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Gomorra 4: recensione della quarta stagione

Gomorra 4: recensione della quarta stagione

Dopo il successo crescente delle prime tre stagioni, Gomorra 4 torna dal 29 marzo su Sky Atlantic con una quarta stagione che si propone come un ennesimo azzeramento di quanto visto fino ad ora. Con la direzione artistica di Francesca Comencini, la serie, ideata da Roberto Saviano, presenta sin dai primi due episodi grandi premesse e nuove regole del gioco, che porteranno i personaggi principali a doversi ricostruire da zero per non soccombere.

Gomorra 4, la quarta stagione riparte esattamente lì dove finiva la terza, con la morte di Ciro l’Immortale. Scosso da questa perdita, Genny Savastano (Salvatore Esposito) prova a cambiare vita per il bene della sua famiglia. Per farlo si getta nel mondo dell’imprenditoria, lasciando il suo regno nelle mani di Patrizia (Cristiana Dell’Anna). Questo cambio di potere però sembra scontentare in molti, ed una nuova guerra è pronta a scoppiare.

Quando si fa concludere una stagione con un gran colpo di scena, la stagione che seguirà deve farsi carico di quell’eredità e reggere, se non alzare, il valore della serie. È ancora presto per dire se la quarta stagione di Gomorra riuscirà in questo intento, ma le scelte operate fanno presagire novità in grado di portare la serie su strade nuove e affascinanti. Con Gomorra 4 infatti si esce dagli ambienti a noi familiari e, insieme ai personaggi, ci si trova ad esplorare contesti totalmente nuovi, i quali danno l’impressione di trovarsi in un oceano ancor più grande, nel quale si è immensamente piccoli.

Gomorra 4

Lo spaesamento è infatti il leitmotiv della stagione. Uno spaesamento che si dimostra da subito vincente, perché costringe i protagonisti a dover procedere nei loro intenti con la paura costante di sbagliare e non avere nuove opportunità. Tutto ciò contribuisce ad aumentare il conflitto della serie, e ci permette di scoprire nuove sfumature della personalità dei personaggi nel momento in cui questi sono posti in situazioni di crisi.

Sin dalla prima puntata, diretta da Francesca Comencini, si pongono le basi per quella che può affermarsi come una stagione diversa e allo stesso tempo fedele al canone della serie. La storia di Genny Savastano prosegue, acquisendo nuove forme e divenendo sempre più intrigante agli occhi dello spettatore, che non può non chiedersi quali potranno ancora essere gli sviluppi futuri del personaggio. Salvatore Esposito è ora, con la dipartita di Marco D’Amore, protagonista assoluto e dimostra di avere sempre più la padronanza del personaggio, riuscendo a mostrarcene nuovi e credibili aspetti.

Gomorra 4

Le ambizioni della quarta stagione sono dunque alte, e il cambio di contesto può facilitare il raggiungimento di nuove vette. Il rischio di ricadere in situazioni già viste o poco credibili ai fini della crescita della storia e dei personaggi sono altrettanto alte, ma con quella che è ormai una solida squadra di produzione si può pensare che Gomorra saprà sorprendere a riguardo, rinnovandosi ancora e ancora.

 

Gomorra 3: ottimi ascolti per episodio 8 e 9

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Gomorra 3: ottimi ascolti per episodio 8 e 9

Restano alti gli ascolti di Gomorra 3 – La serie, la produzione originale Sky, Cattleya e Fandango in associazione con Beta Film: gli episodi 9 e 10, trasmessi ieri sera su Sky Atlantic/+1 HD, Sky Cinema Uno/+1 HD e disponibili su Sky On Demand, sono stati visti in media da 893.427 mila spettatori e 1.376.555 contatti unici.

In particolare l’episodio 9 ha ottenuto un ascolto di 937.135 mila spettatori medi, mentre il decimo ha raccolto in media 849.718 mila spettatori.

Sempre molto forte anche la permanenza così come lo scorso venerdì che, su base familiare, segna un dato stabile dell’88%, simbolo di grande attenzione da parte del pubblico. 

