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Harry Potter e I Doni della Morte – parte I – clip esclusiva

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Harry_Potter_e_i_doni_della_morteManca ormai pochissimo all’uscita nelle sale di “Harry Potter e I Doni della Morte – parte I”, ma Cine-filos per i meno pazienti ha in riservo una sorpresa: una clip esclusiva con i protagonisti e gli autori che svelano alcuni segreti, fanno vedere il set e le magie della settima avventura del maghetto tratta dall’ultimo libro della fortunatissima saga di J.K. Rowling.

Zemeckis per Il mago di Oz

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Zemeckis

Probabilmente sarà Robert Zemeckis a dirigere per la Warner Bros il remake del classico Il mago di Oz. La sceneggiatura sarà un adattamento del classico del 1939 diretto da Victor Fleming ed interpretato da Judy Garland.

Buon compleanno a Carlo Verdone!!!

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Verdone

Compie oggi 60 anni Carlo Verdone, uno dei comici più longevi ed amati del nostro cinema.


Harry Potter è già online

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Harry_Potter_e_i_doni_della_morte

Ancora pochi giorni, e Harry Potter e i Doni della Morte: parte I arriverà nei cinema di tutto il mondo. Ma, a quanto pare, il film è già online…

Sacha Baron Cohen e Larry Charles: The dictator

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Sacha Baron Cohen e Larry Charles: The dictator

sachabaroncohen

Sembra proprio che Larry Charles, regista di Borat e Bruno, tornerà a dirigere Sacha Baron Cohen nel suo ultimo film The Dictator, in cui il comico interpreterà addirittura due ruoli.

Lanterna Verde: ecco il primo trailer!!

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Lanterna Verde: ecco il primo trailer!!

green lantern

La Warner Bros. ha diffuso online il primo, lungo trailer di Lanterna Verde prima ancora della sua presentazione davanti alle copie americane di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 venerdì.

A serbian film: recensione del film di Srđan Spasojević

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A serbian film: recensione del film di Srđan Spasojević

A SERBIAN FILM: per una definizione di immagine estrema e immagine pornografia

La vera storia della guerra in Iraq è stata redatta dai media commerciali di massa: se siamo disposti a provocare questi disordini, allora dobbiamo anche affrontare le orrende immagini che conseguono da questi atti”

(Brian De Palma, a proposito di Redacted)

Cosa colpisce in A serbian film? Immagini estreme senza censura. Estremismo è fastidio, direbbero alcuni. Cappabianca definisce invece immagine estrema quella che riesce a mettere in crisi, in senso quasi fisico, la nostra stessa sicurezza; quella che si rifiuta di essere contemplata, anche in nome della sua bellezza formale o della sua acutezza intellettuale; quella che ci sconvolge perché non riusciamo più a credere che sia solo un’immagine.

Nel cinema la realtà più cruda diventa incorporea, ma qui qualcosa resiste: l’immagine trasuda disperazione e denuncia, diventando altro rispetto all’immagine in sé- intesa e come documento e come film. Sorretta da un contesto grigio e palpabile, quest’immagine prende vita, sanguina e grida. E il suo grido viene da lontano: è il grido represso a causa delle oppressioni inflitte da un potere tiranno. Il grido si fa immagine: immagine estrema.

L’immagine diventa immagine estrema, la quale, lontana dall’autoreferenzialità, trascende il film per divenire pura voce – e grido appunto.Ma cosa ha reso l’immagine, un’immagine estrema? La guerra, risponderebbe il regista in questo caso. Non tutte le immagini di guerra sono però immagini estreme. Debray avvalora quanto detto affermando che le immagini catturate dell’evento mass-mediatico non riescono più ad avere un vero e proprio valore di testimonianza. A serbian film: immagini di guerra in un film porno: la guerra diventa pornografia: nulla di più vero. Spettacolarizzata e commercializzata, l’immagine di guerra entra nelle nostre case tramite giornali, tv e trilioni di siti internet: totalmente svuotata di un senso altro, quest’immagine si guarda allo specchio incapace di esprimere altro da sé. In tal senso significa che l’immagine, ripresa dai media con intenti meramente commerciali, non sarà mai immagine estrema, ma immagine pornografica semmai, e sarà sempre piatta e priva di significati ulteriori.

