Sir Ian McKellen e Dame Helen Mirren reciteranno insieme sul
grande schermo in The Good Liar, thriller prodotto
dalla New Line Cinema e diretto da Bill Condon
(La bella e la bestia, Mr.
Holmes). A confermare la notizia è l’Hollywood Reporter
nelle ultime ore.
Il progetto nasce dall’adattamento
del romanzo scritto da Nicholas Searle e
incentrato su Roy Courtnay (McKellen) e sulla
rivalità con la ricca vedova Betty McLeish (Mirren) scatanatasi
online.
Jeffrey Hatcher,
che aveva già collaborato con Condon e McKellen in Mr.
Holmes, scriverà la sceneggiatura.
The Goat
di Ilaria Borrelli conclude le proiezioni di
Alice nella città, sezione parallela della
Festa del Cinema di Roma
2023. Da sempre impegnata a dare voce alle bambine che
vivono in situazioni difficili, Ilaria Borrelli,
già regista di Talking To The Trees che affrontava il tema
delle baby prostitute cambogiane, esplora con The
Goat il dramma diffuso nei paesi del Medio Oriente legato
alle spose bambine e agli abusi che devono affrontare.
Il film non solo vanta la
partecipazione di stelle di fama mondiale del panorama arabo, come
Amr Saad, Sayeb Ragab,
Nelly Karim e Maya Talem, insieme
a attori internazionali del calibro di Mira
Sorvino e John Savage, tutti presenti
alla premiere del 29 ottobre, ma rappresenta anche la prima grande
produzione internazionale araba diretta da una regista donna
occidentale. I principali produttori, Cedar Art Production
del Libano e Agora Media Production dell’Egitto, due tra i
maggiori protagonisti dell’intrattenimento nel mondo arabo, hanno
voluto focalizzare l’attenzione su temi cruciali come l’uguaglianza
di genere, l’istruzione e l’empowerment femminile, temi spesso
trascurati sia nel mondo arabo che in quello occidentale.
The Goat, la trama
Il film narra la storia di
Hadyia, una giovane orfana costretta a un
matrimonio precoce e violento. La protagonista, incinta a soli
undici anni, decide di fuggire attraverso il deserto per proteggere
la sorgente d’acqua del suo villaggio dall’avidità di un’impresa
occidentale. Durante il viaggio, Hadyia è accompagnata solo dalla
sua capra, che diventa la sua fonte di sostentamento fornendole
latte. Tuttavia, la storia prende una svolta sorprendente quando la
capra inizia a parlare con la voce della madre di Hadyia, deceduta
durante il parto. La regista, attraverso una narrazione che ricorda
una fiaba per ragazzi, affronta tematiche complesse e
difficili.
The Goat sottolinea
come, in tempi di guerra e povertà, le bambine sono le prime a
essere sacrificate. Spesso vengono vendute come mogli o finiscono
nei bordelli, sono le prime a essere private dell’istruzione e le
ultime ad avere accesso alle cure ospedaliere. La regista
sottolinea l’importanza di comprendere la connessione globale,
evidenziando come le tragedie umanitarie nei paesi meno fortunati
spesso siano il risultato diretto dell’influenza dei paesi più
ricchi, tentati dalla ricchezza. Nel contesto di guerra e povertà,
sono le giovani ragazze a subire in modo più diretto il peso della
sofferenza, diventando spesso le prime vittime di pratiche come
matrimoni forzati o sfruttamento sessuale.
Preservare il ricordo, salvare una comunità
Con The Goat,
Borrelli mette in luce il dolore di un padre
progressista che, di fronte al continuo silenzio della comunità
rispetto alle violenze, cerca di urlare a pieni polmoni che le cose
devono cambiare. Dopo aver perso la moglie mentre partoriva la
figlia, Salem promette ad Hadiya
che racconterà a tutti la sua storia, affinché non venga mai
dimenticata, anche se lui non potrà mantenere fede alla parola
data. Così, spetta ad Hadiya non solo proteggersi, ma anche
proteggere il ricordo e gli sforzi del padre, farsi valere come
donna e come futura professionista a cui il padre ha insegnato
tanto in materia ingegneristica.
La narrazione di The
Goat non sempre procede in maniera organica: alcune
sequenze in flashback premono un po’ troppo sul sentimentalismo,
così come la recitazione degli attori americani sembra un po’
troppo calcata, a voler drammaticizzare il tutto con una sottotrama
del buono vs cattivo non sempre efficace. Tuttavia, il
film ha dalla sua un buon utilizzo dell’immaginario favolistico a
supporto emotivo di un vero e proprio viaggio della speranza: il
realismo magico diventa per Hadiya conforto, in assenza di figure
in carne ed ossa a cui stringere la mano. Un’operazione simile,
anche se su scala ridotta, a quella effettuata da Matteo
Garrone nel suo Io,
Capitano.
Maya Talem, che
interpreta Hadiya, ha espresso la sua sua
soddisfazione per l’associazione del film con Action Aid,
un’organizzazione umanitaria che fornisce supporto psicologico e
legale alle bambine e ragazze vittime di abusi. Ha sottolineato
l’importanza di andare oltre, trasmettendo il messaggio a un
pubblico più ampio: garantire un futuro dignitoso a queste ragazze
è un impegno universale che coinvolge tutti noi e che The
Goat ribadisce a gran voce.
Dopo popolari serie coreane come
Hellbound, It’s Ok Not To Be
Ok e la pluripremiata Squid Game, su
Netflix sono da poco arrivati gli episodi
conclusivi di un altro prodotto seriale che ha riscosso grande
successo. Si tratta di The Glory, una
serie divisa in due parti da 8 episodi l’una, incentrata sui temi
del bullismo e della vendetta. Scritta da Kim
Eun-sook e diretta da Ahn Gil-ho, essa si
presenta dunque come un’opera cupa, di genere thriller, dotata di
tutti quegli elementi capaci di attrarre numerosi spettatori e
conquistarli poi con il suo affrontare questioni particolarmente
delicate attraverso punti di vista insoliti.
Questo perché, come il regista
coreano Park Chan-wook ha magnificamente
raccontato con la sua trilogia della vendetta (Mr. Vendetta,
Old Boy, LadyVendetta), la vittima può trasformarsi
in carnefice e dar vita ad una personalissima ricerca della
giustizia. Il confine tra bene e male diventa dunque estremamente
labile e, come accade anche per TheGlory, per lo
spettatore diventa difficile giudicare le azioni del protagonista
di turno. Fino a che punto, infatti, la vendetta è giustificabile?
Naturalmente in The Glory emergono anche altre tematiche
oltre a quella della vendetta, dal divario esistente tra ricchi e
poveri fino al già citato bullismo, un atto a partire dal quale si
scatena tutto il resto.
