Glass Onion, il cast racconta il dietro le quinte del murder mystery

Rian Johnson ha portato in scena un delitto che predilige l'humor, scegliendo un cast ben assortito per il suo film corale

Glass Onion intervista cast

Glass Onion, il nuovo murder mystery di Rian Johnson, è pronto a sorprendere e intrigare il suo pubblico. Dopo il successo di Cena con Delitto, gli appassionati del genere whodonuit sono ora in trepidante attesa di scoprire quale sia il mistero che il regista ha impiattato per loro, e che si cela dentro l’isola greca del miliardario Miles Bron.

 

Le riprese del film sono iniziate il 28 giugno del 2021 proprio in una delle mete turistiche europee più suggestive, la Grecia, e precisamente a Spetses, per poi concludersi il 13 settembre dello stesso anno. L’hype costruitosi attorno alla pellicola, che porta sul grande schermo il genere per eccellenza dei plot twist, il giallo, è stato decisamente alto e tali perciò sono anche le aspettative.

Poco prima dell’uscita in sala il prossimo 23 novembre, e sulla piattaforma Netflix il 24 dicembre, il cast si è riunito assieme al regista Rian Johnson per discutere e presentare l’avventura crime di Glass Onion, con una conferenza stampa globale. All’incontro, purtroppo, ci si è subito accorti di due grandi assenze: Daniel Craig, la cui partecipazione è venuta meno per alcuni problemi di salute dell’attore, e Dave Bautista, che da quanto si è appreso è in Polonia per alcune riprese.

Glass Onion, una trama che si ispira alla leggendaria “Lady Mallowan”

L’impianto narrativo di Glass Onion, il cui sfondo è una luxury vacation nella ile riche di un magnate, è stato il tema centrale dell’intervista. La storia sembra strizzare un po’ l’occhio a un famoso racconto poliziesco della regina del genere Agatha Christie: Assassinio sul Nilo. Ma se si vuole ampliare il raggio dello sguardo alle altre opere dell’autrice britannica, è chiaro e limpido che in linea generale entrambe le pellicole di Knives Out abbiano seguito la falsariga delle sue storie. Ed è proprio da qui che parte questa nuova avventura.

È stata una sfida – ha iniziato Rian Johnsonma lo è stata anche quando io e Daniel (Craig) abbiamo realizzato il primo film (Cena con Delitto). Ci siamo divertiti tantissimo, ci siamo detti: anche se va modestamente bene possiamo continuare a farlo, ma il modo in cui pensavamo di proseguire il lavoro era non continuando la storia del primo film, ma piuttosto trattarlo come Agatha Christie trattava i suoi libri, quindi un mistero completamente diverso, una location completamente diversa, personaggi molto differenti. Io sono un suo grandissimo fan, ammiro il suo lavoro”. Poi ha proseguito: “Agatha Christie ha cambiato tutto da un libro all’altro, mescolava i generi, creava dei cambi di eventi nelle narrazione che erano fantastici, quindi ogni libro era un qualcosa di completamente nuovo. Questa è stata la strada che ho seguito, cercando al contempo di farla un pochino diversa.”

Johnson, pur prendendo come riferimento Lady Mallowan, ha voluto comunque (e giustamente) far emergere la sua impronta registica e stilistica che, sin dalle prime battute, risulta prediligere l’humor e il sarcasmo. È stato proprio Edward Norton a commentare questo aspetto, sottolineando che “la ragione per cui i film di Rian sono così divertenti è che lui ha sì operato allo stesso modo di Agatha Christie, ma ha poi aggiunto meccanismi convenzionali, sfaccettature divertenti e tradizionali in maniera particolare attraverso cui, guardando il film, si possono rivedere i tempi in cui si vive, poiché si rappresentano le difficoltà del nostro momento, in un contesto molto attuale.”

Un cast ben assortito per una pellicola corale

Johnson ha raccontato poi di aver scritto la sceneggiatura nel 2020, quindi in pieno lockdown, in una condizione limitante che ha scaturito in lui il desiderio di trovarsi su un’isola greca, ambientazione del film e dimora dell’omicidio. Riferendosi sempre ad Agatha Christie, il regista ha sostenuto che non sono solo le tipiche e tradizionali campagne del New England a rappresentare lo sfondo perfetto per questo genere, ma ci sono tanti altri luoghi particolarissimi da cui si può attingere, esattamente come fece la scrittrice nei suoi romanzi.

La chiave del successo di un film però, oltre allo spazio idilliaco in cui si svolge il delitto, risiede anche nella bravura degli attori che, per rendere il più autentici possibili i personaggi di cui si vestono, devono impegnarsi anima, corpo e cuore. Glass Onion, come lo stesso regista conferma, si può definire un lungometraggio corale, in cui ogni figura ha un suo spazio definito e preciso, indi per cui la scelta del cast è stata ancor più minuziosa affinché si potesse restituire al pubblico un prodotto sano e ben sviluppato. “Cerchi sempre di ottenere gli attori migliori – ha detto Rian – e siamo stati fortunati perché siamo riusciti ad averli. Ma c’è anche un ulteriore elemento, come organizzare una cena, che è un qualcosa di corale, e sappiamo che bisogna stare insieme in un luogo per tanto tempo, quindi devi cercare di ingaggiare attori che siano assolutamente capaci di ricoprire quel ruolo ma anche poi di lavorare insieme.”

Kate Hudson ha poi aggiunto che “ci deve essere anche la capacità di rinunciare al proprio ego. Abbiamo trascorso tanto tempo insieme, ogni giorno, anche se c’era il backstage avevamo queste aree di attesa dove stavamo tutti insieme, mangiavamo insieme la maggior parte delle volte ed era come se fossimo in una compagnia teatrale. (…) Come diceva Rian, ci vuole una certa grazia per affrontare questa esperienza con un gruppo di persone, e lui è riuscito a trovarne uno di esseri umani la cui caratteristica era proprio questa, il che è molto raro.”

Miles Bron, un personaggio che ne racchiude mille

Una delle figure più camaleontiche della comitiva di amici in Glass Onion è fuor di dubbio il miliardario Bron interpretato dall’azzeccato Edward Norton. Il suo charme e la sua idea filosofica dietro il concetto di disgregatori impregna gran parte del tessuto contenutistico del film, con questo che li usa come scudo per nasconderne doppiezza e avidità. Osservando il suo Miles è evidente che si sia attinti molto dalla realtà per costruire un personaggio dalle mille sfaccettature ma soprattutto dai mille volti.

A tal proposito è stato lo stesso Norton a rispondere: “è sorprendente che la lista di coloro che potrebbero essere considerati fonte di ispirazione diventi sempre più lunga, anche magari con qualcuno a cui non avevamo mai pensato come possibile candidato ma che invece potrebbe essere considerato fonte di ispirazione.” Poi ha concluso: “Un po’ come la canzone di Carly Simon (You’re so vain) “sei così vanesio che pensi che questa canzone sia su di te”. Secondo me ci sono molti milionari nel campo della tecnologia che magari pensano di vedere se stessi riflessi nel personaggio”.

Il cast è stato molto attento a non svelare alcuno spoiler di Glass Onion, e come lo stesso Rian Johnson ha tenuto a specificare in un videomessagio antecedente la proiezione, il gusto di guardare un murder mystery è proprio nella partecipazione dello spettatore che deve contribuire, in sala, a risolvere il caso.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.