“Questo film (A serbian film) è il diario delle angherie inflitteci dal Governo Serbo, il potere che obbliga le persone a fare quello che non vogliono fare, devono sentire la violenza per capirla”. L’immagine di A serbian film in tal senso si pone come immagine cognitiva: conoscenza della violenza e del contesto in cui tale violenza vive, ma non è solo tale. Lo spettacolo c’è, eccome. La violenza è spettacolarizzata dal momento che è pensata per essere commercializzata: lo snuffmovie all’interno del movie stesso è emblema dell’immagine capitalizzata e resa pornografica. L’immagine di A serbian film è immagine estrema dal momento che si pone oltre il documento pornografico- che pur denuncia- e si colloca nella sfera delle immagini che attivano processi cognitivi. Il processo cognitivo in tal caso è doloroso, ma perdura dal momento in cui attiva la coscienza e si distacca dall’immagine pornografica, la quale non innesca una conoscenza ma solo un momentaneo sentimento patetico.

Nel caso della guerra, l’immagine-documento spesso non riesce a rinviare ad altro che a sé stessa, allontanandosi dalla portata documentaria che dovrebbe avere, cercando un semplice approccio emotivo- e quindi effimero. L’avvento massmediatico non ha fatto altro che avvalorare tale tesi. Non a casa Brian De Palma per costruire il suo Redacted si serve dei mezzi propri dei massmedia (video dei militari americani) creando un falso documentario basato però su testimonianze vere. Perchè De Palma non ha usato i veri video?

Perché aveva bisogno di una drammaturgia alla base che distinguesse l’immagine pornografica dall’immagine che egli voleva creare: un’immagine conoscitiva appunto; De Palma con il suo lavoro conferma la tesi di Debray secondo la quale la fuga senza ritorno delle immagini che avviene giorno dopo giorno è un canale di ricambio per le memorie e una dissuasione per l’intelligenza.  Essa feticizza l’istante, destoricizza la storia, scoraggia lo stabilirsi della minima serie causale”.

Pasolini da parte sua per Salò e le 120 giornate di sodoma si ispira ai racconti del marchese De Sade: l’approccio filologico e concettuale- unito alla freddezza dell’immagine- dichiarano il voler prendere le distanze da qualsiasi forma di cinema emotivo e patetico-abitudine ci certo cinema americano- per cercare di instillare nello spettatore la coscienza- e perché no, la conoscenza- del male: lontani dal tempo dello “spettacolo”, che non funziona più nei termini del racconto, ma in quello della rappresentazione-sostituzionesimulazione.

A serbian film, la violenza allo statu puro

Nel caso specifico di A serbian film, la violenza è violenza allo stato puro che si fa spettacolo: spettacolo (pedo)pornografico pronto per essere fagocitato dai produttori(e dagli spettatori); l’immagine estrema in tal senso non sarà l’immagine violenta in sé, quanto piuttosto l’immagine di coloro che creano l’immagine pornografica in nome dell’arte, immagini di morte in nome della vita.

Non a caso le immagini più toccanti sono riprese di filmati girati in precedenza: lo stupro sul neonato esempio obbligato, simbolo della tirannia che offende prima ancora di poter parlare e della violenza che penetra prima ancora di venire al mondo; è la violenza fatta video e pensata per essere venduta, svuotata della sua gravità e resa oggetto del desiderio dello spettatore; ma proprio in virtù di tale distacco-formale in questo caso- e dell’evidente portata simbolica, quell’immagine-quasi impossibile agli occhi dell’individuo scevro dal contesto bellico- si presenta come immagine estrema, rinviando-attraverso un processo cognitivo- ad un contesto altro(bellico appunto).

