Il regista Noah Baumbach, già autore di opere come Marriage Story e Rumore bianco, torna in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia con il suo nuovo film, Jay Kelly. Un titolo che si annuncia come uno dei momenti più attesi del festival, capace di intrecciare introspezione e riflessione sul senso della vita attraverso il racconto del mondo del cinema.
La trama di Jay Kelly
La storia segue il celebre attore Jay Kelly e il suo devoto manager Ron in un viaggio vorticoso attraverso l’Europa, un percorso che si rivela sorprendentemente profondo. Lungo la strada entrambi si trovano a fare i conti con le scelte del passato, con i rapporti familiari e con la consapevolezza di ciò che lasceranno in eredità alle generazioni future.
Nel suo commento, Baumbach sottolinea come Jay Kelly sia un film sull’identità e sul ruolo che ciascuno recita nella propria vita: “Quando è troppo tardi per cambiare il corso della nostra esistenza? Cosa rende speciale una vita? Chi siamo davvero, come genitori, figli, amici, professionisti?”. Domande che il regista affronta con il suo sguardo intimo e universale, ponendo al centro il contrasto tra chi scegliamo di essere e chi, in fondo, siamo davvero.
Prodotto da Heyday Films (David Heyman), Pascal Pictures (Amy Pascal) e NBGG Pictures (lo stesso Baumbach), Jay Kelly ha una durata di 132 minuti ed è girato in lingua inglese. Si tratta di una coproduzione tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia.
Il cast è ricchissimo: Adam Sandler, George Clooney, Laura Dern, Billy Crudup, Riley Keough, Grace Edwards, Stacy Keach, Jim Broadbent, Patrick Wilson, Eve Hewson, Greta Gerwig, Alba Rohrwacher, Josh Hamilton, Lenny Henry, Emily Mortimer, Nicôle Lecky, Thaddea Graham e Isla Fisher.
La sceneggiatura è firmata da Noah Baumbach ed Emily Mortimer. Alla fotografia troviamo Linus Sandgren, al montaggio Valerio Bonelli e Rachel Durance, alla scenografia Mark Tildesley e ai costumi Jacqueline Durran. La colonna sonora è composta da Nicholas Britell, mentre il suono è curato da Christopher Scarabosio.
Con Jay Kelly, Baumbach prosegue il suo percorso di esplorazione delle fragilità umane e dei rapporti interpersonali, portando a Venezia un’opera che promette emozione, introspezione e dialogo con il pubblico internazionale.