Manca ancora un po’ al ritorno di
The Mentalist 7, l’atteso settimo ciclo
di episodi della serie televisiva di enorme successo trasmessa dal
network americano della FOX. Ebbene in attesa del ritorno oggi vi
sveliamo alcune anticipazioni che riguardano i rapporti tra
Cho, Jane e Lisbon.
In The Mentalist 7,
Cho ed altri colleghi potrebbero rimanerci male
per il fatto che Jane e Lisbon
abbiano tenuto nascosta la loro relazione ed in particolare
qualcuno non reagirà bene. Cho potrebbe avere delle reazioni non
propriamente eleganti.
The Mentalist è una
serie televisiva statunitense creata da Bruno Heller e prodotta dal
2008. La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli
Stati Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la
messa in onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset,
e quella in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al
California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta la squadra
investigativa coordinata da Teresa Lisbon e formata da Kimball Cho,
Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo particolare talento di
mentalista. La sua dote gli permette di notare ogni piccolo
dettaglio, ogni sfuggevole particolare all’apparenza inutile, che
per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà
a risolvere caso dopo caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre
portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia,
causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi
sensitivo, che ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino
seriale che ha sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo
psicologico. Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di
Patrick, persona apparentemente solare e serena, ma nel profondo
turbata e desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Cresce l’attesa per l’arrivo
di The Mentalist 7, l’attesissimo
settimo e ultimo ciclo di episodi della serie televisiva di enorme
successo trasmessa dal network americano . E oggi nell’attesa vi
sveliamo due nuove guest star, si tratta di Derek
Phillips e Rob Belushi, visti
recentemente durante l’ultima stagione di How I
Met Your Mother, che saranno infatti
calati nei panni dei fratelli di Teresa Lisbon (Robin
Tunney).
The
Mentalist è una serie
televisiva statunitense creata da Bruno
Heller e prodotta dal 2008.
La serie viene
trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti
da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua
italiana, la messa in onda si divide tra la prima
TV pay che avviene in Italia, sulla
piattaforma Mediaset Premium, dal 28 aprile 2009, e
quella in chiaro che ha invece luogo inSvizzera,
su RSI LA1, dal 26 agosto 2009.
Patrick Jane è
consulente al California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta
la squadra investigativa coordinata da Teresa Lisbon e
formata da Kimball Cho, Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo
particolare talento di mentalista. La sua dote gli permette di
notare ogni piccolo dettaglio, ogni sfuggevole particolare
all’apparenza inutile, che per Patrick diventa un prezioso tassello
del puzzle che lo porterà a risolvere caso dopo caso. Il suo
talento, però, non gli ha sempre portato solo successi. Ha un
passato segnato da una tragedia, causata dalla spavalderia nello
sfruttare la sua dote fingendosi sensitivo, che ha provocato le ire
di John il Rosso, un assassino seriale che ha
sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo psicologico.
Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di Patrick, persona
apparentemente solare e serena, ma nel profondo turbata e
desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Manca ancora un po’
all’arrivo di The Mentalist 7,
l’attesissimo settimo ciclo di episodi della serie di enorme
successo trasmessa sul network americano CBS.
Ebbene era nell’aria da un po’ di tempo ma oggi l’attore
Tim Kang, che interpreta l’agente Kimball Cho, ha
confermato le voci che vorrebbero questa settima stagione come
l’ultima che chiuderà lo show.
The
Mentalist è una serie
televisiva statunitense creata da Bruno
Heller e prodotta dal 2008.
La serie viene
trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti
da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua
italiana, la messa in onda si divide tra la prima
TV pay che avviene in Italia, sulla
piattaforma Mediaset Premium, dal 28 aprile 2009, e
quella in chiaro che ha invece luogo inSvizzera,
su RSI LA1, dal 26 agosto 2009.
Patrick Jane è
consulente al California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta
la squadra investigativa coordinata da Teresa Lisbon e
formata da Kimball Cho, Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo
particolare talento di mentalista. La sua dote gli permette di
notare ogni piccolo dettaglio, ogni sfuggevole particolare
all’apparenza inutile, che per Patrick diventa un prezioso tassello
del puzzle che lo porterà a risolvere caso dopo caso. Il suo
talento, però, non gli ha sempre portato solo successi. Ha un
passato segnato da una tragedia, causata dalla spavalderia nello
sfruttare la sua dote fingendosi sensitivo, che ha provocato le ire
di John il Rosso, un assassino seriale che ha
sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo psicologico.
Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di Patrick, persona
apparentemente solare e serena, ma nel profondo turbata e
desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Mentre cresce l’attesa per la messa
in onda dei prossimi episodi di The Mentalist
7, arriva in questi giorni una dichiarazione
divertente da Robin Tunney, che tranquillizza i
fan dello show che si preoccupavano in una eccessiva piega
sentimentale che la serie potrebbe prendere in quest’ultimo ciclo
di episodi.
L’attrice che interpreta il ruolo
di Teresa Lisbon, ha spiegato durante una conferenza di
presentazione dello show: “La settima stagione non sarà Cinquanta
sfumature di grigio in versione The Mentalist”, tranquillizzando un
po’ tutti.
Per The Mentalist
7 la CBS concluderà la settima stagione con un doppio
episodio incentrato su un serial killer che si fa chiamare
Lazarus. Un assassino psicopatico che nasconde
tutto dietro un volto scialbo.
The Mentalist è una
serie televisiva statunitense creata da Bruno Heller e prodotta dal
2008. La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli
Stati Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la
messa in onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset,
e quella in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al
California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta la squadra
investigativa coordinata da Teresa Lisbon e formata da Kimball Cho,
Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo particolare talento di
mentalista. La sua dote gli permette di notare ogni piccolo
dettaglio, ogni sfuggevole particolare all’apparenza inutile, che
per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà
a risolvere caso dopo caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre
portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia,
causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi
sensitivo, che ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino
seriale che ha sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo
psicologico. Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di
Patrick, persona apparentemente solare e serena, ma nel profondo
turbata e desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Manca molto
all’arrivo di The Mentalist 7,
l’atteso settimo ciclo di episodi della serie di successo targata
e nei giorni scorsi è circolata la notizia che
l’attrice Emily Swallow ha lasciato la
serie televisiva, voce che sembra abbia ricevuto conferma dalla
diretta interessata.
Emily Swallow, che
ha interpretato il personaggio regolare di Kim
Fischer e che insieme a Dennis
Abbott ha sostituito nello show
gli Agenti Speciali Wayne
Rigsby e Grace Van
Pelt.
The
Mentalist è una serie
televisiva statunitense creata da Bruno
Heller e prodotta dal 2008.
La serie viene
trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti
da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua
italiana, la messa in onda si divide tra la prima
TV pay che avviene in Italia, sulla
piattaforma Mediaset Premium, dal 28 aprile 2009, e
quella in chiaro che ha invece luogo inSvizzera,
su RSI LA1, dal 26 agosto 2009.
Patrick Jane è
consulente al California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta
la squadra investigativa coordinata da Teresa Lisbon e
formata da Kimball Cho, Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo
particolare talento di mentalista. La sua dote gli permette di
notare ogni piccolo dettaglio, ogni sfuggevole particolare
all’apparenza inutile, che per Patrick diventa un prezioso tassello
del puzzle che lo porterà a risolvere caso dopo caso. Il suo
talento, però, non gli ha sempre portato solo successi. Ha un
passato segnato da una tragedia, causata dalla spavalderia nello
sfruttare la sua dote fingendosi sensitivo, che ha provocato le ire
di John il Rosso, un assassino seriale che ha
sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo psicologico.
Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di Patrick, persona
apparentemente solare e serena, ma nel profondo turbata e
desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Mentre cresce l’attesa per la messa
in onda di The Mentalist 7, oggi arriva
una notizia che farà felici e non poco i fan. Infatti, come molti
di voi sapranno, la settima stagione in teoria chiuderà lo show
della CBS. Ebbene oggi però arrivano le parole di
Bruno Heller che fanno intendere quanto sia
piuttosto reale la possiiblità che la serie prosegui su un’altra
emittente:
Potrebbe darsi. Non c’è motivo
per cui non vada avanti. Questo è un business. Ed è stato una parte
meravigliosa della mia vita, di quella di Simon e anche di
Robin e di Tim . Nessuna delle persone coinvolte sta andando via
gettando per terrà il microfono e dicendo “Fa***lo a tutti, io ho
chiuso con questa cosa.” E’ stata una esperienza straordinariamente
felice. Ma quando hai fatto sette anni e hai una data di
chiusura la gente si concentra su quella. Per il pubblico è
importante dare una fine. Per un altro livello, dipende da Simon. E
io farei quello che Simon vuole fare.
Per The Mentalist
7 la CBS concluderà la settima stagione con un doppio
episodio incentrato su un serial killer che si fa chiamare
Lazarus. Un assassino psicopatico che nasconde
tutto dietro un volto scialbo.
The Mentalist è una
serie televisiva statunitense creata da Bruno Heller e prodotta dal
2008. La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli
Stati Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la
messa in onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset,
e quella in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al
California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta la squadra
investigativa coordinata da Teresa Lisbon e formata da Kimball Cho,
Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo particolare talento di
mentalista. La sua dote gli permette di notare ogni piccolo
dettaglio, ogni sfuggevole particolare all’apparenza inutile, che
per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà
a risolvere caso dopo caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre
portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia,
causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi
sensitivo, che ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino
seriale che ha sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo
psicologico. Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di
Patrick, persona apparentemente solare e serena, ma nel profondo
turbata e desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Manca ormai poco al debutto di
The Mentalist 7, l’attesissimo settimo
ciclo di episodi della serie di enorme successo trasmessa dal
network americano della CBS. EBbene oggi ritorna a
parlare il produttore esecutivo Bruno Heller che ci anticipa molto
di questa nuova stagione:
Essenzialmente questa stagione
ruota intorno a ciò che accade quando la vita si dirige verso le
speranze tanto attese. Cosa succede quando arriva un lieto fine?
Che cosa succede dopo? Eric Jane e Teresa Lisbon si sono impegnati
in questo viaggio epico per sei anni, cercando di catturare Red
John, e ora raggiunto il loro obiettivo. Ma come si vive
dopo?
Una delle cose che stiamo
cercando di fare in questa stagione è offrire classici episodi di
The Mentalist, puzzle vecchia scuola, col vecchio Jane com’è sempre
stato, cercando di espandere anche il paesaggio intorno, come ad
esempio nel terzo episodio dove andiamo a Beirut, mentre tocchiamo
tutta l’America per il resto della stagione. Inoltre, con l’arrivo
del nuovo personaggio di Michelle Vega, un’agente dell’FBI,si
aggiunge un pizzico di romanticismo e una sorta di triangolo
amoroso che sembra toccare Kimball Cho e Jason Wylie.
Per The Mentalist
7 la CBS concluderà la settima stagione con un doppio
episodio incentrato su un serial killer che si fa chiamare
Lazarus. Un assassino psicopatico che nasconde
tutto dietro un volto scialbo.
The Mentalist è una
serie televisiva statunitense creata da Bruno Heller e prodotta dal
2008. La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli
Stati Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la
messa in onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset,
e quella in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al
California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta la squadra
investigativa coordinata da Teresa Lisbon e formata da Kimball Cho,
Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo particolare talento di
mentalista. La sua dote gli permette di notare ogni piccolo
dettaglio, ogni sfuggevole particolare all’apparenza inutile, che
per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà
a risolvere caso dopo caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre
portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia,
causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi
sensitivo, che ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino
seriale che ha sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo
psicologico. Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di
Patrick, persona apparentemente solare e serena, ma nel profondo
turbata e desiderosa di vendicare la sua famiglia.
Ieri è finalmente iniziata
The Mentalist 7, l’attesissimo settimo
ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal network
americano CBS e oggi sulla settima stagione arrivano le parole del
produttore esecutivo Bruno Heller, che rivela:
Essenzialmente questa stagione ruota intorno a ciò che
accade quando la vita si rivela nel modo in cui speravi quando si
ottiene un lieto fine, quindi cerchiamo di scoprire cosa possa
succedere dopo che Jane e Lisbon sono stati impegnati in questo
viaggio epico per sei anni… Come si fa a creare un diverso tipo di
vita?
Ci saranno alti e bassi in un modo assolutamente credibile
come due persone che sono veramente innamorate. È quel tipo di affetto che si è trasformato in qualcosa di più,
che a sua volta rende la storia d’amore molto più difficile per
entrambi i personaggi.
Per The Mentalist
7 la CBS concluderà la settima stagione con un doppio
episodio incentrato su un serial killer che si fa chiamare
Lazarus. Un assassino psicopatico che nasconde
tutto dietro un volto scialbo.
The Mentalist è una
serie televisiva statunitense creata da Bruno Heller e prodotta dal
2008. La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli
Stati Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la
messa in onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset,
e quella in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al
California Bureau of Investigation (CBI), dove aiuta la squadra
investigativa coordinata da Teresa Lisbon e formata da Kimball Cho,
Wayne Rigsby e Grace Van Pelt usando il suo particolare talento di
mentalista. La sua dote gli permette di notare ogni piccolo
dettaglio, ogni sfuggevole particolare all’apparenza inutile, che
per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà
a risolvere caso dopo caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre
portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia,
causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi
sensitivo, che ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino
seriale che ha sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo
psicologico. Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di
Patrick, persona apparentemente solare e serena, ma nel profondo
turbata e desiderosa di vendicare la sua famiglia.
The Memories Film
Fest, il primo festival internazionale made in Calabria,
dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio, si svolgerà a
Bocchigliero, tra le montagne della Sila
Greca, da mercoledì 9 a venerdì 11 agosto.
Ideato dall’associazione culturale no-profit Archivio Cineteca
della Calabria, in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo
Lastcam e con il sostegno della Calabria Film Commission, la
kermesse, sotto la direzione artistica di Caterina
Iannelli, ha l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il
recupero, la digitalizzazione e il restauro dei film
in nitrato di cellulosa che raccontano la Calabria di
cento anni fa, recuperando un pezzo di storia che ci appartiene e
puntando alla valorizzazione delle aree interne.
Tutto parte dalla storia di un
ritrovamento eccezionale. L’Estate Silana, un film
datato 1927, conservato nella soffitta della famiglia
Smurra di Corigliano-Rossano insieme ad altre pellicole in 35
mm.