La trama e il cast di The
Glory
Protagonista della serie è
Dong-eun, la quale è stata vittima di perfidi e
feroci atti di bullismo durante gli anni del liceo, al punto da
essere stata costretta ad abbandonare la scuola. Il gruppo di
quattro giovani criminali che l’hanno maltrattata è capeggiato
da Yeon-jin, una ragazza di buona famiglia,
viziata e immancabilmente circondata dal lusso. A distanza di anni,
Dong-eun ancora non riesce a dimenticare ciò che ha subito, tanto
da arrivare a pensare di volersi togliere la vita. Le cicatrici che
ancora porta sul suo corpo, però, le fanno scegliere un’altra
strada: quella della vendetta. Ricercando un senso di gloria,
Dong-eun intraprenderà percorsi molto pericolosi, abbandonando ogni
possibile senso di pietà.
Ad interpretare Dong-eun vi è
l’attrice Song Hye-kyo, nota per serie come Autumn in My
Heart, All In e Full House. Accanto a lei si ritrova
l’attore Lee Do-hyun nel ruolo di Joo Yeo-jeong,
che diventa suo complice, e Lim Ji-yeon in quelli
di Park Yeon-jin, la leader del gruppo di bulli. Completano il cast
principale gli attori Yeom Hye-ran in quelli di
Kang Hyeon-nam, altra alleata di Dong-eun in cerca a sua volta di
vendetta, Park Sung-hoon in quelli di
Jeon-Jae-joon, un altro dei membri del gruppo di bulli, e
Jung Sung-il nel ruolo di Ha Do-yeong, marito di
Yeon-jin. Kim Gun-woo, infine, interpreta Son
Myeong-oh, un altro dei principali membri del gruppo di bulli.
The Glory: la stagione 2 e
il finale della serie
La Prima parte della serie, composta
da 8 episodi, si concludeva con l’attuazione delle fasi iniziali
del piano di vendetta Dong-eun, la quale è riuscita a generare un
forte contrasto tra Yeon-jin e suo marito Do-yeong. Proprio
Yeon-jin, oggetto primario della vendetta di Dong-eun, è però
riuscita a scoprire il piano della sua rivale, cosa che le permette
ora di poter dar vita ad una propria contro azione. Allo stesso
tempo, Yeo-jeong scopre che Dong-eun gli ha mentito riguardo
l’esistenza di una ragazza uccisa tempo addietro da Yeon-jin, cosa
che rischia ora di far cedere la sua fiducia. La realtà però è più
complessa del previsto e i misteri sono ancora molti. Da qui
riparte dunque la Seconda Parte della serie, composta da altri 8
episodi.
[SEGUONO SPOILER]
Giunti al finale dell’ultimo episodio della Parte 2,
Yeon-jin viene richiamata anonimamente alla
boutique per recuperare la bottiglia, dove trova il negozio già
trattato come una scena del crimine dalla polizia, e viene
arrestata. Do-yeong e Ye-Sol si
trasferiscono in Europa per iniziare una nuova vita lì.
Young-ae viene invece arrestato con l’accusa di
omicidio. Il detective Choi si rende conto che
Dong-eun ha orchestrato la catena degli eventi, ma
decide di lasciarla andare, riconoscendo che era lei la vera
vittima. Dong-eun brucia a quel punto i suoi materiali e progetta
di porre fine alla sua vita saltando giù dallo stesso punto in cui
è morta So-hee, ma Sang-im arriva
per dirle che la sua morte devasterà
Yeo-jeong.
Sei mesi dopo, Dong-eun rientra
nella vita di Yeo-jeong, offrendosi di essere la sua “carnefice”
nella sua ricerca di vendetta contro Yeong-cheon.
A quel punto, Dong-eun, con Yeo-jeong sotto la sua ala protettrice,
orchestrano una serie di eventi che li portano a essere impiegati
nel sistema carcerario in cui è detenuto Yeong-cheon. Il finale,
dunque, risulta piuttosto aperto e lascia spazio ad ulteriori
racconti. Non è ancora noto se di The Glory verrà
realizzata una Parte 3, ma di base gli elementi
affinché ciò avvenga ci sono tutti. Netflix non ha però ancora
confermato nulla a riguardo ma è certo che se la serie dovesse
continuare ad avere ottimi ascolti, le possibilità di vedere altri
piani di vendetta di Dong-eun e Yeo-jeon si farebbero più
concrete.
Il trailer di The Glory e
come vederla in streaming
Come anticipato, è possibile fruire
di The Glory grazie alla sua presenza nel
catologo di Netflix. Per vedere la serie, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso
a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo. Attualmente,
The Glory è uno dei prodotti più visti della piattaforma
in Italia, trovandosi al 3° posto nella Top 10 delle Serie
Tv più viste.
Ecco il trailer dell’adattamento
cinematografico di The Glass Castle, libro di
memorie di Jeanette Walls, con
protagonista Brie Larson.
La pellicola racconterà la storia
della Walls, una ragazza cresciuta con una famiglia i cui ideali
anticonformisti li portano a vivere come nomadi per gran parte
della loro esistenza, spostandosi tra le città americane
del deserto sud-ovest.
La sceneggiatura era stata scritta
inizialmente da Marti Noxon (Buffy the Vampire
Slayer, Fright Night) poi rielaborata da Andrew
Lanham. Alla regia c’è Destin
Cretton, che aveva già diretto Brie Larson nel film che
segnò il suo debutto al cinema, Short Term
12.
“Noi sperimentiamo la vita
attraverso i nostri cinque sensi. Ma cosa succede se tutto ciò
che abbiamo mai pensato, o che finora abbiamo avuto, era solo la
superficie di ciò che c’è oltre? ” Questa è la domanda davvero
particolare che Jeff Bridges ci
rivole nella nuova featurette di The
Giver, della Weinstein Co.
Anche se il
film primo trailer era a
colori, il nuovo filmato suggerisce che il film manterrà la
configurazione del controverso romanzo di Lois
Lowry, in cui solo le persone “liberate” vedono a colori e
quelle sotto l’influenza di trattamenti di controllo emotivo
continuano a vedere il mondo in bianco e
nero. Lowry appare anche nella
featurette per spiegare alcuni dei concetti che stanno dietro la
storia, compresa l’idea di manipolare la memoria
umana.
La clip mostra una scena
in bianco e nero con Bridges, che è anche il
protagonista principale. Bridges afferma: “Non c’è
modo per me di prepararsi per quello che ho intenzione di fare
adesso.”
Purtroppo dovremo
accontentarci di questo nuovo filmato fino all’uscita nelle sale di
The Giver, in programma il 15
agosto. Il film vede protagoniste anche Meryl
Streep, Alexander Skarsgard e
Katie Holmes.
Katie Holmes ha
chiuso le trattative per un ruolo in The Giver, adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo scritto da Lois
Lowry. L’opera, pubblicata per la prima volta nel
1995 con il titolo “Il mondo di Jonas“, è
uscita sottoforma di nuova edizione nel 2010 da Giunti
Editore con il titolo “The Giver – Il
Donatore“.
