Dominic Sena è il regista di film come Fuori in 60 secondi, Whiteout – Incubo bianco e L’ultimo dei templari. Uno dei suoi film più interessanti, però, è Codice: Swordfish, un thriller del 2001 ricordato in particolare per il suo cast composto da attori del calibro di John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry, Don Cheadle e Sam Shepard. Il film venne in realtà accolto in modo molto ostile dalla critica, che lo reputò un film superficiale, mal concepito e mal diretto. Tuttavia bisogna dare atto a Dominic Sena di aver concepito una sceneggiatura con colpi di scena continui, fantasiosa e che tiene vivo il mistero intorno all’identità dei protagonisti fino alla fine.
La trama di Codice: Swordfish
Il film segue le vicende di Gabriel Shear (John Travolta), affascinante e pericolosa spia che agisce fuori dai limiti della legge per combattere il terrorismo. Per finanziare le sue missioni, l’agente vuole entrare nel sistema informatico governativo e rubare miliardi di dollari, destinati alle operazioni di corruzione. Per potersi impadronire dei fondi illegali, Gabriel ha però bisogno di un super hacker, qualcuno il cui talento faccia sembrare i più solidi sistemi di sicurezza del mondo un gioco da bambini. Ed è qui che entra in campo Stanley Jobson (Hugh Jackman), uno dei migliori hacker del pianeta.
Dopo essere stato in carcere per aver distrutto i sistemi di cyber sorveglianza dell’FBI, Stanley conduce un’esistenza infelice: vive in libertà vigilata, non può usare i computer, vive in una roulotte malridotta, senza un soldo e privo dell’unica cosa che potrebbe dare un senso alla sua vita, la figlia Holly, che gli è stata tolta dopo il divorzio. Gabriel e la sua bella partner Ginger (Halle Berry) attirano Stanley nella loro rete clandestina, allettandolo con la possibilità di riunirsi a Holly e iniziare una nuova vita. Ma una volta entrato nel loro mondo, l’esperto hacker capisce che niente in questa operazione è come sembra e lui è diventato la pedina di un complotto pericoloso.
La spiegazione del finale di Codice: Swordfish
Durante il film Ginger si rivela a Stanley come un’agente infiltrata della DEA, che aveva come obiettivo quello di incastrare Gabriel. Quello che sembrava il super cattivo si rivela infatti invece essere il capo di una “Cellula Nera” della CIA, creata a suo tempo da Edgar Hoover, incaricata di eseguire attacchi terroristici di rappresaglia contro nemici dell’America. Proseguendo nel racconto si apprende di come il Senatore Reisman (Sam Shepard) sia il supervisore del gruppo e di come – spaventato dalle indagini dell’FBI – decida di far uccidere Gabriel senza successo. La sua morte, per mano di Gabriel, rivela quindi al pubblico il patriottismo che muove il misterioso personaggio.
Tuttavia il patriottismo ha un prezzo e per recuperare i fondi necessari è necessario compiere enormi rapine, ed ecco il perché della presenza di Stanley: deve aiutare Gabriel e gli altri a rapinare una banca sfruttando il worm da lui concepito. Gabriel si rivela dunque essere un personaggio ambiguo, animato da una determinazione di ferro e pronto a tutto per ottenere ciò che desidera, compreso uccidere l’ingombrante ex moglie di Stanley e usare come ostaggio sua figlia, oppure accettare la morte degli innocenti clienti della banca o di agenti della polizia. Il climax è raggiunto quando uccide Ginger, ben conscio del suo essere una talpa dentro la sua segretissima squadra.
A questo punto, nel finale di Codice: Swordfish, dopo che gli ostaggi della banca (imbottiti di esplosivo) e gli uomini di Gabriel sono a bordo del pullman, vengono tutti trasportati in elicottero non verso un aeroporto, ma sopra un grattacielo, dove un elicottero porterà al sicuro gli spietati agenti. Qui Gabriel lascia andare Stanley e gli altri ostaggi ma il protagonista, che reputa ormai Gabriel un vero e proprio mostro, impugna un lanciarazzi e abbatte il velivolo. Tuttavia, più tardi, di fronte al cadavere durante il riconoscimento richiesto dall’FBI, Stanley si rende conto che qualcosa non quadra. Quello che ha di fronte sembra a tutti gli effetti Gabriel, ma sente alcuni agenti dell’FBI fare uno strano rapporto.
Ginger, uccisa di fronte a Stanley nella banca, non è stata trovata. Il suo corpo non è in nessun obitorio o ospedale. Per di più la DEA ha comunicato che nessun agente è mai stato messo sotto copertura nel gruppo di Gabriel. È a questo punto che Stanley si ricorda di quando aveva scoperto Ginger affianco a un corpo che assomigliava a Gabriel, ma non aveva dato troppo peso alla cosa, con l’FBI che lo tallonava e i problemi di sua figlia. Ora capisce che è stato usato da Gabriel come alibi. Lo spietato agente non è mai salito sull’elicottero, ma si è infilato su una scala secondaria, scampando alla morte.
Ginger era d’accordo con lui fin dall’inizio e non è affatto morta. Anzi, Stanly comprende che probabilmente indossava un giubbotto antiproiettile quando Gabriel l’ha “giustiziata”, fingendo dunque la propria morte. Gli ultimi minuti del film infatti mostrano comunque Stanley felice con sua figlia ma, sopratutto, Ginger che assieme a Gabriel prelevano i soldi che l’hacker aveva trasferito su un conto protetto durante la rapina. Saliti su un fuoribordo assistono all’esplosione di un grande e lussuoso yacht. La voce fuoricampo di un telegiornale rivela allo spettatore che a bordo vi era un famoso terrorista antiamericano, il terzo a morire in circostanze misteriose in quelle settimane, facendo così comprendere che Gabriel e Ginger sono tornati a lavoro.