Ancora una volta le ultime ore dell’anno vengono spese a fare conti e classifiche, a selezionare film, a scartare l’uno piuttosto che l’altro, a rinuciare irrimediabilmente a sceglie in alcune occasione e preferire la democrazia del pari merito. Anche quest’anno, inaspettatamente, la classifica è stata difficile da stilare, perchè i bei film, diluiti in 12 mesi, sembrano davvero pochi, ma concentrati in sole 10 posizioni, diventano decisamente troppi.
La classifiche, così come i voti, non sono cose che amo molto, anche se si confermano operazioni quasi ludico-ricreative, nonostante il “dolore” connaturato alla scelta. Ecco di seguito la mia top 10 dell’anno appena trascorso, che comprende solo titoli distribuiti qui in Italia.
10- Pari merito tra Questione di
Tempo e Before
Midnight. Il primo è una piacevolissima conferma
del talento di Richard Curtis, che si conferma un
vero e proprio cardiologo del grande schermo: ci guarda in faccia,
ci fa ridere, e poi piano piano ci entra nel cuore con i suoi
adorabili e strampalati personaggi, per rimanere lì per sempre.
Before Midnight merita di stare in
classifica anche solo perchè è la “conclusione” di una storia
sospesa che è cominciata 18 anni fa e che ci fa credere quanto il
vero sentimento d’amore sia non solo difficile da vivere, ma anche
da raccontare in maniera realistica e profonda: Jesse e Celine ci
sono riusciti, ancora una volta, e noi spettatori li
ringraziamo.
9- Philomena.
Quando Judi Dench riempie l’inquadratura,
l’equilibrio è perfetto; quando la sua Philomena sorride o versa
una piccola lacrima, con lei piange e ride ogni singolo spettatore.
Quando la regia precisa, la sceneggiatura brillante, la storia
potente concorrono a realizzare il film inaspettato, il cinema si
rivela.
8- Cloud Atlas. I fratelli Wachowski hanno creato un universo, una teoria, partendo da un romanzo complicato e bellissimo, come una rivelazione. Allo stesso modo il loro film si dischiude davanti agli occhi dello spettatore, divenendo rivelazione e raccontando di una vita e di tutte le altre vite che in essa si compiono e si ripropongono. Tutto realizzato secondo i dettami della meraviglia visiva e registica.
7- Stoker. Una
grande diva che si fronteggia con una piccola creatura fragile,
Kidman vs Wasikowska in un confronto
paradossalmente ad armi pari in cui la piccola Mia
dimostra una potenza e una violenza insospettate. Il dramma
psicologico travestito da film horror fa di questa incursione
americana di Chan-wook Park un film magnetico, che
emoziona e atterrisce allo stesso tempo, regalando momenti di pure
suspance e di puro gusto ritmico e registico, scandito dal silenzio
assordante dopo un colpo di fucile.
6- Lincoln. Un
trattato di politica dall’uomo più retto e nobile che la storia
americana ricordi, un capolavoro tecnico in cui la luce si fa
personaggio e racconta, un attore (Daniel
Day-Lewis) che sembra spingersi oltre l’umanamente
possibile, finalmente uno Spielberg ritornato
coraggioso alle prese con una storia che non si spaventa nel
mettere a nudo il lato meno nobile della leggenda e lo fa con un
tono dimesso, che diventa epico in una corsa contro il tempo che ha
segnato per sempre la storia dell’umanità.
5- Rush. Ogni
leggenda ha un’origine, e Ron Howard ci ha
raccontato quella di Lauda/Hunt come solo il grande narratore sa
fare. Grazie a due grandi interpreti, a una storia incredibilmente
vera, a una regia attenta ed equilibrata, a una fotografia
luccicante il regista ci ha trasportati indietro nel tempo e ha
realizzato un incontro tra il pubblico e il privato, tra la vicenda
nota e quella meno nota, riportando in vita una grande storia e
regalando alla settima arte un altro tassello importante.
4- Re della Terra
Selvaggia. Il gioiello inaspettato che si trova
nel fango, l’energia della giovinezza e della creatività, la forza
espressiva di un piccolo corpicino fragile alle prese con la
potenza devastante della natura, un ritratto realistico e allo
stesso tempo estremamente poetico di un mondo che sembra non avere
tempo e spazio, attraverso gli occhi innocenti e feroci di una
bambina di otto anni.
3- Noi Siamo
Infinito. Il film che non ti aspetti, la storia
giusta e perfettamente raccontata, un cast di giovani in cui
Logan Lerman e Ezra Miller
brillano come due fulgidi diamanti. Il profondo tatto nel
raccontare il trauma senza ipocrisia, l’indescrivibile poesia della
corsa sotto al tunnel, la voglia di ritornare adolescenti per
sentirsi, ancora una volta, infelici ma invincibili, ancora una
volta, infinito.
2- La vita di
Adele. Quando un film racconta l’urgenza, la
fame, la passione, la curiosità, la normalità allora, racconta la
vita. Adele è tutti noi che ci approcciamo con genuinità al nuovo,
che ci facciamo pervadere dall’emozione, che senza paura
affrontiamo la sofferenza, anche quella più nera, per poi scendere
a patti con la vita. Adele resta con noi, in noi, alla fine del
film, quando i lunghi minuti del racconto si sono esauriti, quando,
nonostante tutto, vorremmo sapere ancora altro di lei, e forse, di
noi.
1- Gravity.
L’universo ingoto, l’oscurità dello spazio profondo, la tristezza
di un animo spezzato, la solitudine. Lo straordinariamente grande
che coincide con l’incommensurabilmente piccolo in una ricerca
della salvezza che passa per una ricerca interiore in cui l’uomo
viene messo alla prova rispetto alle proprie paure.
Gravity ci mette di fronte ad un’opera
perfetta, in cui ogni momento, ogni battito, ogni respiro, ogni
silenzio è fondamentale, in cui lo spettatore si perde, si ritrova
e alla fine in cui annega.
Con grande fatica, da parte mia, sono rimasti fuori da questa (riduttiva) lista film magnifici, film che non ho avuto la possibilità di vedere, film che ho amato profondamente ma che non hanno scalato la vetta. E’ difficile decretare quale sia il film dell’anno, così come è difficile scegliere un film preferito in assoluto, nonostante questo ci ho provato e spero che il risultato non vi dispiaccia.