Ospite d’onore della serata
inaugurale del festival Luciano Tovoli, uno
dei più grandi autori della cinematografica italiana, vincitore di
due Nastri d’argento, un David di Donatello con il “Viaggio di
Capitan Fracassa” di Ettore Scola, direttore della fotografia
di Suspiria, Il deserto dei Tartari, Professione
reporter, Tenebre, Bianco rosso e Verdone, Pane e
cioccolata e di altri 60 film che hanno scandito le tappe di
una carriera straordinaria. Verrà premiato dal commissario della
Film Commision Calabria, Anton Giulio Grande. Ad essere premiato
sarà anche Augusto Pelliccia, uno dei più importanti imprenditori
del cinema italiano, fondatore de l’Agustus Color di Roma.
Il 9
agosto si inizierà dalla mattina, alle 10.30, e
insieme a Francesco Madeo sarà possibile seguire un seminario dal
titolo “Come nasce un’idea, le basi della sceneggiatura”. Nel
pomeriggio, alle 17.30, si terrà un incontro per discutere del
ritrovamento, dell’importanza e della storia del Fondo Smurra. Nel
corso del festival sarà possibile vedere i fotogrammi delle
pellicole ritrovate in quella che un tempo era l’Home Cinema di
Tiberio Smurra, e guardare gli altri film custoditi dall’Archivio
Audiovisivo Lastcam, come “I Trampolieri della Sila” del
1927.
Il 10 agosto arriverà a
Bocchigliero il media artist giapponese e docente della Musashino
Art University di Tokyo, Akinori
Goto. Per la sua prima volta in Italia, l’artista
conosciuto in tutto il mondo per le sue affascinanti installazioni,
ha scelto la Calabria come sua prima meta. Accompagnato dalle note
della pianista Stefania Ricca, nel corso della seconda serata del
festival, presenterà una delle sue opere più rappresentative,
“Crossing #03”. Con le sue creazioni dà forma al movimento, al
tempo e le rende visibili attraverso la luce. Insieme a lui ci
saranno due studentesse della Musashino Art University, Rei Yajima
e Miyu Ohashi, che allieteranno il pubblico con una performance di
calligrafia tradizionale giapponese.
La sera del 10 agosto non mancherà
uno spazio dedicato al cinema d’archivio e alla musica, con un
omaggio a Moira Shearer e a Mario Palopoli, originario di Campana,
fu titolare della Torino Film e regista, produsse documentari ed
opere inedite girate in diversi formati tra gli anni Sessanta e il
2022. Verrà proiettato il cortometraggio “Palmi 1965”, con
l’accompagnamento musicale di Luigi Spataro e l’interpretazione di
Francesco Viola: nel documentario Palopoli incontra Leonida Repaci
nella sua villa di Palmi e ne racconta le abitudini.
Ecco la prima immagine ufficiale di
The Meg, il nuovo film action con Jason
Statham che raffigura entrambi i protagonisti del film:
l’attore e l’enorme squalo preistorico.
Jonas Taylor, interpretato da
Statham, è decisamente preoccupato alla vista di questo enorme
squalo alle sue spalle, e sembra che, nella storia, abbia già
incontrato la creatura in passato.
The Meg: Jason Stathamsul set del thriller sullo
squalo preistorico
La sceneggiatura, messa a punto
da Dean Georgaris, si basa sull’omonimo
romanzo di Steve AltenMeg (Meg:
A Novel of Deep Terror) che racconta il tentativo di due
uomini di fermare il gigantesco predatore preistorico – che può
arrivare alla lunghezza di 60 piedi – considerato ormai
estinto.
Se il libro si svolge sulle coste
californiane, il film sposterà l’azione sulla costa cinese. Gravity
Pictures co-finanzierà e co-produrrà Meg distribuendolo proprio in
Cina. Gli altri produttori in campo sono Apelles
Entertainment e Maeday Productions. I diritti del libro
di Steve Alten, uscito nel 1997, furono
acquistati dalla Disney, ma il film è rimasto nel limbo per anni.
Anche Eli Roth si è interessato, come regista, al
progetto ma senza sviluppi significativi. Questa sembra essere la
volta buona.
Di seguito la sinossi del romanzo:
A più di diecimila metri di profondità in un angolo sperduto
dell’Oceano Pacifico, grazie alla coincidenza di particolari
fattori ambientali è sopravvissuto un killer preistorico. Per
milioni di anni in quegli abissi senza luce si è riprodotto uno
squalo terrificante: il Megalodon, 20 metri di lunghezza e quasi
due tonnellate di peso, progenitore dell’odierno Squalo Bianco.
Paleontologo ed esperto di subacquea, Jonas Taylor è da tempo
convinto della sopravvivenza del Megalodon, che forse ha già
incontrato in una sfortunata spedizione anni prima. Quando Meg
riaffiora dalle profondità del tempo portando caos e distruzione, è
a lui che verrà chiesto di guidare la caccia al mostro e di
tuffarsi nelle acque dell’oceano.
Da noi non è ancora arrivato, eppure
The maze Runner sembra già una realtà
passata dal momento che negli States già si parla del sequel. Come
tutte le storie Young Adult che sono tanto in voga in
questi mesi, anche The maze Runner fa
parte di una trilogia che continua con il secondo capitolo
The Scorch Trials, da noi La
Fuga, e che verrà ovviamente adattato in un film dato il
successo, in patria, del primo film (che da noi arriverà il 9
ottobre).
Di seguito vi mostriamo il primo
concept di The Scorch Trials, che ci
racconterà il seguito delle avventure travagliate dei protagonisti
e che uscirà negli USA il 18 settembre 2015.
The Maze Runner è diretto da
Wes Ball e vede nel cast Will Poulter,
Thomas Brodie-Sangster, Aml Ameen, Kaya Scodelario, Dylan
O’Brien.
A chiudere la trilogia ci sarà il
film che adatterà The Death Cure (da noi
La Rivelazione, e che al momento non ha alcuna data di
uscita).
The Mauritanian è
stato presentato alla
Berlinale 2021 fuori concorso, ed è ora disponibile su Amazon Prime Video. La
sceneggiatura muove le fila dal libro autobiografico di
Mohamedou Ould Slahi, scritto durante la
detenzione in carcere nel 2005 e pubblicato soltanto dieci anni più
tardi con il titolo Guantanamo Diary. Opera dai
toni prevalentemente drammatici e d’inchiesta, e basata su una
storia vera, indaga la ricerca di una verità celata dalla crudeltà
di un governo che agisce nel silenzio generale, pur di trovare un
capro espiatorio in un nemico asserito come tale, senza soppesare
realmente le nozioni di innocenza e colpevolezza.
The Mauritanian: la vera storia di
Mohamedou Ould Slahi
Mohamedou Ould
Slahi, originario dalla Mauritania, è rinchiuso da ben
otto anni nel terribile carcere di Guantanamo poiché è stato
ritenuto uno dei responsabili dell’organizzazione terroristica
degli attentati dell’11 settembre. Non vi è nessuna prova certa
contro di lui, unicamente una serie di coincidenze e supposizioni,
benchè non sia effettivamente accusato di nulla. Gli è stata
estorta una confessione dopo tremende torture inflittegli, il che
lo ha autocondannato a vita. Il caso di Mohamedou viene riaperto
improvvisamente quando l’avvocato per i diritti civili
Nancy Hollander (Jodie
Foster)decide di volerne assumere la difesa in vista
di un potenziale nuovo processo. Contemporaneamente, il tenente
colonnello Stuart Couch (Benedict
Cumberbatch) è incaricato a preparare l’accusa,
scovando qualche omissione negli archivi ufficiali. Dunque Nancy e
la fedele collaboratrice Teri (Shailene
Woodley) iniziano a indagare per scoprire la verità
celata dietro la prigionia di Mohamedou; si troveranno a che fare
con un intero sistema che cerca di occultare ogni prova relativa
all’esistenza di Guantanamo e delle terribili torture e ingiustizie
che vi si compiono.
Sul piano narrativo, la
trama di The Mauritanian procede su due linee
parallele: da un lato, veniamo a conoscenza della vita di Slahi in
prigione, dall’altro assistiamo alle indagini della Hollander e del
tenente Couch. Nancy è ferma, rigorosa, ma compassionevole quando
necessario. Nella sua mente, non importa se Salahi sia colpevole o
meno: dopo aver invocato l’habeas corpus, il governo deve ora
necessariamente accusarlo di un crimine se intende continuare la
sua prigionia. Numerosi sono i flashback delle torture
subite dal protagonista, della sua infanzia e dello studio come
ingegnere in Germania, quindi in Afghanistan, nel 1990, nei
campi di addestramento dei mujahideen (all’epoca alleati degli
Stati Uniti contro Mohammad Najibullah, il leader scelto dai
russi, come ricorda lui stesso ai suoi torturatori), quindi a
Montreal, dove secondo le accuse, avrebbe finalizzato la sua
collaborazione con Al-Qaeda.
The Mauritanian si
confronta direttamente con l’ideologia che è alla base di tutto:
scatti persistenti di bandiere americane che sventolano sopra un
cortile di una prigione mostrano un nazionalismo protettivo; il
modo vago e frenetico con cui i funzionari governativi spazzano via
i dubbi ci ricorda che il desiderio pubblico di sangue, dopo l’11
settembre, ha soppiantato ogni senso di giustizia.
Il punto di luce di The Mauritanian
è l’interpretazione di Rahim
Il punto di luce massima di The
Mauritanian è costituito dall’interpretazione di Tahar Rahim,
diamante dell’intera pellicola; la capacità dell’attore risiede
infatti nel delineare in maniera ottimale l’identità del
prigioniero, tramite frammenti di quotidianità prelevati di
soppiatto, come lo scambio di qualche frase con un altro
prigioniero, senza poterlo vedere, o mentre cerca di “fare
amicizia” con un’iguana. Le fasi giudiziarie sono limitate alla
breve parte finale, accompagnata poi da veri filmati di repertorio,
mentre il resto del racconto si concentra sulle fasi investigative
e sul dramma personale vissuto dal protagonista.
Jodie Foster e
Benedict Cumberbatch, sebbene regalino due performance
degne di nota, sono invece costretti all’interno di una
sceneggiatura che lascia loro poco spazio per mettersi in luce,
puntando tutto su Tahar Rahim. Il personaggio meno centrato e
motivato di tutti, risulta purtroppo essere quello dell’assistente
Teri Duncan, a cui non è riservato uno sviluppo coerente e la cui
presenza per lo sviluppo drammaturgico dell’opera risulta essere
puramente accessoria.
The Mauritanian
non riesce purtroppo ad evitare di cadere in uno schematismo
consolidato del genere; ne consegue che, benché le vicissitudine
dei personaggi siano emotivamente coinvolgenti, è difficile
individuare intuizioni o soluzioni stilistiche che riescano ad
elevare la pellicola rispetto ad altri prodotti sui generis. La
pellicola è un esempio, nel complesso piuttosto godibile, di cinema
civile, corretto e necessario, privo tuttavia di un efficacia
narrativa e filmica tale da far emergere il tutto rispetto ad altri
prodotti simili. La perspicacia massima di Kevin
Macdonald risiede nella claustrofobia fotografica
derivante dal gioco di spazi chiusi o semi-aperti, che dominano il
girato e sono indirizzati a trasmettere la sensazione di perpetua
impotenza di cui è vittima Slahi.
McDonald gioca con le proporzioni e
tonalità di colore per stabilire il passato di Slahi, le sue
esperienze a Guantanamo e il processo. C’è un’ironica attenzione ai
dettagli, che perdura per l’intero minutaggio: ne sono esempi
l’indugiare su un cartello che recita “Non fare del male alle
iguane”. Penalità di 10.000 dollari”.
Kevin Macdonald non
risparmia pugni mentre descrive la tortura e la degradazione
prevalenti a Guantanamo dopo l’11 settembre, indirizzando
chiaramente lo sguardo dello spettatore alla consapevolezza che
l’esperienza di Slahi non è stata unica: egli era uno dei centinaia
ad affrontare questi orrori. La visualizzazione di Macdonald nei
riguardi della figura di Slahi, l’uso della musica, della luce e
del montaggio e la performance viscerale di Rahim costituiscono i
punti vincenti dell’intera pellicola, ultimo lavoro di
Kevin Macdonald e per cui, ricordiamo, Jodie Foster ha vinto il
Golden Globe come migliore attrice protagonista, e Tahar Rahim
ha ricevuto una nomination per il migliore attore in un film
drammatico.
In un commovente nuovo post su
Instagram, l’attore Will Smith ha condiviso una
serie di filmati domestici che ha realizzato con suo figlio Trey e
ispirati a The Matrix. Smith, che ha
recitato in altri successi di fantascienza degli anni ’90 come
Independence Day e Men In
Black, è stato quasi scelto per interpretare Neo nel
film degli allora fratelli Wachowski.
Smith in precedenza aveva rivelato
in un video su YouTube che gli era stato offerto il ruolo da
protagonista nel film del 1999 che poi ha fatto la storia del
genere. Tuttavia, incerto su come sarebbe stato realizzato il film
e volendo evitare di recitare in un altro film di fantascienza, Smith alla fine ha
rifiutato la parte, che è stata poi data a Keanu
Reeves.
The Matrix è finito per diventare un
film d’azione innovativo, con due sequel già usciti all’inizio
degli anni 2000 e un terzo in lavorazione in questo momento.
Matrix 4 vedrà il ritorno di Reeves, così
come dell’originale co-protagonista Carrie-Anne
Moss, che tornerà a vestire i panni della letale
Trinity.
In un post di Instagram di questa settimana,
Will Smith ha rivelato che ogni anno per il
compleanno di suo figlio Trey, il duo ha girato un “episodio” di un
film domestico chiamato “The Treytrix”.
Il post di Instagram include
filmati, completi di sequenze d’azione, dialoghi (“Dammi
l’amuleto!”) ed effetti speciali rustici. Dimostrando ulteriormente
la sua buona fede come padre dell’anno, Will Smith
ha anche condiviso una commovente didascalia augurando a suo figlio
adulto un felice compleanno.
Trey Smith ha risposto al post con i
suoi affettuosi ricordi, scrivendo “Questi erano i modi
migliori in assoluto per passare del tempo con la
famiglia”.
Trey è il figlio maggiore di
Will Smith. Sebbene non abbia raggiunto la fama di
Hollywood come gli altri figli di Smith, Jaden e Willow, Trey fa
anche parte dell’industria dell’intrattenimento. Con una manciata
partecipazioni a film e serie tv in veste d’attore, Trey è ora un
DJ con quasi 500.000 follower su Instagram. Tutta la famiglia Smith
ha una carriera nel mondo dello spettacolo e Will
Smith non è l’unico membro del clan associato alla
trilogia di The Matrix.
La moglie di Will
Smith, Jada Pinkett Smith, è stata
co-protagonista nei sequel di The Matrix
e in ottobre si è sparsa la voce che fosse in trattative per
riprendere il ruolo di Niobe per il prossimo Matrix 4. I sequel
non hanno mai ricevuto il plauso della critica nella stessa misura
dell’originale del 1999; tuttavia, molti fan sono ancora desiderosi
di vedere nuovi film ambientati in quell’universo futuristico.
Finora, si sa molto poco sull’ultima
novità del franchise The Matrix. Secondo
quanto riferito, i produttori stanno cercando di lanciare una serie
su giovane Morpheus, che potrebbe indicare il desiderio di giocare
questa volta con i piani temporali. E nonostante gli eventi dei
sequel precedenti, che vedeva la morte di tutti i rpotagonisti,
Reeves e Moss hanno firmato per tornare.
Nel frattempo, “The Treytrix” è il
primo materiale originale su Matrix ad essere stato diffuso da
molto tempo. The Treytrix potrebbe non dimostrare ai fan del film
che Smith avrebbe dovuto accettare il ruolo di Neo. Tuttavia, è
un’ulteriore prova che crescere con una star d’azione come
Will Smith sembra molto divertente.
La notizia di un film che potesse
portare di nuovo il franchise di The Matrix sul
grande schermo ha creato confusione trai fan che sembrano essere
molto curiosi di capire cosa mai possano raccontare le nuove
storie.
Si è parlato di un possibile
flashback sulla giovinezza di Morpheus, con
Michael B. Jordan, e di un universo condiviso, ma adesso arriva una
nuova informazione, un po’ buffa, sul film originale.
Simon Whiteley, il designer non
accreditato per la sequenza dei titoli di testa del film che vede
protagonista il codice verde verticale, ha dichiarato
a CNetche
l’ispirazione per quella scena arriva da un luogo decisamente
inaspettato: un libro di ricette giapponesi di sua moglie!
“Mi piace dire a tutti che il codice
di The Matrix è stato inventato a partire da un libro di ricette di
sushi. Senza quel codice non ci sarebbe nessun Matrix.”
Aspettiamo intanto altre novità in
merito al film in sviluppo.
È passato quasi un anno da quando
abbiamo appreso per la prima volta dei piani di Drew
Goddard per scrivere e dirigere un nuovo film di
Matrix. Le voci di un reboot o di uno spin-off
persistono da anni (il prequel con Michael B.
Jordan nei panni di un giovane Morpheus non si è mai
concretizzato), ma abbiamo sentito molto poco su questo progetto da
quando è stato annunciato dalla Warner Bros. Discovery.
Goddard, noto soprattutto per aver
scritto The Martian e diretto Quella casa
nel bosco (ha lavorato anche a Daredevil
di Netflix e al film mai realizzato Sinister
Six per Sony Pictures), potrà contare sull’aiuto della
co-creatrice del franchise Lana Wachowski, che ha
aderito al progetto in qualità di produttrice esecutiva.
Ieri, Will Smith ha condiviso un post criptico
su Instagram in cui affrontava la sua ormai famigerata decisione di
rinunciare al ruolo di Neo in Matrix del 1999 per recitare invece
in Wild Wild West.
Il vincitore dell’Oscar ha condiviso
un breve video con un messaggio in stile Matrix che recita:
“Nel 1997, i Wachowski hanno offerto a Will Smith il ruolo di
Neo in Matrix. Smith ha rifiutato.
Ha scelto Wild Wild West, credendo che fosse più adatto a lui
in quel momento. Ma la domanda rimane: come sarebbe stato Matrix
con Will Smith come Neo?” Per poi concludersi: “Svegliati,
Will… Matrix ti ha preso…”
Purtroppo, non sembra che Smith
stesse stuzzicando un ruolo nel film di Goddard,
dopotutto. Variety ha rivelato: “Fonti informate hanno
confermato… che Smith (almeno a questo punto) non è coinvolto nel
franchise cinematografico”. Anche l’Hollywood Reporter è
intervenuto con: “Will Smith non si unirà alla Warner Bros. e
al regista Drew Goddard in un nuovo film di Matrix per lo studio,
ci dicono fonti interne”.
Quindi, cosa stava esattamente
dicendo Smith se non stava parlando di un nuovo film? Beh, ora c’è
una convinzione diffusa che probabilmente abbia a che fare con i
suoi piani di pubblicare un album musicale per la prima volta dal
“Lost and Found” del 2005. Dopotutto, perché non riflettere su uno
dei suoi più grandi passi falsi della carriera in una nuova
canzone?
Vale anche la pena sottolineare che
il Super Bowl si sta avvicinando rapidamente e Smith potrebbe
finire per interpretare Neo in uno spot pubblicitario per un numero
qualsiasi di marchi.
Matrix è uscito nel
1999 con grande successo, seguito da Matrix
Reloaded e Matrix Revolutions nel 2003.
Non hanno ricevuto una risposta calorosa come l’originale e Lana è
tornata alla proprietà (senza Lilly) nel 2021 per The
Matrix Resurrections. “Non è un’esagerazione dire che
i film di Matrix hanno cambiato sia il cinema che la mia
vita”, ha detto Goddard del reboot. “L’arte squisita di
Lana e Lilly mi ispira ogni giorno e sono più che grato per la
possibilità di raccontare storie nel loro mondo”.
Dopo aver firmato le sceneggiature
di X-Men 2, Elektra,
X-Men: Conflitto Finale, The
Avengers (in coppia con Joss Whedon)
e Ready Player One (il film diretto
da Steven Spielberg in uscita tra
pochi giorni), Zak Penn ha rivelato a ScreenRant che è al lavoro su un
nuovo capitolo legato al franchise di Matrix.
“Sto scrivendo qualcosa su
Matrix al momento. È un franchise che vorrei disperatamente
veder tornare sul grande schermo, ma non posso scendere troppo nei
dettagli. Diciamo che ho tormentato la Warner Bros. per anni
cercando di convincerli ad espandere l’universo di Matrix. Ci sto
ancora lavorando“.
“Matrix
rappresenta un universo incredibile, anzi credo che l’ Oasis di
Ready Player One sia un po’ la sua versione action-comedy” ha
aggiunto Penn. Non è detto che un nuovo film debba avere gli
stessi personaggi del passato, potresti aggiungere cose e andare in
tante direzione diverse“.
Il franchise di
Matrix aveva debuttato nel 1999 con la regia di
Lana e Lilly Wachowski. Seguirono
poi Matrix Reloaded e Matrix
Revolutions (usciti entrambi nel 2003).
Che ne pensate? Vi
piacerebbe rivedere un film ambientato nell’universo di Neo?
Cailee Spaeny
spera davvero di avere la possibilità di recitare in The
Matrix 5. Parlando con The Hollywood Reporter, a
Cailee Spaeny è stato chiesto se sarebbe
interessata a interpretare un ruolo in Matrix 5,
che
sarà diretto da Drew Goddard. Goddard e Spaeny
hanno già lavorato insieme in Bad Times at the El
Royale del 2018, un film diretto da
Goddard che vedeva la star di Priscilla
interpretare un personaggio di nome Rose Summerspring.
“Mettiamo le cose in chiaro. Ho
anche il mio cappotto di Matrix qui. Farei qualsiasi cosa con Drew
Goddard“, ha detto Spaeny. “È una mente geniale e sono
davvero entusiasta per lui. Quindi, sì, facciamolo e vediamo cosa
succede. Manifestiamolo“.
Oltre a interpretare
Priscilla Presley nel film 2023 di
Sofia Coppola, la Spaeny ha recitato in film come
Pacific Rim Uprising del 2018, On the Basis of
Sex del 2018, Vice del 2018 e The Craft:
Legacy. Prossimamente la vedremo in Civil
War di A24, che
uscirà nelle sale il prossimo weekend, e in Alien:
Romulus di Fede Álvarez, in arrivo ad agosto.
È stata diffusa la notizia che la
Warner Bros. stava procedendo con un quinto film di Matrix il 3
aprile 2024.
The Matrix 5 sarà il primo film del
franchise a non essere diretto da Lana o Lilly Wachowski, anche se
Lana sarà produttrice esecutiva del film. I dettagli sulla trama
non sono ancora stati resi noti, ma si parla di “una nuova
versione per ampliare il franchise“.
Non è un’iperbole dire che i film
di Matrix hanno cambiato il cinema e la mia
vita”, ha dichiarato Goddard in un comunicato su
Matrix 5. “Lana e Lilly hanno fatto un lavoro straordinario e
hanno fatto un’ottima scelta. “La squisita maestria di
Lana e Lilly mi ispira quotidianamente e sono oltremodo grato per
la possibilità di raccontare storie nel loro mondo“.
Non sono state ancora annunciate
pubblicamente le scelte di casting per Matrix 5 e
non è chiaro se Keanu Reeves riprenderà il suo ruolo di Neo
nel film. Al momento Matrix 5 non ha una data di uscita.
Arriva da Collider la notizia che
Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast di
The
Matrix 4, attualmente in produzione con la regia
di Lana Wachowski.
Il ruolo è al momento segreto ma
sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick
Harris, già confermato nel
cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno
i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast
sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II,
Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e
che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Da Sense
8 a The
Matrix 4, Toby Onwumere ha
senza dubbio fatto un salto di qualità, forte dell’amicizia, nata
sul set della serie Netflix, con Lana
Wachowski. L’attore, che nello show chiuso alla
seconda stagione interpreta uno degli 8 protagonisti, entra nel
cast dello sci-fi avvolto dal mistero ma già molto atteso dai fan
della trilogia originale.
Proprio ieri è arrivata la conferma
che anche Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast. Vi
ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya
Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e
Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del
franchise sarà diretto da Lana Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Dopo aver diffuso, in ben 190 paesi,
prima titoli di serie o film spagnoli, poi coreani e turchi,
Netflix
ora punta anche sulla distribuzione di produzioni del mercato
arabo. Il thriller psicologico The Matchmaker è
girato ad AlUla, un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO in
Arabia Saudita, una vasta oasi desertica di 22 km
quadrati dove transitava l’antica Via dell’Incenso che veicolava
spezie e altre mercanzie dallo Yemen e dall’Oman, ora meta anche
per il nuovo turismo di lusso nel deserto. Questo film è prodotto
da Telfaz11 e diretto da Abdulmohsin Aldabaan. La
trama segue la storia di Tarek, un semplice
impiegato che si innamora perdutamente della bellissima stagista
del suo ufficio.
La trama di The
Matchmaker
Tarek (Hussam Al
Harthi) lavora come tecnico informatico in un’azienda, è
sposato con Reem (Rahaf Ibraheem) e ha una figlia
ma quando torna a casa, sempre di sera molto tardi come fa notare
la sua bambina, non dedica mai del tempo alla famiglia e preferisce
andare a dormire. Lo stesso uomo, nel cuore della notte, si sveglia
e spia dal tetto segretemente una coppia che si sta divertendo e
ballando nell’appartamento davanti al suo palazzo e prova invidia.
Ma perchè Tarek è cosi distante da sua moglie?
L’unica spiegazione è che l’impiegato e annoiato della sua vita
monotona ma l’arrivo in ufficio di una giovane donna di nome Salma
(Nour AlKhadra), forse gli cambierà la sua
esistenza per sempre.
Il protagonista al lavoro, ascolta e
guarda un video su internet che spiega la differenza tra un maschio
e un uomo. Tarek ovviamente è il classico individuo tranquillo e
pacato che sogna di essere un maschio alfa. Intanto la sua collega
Salma, di punto in bianco, da le dimissioni e lui
in preda al suo folle innamoramento per la ragazza decide di
prendere un volo e raggiungere la ex collega in uno strano resort
nel deserto. Questo residence di lusso è gestito da un sensale,
Hessa (Reem Al Habib), che assicura al
protagonista, perplesso e anche un po’ spaventato, che il posto
dona la totale priorità della privacy per chi ci soggiorna e spiega
le varie fasi della vacanza. Ma si persepisce qualcosa di terribile
in quello strano luogo, prima di tutto non esiste una rete mobile e
secondo, chi lavora lì sono dei camerieri molto inquietanti e
indossano delle tuniche color rosso sangue.
Durante la prima sera nel
resort, Tarek fa amicizia con un’altro ospite che
gli racconta che i suoi amici non sono mai più tornati indietro. Il
protagonista inizia a percepire, finalmente, che il posto non è
sicuro e vuole scappare, ma viene risucchiato in vari sogni e poi
incubi ad occhi aperti, ma per fortuna riesce
ad uscirne fuori. Tarek decide di lasciare il resort, convince
persino un altro uomo ad andare via con lui, ma ovviamente appena
sale in auto viene fermato da uno dei dipendenti di Hessa. Alla
fine il protagonista, grazie all’aiuto di Salma riesce a tornare a
casa e finalmente capisce la fortuna di aver una moglie e una
figlia che gli vogliono bene.
Un film che ricorda Black
Mirror
Il significato di The
Matchmaker viene spiegato tutto nella sequenza iniziale
stessa. Una voce femminile racconta la leggenda di una donna e
della sua missione su come purificare i peccati
degli uomini attraverso il fuoco. Il film si
rivela fin da subito un racconto d’ispirazione dal
folklore e dalla mitologia con mariti infedeli che
quando bruciano vivi, annientano con le fiamme anche la loro
tendenza a commettere adulterio. Dopo la loro morte questi uomini
rinascono, ma come servi fedeli che eseguono ogni comando delle
donne della congrega della sensale.
Il concetto principale è
interessante, ma il regista non è bravo nella sua esecuzione.
Questo film però possiede un punto a suo favore, quello di
ricordare una dinamica alla
Black Mirror. Le atmosfere dello strano resort,
nascosto nel deserto, possono essere utilizzate per una qualsiasi
trama della serie antologica. In The Matchmaker abbiamo la dinamica
di una sensale che promette agli uomini che li abbinerà alla loro
sposa perfetta, il “misyar” un matrimonio senza vincoli dove la
moglie rinuncia ai diritti matrimoniali convenzionali, solo che qui
si rivela con il risultato contrario.
Il finale è insoddisfacente anche
perché la storia è brevemente guidata dal protagonista, un
personaggio molto anonimo e troppo poco definito. Accogliamo con
favore il punto di vista opposto, quello di Salma, anche è l’unica
attrice del cast che spicca grazie alla sua ottima recitazione,
purtroppo il suo personaggio appare solo all’inizio e nel finale
frettoloso. Per concludere The Matchmaker avrebbe
potuto usare un po’ di tempo in più, 120 minuti sono troppo pochi,
per sistemare le cose e sfuttare il personaggio più riuscito quello
di Salma.
Nella mattinata si era diffuso un
rumors sul nuovo possibile regista di The Masters Of The
Universe. Ebbene in serata arriva da
The Hollywood Reporter la conferma che il
regista Jeff Wadlow (Kick-Ass
2) è a bordo del progetto ma solo nelle vesti di
sceneggiatore al momento. Il noto sito aggiunge inoltre che
comunque Jeff Wadlow è in lizza per la regia oltre
a al regista di Another
Earth, Mike Cahill.
Wadlow era
già stato contattato da Fox per
dirigere X-Force, ma se questo
progetto andrà in porto probabilmente il regista dovrà abbandonare
il film per Fox e dedicarsi solamente al progetto Sony
Di seguito potete trovare la trama
generale di Masters of the
Universe:
Il principe Adam, il giovane ragazzo figlio di re Randor e della
regina Marlena, è uno scansafatiche sempre alla ricerca di svago,
assieme il suo fedele amico Cringer (una tigre fifona che diventa
il possente Battle-Cat); viene spesso ripreso, soprattutto dalla
sua amica d’infanzia, il capitano delle guardie Teela, a causa dei
suoi giochi e della sua perenne assenza in ogni situazione di
pericolo. In pochi sanno che egli è in realtà He-Man, l’uomo più
forte dell’universo, il difensore dei segreti del castello di
Grayskull e della pace su Eternia, nel quale si trasforma con
l’ausilio della sua Spada del Potere. He-Man, insieme ai suoi amici
“dominatori” (difensori di Eternia), tiene a bada le malvagie forze
di Skeletor, intenzionato a conquistare il Castello di Grayskull,
Eternia e l’universo intero con l’aiuto dei suoi scagnozzi
Evil-Lyn, Beast Man, Mer-Man e Tri-Klops.
Ha fatto parlare di sé film dalla
messa in produzione, ed ora The Master,
ultimo lavoro di Paul Thomas Anderson
arriva sugli schermi italiani (il 3 gennaio) dopo una trionfale
presentazione al Festival di Venezia, dove ha portato a
casa il Leone d’Argento alla regia e la Coppa Volpi alla migliore
interpretazione maschile, condivisa tra Joaquin Phoenix e Phillip
Seymour Hoffman.
In The
Master Freddie (Joaquin
Phoenix) è un reduce della Seconda Guerra Mondiale,
completamente dilaniato dall’esperienza della guerra che fatica a
ritrovare un suo spazio nel mondo, nonostante gli vengano offerte
diverse possibilità di reinserimento. La sua turbolenta strada si
intreccia con quella di un uomo molto carismatico, “maestro” di una
sorta di organizzazione religiosa, convinto di riuscire ad aiutare
il suo nuovo amico con i suoi “metodi” che affondano le radici in
un misto tra psicoanalisi, misticismo e non poca esaltazione.
Presto però Freddie comincerà a mettere in dubbio il credo del suo
mentore, trovandosi ancora una volta ad affrontare il mondo in
solitudine.
The Master, il film
The
Master è innegabilmente un film potente, un film che
scava nello spettatore a cercarne i nervi scoperti, tutto
attraverso due interpretazioni straordinarie, di quelle che
capitano una volta nella vita. Maghi assoluti della recitazione,
Phoenix e Hoffman si dividono la scena in un susseguirsi di
dialoghi e battibecchi completandosi a vicenda poiché sono tanto
violente e spropositate le reazioni del primo, quanto misurate e
calcolate quelle del secondo.
Anderson si affida principalmente
ai suoi due protagonisti, assolutamente all’altezza della tensione
emotiva della storia, senza apparentemente curarsi troppo del
dettaglio, e inserendo quasi a margine un altro personaggio
profondamente importante e a sua volta tormentato. Si tratta di
Amy Adams che interpreta la moglie di Hoffman e che si
rivela pian piano sempre più importante come ago della bilancia nel
rapporto del marito con il giovane “caso umano”.
Eppure il film sembra stagnare
proprio nella regia, nel ritmo del racconto, che non procede, si
impantana e conferisce al film una lentezza che non giova alla sua
godibilità. Non si può certo parlare di film non riuscito, poiché
Anderson ha sempre qualcosa di interessante da dire, ma questa
volta sembra che proprio la sua regia non sia stata all’altezza
delle interpretazioni laceranti dei protagonisti e della
sceneggiatura, straordinario racconto di due esistenze che si
scontrano per darsi reciprocamente equilibrio, senza però
riuscirci.
The
Master resta, con tutti i suoi difetti, un film
potente, straordinario affresco di individualità pubbliche e
private, superbo esempio di come un attore possa elevare la sua
arte al sublime.
Mentre attendiamo l’arrivo a
Venezia di The Master, ultima fatica di Paul
Thomas Anderson, il fan site Cigarettes & Red
Vines ha diffuso 2 nuove immagini del film, insieme ad
alcune dichiarazioni di Philip Seymour Hoffman e della produttrice
Joanne Cellar riguardo al possibile parallelismo fra le vicende
raccontate nella pellicola e la vita del fondatore di Scientology
L. Ron Hubbard:
“No, non è la storia di Ron
Hubbard. [Scientology] è stato uno dei grandi movimenti dell’epoca,
ma non era l’unico” spiega Hoffman. “Non c’è nulla nel mio
comportamento o nei miei discorsi che ricordi Hubbard. Ho pensato a
molte personalità eccentriche e carismatiche, come per esempio
Orson Welles”.
“Saranno gli spettatori a
trarre le loro conclusioni su quell’aspetto del film, Anderson è
interessato a far vedere come i veterani tornarono a casa dalla
Seconda Guerra Mondiale. Erano anime perdute incerte sul loro
futuro.”
“Il personaggio di Joqauin è un
cane bastonato, non importa dove vada, è sempre in mezzo ai guai. E
io sono in grado di gestirlo”.
L’attesissimo film veneziano presentato
ieri al Lido, The Master, uscirà nelle sale USA il prossimo 21
settembre. Ecco che vi presentiamo, grazie a JustJared, il theatrical trailer del film
Uno dei ruoli certamente più iconici
della carriera di Jim
Carrey è quello di Stanley Ipkiss nella commedia
fantastica del 1994 The Mask – Da zero a
mito. Grazie a quel ruolo, Carrey ottenne una
nomination ai Golden Globe e visto l’incredibile successo del film,
nel 2005 venne realizzato anche un sequel stand-alone,
Son of the Mask (uscito in Italia col
titolo The Mask 2), che però non vide il ritorno di Carrey
e non riuscì ad ottenere i consensi del predecessore.
Sono anni che i fan chiedono un
nuovo film basato sull’omonimo personaggio dei fumetti della Dark
Horse creato nel 1989 da John Arcudi e Doug Mahnke e sembra che lo
stesso Jim Carrey sia aperto alla possibilità di
tornare nei panni del timido bancario che si trasforma nel bizzarro
personaggio in zoot suit dalla faccia verde.
In occasione della promozione di
Sonic – Il
Film, Carrey ha rivelato in un’intervista con
ComicBook che,
sebbene non si preoccupi mai del futuro dei suoi film e dei suoi
personaggi quando è intento a girare, potrebbe lasciarsi convincere
a tornare nell’universo di The Mask, ma
ad una condizione:
“Non ragiono mai in termini di
sequel o cose del genere”, ha spiegato Jim
Carrey. “Voglio dire, Sonic andrebbe bene in relazione
a questo discorso perché non abbiamo ancora fatto evolvere del
tutto il personaggio di Robotnik. Per quanto riguarda The Mask,
personalmente, dipenderebbe dal regista. Davvero, tutto
dipenderebbe dal regista. Non voglio farlo tanto per farlo. Ma lo
farei soltanto se avessi la possibilità di lavorare con un regista
folle e visionario. Questo è certo.”
Cosa ne pensate? A voi piacerebbe un
sequel di The Mask con Jim
Carrey? Ricordiamo che il film originale fu un successo di
pubblico e critica e segnò il debutto di una giovane Cameron
Diaz sul grande schermo. Un anno dopo l’uscita del
film nelle sale, vennero prodotti una celebre serie tv
animata e un videogioco omonimi.
Negli anni Novanta Jim
Carrey era l’attore più popolare del mondo, nonché
uno dei primi a ricevere compensi milionari per i suoi film
campioni di incassi. Nel solo 1994 egli ha recitato in tre
lungometraggi che lo hanno consacrato come re della commedia
statunitense. Si tratta di Scemo & più scemo, Ace Ventura –
L’acchiappanimali e The Mask – Da zero a
mito. Diretto da Chuck Russell
(regista anche noto per Blob – Il fluido che uccide, L’eliminatore e La mossa del diavolo),
il film è basato sul celebre personaggio dei fumetti ideato nel
1989 da John Arcudi e Doug
Mahnke. Con l’arrivo sul grande schermo, questo ottenne
una popolarità che si protrae ancora oggi.
The Mask è stato il
primo titolo per il grande schermo prodotto dalla Dark
Horse Entertainment, la divisione cinematografica
dell’omonica casa editrice di fumetti nota anche per Sin
City ed Hellboy). Il fumetto, tuttavia, è noto per il
suo tono cupo e la violenza grafica. Sulla base di ciò, si pensava
inizialmente di trarne una nuova saga horror, ripiegando però
infine su un prodotto più per famiglie, meno tetro e con maggiori
elementi di comicità. L’ingresso nel cast di Carrey confermò poi
questa volontà, rendendo The Mask – Da zero a
mito un’opera estremamente divertente ancora oggi.
Con un budget di 20 milioni di
dollari ed un incasso globale di 350, il film si affermò come uno
dei maggiori profitti del suo anno e non solo. Nonostante siano
passati quasi 30 anni, The Mask – Da zero a mito rimane
ancora oggi un titolo a suo modo insuperato nel suo genere. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The Mask – Da zero
a mito
Protagonista del film è
Stanley Ipkiss, impiegato in una banca di Edge
City caratterialmente romantico, timido e debole. Gli unici amici
che ha, sono il collega Charlie e l’adorato
cagnolino Milo. Una mattina una seducente bionda,
Tina Carlyle, entra in banca per aprire un conto e
si dirige da Stanley, che alla vista della ragazza rimane
folgorato. In realtà, la donna sta filmando l’interno della banca
per favorire una rapina, progettata dal suo fidanzato
Dorian Tyrel, un gangster che necessita di liquidi
per intraprendere uno scontro fra bande e conquistare il primato
locale. La vita di Stanley prenderà però una piega inaspettata
proprio in quello che lui considera il giorno peggiore della sua
vita.
A conclusione di questo, infatti,
l’auto di Stanley si ferma improvvisamente su un ponte,
manifestando un guasto al motore. Disperato, egli trova però in
quell’imprevisto la sua fortuna. Questa si concretizza sotto la
forma di una maschera antica che raffigura Loki, il dio norvegese
dell’astuzia e dell’inganno. Incuriositò dall’oggetto, Stanley
decide di raccoglierla e portarla a casa. Quando per gioco la
indosserà, si vedrà trasformare in The Mask, un instabile
personaggio dalla faccia verde, dotato di invulnerabilità fisica e
di altri bizzarri poteri. Con queste nuove abilità, deciderà di
conquistare ciò che fino ad ora non ha potuto permettersi.
The Mask – Da zero a mito: il cast del film
L’intero film si fonda sulle
capacità istrioniche del protagonista, per il quale era dunque
necessario trovare il giusto interprete. Inizialmente si presero in
considerazione attori come Rick Moranis, Robin
Williams e NicolasCage.
Il regista, tuttavia, rimase colpito dalla comicità di Jim Carrey, in
quel momento popolare grazie al programma In Living Color.
Quando l’attore ebbe modo di leggere la sceneggiatura, sentì che
quello di The Mask era un personaggio scritto su misura per lui. Il
contributo dato da Carrey fu preziosissimo. Non solo i suoi
movimenti fisici risultarono talmente tanto cartooneschi da non
necessitare di effetti speciali in post-produzione, ma egli
improvvisò anche molti dei momenti più iconici.
Accanto a lui, nel ruolo di Tina
Carlyle, vi è l’attrice Cameron Diaz,
qui al suo primo ruolo cinematografico. Pur non avendo esperienze
pregresse nella recitazione, l’attrice fu scelta tra tante per il
suo essere una persona divertente e per la chimica di coppia
dimostrata con Carrey. L’attore Peter Greene
interpreta l’antagonista Dorian Tyrell, mentre Orestes
Matacena è Niko, il boss mafioso rivale di Dorian. Gli
attori Peter Riegert e Jim
Doughan sono invece i detective della polizia Mitch
Kellaway e Doyle, impegnati nella cattura di The Mask.
Indimenticabile è anche il cane Milo, appartenente al protagonista,
interpretato da un vispo Jack Russell.
The Mask – Da zero a mito:
il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
In seguito al grandissimo successo
del film è stata realizzata una serie animata, molto apprezzata dai
fan. Ci è però voluto il 2005 perché il personaggio tornasse al
cinema in The Mask 2. Il personaggio è
però qui interpretato da JamieKennedy, in quanto Carrey si disse non interessato
a riprendere il ruolo. Questa nuova trasposizione si affermò
tuttavia come un cocente flop di critica e pubblico e per anni non
si parlò più di dedicare ulteriori film a The Mask. Solo di
recente, però, lo stesso Carrey ha aperto alla possibilità di
riprendere il ruolo. L’unica condizione perché ciò avvenga,
tuttavia, sarebbe la presenza di un regista visionario con cui
l’attore possa avere interesse a collaborare. Il futuro di The
Mask rimane dunque ancora incerto.
È possibile fruire di
The Mask – Da zero a mito grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 25 settembre alle ore
21:10 sul canale TwentySeven.
Ecco un nuovo spot tv per The
Marvels, il prossimo film MCU in arrivo l’8 novembre e che
vede protagoniste tre eroine che promettono scintille: Captain Marvel di Brie
Larson, Ms. Marvel di Iman Vellani e
Monica Rambeau di Teyonah
Parris. Ecco lo spot diffuso in occasione della Gara
3 delle finali WNBA.
Today, we’re going Higher, Further, Faster
in Game 3 of the WNBA Finals on @ABC at
3pm/ET.
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 8 novembre
2023.
È stato rivelato un
nuovissimo video di The
Marvels per il prossimo film di
squadra di supereroi dei Marvel Studios, con molte sequenze piene di
azione e filmati dietro le quinte.La featurette
evidenzia l’alchimia tra Captain Marveldi Brie
Larson, Ms. Marveldi
Iman
Vellani e Monica
Rambeau di
Teyonah
Parris. Accenna anche al dilemma di Carol
Danvers nel diventare leader di un gruppo dopo aver lavorato da
sola per così tanti anni. L’arrivo nelle sale cinematografiche
del film è attualmente previsto per il 10 novembre.
Nel film Marvel StudiosThe Marvels,
Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 8 novembre
2023.