Finalmente l’alba: recensione del film di Saverio Costanzo

Il film sarà distribuito in sala dal 14 dicembre

Finalmente l'alba recensione film
Foto Credit Eduardo Castaldo

Gli anni d’oro di Cinecittà pieni di brio e curiosità verso il dietro le quinte delle grandi produzioni cinematografiche, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo fa questo e sconvolge allo stesso tempo quella magia che solo la Settima Arte sa trasmettere. Ma il film metacinematografico che è stato presentato a Venezia 80 in Concorso è anche un racconto di formazione attraverso gli occhi di Mimosa.

 

Tra Midnight in Paris di Woody Allen e Babylon di Damien Chazelle, la notte della giovane Mimosa in questa Roma degli anni Cinquanta si trasforma in un cammino introspettivo che la porterà a diventare una donna. Il film italiano uscirà nelle sale dal 14 febbraio distribuito da 01 Distribution.

Finalmente l’alba, la trama

C’è Roma negli anni Cinquanta, c’è Cinecittà, c’è il cinema. Così preponderante nella vita degli italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale raccontava di un’Italia a pezzi e distrutta. In Finalmente l’alba si pone l’accento soprattutto sulla società di quel tempo, sugli sfarzi e sull’esuberanza dei suoi protagonisti. In questa storia Josephine Esperanto (interpretata da Lily James) è la star di Hollywood, la diva, accompagnata da Sean Lockwood (interpretato da Joe Keery). I due protagonisti fanno parte di una grande produzione cinematografica che sta girando a Cinecittà che cerca comparse. La parte mondana del film si mescola alla quotidianità romana delle sorelle Iris (interpretata da Sofia Panizzi) e Mimosa (interpretata da Rebecca Antonaci) che insieme alla mamma condividono la passione per il grande schermo.

La sorella maggiore, Iris, attira l’attenzione di un saltimbanco che vuole attirare l’attenzione a Cinecittà. Attratte dalla grande produzione che si sta svolgendo negli studios romani, le due ragazze si presentano alle audizioni per fare le comparse. Il grande sogno di Iris viene infranto quando per una serie di fortunate circostanze vede che la sorella ha ottenuto un ruolo di rilievo all’interno del film. Mimosa, al contrario di Iris, non ha mai sognato così in grande. La sua vita è stata predisposta già da piccola: un uomo per bene da sposare, che la rispetta e con una ottima posizione lavorativa. Tutto però nella vita di Mimosa sta per cambiare perché mentre Cinecittà inizia il suo declino, Mimosa prende in mano le redini del suo destino cambiandone le sorti.

Finalmente l'alba Joe Keery
Foto Credit Eduardo Castaldo

La magia decadente di Cinecittà

Il film meta cinematografico di Saverio Costanzo incontra le personalità più estroverse del mondo del cinema. Così come a Babylon è centrare il ruolo dei divi della Settima Arte e in Finalmente l’alba viene tratteggiato il contorno di questa borghesia che organizza feste private dove succede di tutto. Basta, infatti, una notta a Mimosa per capire a 360° come funziona l’industria cinematografica. Mimosa è un foglio bianco, su cui ognuno dei personaggi in cui s’imbatte scrive la sua storia, senza paura di essere giudicato.

Nello sguardo intenso della giovane protagonista Rebecca Antonaci ci si imbatte Josephina. È proprio lei il motore scatenante del processo di crescita di Mimosa: la trova con lo sguardo e la invidia perché sa di non poter avere una vita normale, fuori dai riflettori. Il personaggio di Lily James ne rimane affascinato e la porta con sé iniziando un viaggio notturno alla Midnight in Paris.

Ci muoviamo tra le vie di una Roma deserta a bordo di questa macchina guidata da Willem Dafoe che fa da interprete tra i protagonisti. Sì, perché Finalmente l’alba è un film di poche parole, basato su una incomunicabilità linguistica data dal fatto che i protagonisti parlano lingue diverse. Il personaggio di Mimosa vive nell’incomprensione, di lunghi silenzi anche angoscianti e di una caratterizzazione lenta. Un film fatto di ascolti e di sguardi e non di parole e quello che potrebbe essere a tratti un punto chiave del film diventa anche la sua debolezza più grande.

Finalmente l'alba Lily James
Foto Credit Eduardo Castaldo

 

Un film fatto di sguardi

L’intensità dello sguardo di Mimosa colpisce tutti i protagonisti. In questa notte così folle che vive insieme a Josephine e Sean, la ragazza incontra le personalità più in voga della borghesia romana. Tra produttori, attori e pittori Mimosa verrà presentata come “una giovane poetessa svedese” da Josephine stessa che userà questo stratagemma contro di lei. Complice il personaggio di Sean, succube della diva, Mimosa verrà tratta in inganno in gioco più grande di lei e verrà punita dal personaggio di Lily James così vendicativa da non poter sopportare la gelosia. La messa in scena si trasforma in un’arma che però Mimosa riesce a ribaltare. Un’intera sequenza sul suo sguardo, fisso nel vuoto e riempito di lacrime: una vera e propria performace che agli occhi dei ciechi e vili borghesi verrà elogiata.

A fare da sfondo alla storia l’omicidio di Wilma Montesi, una giovanissima comparsa di Cinecittà morta in circostanze misteriose. Finalmente l’alba non si concentra sugli aspetti fondamentali di quel caso di cronaca ma utilizza il personaggio di Mimosa per ribaltare la situazione. Il personaggio di Mimosa è un personaggio ricco di contrasti: scappa da un produttore che vuole approfittare di lei, ma perde la verginità con il suo attore preferito che le ha fa avance.

Questi controsensi però non fanno che parte del personaggio che vive un periodo di forte cambiamento e che trova la realizzazione e anche un po’ di malizia alla fine del film quando il suo percorso di crescita si compie e arriva Finalmente l’alba di un nuovo giorno.

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Lidia Maltese
Laureata in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, classe 95. La mia vita è una puntata di una serie tv comedy-drama che va in onda da 27 anni. Ho lo stesso ottimismo di Tony Soprano con l'umorismo di Dexter, però ho anche dei difetti.
finalmente-lalbaL'intendo di portare alla luce la decadenza di Cinecittà in una Roma anni Cinquanta rende la storia di Mimosa troppo meccanica e costruita. Anche se il suo personaggio affronta un percorso di crescita nel film l'incomunicabilità continua tra i personaggi è troppo ingombrante.