Daisy Edgar-Jones è
indubbiamente una delle attrici del momento. Le sono bastati pochi
ma significativi ruoli per dar prova di tutto il proprio talento,
ottenendo importanti riconoscimenti da ogni dove. Questo sembra
dunque essere il suo momento d’oro, durante il quale l’attrice sarà
chiamata a distinguersi per le sue scelte e interpretazioni.
Ecco 10 cose che forse non
sai su Daisy Edgar-Jones.
Daisy Edgar-Jones: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in alcune
note serie. L’attrice ha iniziato a recitare in
televisione in serie come Cold Feet (2016-2020) e
Testimoni silenziosi (2017). Partecipa poi ad alcuni
episodi di Gentleman Jack – Nessuna mi ha mai detto di no
(2019), ma è con War of the Worlds (2019-2022), dove
recita accanto ad Elizabeth McGovern e
Gabriel Byrne, che ottiene una maggiore
popolarità. Nel 2020 si consacra poi grazie alla miniserie Normal People, dove
recita nel ruolo di Marianne accanto a Paul Mescal.
Torna poi in televisione nella serie In nome del cielo
(2022), con AndrewGarfield.
2. Ha preso parte anche ad
alcuni film. Oltre alla televisione, la Jones ha avuto
modo di recitare anche in alcuni film. Il primo di questi è stato
Pond Life (2018), seguito poi nel 2022 da Fresh e La ragazza della
palude. Nel primo dei due, una commedia dell’orrore
disponibile su Disney+, recita accanto a Sebastian Stan,
mentre nel secondo, di genere thriller, interpreta Catherine “Kya”
Clarke, una ragazza infinitamente piena di risorse che, abbandonata
dalla famiglia, cresce in una palude della Carolina del Nord.
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Grazie al suo ruolo nella serie Normal
People, la Jones ha ottenuto importanti riconoscimenti, come
le candidature ai Golden Globe, ai Bafta Awards e ai Critics’
Choice Awards come miglior attrice in una miniserie televisiva. Nel
2023 è stata poi nominata nuovamente ai Golden Globe, sempre come
miglior attrice in una miniserie, per In nome del
cielo.
Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal in
Normal People
4. Ha avuto difficoltà con
alcuni aspetti del proprio personaggio. In Normal
People l’attrice interpreta Marianne, della quale si narra la
sua storia d’amore con Connell dalla scuola superiore fino agli
anni del college. Parlando di alcuni aspetti specifici del suo
personaggio, l’attrice ha affermato che filmare le scene in cui
Marianne, in preda alla depressione, cerca conforto nel sesso
violento, le ha lasciato addosso sensazioni negative per più
giorni, faticando poi ad uscire da quello stato.
5. Ha ricevuto un
particolare dono dal suo collega. Sul set di Normal
People la Jones ha conosciuto e stretto una profonda amicizia
con il collega Paul Mescal, oggi noto anche per il
film Aftersun. Riguardo la
loro amicizia, la Jones ha raccontato che al termine delle riprese
della serie, Mescal le ha regalato la collana indossata dal suo
personaggio. Un oggetto a cui l’attore si era particolarmente
legato e che ha deciso di donare alla collega in onore del forte
legame che ora condividono.
Daisy Edgar-Jones in La ragazza
della palude
6. Si è preparata a lungo
per il ruolo. Per interpretare la protagonista di La
ragazza nella palude, l’attrice ha raccontato di essersi
basata molto su proprie riflessioni emerse in seguito alla lettura
del libro da cui il film è tratto. Una buona parte della
preparazione ha però riguardando anche l’imparare a padroneggiare
l’accento della Carolina del Nord, a guidare una barca, a pescare a
compiere altre attività simili e tipiche di quei luoghi.
Daisy Edgar-Jones e Anne Hathaway
7. Le viene attribuita una
forte somiglianza con l’attrice premio Oscar. Dopo averla
vista in Normal People, i fan della serie hanno fatto
notare in rete, e in particolare su Twitter, quanto la Jones
assomigli all’attrice premio Oscar Anne Hathaway.
Intervistata a riguardo, la Jones si è detta lusingata da ciò,
immaginando che ad aver contribuito a tali teorie sia stato il
taglio di capelli simile a quello della premio Oscar.
Daisy Edgar-Jones: chi è il suo
fidanzato?
8. È molto riservata
riguardo la propria vita sentimentale. La Jones è da
sempre impegnata a mantere un certo velo di segretezza riguardo la
sua vita sentimentale. Da quando è diventata una celebrità, però,
sembra aver avuto un solo fidanzato, Tom Varey. La
coppia si è incontrata nel 2018 mentre recitava nel film Pond
Life, un dramma in costume in quattro parti ambientato negli
anni Sessanta. I due, tuttavia, si sono separati nel 2020 per via
delle difficoltà a conciliare la vita di coppia con i tanti
progetti lavorativi.
Daisy Edgar-Jones è su
Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 1,5 milioni di persone e dove attualmente si possono
ritrovare oltre 200 post. Questi sono principalmente immagini
relative a suoi lavori da attrice, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Daisy Edgar-Jones: età e altezza
dell’attrice
10. Daisy Edgar-Jones è nata
ad Islington, un borgo di Londra, il 24 maggio del 1998.
L’attrice è alta rispettivamente 1,69 metri.
Dopo essere esplosa grazie a
Normal People, serie Hulu di grande successo
tratta dall’omonimo romanzo di Sally Rooney,
Daisy Edgar-Jones è stata scelta per recitare nel
film Fresh.
Il progetto Legendary sarà il
debutto alla regia di Mimi Cave, una veterana dei
video musicali che ha lavorato con Vance Joy, Danny
Brown e Tune-Yards, tra gli
altri. Lauryn Kahn ha firmato la
sceneggiatura, mentre la trama del film è tenuta segreta.
Adam McKay e
Kevin Messick di Hyperobject
Industries si occuperanno della produzione e hanno già
lavorato con Kahn in Ibiza, una commedia Netflix. Prima di recitare nell’adattamento
della serie basata sul best seller di Sally
Rooney, Daisy Edgar-Jones è apparsa in
Gentleman Jack di HBO e BBC, nella serie
drammatica britannica Cold Feet e nell’adattamento
della serie di StudioCanal di H.G. Wells War of the
Worlds.
La 62ma edizione del Festival di Berlino
si è chiusa ieri, domenica 19 febbraio, con l’assegnazione
dell’Orso d’Oro al film Cesare deve morire dei
fratelli Paolo e Vittorio Taviani.
I film di supereroi
sono ormai una dominante ad Hollywood: hanno permesso a tanti
personaggi dei fumetti di fare il loro ingresso
nel mondo del cinema. Dalla DC Comics al DCEU, dalla Marvel Comics all’MCU.
C’è spazio per tutti sul grande schermo.
Tanti eroi della carta stampata
hanno già preso forma in live-action. Alcuni, come Batman
o Spider-Man, hanno già avuto numerosi interpreti. Ma
manca ancora qualcuno. Gli utenti di Ranker hanno espresso le loro preferenze sui
personaggi dei fumetti che dovrebbero prendere
vita sul grande schermo. Vediamo chi sono i preferiti dai fan!
Booster Gold
Paragonato ad altri grandi eroi
dell’universo DC, Booster Gold è un
personaggio relativamente nuovo che si è affermato negli ultimi
decenni. Tuttavia, questo divertente eroe dei
fumetti, capace di viaggiare nel tempo, ha
accumulato un forte seguito tra i fan, ora ansiosi di vederlo in
azione anche sullo schermo.
Booster Gold è apparso in
diversi show della DC ma non ha
fatto ancora il suo debutto cinematografico. Anche se sembra ci sia
in progetto un film da solista per l’eroe, non ci sono state
notizie concrete riguardo ciò negli ultimi anni.
Nova
Con Guardiani della Galassia,
l’MCU ha aperto le porte del
cinema alla parte cosmica dei Marvel Comics, ma lo Spazio rimane
ancora poco esplorato rispetto alle avventure terrestri. Tra i
tanti eroi del cosmo che potrebbero essere esplorati c’è anche
Nova.
Nova è un membro del Nova Corps, l’unità
di polizia intergalattica che è già si è stabilita
nell’MCU. Ciò offre la
possibilità ad un eroe dei fumetti di entrare in
un film insieme ad altri membri di un’avventura spaziale, come
d’altronde è successo a Spider-Man e Ms. Marvel. Per fortuna, la lunga attesa per un film
con Nova sembra essere giunta al termine: pare che sarà
uno dei prossimi supereroi ad essere introdotto
nell’MCU.
Blue Beetle
Se la Marvel ha personaggi del
calibro di Spider-Man e Ant-Man, è giusto che
anche la DC porti sul grande schermo il proprio
eroe-insetto: Blue
Beetle, l’eroe che indossa uno scarabeo alieno per
combattere il crimine.
I fan dei fumetti
sono particolarmente curiosi di vedere la versione live-action di
Jamie Reyes. Il supereroe, messicano e adolescente,
conquisterebbe il pubblico e potrebbe essere l’aggiunta perfetta
al DCEU. Anche Blue Beetle è un
personaggio con un progetto attualmente in fase di lavorazione:
sembra che Xolo Maridueña assumerà il
ruolo.
Martian Manhunter
Anche se nei
fumettiMartian Manhunter è stato un
membro della Justice League per molti anni, non ha
generato lo stesso livello di interesse di alcuni suoi compagni di
squadra.
Zack Snyder sembrava avere grandi piani per il
personaggio: ha provato a dare spazio a Martian
Manhunter in Justice League, nascondendo l’eroe
alieno dietro al generale Swanwick. Il cammeo non è però
riuscito a dare al personaggio la giusta rilevanza. Chissà se e
quando lo rivedremo.
Namor
Namor il Sub-Mariner viene spesso liquidato come una
brutta copia di Aquaman, ma in realtà esso precede l’eroe
subacqueo della DC. Namor è anche uno dei
personaggi più complessi della Marvel:
è tanto un cattivo quanto un eroe.
Come protettore di
Atlantide, nei
fumettiNamor spesso combatte con
gli altri Vendicatori per il bene del suo popolo. Ha anche
formato alleanze complesse con altri eroi Marvel. Si dice che sarà
il principale antagonista in Black
Panther -Wakanda Forever: sarà interessante vedere come
viene rappresentato in live-action.
Batman of the Future
Le storie di Batman non
bastano mai: se il film The
Batman ha fornito un originale Cavaliere Oscuro,
ci sono percorsi ancora più interessanti che potrebbero essere
presi dall’eroe.
Ad esempio, nella serie
animata Batman of the Future, l’adolescente Terry
McGinnis prende il mantello di Batman e viene
istruito ad essere un eroe da un vecchio Bruce Wayne. I fan della serie hanno amato la
possibilità di vedere il futuro di Gotham City e il
ritorno dei vari personaggi iconici di Batman. Forse
questa è la strada che potrebbe prendere il prossimo reboot
cinematografico del personaggio.
Zatanna
I fumetti della
DC includono tanti mondi, uno di questi è quello
della magia. Parlando di magia, non si può non pensare a
Zatanna, personaggio volto alla lotta al crimine e spesso
connessa a Batman.
Manca una versione live-action di
Zatanna: sembrava che la maga dovesse fare il suo debutto
sul grande schermo con Justice League, ma così non è
stato. Pare però che il personaggio avrà il suo film da solista,
probabilmente con la regia di Emerald Fennell.
Deathstroke
Ecco un altro personaggio dei
fumetti della DC che Zack
Snyder ha provato, senza riuscirci, a portare in
live-action: Deathstroke. Slade Wilson è un
mercenario che si è scontrato con Batman molte volte ed è
uno dei suoi nemici più temibili.
Deathstroke doveva
inizialmente essere il cattivo per il film di Batman con
Ben Affleck e Joe Manganiello
avrebbe dovuto ricoprire il ruolo. Inoltre, sembrava ci fosse in
programma un film da solista per Slade Wilson (con la
regia di Gareth Evans). Purtroppo, entrambi i
progetti sono andati in fumo e il futuro del personaggio del
DCEU rimane incerto.
Moon Knight
Moon
Knight è uno degli eroi più complessi e interessanti della
Marvel, anche se
erroneamente viene visto come la risposta del franchise a
Batman della DC. Marc Spector è
un mercenario affetto da un Disturbo Dissociativo dell’Identità:
grazie alla sua patologia, può trasformarsi nel potente vigilante
Moon Knight.
Il personaggio è ora all’apice del
successo: è da poco uscita la serie Disney+ che
lo vede protagonista, in una versione live-action interpretata da
Oscar Isaac. Tuttavia, i fan più accaniti
dell’eroe vorrebbero vedere Moon Knight in un film dell’MCU (magari come
protagonista).
Nightwing
Batman è l’iconico
protettore di Gotham City, ma non è l’unico: Dick
Grayson è un partner di vecchia data nella lotta al
crimine di Bruce Wayne. Inizialmente assume l’identità di
Robin, poi quella dell’eroe Nightwing. Tuttavia,
da quando Chris O’Donnell ha interpretato il ruolo
nei film Batman di Joel Schumacher, la
DC non ha più espresso interesse nel rappresentare
il personaggio in live-action.
Nightwing offre una
versione più matura di Grayson: è la personalità che egli
assume quando abbandona il costume di Robin. Anche se
sappiamo che il personaggio non apparirà nel franchise di
Batmancon Robert Pattinson, c’è ancora speranza. Il
regista Chris McKay ha annunciato che sta
attualmente lavorando ad un film da solista per
Nightwing.
C’è una serie
crime-thriller che sta facendo impazzire gli
spettatori Netflix:
si tratta di Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey
Dahmer (qui la
recensione). Lo show, prodotto da Ryan
Murphy (The
Prom, American
Horror Story), è ispirato al ”Mostro di
Milwaukee”, un serial kiler americano realmente esistito che
ha ucciso e torturato i cadaveri di 17 ragazzi. La serie è molto
cruda ed è ricca di scene assurde e disgustose: quali di queste
ritraggono fedelmente la realtà?
Il sandwich con la
carne
La disgustosa scena in cui
Dahmer (Evan
Peters) offre alla vicina Glenda
Cleveland un panino con la carne è successa davvero,
anche se è stata leggermente alterata. Nella realtà,
Glenda non era la vicina di appartamento
di Dahmer: abitava in un edificio vicino al
serial killer e aveva notato un via vai sospetto.
Un’altra donna, di nome
Pamela Bass, viveva a poche porte di distanza
da Jeffrey negli Oxford apartments. Si può dire che
GlendaCleveland sia quindi
una combinazione delle due donne. Nel docu-film
The Jeffrey Dahmer Files, Bass ha
dichiarato che Dahmer faceva spesso panini per i
condomini. La donna ha detto: “Probabilmente ho mangiato parte
del corpo di qualcuno“.
Le chiamate di Glenda Cleveland
alla polizia
Come abbiamo detto,
Cleveland non viveva nell’appartamento accanto a
Jeffrey (come invece accade nello show), ma è
la donna la prima a notare alcuni eventi insoliti nella zona. In
particolare, il comportamento strano di Dahmer l’ha spinta a chiamare la polizia più
volte, con ancora più frequenza dopo l’incidente con
Konerak Sinthasomphone.
Secondo
Seventeen, Cleveland non solo ha
contattato la polizia, ma, nella speranza di essere presa in
considerazione, ha provato anche con l’FBI.
Nonostante le telefonate di Glenda, dopo il
caso
di SinthasomphoneDahmer
è riuscito ad uccidere altre cinque persone prima di essere
catturato.
Il comportamento della polizia nei
confronti di Sinthasomphone
La scena in cui i due
agenti della polizia non credono
a Sinthasomphone è reale anche se, nella vita
vera, al posto di Glenda c’erano la figlia e
la nipote. Le due ragazze hanno chiamato la polizia quando hanno
notato che il giovane era dolorante e stava sanguinando. La storia
si è svolta in modo simile a come mostrato nella serie: gli agenti
di polizia hanno creduto alle parole di Dahmer e,
convinti che Sinthasomphone fosse il suo
fidanzato, lo hanno fatto rientrare nell’appartamento
dell’assassino.
Secondo PopBuzz, i due agenti sono
stati licenziati per negligenza, ma sono stati reintegrati dopo
poco (e hanno addirittura ricevuto la paga arretrata). I due sono
anche riusciti a fare carriera: John A.
Balcerzak è diventato il capo dell’associazione di
polizia, mentre Joseph P. Gabrish è stato reso
capitano di un dipartimento di polizia. Entrambi gli uomini sono da
tempo in pensione e, anche dopo la condanna di
Dahmer, continuano ad essere convinti delle scelte
fatte allora.