La trama: Ambientato nel futuro, il
romanzo racconta un anno di vita di Jonas, 12enne,
che vive in una società nella quale sono state annullate le
individualità: non puoi scegliere il lavoro, la famiglia, ne
provare emozioni. Durante la “Cerimonia dei Dodici”, ai ragazzi di
quell’età viene assegnato il lavoro che dovranno svolgere per tutta
la vita. A Jonas viene affidato il compito di
ricevere le Memorie dell’Umanità: attraverso il
Giver, riesce a provare sulla propria pelle tutte
le sensazioni insite nell’animo umano, scoprendo così il terribile
segreto della comunità in cui vive.
Nel cast, oltre alla Holmes, ci
saranno Meryl Streep, Brenton
Thwaites, Odeya Rush e Alexander Skarsgård.
Jeff Bridges e Nikki Silver
saranno i produttori mentre la sceneggiatura sarà affidata a
Vadim Perelman.
Con la canzone Ordinary
Human, gli OneRepublic hanno ufficialmente
preso parte al lancio del nuovo film con Meryl
Streep,
The Giver – Il mondo di
Jonas.Il
video, pubblicato da iTunes Movie Trailers, è disponibile
in calce e presenta una clip del film di un minuto e mezzo.
The
Giver – Il mondo di Jonas uscirà nelle nostre sale
l’11 settembre 2014. La storia è ambientata in una società
futuristica in cui l’umanità ha scelto di annullare tutte le
differenze tra le persone al fine di evitare conflitti dilanianti.
L’ordine rigido regna sovrano e i legami col passato contaminato
sono custoditi da un individuo scelto con la Cerimonia dei 12.
Quando questo compito toccherà a un ragazzo di nome Jonas, la
conoscenza del passato arrivata ai suoi occhi lo convincerà a
ripristinare l’ordine perduto.
Tra il cast, oltre a Meryl
Streep, sono presenti Jeff Bridges,
Katie Holmes, diretti da Philip
Noyce.
Protagonisti del film sono
Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Meryl Streep, Katie
Holmes e Taylor Swift.
Ecco la trama del romanzo:
Ambientato in una società del futuro
prossimo, dove sono state annullate le differenze individuali, la
percezione del dolore, la passione e i sentimenti più profondi, il
libro racconta un anno di vita di Jonas, dodicenne ambizioso. Nella
Comunità non ci sono scelte, colori, piaceri, amore, emozioni, e
persino il tempo atmosferico è sempre lo stesso. Non puoi
sceglierti il lavoro, il consorte, la famiglia. Nella “Cerimonia
dei Dodici”, ai 12enni viene assegnato il lavoro che avrebbero
dovuto svolgere per il resto della loro vita. Jonas, in questa
cerimonia, viene insignito del compito di ricevere le Memorie
dell’Umanità. Egli raccoglie i ricordi dal “Giver” provando sulla
propria pelle tutte quelle sensazioni che nessun altro membro della
comunità conoscerà mai: scopre i colori, il significato dell’amore,
del dolore, della frustrazione, e scopre il terribile segreto della
Società in cui vive. Si rende conto quindi che la strada verso la
conoscenza è un cammino senza ritorno.
Leone Film
Group e Notorious
Pictures sono lieti di annunciare che il prossimo
autunno porteranno nelle sale
The Giver – Il mondo di Jonas, diretto dal
regista australiano Philippe Noyce ed
interpretato dagli eccezionali premi oscar Meryl
Streep e Jeff Bridges. La
pellicola arriverà al cinema in Italia da Ottobre 2014. A
completare il cast del film con Alexander Skarsgård, Katie Holmes,
Brenton Thwaites e Taylor Swift.
Tratto dall’omonimo romanzo
distopico per ragazzi della scrittrice statunitense Lois Lowry,
Sinossi breve: Ambientato nel
futuro, in una società dove tutte le differenze tra individui sono
state annullate e non esiste possibilità di scelta. Come ogni anno
durante la “Cerimonia dei 12”solo ad uno sarà
assegnato il compito di custode delle memorie
dell’umanità.Jonas, il prescelto, inizierà a provare
sulla propria pelle tutte quelle sensazioni che a nessun altro
membro della comunità sono concesse: i colori, il significato
dell’amore, del dolore, della frustrazione, ed il terribile segreto
della Società in cui vive. Si rende conto, quindi, che la strada
verso la conoscenza è un cammino molto pericoloso.
Guarda il Trailer italiano
ufficiale di
The Giver – Il mondo di Jonas, l’atteso adattamento
del romanzo con protagonisti Meryl
Streep e Jeff Bridges.
Leone Film
Group eNotorious
Pictures annunciano che l’11 settembre 2014 porteranno
nelle sale
The Giver – Il mondo di Jonas, la pellicola
fantascientifica diretta dal regista
australiano Phillip Noyce e
interpretata, accanto ad attori di fama internazionale
quali la splendida Katie Holmes e il giovane e talentuoso
protagonista Brenton Thwaites, dagli eccezionali Premi
Oscar Meryl Streep e Jeff
Bridges.
Sinossi breve: Ambientato in
una società futuristica in cui l’Umanità ha scelto di annullare
tutte le differenze tra le persone al fine di evitare conflitti
dilanianti, la vita scorre tranquilla e asettica. L’ordine regna
sovrano e l’unico legame con un passato “contaminato” dalle
passioni è la “Cerimonia dei 12” durante la
quale un individuo viene scelto come Custode delle Memorie
dell’Umanità. Quando il compito toccherà all’adolescente Jonas, la
conoscenza di ciò che è stato lo porterà a voler scardinare per
sempre l’ordine precostituito. Il Premio Oscar® Meryl Streep e il
Premio Oscar® Jeff Bridges ci trasportano in un mondo che non
vorremmo mai visitare..
Arriva un nuovo trailer dell’atteso
film
The Giver – Il mondo di Jonas, diretto dal
regista australiano Philippe Noyce ed
interpretato dagli eccezionali premi oscar Meryl
Streep e Jeff Bridges. La
pellicola arriverà al cinema in Italia da Ottobre 2014. A
completare il cast del film con Alexander Skarsgård, Katie Holmes,
Brenton Thwaites e Taylor
Swift.
Tratto dall’omonimo romanzo
distopico per ragazzi della scrittrice statunitense Lois Lowry.
Sinossi breve: Ambientato nel futuro, in una società dove tutte
le differenze tra individui sono state annullate e non esiste
possibilità di scelta. Come ogni anno durante la
“Cerimonia dei 12”solo ad uno sarà assegnato il compito
di custode delle memorie dell’umanità.Jonas, il
prescelto, inizierà a provare sulla propria pelle tutte quelle
sensazioni che a nessun altro membro della comunità sono concesse:
i colori, il significato dell’amore, del dolore, della
frustrazione, ed il terribile segreto della Società in cui vive. Si
rende conto, quindi, che la strada verso la conoscenza è un cammino
molto pericoloso.
