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The Idol recensione del film di Hani Abu-Assad

The Idol recensione del film di Hani Abu-Assad

Quattro bambini giocano e si rincorrono vicino la striscia di Gaza, tra le macerie di un paese in guerra e la vita che, nonostante tutto, continua a proseguire indisturbata. Come la giovane età vuole, hanno un sogno più grande delle loro possibilità, ovvero sfondare nel mondo della musica e raggiungere magari l’alta vetta dell’Opera. Questo è soltanto il lungo prologo di The Idol, diretto dal plurinominato all’Oscar Hani Abu-Assad (nel 2006 con Paradise Now, nel 2013 con Omar) ed ispirato alla vera “impresa” di Mohammed Assaf: nel 2013, ormai maturo da lasciare casa ed inseguire il suo sogno, il ragazzo scavalca ogni confine politico partecipando al talent show musicale “Arab Idol”. Il resto è un’indimenticabile storia popolare che ha fatto emozionare una nazione senza speranze di felicità e che prende vita nel film grazie ad un incrocio tra finzione cinematografica e materiale documentaristico.

the idol posterSe non fosse per le ottime premesse, il lavoro di Assad non risulterebbe del tutto compiuto, poiché rimane fermo nella sfera romantica del racconto incapace di scavare a fondo della questione storica-sociale di Mohammad. La regia movimentata ricorda, a tratti, un altro titolo recente che ben rappresentava l’euforia giovanile delle prime scoperte, cioè Trash di Stephen Daldry, ma orfana di una sceneggiatura incisiva e aggrappata ad un montaggio che sembra gestito in modo frettoloso, compone un quadro confuso, per nulla appassionante e semplicistico. Sicuramente più piacevole la prima parte dedicata all’infanzia del ragazzo, in cui si intravede il tentativo di plasmare la realtà secondo la fantasia dei bambini che cantano perché “cantare migliora l’umore”, anche in un territorio così ostile che da decenni ammette solo distruzione, mai evoluzione, cambi di prospettiva. Il miracolo di Mohammed Assad, vincitore a sorpresa di Arab Idol, incarna perfettamente il sogno occidentale di un paese, qui in The Idol filmato con poca struttura e idee non sempre funzionanti, ma non per questo meno apprezzabile.

The Idol di Sam Levinson scandalizza il Festival di Cannes 2023

The Idol di Sam Levinson scandalizza il Festival di Cannes 2023

The Weeknd e Lily-Rose Depp sono stati i protagonisti dell’ultimo red carpet di giornata del Festival di Cannes 2023, in occasione della presentazione di The Idol, la nuova serie ideata da Sam Levinson (Euphoria) insieme a Abel “The Weeknd” Tesfaye.

Con parallelismi neanche troppo velati (sembra chiaro il riferimento alla storia di Britney Spears, secondo Variety), la serie è la prima, quest’anno, a esordire sulla croisette, e mette in scena, nei primi due episodi proiettati, foto di fluidi corporei sul viso di Depp, masturbazione con cubetti di ghiaccio, artisti della truffa proprietari di locali notturni e vili adulatori di Hollywood.

La serie si incentra sul personaggio di Lily-Rose Depp, un’icona pop che esce da una crisi psicotica dopo la morte di sua madre. Parallelamente, un branco di manipolatori succhiasangue (favolosamente interpretati da Jane Adams, Hank Azaria e Eli Roth) sono alla disperata ricerca di un nuovo album e di un tour. Mentre la giovane donna si sfoga in uno squallido locale di Hollywood, incontra il personaggio di Tesfaye, che interpreta il proprietario del locale, che presto rivela ambizioni molto più grandi per la sua carriera e i suoi profitti. Il personaggio di Tesfaye, Tedros, è anche un leader di una setta moderna.

La produzione di The Idol è stata accompagnata da segnalazioni di turbolenze sul set a causa di un ambiente di lavoro scadente, riscritture della sceneggiatura dell’ultimo minuto e problemi di budget. La regista Amy Seimetz ha lasciato la produzione nell’aprile 2022 con diversi episodi già girati a causa di un cambio di direzione creativa. Sembra che Tesfaye ritenesse che la serie si appoggiasse troppo a una “prospettiva femminile”, sebbene la pop star abbia negato tali affermazioni.

In una dichiarazione inviata a Variety all’epoca, HBO ha sottolineato che “l’approccio iniziale allo show e la produzione dei primi episodi, sfortunatamente, non soddisfacevano gli standard HBO, quindi abbiamo scelto di apportare un cambiamento”.

“Durante tutto il processo, il team creativo si è impegnato a creare un ambiente di lavoro sicuro, collaborativo e reciprocamente rispettoso e l’anno scorso il team ha apportato modifiche creative che riteneva fossero nel migliore interesse sia della produzione che del cast e della troupe”, ha aggiunto la rete, confutando le affermazioni secondo cui la produzione era un ambiente di lavoro tossico.

Difendendo Levinson da quelle stesse accuse, Lily-Rose Depp ha dichiarato: “Sam è, per tanti motivi, il miglior regista con cui abbia mai lavorato. Non mi sono mai sentita più supportata o rispettata in uno spazio creativo, o il mio contributo e le mie opinioni più apprezzate. Lavorare con Sam è una vera collaborazione in ogni modo: per lui conta, più di ogni altra cosa, non solo ciò che i suoi attori pensano del lavoro, ma anche come ci sentiamo nel recitarlo. Assume persone di cui stima il lavoro e ha sempre creato un ambiente in cui mi sono sentita vista, ascoltata e apprezzata”.

The Idol arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 5 giugno

The Idol 1×01: recensione della serie HBO con Lily-Rose Depp e The Weeknd

Jocelyn ha una doppia vita. Quella sotto i riflettori e un altro sotto lo sguardo attento – giudicante – e preoccupato delle persone che le stanno intorno. Manager, addetti alla sicurezza, creativi: tutti vogliono qualcosa da Jocelyn ma la giovane pop star interpretata da Lily-Rose Depp sente il peso di questo fama, di queste aspettative. The Idol 1×01 ha il sapore di tutto questo ma anche di alcool, fumo, sudore.

La serie è incentrata su un’aspirante idol pop (Lily-Rose Depp) e sulla sua complessa relazione con un guru e leader di una setta, Tedros (The Weeknd). Tra i protagonisti anche Suzanna Son, Troye Sivan, Moses Sumney, Jane Adams, Dan Levy, Jennie Ruby Jane, Eli Roth, Rachel Sennott, Hari Nef, Da’Vine Joy Randolph, Mike Dean, Ramsey e Hank Azaria. La serie segna anche l’ultima apparizione televisiva di Anne Heche, morta l’11 agosto 2022.

The Idol 1×01, la trama

In The Idol 1×01 di Sam Levinson non siamo cosi lontani dal suo Euphoria. La nuova serie che ha presentato i primi due episodi al Festival di Cannes 2023 racconta la vita di questa pop star un po’ Britney Spears, un po’ Miley Cyrus. Nel primo episodio si capisce che questa giovane diva ne ha passate tante: la scomparsa della madre in seguito alla malattia, un mental breakdown e un burnout in corso. Non si conoscono i dettagli relativi al suo passato perché è circondata da persone che la tutelano, che tutelano la sua fama solo per compiacerla. Tutti le dicono “sì, sei fantastica”, “sì il nuovo album sarà una bomba”, Joss però dubita, anche di sé stessa.

Una serie voyeuristica che si lascia guardare, che emana tensione sessuale, la stessa che si scambiano Tedros e Joss nei dietro le quinte del night club, dove per la prima volta si ritrovano faccia a faccia. Tedros sembra l’unico a tenerle testa, a dirle la verità e questo conquista la giovane pop star che un attimo prima sembra emancipata e un attimo dopo suggestionabile. Ed è con questi sentimenti che il personaggio di The Weeknd cerca di persuaderla e allo stesso tempo manipolarla. La Jocelyn vista all’inizio dell’episodio non si sottrae se non all’opinione che ha di sé.

The Idol 1x01 Lily-Rose Depp

Ce la puoi fare, Joss

Una frase come un mantra quando sta per tornare di nuovo la carica emotiva che l’ha portata a crollare. Joss se lo ripete e parla in quarta, dimostra sotto gli sguardi attenti del suo plotone di esecuzione che può fare tutto, che si è ripresa, che non si lascia abbattere. Non lo farà neanche quando gli verrà mostrata una foto scabrosa sui social che la riguarda e per la quale tutti sono preoccupati per la sua immagine. Infatti, per i primi venti minuti assistiamo alla formazione di piccoli incendi l’uno dopo l’altro. Un piccolo sguardo satirico e scandaloso di come l’industria musicala tenta di salvare il salvabile. Poi lo scandalo delle foto passa, dimenticato quasi con la stessa rapidità con cui è scoppiato.

E con la stessa rapida scoppia la passione tra Jocelyn e Tedros al night club. Si capisce già da The Idol 1×01 l’influenza che l’uomo avrà sulla popstar. Attirare la sua attenzione, sedurla e fare in modo che cada sotto la sua influenza è stato troppo facile e veloce. Così Levinson ci spiega ancora una volta le difficoltà di questo mondo corrotto, di questa giovane artista che cerca il suo master. L’avvicinamento di Tedros non sembra fine a stesso: lo vediamo quando la telecamera indugia sugli sguardi attenti della sua cerchia di adepti. Servendosi dell’animo fragile di Joss, The Idol potrebbe cambiare rotta svelando la sua vera maschera e i suoi veri scopi.

The Idol 1x01 Abel “The Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp

Quando sei famosa tutti ti mentono

In The Idol 1×01 scopriamo poco del passato di Jocelyn ma captiamo il fatto che la giovane popstar è diventata famosa da ragazzina. Questo non fa altro che calcare ancora di più le similitudini con il personaggio di Miley Cyrus. Personaggio controverso all’interno del mondo di Hollywood e della musica spesso al centro di grossi scandali dopo il suo debutto per Disney. Ma dato che si tratta di una serie di Sam Levinson questi scandali vengono portati all’eccesso, vengono anche stereotipati. Da questo primo episodio è difficile comprendere il modo in cui la serie volverà ma ci son alcuni riferimenti che possono darci una mano. Basic Instinct è il più lampante. Sia perché appare proprio Sharon Stone in una scena del film sia per la fine stessa dell’episodio. Joss accompagna Tedros nella sala studio di casa sua e imita l’iconica posa di Catherine.

Questo potrebbe aprire diverse porte al futuro della serie che fin ora non ha riscosso molti pareri positivi. Presentata al mondo come shockante, ma se questo commento dovesse essere circoscritto a The Idol 1×01 non ci sarebbe niente di sovverivo nell’usare il sesso come elemento di trasgressione e trattarne le sue mille sfaccettature in modo provocatorio. Il primo episodio, sicuramente introduttivo e che lascia comunque degli input per i successivi cinque episodi (dei sei totali di cui è composta la serie), fa satira di questo mondo patinato – rinchiude letteralmente un coordinatore dell’intimità in un bagno quando nessuno vuole ascoltarlo – e si limita a un commento amaro sulla società.

