Fast X: recensione del film con Vin Diesel

Al timone di questa penultima avventura Louis Leterrier che porta la Fast Family in giro per il mondo fra Italia, Brasile, Inghilterra, Antartide e Portogallo

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Fast X: il rombo dei motori. Le ruote che sfrecciano sull’asfalto rovente. La strada che si staglia all’orizzonte e che diventa amica, confidente, luogo sicuro. Il cuore che va a ritmo con lo scoppiettio dello scarico e l’odore della benzina che si trasforma nel miglior profumo del mondo. Le gare, la libertà, l’adrenalina. Il vivere la vita “un quarto di miglio alla volta” sono questi gli elementi che hanno reso Fast and Furious, dal suo debutto nel 2001, la saga sui motori più emozionante e appassionante mai esistita, in grado di trasmettere vibrazioni intense, come se davvero si stesse correndo la gara della vita, attraverso delle elettrizzanti immagini e un iconico protagonista: Dominc Toretto.

 
 

Chi, da quel momento, non ha sognato di fare drifting? Di sfrecciare a più di 200 chilometri all’ora in giro per il mondo, mentre il respiro si fonde con il suono ruvido proveniente da un V12 di una Lamborghini o da un V6 di una Dodge Charger? Un franchise, questo, che è stato in grado di influenzare la cultura automobilistica e di appassionare, ancor di più, tanti amanti del settore alle macchine customizzate. E che adesso, in tutta la sua natura esplosiva, è pronto a salutare i numerosi fan che da più di vent’anni gli sono fedeli.

Fast X, diretto da Louis Leterrier e sceneggiato da Justin Lin e Dan Mazeau, è infatti l’inizio dell’ultima corsa di Dom e della sua Fast Family, la cui conclusione avverrà con l’undicesimo e ultimo capitolo. Un addio che, in realtà, non sarà mai tale visto l’impatto che la saga ha avuto nell’industria cinematografica, tanto da renderla popolarissima e immortale. Fast X, che fra l’altro ha avuto la première mondiale proprio a Roma, arriva nelle sale italiane dal 18 maggio, distribuita da Universal Pictures.

Fast X, la trama

In un flashback di dieci anni fa rispetto al presente della storia, Dominic Toretto (Vin Diesel) e Brian O’ Conner hanno ucciso un uomo potentissimo, il Signore della droga Hernan Reyes (Joaquim de Almeida), a Rio de Janeiro. Il figlio Dante (Jason Momoa), subito dopo la morte del padre, ha meditato vendetta per anni, e adesso il suo piano diabolico è pronto per essere messo in atto: il suo obiettivo è far soffrire Dom, partendo proprio dalle persone che lui ama, ossia la sua famiglia. La follia di Dante spingerà la Fast Family a disperdersi nel mondo, alcuni a Roma, altri a Londra, altri ancora finiranno nelle celle segrete dell’Agenzia per cui lavorano in Antartide. Ma i piani da loro pensati ad un certo punto cambiano quando scoprono chi è il vero obiettivo di Dante: il piccolo Brian, figlio di Dominic. Ogni componente della squadra dovrà perciò unire le forze per impedire che Reyes arrivi a lui.

La famiglia: tutto ciò che conta

Senti la macchina e vola”, dice Dominic al suo “piccolo B”, mentre lui, piccolissimo, sta cercando di imparare l’arte del drifting. È la connessione fra auto e pilota, la fiducia riposta nella propria compagna a quattro ruote, a costituire l’ossatura, l’anima narrativa della saga di Fast & Furious e che in Fast X brilla ancor di più. Le prime immagini, precedute dal tanto atteso flashback in memoria di Paul Walker, ne suggellano il significato profondo con un bellissimo momento padre-figlio, diventando emblematiche. Tutto quello che Dominic vuole lasciare in eredità a Brian è la passione per i motori, fargli conoscere quello specifico linguaggio da cui parte l’intenso e viscerale legame con l’auto, in una trasmissione reciproca di amore e devozione.

È una questione di perfetto allineamento, lo stesso che ha accomunato Dominic e il resto del gruppo facendoli diventare una famiglia. Una famiglia ben assortita, eterogenea, ma anche disfunzionale (come dice Helen Mirren in conferenza stampa), la quale nel corso del tempo si è trovata a fronteggiare missioni impossibili, persino lo spazio, non smettendo però mai di essere unita, ma anzi trovando, nei momenti difficili, la spinta necessaria per ricongiungersi con la luce. Questo concetto, che permea la saga sin dal primo film, si ribadisce in Fast X e si rafforza: adesso la posta in gioco è ben più alta e spinge i componenti della Fast Family a lottare per salvare l’unico innocente e “incontaminato” della storia: il figlio di Dominic.

