Loki 2×06: recensione della serie Disney+ con Tom Hiddleston

Conclusa con il sesto episodio, la serie con Tom Hiddleston si apre al futuro.

Loki 2x06 recensione serie tv

La conclusione di Loki 2×06 ha lasciato porte aperte a ogni storia del franchise e – è bene avvisare – questo articolo contiene alcuni spoiler su quanto avviene nell’episodio della seconda stagione della seria ideata da Michael Waldron.

 

Loki non è solo. Sembrerà che sia così ma la moltitudine di linee temporali che stringe tra le mani come nuovo Dio delle Storie, lascia intendere il contrario. Il personaggio di Tom Hiddleston apparso per la prima volta nel MCU in Thor nel 2010 ha subito l’arco narrativo più completo e intenso di tutto il MCU. Lui era il cattivo da distruggere, il fratello invidioso, il figlio ripudiato: tutto in Loki trasuda abbandono e perdita. Quello che però i pochi film del franchise in cui compare non hanno fatto è approfondire l’essenza di questo villain, così è arrivata la serie tv, disponibile su Disney+. Questa seconda stagione ha fatto sì che le intenzioni di Loki cambiassero radicalmente rendendolo molto più che un “side character”.

Loki è il reietto, l’emarginato, messo all’angolo da un fratello spaccone e gradasso. Ci mette un po’ di tempo a evitare sotterfugi e inganni solo per avvicinare un po’ di amore a sé. Loki non è mai stato un personaggio che collabora, che cerca di mettersi in primo piano per un bene superiore, il suo modus operandi è sempre stato circoscritto al suo volere, al volere di un uomo solo. Tutto cambia perché Loki cresce, e nella serie tv di Disney+ conosce delle persone che si mettono lungo il suo cammino. Mobius, il primo amico che effettivamente lo vede per quello che è. “Cosa spinge voi Loki a essere cattivi?”, a questa domanda del personaggio interpretato da Owen Wilson, non c’è una risposta. Tutti i Loki agiscono in maniera cattiva, tutti i Loki sono destinati a stare da soli. Non quello che conosciamo noi però.

Loki 2x06 easter egg e riferimenti

Gloriosi propositi

Loki 2×06 ci svela magistralmente i piani per questo personaggio così scontroso che però negli anni grazie a un umorismo sottile e all’interpretazione di Hiddleston abbiamo imparato ad amare. Oltre a Mobius, in questa stagione il personaggio di Sylvie (Sophia Di Martino), anche se in modo marginale, e il personaggio di O.B. formano una squadra compatta e decisa per evitare il collasso della Sacra Linea Temporale. Così se all’inizio della seconda stagione tutto è piatto e senza colpi di scena, la serie finisce con un crescendo. Un crescendo che sarebbe anche potuto diventare un film se solo la Marvel avesse osato di più, avesse creduto nel Dio dell’Inganno come ci credono gli spettatori.

Sul finale di Loki 2×06 assistiamo dunque al coronamento di un sogno di un vecchio Loki, il Loki tiranno desideroso del trono di Asgard. Ma questo Loki è diverso, è il Loki che prende letteralemente per mano la Sacra Linea Temporale, la salva e le da una nuova vita: un albero dalle radici infinite che si consolidano nella TVA. Loki diventa non solo il Dio delle Storie, ma anche il Dio del Multiverso, Loki che Rimane, ecc. Diventerà, probabilmente, colui che lotterà contro la variante di Kang nella Saga del Multiverso. Diventerà ciò che è stato Tony Stark per Avengers: Endgame.

Sì, perché ogni Loki è destinato a perdere e, questo Loki, come dice il personaggio di Jonathan Majors in questa stagione, non può vincere. Ci saranno ancora innumerevoli probabilità contrarie contro una a favore, e ormai sembra essere chiara la linea che seguirà il personaggio. Ma adesso, il finale della seconda stagione ci dice che un po’, solo un po’, Loki ha vinto. Vince riuscendo a salvare il tempo, le linee temporale, e soprattutto i suoi amici, le persone che hanno creduto in lui ma soprattutto le persone che ha saputo far ricredere.

Loki stagione 2 spiegazione finale

Non più Dio dell’Inganno

Il sacrificio di Loki ha salvato i suoi amici. Ha permesso a Mobius di vivere la sua vita lontano dalla TVA e a Sylvie di prendersi un momento per essere chiunque lei voglia. Un sacrificio destinato a essere riservato solo agli eroi silenziosi, quelli che non hanno bisogno di grandissima pubblicità, di auto sfarzose o armature. Un sacrificio che lo rende più umano rispetto ai suoi natali asgardiani. Un sacrificio che non lo rende solo perché ha abbracciato tutti i suoi amici, vegliando su di loro e permettendo così alla TVA di iniziare il lavoro di ricerca delle varianti di Kang in giro per gli universi. Non è solo nella misura in cui ha scelto di essere una versione di se stesso nuova, cambiando totalmente le aspettative e il corso degli eventi legati a ogni Loki. Il Multiverso sarà ancora qualcosa di cui sappiamo poco, ma almeno adesso c’è un guardiano speciale a sorvegliarlo.

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