The Identical: Seth Green nel ruolo del protagonista!

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Seth Green (Austin Powers, The Italian Job, Scooby-Doo 2) è stato scelto per il ruolo del protagonista nella pellicola indipendente diretta da Dustin Marcellino, The Identical.

The Idea of You: trailer del film con Anne Hathaway

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The Idea of You: trailer del film con Anne Hathaway

Tratto dall’omonimo e acclamato romanzo, The Idea of You è incentrato su Solène (Anne Hathaway), una madre single quarantenne che inizia un’inaspettata storia d’amore con il ventiquattrenne Hayes Campbell (Nicholas Galitzine), il cantante degli August Moon, la boy band più in voga del pianeta. Costretta ad accompagnare la figlia adolescente al Coachella Music Festival, dopo che il suo ex ha rinunciato all’ultimo minuto, Solène incontra casualmente Hayes, con cui fin dal primo momento scocca un’innegabile scintilla. I due intraprendono un’appassionata relazione, ma non passa molto tempo prima che lo status di superstar di Hayes ponga delle inevitabili sfide alla loro storia e che Solène si renda conto di come la vita sotto i riflettori di lui potrebbe essere più di quanto si aspetti.

The Idea of You, con Anne Hathaway, dal 2 maggio disponibile in tutto il mondo su Prime Video.

Regia di Michael Showalter
Sceneggiatura di Michael Showalter e Jennifer Westfeldt, basato sul libro di Robinne Lee
Prodotto da Cathy Schulman, Gabrielle Union, Anne Hathaway, Robinne Lee, Eric Hayes, Michael Showalter, Jordana Mollick
Executive producers Douglas S. Jones, Jason Babiszewski, Jennifer Westfeldt,
Kian Gass
Con Anne Hathaway, Nicholas Galitzine, Ella Rubin, Annie Mumolo, Reid Scott, Perry Mattfeld, Jordan Aaron Hall, Mathilda Gianopoulos, Raymond Cham Jr., Jaiden Anthony, Viktor White, Dakota Adan
Genere Romantic Drama
Durata 115 Minutes

The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

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The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

Per quanto il cinema possa essere un’arte in grado di produrre opere complesse e intricate, talvolta ciò che il pubblico cerca è una semplice e rassicurante storia a lieto fine. Film come The idea of you sono perfetti per i momenti in cui serve una commedia romantica per evadere, anche solo per un po’, dalla realtà. Tratto dall’omonimo romanzo dell’attrice e scrittrice Robinne Lee (Sette anime), The idea of you presenta un cast di figure già ben affermate nel panorama cinematografico internazionale. Anne Hathaway (Oscar come miglior attrice non protagonista per Les Misérables) interpreta qui la protagonista Solène, mentre l’attore Nicholas Galitzine (Bottoms) è nel ruolo di Hayes.

The idea of you: l’amore ai tempi del Coachella

Solène è una madre divorziata, proprietaria di una piccola galleria d’arte contemporanea; all’alba dei suoi quarant’anni vive per la figlia Iz, facendo una vita tranquilla senza eccessi. Per un caso del destino si ritrova ad accompagnare la figlia al Coachella, e qui incontra Hayes, pop star poco più che ventenne. Tra i due si crea immediatamente un legame, scatta un improbabile colpo di fulmine. Per quanto Solène tema i suoi sentimenti per Hayes, e soprattutto i giudizi che deriverebbero da una loro relazione, i due sembrano perennemente attratti. Ma vivere sotto il continuo giudizio altrui non è facile: semplicemente alcune volte l’amore non è abbastanza, serve anche il giusto tempismo.

The Idea of You film 2024Un amore senza età

Fin dalla trama diviene chiaro al pubblico che The idea of you non è certamente una pellicola di alto spessore come tematiche trattate. Ciò però non significa che non raggiunga il suo principale scopo di intrattenere il pubblico. La commedia in sé si mantiene molto leggera, senza però cadere nella banalità.

Le rom-com tendono a raccontare prevalentemente storie d’amore tra teenager o giovani: ciò può essere ricollegabile ad un preconcetto sociale per cui la passione e l’innamoramento sono ricollegabili più alla gioventù. L’originalità in The idea of you sta proprio nel focus sull’età dei due personaggi: Solène ha appena compiuto quarant’anni, ha una figlia adolescente e un matrimonio alle spalle, mentre Hayes è nel pieno dei suoi vent’anni, con tanto successo davanti a sé. Per quanto tra i due ci possa essere un amore potente, la differenza d’età finisce per essere un problema.

Solène si mostra fin da subito in tutta la sua maturità: non riesce a fidarsi di Hayes e cerca di chiarire dalla prima uscita il loro rapporto. Il peso delle responsabilità verso sua figlia e gli altri sembra fermarla, finché non trova la forza di abbandonarsi totalmente a questa folle passione.

Il temibile giudizio dei social

Ogni essere umano in una comunità tende a conformarsi alle leggi sociali qui stabilite, temendo il giudizio altrui e una forma di esclusione dal gruppo. Questo fattore viene enormemente amplificato dai social: questi diventano una sorta di patibolo per tutti i martiri giudicati e condannati aspramente dalle figure già ben note come haters.

In The idea of you questo finisce per essere un elemento di rottura: il giudizio altrui. La paura di essere giudicata negativamente da amiche, familiari e dalla stessa figlia ferma Solène dal rendere pubblica la sua relazione con Hayes. Nel momento però in cui la notizia diviene pubblica gli attacchi sui social e sui magazine diventano continui e asfissianti, per Solène come anche per Iz.

La realtà presentata sembra sempre falsa, superficiale: per coloro che vivono sotto i riflettori è difficile essere visti per loro stessi, o anche solo poter essere loro stessi. Lo stesso Hayes sottolinea come lui non riesca a fidarsi facilmente delle persone.

E così viene da sé bollare le celebrità per ciò che sembrano al feroce pubblico dei social: Solène non era più una donna con un passato difficile ed un nuovo amore davanti a sé, ma solo una signora troppo matura, troppo avanti con l’età per poter stare con Hayes. Le critiche e gli insulti cechi diventano continui, solo perché Solène non corrisponde all’ideale della ragazza adatta ad una giovane pop star.

The idea of you si presenta come una classica commedia romantica, con un punto di vista originale. Pur rispettando queste aspettative, la pellicola non ha niente di più: con alcune mancanze dal punto di vista tecnico, quali l’utilizzo quasi casuale in poche scene dello split screen, The idea of you non è certamente un capolavoro di cinematografia. Ciononostante incanta un pubblico alla ricerca di una bella storia d’amore, così coinvolgente nella sua semplicità.

The Idea of You: ecco perché il film ha fatto bene a cambiare il finale dal libro

È sempre complicato adattare un romanzo di successo per lo schermo, ed è ancora peggio quando si decide di cambiare un aspetto importante della storia originale. I lettori più accaniti sono già preoccupati che le parti migliori del loro romanzo preferito non riescano a passare dal libro al film, e molti adattamenti hanno sofferto di questa difficoltà per quanto non siano riusciti a raccontare una storia attraverso un nuovo mezzo – ed è questo che rende The Idea of You (la nostra recensione) una tale meraviglia.

Diretto da Michael Showalter, questo film di Prime Video basato sul romanzo di Robinne Lee era già estremamente ambizioso nel tentativo di rappresentare una storia d’amore con un divario d’età importante, evitando al contempo i tropi inquietanti in cui tipicamente cadono trame simili, e ha creato ancora più rischi facendo sì che il suo climax si discostasse nettamente da quello del materiale di partenza. Tuttavia, questo film ha sconvolto il pubblico nel modo migliore, stupendo per il modo in cui lo ha coinvolto in una storia d’amore atipica e facendo qualcosa che pochi adattamenti sono riusciti a fare: ha creato un finale nuovo di zecca, persino migliore dell’originale.

Il finale di The Idea of You è un miglioramento rispetto al libro

Pur apportando alcuni cambiamenti evidenti (come il finale in questione), The Idea of You ha lavorato duramente per adattare le parti migliori della storia di cui i lettori si sono innamorati nel 2017. Il film segue Soléne (interpretata dalla sempre eccezionale Anne Hathaway) che, a causa di un incidente mentre porta la figlia a un concerto, incontra e inizia una storia d’amore vorticosa con uno dei membri della band, Hayes Campbell (Nicholas Galitzine). Pur mantenendo questa premessa fondamentale, il film apporta alcune differenze rispetto all’impostazione iniziale: sia Hayes che la figlia di Soléne, Izzy (Ella Rubin), vengono invecchiati, con Hayes che passa da 20 a 24 anni e Izzy che si evolve da adolescente a liceale socialmente consapevole.

Queste età consentono al film di esplorare temi più maturi attraverso questi personaggi, non solo permettendo a Hayes di sviluppare una comprensione più profonda di quanto sia tossica la sua industria, ma anche presentando Izzy come una giovane adulta che capisce quanto le donne siano trattate ingiustamente nei media. Si tratta di cambiamenti marcati che giovano alla narrazione nel suo complesso, anche se il cambiamento più importante avviene negli ultimi minuti, quando il film concede a Soléne qualcosa che il romanzo non le aveva concesso: un lieto fine.

Ai lettori si è spezzato il cuore quando, dopo più di 300 pagine di tumultuosa storia d’amore di Soléne e Hayes, alla fine del libro di Lee scoprono che, nonostante la loro passione ardente, i due non finiscono insieme. È stato un esito devastante che ha reso molti lettori frustrati, che si sforza di mettere in luce importanti questioni che le donne di oggi devono affrontare. Dall’ageismo alla misoginia, la sua trama mostra le esperienze autentiche di chi si trova al posto di Soléne per creare un ritratto realistico di come i media (e la società nel suo complesso) trattino ingiustamente una donna che osa cercare la felicità con un uomo più giovane.

È un aspetto sorprendente della storia, che a molti è sembrato assumere un risvolto molto più cupo con la malinconia delle ultime pagine di Soléne: qual è la conseguenza per i lettori se alla fine Soléne non riesce a superare le sue critiche e a negarsi la gioia, come molte donne sono state storicamente costrette a fare? Questo non vuole screditare l’ampia quantità di modi in cui il libro interroga la misoginia moderna, ma pone invece una domanda a cui il film fortunatamente risponde: il messaggio centrale della storia sarebbe più illuminante se, alla fine, gli spettatori vedessero questa donna superare i suoi detrattori invece di arrendersi a loro?

