Le storie di imprese sportive hanno sempre un certo fascino, perché ci ricordano di cosa può essere capace l’essere umano anche – se non soprattutto – quando si trova a doversi confrontare con mastodontiche difficoltà, che siano esterne o interne a sé. Film come Million Dollar Baby, Tonya, Invictus – L’invincibile o The Blind Side sono solo alcuni dei più brillanti esempi a riguardo, con il capolavoro del 1976 Rocky quale esempio perfetto di underdog che ribalta i pronostici e ottiene la propria rivincita. Ed è proprio al film con Sylvester Stallone che William Goldenberg si è ispirato per dar vita alla sua opera prima come regista: Inarrestabile.
Il film, distribuito direttamente su Prime Video e basato sul libro Unstoppable: From Underdog to Undefeated: How I Became a Champion, ci presenta infatti un giovane con il sogno di diventare un campione di wrestling nonostante la sua condizione fisica apparentemente inconbiliabile con questo desiderio: la mancanza di una gamba. Se si considera che quella narrata è una storia vera, quella di Anthony Robles, ecco che si comprende di essere davanti ad un film di questo genere con tutte le caratteristiche per emozionare, intrattenere e ispirare.
D’altronde, a fare da garanti sulla qualità del progetto ci sono anche i grandi amici-colleghi Matt Damon e Ben Affleck. I due si riuniscono qui in veste di produttori dopo aver realizzato nel 2023 un altro film che in modo tangenziale toccava l’ambito sportivo: Air – La storia del grande salto. Non compaiono dunque in scena ma supervisionano un film che segue passo passo le coordinate di questa tipologia di racconto, talvolta fin troppo pedissequamente ma riuscendo a far emergere non solo il desiderio del protagonista e i tentativi di concretizzarlo quanto anche le ragioni dietro di esso.
La trama di Inarrestabile: crederci sempre, mollare mai
La storia è dunque quella di Anthony Robles (Jharrel Jerome), giovane nato senza una gamba con la passione per il wrestling, attività che porta avanti nonostante la sua mancanza. Anzi, proprio in vista di questa, Anthony si allena il doppio dei suoi coetani e affronta sforzi maggiori con l’obiettivo di rendere quel suo “difetto” un vantaggio. Mentre cerca di consolidare la propria reputazione in questo sport, però, deve anche fare i conti con una situazione familiare tutt’altro che idilliaca, con la madre Judy (Jennifer Lopez), afflitta da problemi economici e da un compagno violento (Bobby Cannavale).
Storia di una madre e di un figlio in cerca di rivalsa
Partiamo proprio da questi ultimi dettagli di trama. Inarrestabile ci propone un racconto che si muove su due binari, che spesso e volentieri si incrociano tra loro. Il primo è quello degli allenamenti e dell’attività sportiva di Anthony, mentre il secondo è quello legato alla sua sfera privata e alle dinamiche famigliari. Queste ultime hanno un peso molto importante all’interno del film, fungendo sostanzialmente da motore per la volontà del protagonista di affermarsi a livello sportivo. Il rapporto con la madre è dunque il vero cuore di Inarrestabile, che pur mantenendosi sempre allineato con il punto di vista di Anthony si configura quasi come un racconto a due voci.
Entrambi sono infatti personaggi in cerca di un riscatto per qualcosa che gli è stato tolto o per il modo in cui sono sempre stati trattati dalla società. Degli underdog, a punto, come afferma lo stesso Robles con il titolo della sua autobiografia. Ecco allora che si può ritrovare grande emozione nei loro scambi, grazie in particolare ad una Jennifer Lopez che rinuncia ai panni da diva per mettersi a disposizione di questa madre fragile e disposta ad ogni sacrificio pur di vedere trionfare suo figlio. È dunque nella costruzione del loro rapporto – più che nella rappresentazione della disabilità – che il film trova quella chiave per garantirsi – o perlomeno provarci – l’attenzione dello spettatore.
Inarrestabile trova la propria forza nei suoi protagonisti
Come si diceva, Inarrestabile non riesce ad evitare – forse anche volutamente, per non andare su territori incerti – tutta una serie di prevedibili tappe e stereotipi. Cosa che a suo modo impedisce al film di avvalersi di elementi degni di nota che gli permettano di essere ricordato, pur riuscendo a regalare più di qualche emozione durante la visione, cosa che per certi versi può bastare. Sono però diversi gli sprechi all’interno del film, dai grandi attori qui sottoutilizzati, come avviene per Don Cheadle nel ruolo dell’allenatore di Anthony, ad una serie di imput narrativi poi non sviluppati.
Inoltre, bisogna anche tener presente che il tipo di wrestling praticato da Anthony non è fonte di particolare spettacolo, svolgendosi quasi del tutto al suolo e basandosi su prese e sottomissioni. Per questo motivo, quando il film si concentra sull’animo dei due protagonisti – dove oltre a Lopez spicca anche un valido Jharrel Jerome (attore visto in Moonlight e voce originale di Miles Morales in Spider-Man: Un nuovo universo e i suoi sequel) – trova terreno solido per giungere al suo finale e regalare una visione che, senza dubbio, motiva a non arrendersi davanti alle difficoltà.
Inarrestabile
Sommario
Inarrestabile fa il suo dovere come biopic sportivo, con il suo limite più grande che è quello di non osare. Trova però riscatto nelle interpretazioni di Jharrel Jerome e Jennifer Lopez, come anche in alcuni convincenti spunti narrativi.