Come il poker ha influenzato il cinema

Foto di Michał Parzuchowski su Unsplash

Il poker è sempre stato una fonte di ispirazione per il cinema. L’ultima dimostrazione arriva da Poker Face, il film di Russell Crowe che è uscito nelle sale qualche mese fa. Presentata alla Festa del Cinema di Roma, la pellicola è stata non solo diretta ma anche scritta dal protagonista de Il Gladiatore e di A Beautiful Mind. Si tratta di thriller psicologico, che ha per protagonista un miliardario che invita gli amici d’infanzia nella sua villa di Miami per una partita a poker. Una specie di versione avvelenata del film Regalo di Natale di Pupi Avati, in cui l’elemento del poker è fondamentale.

 

Il cinema riflette la realtà e la influenza

L’ennesima dimostrazione che il mondo del cinema ha sempre avuto una specie di ossessione per il tavolo verde e il suo gioco principe. Anche in questa pellicola di Russel Crowe, la partita a poker viene vista come occasione di confronto, quasi che una volta seduti intorno al tavolo da gioco gli individui perdessero la maschera che indossano nella vita reale, fossero messi a nudo e costretti a giocare la loro parte senza finzioni. Un elemento che nell’ultimo film della star di Hollywood conduce a tensioni e problemi difficili da risolvere. Ancora una volta il mondo del cinema si appoggia a un tema chiave e finisce per rappresentare la cultura popolare. Solo che il cinema riveste anche un forte ruolo di influenza sulla società, quindi può riuscire a determinare il successo del gioco del poker. Ma quali sono i film sul poker più memorabili nella storia del cinema? Cercheremo di tracciarne un elenco guardando prima al mercato internazionale e in particolare hollywoodiano e poi alle produzioni di casa nostra.

Un’ossessione che arriva da lontano

Se si considera il numero di film realizzati in Usa e in Italia appare evidente come il mondo del cinema sia vittima di una fascinazione se non di un’ossessione per il poker. Tanto che scene di gioco si trovano in film di ogni genere, dal giallo al dramma, dalla commedia al comico. Dipende forse dall’atmosfera delle sale da gioco e dei casinò e dal fatto che intorno ai giocatori di carte spesso aleggia un’aria di mistero, che li rende affascinanti. Nella realtà, però, i giocatori di poker non sono sempre dei “duri”. Anzi, spesso si caratterizzano per a calma e la pazienza, per l’intelligenza e la capacità di riflettere e di ragionare. Tanto che queste sono le doti fondamentali da avere se si intende cominciare a giocare a poker. Per esercitarsi prima di sedere a un vero e proprio tavolo, si può scegliere uno dei migliori siti di gioco on line che permette ai suoi giocatori di partecipare a tavoli virtuali dove il conteggio dei punti poker, viene fatto in maniera automatica dal sistema.

Cinque capolavori da rivedere

Per quanto riguarda il mondo americano, occorre partire citando The Cincinnati Kid, film del 1965, che ha visto protagonista Steve McQueen, interprete di Eric Stoner. Questo giocatore di talento, soprannominato “The Kid”, vuole diventare il giocatore di poker migliore degli anni Trenta, quelli della Grande Depressione, e per riuscirci sfida il leggendario Lancey Howard. Una partita impossibile, che viene portata avanti tra numerose peripezie. Facendo un salto in avanti d trent’anni fino al 1994 nella lista va inserito il film Maverick. Una commedia dai grandi incassi, con attori del calibro di Jodie Foster e Mel Gibson, che è appunto il protagonista, ovvero Bret Maverick. Un giocatore di poker impegnato a riscuotere debiti e conquistare un torneo dal montepremi straordinario.