The Idea of You esplora le complessità di una relazione di questo tipo

The Idea of You

Come il suo libro, The Idea of You sottolinea quanto sarebbe difficile un’esperienza reale come quella di Soléne e quanto danno causerebbe a lei e a chi le sta intorno. Presenta questa storia d’amore fantastica in modo sfumato e maturo, riconoscendo come una relazione pubblica di questo tipo porterebbe a un immenso contraccolpo quando la gente inizierebbe a prendere di mira entrambi i partner – e come, purtroppo, Soléne riceverebbe livelli di odio molto più disgustosi e personali.

È un risultato devastante ma reale, che mette in luce i temi del sessismo del film e le aspettative ingiuste che il pubblico ripone sulle donne, mentre Soléne si trova ad affrontare ogni aspetto della sua vita personale per aver avuto una relazione adulta e consensuale. Anche il libro presenta questa agitazione, con Soléne che alla fine ritiene che la relazione sia eccessiva a causa della differenza di età e delle complicazioni che crea con la figlia, ma vederla rinunciare al suo amore a favore di coloro che la circondano è straziante da guardare dopo un romanzo in cui ha giustamente denunciato questa discriminazione. Mostra un’oscura possibilità che nessuno dovrebbe mai ritenere inevitabile, e che fortunatamente il film sceglie di non replicare.

Un lieto fine non sempre significa un lieto fine, e The Idea of You lo sa bene; il finale vede Soléne e Hayes lasciarsi dopo che il contraccolpo social diventa troppo forte per la figlia di lei, con Hayes che si impegna che tra cinque anni – quando Izzy sarà al college e la fissazione dei media per la loro relazione sarà diminuita – si impegneranno di nuovo ad avere una storia d’amore.

L’ultima scena vede i due finalmente riuniti, innamorati come non mai, in un finale dolcemente complesso che si fa paladino della determinazione di fronte a un giudizio ingiusto e crea un modello sorprendente di quanto possa essere complicato l’amore moderno. Il finale di Soléne non è stato quello di una favola, ma le storie d’amore della vita reale raramente lo sono. È stato un intricato incontro che ha aggirato i pregiudizi delle persone e ha dimostrato che attraverso l’impegno verso i propri sentimenti e verso coloro che si sceglie di amare, le persone possono avere la vera felicità che i film (e i romanzi) romantici promettono a molti dei loro protagonisti.

The Idea of You promette un reale lieto fine

The Idea of You finale

Per molti versi, il romanzo con un finale così straziante sottolinea giustamente gli orribili esiti della crudeltà dei media nei confronti delle donne. È un libro che mette in evidenza il modo in cui gli utenti online trattano gli altri che cercano solo di vivere la loro vita e gli effetti devastanti che questo ha su queste persone, facendo sì che i lettori si interroghino su dove vedono questo tipo di comportamento e su come possono lavorare per porvi fine. È una rappresentazione ossessivamente accurata dei maltrattamenti, ma tralascia un elemento necessario delle difficoltà che il pubblico dovrebbe sempre ricordare: il pregiudizio si può superare.

Soprattutto per una persona come Soléne, che viene attaccata ingiustamente per tanti motivi su cui non ha alcun controllo, le persone che si riconoscono in questo personaggio devono sapere che c’è sempre una via d’uscita dall’odio e che affidarsi a coloro di cui ci si fida può aiutare a superare queste terribili esperienze. Non sarà mai così diretto come molte commedie romantiche cercano di dipingerlo, ma con quel finale, The Idea of You mostra agli spettatori – e ai lettori – che non importa cosa si possa affrontare, l’amore e un po’ di tempo ci faranno sempre superare tutto.

The Idea of You è appena entrata nella storia delle commedie romantiche

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Una delle commedie romantiche più piccanti e chiacchierate dell’anno ha riscosso un successo straordinario dopo la prima. Julie Rapaport, responsabile della produzione e dello sviluppo cinematografico degli studios MGM di Amazon, ha annunciato che The Idea of You ha battuto il record dello studio per una commedia romantica, totalizzando ben 50 milioni di visualizzazioni nelle due settimane successive al suo arrivo su Prime Video.

Il film è interpretato dalla leggenda delle commedie romantiche Anne Hathaway e da Nicholas Galitzine, noto per il suo lavoro in Purple Hearts di Netflix e Red, White, & Royal Blue di Prime, di cui è stato recentemente annunciato un sequel. The Idea of You è basato sull’omonimo romanzo dell’autrice Robinne Lee, che ha collaborato alla produzione del film.

Rapaport è apparso entusiasta quando ha parlato del successo di L’idea di te, sottolineando come il film abbia battuto dei record già prima della sua uscita:

“La straordinaria accoglienza di L’idea di te è stata entusiasmante, anche prima dell’uscita, con il record di visualizzazioni del trailer e la colonna sonora da classifica. Ora il pubblico si è davvero innamorato di questo film e noi non potremmo essere più orgogliosi delle nostre star Anne Hathaway e Nicholas Galitzine, della brillante visione di Michael Showaleter e del resto del cast e del team di registi di enorme talento che hanno reso questo film un successo strepitoso”.

The Idea of You segue Soléne (Anne Hathaway ), una madre single di 40 anni che intraprende un’insospettabile storia d’amore con il 24enne Hayes Campbell (Galitzine), cantante della boy band più in voga del pianeta. Il film ha avuto una buona risonanza sia tra la critica (la nostra recensione) che tra il pubblico, ottenendo un punteggio “certified fresh” dell’84% dai recensori e un punteggio leggermente inferiore, ma comunque rispettabile, del 68% dai fan su Rotten Tomatoes.

Il 2024 è stato un grande anno per Prime Video, con ulteriori novità in arrivo

Amazon ha affermato Prime Video come un attore formidabile nell’arena dello streaming, pubblicando costantemente successi in diversi generi per accontentare un’ampia gamma di spettatori. La piattaforma ha riscosso un enorme successo con le prime due stagioni di Invincible, la serie animata a fumetti di Robert Kirkland, e con il remake del classico del 2005 Mr. & Mrs. Smith con Brad Pitt e Angelina Jolie, interpretato da Donald Glover e Maya Erskine e recentemente rinnovato per la seconda stagione. La prossima stagione di Prime Video è The Boys Season 4, che debutta con i primi tre episodi il 13 giugno e che è già stata rinnovata per la stagione 5 prima della première della quarta stagione. The Idea of You è ora in streaming su Prime Video.

The Iceman: trailer italiano del film con Michael Shannon

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Ecco il trailer italiano di The Iceman, film con protagonista Michael Shannon che interpreta Richard Kuklinski, il più efferato killer della storia degli Stati Uniti.

Arriva anche in Italia The Iceman, il film con protagonista Michael Shannon che racconta la storia vera del serial killer americano più efferato di tutti i tempi.

Protettivo padre di famiglia da un lato, spietato killer per la mafia dall’altro: una costruzione che crollerà a colpi di verità.

The IcemanAriel Vromen (Danika) dirige The Iceman, una pellicola emozionante, ispirata alla storia vera del killer di professione Richard Kuklinski.

Michael Shannon interpreta il ruolo del killer, soprannominato “Uomo di ghiaccio”, un uomo in bilico tra due vite parallele, che fu condannato per l’assassinio di oltre 100 uomini per conto della mafia, pur mantenendo una facciata di marito devoto e affettuoso padre di famiglia.

Il film segna il ritorno sugli schermi di Winona Ryder, già nominata agli OscarÒ per “Piccole Donne” e per “L’Età dell’innocenza” e che per la prima volta recita al fianco di Michael Shannon, nominato agli Academy AwardsÒ per “Revolutionary Road”.

Completano il cast gli attori Chris Evans (“Avengers”, “Captain America”), Ray Liotta (“Goodfellas”, “Come un tuono”) e James Franco (“Il grande e potente Oz”, “127 Hours”).

The Iceman sarà distribuito nelle sale italiane dalla Barter dal 5 febbraio 2015.

Sinossi: The Iceman segue la storia di Richard Kuklinski (Michael Shannon) dai suoi inizi nella mafia fino al suo arresto nel 1986. All’apparenza sembra che Kuklinski stia vivendo il “sogno americano”, con la sua bella moglie, Deborah Pellicotti (Winona Ryder) e i loro bambini, mentre in realtà cova un oscuro segreto: mantiene la sua preziosa famiglia uccidendo su commissione. Quando viene finalmente arrestato dai federali nel 1986, né la moglie, né le figlie o i vicini sospettano che lui possa essere un feroce assassino senza scrupoli. Perché l’ha fatto e soprattutto come ha potuto farla franca per così tanto tempo?

The Iceman: recensione del film con Michael Shannon

The Iceman: recensione del film con Michael Shannon

Arriva al cinema distribuito da Adler Entertainment The Iceman diretto da Ariel Vromen, con Michael Shannon e Winona Ryder. Come può un uomo essere al contempo uno spietato serial killer e un premuroso marito, nonché padre di famiglia? E come può agire indisturbato per un ventennio? Ecco le domande che il regista Ariel Vromen (Rx, Danika) pone attraverso la storia vera di Richard Kuklinski, serial killer statunitense al servizio di svariate famiglie mafiose, noto col soprannome di The Iceman, che nel ventennio Sessanta – Ottanta uccise più di 100 persone, prima di essere arrestato nel 1986.

Vromen torna a indagare gli abissi della psiche umana in un lavoro che mescola mafia movie e thriller psicologico. Basato sul romanzo di Anthony Bruno The Iceman – the true story of a cold blooded killer e sul documentario The Iceman tapes (conversazioni di James Thebaut con lo stesso Kuklinski) il film è imperniato su una vera e propria scissione di personalità e intende esplorare meccanismi di rimozione e senso di colpa, scanditi dalla netta divisione tra le vite parallele condotte dal protagonista. La domanda rivolta a Kuklinski che introduce il film, chiuso all’interno di un flashback, è infatti se egli si sia mai pentito per ciò che ha fatto. La risposta arriverà alla fine e non potrà che essere contraddittoria.

The Iceman, il film

Per il ruolo del protagonista Vromen sceglie Michael Shannon (candidato all’Oscar per Revolutionary Road, in cui aveva già interpretato un personaggio con problemi psichici), che si rivela la persona giusta nel ruolo giusto, col suo volto segnato e l’espressione impassibile da vero Iceman, ma altrettanto credibile negli improvvisi scoppi d’ira e nell’affetto verso i propri cari. Accanto a Shannon, attori ben scelti, con alcuni pregevoli cameo: Winona Ryder convincente nei panni della moglie di Kuklinski – Ray Liotta (il boss Demeo), Chris Evans (il “socio in affari” Mr. Freezy), James Franco (Marty Freeman).