Fast X recensione film
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Dante, il miglior villain della saga

Ogni pretesto che ha innescato l’azione è stato, fin’ora, esplosivo e rocambolesco, ma non era mai arrivato a toccare un punto così nevralgico per i Toretto come accade in Fast X. Se la famiglia, in generale, è un bene prezioso e sacro, un figlio nello specifico è un dono intoccabile. L’unico in grado di mettere in discussione tutta una vita, sacrificandola persino. Ed è su questo sentimento che gioca l’intero film, dall’inizio alla fine, e in cui tutti arriveranno al loro punto di non ritorno pur di distruggere il nuovo villain, Dante, interpretato da un magistrale Jason Momoa.

L’attore hawaiano mette in piedi una performance perfetta, dando il corretto tono caricaturale che il personaggio richiede, e conferendogli sfumature e ritmi giusti per renderlo uno degli antagonisti migliori e stratificati che il franchise abbia mai avuto. Folle, spietato, inquietante e mentalmente instabile, il Dante di Momoa si avvicina di parecchio alla personalità altalenante del Joker, restituendo un cattivo complesso, tridimensionale e pieno di fascino. Il pubblico è rapito dalla sua crudeltà che è conseguenza di un passato fatto di insicurezze, umiliazioni e sofferenze. Il suo pavoneggiarsi nasconde il disperato bisogno di ricevere quell’amore che il padre, nemico di Toretto e O’ Conner, non gli ha mai dato quando era in vita.

Ogni mossa di Dante sembra uno show preparato a tavolino per essere spettacolare ed eccessivo, e ogni qual volta è in scena, Momoa riesce a far trapelare i suoi disturbi psicologici attraverso espressioni incisive e taglienti. C’è tutto nei suoi occhi: riscatto, perdita, senso di inferiorità, vergogna, rabbia, delusione. Dante balla la sua danza della tristezza fra i colli di Roma e le strade di Rio de Janeiro, incanalando la sua furibonda ira contro Toretto per motivi ben diversi da quelli che Fast X vuol far credere: Dominic è amato dalla sua famiglia. Conta qualcosa per loro. Lui è tutto quello che Dante vorrebbe essere e che non sarà mai.

Puro intrattenimento, tanta action

Ma superato il suo strato psicologico e contenutistico, Fast X è azione pura. Lo sono tutti i film, seppur il tono dell’intera saga sia cambiato nel corso degli anni e l’adrenalina trasmessa dalle famose gare clandestine di Dominic ha ceduto il passo all’heist movie, con tanto di spionaggi, intrighi e sopravvivenza. Una commistione di generi, che ha donato alle pellicole molta più vivacità, facendole essere più roboanti e turbolente, in senso positivo.

Nel primo atto Fast X sembra piegarsi anche al survival movie, con una Roma minacciata da una palla di fuoco che potrebbe far esplodere tutta la città, partendo dal Vaticano. Il fiato rimane sospeso fino alla scena finale, e nel mentre si assaggiano combattimenti, fughe, sfide all’ultimo respiro. Le sequenze d’azione sono ben studiate e coreografate, oramai Fast & Furious in questo è rodato. La fisicità di Michelle Rodriguez e Vin Diesel si sente tutta, ma anche il resto dei comprimari – a partire da Jason Statham – dà una performance fisica degna dei personaggi di un cinecomic.

L’iperrealismo non manca, e alcune scene di Dominc Toretto sembrano davvero impossibili da credere (da quando è diventato Superman?), eppure la sospensione dell’incredulità c’è tutta. Siamo abituati anche a questo. E la verità è che se così non fosse, non guarderemmo Fast & Furious con lo stesso sguardo liquido che ci accompagna da anni e lo stomaco non si aggroviglierebbe per l’emozione. Tutto quello che è presente in Fast X è tutto quello che il pubblico si aspetta di trovare. E così dev’essere.

Sommario

Azione pura, survival movie, heist movie, Fast X continua ad essere tutto quello che i predecessori sono stati. Ritmico, adrenalinico, emozionale. Louis Leterrier porta sul grande schermo un capitolo decisamente esplosivo, in cui al centro abbiamo uno dei villain migliori della saga: Dante Reyes, psicopatico incontrollabile che si avvicina molto alla personalità del Joker.
Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano. Articolista su Edipress Srl, per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”.

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