Dopo le recenti (deludenti) opere apocalittiche, il regista Roland Emmerich cambia totalmente registro, dedicandosi a un film apparentemente più anonimo e dalla complessa e criptica storia. Anonymous racconta la storia di Edward de Vere, conte di Oxford, poeta e drammaturgo affermato alla corte della regina Elisabetta I durante i disordini politici dell’Inghilterra del XVI secolo; quello che importa maggiormente è la questione che per secoli ha affascinato studiosi e brillanti menti di tutto il mondo: chi ha realmente scritto le opere di William Shakespeare.
La pellicola offre una possibile risposta, concentra i suoi sforzi in un periodo di intrighi, illeciti e confusione che dominano la corte reale e appoggia innegabilmente la teoria secondo il quale il più grande drammaturgo e poeta della storia d’Inghilterra non sia stato altro che l’aristocratico Conte di Oxford. Lo fa descrivendo l’Inghilterra elisabettiana in modo del tutto convincente, grazie ad un’imponente ricostruzione scenografica che rende la corte viva e pulsante e le ambientazioni completamente reali, aiutato anche da un ottimo cast di attori inglesi tra cui il protagonista Rhys Ifans, la sempre brava Vanessa Redgrave nei panni della regina e l’oramai confermatissimo David Thewlis.
Anonymous, il film
A sostenere il tutto c’è
una solida sceneggiatura impreziosita da alcuni dialoghi
interessanti. L’unico punto oscuro nell’opera del regista tedesco
sta nell’eccessiva fedeltà alla teoria sostenuta, dimenticando però
che non è certo l’unica che getta ombre sulla paternità delle opere
di Shakespeare, anche se la più solida. Qualche tentennamento
avrebbe di certo reso il film più meritevole di contribuire esso
stesso all’eterno dibattito che attanaglia il mondo accademico.
Tuttavia nonostante ciò, anche per la sua romanzata e contorta
storia, il film è un’incantevole lode al personaggio “anonimo” che
sta dietro alle opere e rende sufficientemente giustizia al suo
immenso lavoro.
Anonymous non fa altro che dare lustro e vitalità all’immenso patrimonio intellettuale che il personaggio ha prodotto, e forse non ha tanta importanza chi sia stato veramente l’autore se noi continueremo a coltivare e a divulgare questo patrimonio intellettuale e umano.