Gli animali morti
Come mostrano le scene di flashback
dello show, Dahmer e suo padre
Lionel si divertivano a collezionare animali morti
e ad analizzarne i resti. Lionel era un chimico e,
quando ha scoperto che suo figlio era interessato alla vivisezione
dei cadaveri, ha pensato che si trattasse di una passione da
coltivare più che di una mania. Stando a LADbible.com, il
padre di Jeffrey sperava che il figlio
intraprendesse una carriera nell’ambito scientifico o
medico.
I fan sono combattuti: non sanno se
accusare o difendere le ragioni di Lionel. In ogni
caso, l’uomo era uno scienziato e potrebbe aver visto nel figlio
un’inclinazione simile alla sua. Tuttavia, anche Lionel
Dahmer nel suo libro ha ribadito più volte di aver
trascurato i segni delle manie di Jeffrey.
Photo bombing nell’annuario
scolastico
Un altro flashback dello show
mostra Dahmer che, quando è ancora al
liceo, s’intrufola in un servizio fotografico per l’annuario e fa
photo bombing nel gruppo della Honor Society. Quando
i compagni notano l’intruso, è troppo tardi per rifare la foto e
decidono di oscurarne il volto in tutte le copie da distribuire
agli studenti.
L’incursione nella foto è successa
realmente, anche se nessuno ha poi cancellato la faccia di
Jeffrey. Non a caso, nel documentario Jeffrey
Dahmer: Mind of a Monster, Mike Krukal, un ex
compagno di classe di Dahmer, ha dichiarato
che il serial killer faceva spesso strani scherzi. Anche nel film
My Friend Dahmer viene mostrato questo aspetto di
Jeffrey.
Il tentato suicidio di
Joyce
Dopo l’arresto e l’incarcerazione di
Dahmer, una scena della serie mostra il tentato
suicidio della madre del serial killer Joyce
Flint. La donna scollega la stufa a gas in cucina e tenta
in questo modo di porre fine alla sua vita. Secondo UPI
archives, si tratta di un fatto realmente
accaduto: Joyce, rinvenuta a faccia in
giù nella sua cucina, è stata soccorsa in tempo e si è salvata.
Come mostrato nella serie,
Flint ha davvero scritto una lettera per salutare
i figli in cui chiedeva di essere cremata e descriveva la sua vita
come “solitaria”. Distractify riporta che la
donna è morta a 64 anni, nel 2000 per un cancro al seno.
Le storie delle
vittime
Anche se non sono completamente
fedeli, tutte le storie delle vittime mostrate nella serie sono
basate sulle reali prede di Dahmer, (Seventeen).
Il primo omicidio è infatti l’assassinio dell’autostoppista
diciottenne Steven Hicks.
Inoltre, Tony
Hughes, protagonista dell’episodio praticamente senza
sonoro, era davvero non udente. Anche il numero delle vittime
sembra essere esatto: secondo le indagini, i ritrovamenti e le
confessioni di Dahmer, le persone uccise
sono in totale 17.
Il battesimo
di Dahmer
Una delle ultime scene dello show
mostra il battesimo di Dahmer. Dopo un incontro
ravvicinato con un prete, Jeffrey dichiara di
voler essere battezzato. La cerimonia avviene in un piccolo spazio
della prigione e la scena è montata insieme alle immagini che
mostrano la condanna a morte di un altro famoso serial killer:
John Wayne Gacy.
Secondo HITC, il
battesimo di Dahmer è avvenuto davvero. Non solo:
si è svolto lo stesso giorno in cui Gacy è stato
giustiziato. Un altro dettaglio della serie è autentico: in
quel fatidico giorno c’è stata un’eclissi solare.
Jeffrey Dahmer è
stato ucciso in prigione
È noto che
Dahmer è stato assassinato in prigione da un
altro detenuto, Christopher Scarver: l’uomo ha
colpito Dahmer con una barra di metallo nella
sala pesi. Secondo alcuni reportage d’archivio dalla Associated
Press, Scarver ha davvero affermato
“Dio mi ha detto di farlo.”
Inoltre, in un’intervista al New
York Post del 2015 (via
Distractify), Scarver ha dichiarato
di aver interrogato Dahmer sui suoi crimini,
esattamente come avviene nello show.
Oggi Scarver è vivo ed è ancora in
prigione.
Lionel ha rifiutato di far analizzare
il cervello di Jeffrey
Nella serie, dopo la morte
JeffreyDahmerFlint vorrebbe far
studiare il cervello di suo figlio da
un’università. La donna vorrebbe trovare una causa per le stranezze
del figlio, ma Lionel Dahmer si oppone all’ex
moglie in tribunale perché Jeffrey nel suo
testamento ha espresso la volontà di essere cremato.
La serie
Neflix ripercorre fedelmente anche questo
aspetto del caso Dahmer: i suoi genitori si
sono scontrati in tribunale e, nell’attesa di una sentenza, il
cervello di Dahmer è stato conservato nella
formaldeide per anni. Alla fine, Lionel ha vinto
la causa e nessuno studio è andato in porto. Il caso
di Jeffrey rimarrà per sempre un’assurdità
incomprensibile.
Netflix ha una
collezione di serie e docu-serie su storie vere di serial killer e
assassini. Questa volta, il protagonista di Dahmer
– Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer supera
qualsiasi concorrenza. In 10 episodi, lo show ripercorre la vita
del ”Cannibale di Milwaukee”. Il produttore della serie
è Ryan
Murphy (The
Prom, American
Horror Story) maestro dell’orrore che, con il volto
diAmerican
Horror StoryEvan
Peters, mostra senza alcun filtro tutti gli aspetti di
una vicenda realmente terrificante, sotto ogni punto di vista.
La vera storia di Jeffrey
Dahmer, il mostro di Milwaukee
Milwaukee, 1991: nel mese di
luglio, in seguito ad una richiesta di aiuto da parte di un giovane
aggredito, la polizia entra nell’appartamento
di Jeffrey Dahmer (Evan
Peters). Qui scopre il covo di un serial killer: odore
lancinante, ossa, pezzi di carne umana conservati in frigorifero,
acidi. Una volta
arrestato, Jeffrey racconta alla polizia
tutto ciò che ha fatto, partendo dal
principio. Dahmer, appassionato di
tassidermia fin da bambino, in 31 anni di vita ha ucciso 17
ragazzi. Non solo: ha fatto a pezzi i cadaveri, estratto gli
organi, provando piacere sessuale e nutrendosi di alcune parti.
L’orrore generato dalle perversioni
di Dahmer viene amplificato dall’indifferenza
delle forze dell’ordine. Prima dell’arresto, l’uomo aveva ricevuto
diverse accuse per molestie. Vane anche le segnalazioni della
vicina Glenda (Niecy Nash) per i
rumori molesti e l’odore nauseabondo provenienti dalla casa
di Jeffrey. Ecco la storia vera e
raccapricciante di un serial killer bianco americano, che è
riuscito ad agire quasi indisturbato perché le sue vittime
appartenevano a minoranze etniche.
Ryan Murphy e la rappresentazione dell’orrendo in DAHMER –
Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer
Il racconto messo in piedi in
Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey è
crudo e crudele (la serie infatti è vietata ai minori di 18
anni). Il produttore di American
Horror Story mostra tutta la sua capacità nella creazione
di ambienti squallidi, perfetti scenari per storie
perverse. Nulla è censurato, dalle uccisioni compiute
da Jeffrey alle scene di sesso, fino ai
racconti dettagliati e ai ritrovamenti della polizia. Lo show è
provocatorio e gioca sul sottile confine tra disgusto e
curiosità. Da un lato non si può essere indifferenti
rispetto a quanto viene mostrato: cadaveri, pezzi di corpi,
ambienti squallidi e del tutto anti-igienici. Tuttavia, questi
aspetti macabri vengono decisamente ostentati e costituiscono un
elemento cardine della serie.
È difficile collocare moralmente la
serie. In parte, Dahmer adotta il punto di
vista delle vittime, ne mostra le storie, gli affetti, i
retroscena, ma non si può negare l’aspetto
antieroico dato al
protagonista. Jeffrey è strano fin da bambino,
viene discriminato, ha dei genitori difficili, fatica a
relazionarsi con il mondo esterno, ammette di avere dei problemi.
Pur rimanendo il carnefice, la sua immagine viene circondata da una
serie di ”sì, ma…” che tendono ad umanizzarlo. Evan Peters è abile nell’interpretare
questo soggetto complicato e contorto, ed è inquietantemente simile
all’originale.
Nonostante tutto, il vero colpevole
di Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey
è la polizia americana. Pur avendo a disposizione tutti i mezzi per
agire, non è stata capace di fermare per tempo l’azione di un
individuo perverso. La serie è ambientata negli anni Novanta ma non
possiamo fare a meno di cogliere i riferimenti alle discriminazioni
ancora oggi presenti nelle forze dell’ordine statunitensi nei
confronti delle minoranze etniche. Lo show mostra come le richieste
di aiuto alla polizia portate avanti dagli afroamericani – la
vicina di casa Glenda, le vittime e i loro famigliari
– o dai cittadini non bianchi americani, sono state considerate di
poco conto, di serie b, quando in realtà avrebbero potuto salvare
diverse vite.
La spettacolarizzazione
dell’assassino
La critica è rivolta anche al
sistema mediatico americano. Siamo negli anni Novanta, il periodo
in cui esplode la reality tv, la voglia di mostrare tutto sul
piccolo schermo ( il culmine è il 2001 e la diretta live
sull’attacco alle Torri Gemelle). Il caso di Jeffrey
Dahmer, così assurdo e impensabile, diventa il materiale
perfetto per i giornali, per la televisione, per l’intrattenimento.
Se le prime puntate di Dahmer – Mostro: la storia di
Jeffrey mettono luce sulla solitudine e
sull’isolamento del carnefice, le ultime si concentrano sulla
”fama” del serial killer (che addirittura diventa protagonista
di un fumetto, come un supereroe).
Tutti oggi conoscono la storia
di Jeffrey, ne parlano con orrore e disprezzo. Ecco
allora che
il nuovo show Netflix si pone in una
posizione intermedia. Da un lato vuole fare chiarezza su una
vicenda già ampiamente discussa e commentata (dai giornali, ma
anche da film e canzoni celebri), criticando in parte la
spettacolarizzazione estrema creata sulla vicenda. Dall’altro,
Dahmer – Mostro: la storia di
Jeffrey rimane parte di questa spettacolarizzazione,
perché realizza un racconto fittizio, avvincente, fatto di eroi e
antieroi, con un inizio e una fine.
La domanda retorica è sempre la
stessa: ne avevamo bisogno? A quanto pare,
secondo Netflixsì,
c’è ancora spazio per raccontare la vicenda del mostro di
Milwaukee. Non a caso, il 7 ottobre uscirà sulla
piattaforma la docu-serie Conversazioni con un killer: il caso
Dahmer (Joe Berlinger).
Una voce da doppiatore, un sorriso
da caro amico, una professionalità indiscussa, Marco
Onorato, trai direttori della fotografia più capaci e
premiati del nostro cinema è venuto a mancare lo scorso 2 giugno,
lasciando un vuoto non solo professionale, ma anche spirituale e
morale nel mondo del cinema. Tra qualche settimana arriverà in sala
il suo ultimo film, Reality di Matteo
Garrone, e il cinema, la luce e l’ombra che riusciva a
creare è il miglior modo per ricordarlo.
Classe 1953,
Onorato ha esordito al cinema con I ragazzi di
via Panisperna (1989) di Gianni Amelio e a
fianco di Duccio Tessari per il film C’era un
castello con quaranta cani (1990). Il suo lavoro da subito si
caratterizza per la mutevolezza del colore che riesce a conferire
all’immagine, lavorando sia al cinema che in televisione e,
soprattutto nell’ultima parte della sua carriera, collaborando a
cortometraggi autoprodotti anche a servizio di registi alle prime
armi. Il momento migliore della sua carriera arriva dal 1995 quando
comincia la sua bellissima collaborazione con Matteo
Garrone per il quale curerà la fotografia di tutti i suoi
film fino al 2012. Partendo con il cortometraggio Silhouette, la
coppia Matteo-Marco realizza un paio di film
“minori”, Terra di Mezzo (1997) e Ospiti (1998),
fino a L’Imbalsamatore (2002) vero e proprio caposaldo sia
per il lavoro da regista di Garrone che per l’arte
luministica di Onorato che grazie a questo film
conquista le sua prima nomination al David di Donatello come
miglior direttore della fotografia.
Dopo la parentesi dimenticabile di
De Reditu (2004), Marco si dedica a
quello che resta uno dei suoi lavori meglio riusciti: Primo
Amore di Matteo Garrone, del 2004. Nel film
Onorato rappresenta, con estrema delicatezza e
grande sapienza ed equilibrio usando le sfumature di luce più
delicate della sua tavolozza, un amore malato e splendidamente
raccontato dal Garrone regista al suo lavoro
migliore. La luci e le ombre che si disegnano sul corpo
straordinariamente magro di Michela Cescon
ricordano i macabri quadri di Francis Bacon e raccontano meglio di
qualunque parola la malattia e la mania del protagonista. Il film
viene presentato al Festival di Berlino dello stesso anno e riceve
una nomination ai David per la migliore fotografia. Dopo Primo
Amore, Marco si dedica ad una lunga serie di
cortometraggi, con qualche eccezione per la commedia Ma l’amore
… sì del 2006, Chiamami Salomè del 2007 e
Maradona, la mano di Dio del 2008.
Il 2008 è un anno decisivo per la
carriera di Matteo Garrone, che grazie al film
Gomorra raggiunge la fama internazionale e vince al
Festival
di Cannes il Gran Premio della Giuria. Parte di questo successo
è sicuramente merito di Onorato, che realizza una
fotografia ai limiti del documentaristico per raccontare senza
fronzoli e colori artificiosi la difficile realtà che gli abitanti
dell’interland napoletano condividono con la camorra. Per il suo
lavoro in GomorraMarco otterrà la terza
nomination ai David di Donatello senza mai portare a casa una
statuetta, mentre vincerà l’European Film Award, l’Oscar europeo.
Qui notiamo per l’ennesima volta quanto lo stile di
Onorato potesse essere mutevole e al servizio
della storia e della volontà del regista, con un’umiltà
intellettuale che solo i grandi hanno.
Dopo il successo internazionale
Marco conferma ancora una volta la sua voglia di
sperimentare e di lavorare per i giovani collaborando nel 2009
all’opera prima di Valerio Mieli Dieci
Inverni con Isabella Ragonese e
Michele Riondino. Sempre nello stesso anno il
direttore della fotografia lavora, dopo Gomorra, ad un
altro film a sfondo sociale, Fortapàsc di Marco
Risi, che racconta la vita e la tragica morte di Giancarlo
Siani, giornalista di Torre del Greco (NA) ucciso dalla camorra. Il
biennio 2010-11 è caratterizzato da un grande impegno in
televisione: nel 2010 Onorato cura la fotografia
del film Tv C’era una volta la città dei matti … opera
interessante e ben fatta sulla storia personale e professionale del
dottor Franco Basaglia e dei suoi sforzi per ridare ai malati
mentali una dignità che da troppo tempo era loro negata; il lavoro
di Onorato mostra con estrema efficacia l’oscurità
in cui sono immersi i pazienti dei vecchi manicomi e come, grazie
all’intervento lucido e paziente del medico interpretato da
Fabrizio Gifuni, riescono a riemergere alla luce
del sole e dell’umanità. Nel 2011 invece Onorato
lavora alla serie televisiva di RaiUno, “Il Segreto
Dell’Acqua”, che ha visto protagonista la generazione di
giovani attori italiani con cui Onorato amava
lavorare: Riccardo Scamarcio, Valentina
Lodovini e Michele Riondino.
Il 2 giungo scorso
purtroppo un malattia diagnosticatagli solo pochi mesi prima si è
portato via il caro Marco, non prima però di
avergli fatto assaporare l’ultimo trionfo al Festival di Cannes
dove Reality, ultimo film di Matteo
Garrone in uscita il prossimo 28 settembre, ha vinto il
Gran Premio della Giuria. In maniera diametralmente opposta
rispetto a quanto fatto con Gomorra,
Onorato ha realizzato una fotografia brillante ed
accesa, in comunione con i toni della fauna umana che popolano le
viuzze della Napoli di disperati che il regista ha dipinto in
maniera tanto realistica da risultare grottesca, in un microcosmo
dove l’unica speranza di migliorare la propria posizione è la
ricerca della fama effimera che dona il mondo della Tv.
Quello che si ricorda di lui non è
solo la grandissima esperienza e bravura tecnica ma soprattutto
“l’eredità di affetti” che ha lasciato trai suoi cari: attori,
registi, familiari, ma anche amici, fan e persone che lo
conoscevano appena. Il suo lavoro resterà per sempre nel cuore e
negli occhi di chi ama il buon cinema, come il suo sorriso.
Arriva il 2 luglio
su RaiPlayDAFNE, il film di
Federico Bondi – una produzione Vivo
film con Rai Cinema – vincitore del
Premio Fipresci alla Berlinale
2019. Il film rientra nel progetto LA RAI CON
IL CINEMA ITALIANO – Otto film di Rai Cinema in esclusiva su
RaiPlay | #ilCinemaNonSiFerma.
Dafne (interpretatata
dall’esordiente Carolina Raspanti) ha trentacinque
anni, un lavoro che le piace, amici e colleghi che le vogliono
bene. Ha la sindrome di Down e vive insieme ai genitori, Luigi
(Antonio Piovanelli) e Maria (Stefania
Casini). L’improvvisa scomparsa della madre manda in
frantumi gli equilibri familiari: Dafne è costretta ad affrontare
non solo il lutto ma anche a sostenere Luigi, sprofondato nella
depressione. Grazie all’affetto di chi le sta intorno, alla propria
determinazione e consapevolezza, Dafne trova la forza di reagire e
cerca invano di scuotere il padre. Fino a quando un giorno accade
qualcosa di inaspettato: intraprenderanno insieme un cammino in
montagna verso il paese natale di Maria, e, nel tentativo di
guardare avanti, scopriranno molto l’uno dell’altra.
“Qualche anno fa – racconta
il regista Federico Bondi – vidi alla fermata
dell’autobus un padre anziano e una figlia con la sindrome di Down
che si tenevano per mano. Fermi, in piedi, tra il via vai di
macchine e passanti mi apparvero come degli eroi, due
sopravvissuti. DAFNE nasce da questa immagine-emozione, la
scintilla che mi ha spinto ad approfondire. Sono entrato con
curiosità in un mondo che non conoscevo, finché ho avuto la fortuna
di incontrare Carolina Raspanti, con cui è nata un’amicizia
fondamentale non solo per il film ma anche per la mia
vita.
Sul set, la sua presenza si è
rivelata un esempio per tutti: Carolina non subisce la propria
diversità ma la accoglie, ci dialoga, vive la sua condizione con
matura serenità. In un mondo che “obbliga” all’efficienza e
all’illusorio superamento della sofferenza (esiste ormai anche la
pillola per il lutto!), Carolina/Dafne ci ricorda di accettare, nei
suoi limiti, la condizione in cui ci troviamo e di viverla
pienamente.
La scomparsa improvvisa della
madre segna un punto di non ritorno nella vita della ragazza, che
ora deve affrontare non solo i suoi problemi ma anche quelli del
padre. A partire dalla complementarietà dei loro bisogni, in un
momento così drammatico e doloroso, la parabola del loro rapporto
offre un’opportunità per entrambi: DAFNE è la storia di
una “ripresa”, come ottimismo e volontà di superamento.
Un invito, almeno negli intenti,
ad abbandonare l’atteggiamento rigido del pregiudizio e sentimenti
come la paura, a volte persino l’orrore o più spesso la compassione
davanti al “diverso”, grazie all’ironia (la forza più evidente del
carattere di Carolina, dotata di un umorismo spiazzante e
imprevedibile) e, contemporaneamente, all’estrema serietà di cui la
ragazza si fa portavoce: per lei la vita è una lotta da affrontare
a viso aperto!
Con una commistione di generi, e
senza trasformare la disabilità in tema d’intrattenimento,
DAFNE è una commedia drammatica o un dramma in chiave di
commedia: una dramedy dove si può ridere e piangere allo stesso
tempo, mi auguro.
Oggi in Italia sono quasi
quarantamila le persone con la sindrome di Down. Non è una
malattia, è una condizione genetica che accompagna per tutta la
vita le persone nate con un cromosoma in più. Tuttavia, non esiste
una persona Down uguale a un’altra, proprio come non c’è una
persona normodotata uguale a un’altra. Carolina è Dafne. La
“realtà” è stata l’ispirazione e il metodo mentre scrivevo e mentre
giravo. Non è stata Carolina ad entrare nel film (non ha mai letto
una sola pagina della sceneggiatura), è stato il film a piegarsi a
lei. Potevo permettermi di “tradire” il testo originario ma non la
fiducia di Carolina, che esigeva rigore, rispetto,
ascolto.
Tutti stimoli per tentare di
restituire dignità alla sua storia, al suo sguardo e a quella
stretta di mano alla fermata dell’autobus.
Prodotto da Marta
Donzelli e Gregorio Paonessa, DAFNE è una
produzione Vivo film con Rai
Cinema, con il contributo di MiBAC – Direzione
Generale Cinema, realizzato nel Programma Sensi
Contemporanei – Toscana per il Cinema, con il sostegno di
Regione Lazio e Roma Lazio Film
Commission, con il supporto di Unicoop
Firenze e Coop Alleanza 3.0, con il
patrocinio di AIPD – Associazione Italiana Persone
Down e Comitato Siblings Onlus – Fratelli e
sorelle di persone con disabilità.
La giovanissima attrice
Dafne Keen si è fatta notare grazie ad alcuni
ruoli di spicco in film o serie TV, ottenendo le attenzioni di
pubblico e critica, i quali l’hanno indicata come uno dei talenti
su cui puntare per il futuro. L’attrice è infatti pronta ad
affrontare nuovi importanti ruoli, dimostrando di avere davvero
talento da vendere nonostante sia ancora alle prime prove
attoriali.
Ecco 10 cose che non sai di
Dafne Keen.
Dafne Keen: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in un celebre
cinecomic. L’attrice diventa popolare nel momento in cui
interpreta il ruolo di Laura Kinney, alias X-23, nel film Logan – The
Wolverine (2017), recitando al fianco di Hugh
Jackman e PatrickStewart. Il film
segna inoltre il suo esordio cinematografico. Nel 2020 recita
invece nel film Ana, con l’attore Andy Garcia.
2. È nota per alcune serie
TV. L’attrice debutta nel 2014 nella serie The
Refugees, dove ricopre il ruolo di Ana Cruz Oliver. Dal 2019 e
fino torna a recitare in TV con l’attesa serie His Dark Materials – Queste
oscure materie, dove interpreta il ruolo della
protagonista Lyra Belacqua, che vive nella Oxford di un mondo
parallelo e che intraprenderà una serie di avventure che la
porteranno a conoscere nuovi luoghi e personaggi. Nel 2024 è tra i
protagonisti della serie di Star
Wars dal titolo The Acolyte, dove recita
accanto a Carrie-Anne Moss.
Dafne Keen è X-23 in Logan – The Wolverine
3. Ha conquistato tutti
durante il provino. Presentatasi per il ruolo di Laura,
l’attrice ha chiesto al regista, James Mangold, di
poter improvvisare alcune battute del dialogo. Dopo che Hugh
Jackman iniziò a recitare la sua parte, la Keen lo
interruppe urlandogli contro in spagnolo. Il regista e l’attore
furono colpiti dalla grinta della giovane attrice, decidendo di
affidarle il ruolo. Keen ottenne così il ruolo battendo numerose
altre candidate, tra cui Millie Bobby Brown, star della serie NetflixStranger
Things.
5. Non ha potuto girare
alcune scene. Al momento delle riprese l’attrice aveva
soltanto undici anni, e non le fu dunque consentito di entrare nel
casinò in cui si svolgevano alcune scene del film. Si optò così per
alcune riprese con un greenscreen, mentre in altre a comparire
all’interno del suddetto luogo è la controfigura della Keen,
all’epoca maggiorenne.
6. Si è divertita molto
durante le riprese. Sebbene Laura mantenga un
atteggiamento severo e scontroso per tutto il film, l’attrice Dafne
Keen ha dovuto girare le sue scene di combattimento in più riprese,
poiché durante queste si divertiva a tal punto da perdere il
carattere del personaggio.
Dafne Keen è una Padawan in The Acolyte
7. Ha apportato la propria
esperienza al suo personaggio. Nella serie The
Acolyte, Keen interpreta Jackie Lon, una giovane Padawan. Nel
dedicarsi a questo personaggio, l’attrice ha affermato: “Essere
una persona che lavora da più di dieci anni a 19 anni, ti getta
nella mischia e ti costringe a essere un’adulta fin da piccola. E
credo che Jecki abbia questo aspetto, una sorta di adultità che non
è comune in una diciottenne, che è l’età di Jackie“.
8. Il trailer finale del
film lo ha confermato. Nel film Deadpool &
Wolverine ci sono numerosi cameo di supereroi e mutanti
facenti parte dei film Marvel della Fox. Uno dei più
emozionati è proprio quello di Dafne Keen nel
ruolo di X-23, che riprende tale ruolo per condividere più di una
scena con Wolverine.
Dafne Keen è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 718 mila
persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100 post.
Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti
o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità,
momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni
ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le
sue novità.
Dafne Keen Fernández: età e altezza e origini dell’attrice
10 Dafne Keen è nata a
Fuenlabrada, in Spagna, il 4 gennaio 2005. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 155 centimetri. Il nome completo
dell’attrice è Dafne Keen Fernández, figlia
dell’attore britannico Will Keen e dell’attrice,
regista teatrale e scrittrice spagnola María Fernández
Ache.
Dafne Keen (His
Dark Materials) ha precedentemente rivelato di
interpretare un alieno (anche se tecnicamente non tutti i
personaggi di Star
Wars sono alieni) Jedi nella prossima serie
Disney+ di Leslye Headland
(Russian Doll), Star
Wars: The Acolyte, durante Star
Wars Celebration il mese scorso, ma l’attrice di
Logan ha ora condiviso alcuni nuovi
intriganti dettagli.
Nell’ultimo numero di Empire Magazine, Keen ha
confermato che il suo personaggio, Jecki, è un ibrido umano/alieno
“bi-specie” e ha offerto una breve descrizione del suo aspetto.
“David Bowie incontra Star Wars: ho una piccola triglia, ho
le corna, è carino.” Empire ha continuato a suggerire che
Jecki sarà della stessa specie di Rystáll Sant, un membro
umano-Theelin della Max Rebo Band in Il ritorno dello Jedi. I
dettagli specifici della trama sono ancora tenuti nascosti, ma
sappiamo che The Acolyte esplorerà un mondo di
“segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro sullo sfondo
dell’era dell’Alta Repubblica”.
Tutto quello che sappiamo su Star Wars:The Acolyte
Star Wars:The Acolyte è l’annunciata
serie tv parte del franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
Star Wars:The Acolyte è ambientato
alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti
oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
L’attrice di X-23,
Dafne Keen vuole unirsi agli Avengers ed
esplorare avventure soliste più grintose nei futuri progetti del
Marvel Cinematic Universe, come da
lei rivelato in un’intervista esclusiva a The Direct. I suoi commenti
arrivano mentre i Marvel Studios accelerano i loro piani di
integrazione dei mutanti, sulla base del successo da 1,3 miliardi
di dollari di Deadpool &
Wolverine, dove la Keen è tornata a vestire i panni di
Laura Kinney accanto al Wolverine
di Hugh Jackman. Lo studio si è concentrato
sull’espansione del suo roster di mutanti, con la conferma da parte
di Kevin Feige che i personaggi degli X-Men
sarebbero apparsi in più progetti fino ad Avengers:
Secret Wars.
Questo sarà più facile in futuro,
dato che Deadpool &
Wolverine è riuscito a collegare l’universo degli
X-Men della Fox al MCU riportando in scena diversi
personaggi amati dai fan, tra cui la Laura di Dafne Keen, che ha conquistato il pubblico per
la prima volta in Logan
– The Wolverine del 2017 prima di evolversi in una
guerriera più esperta nella sua ultima apparizione. “Mi
piacerebbe vederla in un team-up divertente”, ha spiegato la
Keen prima di descrivere il tipo di progetti che le interessano di
più.
“Mi piacerebbe anche vedere
Laura in storie più piccole. Mi è piaciuto interpretarla in Logan,
che era molto più grintoso. Quindi è divertente… Ma sarei anche
molto, molto aperta a un grande team di combattimento d’azione con
gli Avengers”. L’attrice ha anche sottolineato la sua
dedizione al personaggio, affermando: “Onestamente, qualsiasi
cosa che coinvolga Laura, sarei pronta a farla”. Il suo
entusiasmo arriva in un momento cruciale, mentre i Marvel Studios si preparano a
quella che Feige ha descritto come “una nuova era dei mutanti e
degli X-Men” dopo gli eventi di Secret Wars.
Il successo di Deadpool &
Wolverine, che ha incassato oltre 1,3 miliardi di
dollari in tutto il mondo, ha dimostrato il continuo interesse del
pubblico per i personaggi consolidati degli X-Men. L’arco narrativo
di Laura nel film l’ha vista evolversi da giovane mutante feroce ma
isolata di Logan a combattente per la libertà che guida la
resistenza nel Vuoto insieme ad altri eroi Marvel. Alla fine del film, Laura
ha scelto di unirsi alla variante del Wolverine di Hugh Jackman nella Terra-10005, posizionando
il suo personaggio per potenziali apparizioni nei prossimi progetti
del MCU.
La X-23 di Dafne Keen potrebbe far
parte della rivoluzione mutante del MCU?
I commenti della Keen sul futuro del
suo personaggio sono in linea con gli ambiziosi piani dei Marvel Studios per i mutanti nel
MCU. Recenti voci suggeriscono che
dopo Avengers:
Secret Wars nel 2027, i fratelli Russo potrebbero
supervisionare il reboot degli X-Men dei Marvel Studios, dando
potenzialmente vita a un evento Avengers vs.
X-Men. Quando le sono state presentate le teorie sul fatto
che Secret Wars potrebbe ridisegnare il panorama
mutante del MCU, Keen ha affrontato
scherzosamente la possibilità di diventare il Wolverine principale,
dicendo: “Beh, possiamo esserci entrambi [Laura e Logan]? Sì?
Ok, bene. Se ci fossimo entrambi, sarei davvero felice”.
Con il roster originale dei
Vendicatori in gran parte scomparso e l’emergere di nuovi eroi,
sembra che la Marvel stia strategicamente
posizionando i personaggi mutanti come elementi cruciali della sua
narrazione futura. Il successo di progetti come X-Men
’97 e l’accoglienza positiva riservata al ritorno dei
personaggi dell’universo X-Men della Fox in Deadpool &
Wolverine hanno dimostrato il fascino duraturo di
questi personaggi, se gestiti correttamente. Dato che gli ultimi
anni non sono stati molto clementi con il MCU, ha senso per i Marvel Studios attingere alle sue
proprietà più redditizie.
Sia che Laura appaia nel vociferato
nuovo franchise degli X-Men sotto la supervisione dei fratelli
Russo, sia che si unisca alla più ampia narrazione del MCU attraverso altri progetti, la
passione di Dafne Keen per il ruolo suggerisce che X-23
potrebbe giocare un ruolo significativo nel futuro della Marvel incentrato sui mutanti. Ci
piacerebbe sicuramente vederla come elemento chiave dell’era dei
mutanti del MCU.
L’epopea crossover in due parti che
unirà gli eroi del MCU contro il Dottor Destino di
Robert Downey Jr. è attualmente prevista nelle
sale rispettivamente il 1° maggio 2026 e il 7 maggio 2027. In
precedenza, la Keen aveva espresso il suo interesse a tornare nel
MCU nel ruolo di X-23, dichiarando
all’inizio di questo mese che riteneva che avessero “solo
scalfito la superficie con lei, dato che è un personaggio così
complesso”.
Keen ha interpretato per la prima
volta Laura Kinney/X-23 nel film del 2017 sugli X-Men, Logan
– The Wolverine, ricevendo ampi consensi per la sua
interpretazione della giovane mutante. Prima che la Disney
acquisisse la 20th Century Fox, si pensava che l’attrice sarebbe
tornata a vestire i panni di X-23 per un film da solista, ma i
piani sono stati accantonati quando i Marvel Studios hanno ripreso il
controllo degli X-Men. Se i nuovi rumor si rivelassero veri,
potremmo ora aspettarci di rivederla ancora in tali vesti.
Negli anni trascorsi tra Logan
– The Wolverine e Deadpool & Wolverine, Dafne Keen ha interpretato la protagonista
Lyra Belacqua nell’adattamento a serie di BBC One e HBO di His
Dark Materials di Philip Pullman, il personaggio ricorrente di
Ana “Ani” Cruz Oliver nella serie The Refugees del 2015 e
la protagonista Ana nel film Ana del 2020. Ha anche
interpretato la giovane padawan Jecki Lon nella serie di Star
Wars The Acolyte, cancellata all’inizio di questa
settimana a causa dei bassi ascolti.
Dafne Keen ha di recente fatto scalpore nella
comunità di Star
Wars grazie al suo ruolo dell’amabile padawan Jecki Lon in
Star Wars: The Acolyte,
mentre ora sappiamo che comparirà anche in Deadpool &
Wolverine riprendendo il ruolo di X-23, la mutante
figlia di Logan già vista in Logan
– The Wolverine. Il suo ritorno nelle vesti di tale
personaggio, anche fosse solo per un cameo, ha subito entusiasmato
i fan. Ora, durante una nuova intervista con Entertainment Weekly, Keen ha
rivelato che un film spin-off interamente dedicato a X-23 è stato
quasi realizzato in passato.
“Era una realtà che poi è andata
in fumo”, ha detto Keen. “Si parlava della realizzazione
di una sceneggiatura. Avevo sentito parlare di un film su X-23. Non
so quanto di quello che sto dicendo sia vero, perché avevo 11 anni,
ma questo è quello che ho sentito attraverso la voce di
corridoio”. “Ero piuttosto triste”, ha aggiunto l’attrice,
ricordando l’acquisto della 20th Century Fox da parte della Disney,
che ha posto fine alla serie degli X-Men iniziata nel 2000.
“Pensavo: ‘Oh beh, credo che sia
finita. Questa è la vita, e dovrò andare avanti’ – anche se questo
è uno dei più grandi personaggi che potrò mai interpretare, e
fastidiosamente, l’ho interpretato a 11 anni! Ho raggiunto l’apice
a 11 anni”. Ora, come anticipato, sappiamo che il personaggio
tornerà in Deadpool &
Wolverine, anche se Dafne Keen ha continuamente negato il proprio
coinvolgimento in passato. “Mi sono divertita molto a mantenere
il segreto”, ha detto la Keen a EW.
“Ho dovuto fare un po’ di
attività stampa per un lavoro che ho appena finito”, ha
aggiunto, riferendosi al suo ruolo in The Acolyte. “Mi è stato
chiesto in ogni intervista e ho dovuto mentire, il che è stato
molto divertente”. Nell’indicare chi le abbia insegnato a
mentire in modo così convincente, Keen non ha dubbi nell’indicare
il suo riferimento numero uno: “Tutta l’ispirazione viene da
Andrew Garfield”, ha detto. “È un maestro in
questo”.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free
Guy e
The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Come confermato dall’ultimo trailer,
Dafne Keen comparirà con un cameo nel ruolo di
X-23. Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), nel ruolo di Nova e
Mr. Paradox. Un recente report afferma inoltre che la TVA di
Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 24 luglio
2024.
In occasione dell’uscita in
piattaforma di Deadpool &
Wolverine, Moviefone ha condiviso un’intervista
esclusiva con Dafne Keen, che ha fatto il suo ritorno nei
panni di Laura, alias X-23, nel primo film vietato ai minori dei
Marvel Studios dopo aver debuttato come
personaggio in Logan di James
Mangold.
Keen, che ha già espresso interesse
nel riprendere il suo ruolo per altre avventure nell’MCU, dice che “spera davvero di
ricevere la chiamata… anche solo per un piccolo, sciocco
cameo”.“L’ho detto un trilione di volte, interpreterei
Laura per il resto della mia vita e sarei contenta. È il
personaggio più incredibile da interpretare”.
Il video include anche alcuni
filmati dietro le quinte che non erano presenti nella versione
cinematografica del film, e sembra che la scena del caminetto di
Laura con Logan dovesse originariamente essere più lunga.
Vediamo entrambi i personaggi tirare
fuori gli artigli in reazione a qualcuno che si avvicina
(probabilmente Wade Wilson, a meno che non stessero per interagire
con altri membri della Resistenza nella scena originale), e c’è
anche un nuovo dialogo di Laura, che dice alla variante del
“peggiore Wolverine” che è bello rivederlo.
Dopo le immagini dedicate agli altri
membri della Resistenza di Deadpool & Wolverine, è arrivato anche il
turno di Dafne Keen alla quale Ryan
Reynolds dedica un post sul suo account Instagram con
tanto di foto ufficiali.
Il trailer finale del film aveva già
anticipato la presenza di Keen nel film, ma non ha fatto nulla per
ridurre l’impatto emotivo, poiché Laura riesce a convincere la
variante “peggiore di Wolverine” a farsi avanti e combattere al
fianco della Resistenza.
“Quando Dafne Keen appare in #DeadpoolAndWolverine,
illumina con la sua luce il grande cuore pulsante del film. Dafne e
Hugh in piedi uno accanto all’altro è un momento da farmi credere
che sto sognando. Si erge sulle spalle del film LOGAN che è sia un
capolavoro che un gigante.
@slevydirect e io abbiamo
vissuto con lei ogni giorno nel montaggio e nel mixaggio audio
durante una post-produzione piuttosto implacabile. Anche tre giorni
fa, mentre esaminavamo il gag reel del film. Mi emoziono ancora
vedendola con quegli occhiali da sole. Sono COSÌ felice, che la
gente di tutto il mondo sia stata trasportata in un posto migliore
da Dafne e @RealHughJackman e dalle loro incredibili
performance.”
La risposta di Hugh Jackman sui social è stata
immediata e commovente:
Intanto, Dafne Keen ha confermato che la sua Laura
che vediamo in questo film non è una variante, ma proprio quella
che abbiamo visto in Logan nel 2017: “Shawn e Ryan sono persone
molto intelligenti”, ha detto l’attrice Dafne Keen a ComicBook.com in una recente
intervista. “Ero pronta a essere quell’attore fastidioso che
dice, ‘E di questo che ne pensi?’ Avevano una risposta per tutto.
[Ho detto], “Allora, quanto tempo è passato, sono una Variante,
cosa sta succedendo?”
“Erano tipo, ‘Non una Variante.
Hai seguito i ragazzi per qualche anno e poi sei stata catturata.
Sei nella TVA da qualche anno ormai. Hai perso l’accento perché sei
stata in America per un po’. Sei una bambina molto intelligente,
hai imparato l’inglese quando eri con Logan… per te, sei la Laura
di Logan, quindi rivedere questa persona è, ‘Wow, questo è mio
padre che non vedo da anni.'”
La star di Logan –
The Wolverine,
Dafne Keen, condivide il consiglio che Hugh Jackman le ha dato sul set del film
degli X-Men. Jackman ha fatto il suo debutto come
Wolverine nel film X-Men del 2000 e ha continuato
a riprendere il ruolo nove volte in quasi due decenni, ponendo
effettivamente fine alla corsa del suo personaggio con Logan del
2017 (anche se tornerà e farà il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe in
Deadpool 3).
Logan
rappresenta il punto più alto del franchise, al momento, e si
concentra su una storia più oscura e dai toni cupi in cui un
Wolverine ormai vecchio ha come missione quella di proteggere il
giovane
mutante X-23, nota anche come Laura (Keen) e portarla al
sicuro. Il film ha visto il debutto di Keen come clone/figlia
biologica di Logan e
ha creato un futuro più ampio per il suo personaggio come
successore di Logan dopo
la sua morte.
Dopo aver fatto il suo debutto
cinematografico in Logan –
The Wolverine,Dafne Keen ha continuato a recitare nel
ruolo di Lyra nella serie fantasy acclamata dalla critica di
HBO MaxHis Dark Materials e
apparirà nella prossima serie di Star
Wars
The Acolyte. Durante una conversazione con Marie Claire, Keen ha parlato
della pletora di consigli che ha ricevuto durante le riprese di
Logan, sia da Hugh Jackman che dal regista
James Mangold. Uno dei consigli chiave di Jackman
per Keen è stato quello di trattare la troupe “allo stesso modo”
mentre era sul set.
“Hugh Jackman è stato
fantastico come numero uno sul set nell’insegnarmi come trattare la
troupe. Era la persona più brillante con la troupe, mi ha insegnato
quanto la distanza tra il cast e la troupe sia sbagliata e che
tutti devono essere trattati allo stesso modo. Era vicino a tutti i
membri dell’equipaggio, conosceva i nomi di tutti e comprava i
biglietti della lotteria ogni settimana. Ho imparato le basi da lui
e mi sento molto fortunata per il fatto che me l’abbia insegnato
lui”.
Dafne Keen ha commentato la cancellazione di
The Acolyte, la serie
Lucasfilm ambientata nell’universo di Star
Wars in cui interpretava la padawan Jecki Lon. Lo scorso
agosto, abbiamo saputo che Lucasfilm/Disney aveva deciso di non
proseguire con una seconda stagione di The Acolyte
nonostante diverse trame e archi narrativi dei personaggi fossero
rimasti in sospeso alla fine del finale della prima stagione,
inclusa l’introduzione di Darth Plagueis.
La decisione è stata accolta con un
misto di indifferenza e delusione, ma sembrava molto chiaro che
molti fan di Star Wars, e alcuni degli attori coinvolti nello show,
fossero rimasti sorpresi da questo sviluppo. La showrunner
Leslye Headland sperava di poter continuare la sua
storia ambientata nell’era dell’Alta Repubblica, e si vocifera che
lo studio stesse pianificando una seconda stagione fino a poco
tempo fa.
Nonostante le speculazioni secondo
cui la reazione negativa di molti fan di Star Wars abbia
contribuito alla cancellazione dello show, sono emersi resoconti
secondo cui The Acolyte è stato cancellato perché
non ha avuto abbastanza spettatori.
Tuttavia, un resoconto Nielsen più
recente sembra rivelare che lo show in realtà ha avuto un discreto
successo, il che ha riportato molte persone alla teoria originale
secondo cui la Disney si è rifiutata di rinnovare la serie per
altre stagioni.
A Dafne Keen, che ha interpretato la
Padawan Jecki Lon, è stato chiesto del taglio
dello show da Screen Rant durante
un’intervista durante i recenti Saturn Awards. “È stato
sicuramente, penso, sconvolgente per tutti noi. Penso che fossimo
tutti molto orgogliosi di ciò che abbiamo creato. So di essere
molto orgogliosa [del mio personaggio], ero molto orgogliosa di
come la mia amica Amandla ha gestito la situazione. E onestamente,
sono un grande nerd anch’io, quindi ero davvero felice di
interpretare una Jedi. La mia lista dei desideri è stata
spuntata”.
Dal momento che il suo personaggio è
stato ucciso, Keen probabilmente non sarebbe stata coinvolta in una
seconda stagione in ogni caso. Tuttavia, si prevede che riprenderà
il suo ruolo di Laura/X-23 nell’MCU dopo la sua recente apparizione
in Deadpool e Wolverine.
L’attrice Dafne Keen partecipa all’evento per i fan di “The
Acolyte”. Foto di [email protected] via
Depositphotos.com
Attenzione SPOILER
sull’episodio 5 di House of the Dragon 2
Daemon Targaryen ha
una visione scioccante di sua madre, Alyssa Targaryen,
nell’episodio 5 di House of
the Dragon 2, una visione che persino per l’elastica
mentalità Targaryen è “troppo”. Da quando è arrivato al
castello maledetto, Daemon ha avuto
diverse visioni ad Harrenal che sembrano essere influenzate dai
poteri di
Alys Rivers, dal passato maledetto di Harrenhal e dal letto di
legno-diga su cui il principe dorme. Ciascuna visione finora ha
affrontato brutalmente il senso di colpa, le paure, le insicurezze,
i desideri e i risentimenti subconsci di Daemon, con le figure che
vede in tali sogni, tra cui la giovane Rhaenyra (Milly
Alcock), Laena Velaryon (Nanna
Blondell) e ora Alyssa Targaryen.
Sebbene inizialmente sia stato
teorizzato che la donna dai capelli argentati con cui Daemon fa
sesso nelle sue visioni ad Harrenhal fosse Aemma Targaryen, moglie
di suo fratello Viserys e conosciuta nella prima stagione di
House of
the Dragon, in realtà si è scoperto che la donna era
Alyssa Targaryen, madre di Deamon e Viserys. Il suo sogno mostra il
principe coinvolto in un rapporto sessuale intimo con una donna
Targaryen, che continua a lodarlo a scapito di Viserys e a
rassicurarlo sulal sua forza e dignità per il Trono di
Spade. In una svolta inquietante, la visione termina quando la
donna sussurra a Daemon che è il suo “figlio prediletto”, rivelando
che Daemon immaginava di fare sesso con sua madre, Alyssa, morta di
parto quando era bambino.
Chi era la madre di Alyssa
Targaryen, madre di Deamon e Viserys?
Alyssa Targaryen era la feroce
figlia del re Jaehaerys e della regina Alysanne
Sebbene sia stata
soltanto menzionata nella serie, Alyssa Targaryen è una figura
importante nell’albero genealogico di Casa Targaryen. Non solo era
la madre di re Viserys I Targaryen e del principe Daemon Targaryen,
ma era anche la figlia cavalcatrice di draghi del re Jaehaerys I e
della regina Alysanne Targaryen. Alyssa è stata uno dei pochi figli
di Jaehaerys e Alysanne a sopravvivere fino all’età adulta, anche
se è morta per complicazioni dopo aver dato alla luce il suo terzo
figlio, Aegon, anch’egli morto solo sei mesi dopo la sua
nascita.
La madre di Daemon era sposata con
suo fratello maggiore Baelon il Coraggioso, fu la prima a cavalcare
il drago Meleys (poi reclamato da Rhaenys) mentre Baelon cavalcava
Balerion il Terrore Nero. Secondo il libro Fuoco &
Sangue di George R.R. Martin, Alyssa era
nota per la sua ferocia, rudezza, arguzia e natura testarda. Alyssa
è morta quando Viserys e Daemon erano bambini piccoli, per
questo Alys
Rivers fa notare a Daemon che è un peccato che non l’abbia mai
conosciuta veramente.
Nel quarto episodio della prima
stagione, Viserys notava che Daemon è sempre stato il preferito
della madre, affermando: “No, non è un grande mistero. Tu
[Daemon] lo eri. Nostra madre non aveva alcun rispetto per le
usanze, la tradizione e le regole. E io, purtroppo, non ero un
grande guerriero.”
Perché Daemon fa sesso con sua
madre nel suo sogno
Il senso contorto di intimità e
potere di Daemon è evidenziato nella sua visione
La visione di Daemon in
cui va a letto con sua madre è certamente la misura più inquietante
con cui House of
the Dragon ha messo in scena l’incesto di Casa
Targaryen. Se pure l’antica famiglia Valyriana è avvezza ai
matrimoni tra consanguinei (Deamon è figlio di fratello e
sorella, Baelon e Alyssa, ha sposato sua nipote Rhaenyra, e suo
fratello, re Viserys, ha spostato sua cugina, Aemma, per non
parlare di Aegon e Haelena che sono fratello e sorella!).
Freud si sarebbe divertito moltissimo ad analizzare la psicologia
di Daemon. In un’interpretazione, il suo sogno con Alyssa si adatta
alla teoria divisiva del complesso di Edipo del neurologo, che
suggerisce che i maschi sviluppano inconsciamente un’infatuazione
sessuale per la madre e un’ostilità reattiva verso il padre.
In passato, Daemon ha anche confuso
il sesso con il potere. Sedurre la giovane Rhaenyra era un modo per
cercare di avvicinarsi al Trono di Spade e alla sua percepita
eredità, e dormire con Mysaria gli ha dato potere e influenza come
“Principe di Fondo delle Pulci”. Il complesso di
superiorità di Daemon e il senso di potere e grandezza sugli altri
sembrano essere radicati nell’idea che fosse il figlio preferito di
sua madre, quindi la sua visione di fare sesso con lei lo avvicina
in modo contorto alla fonte originale di questa fiducia e autorità.
Daemon trova eccitante soprattutto per il dominio sugli altri, e
nessuno ha instillato in lui questo sentimento più di Alyssa.
Daemon è diventato più insicuro in
House of
the Dragon poiché Rhaenyra non si fida più di lui né
lo rispetta, non riesce a ottenere rispetto o lealtà dal resto del
regno e avverte un’enorme perdita di potere. Mentre Daemon cerca di
riconquistare il suo senso di potere, inconsciamente si ritrova
intimamente attratto dalla donna che glielo ha sempre dato e non lo
ha mai disprezzato. Alyssa è morta quando Daemon era ancora un
bambino e, che lo voglia ammettere o meno, ha sempre cercato
l’intimità con donne che gli ricordassero sua madre, inclusa
Rhaenyra.
Cosa significa realmente la visione
di sua madre da parte di Daemon
Daemon sta perdendo il controllo
sul complesso di potere iniziato con sua madre
Quando Daemon si sveglia
dalla sua visione nell’episodio 5, si vergogna di quello che ha
immaginato, ma il sogno lo ispira anche ad agire. Dopo questa
visione, Daemon si rende conto che ha bisogno di sfuggire alle
insicurezze che questi sogni riversano sul suo subconscio e
riprendere il potere nella realtà, motivo per cui decide di
avanzare rivendicazioni sia contro Rhaenyra che contro Aegon. La
sua visione di Alyssa gli dice che è più forte di Viserys,
Rhaenyra, Aegon e qualsiasi altro pretendente, e la sua risposta è
violenza e tradimento. Naturalmente, la storia di Daemon ad
Harrenhal culminerà solo in ulteriori orrori.
La visione che Daemon ha di sua
madre significa anche che la sua intera concezione di se stesso sta
mutando, durante la sua permanenza a Harrenhal. Tra le mura del
castello, la solitudine e gli incubi sotto l’influenza dei poteri
di
Alys Rivers lo riportano a uno stato di impotenza in cui cerca
il conforto di sua madre mentre la sua ambizione gli sfugge,
dovendo anche fare i conti con ciò che lui è diventato da quando
era un bimbo piccolo amato dalla madre a oggi. Daemon è stato
rifiutato da tutti coloro su cui cercava disperatamente di
esercitare il suo potere – Rhaenyra, Viserys, il Consiglio Nero, le
sue stesse figle – e ora si rifiuta di lavare via il sangue dalle
sue mani mentre persegue la sua ambizione secondo un diritto che
non avrebbe mai potuto rivendicare.
House of the Dragon stagione 2 è
disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti),
con un nuovo episodio a settimana.
Attenzione SPOILER su House of
the Dragon 2 UPDATE
Sono ormai molti episodi di
House of
the Dragon 2 che Daemon
Targaryen è bloccato a Harrenhal, l’immenso castello in
rovina chiave per le Terre dei Fiumi nella guerra fratricida tra
Verdi e Neri. Arrivato al castello per prenderlo in nome della
moglie, la regina Rhaenyra, Daemon rimane imprigionato lì, corroso
dal rimorso e inseguito da visioni che non gli danno tregua.
Le visioni di Daemon ad Harrenhal
offrono uno sguardo più attento nella mente del personaggio e
prefigurano i principali eventi del libro che devono ancora
avvenire. In quanto fratello minore di Re Viserys, Daemon
Targaryen ritiene che sarebbe dovuto essere il primo in
linea di successione nel caso in cui il re non avesse mai avuto un
figlio maschio. Nonostante il suo risentimento verso la decisione
di Viserys di nominare Rhaenyra come sua erede, Daemon sposa sua
nipote e sostiene la sua pretesa al Trono di Spade. Tuttavia, c’è
tensione tra Daemon e Rhaenyra, come esplorato nell’episodio 3.
Daemon Targaryen è forse il più grande jolly tra i personaggi di
House of
the Dragon. Dopo un’accesa discussione con Rhaenyra
sull’incidente di Blood & Cheese durante la quale è stata messa in
dubbio la sua lealtà, Daemon vola a Harrenhal per garantire
l’influenza dei Neri sulle Terre dei Fiumi e portare più spade alla
loro causa ma proverà a farsi re e a raccogliere un esercito tutto
per sé. Mentre è lì, come dicevamo, è vittima di alcune
visioni.
Quali sono le cause delle visioni
di Daemon Targaryen a Harrenhal
Daemon è stato vicino a Alys River
e a un albero-diga
Daemon Targaryen era fuori
per una passeggiata notturna ad Harrenhal quando ha avuto una
visione di una
giovane Rhaenyra, interpretata dall’attrice della prima
stagione
di House of
the Dragon, Milly Alcock. Durante la visione, piuttosto
inquietante, Rhaenyra si sta prendendo cura del corpo di Jaehaerys
Targaryen, l’erede di re Aegon II ucciso da Blood & Cheese
all’inizio della stagione. Rhaenyra interroga Daemon sul fatto che
va e viene sempre, dopodiché il principe Targaryen si sveglia dalla
sua visione e si ritrova nel Parco degli Dei di Harrenhal.
Le visioni di Daemon continuano
nell’episodio 4: vede di nuovo la Rhaenyra giovane; la sua moglie
morta, Laena; e quello che inizialmente sembra
Aemond, ma in realtà è Daemon stesso. Alcune cose possono
spiegare le visioni di Daemon Targaryen a
Harrenhal. In primo luogo, si dice che Harrenhal sia
maledetto e, indipendentemente dal fatto che esista una vera
maledizione che colpisce coloro che lo abitano, il castello è
sinistro e sicuramente invita a incubi e visioni.
In secondo luogo, Daemon era vicino
ad Alys Rivers che, secondo Fuoco & Sangue, molti
credevano fosse una strega. L’influenza di Alys sulle visioni di
Daemon è confermata direttamente nell’episodio 4, quando lei gli dà
una sorta di pozione che influenza chiaramente la sua mente, ed è
dopo aver bevuto che vede Laena. Tuttavia, la reale portata del suo
controllo rimane sconosciuta.
Vale anche la pena notare che Daemon
era vicino a un albero diga, un simbolo degli Dei Antichi di
Westeros, durante la sua prima visione, e il suo letto è fatto di
legno proveniente da tali alberi che sono stati abbattuti. Gli
alberi diga sono associati alle visioni nell’universo de
Il Trono di
Spade, come si vede con i poteri di Bran nella serie
originale.
Cosa significa la prima visione di
Daemon di Rhaenyra di Milly Alcock
L’influenza di Daemon su Rhaenyra è
cambiata nel corso degli anni.
La relazione tra Daemon e
Rhaenyra non è in salute all’inizio di House of
the Dragon 2,
in particolare dopo che la regina Targaryen scopre che suo marito è
responsabile della morte del figlio di Aegon. Sebbene Rhaenyra
volesse vendicarsi per quello che era successo a Luke, non avrebbe
mai approvato ciò che è invece stato fatto a Jaehaerys. Anche se
Daemon apparentemente non ha ordinato di uccidere il bambino, ha
agito senza consultare la sua regina. Ciò fa sì che Rhaenyra metta
in dubbio la sua lealtà e il suo considerarla davvero la sua
regina.
Daemon è tormentato e, invece di
pensare a Rhaenyra come a una regina, preferisce
ricordarla come la bambina ribelle che lo ammirava tanti anni
fa. In un certo senso, Daemon vedendo la giovane Rhaenyra ricorda
quando poteva controllarla – una versione più idealizzata della
donna che ora è sua moglie e regina. Nel terzo episodio si
riaccende un vecchio dibattito sulla questione se Daemon abbia mai
veramente accettato Rhaenyra come erede di suo fratello, una
decisione che inizialmente aveva preso come un insulto considerando
che Viserys non aveva eredi maschi.
Perché
Alys Rivers dice a Daemon che morirà ad Harrenhal
Daemon Targaryen
muore ad Harrenhal come previsto da
Alys Rivers, più o meno. Il marito di Rhaenyra muore
tecnicamente nel cielo sopra il castello durante la battaglia a
L’Occhio degli Dei contro
Aemond Targaryen. Aemond e Ser Criston Cole marciano per la
prima volta verso Harrenhal sperando di sconfiggere Daemon, che
credono sia il simbolo della forza di Rhaenyra e che dovrebbe
essere affrontato per primo. Anche se Daemon non è più lì quando
Aemond arriva al castello, i Verdi lo occupano. Nei libri, Aemond
miete molte vittime a Harrenhal, ma risparmia la vita di
Alys, la quale dirà in seguito di essere incinta del
principe.
Alla fine della Danza dei Draghi,
Daemon torna ad Harrenhal su Caraxes e sfida Aemond in una
battaglia che sarebbe diventata nota come La battaglia sopra
l’Occhio degli dei. Una vera “danza dei draghi”, fu di
proporzioni epiche. Si concluse con la morte di tutti i soggetti
coinvolti, inclusi Caraxes, Vhagar, Aemond e Daemon (il cui corpo
non fu mai ritrovato). La battaglia tra Daemon e Aemond è senza
dubbio il culmine della guerra civile dei Targaryen e dovrebbe
costituire un episodio fantastico, forse nella stagione 3 di
House of
the Dragon.
Perché Daemon
Targaryen decapita la giovane Rhaenyra nella sua
visione
Daemon vuole Rhaenyra morta?
Rhaenyra di Milly Alcock ritorna di nuovo nella serie
in forma di
visione ambientata nella sala del trono della Fortezza Rossa.
Parla in Alto Valyriano a Daemon e mette a nudo il vero significato
non solo della sua visione, ma di ciò che realmente lo tormenta e
guida il suo intero arco narrativo: “Sei stato tu a crearmi,
Daemon. Eppure ora sei deciso a distruggermi, tutto perché tuo
fratello mi amava più di te.”
La storia di Daemon è tutta
incentrata su Viserys, in un certo senso, e ora più che mai
influenza la sua relazione con Rhaenyra, dal momento che lei è la
sua regina. Ha agito in modo egoistico e impulsivo, e gran parte di
ciò deriva dalla sua gelosia e insicurezza viene dal rapporto che
aveva con suo fratello e dal non essere mai stato nominato suo
erede.
Daemon decapita Rhaenyra alla fine
della sua visione, un’immagine particolarmente inquietante che
rivela quanto sia tormentato. Questo gesto si traduce
nell’impossibilità di Deamon di risolvere i problemi se non con
l’uso della spada. Daemon non parla dei suoi problemi, li uccide,
anche quando si tratta di un problema matrimoniale, come visto
quando uccide la sua prima moglie. Non ha la minima idea di come
rispondere a parole a Rhaenyra.
Decapitare Rhaenyra è anche, forse,
un ulteriore segno di come la distruggerà – o meglio, di come teme
di distruggerla. È chiaro che Blood and Cheese hanno avuto un
impatto negativo su Rhaenyra e sui Neri, non solo a causa del
litigio tra loro, ma anche per il modo in cui il regno percepisce
ciò che accade. Daemon ha attivamente danneggiato il tentativo di
Rhaenyra di conquistare il Trono di Spade. Dice “questo è quello
che hai sempre desiderato” dopo che lui le ha tagliato la testa,
segno di quanto desiderasse il potere e di come mettesse i propri
bisogni al primo posto.
Perché Deamon ha del sangue sulla
mano una volta destato dalla visione?
Il breve momento è una delle sue
visioni più strane
Dopo che Daemon “uccide”
Rhaenyra, e la sua testa è immersa in una pozza di sangue, Daemon
si sveglia nel letto e ha la mano sporca di sangue. Un attimo dopo
il sangue scompare. Non è del tutto chiaro cosa sia successo, ma
suggerisce una sfocatura dei confini, dimostrando che questi sono
più di semplici sogni, ma visioni o allucinazioni molto più vivide
che stanno avendo un impatto tangibile sul suo stato d’animo e
sulle sue capacità.
In uno degli elementi più
evidenti delle visioni di Harrenhal, Daemon segue quello che sembra
essere
Aemond Targaryen attraverso una serie di corridoi, finché non
vede la sua faccia e si rende conto che non è Aemond, ma se stesso,
che indossa anche la benda sull’occhio. Daemon e Aemond sono
immagini speculari: secondogeniti che credono che avrebbero dovuto
diventare re, grandi guerrieri che comandano feroci draghi e uomini
pronti a fare qualsiasi cosa per ottenere ciò che vogliono.
La prefigurazione più grande,
tuttavia, riguarda quello che potrebbe essere il momento più
importante della stagione 3 di House of
the Dragon: Daemon vs. Aemond. I due si affronteranno
nel cielo sopra Harrenhal ed entrambi gli moriranno. Daemon che
vede se stesso come Aemond è essenzialmente lui che vede il suo
destino.
Qual è la bevanda o la pozione che
Alys Rivers dà a Daemon Targaryen?
È simile a un paio di cose tratte
dai libri di George R.R. Martin
Quando
Alys gli prepara una pozione, le sue mani dopo aver usato uno
degli ingredienti sembrano simili alla mano insanguinata di Daemon
all’inizio dell’episodio, il che potrebbe essere un collegamento, o
almeno un suggerimento su cosa sta succedendo con Daemon,
tracciando un’altra linea sulle sue visioni e sulla strega. Quando
beve ciò che lei gli dà, presumibilmente per aiutarlo a dormire,
sembra perdere i sensi e avere un momento di down, quindi ha una
visione della moglie morta, Laena.
In Fuoco & Sangue,
anche se non viene detto quasi nulla sul tempo trascorso da
Alys con Daemon ad Harrenhal, ci si chiede se sia qualcuno che
usa veleni e pozioni per “legare gli uomini a lei, corpo e anima”.
Si avvicina a Daemon nella scena, ma se stia davvero cercando di
sedurlo a questo punto è un’altra questione. Ciò che sembra più
certo è che lei stia intenzionalmente cercando di creare queste
visioni.
Considerando la menzione degli
alberi-diga, è possibile che quello che lei gli sta dando sia
qualcosa di simile alla pasta di legno-diga dei libri. Questo viene
donato dai figli della foresta per aiutare Bran con la sua vista ed
è realizzato con semi e linfa di legno-diga. La pozione di
Alys è più una bevanda, ma potrebbe essere una cosa simile.
Potrebbe anche essere simile all’ombra della sera, la pozione
consumata dagli stregoni di Qarth che ha un effetto allucinatorio,
presa da Daenerys Targaryen prima delle sue visioni della Casa
degli Eterni.
Daemon vede la sua ex moglie, Laena
Velaryon
Nanna Blondell ritorna come una
cameriera ad Harrenhal
Dopo aver ricevuto la
pozione da
Alys, Daemon vede brevemente la sua seconda moglie, Laena
(Nanna Blondell). Ciò mostra ulteriormente come
Daemon sia perseguitato dal suo passato e come ci siano così tante
cose che non ha risolto. Daemon volta rapidamente pagina dopo che
Laena si toglie la vita usando Vhagar, sposando Rhaenyra nello
stesso episodio in cui ha avuto luogo il suo funerale. Potrebbe
esserci un senso di colpa persistente per quello che è successo e
per come è andato avanti, e un dolore che non ha elaborato.
Ciò si adatta anche alle sue attuali
lotte con Rhaenyra. Daemon che vede Laena è solo un altro ricordo
dei suoi fallimenti come marito, e tutto ciò potrebbe costringerlo
non solo a provare rimorso per la prima volta nella sua vita, ma ad
affrontarlo. Tutte queste visioni potrebbero spingere Daemon verso
una riconciliazione con Rhaenyra e supportarla veramente nel modo
di cui ha bisogno.
Perché Daemon sogna di fare sesso con sua madre
Alyssa Targaryen viene presentata nell’episodio 5 della seconda
stagione di House Of The Dragon
Una delle visioni e dei sogni più
strani di Daemon ad Harrenhal riguarda sua madre, Alyssa
Targaryen. Figlia del re Jaehaerys I Targaryen e della
regina Alysanne Targaryen, Alyssa morì nell’84 CA, circa tre anni
dopo la nascita di Daemon. Ciò significa che non ha mai veramente
conosciuto l’amore di una madre, cosa che lo ha chiaramente
influenzato nei rapporti con suo fratello e anche con le sue mogli,
e qui emerge in modo sorprendente.
La visione di Daemon prevede che lui
faccia sesso con sua madre, il che anche per i Targaryen è qualcosa
di estremo, abituati a accoppiarsi tra fratelli/consanguinei ma non
tra genitori e figli. Ma è significativo che lei gli dica che era
il suo figlio prediletto e che lui, non Viserys, sarebbe dovuto
essere re. Daemon si è sempre sentito inferiore a suo fratello e ha
lottato nella sua posizione di secondogenito, e quindi questa
visione serve come senso di realizzazione del desiderio: può essere
il figlio che ha ottenuto l’amore di sua madre, che è diventato
re.
Ciò influisce sulla sua grande
decisione nell’episodio, che è quella di fare un’offerta per
diventare re, piuttosto che limitarsi a sostenere la pretesa di
Rhaenyra di essere regina. Vedere sua madre lo incoraggia in
questo. È quello che vuole veramente: una donna che lo sostenga
come re, piuttosto che passare di nuovo in secondo piano. La
visione che Daemon ha di sua madre è distorta e porta avanti il
suo arco narrativo in modi inaspettati in House of
the Dragon.
La spiegazione delle visioni di Viserys di Daemon in House Of
The Dragon Stagione 2×06
Paddy Considine ritorna, e giustamente
Dopo Rhaenyra di Milly Alcock, sembrava inevitabile (o almeno
speravamo che lo fosse) che Paddy Considine
tornasse nei panni di Re Viserys I Targaryen in una delle visioni
di Daemon. Per fortuna, l’episodio 6 offre proprio
lui, Viserys, in ben due visioni. La prima ripropone Considine e
riutilizza il dialogo dell’episodio pilota, in cui un Viserys
arrabbiato rimprovera Daemon perché chiama suo figlio morto
“erede per un giorno” e “ride con i suoi
leccapiedi“. È una scena fantastica con Viserys e un momento
decisivo nella relazione tra i fratelli e nell’intero arco
narrativo di Daemon. Il “problema” della successione era già
nell’aria, ma questo momento spinge sicuramente Viserys a nominare
Rhaenyra come sua erede di Daemon.
La visione non è quella di Daemon
che guarda indietro con rabbia, ma con rammarico. Sembra che Daemon
stia riconoscendo il suo errore, e sa quanto si sbagliava e quanto
gli è costato: non solo la corona, ma anche l’amore di suo
fratello. È qualcosa che non può riavere indietro, ma questa
consapevolezza potrebbe bastargli per fare ammenda con
Rhaenyra?
La seconda visione di Viserys
aggiunge ulteriore sostanza all’idea che Daemon possa tornare sui
suoi passi e sostenere di nuovo la moglie. Il re sta piangendo sul
corpo della moglie morta, la regina Aemma (Siân
Brooke), e ha bisogno dell’aiuto di Daemon. Daemon, a sua
volta, dice a suo fratello che è qui e lo stringe in un abbraccio
mentre piange. È un momento che riflette la scena dell’episodio
1×08 in cui Daemon aiuta Viserys a salire al trono e raccoglie la
sua corona. Si tratta di lui che è presente in un momento difficile
per il fratello re e che lo sostiene, al di là delle pretese
personali.
Le visioni dovrebbero dare a Daemon
una parvenza di chiusura riguardo alla sua relazione con Viserys.
Sfortunatamente per lui, sono solo sogni e non può correggere del
tutto questi errori. Ma c’è ancora la possibilità di rispettare i
desideri di Viserys e di onorare suo fratello. E non sarà cercando
di prendere per sé Approdo del Re, ma stando al fianco di Rhaenyra
e riconoscendola come Regina. Che poi lo faccia davvero oppure no è
un altro discorso.
Il peso della corona
Viserys chiede a Daemon se è disposto a portarlo
La Semina Rossa
Quella che potrebbe essere a buon
diritto l’ultima visione di Daemon vede il re Viserys, affaticato e
malato, rivolgersi al fratello, chiedendogli se davvero vuole non
la corona ma il suo peso, la responsabilità che arriva con esso. La
visione si colloca nell’episodio 7 della seconda stagione di
House of the Dragon e ci mostra ancora
una volta il dubbio di Daemon. L’uomo è passato dal senso di colpa
verso quello che ha fatto al piccolo erede di Aegon II, al tormento
per il rapporto con Rhaenyra, passando per la sua ambizione al
trono fino, adesso, alla resa del suo status di principe consorte.
E quello che gli succede poi dopo, da sveglio, sembra confermare
che, a malincuore, Daemon in fondo non vuole quel peso, ma solo
essere visto e riconosciuto.
Nel confronto con il giovanissimo
nuovo lord delle Terre dei Fiumi, il re consorte deve sottostare
malvolentieri al fatto che riuscirà a unire i vessilli dei lord
soltanto in nome di Rhaemyra e mai per se stesso. Questo percorso
sembra concludere l’arco narrativo del personaggio che potrebbe
riservare ben poche sorprese nel finale di stagione.
Visioni di Daemon Targaryen e
perché alla fine si inginocchia davanti a Rhaenyra
Le visioni di Daemon includono
Sangue di Corvo, il Re della Notte e Daenerys
Daemon Targaryen ha avuto
diverse visioni ad Harrenhal durante la seconda stagione di
House of the Dragon, ma la più importante di tutte
è stata tenuta per ultima. Sollecitato a toccare l’albero diga, che
ha nientemeno che il volto di George R.R. Martin,
da Alys Rivers, Daemon riceve una visione che mostra il futuro
della Casa Targaryen in Game of Thrones. Include diversi personaggi
principali e sorprese e porta Daemon a inginocchiarsi davanti a
Rhaenyra.
Brynden Rivers, alias Sangue
di Corvo, è il corvo a tre occhi
Il primo personaggio
nella visione di Daemon è un uomo dall’aspetto Targaryen con una
voglia sulla guancia, in cui appare anche un corvo. Ciò conferma
essenzialmente l’identità del Corvo a tre occhi in Game of
Thrones: è Brynden Rivers, alias Sangue di
Corvo. Brynden è un figlio bastardo di re Aegon IV
Targaryen, ed è nato circa 45 anni dopo la seconda stagione di
House of the Dragon. Il soprannome deriva da una
voglia color vino rosso sulla guancia, che si dice assomigli quasi
a un corvo, elemento che rivela la sua identità nella visione.
Brynden è una parte importante della
storia dei Targaryen. Un bastardo legittimato, combatte in
molteplici ribellioni, serve come Primo Cavaliere di due Targaryen
(Aerys I e Maekar I), e poi alla fine viene mandato alla Barriera,
dove diventa Lord Comandante dei Guardiani della Notte. Scompare
quando si aggira oltre la Barriera, ma quando Bran Stark incontra
il Corvo a tre occhi, ci sono diversi indizi che rivelano chi è
veramente, incluso il fatto che dice direttamente a Meera Reed che
il suo nome è (o era) Brynden.
Game of Thrones non è mai stato
davvero specifico riguardo all’identità del Corvo a tre occhi nello
stesso modo, quindi non è mai stato chiaro se la versione che
abbiamo visto nella serie madre dovesse essere Sangue di
Corvo o meno. Tuttavia, la visione di Daemon non lascia
dubbi sul fatto che sia così, con il corvo stesso che
sostanzialmente lo conferma. Come Brynden diventi il Corvo a tre
occhi è un’altra questione, ovviamente. Il personaggio fa parte
delle storie di Dunk & Egg, prossimo spin-off di
Game of Thrones,
A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge
Knight.
L’Estraneo e la connessione con il
sogno di Aegon
La visione di Daemon si
sposta poi sull’esercito dei morti, guidato da un Estraneo che,
bisogna ammetterlo, assomiglia un po’ al Re della Notte. Non è
chiaro se questo sia effettivamente il Re della Notte: di certo non
gli somiglia, ma la presentazione della scena, con lui che guida
l’esercito, lo suggerirebbe. In ogni caso, è un chiaro presagio di
ciò che sta arrivando a Westeros e un promemoria della profezia di
Aegon il Conquistatore, La canzone del ghiaccio e del fuoco.
È sufficiente per convincere Daemon
che la profezia era giusta e che la minaccia dal Nord è davvero
reale, e per gli spettatori è un promemoria di ciò che verrà dopo
House of the Dragon in Game of Thrones, ovvero che nonostante tutti
i litigi per il Trono di Spade, Westeros alla fine dovrà essere
unita. Ciò che è interessante è che l’Estraneo ha dei capelli che
sembrano quelli dei Targaryen. Il Re della Notte non era un
Targaryen ma, mentre i Walker sono stati mostrati con i capelli in
precedenza, questa sembra una decisione intenzionale per collegarsi
alla Casa del drago.
Qual è il motivo? Poiché questa è la
visione di Daemon, potrebbe mostrargli che, se non supporta
Rhaenyra, causerà questa rovina. In alternativa, potrebbe
riflettere più ampiamente gli errori di Casa Targaryen e come le
loro azioni e lotte intestine portino alla loro stessa caduta. Che,
spinti da una profezia che richiede un regno unito, lo hanno
effettivamente indebolito; che la dinastia Targaryen crollerà e il
sogno di Aegon andrà perduto a causa dei Targaryen stessi.
Il significato di Daenerys
Targaryen nella visione di Daemon
Nella più grande sorpresa
del finale, la visione di Daemon rivela Daenerys Targaryen. Si
tratta della scena in cui Daenerys sorge viva e incolume dalla pira
funeraria di Khal Drogo con tre draghi appena nati. Ovviamente, il
personaggio è di spalle e non vediamo il volto di Emilia Clarke,
forse proprio per evitare di coinvolgerla nelle riprese, ma non c’è
dubbio: quel momento è così iconico che non potrebbe trattarsi di
nessuno altro!
House fo the Dragon
ha precedentemente rivelato la (possibile)
origine delle uova di drago di Daenerys: Rhaenyra che le ha inviate
alla Valle con Rhaena. Quelle uova di drago appaiono nella
visione di Daemon; Rhaenyra aveva detto che erano il futuro della
Casa Targaryen, e ora Daemon sta letteralmente vedendo quel futuro.
Dato che questo avviene dopo la visione dell’Estraneo, ed è
preceduto da una cometa rossa (che, nel libro, è un segno del
Principe Che Fu Promesso), allora questo sembra confermare che
Daenerys è il Principe Che Fu Promesso.
L’implicazione è che Dany sarà la
salvatrice definitiva dei Sette Regni di Westeros. Questo può
essere dibattuto: è Arya che ha ucciso il Re della Notte, e Dany
non aveva ancora reclamato il Trono di Spade a quel punto.
Tuttavia, senza dubbio lei fa la sua parte nell’unire il regno per
sconfiggere l’esercito dei morti, e non sarebbe potuto accadere
senza di lei.
La morte di Daemon e Rhaenyra sul
Trono di Spade
Le visioni di Daemon
tornano quindi a House of the Dragon, mostrando il
corpo del suo drago, Caraxes, e poi lui stesso che giace morto in
uno specchio d’acqua. Questo mostra a Daemon il suo futuro, poiché
sia lui che il suo drago moriranno in una battaglia sul lago di
Harrenhal.
La visione di Rhaenyra di Daemon,
tuttavia, è più importante per il suo futuro immediato e la sua
storia. È ciò che unisce tutto: per sconfiggere gli Estranei, per
arrivare al futuro in cui Daenerys riporta i draghi nel mondo,
Rhaenyra deve reclamare il Trono di Spade, e lui deve sostenerla.
Questo, in un certo senso, è vero: è grazie a Rhaenyra e Daemon – e
dal loro secondo figlio insieme, Viserys – che Casa Targaryen
continua fino a Daenerys. Ecco perché si inginocchia, dicendo
persino “L’inverno sta arrivando” in Alto Valyriano.
Come è entrata Helaena nella
visione di Daemon e cosa significava il suo commento?
Helaena appare quindi a
Daemon, nella sua visione, per dirgli che è “tutta una storia” e
che lui conosce la sua parte in essa. Questo di per sé è intrigante
e si adatta ai suoi commenti successivi sul fatto che il futuro non
può essere cambiato. Suggerisce che sa che questi eventi sono
accaduti, che l’inchiostro è asciutto e che Daemon e Aemond sono
entrambi destinati a morire.
Ciò che è più interessante,
tuttavia, è come Helaena sia nella visione di Daemon. Non è una
persona con cui ha un forte legame, quindi non ha senso che appaia
come abbiamo visto per Rhaenyra o Re Viserys, ad esempio. I suoi
vestiti, nel frattempo, sono esattamente gli stessi che indossa
quando la si vede fissare il vuoto, come se avesse una visione,
prima di dire ad Aemond che morirà all’Occhio di Dio (ne parleremo
più avanti).
Questo sembra significare che o
Helaena era consapevolmente in grado di entrare nella visione di
Daemon o, forse più probabilmente, stava avendo una visione simile
esattamente nello stesso momento. Che mentre Alys stava mostrando a
Daemon il suo destino, Helaena stava anche vedendo il futuro; che
si tratti di qualcosa che le è stato mostrato dagli dei, un sogno
di drago o se possiede un potere ancora più grande come la visione
dell’oltre.
Nell’episodio
della scorsa settimana di House
of the Dragon, Daemon Targaryen (Matt
Smith) si è finalmente avvicinato al
progresso dopo settimane di auto-sabotaggio della sua missione
ad Harrenhal. La sua crescente lucidità si è fatta strada e
la ricompensa per aver accettato la sua fetta di torta umile è
stata una vittoria (almeno per quanto riguarda la sua
causa): la morte di Grover Tully, Lord Paramount del Tridente e
capo di Casa Tully. La malattia aveva reso Grover troppo debole per
ordinare ai suoi alfieri di mettersi al servizio della regina
Rhaenyra Targaryen (Emma
D’Arcy). L’erede di Grover, Oscar Tully
(Archie Barnes), sarà anche disperatamente
giovane, ma almeno è cosciente; un solo comando può dare a Daemon
il suo esercito. Inoltre, Daemon presume di poter manipolare un
bambino ingenuo a suo piacimento. Proprio come nel resto della
Stagione 2, il destino fa cadere una sorpresa sulla testa di
Daemon, questa volta sotto forma di Oscar Tully: un
genio della politica in divenire che offre al Re Consorte
più di quanto avesse previsto.
Daemon sottovaluta Oscar Tully
in House of the Dragon
Quando Daemon incontra Oscar
all’inizio della stagione, rifiuta completamente
l’erede. Il sentimentalismo di Oscar – che ha a cuore
Grover e lo considera un padre; è perplesso e poi inorridito quando
Daemon suggerisce un regicidio – ostacola l’obiettivo di Daemon,
che ha bisogno di tempo. Se Oscar non vuole impartire ordini al
posto del nonno, Daemon non può perdere tempo con un ragazzo che
balbetta le parole e non ha voglia di fare la guerra. Oscar gli
dice in faccia che non vale niente, e nessuno dei ghigni
caratteristici di Matt Smith rende la cosa affascinante.
Quando Lord Tully passa, Daemon e
Oscar si riuniscono in privato. Daemon presume che Oscar e
i Signori dei Fiumi si allineeranno. Quando Oscar ribatte,
ricordando a Daemon quanto i Signori dei Fiumi disprezzino
il Rogue Prince, Daemon impiega il suo marchio preferito di
intimidazione: fisicità incombente, sguardo pieno di sete di sangue
e minacce pronunciate con un tono di voce pacato. Una volta giunto
nel Bosco degli Dei con Oscar e i Signori dei Fiumi riuniti, Daemon
adotta il suo personaggio carismatico di Lord Comandante,
proiettando la sua voce e avanzando come un esperto eroe di guerra.
Anche se Harrenhal ha fatto a pezzi la sua psiche, emerge
una scintilla del se stesso di un tempo: un atteggiamento
del tipo “o la mia strada o l’autostrada” che, quando viene
superato, di solito porta alla decapitazione del
colpevole.
Oscar Tully è un’altra lezione
per Daemon
Il comportamento sconsiderato di
Daemon, invece, si fa sentire. Sottovaluta pesantemente
Oscar, che ha preso le sue misure durante il loro primo
incontro e ribalta la situazione con un uomo che lo supera in ogni
dinamica di potere (feudale, di ricchezza, di titolo, di
età). Oscar non è venuto per giocare. La morte del nonno e le
responsabilità ereditate hanno smussato il suo nervosismo. Daemon
non riesce a sferrare un colpo verbale senza che Oscar lo strattoni
per la collottola. In privato, il suo disprezzo per Daemon si
esprime con parole gentili. In pubblico, legge Daemon come
un’immondizia.
Oscar, tuttavia, non sta sparando
nell’oscurità. Anche se il suo disgusto e la sua rabbia sono
giustificati, mantiene una compostezza matura, al di là dei
suoi anni, e ogni parola ha un significato politico. Il
suo ultimatum è un colpo da maestro. Per conquistare l’esercito
delle Terre dei Fiumi, Daemon – che si è appena proclamato
Re, non Re Consorte – deve ingoiare il suo ego,
obbedire agli ordini di un adolescente e fare ammenda per i crimini
che ha sancito. E le mezze scuse verbali non sono
giustizia. Oscar dice a Daemon di decapitare Willem Blackwood
(Jack Parry-Jones), l’uomo che ha condotto i
recenti crimini di guerra contro Casa Bracken e il fedele
servitore a cui Daemon ha promesso avanzamenti in cambio della sua
obbedienza. Secondo le parole di Casa Stark, “l’uomo che emette la
sentenza dovrebbe brandire la spada”.
Messo alle strette, Daemon
non passa molto tempo a calcolare le sue opzioni prima di
uccidere Blackwood. Se sacrifica Rhaenyra, salva un uomo; se
infanga il suo onore già appeso a un filo, la sua famiglia potrebbe
sopravvivere. Niente giustifica la prima ipotesi, tutto giustifica
la seconda. Ma Daemon si ferma comunque abbastanza a lungo da
chiudere gli occhi, con il volto che si spegne per il rammarico.
Non appena la sua spada fa il suo dovere, i suoi occhi si
riempiono di shock, negazione e qualcosa di simile a un’insensibile
dissociazione. Harrenhal ha ancora una volta privato
Daemon del suo prezioso controllo. Ogni volta che riemerge
dall’agitazione indotta dalle allucinazioni, gli eventi gli
ricordano le conseguenze delle sue azioni e la futilità
della sua ricerca del Trono di Spade. C’è qualcosa di appropriato
nel fatto che lo stallo di Oscar e Daemon avvenga nel Bosco degli
Dei, un luogo di magia senza età e di potere sconosciuto – cose che
nemmeno l’eccezionalismo Targaryen può dominare.
Come ha fatto Oscar Tully di
“House of the Dragon” a superare Daemon?
Tra tutte le opzioni, cosa
rende Oscar Tully compatibile con Daemon? È lo stesso
principio di Alys Rivers (Gayle Rankin),
una persona che Daemon potrebbe scartare a causa del suo sesso e
della sua nascita in una classe inferiore. Invece, la sua forza
inarrestabile incontra l’oggetto inamovibile di Alys: un’antica
strega che non teme la crisi di mezza età di un principe
tormentato. Nel caso di Oscar, Daemon non avrebbe mai
immaginato di poter perdere la faccia contro un ragazzo che ha
appena assunto il suo diritto di nascita. Questo garantisce a Oscar
un vantaggio. Daemon mette in mostra il suo complesso di
superiorità e paga per la svista.
A differenza di Alys, il suo
opposto tecnico, Oscar manca di saggezza vissuta. Tuttavia,
Lord Grover ha chiaramente preparato il suo erede per il
futuro e Oscar ha studiato molto, con un cuore gentile e
un’attitudine alle manovre politiche. Mostra ai suoi alfieri il
giusto rispetto e mantiene il decoro del gruppo anche quando le
tensioni aumentano. Senza dirlo, capisce che deve guadagnarsi il
rispetto dei Signori dei Fiumi. Promettere di onorare il
giuramento di Grover a Rhaenyra e allo stesso tempo di
denunciare senza pietà la crudeltà di Daemon – e ricambiare lo
sguardo di Daemon senza battere ciglio, pur invadendo il suo spazio
personale – sostiene i nobili ideali di Casa Tully e
dimostra la forza di Oscar come leader leale.
Così come Oscar accetta la promessa
di fedeltà di Willem Blackwood, ma non lo risparmia dalla giustizia
delle Terre dei Fiumi, con un colpo di scena. Costringe Daemon ad
assumersi la responsabilità dei suoi crimini e a dimostrare che
Rhaenyra è degna della loro fedeltà (lui è solo il suo
procuratore, non il simbolo dietro cui si uniranno).
L’esecuzione di Blackwood da parte di Daemon è il modo più
semplice, rapido e pacifico per Oscar di adempiere al voto del
nonno, punire i colpevoli, scoraggiare la violenza di
ritorsione e stringere Daemon sotto il suo (non crudele)
controllo.
Le persone che Daemon respinge
sono quelle che più lo sfidano
C’è una versione del piano di Oscar
in cui il suo coraggio va terribilmente storto. In un certo senso,
la sua audacia riecheggia quella di Daemon. Il
Rogue Prince non è uno sprovveduto; quando si butta nella
mischia, anche quando la manca è un’enorme flessione. Ma è anche
troppo reattivo e impulsivo per diventare un pianificatore
provetto. È preda della sfortuna e di persone pazienti in
grado di pensare più di lui. È quindi giusto che una strega
secolare e un ragazzo adolescente lo disorientino. Daemon,
Oscar e Alys sono tutti jolly. Chi altro potrebbe
svergognarlo e sopravvivere, guadagnandosi un sorriso (forse
divertito)? Tra la superba interpretazione di Archie Barnes e la
sceneggiatura di alto livello di David Hancock,
pronunceremo il nome di Oscar nella stessa frase della Lyanna
Mormont di Bella Ramsey.
Attenzione SPOILER
sull’episodio 5 di House of the Dragon 2
Il quinto episodio della seconda
stagione di House of
the Dragon 2, dal titolo Reggente,
vede Daemon Targaryen dichiarare le sue intenzioni
di diventare re attuando un grave tradimento nei confronti di
Rhaenyra Targaryen. Daemon ha trascorso diversi
episodi nelle Terre dei Fiumi, costruendo apparentemente un
esercito per sostenere la rivendicazione di sua moglie al Trono di
Spade. Tuttavia, la coppia non si era separata nel migliore dei
modi e Daemon ha avuto diverse visioni ad Harrenhal che lo hanno
spinto ad alcune decisioni drastiche.
All’inizio, sembrava che il tempo
trascorso da Daemon ad Harrenhal lo stesse facendo riflettere e
pentire per ciò che era accaduto con Rhaenyra, così come quello che
era successo con Blood & Cheese, che avevano ucciso Jaehaerys
Targaryen su suo ordine. La situazione è completamente cambiata
nell’episodio 5 Reggente. Daemon ora ha intenzione di usare
l’esercito nelle Terre dei Fiumi, se ne esiste ancora uno, per se
stesso, il che stravolge completamente la sua storia del libro.
La decisione di Daemon di voler
diventare re rappresenta un cambiamento importante nella storia del
libro
Non è quello che accade in
Fuoco e Sangue
Nonostante la scelta di
Daemon di voler diventare re, e non re consorte, sia un cambiamento
importante per il personaggio, non è una trama che deriva
da Fuoco e Sangue di George R.R.
Martin. Anche se la relazione tra Daemon e Rhaenyra ha i
suoi momenti difficili, soprattutto in seguito, e lui ha sempre
bramato il potere, i libri non hanno traccia del dramma che in
questo momento si è costruito nella serie. Più pertinentemente,
Daemon sostiene la rivendicazione di Rhaenyra al Trono di Spade da
parte di Harrenhal e la aiuta persino a conquistare Approdo del
Re.
È la
visione che Daemon ha di sua madre che sembra convincerlo
ancora una volta che avrebbe dovuto essere l’erede di Viserys e che
il trono spetta a lui. La visione di Alyssa spinge Daemon, già
frustrato dal litigio con Rhaenyra, a ricordargli quello che
pensava da tempo: che il Trono di
Spade avrebbe dovuto essere suo, e che può ancora perseguire
quello che secondo lui è suo diritto. Ha il drago più grande dei
Neri, sta radunando un esercito, ha un castello enorme, è pronto a
fare ciò che Rhaenyra non vuole fare, quindi perché non dovrebbe?
Questa sarà la sensazione di Daemon.
Anche Daemon che perde il sostegno
dei Signori delle Terre dei Fiumi è un allontanamento dal libro. Lì
usa tattiche sgradevoli insieme ai Blackwood per aiutare a spezzare
i Bracken e altro ancora, ma non si fa menzione di alcun tipo di
ribellione o reazione negativa; anzi, ottiene l’esercito per cui è
andato ad Harrenhal. Ancora una volta, fa tutto ciò a sostegno di
Rhaenyra.
Cosa accadrà ora a Daemon e
Rhaenyra?
La serie può tornare indietro alla
loro storia come da libro?
Da questo frangente, è
difficile capire come House of
the Dragon 2
possa riportare sulla carreggiata la storia di Daemon e Rhaenyra.
Tuttavia, presumibilmente ciò deve accadere, perché lui e Caraxes
svolgono un ruolo chiave nella presa di Approdo del Re, e deve
abbandonare Harrenhal (che viene poi presa da Aemond e Criston
Cole). Allo stesso modo, hanno bisogno anche dei Signori delle
Terre dei Fiumi dalla loro parte.
Non è al di là delle possibilità che
Daemon prenda per primo Approdo del Re, o che sia lui che Rhaenyra
arrivino nello stesso momento, ciascuno rivendicando la propria
richiesta. Ma qualcuno, sicuramente, dovrà cedere. Nel libro,
Daemon lascia Approdo del Re dopo la sua caduta, e c’è una grande
spaccatura tra lui e Rhaenyra. Quindi la serie potrebbe
semplicemente aver anticipato questa rottura, ma poi si dovrebbe
inventare un motivo per cui Daemon lasci volontariamente Approdo
del Re senza diventare re, o farsi battere da Rhaenyra, ma ciò
potrebbe solo causare ulteriori problemi.
Prendiamo, ad esempio, l’eventuale,
fatidica battaglia tra Aemond e Daemon, che avviene sopra l’Occhio
di Dio (il lago su cui si affaccia Harrenhal). Daemon è in gran
parte separato da Rhaenyra a quel punto, ma è nelle Terre dei Fiumi
apparentemente per cacciare Aemond in nome di lei, e va ad
affrontarlo. Potrebbe volere la battaglia con suo nipote a
prescindere, ma perché farlo – e rischiare la vita – per una regina
che non sostiene?
La grazia salvifica per Daemon
potrebbe essere che la sua mente è chiaramente influenzata da
Alys Rivers. Se riesce a riunirsi con Rhaenyra prima che sia
troppo tardi, allora forse c’è una possibilità che riescano a
risolvere queste differenze e a conquistare Approdo del Re insieme.
Ma se insiste su questa strada, sarà interessante vedere cosa
succederà loro.
È un problema simile con le Terre
dei Fiumi, che sono cruciali per lo sforzo bellico ma ora sono
decisamente anti-Daemon, il che essenzialmente significa anche
anti-Rhaenyra. Il principe bisogno in qualche modo di riconquistare
il loro sostegno, ma i Lord sono così contrari che è difficile
capire quale possa essere la strategia giusta. Potrebbe essere la
crescente influenza dei Frey o una mano ferma da parte dei Tully, o
forse se le forze dei Lannister (che stanno marciando sulle Terre
dei Fiumi) mettessero a dura prova i Lord, ma è necessario che
Daemon si riconcili con loro, perché è un aspetto fondamentale
nella storia.
Daemon è il cattivo in House Of The
Dragon?
È più difficile sostenere che sia
uno dei bravi ragazzi
Tutto ciò solleva la
questione se Daemon debba essere un cattivo in House of
the Dragon. Non solo, ma dal momento che Rhaenyra è la
cosa più vicina di fatto a un personaggio principale e
protagonista, e ora si oppone direttamente a ciò che lei vuole,
allora ci si potrebbe anche chiedere se sia lui il cattivo della
sua storia. E la risposta dipende davvero da cosa succederà
dopo.
Daemon non è una brava persona, il
che è, ovviamente, un eufemismo. House of
the Dragon ha fatto di tutto per ricordarlo agli
spettatori, spesso con modifiche al libro: è stato responsabile
della morte della sua prima moglie, Rhea Royce, nello show, cosa
che non accade in Fuoco e Sangue di George
R.R. Martin. Ha soffocato Rhaenyra nel finale della prima
stagione, un’altra invenzione dello show. Ora vuole diventare re,
cosa che non accade nel libro.
Daemon è chiaramente un ladro
omicida in entrambi i casi, ma finora la serie lo ha reso
sicuramente più cattivo che buono. Con Aegon fuori dall’equazione
per un po’ e Alicent vacillante, sembrerebbe che Aemond (e Cole al
suo fianco) possa diventare un cattivo ancora più grande, ma non
entrerà in conflitto diretto con Rhaenyra. A tal fine, potrebbe
benissimo organizzare una resa dei conti tra Daemon e sua moglie,
cosa che lo farebbe diventare un antagonista ancora più grande
nella sua storia, almeno fino alla stagione 3 di House of
the Dragon.
Perché la serie ha cambiato la
storia del libro di Daemon
Ci sono un paio di possibili
ragioni
Uno dei motivi per cui la
seconda stagione di House of
the Dragon ha cambiato così tanto la storia di Daemon
del libro risiede in ciò che gli accade ad Harrenhal in
Fuoco e Sangue, che… non è molto, in realtà. Nel
libro si dice molto poco del suo tempo trascorso al castello, e più
o meno scompare dalla vista fino a quando non prende Approdo del
Re. Ciò ovviamente non può accadere nello show, motivo per cui sono
state introdotte cose come le sue visioni che aiutano a spiegare
parte della logica dietro questa nuova trama, dal momento che il
personaggio aveva bisogno di un arco più drammatico.
Tuttavia, questo non spiega del
tutto il motivo per cui la serie lo renderebbe antagonista nei
confronti di Rhaenyra. La Regina Nera costruisce le sue relazioni
principali, con Alicent e Daemon, in modo conflittuale. Già con
Alicent la relazione è stata modificata per aumentare il dramma, e
sembra che la serie voglia fare lo stesso con Daemon.
I cambiamenti di libro in
House of
the Dragon sono spesso più facili rispetto, ad
esempio, a Il Trono di Spade, perché Fuoco e
Sangue è un libro di Storia con fonti contrastanti, quindi
non esiste una verità da cui discostarsi nella maggior parte dei
casi, almeno non nei dettagli di quello che è successo. La serie si
concentra anche sulle lotte delle donne nella società patriarcale
in cui vivono – e su come combattono contro di essa e vi
contribuiscono. Il fatto che Daemon voglia diventare re al posto di
Rhaenyra si adatta a questo tipo di lettura contemporanea della
serie ma causa solo molte altre complicazioni in futuro.
House of the Dragon stagione 2 è
disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti),
con un nuovo episodio a settimana.
House of
the Dragon ha costruito Daemon e
Aemond Targaryen come due personaggi incredibilmente
simili, sollevando la domanda su cosa si stanno sviluppando tutte
le loro somiglianze. Interpretati rispettivamente da Matt
Smith ed Ewan Mitchell, Daemon e Aemond
sono due dei principali artefici della Danza dei Draghi. Finora
nella stagione 2, non sarebbe errato affermare che la trama di
Aemond è stata la più avvincente, il suo ruolo nel finale
dell’episodio 4 lo ha visto salire sul Trono di Spade come principe
reggente.
Al contrario, Daemon ha trascorso
gran parte del suo tempo in House of
the Dragon 2 perseguitato dalle
visioni di Harrenhal. La lealtà di Daemon verso Rhaenyra, così come
la sua miriade di altre questioni complesse, vengono esplorate
attraverso il filtro ultraterreno del castello più antico di
Westeros. Anche se Daemon e Aemond non potrebbero avere a che fare
con situazioni più diverse al momento, la serie continua a legarli
inspiegabilmente insieme.
Daemon e Aemond sono entrambi
secondogeniti che vogliono diventare re
I due Targaryen non hanno avuto
fortuna con la linea di successione
Uno dei legami più
importanti tra Daemon e Aemond riguarda le rispettive
rivendicazioni al Trono di Spade. Daemon è il fratello minore del
defunto re Viserys, interpretato da Paddy
Considine nella prima stagione di House of
the Dragon. Gran parte del dramma che si è svolto tra
i due fratelli nella prima stagione riguardava il desiderio di
Daemon di salire al Trono di Spade. Tuttavia, poiché Daemon è nato
come secondo figlio di Baelon il Coraggioso, Viserys è stato votato
re di Westeros al Gran Consiglio. Daemon è cresciuto credendo che
il trono fosse un suo diritto di nascita, qualcosa che Aemond in
qualche modo condivide.
Aemond, come Daemon, è un secondo
figlio.
Aegon II, Aemond, Dareon e Helaena sono i figli di re
Viserys e Alicent Hightower. Essendo il più
anziano, Aegon succede al Trono di Spade, dando il via alla Danza
dei Draghi e lasciando Aemond come uno dei principi di Westeros.
Detto questo, Aemond ha mostrato forte desiderio per la corona,
orchestrando persino un modo per diventare principe reggente
ferendo Aegon e governando al suo posto.
Daemon e Aemond hanno relazioni
familiari complesse
Il desiderio della corona fa sì che
Daemon e Aemond abbiano connessioni complicate
Come spesso accade con i
Targaryen, i legami familiari sono complicati. Daemon e Aemond non
sono diversi, anche se entrambi sembrano avere rapporti
particolarmente complessi con il fratello e la madre. Per Daemon,
il desiderio di essere re al posto del fratello più mite spesso
vedeva i due in contrasto. Raramente andavano d’accordo, con
Viserys che non sapeva come gestire il temperamento di Daemon e
Daemon in lizza per il potere. Indipendentemente da ciò, i due si
amavano, come evidente dal dolore di Daemon per la morte di Viserys
e dall’aiuto che gli ha offerto in una delle scene più belle della
prima stagione.
La relazione di Aemond e Aegon è
simile. I due hanno chiaramente rispetto e amore l’uno per l’altro,
eppure Aemond è disposto a indebolire Aegon e potenzialmente anche
a ucciderlo pur di salire sul Trono di Spade. Per quanto riguarda i
loro legami materni, Aemond desidera un amore che Alicent non ha
mai offerto a nessuno dei suoi figli, come evidenziato dalla sua
devozione a una prostituta che lo tratta più come un figlio che
come un cliente. Per quanto riguarda la relazione di Daemon con sua
madre Alyssa, lei morì quando lui era giovane, ma una visione
inquietante nella stagione 2 ha portato alla ribalta queste
complicazioni.
Daemon e Aemond sono entrambi
impegnati a ottenere ciò che desiderano
La dedizione di entrambi i
Targaryen nel raggiungere ciò che vogliono è evidente
Per quanto riguarda la
personalità, Aemond e Daemon hanno una spinta simile nel realizzare
i loro desideri. Aemond lo ha dimostrato con le sue azioni a Riposo
del Corvo quando ha ferito Aegon ed è riuscito a diventare principe
reggente, anche se resta da vedere per quanto tempo Aegon resterà
fuori gioco. Ciononostante, Aemond ha dimostrato di essere disposto
a fare tutto il necessario per raggiungere i suoi obiettivi.
Anche Daemon ha questa spinta, come
mostrato nella stagione 1. Dall’uccidere la sua prima moglie per
assicurarsene una più vicina alla famiglia reale, fino alla
proposta di sposare sua nipote per diventare re consorte, Daemon
non ha paura di commettere atti moralmente discutibili per
promuovere i suoi scopi. La stagione 2 di House of
the Dragon continua così, con Daemon che vola via
da Rhaenyra e prende il suo castello, incoronandosi re e costruendo
il proprio esercito, solo per avere una parvenza del potere che
desidera.
Daemon e Aemond sono entrambi molto
sicuri di sé
Né Daemon né Aemond si sforzano
troppo
I tratti di personalità
simili tra Daemon e Aemond si estendono ancora più in profondità,
cosa dimostrata dal fatto che entrambi sono personaggi silenziosi,
conniventi e intriganti. Daemon e Aemond raramente vengono mostrati
eccessivamente rumorosi, arrabbiati o addirittura gioiosi. Invece,
tengono sotto controllo le loro emozioni e spesso guardano da bordo
campo, osservando tutto ciò che li circonda.
Questo è ciò che rende sia Daemon
che Aemond efficaci nel gioco del trono. Sebbene siano
indubbiamente formidabili in battaglia, tendono a non avere
esplosioni emotive che mostrino le loro carte. A differenza di
Aegon, che ha distrutto il modello di suo padre o ha appeso gli
acchiappatopi, o Rhaenyra, che spesso esprime il suo scontento per
essere rimasta bloccata a Roccia del Drago, Aemond e Daemon sono
silenziosi nelle loro reazioni emotive, formando un’altra
sorprendente somiglianza tra zio e nipote.
Daemon e Aemond sono entrambi
feroci guerrieri
La loro abilità marziale è allo
stesso livello
Nei numerosi trailer
della seconda stagione di House of
the Dragon è stato seminato uno scontro tra
Daemon e Aemond. Si può sentire Aemond affermare: “Mio zio è
una sfida che accetto volentieri. Se osa affrontarmi.” Ciò
mette in luce le somiglianze tra i due come guerrieri. Daemon è
senza dubbio più forte, poiché ha combattuto in molte battaglie ed
è spesso considerato uno dei migliori spadaccini di Westeros a
questo punto della sequenza temporale.
Sebbene Aemond non abbia molta
esperienza di combattimento, la sua abilità è evidente. Aemond ha
trascorso molto tempo ad allenarsi da bambino a causa del modo in
cui veniva preso di mira dai suoi coetanei, facendolo diventare un
formidabile guerriero. La minaccia principale dalla parte dei Verdi
è Aemond, insieme a Criston, mentre Daemon è visto come il
combattente più forte dalla parte dei Neri, dimostrando ancora una
volta di essere speculari.
Daemon e Aemond cavalcano due dei
draghi più grandi e potenti di Westeros
Il livello di minaccia di Daemon e
Aemond supera la loro forza come guerrieri
Andando oltre l’abilità
dei due con le spade, Daemon e Aemond hanno un’altra somiglianza
nei loro compagni bestiali. Gran parte del potere psicologico di
Aemond su Westeros deriva dal fatto che cavalca Vhagar, il più
grande drago della serie. Vhagar è vecchia, provata in battaglia e
mortale, come dimostrato dalla sua sconfitta di Lucerys a bordo di
Arrax e di Rhaenys su Meleys. In quanto tale, Vhagar è considerato
il drago più potente del regno.
Per quanto riguarda Daemon, cavalca
Caraxes. Sebbene Caraxes sia un po’ più piccolo di Vhagar, è ancora
uno dei draghi più grandi di Westeros dopo la morte di Meleys. Allo
stesso modo, Caraxes ha combattuto in molte guerre, dalla Quarta
Guerra di Dorne alla Guerra per le Stepstones. Come Aemond, gran
parte del fattore paura che incute Daemon deriva dalla forza di
Caraxes.
Daemon e Aemond hanno somiglianze
visive
I due Targaryen sembrano
addirittura uguali
Anche ignorando il
sottotesto e la personalità, Daemon e Aemond si somigliano molto.
Nessuno dei due personaggi è raffigurato come eccessivamente largo,
tozzo o muscoloso, ed entrambi hanno corporature più snelle e agili
rispetto a personaggi come Hugh Hammer di House of
the Dragon o il Mastino di Game of
Thrones. Inoltre, Daemon e Aemond sono simili nel viso con
lunghi capelli biondi.
Queste connessioni fisiche sono
state anche scritte nello show. Una delle prime visioni di Daemon
ad Harrenhal lo vedeva inseguire Aemond attraverso le sale del
castello. Solo più tardi viene rivelato che la visione proiettava
Daemon, mentre indossava i vestiti e la benda sull’occhio di
Aemond.
Daemon e Aemond hanno nomi molto
simili
George R. R. Martin ha tracciato
una linea chiara tra il principe e suo zio
Una delle somiglianze
certamente più sciocche, ma comunque prevalenti, tra Daemon e
Aemond proviene dallo stesso George R. R. Martin.
Naturalmente, Martin ha delineato molti dei tratti caratteriali di
Daemon e Aemond quando sono stati creati per Fuoco e
sangue, il prequel della serie di libri Cronache del
ghiaccio e del fuoco che descrive dettagliatamente la storia dei
Targaryen mostrata in House of
the Dragon. Durante la creazione iniziale dei
personaggi è nata una somiglianza.
Sia Daemon che Aemond hanno nomi
incredibilmente simili. Aemond è semplicemente la parola Daemon,
solo con la prima lettera spostata alla fine.
Daemon e Aemond hanno entrambi
problemi di relazione
Nessuno dei due ha legami romantici
particolarmente felici
Non sono solo i rapporti
familiari di Daemon e Aemond ad essere problematici, ma anche
quelli romantici. Non è mai stato dimostrato che Aemond abbia un
forte legame romantico nella serie, ma ritorna invece ad assumere
ripetutamente la stessa prostituta. Come accennato, questa
prostituta si comporta in modo più materno di quanto si potrebbe
pensare, dimostrando che Aemond ha problemi relazionali di fondo
che vanno di pari passo con i suoi legami familiari. Una teoria
comune è che anche Aemond abbia rapporti sessuali con sua sorella
Helaena, come fa Aegon, sebbene ciò non sia stato dimostrato.
Sebbene Daemon abbia dimostrato di
avere numerose relazioni romantiche, nessuna di loro sembra
particolarmente ricca di romanticismo. Daemon ha ucciso la sua
prima moglie, Rhea Royce, prima di passare a Laena Velaryon. Quando
gli viene chiesto se ama Laena, Daemon afferma: “Eravamo
abbastanza felici”. Dopo la morte di Laena, Daemon sposa
Rhaenyra, una relazione che viene mostrata come tesa il più delle
volte. Sebbene Daemon possa avere relazioni più vere e proprie di
Aemond, è sicuro dire che sono simili in quanto nessuno dei due ha
legami romantici particolarmente felici.
SEGUONO IMPORTANTI SPOILER SU FUOCO E SANGUE
Daemon e Aemond muoiono entrambi
nella stessa battaglia
Queste numerose somiglianze si
collegano al destino condiviso di Daemon e Aemond
Tutte queste somiglianze
tra Daemon e Aemond sollevano naturalmente la
questione di cosa significhi tutto ciò. In un mondo come Westeros,
così pieno di destino, profezia e fato, il set-up del Daemon e
Aemond in House of
the Dragon prefigura la loro battaglia finale.
Verso la fine della Danza dei Draghi, la rivalità inespressa tra
Aemond e Daemon raggiunge il culmine nella Battaglia sopra l’Occhio
degli Dei. I due si incontrano nel cielo sopra il grande lago di
Westeros, Daemon a bordo di Caraxes e Aemond a cavallo di
Vhagar.
La battaglia è descritta come una
delle più impressionanti in termini di puro spettacolo in
Fuoco e sangue, a causa dello scontro tra due dei
draghi più potenti del regno. Dopo una battaglia nei cieli, i due
draghi vengono gravemente feriti e iniziano a cadere sulla Terra.
Daemon salta dalla sua cavalcatura, pugnalando Aemond attraverso
l’altro occhio, uccidendo il principe. Mentre i draghi si
schiantano al suolo, anche Daemon viene ucciso, e questa sorte lega
insieme lui e Aemond, non solo nella vita, come dimostrato dalle
evidenti somiglianze di House of
the Dragon, ma anche nella morte.
Dopo il bellissimo 50/50, il
regista 35enne Jonathan Levine ha Hollywood in mano, o almeno così
sembra considerando che tutti vogliono lui! Levine ha ricevuto
adesso un’offerta soffiando il posto a McG.
Ecco il primo trailer della nuova
commedia Daddy’s Home con
protagonisti Mark
Wahlberg e Will Ferrell,
tornati a collaborare dopo qualche anno
da Poliziotti di Riserva.
Daddy’s
Homeracconta la storia di
un produttore radiofonico (Will Ferrell) che cerca di essere
un buon patrigno per i figli della moglie che però faticano ad
accettare la presenza dell’uomo. Le cose però inizieranno a
complicarsi quando il vero padre dei ragazzi (Mark Wahlberg)
irrompe nella sua vita e reclama il suo spazio.
Diretto da Sean
Anders e John Morris
e scritto da Brian Burns, Adam
McKay, Chris Henchy e Etan
Cohen, il film uscirà nelle sale statunitensi a Natale e
vedrà nel cast anche Linda Cardellini, Thomas
Haden Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress.
Daddy’s
Home, la commedia che vedeva
protagonisti Will
Ferrelle Mark Wahlberg, si
è rivelato certamente una piacevole sorpresa al botteghino,
tanto da convincere la Paramount a
realizzare un sequel in cui sarà riconfermato l’insolito duo.
Oltre alla riconferma degli attori
tornerà a sedersi dietro la macchina da presa anche il
regista Sean Anders coadiuvato dallo
sceneggiatore John Morris. Ancora non si ha
notizia, invece, in merito al resto del cast composto nel primo
film da Linda Cardellini, Thomas Haden
Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress. Daddy’s Home, giunto
nelle sale lo scorso Natale, ha raccolto al botteghino oltre 240
milioni di dollari, rivelandosi il film di maggior successo
di Will Ferrell.
Daddy’s
Home è la commedia che vedrà Will
Ferrell e Mark
Wahlberg nei panni di un padre e patrigno
intenzionati a guadagnarsi il loro spazio nella vita dei propri
figli. I due attori hanno deciso di battersi fuori dal set in una
gara di insulti. Il vincitore sarebbe stato il primo che fosse
riuscito a far ridere lo sfidante. L’incontro è andato in onda su
BBC Radio1.
Ecco il video della sfida. Chi sarà
stato il vincitore?
Daddy’s
Home racconta la storia di un produttore
radiofonico (Will Ferrell) che cerca di essere un buon
patrigno per i figli della moglie che però faticano ad accettare la
presenza dell’uomo. Le cose però inizieranno a complicarsi quando
il vero padre dei ragazzi (Mark Wahlberg) irrompe nella sua vita e
reclama il suo spazio.
Diretto da Sean
Anders e John Morris
e scritto da Brian Burns, Adam
McKay, Chris Henchy e Etan
Cohen, il film uscirà nelle sale statunitensi a Natale e
vedrà nel cast anche Linda Cardellini, Thomas
Haden Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress.
È online il trailer italiano
ufficiale di Daddy’s Home, commedia che
vedrà Will
Ferrell e Mark
Wahlberg nei panni di un padre e patrigno
intenzionati a guadagnarsi il loro spazio nella vita dei propri
figli.
Daddy’s
Home racconta la storia di un produttore
radiofonico (Will Ferrell) che cerca di essere un buon
patrigno per i figli della moglie che però faticano ad accettare la
presenza dell’uomo. Le cose però inizieranno a complicarsi quando
il vero padre dei ragazzi (Mark Wahlberg) irrompe nella sua vita e
reclama il suo spazio.
Diretto da Sean
Anders e John Morris
e scritto da Brian Burns, Adam
McKay, Chris Henchy e Etan
Cohen, il film uscirà nelle sale statunitensi a Natale e
vedrà nel cast anche Linda Cardellini, Thomas
Haden Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress.
È online il trailer
di Daddy’s Home, commedia che
vedrà Will
Ferrell e Mark
Wahlberg nei panni di un padre e patrigno
intenzionati a guadagnarsi il loro spazio nella vita dei propri
figli. Ve lo mostriamo:
Daddy’s
Homeracconta la storia di
un produttore radiofonico (Will Ferrell) che cerca di essere
un buon patrigno per i figli della moglie che però faticano ad
accettare la presenza dell’uomo. Le cose però inizieranno a
complicarsi quando il vero padre dei ragazzi (Mark Wahlberg)
irrompe nella sua vita e reclama il suo spazio.
Diretto da Sean
Anders e John Morris
e scritto da Brian Burns, Adam
McKay, Chris Henchy e Etan
Cohen, il film uscirà nelle sale statunitensi a Natale e
vedrà nel cast anche Linda Cardellini, Thomas
Haden Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress.
A distanza di 6 anni tornano
insieme sullo schermo Will Ferrell e Mark Wahlberg con il film Daddy’s
Home al cinema dal 14 gennaio per la
regia di Sean Anders. L’accoppiata vincente, che
ha divertito e incassato con il buddy movie I Poliziotti di
Riserva, questa volta porta sullo schermo una commedia per
famiglie con due uomini a gli antipodi per protagonisti.
In Daddy’s Home Will
Ferrell è Brad Whitaker, un’uomo il cui più grande sogno è
diventare padre: si sente portato e dedicherebbe tutta la sua vita
ai figli. Purtroppo per un triste scherzo del destino non può
averne di suoi e trova la serenità solo quando si innamora della
bella Sara (Linda Cardellini), madre di due
bambini. Insieme a loro Brad si sente realizzato come padre e
marito, ma l’amore che dona ai piccoli Megan e Dylan non viene
esattamente ricambiato e proprio nel momento in cui sta
conquistando la loro fiducia si riaffaccia nelle loro vite il padre
biologico. Dusty (Mark
Wahlberg), un’incrocio tra un marines, un cowboy e una
spia e con un grande problema con le responsabilità, darà da subito
del filo da torcere al mite dal cuore d’oro Brad, che si troverà a
dover competere per tenersi stretta la famiglia che ha sempre
voluto e ama.
Daddy’s Home, il film
Sceneggiato da Anders,
Brian Burns e John Morris, Daddy’s Home è la
classica commedia americana che fa ridere ma fa anche riflettere.
Al centro della storia la famiglia: quella nuova, fatta di
cambiamenti, patrigni e matrigne, genitori biologici che ritornano
e cambiano idea, famiglie allargate che devono imparare a
convivere, a non farsi la guerra e pensare solo al bene dei
figli.
Equivalente del nostro
cine-panettone, Daddy’s Home ha incassato
$118.307.723 in patria dal 25 dicembre ad oggi anche se con ben
poca sostanza alla base. Le gag e le battute dopo i primi 15 minuti
diventano prevedibili come anche la banalità delle azioni dei
protagonisti che alla lunga stancano: si ritrova un po’ di
originalità solo nel finale che strappa un sorriso in più.
Will Ferrell, come nella maggior parte delle
sue interpretazioni, esagera con lo stereotipo mentre
Mark Wahlberg sorprende e regge testa al comico più
navigato, grazie al fisico e un umorismo più sottinteso. Un tipo di
comicità sicuramente più apprezzata negli Stati Uniti, raccoglierà
lo stesso il consenso di una buona fetta del pubblico italiano.
Will Ferrell e Mark
Wahlberg sono pronti a tornare insieme sul
grande schermo in Daddy’s Home,
commedia che li calerà nei panni di un padre e patrigno
intenzionati a guadagnarsi il loro spazio nella vita dei propri
figli. A presentarci i due personaggi arriva il primo poster
ufficiale del film, nonché tre nuove immagini che ritraggono il duo
sul set.
Daddy’s
Homeracconta la storia di
un produttore radiofonico (Will Ferrell) che cerca di essere
un buon patrigno per i figli della moglie che però faticano ad
accettare la presenza dell’uomo. Le cose però inizieranno a
complicarsi quando il vero padre dei ragazzi (Mark Wahlberg)
irrompe nella sua vita e reclama il suo spazio.
Diretto da Sean
Anders e John Morris
e scritto da Brian Burns, Adam
McKay, Chris Henchy e Etan
Cohen, il film uscirà nelle sale statunitensi a Natale e
vedrà nel cast anche Linda Cardellini, Thomas
Haden Church, Alessandra Ambrosio, Paul
Scheere Hannibal
Buress.