Amanda: recensione del film con Benedetta Porcaroli e Michele Bravi

Presentato a Venezia, Amanda è un film che parla dell'amicizia vissuta da una venticinquenne tutt'altro che ordinaria.

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Carolina Cavalli esordisce alla regia con Amanda. Il film, presentato nella sezione Orizzonti Extra della 79ª Mostra internazionale di Venezia, abbraccia e racconta le stranezze della gioventù attraverso una serie di personaggi eccentrici e disturbati. Accanto  a Benedetta Porcaroli (Baby, La scuola cattolica, L’ombra del giorno), che veste i panni della protagonista, nel cast di Amanda troviamo Michele Bravi, Galatea Bellugi, Monica NappoMargherita Maccapani Misson e Giovanna Mezzogiorno. Il film uscirà nelle sale il 13 ottobre 2022.

 

La trama di AmandaBenedetta Porcaroli Amanda recensione film

Amanda (Benedetta Porcaroli) ha ventiquattro anni ed è un’irrequieta perdigiorno. È da sempre accompagnata da un senso di malessere: sogna di avere un’amica e non ne ha mai posseduta una. I vari traslochi e l’anaffettività dei membri della sua famiglia – ricca e glaciale – non hanno di sicuro aiutato.

Amanda soffre di una forte solitudine. Tuttavia, non appena scopre che da piccolissima passava molto tempo con Rebecca (Galatea Bellugi), figlia di un’amica della madre, si pone un unico scopo: convincere Rebecca a diventare la sua migliore amica. La missione non è semplice, dato che Rebecca passa le sue giornate chiusa nella sua camera da letto…

Amanda è un elogio della stranezza

La regista e sceneggiatrice di Amanda sceglie di fare un film che ruota tutto attorno alle stranezze. Dalle due bambine iniziali che si comportano come adulte snob a bordo piscina, fino ai costumi e alle ambientazioni, tutto appare variopinto e fuori dall’ordinario. Amanda Benedetta PorcaroliPer prima cosa, sono i personaggi ad essere eccentrici. La protagonista è un soggetto stravagante: si comporta come una ragazzina capricciosa e viziata, fa ciò che vuole ma allo stesso tempo rifiuta e critica la famiglia borghese che la sostiene.

Personaggi insoliti

Non sono meno strani di Amanda i suoi famigliari, dal padre fantasma e praticamente afono alla nipote di sette anni che dichiara di amare ”Dio come persona”. E la potenziale amica Rebecca non può che essere una ragazza che soffre di agorafobia. In tutto il film non c’è un personaggio banale o ordinario.

Guardando Amanda, sembra di entrare nella casa di cura de La pazza gioia (Paolo Virzì): nel film c’è così tanta follia da gestire che, per praticità, viene normalizzata. Per questo motivo, il lungometraggio risulta drammatico e divertente allo stesso tempo: le battute arrivano caotiche e inattese, la azioni della protagonista e dei suoi aiutanti sono imprevedibili. Il nonsense domina ogni aspetto del film ma, invece di sminuire la storia, diventa sostanza stessa delle immagini.

Un mondo a colori, ma desaturato

Le tinte di Amanda sono allo stesso tempo variopinte e desaturate: la villa in cui vive la protagonista, come anche quella di Rebecca, i sobborghi, gli abiti dei personaggi, tutto è ricco di sfumature. Da un lato, guardando il lungometraggio sembra di essere dentro uno spot pubblicitario di Gucci, dall’altro c’è una velatura grigia che ricorda le atmosfere di Dogtooth (Yorgos Lanthimos). L’estetica del film rispecchia in tutto e per tutto l’interiorità della protagonista e dei personaggi principali. In Amanda infatti, si parla di anime colorite e esuberanti, ma velate di tristezza e, in ogni caso, outsider.

L’esordio di Michele Bravi come attore

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Amanda, nei suoi pellegrinaggi notturni tra cantieri occupati e feste abusive, conosce un ragazzo solitario tanto quanto lei. L’attore che si nasconde dietro alla figura affascinante e gotica è Michele Bravi, giovane cantante italiano che esordisce come attore proprio con questo film. La performance di Bravi è stata messa molto in evidenza nella promozione di Amanda. Forse però, più che a livello di interpretazione, l’interiorità del cantante è in linea con la storia del film. Michele Bravi è un musicista che, nelle sue canzoni e nei suoi spettacoli, parla di dolore, psicoterapia e rinascita per celebrare la diversità e l’accettazione di sé.

Sempre a livello attoriale, Benedetta Porcaroli, l’interprete della protagonista, è abile nei panni della ragazza folle e infantile. La mimica, i movimenti del corpo e il tono delle battute sono realistici e coinvolgenti. Grazie alla sua performance, Porcaroli sa esprimere il senso totale del film e personifica molto bene l’oscillazione di stati d’animo che Carolina Cavalli vuole raccontare.

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