Si dice che a volte per essere
felici è meglio essere ignoranti, piuttosto che intelligenti e
consapevoli. Non avere consapevolezza di fatti, persone e cose
accadute può proteggerci da ciò che di negativo la nostra storia ci
offre. Non averne memoria, può portarci ad un’apparente felicità.
E’ questo ciò che accade nella società futuristica rappresentata in
The Giver – Il Mondo Di Jonas film di
Philipp Noyce , basato sull’omonimo romanzo di
Lois Lowry del 1993.
Nella società distopica raccontata
in The Giver – Il Mondo Di Jonas, l’Umanità ha
scelto di privarsi del fardello della memoria per livellare tutte
le differenze e sofferenze. La comunità viene controllata da
iniezioni giornaliere che gli impedisce di provare emozioni,
stimolare sensazioni, formare idee e vedere colori al fine di
evitare conflitti. Incasellati nell’ordine prestabilito e assegnati
ad un lavoro in base alle loro vocazione, sembrano tutti sereni.
Qui troviamo Jonas (Brenton Thwaites), giovane che
oltre ad avere intelligenza ed integrità ha la capacità di “vedere
oltre”, che viene scelto dal Capo del Consiglio degli Anziani
(Meryl
Streep) come nuovo Accoglitore di Memorie e viene
affidato al Donatore di Memorie (Jeff
Bridges), custode dei ricordi e a cui ci
si rivolge in caso di bisogno. In un percorso di formazione
Jonas proverà sulla sua pelle le emozioni e i ricordi del passato,
in un caleidoscopio di immagini che gli faranno scoprire per la
prima volta l’arte, la musica, le culture del mondo e i sentimenti,
come l’amore, e che lo porteranno a domandarsi “perché
privarsene?”. Ma ricordando le cose belle della vita, lo porterà
anche al ricordo delle cose brutte.
Nei panni di Jonas troviamo
l’esordiente australiano Brenton Thwaites, che con
faccia pulita e sorriso ingenuo rappresenta un protagonista
convincente. Il film è prodotto da Jeff Bridges che sognava quest’adattamento da
20 anni e ne interpreta il ruolo più interessante, ovvero il
Donatore. Con una calma quasi tibetana e un viso stanco e
stropicciato, Bridges interpreta perfettamente la parte dell’uomo
affaticato da tanta conoscenza. E’ quasi inutile commentare
Meryl Streep, che riesce bene in qualsiasi
ruolo, anche se in The Giver non le viene dato molto spazio.
Katie Holmes e Alexander Skarsgard non brillano e la tanto
pubblicizzata partecipazione di Taylor Swift si
riduce ad una mezza scena con una brutta parrucca.
The Giver – Il Mondo Di
Jonas è un film che dalla prima scena fino al giorno
dopo averlo visto fa pensare. L’australiano Philipp
Noyce traduce bene ciò che la Lowry raccontava nel libro,
cosa non semplice dato che l’azione si svolge principalmente
all’interno della coscienza di Jonas. Si apprezza quindi lo stacco
tra lo scenario piatto in scala di grigi dei primi 30 minuti del
film e le immagini del “passato” che il ragazzo accoglie piano
piano: colorate, vive e vibranti. Per quanto il film ricorda sin da
subito le recenti saghe di The Hunger
Games e Divergent (e probabilmente anche
The Maze Runner), con il giovane
ribelle che si distingue dalla massa e prende l’iniziativa per
salvare l’umanità, ciò che The Giver
propone è un sotto testo più vicino a noi. Per quanto il mondo sia
duro, difficile e violento, c’è tanto di bello da preservare,
vivere e ancora scoprire. E dobbiamo ricordarcene.
Ecco un nuovo spot di
The Giver – Il mondo di Jonas, il film tratto dal
romanzo intitolato The Giver, ennesima saga
letteraria young adult che si è trasformata in cinema con un cast
che vede trai protagonisti nientemeno che Jeff
Bridges e Meryl Streep. Nello spot che
segue vediamo alcune immagini inedite:
The Giver Il mondo di Jonas è diretto
da Philippe Noyce e vede nel cast Jeff
Bridges, Meryl Streep,Alexander Skarsgård, Katie Holmes,
Brenton Thwaites e Taylor Swift.
Tratto dall’omonimo romanzo
distopico per ragazzi della scrittrice statunitense Lois Lowry,
Sinossi breve: Ambientato nel
futuro, in una società dove tutte le differenze tra individui sono
state annullate e non esiste possibilità di scelta. Come ogni anno
durante la “Cerimonia dei 12”solo ad uno sarà
assegnato il compito di custode delle memorie
dell’umanità.Jonas, il prescelto, inizierà a provare
sulla propria pelle tutte quelle sensazioni che a nessun altro
membro della comunità sono concesse: i colori, il significato
dell’amore, del dolore, della frustrazione, ed il terribile segreto
della Società in cui vive. Si rende conto, quindi, che la strada
verso la conoscenza è un cammino molto pericoloso.
Arriva anche in Italia l’atteso
film
The Giver – Il mondo di
Jonas, di Philip
Noyce con protagonisti Meryl
Streep, Jeff
Bridges, Katie Holmes. Il film
è tratto dall’omonimo bestseller di Lois
Lowry, uno dei libri di fantascienza per ragazzi più letti
d’America, con un record di vendite in tutto il mondo pari a 10
milioni di copie. La colonna sonora del film è composta dalla
partitura originale di Marco Beltrami e da una compilation di
canzoni, ecco tracklist e audio:
1. Ordinary Human – OneRepublic
2. One Minute More – Capital Cities
3. Silent – Tori Kelly
4. Feel What’s Good – Jake Bugg
5. Children – Bruno Major
6. Whole – Rixton – The Giver
7. Here Today – Aloe Blacc
8. Shine My Way – Sheppard
9. Difference Maker – NEEDTOBREATHE
10. I Lived – OneRepublic
The
Giver – Il mondo di Jonas, uscirà nelle nostre sale
l’11 settembre 2014. La storia è ambientata in una società
futuristica in cui l’umanità ha scelto di annullare tutte le
differenze tra le persone al fine di evitare conflitti dilanianti.
L’ordine rigido regna sovrano e i legami col passato contaminato
sono custoditi da un individuo scelto con la Cerimonia dei 12.
Quando questo compito toccherà a un ragazzo di nome Jonas, la
conoscenza del passato arrivata ai suoi occhi lo convincerà a
ripristinare l’ordine perduto.
Tra il cast, oltre
a Meryl Streep, sono
presenti Jeff Bridges, Katie
Holmes, diretti da Philip Noyce.
