The Terminal: la vera storia dietro il film con Tom Hanks

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Reduce dal successo del fantascientifico Minority Report e del film biografico Prova a prendermi, Steven Spielberg affermò di avere voglia di realizzare un film che potesse far commuovere, ridere e far riappacificare lo spettatore con il mondo. Nasce dunque da questa volontà The Terminal (qui la recensione), uscito nel 2004 e accolto in modo molto positivo sia dalla critica che dal pubblico. Il film, infatti, offre una storia leggera ma non priva di tematiche e riflessioni importanti, dove si mette al centro di tutto l’umanità, come avviene in ogni opera del regista premio Oscar.

 

Il film, però, può anche essere letto come un’allegoria degli Stati Uniti post 11 settembre. Un Paese sempre più guidato dalla paranoia e da uno spirito xenofobo, chiusosi in sé stesso per evitare la possibile minaccia esterna. Da questo punto di vista The Terminal affronta con ironia tale situazione, proponendo soluzioni che pongono il senso di comunità e la fiducia nel prossimo quali elementi imprescindibili. Ancor prima di ciò, però, il film è divenuto celebre per essere ispirato ad una storia vera, quella del rifugiato iraniano Mehran Karimi.

Il film non è direttamente ispirato alla sua vicenda, tanto che il nome di Karimi non viene citato in nessun materiale pubblicitario relativo al film, e molte sono le differenze tra la sua storia e la sceneggiatura di Sacha Gervasi e Jeff Nathanson. Spielberg utilizza dunque questa vicenda vera per parlare di ciò che più gli è caro, offrendo dunque al suo pubblico il film commovente e divertente che aveva intenzione di realizzare sin dall’inizio. Ma qual è dunque la vera storia di Karimi e in cosa differisce rispetto a quanto si vede nel film?

La trama e il cast di The Terminal

La storia si svolge nell’Aeroporto J.F. Kennedy di New York. Qui atterra Viktor Navorski, proveniente da un Paese (immaginario) dell’Europa Orientale chiamato Krakozhia. Durante il lungo volo, però, nella patria di Viktor c’è stato un feroce colpo di stato e il suo passaporto ha così perso validità. Lo sventurato viaggiatore si trova dunque ad essere bloccato e costretto dal capo della sicurezza Frank Dixon a rimanere all’interno del terminal per un periodo di tempo imprecisato. Per lui inizierà quindi un soggiorno forzato, durante il quale sperimenterà l’amicizia, l’amore e la forza della solidarietà umana e l’orgoglio di non rinnegare se stesso.

Ad interpretare Viktor Navorski vi è Tom Hanks, frequente collaboratore di Spielberg, il quale ha basato la propria interpretazione sul proprio padrino, un immigrato bulgaro poliglotta, esercitandosi anche nel parlare bulgaro con un insegnante di tale lingua. Accanto a lui, nel ruolo del severo Frank Dixon vi è invece Stanley Tucci, mentre Barry Shabaka Henley è il poliziotto Ray Thurman. Sono poi presenti gli attori Catherine Zeta-Jones nel ruolo della hostess Amelia Warren, Diego Luna in quelli dell’addetto alla mensa Enrique Cruz e Zoe Saldana nei panni dell’agente Torres. Kumar Pallana è invece l’anziano addetto alle pulizie Gupta Rajan.

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La vera storia dietro The Terminal

Ora che sappiamo di cosa parla il film The Terminal, possiamo andare a scoprire qual è la storia vera a cui questo si ispira. Protagonista di questa è il rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, nato a Masjed-e Soleyman nel 1945 e sin da giovane in prima linea nelle proteste contro lo scià Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimo monarca della sua dinastia. Per sfuggire al carcere, Nasseri inizio a richiedere asilo in vari paesi europei, vedendosi però sempre negato ogni aiuto. La sua esistenza fu ufficialmente riconosciuta nel 1981 dalle autorità belghe da cui ottenne la tessera di rifugiato № 86 399. Con tutti i documenti in regola, decise allora di recarsi nuovamente nel Regno Unito, dove aveva frequentato l’università.

Venne però respinto nuovamente e si ritrovò privo di documenti di rifugato poiché li aveva inviati all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati a Bruxelles. Dopo un tentativo d’ingresso fallito in Francia, nel 1985, egli fece perdere le proprie tracce. Venne poi ritrovato nell’agosto del 1988 al terminal 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle, mentre tentava nuovamente di imbarcarsi per l’Inghilterra. A quel punto rimase nell’aeroporto, vivendo in una situazione di “limbo giuridico” derivante da un circolo vizioso delle procedure di ingresso negli Stati. Infatti, la regolarizzazione del titolo di permanenza dipendeva dal fatto che presentasse la sua tessera di rifugiato accordatagli dal governo belga.

Ma quest’ultimo chiedeva fosse Nasseri in persona ad andare a ritirarla e lui non poteva uscire dalla Francia perché i suoi documenti erano all’estero. La situazione si sbloccò sette anni dopo, nel 1999, quando venne accompagnato al tribunale di Bobigny per ritirare i suoi documenti, ma Nasseri sorprese tutti sostenendo che quei documenti erano errati e dichiarò di chiamarsi “sir Alfred Mehran” e di non essere un cittadino iraniano. Nasseri ha continuato quindi a soggiornare al terminale 1 dell’aeroporto Charles De Gaulle fino al luglio 2006 quando, per un’intossicazione alimentare, è stato ospedalizzato. Poche settimane prima del decesso, a causa di un Infarto miocardico acuto, avvenuto nel novembre del 2022, era tornato a risiedere nell’aeroporto

Il trailer di The Terminal e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Terminal grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

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