Si è tenuta poche fa il red carpet di Megalopolis alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals. Sul red il regista Francis Ford Coppola, accompagnato dai suoi interpreti Adam Driver, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Jon Voight, Laurence Fishburne, Talia Shire, Shia La Beouf.
Il progetto più ambizioso della sua carriera, “riscritto fino a 300 volte in 40 anni”. Questo per dire che Megalopolis, opera visionaria e racconto umanista, è qualcosa di importante per Francis Ford Coppola, che non è proprio nuovo a queste cose. Ricordiamo la vittoria della Palma d’oro nel 1974 con La conversazione, uno dei film che più gli stanno a cuore. Seguì il leggendario Apocalypse Now (A work in progress), a cui lavorò fino all’ultimo minuto, che gli valse una seconda Palma d’oro nel 1979.
Megalopolis, “un’epopea romana in un’immaginaria America moderna e decadente”, è il lavoro di una vita e il primo film che il regista presenta in Concorso dopo 45 anni. Adam Driver precariamente appollaiato in cima al più emblematico grattacielo Art Déco di New York: si riconosce distintamente il Chrysler Building, eppure Francis Ford Coppola non ambienta la sua storia a Manhattan, ma nel mondo distopico della “Nuova Roma”, costretta a una svolta decisiva per il destino dell’umanità. Il futuro della città in difficoltà si gioca tra due uomini, un architetto idealista da una parte (Adam Driver) e un sindaco corrotto che sa come muoversi nella giungla di cemento dall’altra (Giancarlo Esposito). Tra i due c’è Julia (Nathalie Emmanuel, star di Fast and Furious), compagna dell’uno e figlia dell’altro, e alcuni personaggi emblematici come quelli interpretati da Shia LeBeouf e John Voight.
“Come specie, abbiamo tutti lo stesso antenato: siamo una famiglia. Agiamo affinché questo legame sia reale e che il nostro mondo assomigli a quello che vorremmo fosse il nostro paradiso”.