Guarda due clip del film
The Giver – Il mondo di Jonas, distribuito da
Notorious Pictures ed in uscita nelle sale oggi 11
Settembre. La Regia è di Phillip
Noycee nel cast
troviamo Meryl Streep, Alexander Skarsgård, Jeff Bridges, Katie
Holmes, Brenton Thwaitese Taylor
Swift
Sinossi di The
Giver – Il mondo di Jonas, Ambientato in una società
futuristica in cui l’Umanità ha scelto di annullare tutte le
differenze tra le persone al fine di evitare conflitti dilanianti,
la vita scorre tranquilla e asettica. L’ordine regna sovrano
e l’unico legame con un passato “contaminato” dal- le passioni
è la “Cerimonia dei 12” durante la quale un individuo viene scelto
come Custode delle Memorie dell’Umanità. Quando il compito toccherà
all’adolescente Jonas, la conoscenza di ciò che è stato lo porterà
a voler scardinare per sempre l’ordine precostituito. Il Premio
Oscar® Meryl Streep e il Premio Oscar® Jeff Bridges ci trasportano
in un mondo che non vorremmo mai visitare…
Ecco i character poster e tre nuove
immagini di
The Giver – Il mondo di Jonas, il film tratto dal
romanzo intitolato The Giver, ennesima saga
letteraria young adult che si è trasformata in cinema con un cast
che vede trai protagonisti nientemeno che Jeff
Bridges e Meryl Streep.
Tratto dall’omonimo romanzo
distopico per ragazzi della scrittrice statunitense Lois Lowry,
Sinossi breve: Ambientato nel futuro, in una società dove tutte
le differenze tra individui sono state annullate e non esiste
possibilità di scelta. Come ogni anno durante la
“Cerimonia dei 12”solo ad uno sarà assegnato il compito
di custode delle memorie dell’umanità.Jonas, il
prescelto, inizierà a provare sulla propria pelle tutte quelle
sensazioni che a nessun altro membro della comunità sono concesse:
i colori, il significato dell’amore, del dolore, della
frustrazione, ed il terribile segreto della Società in cui vive. Si
rende conto, quindi, che la strada verso la conoscenza è un cammino
molto pericoloso.
È uno scioccante debutto nel
concorso del Festival di Cannes 2024 quello del regista
svedese Magnus von Horn,
giunto con The Girl with the Needle al suo terzo
lungometraggio dopo The Here After (2015) e Sweat
(2020). Se con questi primi due film ha raccontato della violenza a
cui si è indotti o di cui si è vittime inconsapevoli, con il nuovo
lungometraggio il regista dà alla sua filmografia una svolta
scioccante. Ma non tanto da un punto di vista tematico, che rimane
grossomodo invariato, quanto piuttosto nello stile, nelle ambizioni
e nella capacità di dialogo con il presente. Il suo nuovo film è
infatti un vero e proprio incubo in bianco e nero che tra, dramma
storico e horror espressionista, si dimostra terribilmente
attuale.
The Girl with the
Needle è infatti ispirato a fatti realmente accaduti
relativi al caso di omicidio più controverso della storia danese.
Un trauma nazionale che riecheggia nel tempo e che ancora oggi ci
ricorda cosa significa chiudere un occhio sugli orrori che si
perpetrano quotidianamente nel mondo. Nel raccontare degli
indesiderati e di cosa è più giusto fare di loro, von Horn sceglie
di fare di questo film “una favola per adulti“, di quelle
in cui si possono incontrare principi codardi, mostri dal cuore
d’oro e streghe malvagie. Un favola per raccontare il reale,
dunque, come spesso questo genere ci ha dimostrato di saper
fare.
La trama di The Girl with theNeedle
Protagonista del film è Karoline
(Vic Carmen Sonne), una giovane operaia che lotta
per sopravvivere nella Copenaghen del primo dopoguerra. Quando si
ritrova disoccupata, abbandonata e incinta, incontra Dagmar
(Trine Dyrholm), una donna carismatica che
gestisce un’agenzia di adozioni clandestina, aiutando le madri a
trovare case adottive per i loro figli indesiderati. Non sapendo a
chi altro rivolgersi, Karoline assume per lei il ruolo di balia.
Tra le due donne si crea un forte legame, ma il mondo di Karoline
va in frantumi quando si imbatte nella scioccante verità che si
cela dietro il suo lavoro.
Oltre a principi, mostri e streghe,
come tutte le favole, anche The Girl with the
Needle ci presenta una protagonista vittima di
un’esistenza disperata, segnata dalla povertà causata dalla guerra
e da uno sfratto a cui non sa come rimediare. Ma questo è solo
l’inizio delle sfortune per Karoline, che mentre il mondo sembra
riaccendersi di speranze con la fine del conflitto, lei si trova
invece a vivere una progressiva discesa verso l’inferno,
macchiandosi di ingenuità e inconsapevole connivenza con il male.
Un male che è diretta conseguenza degli sconvolgimenti verificatisi
in quei primi anni del Novecento e che hanno gettato sul resto del
secolo una lunga e oscura ombra.
Il percorso che la protagonista
compie nel film è dunque quello di una donna che, maltrattata e
abbandonata, si trova a confrontarsi con una società e un’umanità
incapace di gestire le nevrosi emerse dopo gli anni di guerra. Per
quanto la fine del conflitto sembri aprire ad un futuro migliore,
gli orrori conosciuti – più o meno direttamente – non possono
essere cancellati dalla memoria o dal corpo e orientarsi in questo
contesto diventa quanto mai difficile. È da questo smarrimento che
trae nutrimento la violenza, anche quella che viene perpetrata con
fini apparentemente misericordiosi.
Karoline e i tanti sfortunati
neonati che passano per le sue braccia sono dunque le vittime di
una società non più in grado di prendersi cura di loro e che si
domanda dunque cosa farne delle loro esistenze. La condizione
narrata in The Girl with the Needle sembra essere
troppo brutale per poter far parte della nostra contemporaneità, ma
è sufficiente leggere le sempre più numerose e tristi notizie
riguardanti le leggi contro l’aborto, i diritti che si pensa di
possedere sul corpo delle donne e in generale sull’inadeguatezza
degli aiuti nei confronti della genitorialità per rendersi conto
che quanto narrato nel film è drammaticamente attuale.
L’orrore dietro la bellezza in The Girl with the
Needle
The Girl with theNeedle, dati questi contenuti, si dimostra essere
una visione terribilmente angosciante, talvolta insostenibile, che
combatte la possibile indifferenza dello spettatore adoperando un
realismo così crudo per cui è difficile se non impossibile
sentirsene distanti. von Horn lavora infatti su ricostruzioni nelle
scenografie e nei costumi rigorosissime, ottenendo una messa in
scena di questo racconto e del suo contesto assolutamente
convincente. Con il direttore della fotografia MichałDymek, infine, concepisce immagini
di straordinaria bellezza, fotografate con un bianco e nero
lucidissimo che in più momenti ricorda quello del film
Roma di Alfonso Cuaròn.
È con questa ricercatezza estetica
che porta avanti il suo film, mantenendosi aderente al reale per
poi sfociare – al momento opportuno – nel puro horror, con
conseguente trasfigurazione dei luoghi e dei volti. Ci sono
tuttavia momenti in cui si ha l’impressione che il regista ecceda
fin troppo in questa raffigurazione estetizzata del dolore e
dell’orrore, facendo sorgere una serie di dubbi morali a riguardo.
