Ava (Jessica Chastain) è un’assassina professionista con un passato di dipendenze da alcol e droga che trova prima nell’esercito, poi in un’agenzia di spionaggio internazionale la sua scappatoia.
Già dalle prime sequenze del film notiamo l’irrequietezza della protagonista nella sua angosciosa ricerca di una verità sulle colpe che hanno condotto le sue vittime a lei. Seppur questa sia la premessa, non viene sviluppata nel resto della pellicola, nella quale vediamo Ava avvicendarsi tra la ricerca di un contatto con il suo passato ed inverosimili missioni alla ’007.
Ava sicuramente risente del passaggio di testimone che ha visto alla regia prima Mattew Newton, allontanatosi per accuse di violenza domestica, poi Tate Taylor, che aveva diretto la Chastain già in The Help, in più, infelice è stata la decisione di mantenere la sceneggiatura firmata dallo stesso Newton, che probabilmente avrebbe necessitato una o più revisioni.
Ava, una spy story al femminile
La pellicola tenta di
racchiudere in sé tante anime, mantenendo aperte troppe porte che
conducono a conflitti spesso irrisolti. Dipendenza da alcol, gioco
d’azzardo e droga, traumi familiari e drammi esistenziali sono solo
alcuni dei temi “toccati” dalla protagonista in azione: la punta di
un iceberg del quale non ci è permesso però di penetrare le
profondità.
Sballottolato da un filo all’altro della tela, penzoloni, lo
spettatore esce stordito da quella che risulta essere una
miscellanea di action di intrattenimento e tentativo di
introspezione psicologica dei personaggi.
A coadiuvare la
talentuosa Jessica Chastain, troviamo
John Malkovich, alias il supervisore e mentore
Duke, che però non fa di tutto per far emozionare e
Colin Farrell, nei panni di Simon, antagonista
insipido e poco convincente. Jessica Chastain, dal canto
suo, porta avanti un personaggio stereotipato, un’eroina delle
tenebre che non compie alcuna evoluzione e che alla fine del film
ritroviamo tale e quale a come l’avevamo conosciuta dapprincipio.
Ci si sarebbe potuti spingere più a fondo, evitando di ricadere in
una riproduzione storpiata dell’action movie maschile,
approfondendo le motivazioni e le fondate preoccupazioni della
protagonista, invece di prediligere una narrazione appesantita da
spunti sparsi qua e là, per niente utili a quella che sarebbe
stata, al contrario, una necessaria trasformazione e conseguente
crescita di Ava.
Esperimento non riuscito quindi per Tate Taylor e la Chastain, ciò nonostante Netflix si è fatto carico di questa produzione, per salvarla dal baratro preannunciato appena dopo la breve uscita del film nelle sale cinematografiche americane ad Agosto 2020. Chissà quanta visibilità rimane ancora a questa tentata spy story, che molto altro avrebbe potuto diventare, senza però riuscirvi.