Grandi protagonisti per film ad alta tensione

Nell’epopea di celluloide del poker, va sicuramente collocato anche Rounders, film del 1998 con Matt Damon come protagonista, che in Italia si intitolava Il Giocatore. Nella pellicola si gioca a Texas Hold’em tra New York e Atlantic City. Lo studente Mike si siede di nuovo al tavolo da gioco per aiutare un amico indebitato con la malavita russa. Una sfida da capogiro, ma con un obiettivo positivo. Nel 2006, invece, a portare sugli schermi l’atmosfera del poker e la sua incertezza ha provveduto James Bond, l’agente segreto di Sua Maestà Elisabetta, che in Casinò Royal è impegnato niente meno che nella sua prima emozione. Il protagonista è Daniel Craig, al suo debutto come 007; il compito fermare un gioco di riciclaggio di denaro attraverso un torneo di poker truccato, per finanziare il terrorismo.  Anche Molly’s Game, film del 2017, è un dramma giuridico che riprende una storia vera. Quella di Molly Bloom, ex-sciatrice del Colorado divenuta milionaria a 21 anni, organizzando partite di poker tra i vip. Un’attività portata avanti per dieci anni, fino all’arresto da parte dei Federali.

Anche l’Italia si ispira al tavolo verde

Se il mondo di Hollywood ha fatto ossequio al poker osservando il suo mondo incantato da diversi punti di vista, anche in Italia questo gioco di carte ha affascinato. Tra i capolavori del cinema di casa nostra, che vedono protagoniste le carte e le loro infinite combinazioni, occorre citare Asso, con Adriano Celentano, campione di poker dal cuore tenero, che riesce a smascherare i bluff del suo avversario e anche ad assicurarsi la donna affascinante di cui è innamorato e che non sembrerebbe mai una conquista alla sua portata. Anche un classico del cinema degli anni Settanta ha strizzato l’occhio al mondo del poker. Parliamo di Continuavano a chiamarlo Trinità, uno degli episodi della mitica serie con Bud Spencer e Terence Hill: i due eroi degli spaghetti-western, che nei paesaggi deserti vivono avventure straordinarie, risolte a suon di cazzotti e scapaccioni. Tra le pellicole che fanno menzione di questa pratica, diventata quasi una febbre negli Usa, va annoverata pure Fracchia contro Dracula, del 1985, con protagonista uno dei personaggi mitici di Paolo Villaggio dopo il ragionier Fantozzi.

Con le carte in mano si ride e si piange

Un film “gioiello” in questo senso è poi Regalo di Natale di Pupi Avati, cui si faceva cenno anche prima. Con grandi attori come personaggi principali, tra cui Diego Abatantuono, Alessandro Haber, Carlo Delle Piane (per citarne alcuni), questa pellicola è rimasta un classico del cinema italiano. Un ritratto amaro di una generazione che ha visto spegnersi valori e aspettative e che, intorno al tavolo da poker, cala gli assi ma anche le barriere e si mostra con le ferite e i dolori più profondi. Oltre a Pupi Avati, anche altri grandi protagonisti del cinema italiano si sono cimentati con il soggetto del poker. Come dimostra il fatto che esista un film di Ciccio e Franco, che ha le carte come elemento distintivo. Si tratta di Due mafiosi nel Far West, pellicola del 1964, esilarante come sempre, che inizia con un riferimento alla Briscola, gioco di casa nostra, e poi procede lungo le strade della Grande Mela dove invece si pratica il poker.

Ma il cinema come vede il poker?

Stabilito che il poker è amato dai registi, si può spiegare come vedono i protagonisti? Rispondere non è semplice, anche perché dipende un po’ dal genere di film. Spesso il poker e i giocatori di poker vengono presentati come degli eroi senza paura e senza regole, che assecondano il desiderio di avere una vita piena di luci ed emozioni, nascosto un po’ in ogni persona. Altre volte, invece, sembrano individui normali, alle prese con un gioco come tanti, che nella calma della partita rivelano segreti sulla propria personalità e si mettono a nudo. Punti di vista diversi, che forse dimostrano come le partite a poker siano solo parte della vita delle persone, esattamente come i pranzi in famiglia, il lavoro in ufficio o le relazioni sentimentali. Una volta, infatti, il film fa pensare che il poker sia un gioco divertente da fare con gli amici per passare una bella serata. Un’altra volta che sia l’attività di un mondo sommerso, emozionante e da scoprire. In qualche caso, che si tratti di un gioco per gente pericolosa, ma sempre in un modo affascinante, come certi gangster degli anni Cinquanta. Merito dei personaggi, che sanno essere carismatici, ironici e affascinanti.

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