Fortunatamente questi sentori si hanno prevalentemente nella prima
parte del film, mentre nella seconda, quasi come se la devozione
nei confronti del racconto aumentasse, si pone in primo piano il
valore di ciò che si narra.
The Girl with the
Needle trova dunque progressivamente un equilibrio
tra il suo racconto e la sua messa in scena, diffondendo con la
giusta forza i suoi moniti. Si può così giungere ad un finale
carico di emozioni, di sgomento, ma nel quale inaspettatamente si
fa strada un piccolo ma significativo bagliore di speranza. Perché
se anche si possono chiudere gli occhi, ben più difficile è non
ascoltare il pianto della disperazione. Prima o poi si viene allora
chiamati a compiere delle scelte e dinanzi a chi pratica la dura
legge della sopravvivenza, un sincero atto di protezione umana è
ciò che basta per costruire la possibilità di un futuro
diverso.
The Girl with the Dragon Tattoo di
David Fincher sta procedendo nella sua campagna promozionale, e la
Sony ha reso noto un altro poster del film con i due protagonisti
Daniel Craig e Rooney Mara.
E’ stato rilasciato il primo
atteso trailer di The Girl with the Dragon Tattoo di David
Fincher che da il via alla nuova trilogia cinematografica
tratta dalla serie di best seller di Stieg Larsson nota come la
trilogia di Millennium.
Ecco il trailer di The
Girl on the Train, adattamento dell’omonimo romanzo
di Paula Hawkins diretto da Tate
Taylor con protagonista Emily Blunt. A seguire anche la gallery
con le prime immagini dal film:
[nggallery id=2689]
Nel cast dei film
Emily Blunt,
Rebecca Ferguson, Luke Evans, Haley Bennett, Justin
Theroux, Lisa Kudrow, Édgar Ramírez e Allison
Janney, mentre alla regia c’è Tate
Taylor.
Di seguito la trama del romanzo
amonimo di Paula Hawkins da cui sarà tratt il
film:
La vita di Rachel non è di quelle
che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende
lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo
grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento
preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può
osservare, non vista, le case e le strade che
scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop,
può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel,
nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le
loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina
Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E
da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di
Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà
inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto
davvero Rachel?
Ecco la prima foto dal set di
The Girl on the Train, adattamento
dell’omonimo romanzo di Paula Hawkins diretto da
Tate Taylor. Nell’immagine potete vedere
Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Édgar Ramírez e
Steven Spielberg che è supervisore
del film per conto della sua DreamWorks.
Nel cast dei film
Emily Blunt, Rebecca
Ferguson, Luke Evans, Haley Bennett, Justin Theroux, Lisa Kudrow, Édgar
Ramírez e Allison Janney, mentre
alla regia c’è Tate Taylor.
Di seguito la trama del romanzo
amonimo di Paula Hawkins da cui sarà tratt il
film:
La vita di Rachel non è di quelle
che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende
lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo
grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento
preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può
osservare, non vista, le case e le strade che
scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop,
può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel,
nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le
loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina
Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E
da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di
Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà
inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto
davvero Rachel?
Dopo l’abbandono delle trattative
da parte di Chris Evans, un nuovo nome fa capolino
nel cast di The Girl on the Train: si
tratta di Justin Theroux. L’attore andrà
a coprire il ruolo inizialmente riservato all’attore di
Capitan America, costretto ad abbandonare il progetto per un
conflitto di programmazione (Evans sarà infatti
occupato a girare il dramma di Marc WebbGifted).
Il film, diretto da Tate
Taylor (The Help) da una
sceneggiatura scritta da Erin Cressida Wilson, ha
tutte le carte in regola per diventare un novello L’amore
bugiardo – Gone Girl: come il film di
Fincher si tratta infatti di un brillante thriller
psicologico tratto da un best-seller. La storia ruota attorno a
Rachel, un’abitudinaria pendolare che si ritrova ad assistere dal
treno ad una scena sconvolgente che coinvolge una coppia che era
solita guardare amorevolmente attraverso la finestra del loro
appartamento. Incapace di tenere la cosa per sè, Rachel racconta
tutto alla polizia, legandosi inestricabilmente a drammatiche
conseguenze.
Al momento la DreamWorks sta
lavorando alla definizione del cast principale. Assieme a
Emily Blunt (la “ragazza sul treno”),
anche Rebecca Ferguson, Haley
Bennett, Jared Leto ed Edgar
Ramirez. Justin Theroux andrà ad
interpretare l’ex marito del personaggio di Emily
Blunt. Il film non ha al momento una data di uscita, ma
dato l’enorme successo del libro (più di 3 milioni di copie a sette
mesi dalla sua uscita) si attende un annuncio a breve.
Universal Pictures e Dreamworks
Pictures hanno pubblicato online il nuovo trailer e il
poster di he Girl on the Train,
adattamento dell’omonimo romanzo di Paula Hawkins
diretto da Tate Taylor con protagonista
Emily Blunt. Ve li mostriamo:
Ed ecco il poster con Emily Blunt:
Nel cast dei film
Emily Blunt,
Rebecca Ferguson, Luke Evans, Haley Bennett, Justin
Theroux, Lisa Kudrow, Édgar Ramírez e Allison
Janney, mentre alla regia c’è Tate
Taylor.
Di seguito la trama del romanzo
amonimo di Paula Hawkins da cui sarà tratt il
film:
La vita di Rachel non è di quelle
che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende
lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo
grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento
preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può
osservare, non vista, le case e le strade che
scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop,
può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel,
nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le
loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina
Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E
da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di
Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà
inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto
davvero Rachel?
Procede
senza sosta la fase di pre-produzione di The Girl on the
Train, adattamento dell’omonimo bestseller di Paula
Hawkins su cui la DreamWorks pare contare moltissimo. Lo studio
ha finalmente svelato la data di uscita del film in America,
fissata per il 7 ottobre 2016.
Diretto
da Tate Taylor (The
Help), The Girl on the Train vanterà
un ricco cast che si sta delineando in questi giorni. Le tre voci
narranti femminili del romanzo – Rachel, Anna e Megan – saranno
rispettivamente incarnate da Emily Blunt, Rebecca
Ferguson e Haley Bennett. L’acquisto più
recente del cast è Allison Janney, che vestirà i
panni della detective incaricata di indagare sul mistero che
caratterizza la trama gialla del film.Allison
Janney, volto della serie CBS Mom, ha già
lavorato con Tate Taylor in The
Help e Get on
Up.
Sul
fronte maschile, sappiamo che Jared Leto
interpreterà Scott, il marito di Megan (Haley
Bennett) mentre Justin
Theroux è appena salito a bordo del progetto per
sostituire un impegnato Chris Evans nel ruolo di Tom, l’ex
marito della protagonista, la pendolare alcolizzata Rachel
(Emily Blunt).
