Spider-Man Homecoming arriva al cinema con un carico di aspettative notevole, un carico che deriva dal folgorante esordio in Captain America Civil War, dal fandom indiavolato che per l’Uomo Ragno più che per qualsiasi altro supereroe (eccetto forse solo Batman) è sempre stato fedele al suo beniamino, dal fatto che per la terza volta il personaggio Marvel trova una sua incarnazione cinematografica destinata a lasciare il segno. Perché se Tobey ha fatto innamorare il mondo dei cinecomics e Andrew ha mostrato la difficoltà per il genere di reinventarsi, Tom Holland rinnova completamente lo stereotipo, non solo “portando a casa” l’eroe, all’interno del MCU, ma ridefinendone il concetto stesso, portandolo “con i piedi per terra” e vicino, vicinissimo allo spettatore.
Un rischio calcolato per la Casa delle Idee
Nel 2008, la Marvel corse un grosso rischio,
mise in piedi il suo progetto di Universo Condiviso con
Iron Man, vinse quella scommessa. Nel 2014, con
Guardiani della Galassia alzò la posta,
discostandosi da un genere codificato e vincendo di nuovo. Nel
2017, con Spider-Man Homecoming, la Marvel mostra ancora una volta il
suo grande coraggio (un coraggio che potrebbe costarle milioni di
dollari) e realizza un film che si discosta completamente dal
canone.Sebbene non comprenda grandissime novità per soluzioni
drammaturgiche e tecniche, il film diretto con diligenza da
Jon Watts adotta uno sguardo completamente
nuovo sull’eroe, su Peter Parker, e sul
significato di avere le famose grandi responsabilità, derivanti dai
grandi poteri.
In Spider-Man Homecoming non c’è nessun zio Ben a mostrare a Peter la retta via, e Tony Stark, per quanto affascinante mentore, non è molto pratico di ragazzini, perciò il nostro dovrà trovare da solo la strada, un cammino che passa inevitabilmente attraverso il narcisismo e l’egocentrismo smisurato degli adolescenti, con il loro senso di immortalità e di mancata percezione della realtà e del pericolo. Lo Spider-Man di Tom Holland è un liceale che desidera più di ogni altra cosa entrare negli Avengers, dopo la folle avventura berlinese (vista in Civil War), che vuole anche far colpo su una ragazza e allo stesso tempo che sente l’esigenza di mescolarsi con i suoi coetanei, dai quali si vede separato proprio dal tentativo di inseguire il suo grande sogno.
Spider-Man Homecoming come un ‘coming of age’
Questa giovinezza e
inesperienza dell’eroe mette lo spettatore di fronte a un’avventura
che per molti versi ricorda il candore delle commedie
adolescenziali, i cosiddetti teen movie, e gli
appassionati di John Hughes non riconosceranno
soltanto i corridoi del liceo, ma anche citazioni puntuali,
suggerite addirittura da immagini dei suoi film, e soprattutto un
approccio al mondo e ai propri problemi che effettivamente ricorda
quello adottato negli anni ’80 dal cantore dell’adolescenza
americana. Una dimensione, quella dei turbamenti adolescenziali,
che contribuisce a costruire un eroe “normale”, un ragazzo che nel
coraggio e non nei suoi accessori tecnologici trova la sua natura
di protettore dei deboli.
In Iron Man 3 (e in tutta la storia del Vendicatore con l’armatura) si poneva l’accento sulla vera natura del coraggio di Tony Stark: chi è Iron Man? L’uomo o l’armatura? Lo stesso discorso si applica in Spider-Man Homecoming, in maniera più articolata e consapevole, a Peter Parker, che insegue fama e sogni, senza conoscere effettivamente il suo valore e soprattutto i pericoli che corre e potrebbe far correre agli altri. “Se non sei niente senza il costume, allora non dovresti averlo”. Solo attraverso il castigo esiste l’espiazione e solo per questa strada il ragazzo diventa eroe, non con i suoi sensi da ragno, ma con il suo cuore e il suo coraggio di essere umano. Nell’umanità di Peter si scopre la forza di Spider-Man, come aveva saputo raccontare per immagini soltanto Sam Raimi.
L’Avvoltoio Michael Keaton di Spider-Man Homecoming
Spider-Man
Homecoming non porta a livello dello spettatore soltanto
l’eroe, ma anche il villain, la cui genesi è stata perfettamente
incastrata nella
timeline del MCU e il cui aspetto arrabbiato e calcolatore
è stato affidato a un incredibile
Michael Keaton, inquietante, cattivo ma
(ancora in ricordo del lavoro di Raimi), come il Norman
Osborn di Dafoe e il Dottor Octopus di
Molina, nasconde un grande cuore e una grande paura. Dopo tante
macchiette, il lavoro di scrittura di questo film Marvel (di gran lunga l’aspetto
meglio realizzato del film) conferisce dignità al villain,
strutturandone il personaggio in contrapposizione a un eroe “in
fieri”.
Tutto questo eroismo e il coming of age di un eroe non deve minimamente far pensare a un film serioso, dal momento che, in pieno stile Marvel, i toni e le battute di Spider-Man Homecoming sono leggeri, divertenti, anche se mai frivoli, perfettamente intonati all’età del protagonista. Proprio per questo, per una volta, l’ironia non è fuori posto, come nel caso delle ben note battutine che costellano gli altri film del franchise, ma si sposa non solo con la naturale predisposizione che proviene dai fumetti ma anche con l’età di questo Peter.
Amici nerd e zie sexy
Oltre alla magnetica
presenza di
Robert Downey Jr., mai invasiva e funzionale
alla formazione del protagonista, il film si costella di piccoli
personaggi, dalla sarcastica Michelle (Zendaya),
al buffo Ned (Jacob Batalon), passando per una
versione aggiornata di Flash Thompson (Tony
Revolori) e di zia May, una sacrificata
Marisa Tomei alle prese con un personaggio
svampito e sexy, ma profondamente materno nei confronti del
nipote.
Con una tuta ipertecnologica (protagonista di gran parte delle sequenze umoristiche), amici strani almeno quanto il protagonista, super-problemi e uno svolgimento dei fatti serrato in cui gli eventi si rincorrono senza sosta, Spider-Man Homecoming è una gioia non tanto per gli occhi, date le scene d’azione in digitale poco riuscite, quanto per il desiderio di farsi raccontare storie ben articolate, riscoprire personaggi che pensavamo di conoscere e ritrovare fiducia in un genere che mostra, ogni tanto, di saper sorprendere. Ovviamente rimanete seduti fino alla fine dei titoli di coda, la vostra pazienza verrà premiata…