l'ombra del giorno recensione

Un insolito racconto di guerra. L’ombra del giorno è un film che mostra le sfumature poco esplorate dell’Italia fascista prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Un tenebroso Riccardo Scamarcio (Mine Vaganti, La scuola cattolica) e una delicata Benedetta Porcaroli (Baby, 18 regali) sono al centro del nuovo film di Giuseppe Piccioni, in arrivo nei cinema italiani il 24 febbraio 2022.

 

La trama de L’ombra del giorno

Siamo nel 1938. Ad Ascoli Piceno arriva Anna (Benedetta Porcaroli), una ragazza misteriosa in cerca di lavoro. Luciano (Riccardo Scamarcio), proprietario di un ristorante in centro città, offre ad Anna un posto nella sua cucina. La ragazza si mostra subito volenterosa e diventa un’abile cameriera. Inizialmente entrambi arroccati e chiusi in loro stessi, Anna e Luciano scoprono a poco a poco un amore fatto di poche parole e piccoli gesti. Le complicazioni non tardano però ad arrivare. L’ascesa del fascismo pone grandi ostacoli alla coppia: lui si definisce fascista, mentre Anna non sembra simpatizzare per il regime. Come se non bastasse, la donna nasconde un segreto che potrebbe mettere in pericolo lei, Luciano e l’intero ristorante.

La tensione latente prima del conflitto

L’ombra del giorno descrive abilmente l’atmosfera di pericolo imminente percepita prima del secondo conflitto globale. Nel film i momenti di estrema spensieratezza, tranquillità e vita quotidiana sono avvolti da una tensione data dalla situazione politica italiana. Il ristorante di classe, la tranquillità della provincia, la bellezza del borgo italiano sono adombrate dalle arroganti camicie nere e dalla voce della radio che annuncia i passi di Mussolini.

Gli attimi sereni tra Anna e Luciano si contano sulle dita di una mano. Il passato di lui, reduce di guerra rimasto zoppo, e i segreti di lei sono macigni che pesano sulla relazione tra i due. Come i protagonisti, anche lo spettatore non può far altro che gioire per le poche passeggiate in intimità e per i baci rubati nei corridoi prima che tutto entri in crisi a causa delle minacce politiche.

L’Italia di provincia toccata dalla guerra

L’incantevole Piazza del Popolo di Ascoli Piceno su cui si affaccia il ristorante di Luciano, è lo scenario de L’ombra del giorno. Luciano osserva il mondo dalle vetrine del suo ristorante. Vede le vite altrui e immagina sognante il futuro dei passanti. Le belle copiette, le famiglie, le ”giovani italiane” che ballano con nastri e cerchi, regalano a Luciano e allo spettatore visioni di pace e tranquillità.

Il paesaggio iniziale viene però turbato più volte nel corso del film. Le guardie fasciste, le camicie nere che arrivano con arroganza in piazza e nel ristorante stridono con l’eden della cittadina di provincia fatta di brave persone, dove ”si conoscono tutti”. L’apice della tensione è ben racchiuso nella vetrina del ristorante, infranta da qualche passante.

L'ombra del giornoScamarcio è il ”fascista buono”

Il personaggio interpretato da Riccardo Scamarcio è il più emblematico de L’ombra del giorno. Lo vediamo fin dalle prime immagini, mentre con dedizione accoglie i clienti nel suo ristorante. È lui che offre ad Anna un lavoro, senza chiederle troppe spiegazioni sul suo passato. Luciano è un uomo premuroso, bravo con tutti, anche se rimane sempre un po’ distaccato e autoritario.

Si definisce fascista, decanta le azioni compiute da Mussolini per migliorare la vita degli italiani. Con l’arrivo di Anna, la sua ideologia iniziale a sostegno del fascismo inizia a traballare. Luciano è combattuto, ha pur sempre una sua morale che si scontra con l’idea politica del Duce. Come gli viene anche detto nel film, Luciano si ritiene fascista ma ”non c’è nulla di fascista in quello che fa”. Scamarcio è abile nel vestire i panni del reduce di guerra: è autorevole e rassicurante, ombroso per i traumi vissuti ma, sotto sotto, ha un cuore sensibile.

L’ombra del giorno racconta una storia marginale

Il bello de L’ombra del giorno è racchiuso nella scelta del regista di parlare dell’Italia in guerra da un punto di vista non convenzionale. Non siamo in una grande città, non è la Roma di Una giornata Particolare (Ettore Scola). Non siamo ancora nel pieno del conflitto globale, come in Salvate il soldato Ryan (Steven Spielberg). Non siamo nei campi di concentramento di La Vita è bella (Roberto Benigni) o de Il bambino con il pigiama a righe (Mark Herman).

Il film mostra una realtà di provincia tranquilla – come le riprese luminose, ampie ed idilliache ci mostrano, in cui persone comuni vengono invase dalla vicenda politica. Anna aveva la sua vita, Luciano aveva un orientamento politico non troppo definito: nessuno dei due era pronto a rischiare la vita semplicemente per la propria ideologia. Piccioni, con L’ombra del giorno, ci dice che la guerra è stata anche questo: una macchia, un’ombra che ha invaso tutti e tutto, coprendo ogni sfumatura e individualità.

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