The Girl on The Train sarà
prodottoda Marc Platt con
Jared LeBoff, mentre a curare l’adattamento del
romanzo di Paula Hawkins – che ha venduto milioni di copie – è
Erin Cressida Wilson.
Arriva il trailer ufficiale
di The Girl In The Photographs, l’ultimo film
su cui ha lavorato il compianto Wes Craven, trai
migliori registi di genere della sua generazione.
Infatti, The Girl In
The Photographs con protagonista Kal Penn
vede Wes Craven nelle vesti di produttore
esecutivo della pellicola che è un thriller-horror.
The Girl In The
Photographs uscirà in una serie di copie limitate in
USA il 1 Aprile. Diretto da Nick Simon si
basa su una sceneggiatura scritta da Nick Simon, Oz
Perkins e Robert Morast.
Girata tra il gennaio e il marzo del
1959 (ancora oggi ci sono voci discordanti sulla data esatta), la
celebre scena nella fontana di Trevi di La dolce vita ha
reso l’attrice svedese Anita Ekberg una figura leggendaria
della storia del cinema, ma l’ha al contempo intrappolata in una
vera e propria gabbia dorata. A sei anni dalla scomparsa di lei, il
documentario The Girl in the Fountain,
diretto da Antongiulio Panizzi, ripercorre la
carriera dell’attrice ponendola in stretta relazione con quella di
un’altra diva del cinema, ovvero Monica
Bellucci. Un intento ambizioso e interessante, che non
si concretizza però in un’opera capace di rendere il giusto tributo
a nessuna delle due.
The Girl in the Fountainvuole infatti porsi comeil racconto di un’attrice divorata dalla sua
stessa icona raccontato
attraverso la voce e lasensibilitàdella Bellucci. Questa,con attenzione e delicatezza si mette alla ricerca
di quelpersonaggio e di
quella donna, per riscattarne la figura stereotipata della “ragazza
nella fontana”. La loro si manifesta nel film come una
conversazione verbale e visiva,
un dialogo impossibile
tra due dive di epoche diverse, attraverso cuiriscoprire il percorso di una donna libera e
indipendente, che ha pagato un prezzo molto alto per il suo non voler
sottostare a nessuno.
Anita Ekberg, la donna oltre la diva
Il nuovo documentario di Panizzi,
già noto per My Way – The Rise and Fall of Silvio
Berlusconi, si apre sulla finta proposta di un regista
(interpretato da Roberto De Francesco) alla
Bellucci di interpretare Anita Ekberg in un film biografico su
quest’ultima. A partire da questo evento nasce il dialogo tra le
due attrici, con la prima che va alla scoperta della seconda al
fine di comprenderla meglio per poterla interpretare in modo
fedele. La Bellucci si lancia dunque nella visione dei film della
Ekberg, nel provare alcuni degli abiti più celebri da lei indossati
e nello studio attento della sua gestualità e modo di parlare.
Ad alternarsi a questi momenti vi
sono invece spezzoni tratti dai film dell’attrice svedese o sue
celebri interviste, durante le quali lascia trasparire la propria
personalità e il proprio pensiero. Questo passato e presente viene
montato insieme in modo tale da dar vita ad un vero e proprio
dialogo fatto di rimandi visivi e tematici. Dopo aver ad esempio
visto la Ekberg formato gigante di Boccaccio ’70 agirarsi
per le strade del quartiere Eur, è poi la Bellucci a camminare per
quelle stesse vie, quasi come alla ricerca del fantasma
dell’attrice, di quello che lei ha lasciato a quei luoghi.
Mentre la Bellucci si prepara dunque
per un film che in realtà è solo un pretesto narrativo, la parabola
della Ekberg si svela allo spettatore in tutta la sua tragicità,
dai matrimoni falliti ai film di basso livello interpretati sul
finire della sua carriera. Si ricorda così una volta di più di
quanto un personaggio possa davvero divorare il suo interprete,
condannandolo per sempre ad essere associato in modo irrinunciabile
a tale ruolo. La Ekberg è e sarà per sempre la ragazza della
fontana di Trevi, un luogo dal quale non sembra essere mai
realmente uscita, almeno non per lo spettatore.
The Girl in the Fountain: la recensione del film
A The Girl in the Fountain
si attribuisce dunque il merito di riportare all’attenzione la
delicata differenza che passa tra un personaggio e un attore. Il
caso della Ekberg è a tal proposito tra i più esemplari a riguardo.
È proprio nel raccontare la vita dell’attrice svedese che si
ritrovano dunque i momenti più interessanti del film. Al di fuori
di questi, però, il documentario di Panizzi si presenta come
un’opera discordante, che non riesce a rendere davvero omogenee le
sue componenti. The Girl in the Fountain sembra voler
essere un documentario biografico, il making of di un film e un
racconto celebrativo, senza però riuscire ad essere realmente
nessuna delle tre cose. In particolare, spezzano l’attenzione
proprio le scene che vedono la Bellucci intenta a fare ricerche
sulla Ekberg.
È certamente interessante analizzare
la gestualità dell’attrice svedese, meno lo è vedere la Bellucci
che tenta di replicare quei modi di fare. Le scene che la vedono
protagonista finiscono per apparire piuttosto bizzarre e
innaturali. Guardando tali momenti non fa che avanzare l’idea che
il regista sia più innamorato delle due interpreti che non del
racconto che dovrebbe fare di loro. A ciò si aggiungono anche
ulteriori scelte stilistiche particolarmente frustranti, su cui
spicca la scelta di non identificare (se non nei titoli di coda) le
personalità intervistate. In fin dei conti, dunque, The Girl in
the Fountain sembra purtroppo fermarsi a quella stessa
apparenza di cui la Ekberg è stata vittima nella sua vita.
Per tentare di spiegare
con accuratezza cosa sia The Girl From Plainville
bisogna a nostro avviso partire dai fatti realmente accaduti: il 13
luglio 2014 il diciottenne Conrad Roy si suicidò nel parcheggio di
un Kmart inalando i gas di dell’auto di cui era al volante. La sua
fidanzata di allora Michelle Carter venne in seguito incriminata
per omicidio colposo involontario in quanto nelle ore precedenti la
tragedia lo istigò al suicidio tramite messaggi telefonici.
La storia vera dietro The
Girl From Plainville
Creata da Liz
Hannah e Patrick Macmanus, la
serie Hulu Original racconta (prendendosi alcune libertà per
fini drammaturgici) i fatti e i personaggi di questa vicenda
complessa e tristemente simbolica. La storia si dipana
principalmente su due piani temporali distinti, i quali si
alternano nel racconto: il 2014 e i giorni successivi al suicidio
di Conrad, tornando poi indietro al 2012 per mettere in scena
l’inizio e lo sviluppo della relazione problematica tra il ragazzo
e Michelle. La grande sfida dei creator e della regista
Lisa Cholodenko – dietro la macchina da presa
per molti degli episodi – è stata quella di costruire uno show che
si basa quasi interamente sullo studio delle due psicologie
psicologie, tentando di sviluppare il gioco al massacro mentale ed
emotivo che la Carter ha più o meno volontariamente prodotto nei
confronti di Roy.