Il dover riprendere in nome della conoscenza si rivela altrettanto falso della necessità di riprendere la morte in nome della vita: il tutto sempre a discapito del soggetto incapace di avere il controllo delle proprie azioni-drogato e indotto come lo è il nostro protagonista serbo- assoggettato dal capitale tiranno(non a caso sarà proprio il bisogno di denaro per poter fuggire dal paese a far si che il protagonista diventi vittima/carnefice del gioco di coloro che non si vedono mai); e la denuncia è tale che sembra quasi che il bisogno di pornografia sia causa di morte: il compulsivo bisogno di immagine si traduce in una scopofilia deviata che non lascia in pace il soggetto neanche dopo la morte: anche il corpo morto, dissacrato e offeso, è materia prima per uno show che must go on a discapito dell’arte, della vita e dell’intelligenza umana, prodotto dell’imperante capitale che promuove una cultura che vive all’insegna del trash e della pornografica.

Men in black 3: iniziate le riprese!

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Il LA Times annuncia che le riprese di Men in Black III inizieranno ufficialmente oggi, anche se avranno un andamento decisamente inusuale: verranno infatti divise in due sessioni, la prima durerà da oggi alla settimana di Natale, e la seconda inizierà a febbraio.

 

Io sono con te: recensione del film di Guido Chiesa

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Io sono con te: recensione del film di Guido Chiesa

Io sono con te – Tantissime sono state ad oggi le riletture, rielaborazione e riproposizione della storia della natività. Tutti i punti di vista sono stati scandagliati in qualunque modo proponibile. Tra questi Guido Chiesa riesce a trovare un modo nuovo per rappresentare sullo schermo la storia più raccontata di tutti i tempi: quella di Maria e di suo figlio, Gesù.

Io sono con te racconta infatti la storia di Maria, dal concepimento fino alla celeberrima sparizione di Gesù che nel tempio di Gerusalemme per discutere con i dottori della legge. Nessun episodio evangelico è tralasciato: la natività, la visita dei pastori e dei Magi, la strage degli innocenti. Il vangelo preso ad esempio è quello di Luca, che più approfonditamente si attarda nei dettagli storici e si presta meglio degli altri alla trasposizione cinematografica. La bellezza di questo film, il suo lato enigmatico ed interessante risiede principalmente nei lunghi silenzi di Maria, una ragazza giovane ma determinata che parla poco, sorride tanto, ed ha ben chiaro in mente che l’amore incondizionato per suo figlio è l’unica cosa di cui egli ha bisogno. Contravvenendo a quasi tutte le norme della tradizione ebraica, Maria si troverà a combattere contro la struttura patriarcale della famiglia allargata nella quale andrà a vivere dopo il matrimonio con Giuseppe. Il cuore del film si rivela però nella discussione dotto che i Magi, molti più di tre, hanno a proposito del bambino che hanno visto, Gesù, e soprattutto della serenità della madre. La santità, la potenza, diranno i Magi, forse risiede non in poteri ultraterreni, in grandi capacità intellettive, ma nell’enorme capacità che ha l’uomo di amare il prossimo; in quest’ottica il contatto con la madre, l’amore che incondizionatamente essa gli dona, influisce sull’affettività del bambino a tal punto da condizionarne la vita successiva.

La ‘grazia’ di cui Maria è piena, viene qui trattata come una prerogativa totalmente umana, che si concretizza nell’amore e nella fiducia che ella infonde nel figlio già da piccolissimo. Nell’economia del film, la figura di Maria spesso proposta come etereo simulacro inarrivabile, diventa qui incredibilmente concreta e per questo imitabile, e di concreto esempio. Biologicamente è oggi dimostrato che l’essere umano si forma come essere capace di amare e di esercitare facoltà razionale sul modello genitoriale, di conseguenza, l’uomo che inviterà a porgere l’altra guancia deve aver avuto una madre fuori dal comune, per questo la storia qui raccontata vale soprattutto come modello antropologico, che si distanzia anche dalla sua radice religiosa e per questo ne fa un film non solo per coloro che credono, ma anche per quelli che non credono.

