La fuga dell’assassino: la spiegazione del finale del film

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C’è un particolare sottogenere del thriller che dialoga fortemente con la fantascienza, proponendo una serie di scenari e possibilità tanto affascinanti quanto pericolose. Film come Minority Report, In Time, Source Code o il recente Hanno clonato Tyrone sono solo alcuni esempi a riguardo. Accanto ad essi si può citare anche La fuga dell’assassino, film del 2017 diretto da Obin Olson e Amariah Olson incentrato in particolare sul tema della clonazione e sull’uso che si potrebbe fare di questa tecnologia.

 
 

Il titolo originale del film è in realtà The Shadow Effect, ovvero “Effetto Ombra”. Si riferisce a una peculiarità del nostro cervello, il quale non è apparentemente in grado di conservare ogni dettaglio di ciò che si è visto, sentito o risentito. Pertanto, sceglie – generalmente in modo inconsapevolmente – gli elementi che ritiene più importanti, basandosi sulla nostra storia personale. Questa scelta cambia la forma dei ricordi passando da uno stato tridimensionale a uno stato bidimensionale. È in questa forma d’ombra che i nostri ricordi si conservano per mesi, anni, persino per tutta la vita.

Per gli appassionati di questo genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, capace di regalare affascinanti colpi di scena e riflessioni sull’identità umana. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La fuga dell’assassino. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La fuga dell'assassino Jonathan Rhys Meyers

La trama e il cast di La fuga dell’assassino

Protagonista del film è Gabriel Howarth, un giovane la cui vita è stata sconvolta dopo la morte dei suoi genitori. Ora gestisce la loro tavola calda e lotta con incubi ricorrenti che sembrano fin troppo reali. Alla disperata ricerca di risposte, Gabriel chiede aiuto al dottor Reese, che mostra subito un grande interesse per il caso di Gabriel, soprattutto quando gli incubi dell’uomo prendono una piega ancora più preoccupante. Gabriel inizia infatti ad avere visioni di omicidi politici che rispecchiano eventi del mondo reale e si convince che i suoi sogni non sono mere fantasie ma che possano nascondere un misterioso complotto.

Un completto che ben presto inizia però ad avere connotati concreti. Con l’aiuto del dottor Reese, Gabriel dovrà quindi intraprende una corsa contro il tempo per salvare non solo se stesso ma anche sua moglie Brinn dalle conseguenze di un programma governativo sperimentale. Mentre la vita di Gabriel è in bilico, il dottor Reese sembra possedere la chiave per svelare la verità dietro i suoi incubi. Insieme, devono scoprire il sinistro complotto e smascherare i responsabili prima che sia troppo tardi.

Ad interpretare Gabriel Howarth vi è l’attore Cam Gigandet, noto per aver interpretato James nella saga di Twilight. Nel ruolo del dottor Reese, invece, vi è il più noto Jonathan Rhys Meyers, attore celebre per il film Match Point e per la serie I Tudors, dove interpreta Enrico VIII. Completano il cast gli attori Brit Shaw nel ruolo di Brinn Howarth, Michael Biehn – il Kyle Reese di Terminator – in quello dello sceriffo Dodge e Michael Aaron Milligan in quello di Jesse.

La fuga dell'assassino cast

La spiegazione del finale

Verso il finale di La fuga dell’assassino, Gabriel smette di prendere il farmaco che gli veniva dato e quando sente la musica che lo ipnotizzava resta ora cosciente. L’uomo che gli assegna le missioni gli indica il posto dove recarsi, ma qui il vigile Gabriel sorprende gli uomini dello sceriffo Dodge, che l’hanno trovato, e li abbatte. Inizia così un inseguimento, dopo il quale torna a casa e capisce che Brinn è coinvolta in ciò che gli sta accadendo. Lei non è realmente sua moglie, ma si è comunque innamorata di lui. In quel momento appare però Dodge, che lo uccide. Gabriel, però, si risveglia in ospedale.

Qui uccide il medico e una guardia, per poi affrontare finalmente Meyers. Si scopre così che la moglie di quest’ultimo è morta e lui ha deciso di costruire un programma per creare dei cloni umani. Gabriel capisce così di essere un clone di un soldato delle Forze Speciali deceduto. Egli è dunque nato per uccidere sotto comando, ma recupera sempre i ricordi dei cloni che lo hanno preceduto. A quel punto arriva Dodge con alcuni suoi uomini. Meyers scappa ma Gabriel viene ferito. Brinn arriva per aiutarlo, e i due uccidono gli uomini di Dodge.

Gabriel, però, sta per morire, ma Brinn riesce a far emergere un nuovo corpo. Mentre Gabriel muore, il nuovo Gabriel si risveglia. Dodge usa poi la musica per controllarlo, ma quest’ultimo prende il controllo e lo uccide. Il posto dove si trovano sta però per esplodere e rapidamente Gabriel fa entrare Brinn in un ascensore e si sacrifica per permetterle di salvarsi. In seguito, Meyers si incontra con l’Uomo per discutere la chiusura del progetto, ma qualche giorno dopo, Gabriel si sveglia di nuovo con la musica in un appartamento, lasciando intendere che il progetto su di lui è ancora attivo.

Il trailer di La fuga dell’assassino e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La fuga dell’assassino grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 3 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.

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