sarebbe dovuto essere ripulito, e questo particolare della scimmia secondo me lo ha reso più interessante.”

Better Man propone un grande grado di sincerità. È stato difficile visto che il film coinvolge anche altre persone?

RW: “Per me non è un problema spiegare chi sono e farlo con la massima sincerità e autenticità, perché sono nello spettro. Non trovo insolite certe cose, tranne quando me lo fanno notare. Solo in quel momento lo capisco e mi viene una crisi esistenziale. Mi sono trovato ad avere a che fare con una figura pubblica che era predisposta a condividere le parti positive e anche quelle negative. E credo che per ora si parli bene del film proprio perché si capisce che è un film autentico, cosa di cui abbiamo particolarmente bisogno e che non viene invece restituita dai media.”

Better Man
© Jonno Davies and Robbie Williams as “Robbie Williams” in Better Man from Paramount Pictures.

Un biopic realizzato per motivi carrieristici

Spera che guardando il film qualcuno trovi conforto?

RW: “Non ho fatto questo film per altruismo, l’ho fatto per motivi carrieristici perché questo serve alla mia carriera in questo momento. Per professione io cerco l’attenzione degli altri e esisto solo quando la ottengo. Così come quando ho fatto il documentario per Netflix. L’ho fatto principalmente per me, ma il fatto è che siccome l’autenticità piace alle persone, allora quello trova riscontro nel pubblico. È un effetto collaterale, molte persone sono venute da me dicendomi che hanno gradito la storia, ritrovandoci la loro vita e le loro relazioni. Ma è un effetto collaterale che mi ha fatto sentire bene, il mio lato narcisista ha portato a effetti positivi. Ma non è stato quello l’obbiettivo principale.”

Nel film ci sono tanti ricordi, ma non c’è la sua ospitata a Sanremo ’94, cosa ricorda?

RW: “Sanremo… lo fanno ancora? Mi piacerebbe essere invitato. Devo dire che in Italia c’è un’energia molto precisa tra il pubblico. È una cosa che ho notato anche ieri sera durante la diretta di X Factor (Robbie Williams era ospite durante la finale a Piazza del Plebiscito, ndr). In Inghilterra gli spettacoli in televisione sono molto ordinati, ieri invece il backstage c’era la confusione totale, mentre la diretta andava in onda in maniera perfetta. E mi sono reso conto di questo meraviglioso caos che regnava che ti fa rendere conto del calore che ti arriva dalle persone. Ho amato la bellezza di tutto quello che succedeva, di questo calore, partecipazione e accoglienza. E se si accoglie questo calore, non puoi fare a meno di amare l’Italia. Per quanto riguarda Sanremo ’94, ero così fatto che non mi ricordo nulla.”

Robbie Williams
Robbie Williams a Roma presenta Better Man – Foto di Chiara Guida

Robbie Williams e il rapporto con il suo corpo

Il corpo è stato molto importante per la sua carriera, ma che tipo di rapporto ha con il suo corpo, cosa ha significato per lei nel corso della sua carriera?

RW: “Il mio corpo è sempre stato fonte di disagio e malattia, sono un dipendente impulsivo, per cui la droga, il sesso, il cibo, l’alcol sono sempre state cause di dipendenze per me. Ora, con le droghe ho smesso, con il bere, ho smesso di bere, pure con il sesso abbiamo chiuso (ride), a questo punto però il problema rimane il cibo. Il problema alimentare continua ancora oggi, ed è stato problematico sin da quando ero in undicenne cicciottello. Ha fatto sviluppare una nevrosi che io mi porto dietro ancora oggi. Al di fuori dei video e dei film, il problema del corpo continua a persistere. Certo, oggi sono tremendamente sexy, ma ancora oggi il corpo può essere causa di grande vergogna e grande dolore. È un malessere che mi accompagna. Il rapporto con il mio corpo continua a essere complesso e doloroso.”

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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