Chiesa conduce questa storia delicata e potente ma che si muove nel quotidiano con grande discrezione, seguendo i personaggi nel loro cammino e nelle loro scelte. Discutibile forse solo la scelta dei salti temporali marcati con scritte bianche su cartelli neri (ci sono molti espedienti grammaticali per far intendere un’ellissi temporale considerevole). Interessante invece l’aspetto costumistico del film che si distanzia dal quasi monocromatismo dei film sul medesimo argomento, in favore di colori brillanti e vivaci che si sposano con una fotografia cangiante e allo stesso tempo discreta, ottimo accompagnamento per la delicatezza della storia. Bravi anche gli attori, scelti tra non professionisti e non attori direttamente sul set in Tunisia, e interessante soprattutto per la veridicità della recitazione la scelta di farli recitare nel loro dialetto locale, facendo invece parlare i personaggi di un ceto sociale superiore in greco antico.

io sono con te

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1: recensione

Parto dal presupposto che in un film su Harry Potter o in senso allargato, una storia tratta da un romanzo si debba in qualche modo rendere cinematografica tralasciando qualcosa o aggiungendo altro. Vedendo Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 mi verrebbe da chiedere perché è stato fatto in due parti? … La risposta più plausibile sarebbe quella di voler essere il più fedele possibile alla storia e nella fatti specie al romanzo. Ma siamo sicuri che questa presunzione non possa nuocere all’opera filmica?

Detto questo va chiarita la mia posizione. Io stesso ho particolarmente amato l’ultimo libro, ma è proprio per questa ragione che vedendo questa prima parte ci si pone questa domanda. Innanzitutto cosa può (è deve) essere tralasciato, e cosa invece dovrebbe entrare di diritto in una rielaborazione raccontata della storia? …

A mio avviso una delle note dolenti del film è appunto la scelta di non far vedere il funerale di Silente, nemmeno in questo inizio del nuovo capitolo, evento che è importante per due motivi: innanzitutto perché è una scene carica di forte emotività e densa di carattere tematico, importanti per capire appieno le dinamiche di comunità che ruotano attorno ai personaggi; non secondo, un particolare importante che dovrebbe essere spiegato con maggiore enfasi: alcuni di voi sapranno che assieme al corpo di Albus Silente viene sepolta anche la sua Bacchetta, dettaglio non trascurabile al fine di raccontare con chiarezza le dinamiche future della storia.

Harry Potter e i doni della morte parte 1, una caccia serrata

Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1

Ad ogni modo, dopo questo excursus su un dibattito prettamente drammaturgico veniamo al film. Con un buon inizio si entra subito nelle dinamiche importanti e nell’imminente ascesa al potere da parte dei Mangiamorte e di Voldemort.

Harry Potter e i doni della morte parte 1 scorre velocemente anche grazie ad una sufficiente ma non eccelsa sceneggiatura. Tuttavia,  nonostante alcuni ottimi spunti è proprio nella prima parte che il film inizia a mostrare i suoi punti deboli che si rifaranno vivi successivamente. Nella fattispecie, mi riferisco ad un eccessiva freddezza ed una esasperata ironia che pervade momenti critici per non dire drammatici che rendono in qualche modo le vicende quasi ridicole … di fronte ai reali pericoli che i protagonisti corrono, per non parlare della pessima musica a mio giudizio che accompagna le immagini. Una musica, quella di Alexandre Desplet che è didascalica, priva di personalità, incapace di aggiungere o esaltare l’azione nei momenti più dolorosi. Limite questo che accompagnerà anche le vicende successive e un finale che avrebbe avuto decisamente un peso migliore se trattato con più attenzione.

Ma individuati questi limiti, il film, per fortuna, nella seconda parte migliora decisamente sia da un punto di vista scenografico che da un punto di vista registico. Rimangono di grande fattura le ambientazione e i grandi paesaggi che i tre protagonisti passo dopo passo percorrono. Eccezionalmente bella è la scena in cui Harry e Hermione vanno a Godric’s Hollow  e incontrano Bathilda Bath (positivamente sopra le righe). Bravi gli attori dai tre principali, Emma Waston su tutti, ai veterani Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, John Hurt e gli altri. Una nota di merito spetta al modo in cui viene raccontata la storia dei Doni della Morte, in una sorta di animazione che arricchisce il film e esalta la storia dandole uno spessore poetico elevato.

In definitiva come ogni film, ci sono dei grandi pregi e dei difetti che potevano essere prevedibili. Nonostante una precaria regia, il film appassiona indipendentemente, perché racconta una storia bella e travolgente, ricca di emozioni. Forse questa opera, intesa come film a sé, pecca in quanto serve ad un mero esercizio introduttivo. L’azione vera ci aspetta nel secondo capitolo, e i presupposti per poter ben sperare in un finale degno della saga ci sono tutti.

Dalla vita in poi: il cast racconta il film

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Dalla vita in poi è un film scritto e diretto da Gianfrancesco Lazotti con protagonisti i noti Filippo Nigro, Cristiana Capotondi, Nicoletta Romanoff.
Il film racconta la storia di tre personaggi le cui vite sono intrecciate tra loro in maniera complicata: Rosalba (Nicoletta Romanoff) ama Danilo (Filippo Nigro), un ragazzo che dovrà trascorrere parecchi anni in carcere. Per alleviargli la sofferenza della detenzione decide di scrivergli ogni giorno una lettera. Così si fa aiutare da Katia (Cristiana Capotondi), la sua amica del cuore, costretta a vivere su una sedia a rotelle.

Il Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene

Il Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene

Il Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene, Germania 1920 – Il racconto di un’agghiacciante storia che vede come protagonista il dottor Caligari, oscuro signore dall’aspetto sinistro, e Cesare, sonnambulo in grado di predire il futuro che viene presentato come una vera e propria attrazione dal dottore. Arrivati in un piccolo paese tedesco, simultaneamente al loro arrivo iniziano a verificarsi una serie di morti sospette.

“Film precursore” di diverse situazioni, correnti, generi e modi di dirigere, è targato Robert Wiene, cineasta tedesco che deve a questa pellicola la sua fama e che ha diretto qualche altro titolo nel periodo d’oro dell’espressionismo tedesco che trova n questo film il suo più grande punto di riferimento.

Interpretato magistralmente da Conrad Veidt, attore tedesco con alle spalle decine di film e che reciterà in  altrettanti numerosi film negli anni a seguire concludendo la sua carriera in un altro film storico quale Casablanca (sua penultima apparizione cinematografica). Veidt porta sul grande schermo un personaggio, quello del sonnambulo Cesare, caratterizzato e atipico per l’epoca (e anche per il nostro presente). Insieme a lui Werner Krauss, nei panni del personaggio che da il titolo al film, un ambiguo quanto inquietante dottore “proprietario” del sonnambulo. Attore che diventerà uno degli artisti di maggior rilievo della cultura nazista ai tempi di Adolf Hitler.

L’atmosfera che si sente durante la visione de Il gabinetto del dottor Caligari unica nel suo genere, è in grado di catturare lo spettatore e avvolgerlo completamente calandolo all’interno del film stesso e soffocandolo lentamente anche grazie alle tenebrosa colonna sonora che fa dimenticare che in realtà si tratta di un film muto.

Il Gabinetto del dottor Caligari

Le scenografie poi rendono questa pellicola inimitabile, la geometria distorta degli edifici, delle strade e di tutto ciò che troviamo al suo interno non fa che aumentare il senso di soffocamento, gli stessi visi dei personaggi mostrano una realtà troppo distante per essere considerata tale e il montaggio di Wiene riesce nell’ardua impresa di amplificare il tutto.

Accostabile a livello di “anomale scenografie” solamente a film come Thaïs di Bragaglia e Dogville di Lars von Trier, nel complesso ci si trova di fronte ad uno dei primi horror importanti della storia del cinema e come già detto ad un punto di riferimento per l’espressionismo tedesco, oltre ad essere un capolavoro che ancora resiste e insegna a distanza di quasi un secolo.

Carey Mulligan in The Great Gatsby

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Carey Mulligan in The Great Gatsby

'The Great Gatsby' Photocall - The 66th Annual Cannes Film FestivalDopo alcune settimane di provini, Baz Luhrmann ha trovato la sua Daisy Buchanan: sarà Carey Mulligan a interpretare l’iconico personaggio nel nuovo adattamento del Grande Gatsby, un classico di F. Scott Fitzgerald già portato al cinema nel 1974.

Gerard Butler in un film post apocalittico

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Gerard Butler, star del recente successo di Giustizia privata, parteciperà al thriller fantascientifico Afterburn, prodotto dalla Relativity Media insieme alla Original Films di Neal Moritz e alla Maguire Entertainment di Tobey Maguire. A dirigere il progetto dovrebbe essere Antoine Fuqua, già autore di lavori apprezzati come Training Day e Brooklyn’s Finest.

Bill Clinton nel sequel di Una Notte da Leoni

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Bill Clinton nel sequel di Una Notte da Leoni

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Un altro cammeo eccellente per il sequel di  Una Notte da Leoni: questa volta si tratta nientemeno che di Bill Clinton.

Leonardo Di Caprio conferma il biopic su Hoover

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Leonardo Di Caprio conferma il biopic su Hoover

Durante una retrospettiva dedicata a Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio ha parlato brevemente del biopic su J. Edgar Hoover che Clint Eastwood girerà nel 2011. L’attore ha confermato di essere nel cast del film nei panni del protagonista, spiegando che le riprese inizieranno presto:

Sembra che ci sia un tradimento in corso! [scherza a proposito del partecipare a un film non diretto da Scorsese] Lavorerò al progetto di Hoover con Clint molto presto. Penso che inizieremo le riprese a breve, forse gennaio o febbraio.

Il film è stato scritto da Dustin Lance Black, sceneggiatore premio Oscar per Milk. Hoover è stato direttore dell’FBI dalla sua fondazione nel 1935 alla morte nel 1972, un “regno” lunghissimo e controverso che ha portato le norme successive a fissare a 10 anni il mandato massimo per questa carica. Tra gli aspetti più controversi della sua vita, peraltro, una presunta omosessualità repressa, in aperto contrasto con i numerosi provvedimenti (anche omofobi) attuati durante la sua carriera. Hoover era infatti noto per utilizzare l’FBI al fine di attaccare gli attivisti e i dissidenti politici, raccogliendo fascicoli segreti sui leader politici per minare la loro credibilità spesso puntando sulla sfera sessuale.

Fonte: comingsoon.net

Guillermo Del Toro lavora al grande Hulk per la TV

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Diventato ormai l’uomo con più progetti all’attivo, Guillermo Del Toro potrebbe aggiungerne ancora un altro di progetto e dedicarsi ad un personaggio decisamente noto, l’Incredibile Hulk.

Box Office USA: Megamind ancora in testa, aspettando Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1

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Megamind ancora in testa, aspettando Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1. – Il weekend appena passato  non ha visto cambiamenti  al vertice della classifica degli incassi al botteghino USA. Tiene infatti la prima posizione il film di animazione Megamind, ultima opera della Dreamworks, che aggiunge altri 30 milioni di incasso al suo lordo, che raggiunge così quota  90 milioni di dollari.

Appena uscito, ottiene un ottimo risultato Unstoppable, ultima fatica di Tony Scott che ancora una volta ritrova il suo ormai possiamo dire “attore feticcio” Denzel Washington mettendolo alle prese con un treno lanciato a tutta velocità a verso una città. A fare da spalla all’attore premio Oscar, ci sono Chris Pine e Rosario Dawson.

In terza posizione troviamo la commedia Due date, con l’improbabile coppia Zach Galifianakis/Robert Downey Jr, che smette i panni di Iron Man e di Sherlock Holmes per impegnarsi in una commedia sullo stile di 48 Hours. La minaccia aliena raccontata da Skyline, film esordiente questa settimana al botteghino, guadagna quasi 12 milioni di dollari nel weekend, i produttori dovevano essere molto sicuri del prodotto tanto da avere già in preparazione Skyline 2.

La particolarità tecnica di questo film è nel fatto che è stato girato interamente con una telecamera RED One, in grado di registrare, su hard disk, materiale in 2k, ossia una risoluzione maggiore del full HD e molto vicina a quella della pellicola, fatto che  reso la pellicola un film catastrofico low cost, come lo definiscono molti detrattori,  tra cui la Sony, la quale ha in post produzione un film del tutto simile, ma costato ben 200 milioni di dollari, a confronto dei 20 milioni di Skyline.

In quinta posizione troviamo un’altra commedia, con protagonista Rachel Mc Adams, impegnata a recuperare le sorti di un programma del mattino di una tv privata. A sostenere la giovane attrice, troviamo alcuni mostri sacri del cinema hollywoodiano: Jeff Goldblum, Diane Keaton e Harrison Ford, finalmente impegnato in una commedia,  dopo i ruoli in vari thriller ed action movie degli ultimi due anni e aver dismesso gli abiti di Indiana Jones.

Il resto della classifica resta più o meno invariato rispetto alle scorse settimane: For colored girls si mantiene al sesto posto, arrivando a 31 milioni di dollari di incasso, seguito da Red, ormai uscito da  quattro settimane, Paranormal activity 2, Saw 3D e con Jackass 3D che chiude la classifica.

Tra le uscite della prossima settimana, la parte del leone la farà, senza ombra di dubbio,  la prima parte dell’ultimo capitolo della saga di Harry Potter, lasciando al popolo dei cinefili le altre uscite, che però destano un certo interesse: esce infatti il nuovo film di Paul Haggis, il regista di Crash, con Russell Crowe ed Elizabeth Banks e Made in Dagenham che rievoca il primo sciopero di donne operaie contro la discriminazione sessuale, tra le protagoniste, l’attrice premio Oscar di Happy go lucky-La felicità porta fortuna, Sally Hawkins.

L’ultima uscita attesa è quella del nuovo film di Claire Denis con Isabel Huppert: White material.
Vedremo quanti milioni di dollari farà il maghetto (ormai non più “etto”) nel prossimo weekend.

Box Office ITA al 15/11/2010

Maschi contro femmine regge in prima posizione, in un weekend piuttosto ricco di novità. Queste ultime, tuttavia, esordiscono in maniera alquanto deludente, con una sola eccezione.

In questo weekend era possibile prevedere un cambiamento al vertice della classifica italiana dei film più visti, soprattutto per via di due uscite piuttosto forti (The Social Network e Ti presento un amico). Invece, Maschi contro femmine mantiene la pole per la terza settimama consecutiva: la commedia di Fausto Brizzi ha raccolto 1,3 milioni di euro per un totale di 11,2 milioni. E’ la settima settimana consecutiva che una pellicola italiana guadagna la prima posizione al box office.

Debutta al secondo posto la commedia con Raul Bova: Ti presento un amico ottiene infatti 814.000 euro, un risultato decisamente modesto. Ma evidentemente il numero di commedie italiane in circolazione è già piuttosto elevato…

Terzo posto per l’altra new entry sconfitta: l’acclamato The Social Network di David Fincher ottiene infatti soltanto 814.000 euro, una somma deludente per un film molto atteso.

Scende al quarto posto Benvenuti al Sud: la pellicola campione di incassi ottiene altri 786.000 euro giungendo all’incredibile quota di  27,7 milioni.