Un tentativo molto
interessante in quanto costretto a basarsi sull’assenza totale o
quasi di azione vera: The Girl From Plainville
mette infatti in scena la vita più che comune vissuta dai due
giovani, in particolare da una ragazza il cui bisogno di attenzione
diventa progressivamente distacco dalla realtà dei fatti. I
meccanismi che regolano i pensieri deviati e le azioni in molti
casi meschine di Michelle rappresentano evidentemente il punto
focale dello show, disposto a rischiare di presentare al pubblico
un personaggio complesso, ambiguo e respingente nello svolgimento
delle sue piccole, subdole macchinazioni.
Ottimamente interpretata
da una Elle Fanning sempre più matura e capace di
aderire psicologicamente ai propri ruoli, la protagonista di
The Girl From Plainville risulta fin dal pilot un
personaggio molto difficile da decifrare, che almeno nei primi
episodi non va incontro al pubblico tentando di portarlo dalla sua
parte, tutt’altro. E questo, pur lodevole dal punto di vista della
definizione dei caratteri, risulta il punto debole dello show: per
larga parte la volontà di non scivolare eccessivamente nel
melodramma, abbinata a quella di presentare figure in chiaroscuro,
non fornisce allo spettatore molti appigli. A parte la discreta
progressione drammatica bel presentare i fatti adoperando i due
piani temporali, le prime quattro parti risultano piuttosto
“piatte”, il che non deve comunque trarre in inganno, poiché sembra
essere proprio questo lo scopo della serie, ovvero mostrare quanto
la gioventù americana più comune sia in realtà psicologicamente
fragilissima, oppressa da una società che valorizza l’apparenza
senza più dare il giusto peso alla sostanza degli esseri umani.
Il punto di svolta di The Girl From
Plainville
In questo modo il
“tepore” soporifero in cui sembrano muoversi tutti i personaggi di
The Girl From Plainville diventa piuttosto
emblematico. Può non funzionare pienamente a livello di presa
emotiva, ma ha un suo fondamento. Merita poi un discorso a parte il
quinto episodio dello show, il quale fornisce finalmente una luce
più specifica e emotivamente forte sul mondo interiore di Michele
Carter, consentendoci finalmente di vederne i bisogni e le
insicurezze nascoste. Si tratta di un vero e proprio punto di
svolta nella serie, che seppur non ribaltando le prospettive – e
sarebbe stato un errore farlo – permette almeno di comprendere un
poco più a fondo una psicologia tanto comune quanto
problematica.
Difficile dare un
giudizio definitivo su The Girl From Plainville,
servirebbe probabilmente una seconda visione, a debita distanza
dalla prima per riflettere con calma su quanto visto ed esperito.
Possiamo però senz’altro scrivere che si tratta di un progetto
coraggioso, nell’ideazione e nelle scelte narrative con cui è stato
sviluppato. E per
questo, se non per altro, merita il nostro consenso.
L’aristocrazia con i suoi sfarzosi
balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida
etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con
invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di
infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che
continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo
capitolo di The Gilded Age, di cui viene rilasciato oggi
il trailer ufficiale. Come già la prima, anche la seconda stagione
della serie HBO nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri
del dramma in costume, sir Julian Fellowes
(Downton
Abbey, Belgravia). La serie Sky Exclusive andrà in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30
ottobre.
Affermarsi in società è un vero e
proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca
faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori
teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi.
Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe
emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e
nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata
aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine
Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva
supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita
innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano
dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover
cedere il passo ad una società più dinamica.
La serie vanta un cast stellare che
include Christine Baranski (The
Good Wife, Mamma
Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like
That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla,
Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family) e
Morgan Spector (Il complotto contro l’America).
The Gilded Age è scritta e prodotta
da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame,
David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael
Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione
HBO e Universal Television.
La trama della seconda
stagione di The Gilded Age
L’Età dell’Oro americana fu un
periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra
vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e
perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di
Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per
un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto
episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e
il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione
sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di
primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con
un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa
Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel
mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con
sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente,
Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a
guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito
attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY
Globe.
Arriva oggi il trailer
ufficiale in italiano di The Gilded Age, la seconda stagione
della serie HBO e Sky Exclusive nasce dalla penna di uno dei più
celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian
Fellowes (Downton
Abbey, Belgravia). La
serie andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30
ottobre.
L’aristocrazia con i suoi
sfarzosi balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una
rigida etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con
invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di
infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che
continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo
capitolo di The Gilded Age.
Affermarsi in società è
un vero e proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che
cerca faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei
migliori teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più
esclusivi. Bertha Russell (Carrie Coon), stella
nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di
accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta
contro l’antiquata aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn
(Christine Baranski), che cerca invece di
mantenere la propria esclusiva supremazia. Ma il progresso, la
modernità, lo stile di vita innovativo e libero che ormai regnano
sovrani a New York minano dalle fondamenta quel vecchio status quo
che sembra ormai dover cedere il passo ad una società più
dinamica.
Il cast della seconda stagione di
The Gilded Age
La serie vanta un cast
stellare che include Christine Baranski (The Good
Wife, Mamma Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City,
And Just Like That…), Carrie Coon (The Leftovers –
Svaniti nel nulla, Fargo), Nathan Lane (The
Blacklist, Modern Family), Morgan Spector (Il
complotto contro l’America) e Louisa Jacobson
(Gone Hollywood).
The Gilded
Age è scritta e prodotta da Julian Fellowes, affiancato
nella produzione da Gareth Neame, David Crockett e Bob Greenblatt.
Producono e dirigono Michael Engler e Salli Richardson-Whitfield.
La serie è una co-produzione HBO e Universal Television.
La trama della seconda
stagione di The Gilded Age
L’Età dell’Oro americana
fu un periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto
tra vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune
guadagnate e perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la
mattina di Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha
Russell per un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante
gli otto episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs.
Astor e il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una
posizione sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un
ruolo di primo piano in essa. George Russell affronta la sua
battaglia con un sindacato in crescita nella sua acciaieria a
Pittsburgh. A casa Brook, Marian continua il viaggio per trovare la
sua strada nel mondo insegnando segretamente in una scuola
femminile, mentre con sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo
corteggiamento. Naturalmente, Agnes non approva per nulla. A
Brooklyn, la famiglia Scott inizia a guarire da una scioccante
scoperta e Peggy attinge al suo spirito attivista grazie al suo
lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.
The Gilded Age 2 quando
esce e dove vederla in streaming
The Gilded Age 2
dal 30 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW.