Ant-Man and the Wasp: Quantumania, recensione del film Marvel Studios

Paul Rudd e Evangeline Lilly tornano a dare viso e corpo agli eroi del titolo, e questa volta dovranno affrontare una minaccia davvero enorme!

Ant-Man and the Wasp: Quantumania recensione

In sala dal 15 febbraio e secondo “pomodoro marcio” della storia dei Marvel Studios, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha l’ingrato compito di aprire la Fase 5 del MCU. Ingrato perché, alla luce delle prime tre Fasi, solide e compatte e dopo una Fase 4 di assestamento con l’introduzione di tantissimi nuovi personaggi e la variazione di formato in cui si sono raccontate le storie (vedi le serie e gli Speciali su Disney+), proseguire il macro racconto della Saga del Multiverso sarà davvero complicato, soprattutto per quello che riguarda il grande obbiettivo di riguadagnare la fiducia del pubblico. Ma Kevin Feige e la sua squadra provano a farlo cominciando da uno dei volti ben noti del MCU, Paul Rudd, che sin dal 2015 è Scott Lang/Ant-Man e che, a tutti gli effetti, ormai, è un Vendicatore “anziano”, nonostante non sia uno degli Original Six.

 

La trama di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Look Out for the Little Guy, ovvero Occhio al piccoletto. È così che si intitola la biografia di Scott Lang (Paul Rudd), firmata di suo pugno e che il Vendicatore è intento a promuovere all’inizio di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Per quanto possa aver contribuito in maniera decisiva a sconfiggere Thanos, Scott/Ant-Man è ancora tra gli Avengers meno popolari, continua a essere scambiato per Spider-Man e ancora rincorre il sogno della normalità, di una famiglia allargata e della possibilità di passare del tempo con sua figlia Cassie. L’avevamo conosciuta piccolina e in pericolo, quando Yellowjacket aveva tentato di rapirla, e poi l’abbiamo vista adolescente, ricongiungersi a un papà creduto morto per sempre, ma solo perso nel Regno Quantico.

La ritroviamo che “segue” le orme del padre, in un modo che probabilmente Scott avrebbe preferito evitare. Ed è questa, ora, la vita di uno degli eroi più potenti della Terra: un po’ di successo, tanta vanagloria, una figlia che continua a ricordargli che gli eroi proteggono i deboli e uno scopo da (ri)trovare. Questo, fino a che un incidente non lo trascina di nuovo nel Regno Quantico, con tutta la sua famiglia, figlia (Kathryn Newton), fidanzata (Evangeline Lilly) e suoceri (Michael Douglas e Michelle Pfeiffer).

Ant-Man and the Wasp: QuantumaniaIl primo film della Fase 5

Il primo film della Fase 5 del MCU chiude la (prima?) trilogia legata a Ant-Man e già questa è una notizia degna di nota, perché, se il personaggio dei fumetti non sembrava prestarsi affatto all’avventura cinematografica, trasformare le sue vicende in heist-movie ha pagato tanto da giustificare la realizzazione di questo nuovo capitolo in cui l’Uomo Formica è circondato dalla sua famiglia. Hope, Cassie, Hank e Janet sono a tutti gli effetti adesso dei co-protagonisti, e davvero le dinamiche familiari, i segreti, le bugie, ma anche l’amore fortissimo e tutto quello che tiene unita e allo stesso tempo allontana una famiglia sono il cuore di quello che succede nel film.

Vi presentiamo Kang

Ant-Man and the Wasp: Qantumania ci presenta però anche per la prima volta in azione Kang il Conquistatore. Interpretato da Jonathan Majors che ha esordito nel MCU nei panni i Colui che Rimane, una variante di Kang, nel finale di stagione di Loki, il personaggio è la prossima grande minaccia del Multiverso, contro il quale i Vendicatori, in una formazione ancora da definire, dovranno confrontarsi. Carismatico e molto preciso nel dosare le sue emozioni, Majors promette di mettere in scena un grande villain, che anche se esordisce con un ruolo non troppo potente o spaventoso.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania Kan il conquistatoreE forse, con la sola eccezione di Jonathan Majors, Ant-Man and the Wasp: Quantumania non presenta nessun elemento particolare di interesse, dal momento che si proietta verso uno sviluppo e un finale scontato, attraverso un viaggio che non sembra giustificato da nulla se non dal fatto che le cose devono accadere “perché sì”. L’umorismo di cui il film è costellato è spesso fuori luogo o forzato e non trova corrispondenza nella reazione del pubblico, la costruzione di alcuni personaggi risulta pretestuosa e fuori contesto, persino la messa in scena del Regno Quantico non lascia spazio a invenzioni particolari ma preferisce il citazionismo e la derivazione da più fonti senza una vera rielaborazione che possa rendere organici tutti i riferimenti. Il risultato è un mondo che sembra continuamente già visto, sprecando così le immense potenzialità di un luogo così affascinante sulla carta.

Un film debole

Alla luce di queste considerazioni, è chiaro che la Fase 5 non sembra partita nel migliore dei modi e che la sensazione di stanchezza nei confronti di queste storie sembra provenire innanzitutto dall’impegno e l’ispirazione con cui questi prodotti vengono messi insieme. Più episodio di una serie dalla trama orizzontale che film in sé che pur fa parte di un racconto più ampio, Ant-Man and the Wasp: Quantumania è debole, per trama, interesse, spettacolarità e, pare, persino per impatto su quello che accadrà prima o poi nel corso di questo nuovo arco narrativo.

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