Rebel Moon- Parte 1: Figlia del fuoco (qui la recensione) è pieno di tratti distintivi e più che riconoscibili del suo regista, Zack Snyder, qui anche in veste di scrittore, produttore e direttore della fotografia. Lo stile – soprattutto visivo – di Snyder si è distinto sin dal suo esordio in regia nell’oramai lontano 2004, L’alba dei morti viventi, per poi migliorare e definirsi nei film successivi, fino all’ultimo progetto in collaborazione con Netflix, di cui è previsto un secondo capitolo intitolato Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice. Scopriamo perciò tutti gli auto-omaggi del regista, gli Easter Eggs e i “marchi di fabbrica” presenti in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco.
7Mescolare i generi
Da quando Zack Snyder si è posizionato in cabina di regia, ogni suoi film è stato un mash-up di generi e una sovversione dei tropi di questi ultimi, diventando un suo marchio di fabbrica. Lo abbiamo visto con 300, o ancora con Watchmen, in cui ha sovvertito il genere dei supereroi e dei film di squadra; o ancora con Sucker Punch nel quale ha realizzato una commistione di generi inserendo persino un meta-commento su come le donne vengono trattate nella narrativa di genere, sia davanti che dietro la macchina da presa. In Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco Snyder continua a farne un’impeccabile miscela, includendo numerose influenze fantascientifiche e fantasy nel suo mash-up estetico di generi, da Star Wars a Excalibur, fino a I sette samurai e Heavy Metal.