Nonostante ciò, l’amalgama non coinvolge fino in fondo, a discapito di entrambi gli elementi che la costituiscono. Esposta la doppia vita e la freddezza del protagonista, aggiunto qualche tocco pulp, il film si lascia andare agli stilemi della cinematografia sulla mafia. La sceneggiatura dunque, approfitta poco delle interessanti premesse poste e diventa piatta, non fa molto più che presentare allo spettatore la consueta girandola di vendette mafiose, non arricchendo il genere. D’altra parte, si toglie spazio a un vero scavo psicologico sul protagonista, ridotto alle scene d’apertura e chiusura, a un mantra numerico e ad una scena di vissuto infantile, mentre avrebbe dovuto essere il cuore del film. Si preferisce seguire il ritmo delle uccisioni – efficace il montaggio di Danny Rafic – cadendo nella monotonia.

Prodotto da Ehud Bleiberg e Avi Lerner, oltre che dal regista e sceneggiatore, il film è curato – anche nella ricostruzione d’epoca – e più che dignitoso, ma non riesce a colpire davvero, segno che la faccia giusta al posto giusto, attorniata da un altrettanto buon cast, a volte non è tutto.

The Iceman: ecco la data d’uscita italiana del film con Michael Shannon

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the_icemanArriva anche in Italia The Iceman, il film con protagonista Michael Shannon che racconta la storia vera del serial killer americano più efferato di tutti i tempi.

Protettivo padre di famiglia da un lato, spietato killer per la mafia dall’altro: una costruzione che crollerà a colpi di verità.

Ariel Vromen (Danika) dirige The Iceman, una pellicola emozionante, ispirata alla storia vera del killer di professione Richard Kuklinski.

Michael Shannon interpreta il ruolo del killer, soprannominato “Uomo di ghiaccio”, un uomo in bilico tra due vite parallele, che fu condannato per l’assassinio di oltre 100 uomini per conto della mafia, pur mantenendo una facciata di marito devoto e affettuoso padre di famiglia.

Il film segna il ritorno sugli schermi di Winona Ryder, già nominata agli OscarÒ per “Piccole Donne” e per “L’Età dell’innocenza” e che per la prima volta recita al fianco di Michael Shannon, nominato agli Academy AwardsÒ per “Revolutionary Road”.

Completano il cast gli attori Chris Evans (“Avengers”, “Captain America”), Ray Liotta (“Goodfellas”, “Come un tuono”) e James Franco (“Il grande e potente Oz”, “127 Hours”).

The Iceman sarà distribuito nelle sale italiane dalla Barter dal 5 febbraio 2015.

Sinossi: The Iceman segue la storia di Richard Kuklinski (Michael Shannon) dai suoi inizi nella mafia fino al suo arresto nel 1986. All’apparenza sembra che Kuklinski stia vivendo il “sogno americano”, con la sua bella moglie, Deborah Pellicotti (Winona Ryder) e i loro bambini, mentre in realtà cova un oscuro segreto: mantiene la sua preziosa famiglia uccidendo su commissione. Quando viene finalmente arrestato dai federali nel 1986, né la moglie, né le figlie o i vicini sospettano che lui possa essere un feroce assassino senza scrupoli. Perché l’ha fatto e soprattutto come ha potuto farla franca per così tanto tempo?

The Hustle: il trailer del film con Anne Hathaway e Rebel Wilson

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The Hustle: il trailer del film con Anne Hathaway e Rebel Wilson

Metro Goldwyn Mayer ha diffuso il primo trailer ufficiale di The Hustle, commedia che vede protagoniste Anne Hathaway e Rebel Wilson nel remake al femminile di Dirty Rotten Scoundrels (la pellicola uscita nel 1988 con Steve Martin e Michael Caine era a sua volta il rifacimento di I due seduttori del 1964).

Diretto da Chris Addison (Veep, Halleluja), il film uscirà nelle sale il prossimo 10 Maggio.

Sullo schermo la Hathaway, vista di recente in un altro heist movie (Ocean’s 8), e la Wilson (presto su Netflix con la rom-com Non è romantico?), interpretano due truffatrici che decidono di derubare un magnate della tecnologia, anche se tra di loro non corre esattamente buon sangue.

Fonte: MGM

The Hurt Locker: trama, cast e curiosità sul film di Kathryn Bigelow

Ci sono guerre che è difficile raccontare. Se per eventi storici come i due conflitti mondiali o la guerra del Vietnam è possibile fare riferimento ad un vasto patrimonio dell’immaginario comune, per guerre come quella condotta in Iraq ciò risulta invece molto più complesso. Si è infatti trattato di un evento bellico senza precedenti, dove l’assenza di un nemico tangibile ha reso ancor più complessa tanto la metabolizzazione quanto la rappresentazione di quanto avvenuto. Uno degli esempi più brillanti di come la guerra in Iraq abbia sconvolto i soldati coinvolti lo si ritrova nel film del 2008 The Hurt Locker, diretto dalla regista Kathryn Bigelow.

Scritto dal giornalista Mark Boal, questo porta lo spettatore a vivere sulla propria pelle lo smarrimento di coloro che si ritrovano gettati a combattere una guerra priva di reali punti di riferimento. Il deserto e le città in rovina diventano infatti un tutt’uno con i corpi dei soldati, esplorando tanto l’umanità quanto il costante bisogno di porsi in pericolo per soddisfare l’adrenalina richiesta dalla guerra. Lo stesso titolo, The Hurt Locker, è una locuzione del gergo militare indicante quei territori particolarmente rischiosi, ma “l’armadietto del dolore” è anche quel luogo simbolico dove i soldati sono chiamati a riporre i sensi di colpa, lo sconforto e la paura, privandosi così di sentimenti che definiscono l’essere umano.

Accolto in modo estremamente positivo dalla critica e dal pubblico, il film è arrivato a vincere ben 6 Oscar, tra cui quello per il miglior film e la miglior regista, la prima donna a vincere tale riconoscimento. La Bigelow ha infatti confezionato un film che, a distanza di più di un decennio, ancora racconta in modo tristemente attuale le derive dell’umanità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Hurt Locker: la trama del film

La vicenda del film si svolge in Iraq, dove un gruppo di artificieri dell’esercito americano si trova a svolgere vari compiti al fine di preservare la sicurezza del luogo loro assegnato. Ognuno di loro è addestrato per affrontare qualsiasi tipo di pericoloso, gestendo lo stress e la paura che da questi possono generarsi. A capo dell’unità di soldati protagonisti vi è il sergente Will James. Questi, insieme ai compagni Sanborn ed Eldrige si destreggiano in operazioni incentrate sul disinnescare le numerose mine disseminate in tutto il territorio. Tra le opposizioni dei civili e gli affetti rimasti negli Stati Uniti, la loro esistenza risulta essere tutt’altro che tranquilla.

I tre uomini sanno bene che ogni loro missione potrebbe essere l’ultima e che un loro errore potrebbe costare la vita a più uomini di quanti se ne potrebbe immaginare. Le vite di questi soldati sono letteralmente appese ad un filo, costrette a ripetersi attraverso ordini e compiti sempre uguali. Sarà in questo contesto di malsana routine che inizieranno a riflettere sul senso delle loro azioni e su ciò che stanno lasciando alle loro spalle. L’assenza di un vero obiettivo è ciò che sembra turbarli di più, ma missione dopo missione capiscono anche di essere ormai assuefatti da quell’ambiente. Il verificarsi di una serie di incidenti li costringerà ancor di più a confrontarsi con questa realtà.

The Hurt Locker cast

The Hurt Locker: il cast del film

Per permettere allo spettatore di immedesimarsi ulteriormente nelle vicende dei soldati protagonisti, la regista ha deciso di affidarsi ad una serie di attori all’epoca ancora sconosciuti. I loro volti, che non avevano ancora l’aura dei divi di Hollywood, hanno effettivamente favorito quel senso di crudo realismo che permea l’intera opera. Ad interpretare il protagonista Will James vi è Jeremy Renner. Oggi noto per essere Occhio di Falcon nei film Marvel, questi si trovò con The Hurt Locker ad affrontare una delle sue prove più complesse. L’attore dovette infatti allenarsi al fine di poter sorreggere la pesante tutta da artificiere, spendendo anche diverso tempo a contatto con veri soldati di questo tipo. Apprese così i segreti per disinnescare una bomba e come maneggiare gli esplosivi.

Accanto a lui, nel ruolo del sergente Sanborn vi è l’attore Anthony Mackie, mentre Brian Geraghty è lo specialista Owen Eldridge. Entrambi hanno a loro volta descritto l’esperienza come estremamente faticosa, tanto per le difficili condizioni climatiche quanto per la complessità delle azioni richieste. L’attrice Evangeline Lilly compare invece brevemente nei panni di Connie James, moglie di Will, rimasta ad attendere il marito negli Stati Uniti. Compaiono poi gli attori Ralph Fiennes e Guy Pierce rispettivamente nei panni del capo squadra e del sergente Thompson. La loro presenza è in realtà ridotta a poco più che un cameo. Ciò conferma la volontà della regista di non avvalersi di nomi noti che possano distrarre l’attenzione dello spettatore.

The Hurt Locker: la regia, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nel realizzare il film, la Bigelow aveva il chiaro obiettivo di rendere il film quanto più realistico e crudo possibile. Per riuscirvi, ha imposto che le riprese si svolgessero in Giordania, così da potersi avvalere di territori simili a quelli dell’Iraq. Oltre all’ambientazione, però, la regista ha riposto molta cura nella scelta dello stile. Questo doveva essere il più adeguato a dar vita al senso di disequilibrio che governa le vite dei personaggi. Ha così realizzato con la sua troupe riprese “sporche”, con frequente utilizzo di camera e mano e numerosi punti di vista sulla stessa scena. Il dinamismo così raggiunto, merito anche di un montaggio premiato con l’Oscar, ha permesso di dare l’impressione di essere proprio sul campo, accanto ai soldati. Ciò che si vede nel film e il modo in cui lo si vede lasciano dunque emergere perfettamente lo smarrimento generale.

Per potersi immergere in tutto ciò, è possibile fruire di The Hurt Locker grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 4 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

The Huntsman: tre nuovi “nani” si aggiungono al cast

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The Huntsman: tre nuovi “nani” si aggiungono al cast

Chris-Hemsworth-The-HuntsmanNonostante Biancaneve e il Cacciatore non sia stato proprio un capolavoro, il cast del film era pieno di volti noti e talentuosi del cinema, e soprattutto i nani contavano tra le loro fila attori di una certa fama e di comprovata bravura, tra cui Ian McShane, Eddie Marsan, Toby Jones e anche il compianto Bob Hoskins. Le carte si sono mescolate però per The Huntsman, spin-off del film che vedrà prtagonista il cacciatore Chris Hemsworth.

Mentre Nick Frost ha confermato che tornerà a interpretare un nano, oggi sappiamo che anche Rob Brydon, Alexandra Roach e Sheridan Smith si uniranno all’attore inglese per far parte della nuova squadra di nani del film.

Fonte: CS

The Huntsman: nuono regista per il film con Chris Hemsworth

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The Huntsman: nuono regista per il film con Chris Hemsworth

Dopo l’abbandono di Frank Darabont, The Huntsman ha trovato un sostituto per dirigere il film che vedrà protagonista il cacciatore dal cuore d’oro che risparmia la vita a Biancaneve, e che sarà interpretato di nuovo dal possente Chris Hemsworth.

Il prescelto è tale Cedric Nicolas-Troyan, nome che ad occhio e croce non dirà niente a nessuno, ma che ha partecipato in qualità di seconda unità a moltissimi film, tracui Maleficent e lo stesso Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders, di cui The Huntsman è uno spin off.

Biancaneve e il Cacciatore ha guadagnato più di 395.5 milioni di dollari nel mondo, le aspettative sono dunque altissime.Chris Hemsworth The Huntsman

Fonte: CBM

The Huntsman: Frank Darabont abbandona la regia

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The Huntsman: Frank Darabont abbandona la regia

The Huntsman è a caccia di un nuovo regista. L’Hollywood Reporter lo conferma: Frank Darabont ha abbandonato la regia di The Huntsman, sequel  del successo cinematografico Biancaneve e il Cacciatore, uscito nelle sale nel 2012.

Le fonti della rivista dicono che un nuovo regista sarà probabilmente annunciato la prossima settimana e che in ogni caso il progetto sta andando avanti; è prevista l’uscita nei cinema per il 22 Aprile 2016.

Chris Hemsworth riprenderà invece il suo ruolo di cacciatore già interpretato nel primo The Huntsman, nel quale recitò al fianco di Kristen Stewart, che non vedremo in questo sequel.

Le fonti sostengono inoltre che Darabont abbia lasciato il progetto per divergenze creative. Nel 2011 il regista era stato estromesso dalla regia di The Walking Dead dopo essersi scontrato con l’emittente AMC. In seguito ha inoltre  fatto causa alla rete riguardo ai profitti della serie, dichiarando di pretendere un compenso.

Darabont ha recentemente diretto The Mist e può vantare al suo attivo altri successi quali The Shawshank Redemption, The Green Mile e The Majestic.

Biancaneve e il Cacciatore ha guadagnato più di 395.5 milioni di dollari nel mondo, le aspettative sono dunque altissime.

Fonte: Hollywood Reporter

The Huntsman: Emily Blunt e Charlize Theron su set [Foto]

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The Huntsman: Emily Blunt e Charlize Theron su set [Foto]

Continuano le riprese di The Huntsman, il sequel del film Biancaneve e il Cacciatore che vedrà protagonista un cast d’eccezone composto da Chris Hemsworth, Charlize Theron, Emily Blunt e Jessica Chastain. Oggi da JJ arrivano le nuove foto in cui vediamo Emily Blunt e la perfida e magnetica strega Charlize Theron in azione.

Per vedere tutte le foto CLICCA QUI

Dopo l’abbandono di Frank Darabont, The Huntsman ha trovato un sostituto per dirigere il film che vedrà protagonista il cacciatore dal cuore d’oro che risparmia la vita a Biancaneve, e che sarà interpretato di nuovo dal possente Chris Hemsworth.

Il prescelto è tale Cedric Nicolas-Troyan, nome che ad occhio e croce non dirà niente a nessuno, ma che ha partecipato in qualità di seconda unità a moltissimi film, tracui Maleficent e lo stesso Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders, di cui The Huntsman è uno spin off. Biancaneve e il Cacciatore ha guadagnato più di 395.5 milioni di dollari nel mondo, le aspettative sono dunque altissime.

 

The Huntsman: Chris Hemsworth e Jessica Chastain sul set

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The Huntsman: Chris Hemsworth e Jessica Chastain sul set

Arrivano online, grazie a Just Jared, le prime immagini dal set di The Huntsman, spin-off di Biancaneve e il cacciatore che vedrà protagonista il cacciatore Chris Hemsworth. Nelle immagini, che trovate di seguito, è possibile vedere, oltre al bel Thor, anche una delle new entry del cast: la straodinaria Jessica Chastain.

Dopo l’abbandono di Frank Darabont, The Huntsman ha trovato un sostituto per dirigere il film che vedrà protagonista il cacciatore dal cuore d’oro che risparmia la vita a Biancaneve, e che sarà interpretato di nuovo dal possente Chris Hemsworth.

Il prescelto è tale Cedric Nicolas-Troyan, nome che ad occhio e croce non dirà niente a nessuno, ma che ha partecipato in qualità di seconda unità a moltissimi film, tracui Maleficent e lo stesso Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders, di cui The Huntsman è uno spin off.

Biancaneve e il Cacciatore ha guadagnato più di 395.5 milioni di dollari nel mondo, le aspettative sono dunque altissime.

The Huntsman Winter’s War: nuovi character poster in attesa del trailer

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Ecco due nuovi poster per The Huntsman Winter’s War in cui possiamo rivedere i quattro magnifici protagonisti del fantasy dai produttori di Maleficent. Nella gallery di seguito le immagini:

[nggallery id=1855]

Molto prima che la regina cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento straziante, fuggiva dal regno.

La giovane regina di ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al vostro cuore di cedere all’amore.

Quando Freya apprende della sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura che sia mai esistita.

Il loro esercito sarà imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi, colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina, riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.

Diretto da Cedric Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti Jessica Chastain, Charlize Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei panni del cacciatore, Chris Hemsworth.

The Huntsman con Chris Hemsworth ha una data d’uscita

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The Huntsman con Chris Hemsworth ha una data d’uscita

Chris Hemsworth The HuntsmanE’ un periodo di rivoluzione per le fiabe classiche, da un po’ di tempo ormai il cinema le rivisita e le stravolge, e anche con Biancaneve la storia si è ripetuta più volte. Uno dei due recenti progetti sulla principessa amica dei nanetti,diretto da Rupert Sanders con protagonista Kristen Stewart, dava maggiore importanza alla figura del cacciatore, rispetto allo spazio che gli veniva dato nella fiaba classica. E come dar torto ai realizzatori di questa rilettura quando il cacciatore in questione è il possente Chris Hemsworth? L’attore, trai più pagati di Hollywood del 2013, sarà al timone del prequel del film, che si intitolerà soltanto The Huntsman.

The Huntsman uscirà il 22 aprile del 2016 e si concentrerà sul passato del cacciatore e su dove e come la sua strada si è incrociata con quella di Ravenna (Charlize Theron) prima che entrambi incontrassero Biancaneve.

Le vicende private della Stewart (la scappatella con il regista del film Sanders) potrebbero aver inciso molto sul suo ritorno nell’annunciato sequel, e così, dato lo spostamento di attenzione del pubblico dalla diva di Twilight all’attuale dio del Tuono Thor, si è optato per puntare sulla popolarità del secondo piuttosto che sulla prima, costruendo una storia che avesse come centro il rude cacciatore dal cuore d’oro.

Fonte: JJ

The Hunter – Il cacciatore: recensione del film

The Hunter – Il cacciatore: recensione del film

Sarà in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo mese di giugno, questo nuovo film del già apprezzato e conosciuto regista iraniano Rafi Pitts. Prodotto dalla Twenty Twenty Vision in co-produzione con la Aftab Negaran Film Production, The Hunter – Il cacciatore, sarà distribuito in Italia dalla Fandango di Domenico Procacci.

In The Hunter – Il cacciatore Teheran, giorno d’oggi. Alì Alavi ( Rafi Pitts) è da poco uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di alcuni anni in seguito ad un misterioso crimine. Per poter mantenere la bella moglie Sara (Mitra Hajjar) e la piccola figlioletta, Alì trova un impiego come guardiano notturno in una fabbrica di automobili. Un giorno, tornato dal lavoro, Alì non trova la moglie ad aspettarlo, la casa è deserta. Inizia così un oscuro cammino che condurrà il protagonista verso un’inesorabile e drammatica fine.

Pitts, che ha presentato il film al 60mo Festival di Berlino, è ormai ben noto in tutte le principali rassegne internazionali avendo, negli ultimi anni, partorito diversi lungometraggi riconosciuti e premiati da importanti giurie come quella di Berlino appunto (nel 2006 con It’s winter) o Venezia ( 1997 con Season five suo primo ed importante lavoro). Quando nel 2000 presentò Sanam la critica francese lo battezzò addirittura come il Quattrocento colpi iraniano.

Nato e cresciuto a Teheran ma abbandonato l’Iran nel 1981 con tutta la sua famiglia ed in piena guerra iraniano-irachena, Pitts si trasferisce a Londra dove conseguirà la laurea in film e fotografia. Negli anni Novanta andrà a vivere a Parigi ma il suo paese e tutte le contraddizioni interne ad esso continueranno ad ossessionarlo ed a essere al centro dei suoi film. Anche ne The Hunter – Il cacciatore l’Iran con il suo stato poliziesco repressivo, è lo sfondo costante e incombente in una Teheran che lo stesso Pitts definisce ormai simile ad una città come Los Angeles. Grattacieli ammassati l’uno contro l’altro, autostrade che sinuose si intrecciano in ogni dove, una metropoli caotica e impersonale dove i rapporti umani sono ormai banditi. Un uomo, solo in mezzo agli altri uomini, ostacolato nel suo tentativo di reintegrazione in seguito ad un non specificato crimine che potrebbe anche essere politico. La voce del regime che per bocca dell’ayatollah Khamenei inonda le frequenze radiofoniche e accompagna ad ogni ora i tristi tragitti da casa a lavoro dello sconsolato protagonista.

The Hunter – Il cacciatore è un film che arriva a trent’anni dalla rivoluzione dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica, che non a caso aprono il film sin dai titoli di testa con una foto, scattata nel 1981, e che li ritrae minacciosi a bordo di scintillanti motociclette. Una foto che simboleggia e che ha rappresentato un simbolo della repressione post-rivoluzionaria e che oggi, vuole comunicarci Pitts, non è certo storia passata. Il regista tratta ne The Hunter – Il cacciatore il tema della mancanza di vera democrazia nell’Iran odierno come a voler denunciare un sinistro collegamento diretto con i fatti di trent’anni fa. La moglie di Alì, Sara, che partecipando ad una manifestazione anti-governativa cade vittima della repressione poliziesca, è una sorta di simbolo e icona del martirio a cui va incontro chi protesta contro il potere.

Oggi in Iran non si è liberi di dissentire e chi lo fa muore. Se pensiamo che il film è stato girato poco prima dei tragici fatti post-elettorali del 2010, capiamo come The Hunter – Il cacciatore assuma una valenza quasi profetica. Pitts interpreta il ruolo di Alì dopo aver scartato il protagonista prescelto già al primo giorno di riprese ritenendolo inaffidabile e imprevedibile. Questo doppio ruolo non lo ha entusiasmato in quanto si è sentito quasi condizionato nella regia. Tra gli altri interpreti spicca la bella attrice iraniana Mitra Hajjar, famosissima in patria ed unica attrice professionista del cast. Il film si sviluppa su ritmi particolarmente lenti, pochi e scarni i dialoghi, quasi assente la colonna sonora e non certo mirabile la qualità interpretativa degli attori, compreso il regista stesso.

Come afferma Rafi Pitts, il suo intento originario era di creare un film che oscillasse tra il noerealismo ed il formalismo sino ad arrivare ad essere una sorta di “western neorealista”. A nostro avviso, questo difficile e insidioso cammino stilistico ha condotto il regista verso un film piatto ed inespressivo dove manca l’introspezione dei personaggi principali e dove si avverte una spiazzante assenza di pathos e carica emotiva pur trattando il film temi molto drammatici. Nella parte finale della sceneggiatura, curata sempre dallo stesso Pitts, assistiamo alla disperata vendetta personale che Alì intraprende armato del suo fucile da caccia. La narrazione si inerpica così in un improbabile roseto di situazioni quasi farsesche che convincono poco e non riabilitano di certo un film che sino ad allora si era stancamente trascinato senza destare, nello spettatore, la benché minima emozione.

The Hunted – La preda: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film

Ricordato principalmente – e giustamente – per L’esorcista e Il braccio violento della legge, si è affermato come profondo innovatore del poliziesco e dell’horror, contribuendo al rinnovamento della settima arte verificatosi durante gli anni della New Hollywood. Oltre ai due qui citati, tra i suoi altri film più apprezzati si annoverano anche Il salario della paura, Cruising, Vivere e morire a Los Angeles e The Hunted – La preda. Quest’ultimo, uscito in sala nel 2003 e meno noto rispetto ad altri suoi progetti, è un cupo thriller incentrato su uno scontro tra assassini.

Come affermato da Friedkin, ogni suo film esplora “la sottile linea tra il bene e il male” e anche The Hunted – La preda non fa eccezione. Si approfondiscono infatti qui temi come i sensi di colpa, il peso di azioni fatte a fin di bene che si trasformano in qualcosa di malvagio, ma anche lo scontro tra esseri umani e il soggettivo senso della giustizia. Anche quest’opera, dunque, è per Friedkin l’occasione per esplorare i lati più oscuri dell’umanità, alla ricerca di risposte tutt’altro che semplici da ottenere a riguardo.

Per gli appassionati di questa tipologia di film o anche solo del regista che lo dirige, è dunque questo un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Hunted – La preda. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Hunted - La preda cast Connie Nielsen

La trama di The Hunted – La preda

Tra i verdi boschi di Silvers Falls nell’Oregon si aggira Aaron Hallam, militare e disertore delle Forze Speciali, che veglia a suo modo sulla fauna selvatica. Dopo aver ucciso brutalmente quattro cacciatori di cervi con il solo aiuto di un coltello, l’agente speciale dell’FBI Abby Durrell chiede aiuto a L.T. Bonham, l’unico uomo che potrebbe essere in grado di fermare Aaron. Inizialmente Bonham rifiuta di partecipare alla missione, in quanto sta cercando di dimenticare il proprio passato speso ad addestrare i soldati per diventare abili assassini.

Ma quando si rende conto che queste recenti uccisioni sono opera di un uomo che ha addestrato lui stesso, si sente obbligato a fermarlo. Bonham accetta l’incarico, ma a patto di lavorare da solo. Una volta entrato nel bosco, disarmato e tormentato dai sensi di colpa, l’uomo incontra il furioso Aaron. Entrambi sanno di essere legati da un tragico destino e mentre si avvicina il combattimento finale, nessuno può dire con certezza chi sia la preda e chi sia il cacciatore.

Il cast e le location del film

Ad interpretare L.T. Bonham vi è il premio Oscar Tommy Lee Jones. L’attore aveva un buon rapporto di lavoro con William Friedkin e ha accettato di partecipare al film dopo aver letto la sceneggiatura. Accanto a lui, nel ruolo del Sergente di prima classe Aaron Hallam, vi è invece Benicio del Toro. Durante le riprese egli si è rotto un polso nel corso di una scena di lotta con Jones, bloccando la produzione per quattro mesi e facendo slittare la data di uscita. Nel ruolo dell’agente speciale dell’FBI Abby Durrell, invece, vi è Connie Nielsen.

Il film è stato parzialmente girato a Portland, in Oregon, e nei dintorni del Silver Falls State Park. Le scene di Portland sono poi state girate nell’Oxbow Park, nei South Park Blocks, nel Columbia Blvd Treatment Plant e nel Tom McCall Waterfront Park. È stata scelta Portland come luogo primario per le ripreese in quanto era necessaria la pioggia e questo è un ambiente spesso soggetto a precipitazioni. Purtroppo, durante le settimane di riprese a Portland non ha mai piovuto, costringendo la produzione a risolvere la cosa in modo artificiale.

The Hunted - La preda cast Tommy Lee Jones Benicio del Toro

La vera storia dietro The Hunted – La preda

Il consulente tecnico del film è Tom Brown Jr., un americano esperto di sopravvivenza all’aria aperta. Il suo coinvolgimento nel film si spiega in quanto la storia di The Hunted – La preda è parzialmente ispirata a un incidente apparentemente reale in cui Brown sembra essere stato coinvolto. Gli sarebbe infatti stato chiesto di rintracciare un ex allievo e sergente delle Forze Speciali che si era sottratto alla cattura da parte delle autorità. Questa storia è raccontata nel suo libro Case Files Of The Tracker. Il capitolo 2 di questo libro, “Il mio Frankenstein”, descrive infatti la ricerca e la lotta di Brown con questo ex veterano delle operazioni speciali.

Il trailer di The Hunted – La preda e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Hunted – La preda grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 luglio alle ore 21:30 sul canale Warner TV.

The Hunt: trailer del nuovo thriller scritto da Damon Lindelof

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The Hunt: trailer del nuovo thriller scritto da Damon Lindelof

La Universal Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di The Hunt, l’atteso nuovo film prodotto da Jason Blum con la sua Blum House.

Nel film dodici sconosciuti si svegliano in una radura. Non sanno dove sono o come sono arrivati ​​lì. Non sanno di essere stati scelti … per uno scopo molto specifico … La caccia.
 All’ombra di una oscura teoria della cospirazione di Internet, un gruppo di élite si riunisce per la prima volta in una casa padronale remota per cacciare gli americani comuni per lo sport. Ma il piano generale delle élite sta per essere deragliato perché uno dei The Hunted, Crystal (Betty Gilpin, GLOW), conosce il gioco dei Cacciatori meglio di loro. Gira i tavoli sugli assassini, prendendoli uno per uno, mentre si fa strada verso la misteriosa donna (due volte vincitrice dell’Oscar Hilary Swank) al centro di tutto.

Prodotto da Jason Blum (Get Out e The Purge), e Damon Lindelof, creatore della serie HBO Watchmen e co-creatore della serie TV Lost, arriva un nuovo thriller satirico tempestivo e provocatorio che ha già innescato una conversazione nazionale. Ora è il momento di decidere da soli.

The Hunt è scritto da Lindelof e dal suo collega collaboratore di Watchmen Nick Cuse ed è diretto da Craig Zobel (Z for Zachariah, The Leftovers). Blum produce per la sua Blumhouse Productions insieme a Lindelof. Il film è prodotto da Zobel, Cuse e Steven R. Molen.

The Hunt: la spiegazione del film e del suo finale

The Hunt: la spiegazione del film e del suo finale

Uno dei film più controversi realizzati negli ultimi anni è senza dubbio The Hunt, il thriller satirico del 2020 diretto da Craig Zobel (regista anche di Sopravvissuti e della miniserie Mare of Easttown) e scritto da Nick Cuse e Damon Lindelof (Lost, Watchem). Il film vuole infatti essere una satira sul profondo divario politico tra la destra e la sinistra americana, proponendo un racconto incentrato su un gruppo di élite che rapisce persone di classe inferiore per darle la caccia.

Proprio per via di questa satira e del modo in cui sono descritte certe classi sociali e i loro appartenenti, il film ha da subito generato diverse polemiche tanto a livello pubblico quanto politico. Il rumore generatosi nei confronti del film gli ha ad ogni modo conferito una grande popolarità, rendendolo uno dei titoli più chiacchierati durante il periodo della pandemia. Per questo e per altri motivi ancora, è decisamente un film da recuperare.

Tra i suoi meriti, infatti, vi è il suo comunicare una serie di messaggi in modo piuttosto originale e d’impatto. In questo articolo, approfondiamo dunque il significato generale di The Hunt come anche alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle fonti letterarie e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Hunt cast Betty Gilpin

La trama e il cast di The Hunt

Il film segue la storia di dodici estranei che un giorno improvvisamente si risvegliano in una radura. Non si conoscono fra loro, non sanno dove sono e come sono arrivati fin lì, ma scopriranno molto presto che sono stati scelti per uno scopo ben preciso: la caccia. Sono le prede di un gruppo di ricchi intellettuali, che ha come sport quello di stanare e uccidere esseri umani. Questo sadico piano, però, sta per essere mandato a monte da Crystal, una delle prede che, decisa a combattere, deciderà di essere lei la cacciatrice.

Ad interpretare Crystal vi è l’attrice Betty Gilpin, vista anche nella serie GLOW e nel film La guerra di domani. Nel ruolo di Athena Stone, invece, la leader dei cacciatori, vi è la due volte premio Oscar Hilary Swank. Fanno poi parte del cast  Ike Barinholtz nel ruolo di Staten Island, Emma Roberts in quelli di Yoga Pants, Ethan Suplee in quelli di Gary e Wayne Duvall in quelli di Don, tutti facenti parte del gruppi di prede. Macon Blair con il ruolo di Fauxnvoy e Usman Ally con quello di Crisis Mike sono invece due dei cacciatori.

La spiegazione del finale del film

Verso la fine del film, un flashback spiega le intenzioni di Athena nella realizzazione di questa efferata caccia all’uomo. In una chatroom, a cui partecipano i vari ricchi incontrati e poi uccisi da Crystal durante gli eventi narrati, Athena scherzosamente ed ironicamente cita questa ipotetica “Fattoria” che si troverebbe nel Vermont, facendo riferimento alla credenze popolari secondo cui ogni anno un’élite di ricchi organizzerebbe questa fantomatica caccia all’uomo.

The Hunt libro

La chat finisce online, e lo screenshot della conversazione inizia a fare il giro del web, finendo sui principali siti di teorie del complotto. Dopo un incontro con il proprio avvocato, Athena, particolarmente stizzita, inizia a pianificare la sua vendetta. Dopo aver convinto anche gli altri ricchi elitari, decide che sarebbero stati prelevati per la caccia coloro ritenuti responsabili della diffusione della fake news e dello screenshot, facendo diventare così realtà ciò che era ritenuta solo una teoria del complotto.

Il film trae dunque ispirazione dalla teoria del complotto nota come ManorGate, secondo la quale l’élite benestanti da la caccia alle persone che etichettano come “deplorevoli”. La narrazione confonde abilmente i confini tra finzione e realtà, dimostrando come le stravaganti teorie cospirazioniste possano trovare spazio in un mondo svincolato dai vincoli della razionalità e della verità. Nato come scherzo innocuo, ManorGate diventa una cospirazione ampiamente creduta, alimentata da individui con secondi fini che la rendono poi realtà.

Si riflette dunque sulla natura pericolosa della disinformazione nell’odierna era digitale. The Hunt mostra la facilità con cui le false narrazioni possono diffondersi online, spesso portando a danni reali. Enfatizza la questione della disinformazione, facendo luce sul problema più ampio della rapidità con cui le informazioni non verificate possono circolare e causare il caos, mettendo dunque in guardia dai pericoli della diffusione frettolosa di storie non verificate.

The Hunt trama film

Il confine tra realtà e menzogna viene portato avanti anche nel momento in cui la protagonista capisce di non essere la Crystal che i cacciatori cercavano. Afferma invece di essere un’omonima della Crystal Creasey a cui davano la caccia. L’ex soldato gioca così con il dubbio come Athena aveva fatto con lei per costringerla ad uccidere Don, che le era stato fatto credere – senza prove certe – facesse parte dei cacciatori. Riguardo questi due colpi di scena, non viene offerta una chiara soluzione.

Se anche è probabile che Don non fosse parte dei cacciatori, ma fosse invece una delle prede, il dubbio riguardo la vera identità di Crystal rimane più forte. Dato il messaggio di fondo di The Hunt, si può presumere che stesse dicendo la verità e che il suo essere stata coinvolta in quel gioco al massacro non sia altro che il frutto di un errore dato dall’aver creduto ad alcuni elementi senza prima verificarli adeguatamente.

The Hunt è tratto da un libro?

The Hunt non è direttamente tratto da un libro, ma è stato descritto come una “libera rivisitazione” del racconto del 1924 di Richard Connell dal titolo The Most Dangerous Game, in cui si narra di un naufrago che dopo aver trovato riparo su di un’isola capisce di essere diventato la preda di un generale russo amante della caccia e intenzionato a catturare le preda più pericolosa di tutte: l’uomo. Nel film, però, si fa spesso riferimento anche a La fattoria degli animali di George Orwell, notoriamente basato sulle differenze di classe.

Il trailer di The Hunt e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Hunt grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Hunt: Jason Blum rimpiange la gestione della controversia legata al film

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La Blumhouse è una delle società di maggior successo dell’odierno panorama hollywoodiano, grazie soprattutto alla produzione di franchise horror quali Paranormal Activity, Insidious e The Purge, ma anche di film molto acclamati dalla critica come Whiplash, Scappa – Get Out e BlacKkKlansman.

Tuttavia Jason Blum, fondatore e amministratore delegato della Blumhouse Productions, ha rivelato di avere alcuni rimpianti in merito a The Hunt, il film del 2020 diretto da Craig Zobel, che generò un’enorme controversia prima dell’arrivo nelle sale: dopo la strage di Dayton e la strage di El Paso, infatti, la campagna promozionale del film venne ufficialmente sospesa e alcuni giorni dopo il film venne ritirato dal calendario delle uscite della Universal.

In una recente intervista con ComicBook, Jason Blum ha parlato di come molte informazioni sbagliate in merito al film si siano diffuse a macchia d’olio ancor prima della sua uscita in sala. Blum ha affermato che la controversia legata all’uscita di The Hunt è stata così accesa e prolungata che spera che una cosa del genere non accada mai più in futuro.

“La polemica prima dell’uscita di The Hunt ha rovinato l’intero film. Intendo dire che ha rovinato l’uscita del film. The Hunt sarebbe potuto essere un film di grande successo, ma la controversia prima dell’uscita lo ha praticamente distrutto. Quando mi viene chiesto qual è il mio più grande rimpianto in relazione alla gestione della mia compagnia, è proprio questo: che nessuno ha potuto vedere The Hunt a causa di quella controversia. Quella polemica è stata orribile. È stato davvero brutto. Era una polemica su un film che nessuno, in realtà, aveva visto. Le persone stavano inventando cose su un film che non avevano visto, e spero davvero che una cosa del genere non accada mai più. Ora mi preoccupo che possa succedere con ogni nuovo film film. Se ci sono polemiche prima dell’uscita di un film, queste possono davvero rovinarlo… Tuttavia, cosa puoi farci? Quindi mi preoccupo il giusto. Sono cose che non posso controllare.”

Di cosa parla The Hunt?

The Hunt è basato su racconto del 1924 “La partita più pericolosa”, scritto da Richard Connell. Nel film, dodici sconosciuti si svegliano in una radura. Non sanno dove sono o come sono arrivati ​​lì. Non sanno di essere stati scelti per uno scopo molto specifico: La Caccia!

All’ombra di una oscura teoria della cospirazione di Internet, un gruppo di élite si riunisce per la prima volta in una casa padronale remota per cacciare gli americani comuni per lo sport. Ma il piano generale delle élite sta per essere deragliato perché uno dei The Hunted, Crystal (Betty Gilpin), conosce il gioco dei Cacciatori meglio di loro. Gira i tavoli sugli assassini, prendendoli uno per uno, mentre si fa strada verso la misteriosa donna (Hilary Swank) al centro di tutto.

The Hunt, recensione del film con Betty Gilpin

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The Hunt, recensione del film con Betty Gilpin

La recensione di The Hunt fa parte di quel gruppo di testi, più o meno critici, che in queste settimane parlano di film che saltano l’uscita in sala. Ebbene, anche questa storia, che fa l’occhiolino al B-Movie e al thriller d’autore contemporaneamente, si inserisce a quella schiera di titoli che arriveranno direttamente a portata di click, sulle innumerevoli piattaforme in grande spolvero, data la chiusura delle sale a causa dell’emergenza sanitaria. In questo caso, il film con protagonista Betty Gilpin è disponibile su Chili.

The Hunt è il terzo film prodotto dalla Blumhouse distribuito, anche se con metodo alternativo, quest’anno. Dopo Fantasy Island e L’uomo invisibile, anche questo terzo progetto, diretto da Craig Zobel, rispecchia lo spirito produttivo della casa di Jason Blum: basso budget e storia accattivante, oltre ad un pacchetto di interpreti che riesce sempre a ricavare il massimo dalla storia, spesso ridotta all’osso.

The Hunt, la trama

In questo caso, al centro della scena c’è una inarrestabile Betty Gilpin. Abbiamo imparato ad amare l’attrice sui ring di GLOW, serie di Netflix, ed ora Gilpin porta le sue misure da pin-up in un campo del massacro. Nella storia è Crystal, vittima di una caccia (da cui il titolo). Un gruppo di persone si risveglia in un luogo ignoto, tutti hanno bavagli e mani legate. Impiegano molto poco tempo a capire cosa sta succedendo: sono vittime di una caccia mortale in cui sono loro stessi le prede. Tra loro, c’è Crystal una donna che sembra nata allo scopo di sopravvivere, ma lei vuole di più, vuole sapere anche chi l’ha messa in quel posto, e perché. La preda diventerà quindi cacciatrice dei propri carnefici.

Damon Lindelof e Nick Cuse firmano la sceneggiatura e mentre Cuse lo conosciamo per aver firmato un paio di episodi dell’acclamato Watchmen, l’attenzione ricade subito sul nome di Lindelof, che non può certo dire che la costanza appartenga alla sua carriera. Autore tra alcuni dei tonfi cinematografici più pesanti degli anni passati, tra cui Cowboys and Aliens e Tomorrowland, Damon Lindelof è anche autore di alcuni dei prodotti più affascinanti degli ultimi tempi, tra cui Leftovers e proprio il capolavoro Watchmen. Per questo approcciarsi al suo lavoro è sempre una scommessa.

Questa volta però lo sceneggiatore vince la partita, proprio perché gioca su un terreno facile, senza rinunciare al colpo di scena finale, ma portando avanti un racconto che si rifà al B-movie come strumento di critica sociale, un po’ come ha fatto già Jordan Peele in Get Out e in Us, ma senza la sua finezza registica, dal momento che in questo caso il compito è svolto con diligenza ma senza eccessivi guizzi da Zobel.

La recensione di The Hunt

The Hunt è una variazione sul tema della lotta di classe che sembra estremamente di moda in quest’ultimo periodo. Dopo il citato Us di Peele, e lo stesso Parasite, film premio Oscar di Bong Joon-ho, The Hunt si inserisce, da fratello minore ovviamente, nella stessa categoria di titoli che provano a fare una riflessione tra la divisione in classi di una società che sembra sempre meno attenta all’essere vivente e alla sua umanità.

Giustiziera con più di qualche macchia nel suo passato, la Crystal di Betty Gilpin sorprende per una fisicità che ha molto poco di moderno e che ricorda più gli eroi pieni di testosterone del cinema action anni ’80: vitino di vespa, seno abbondante, fianchi generosi e una forza e un grinta da fare invidia alle atletiche protagoniste dei cinecomic tanto in voga in questo momento. La sua protagonista è una antieroina che sembra non avere corrispettivi della storia del cinema eppure che riporta alla mente quegli archetipi narrativi saldi nella memoria collettiva e principalmente legati ai corpi maschili.

The Hunt è un film talmente semplice da risultare quasi banale, eppure molto efficace nel recapitare il suo messaggio. Non rinuncia al twist ma nemmeno, in maniera grottescamente comica, a confortare lo spettatore che segue la caccia di Crystal.

The Hungry: recensione del film di Bornila Chatterjee #RomaFF12

The Hungry: recensione del film di Bornila Chatterjee #RomaFF12

Dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival lo scorso settembre, arriva a Roma, in selezione ufficiale, The Hungry  di Bornila Chatterjee. Per il suo secondo lungometraggio, la regista indiana punta sulla rilettura in chiave moderna della prima tragedia di William Shakespeare: il Tito Andronico.

Durante la festa di Capodanno, Ankur (Suraj Sharma) viene trovato morto in una camera d’albergo. Sembra si tratti di un suicidio ma un biglietto d’addio per i propri cari nasconde un indizio determinante che innescherà in Tulsi (Tisca Chopra), la giovane madre di Ankur, il desiderio di vendetta.

Fin dalla prima sequenza la regista pone l’attenzione sugli “affamati”: i corvi, che sovrastano il cielo di una sontuosa dimora, osservano con famelica avidità un gruppo di maiali che gozzoviglia intorno ad una falò abbandonato. L’istinto di sopravvivenza, la ciclicità della vita, la voracità onnivora sono i temi centrali del film che ci vengono così subito mostrati. Saranno continui i rimandi metaforici agli animali (pecore, insetti, capre) come simboli assoluti dei più brutali istinti umani.

Sostanziali differenze con il modello originale si ritrovano soprattutto nel ruolo che la regista riserva alle donne. Tulsi, su tutte, non è soltanto una madre ferita ma una donna alla ricerca della propria rivalsa che rivendica la posizione che le spetta di diritto. I ruoli si invertono, non solo quelli di genere; infatti la saggezza e il buon senso caratterizzano più i giovani che gli adulti.

La brama di potere muove tutti i personaggi, perfino quelli che appaiono positivi e innocenti celano un’ avida natura duale. Ognuno vuole accrescere la propria posizione, prevalere rispetto all’altro anche anche a discapito della famiglia. Significative, in tal senso nella prima parte, le scelte cromatiche con la continua opposizione tra bianco e nero, rafforzate, nella seconda, dal contrasto tra buio e luce che suggerisce allo spettatore l’atmosfera di una partita a scacchi in cui, fino alla fine, non si capirà chi conduce davvero il gioco.

Le sceneggiatura non riesce però a sostenere il ritmo serrato che lo stile registico insegue, congelando spesso le azioni dei personaggi e dilatandole oltre il necessario.

The Hunger – The Story of the Irish Famine, la recensione #IrishFilmFest

All’Irish Film Festa arriva The Hunger – The Story of the Irish Famine, documentario di Ruán Magan, irlandese di Dublino, che propone una sua lettura della grande carestia che colpì l’Irlanda dal 1845, decimando i più poveri e indigenti. Questi, infatti, potevano contare solo su poca terra e sulla coltivazione delle patate, proprio la specie vegetale colpita dal fungo che distrusse i raccolti. Attraverso contributi diversi, l’autore colloca gli eventi in una prospettiva sociale e politica, offrendo spunti di riflessione per una rilettura del passato e un’interpretazione del presente.  

Ruán Magan, la storia d’Irlanda e l’Irish Film Festa

Il regista, sceneggiatore e produttore Ruán Magan è noto soprattutto per il suo lavoro televisivo e teatrale, oltre che per l’organizzazione di grandi eventi. Irlandese cattolico, il regista proviene da una famiglia nazionalista, che affonda le radici proprio nella storia della nascita dello Stato Irlandese. Suo The Irish Revolution, documentario per la tv sulla guerra d’indipendenza irlandese, ma anche 1916: The Irish Rebellion, miniserie tv documentaristica sulla rivolta irlandese della Pasqua 1916, con cui partecipò all’Irish Film Festa nel 2016. In quel caso, come per The Hunger, la voce narrante era di Liam Neeson. Magan però non si è occupato solo di Irlanda nei suoi lavori. Ha infatti diretto The men who built America, miniserie doc per History Channel sui grandi capitani d’industria che hanno reso grandi gli Stati Uniti, da Rockefeller a Ford. Nel 2020, a 175 anni dall’inizio della grande carestia, realizza The Hunger – The Story of the Irish Famine. 

The Hunger – The Story of the Irish Famine, la trama

Basato sull’Atlas of the Great Irish Famine, (Atlante della Grande Carestia irlandese), edito da Cork University Press nel 2012, oltre che su ricerche più recenti, il documentario di Magan ripercorre la storia della carestia che colpì l’Irlanda a partire dal 1845 e fino al 1852. Quella che gli irlandesi definiscono: “La più grande catastrofe della nostra storia”. Attraverso il contributo di numerosi studiosi, la raccolta di testimonianze di commentatori dell’epoca –  poeti, scrittori, politici, filantropi – e l’accostamento con dipinti, foto e quotidiani ottocenteschi, il lavoro mette in evidenza come le autorità britanniche e le classi più abbienti – proprietari terrieri e borghesia cattolica irlandese – non si adoperarono a sufficienza per evitare la  tragedia e la morte di un milione di irlandesi appartenenti alle classi sociali più basse, nonché l’emigrazione verso America, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda di altri 2 milioni di poveri d’Irlanda. Anzi, durante tutto il periodo, enormi quantità di cibo continuarono ad essere esportate verso la Gran Bretagna, e l’Irlanda continuò ad essere considerata “Il paniere della Gran Bretagna”, come afferma Christine Kinealy, professoressa alla Quinnipiac University, nonostante la tragedia che stava vivendo. Il lavoro evidenzia anche come questa gravissima carestia ebbe enormi ripercussioni sulla cultura irlandese, di cui proprio i contadini erano i principali portatori, non essendo stati coinvolti dall’ampio processo di industrializzazione e sviluppo a seguito della Rivoluzione Industriale.  

Una ricostruzione accurata e coraggiosa anche se impegnativa della grande carestia

The Hunger recensioneThe Hunger è ineccepibile dal punto di vista della precisione, della cura nella documentazione, della chiarezza esplicativa, con tanto di mappe e grafici. Inoltre, è coraggioso nel prendere una posizione netta e attribuire responsabilità importanti sia alla Gran Bretagna, che alla stessa nobiltà terriera irlandese, nonché alla borghesia cattolica d’Irlanda. Illumina così l’evento da una prospettiva interessante, palesando una trascuratezza, una noncuranza che, sebbene non volontariamente, portò comunque alla decimazione di una classe sociale, di coloro che venivano considerati “the lowest of the low”, gli ultimi degli ultimi.   

Visivamente, è riuscita e suggestiva l’idea di alternare foto, dipinti, disegni d’epoca, anche tratti dalla stampa – la grande carestia fu di fatto una delle prime catastrofi illustrate della storia dei mass media – ad inquadrature con droni dei paesaggi d’Irlanda e sequenze dell’Irlanda di oggi, con la fotografia di Brian O’Leary . Dalle testimonianze visive, infatti, dai volti scavati delle donne e dei bambini nelle illustrazioni di James Mahony per l’Illustrated London News, come dalle foto dei villaggi con capanne di mattoni, paglia e fango che mostrano le condizioni di estrema povertà in cui i contadini irlandesi vivevano, emerge chiara la portata di quella che fu una vera e propria tragedia. 

Magan, poi, amplia lo sguardo alla cultura del popolo irlandese, includendo tra le testimonianze anche alcuni canti contadini del 1846, accompagnati dalla colonna sonora di Natasa Paulberg, per condurre una riflessione su come un vasto patrimonio culturale sia stato intaccato profondamente dalla carestia e dai lutti che ne seguirono. Gli irlandesi, specie le classi popolari, vengono descritti come amanti della danza e del canto, gente festosa. Questa tragedia spazza via gran parte del loro spirito più autentico. Partendo poi dalla migrazione cui furono costretti circa due milioni di irlandesi poveri per fuggire alla carestia, approdando in America, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda, il regista fa riflettere sugli eterni problemi della migrazione ieri e oggi. Non mancavano, infatti, pregiudizi sugli immigrati irlandesi, considerati pigri, indolenti e portatori di malattie. The Hunger spinge a confrontarsi con ciò che sono davvero la povertà e la fame in un mondo come quello occidentale di oggi che, per fortuna, la conosce poco. Mentre le scene di morte e disperazione, la difficoltà a dare degna sepoltura a un elevatissimo numero di corpi, oggi purtroppo sono qualcosa che risuona alle orecchie dello spettatore, costretto a confrontarsi con la tragedia della pandemia. 

The Hunger – The Story of the Irish Famine, però, pur essendo un lavoro documentaristico di indubbia qualità, è anche un lavoro impegnativo. Come ogni documentario classico, è molto basato sulla parola, sia degli studiosi, sia dei testimoni dell’epoca, di cui si leggono gli scritti. La mescolanza delle fonti visive riesce un po’ ad alleggerire il racconto, ma resta comunque una visione impegnativa. Per la sua completezza, però, è una visione che arricchisce e merita di essere affrontata. The Hunger è prodotto da Tyron Productions, Create One Production/Wonderland, Rté e Arté Productions, in associazione con University College Cork.

The Hunger Games: Tom Blyth, parla di un possibile ritorno nel ruolo del Presidente Snow

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Per la star di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente (The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes) Tom Blyth, riprendere il ruolo di Coriolanus Snow sarebbe un “non problema“. In una recente intervista con ScreenRant, l’attore ha rivelato che sarebbe disposto ad approfondire la storia dell’antagonista e gli anni che hanno preceduto la sua ascesa al potere come leader tirannico di Panem.

Durante la promozione della seconda stagione di Billy the Kid, Blyth – che ha interpretato la versione più giovane del personaggio che Donald Sutherland ha notoriamente interpretato nella trilogia di Hunger Games – ha condiviso che ci sono molte più storie da raccontare sul Presidente Snow.

Non ci sarebbe nulla di strano. Sento di essere stato così fortunato a entrare in quel mondo, e amo davvero tutte le persone coinvolte: Francis Lawrence, Nina Jacobson e [l’autrice di Hunger Games] Suzanne Collins“, ha detto l’attore. “Ma sarebbe davvero bello continuare a scavare in quella storia, e credo che anche i fan lo pensino. Credo che fossero entusiasti di riaccendere il mondo, e credo che la gente senta che all’interno di questa riaccensione c’è ancora molto da fare. Ci sono altre storie da approfondire“.

E ha continuato: “Penso che la storia di Coriolano possa essere approfondita, sia che sia il personaggio principale, sia che sia un personaggio periferico e che si guardi alla storia di qualcun altro. Ma penso che sarebbe affascinante vedere la sua continua ascesa al potere e quello che succede lungo il percorso“.

Che cos’è Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente?

Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente è il prequel, diretto da Francis Lawrence, segue il giovane Coriolanus Snow e alcuni degli eventi accaduti prima che diventasse il tirannico presidente della trilogia guidata da Jennifer Lawrence. Oltre a Blyth, il film è interpretato da Rachel Zegler nel ruolo di Lucy Gray Baird, Hunter Schafer nel ruolo di Tigris Snow, Josh Andrés Rivera nel ruolo di Sejanus Plinth, Viola Davis nel ruolo della dottoressa Volumnia Gaul, Peter Dinklage nel ruolo di Casca Highbottom e Jason Schwartzman nel ruolo di Lucretius Flickerman.

The Hunger Games: The Exhibition, le foto

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Ecco le foto dal The Hunger Games: The Exhibition, evento a cui hanno partecipato anche alcuni componenti del cast come i protagonisti Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson.

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The Hunger Games: The Exhibition celebra la franchise blockbuster di Hunger Games e l’epico viaggio di Katniss come mai prima. La mostra, che ha aperto i battenti lo scorso primo luglio presso Discovery Times Square (New York), esplora l’arte, la scienza, e la storia di Hunger Games presentandoci costumi iconici, oggetti di scena e ricostruzioni dal set che mettono in rilievo la magia tecnologica e la sorprendente maestria che hanno dato vita a questo mondo.

Strumenti interattivi consentono di immergersi in emozionanti contenuti dietro le quinte, apprezzare fino in fondo i film e scoprire un lato completamente nuovo di storie che hanno avuto un successo travolgente in tutto il mondo.

Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

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