Seguono tre new entry. L’action Unstoppable – Fuori controllo debutta in quarta posizione con 553.000 euro, seguito da Devil, con solo 1000 euro di differenza. Stanno tutti bene con Robert De Niro esordisce invece con 543.000 euro.

Cattivissimo Me scende in ottava posizione con altri 514.000 euro e sfiorando i 12 milioni complessivi, mentre Winx Club 3D – Magica avventura raccoglie altri 369.000 euro per un totale di appena 2,7 milioni.
Chiude la top 10 Una vita tranquilla (273.000 euro), flop con 856.000 euro.

Da segnalare l’ottima media ottenuta da Noi credevamo, piazzatosi quindicesimo. Il kolossal storico presentato all’ultima Mostra di Venezia ha raccolto ben 127.000 euro in sole 29 sale.

Malgrado i pronostici errati di questa settimana, non ci sono dubbi su chi vincerà il prossimo weekend…

Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides: teaser poster!

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Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides: teaser poster!

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Il sito movieposter.com ha pubblicato il primo teaser poster di Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, che come da tradizione raffigura un teschio umano dall’aspetto decisamente piratesco.

Scream 4: altre immagini

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Scream 4: altre immagini

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Sono online tre nuove immagini di scream 4 Nella prima, vediamo Neve Campbell armata di coltello, e poco dopo la vediamo assieme a Mary McDonnell: le due cercano di difendersi da un attacco di Ghostface.

 

The Twilight Saga: Breaking Dawn foto in costume!

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Robert Pattinson e Kristen Stewart ritratti in costume da bagno sulle spiagge di Rio de Janeiro: ecco le foto “rubate” sul set di Breaking Dawn!

The Twilight Saga: Breaking Dawn foto in costume!

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Robert Pattinson e Kristen Stewart ritratti in costume da bagno sulle spiagge di Rio de Janeiro: ecco le foto “rubate” sul set di Breaking Dawn!

Scene tagliate in Harry Potter e i doni della morte parte 1

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Nonostante l’ultimo capito della saga del maghetto più famoso del mondo sia stata girata e scritta in due parti, oggi apprendiamo da David Heyman (produttore) intervistato da Collider,  che malgrado la divisione in due film si sono resi necessari vari tagli al montaggio finale di Harry Potter e i Doni della Morte – parte 1.

In particolare, ecco due scene eliminate dal film e che probabilmente saranno inserite nei contenuti speciali dell’home video:

* Una scena presente nel libro, girata per il film e poi tagliata: il momento in cui Dudley Dursley stringe la mano a Harry. Heyman rivela che la scena era molto bella (“Riassume uno dei messaggi più profondi di HP: che spesso le persone sono diverse da come appaiono”), ma è stata tagliata perché rallentava troppo la parte iniziale del film (“Era come se il film iniziasse troppe volte”). Nel film vedremo la partenza dei Dursley, ma senza questa stretta di mano tra i due ragazzi.

* Una scena che non è nel libro, ma che era stata ideata per il film e poi è stata tagliata: Harry e Ron danno la caccia a un coniglio. Ron è frustrato, e i suoi rapporti con Harry iniziano a incrinarsi; gli sembra che Harry non abbia un vero piano e stia trascinando lui e Hermione in un’avventura pericolosa e inutile. Durante la battuta di caccia, i due ragazzi discutono e quasi vengono alle mani.

Diretto da David Yates, Harry Potter e i Doni della Morte – parte 1 uscirà il 19 novembre 2010, mentre Harry Potter e i Doni della Morte: parte II uscirà  il 15 luglio 2011.

Fonte: Collider

Capuccetto Rosso: prime immagini ufficiali!!

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Le prime immagini di Red Riding Hood, nuovo film sulla favola di Capuccetto Rosso sono ora disponibili anche nella  ufficiale: ecco la protagonista Amanda Seyfried con l’iconico cappuccio rosso!

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