Positivo anche il dato nei sette giorni per gli episodi 7 e 8 che raggiungono un ascolto complessivo di oltre 1 milione 900 mila spettatori medi.

Sui social, ieri sera “Gomorra – La serie” è stato il secondo programma televisivo su Sky Atlantic più commentato della serata con 88 mila interazionipubblicate principalmente su Facebook ( 90%) e Twitter (10%) durante il primetime (Fonte: Nielsen), il cui volume rappresenta il 17% del totale Social TV in Italia (Fonte: Nielsen).

L’hashtag ufficiale #Gomorra3 è entrato in trending topic su Twitter ieri sera e vi è rimasto fino alle prime ore di questa mattina.  Gli hashtag più utilizzati sono stati #Gomorra3 (1,908) e #gomorra , mentre @SalvioEsposito risulta essere l’ account più menzionato. (Fonte: Nielsen).

Appuntamento a venerdì prossimo, 22 dicembre su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno HD, per il gran finale di stagione della serie cult.

Gomorra 2: un video dal set della seconda stagione

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Gomorra 2: un video dal set della seconda stagione

Sono iniziate da tempo le riprese di Gomorra 2, il secondo ciclo di episodi della serie televisiva di successo trasmessa dal canale Sky Italia e oggi arriva un video dal set:

 

Se vi state chiedendo cosa accadrà nella seconda stagione di Gomorra – La Serie, guardate cosa ci hanno rivelato i protagonisti in questa intervista!

Posted by Sky Atlantic HD on Lunedì 15 giugno 2015

Gomorra – Stagione Finale: intervista a Ivana Lotito e Salvatore Esposito

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Ecco la nostra intervista a Ivana Lotito e Salvatore Esposito, in occasione della presentazione di Gomorra – Stagione Finale, il quinto e ultimo ciclo di puntate che racconta la storia della famiglia Savastano. Le serie sarà disponibile con due episodi a settimana su Sky a partire dal 19 novembre.

Gomorra – Stagione Finale: chi tornerà e chi potrebbe tornare

L’ atteso debutto di GOMORRA 5 – STAGIONE FINALE di Gomorra, che come annunciato dal trailer ufficiale appena rilasciato arriverà su Sky e in streaming su NOW a partire dal 19 novembre.

I primi due episodi della stagione finale verranno proiettati in anteprima, fuori concorso, il 13 ottobre, al CanneSeries, come evento di chiusura del festival delle serie TV di Cannes.

Nata da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo romanzo, la più famosa e apprezzata tra le serie italiane nel mondo – nella classifica del New York Times al quinto posto fra le produzioni non americane più importanti del decennio 2010/2020 – è stata venduta in più di 190 territori, ricevendo ovunque un’accoglienza entusiastica da parte di pubblico e critica, ottenendo numerosissimi premi e contribuendo in maniera decisiva a ridefinire gli standard della serialità italiana.

Girati fra Napoli, Riga e Roma, i dieci nuovi episodi di Gomorra 5 – Stagione finale sono scritti dagli head writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano. Completano il team di scrittura Valerio Cilio e Gianluca Leoncini. I primi 5 episodi e il nono sono diretti da Marco D’Amore, già regista di due episodi di Gomorra 4 e del film L’Immortale, grande successo targato Cattleya e Vision Distribution che fa da ponte narrativo fra la quarta e la quinta stagione, mentre gli episodi 6, 7, 8 e 10 sono diretti da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie. Entrambi sono anche supervisori artistici.

Le potenti immagini del trailer mostrano di nuovo sul set Salvatore Esposito nei panni di Genny Savastano, costretto alla latitanza, in un bunker, alla fine della quarta stagione, e il grande ritorno di Marco D’Amore, nuovamente protagonista nel ruolo di Ciro Di Marzio, creduto morto alla fine della terza stagione e – come svelato dal film L’’mmortale – clamorosamente tornato in scena in Lettonia.

Con loro ritornano anche Ivana Lotito nei panni di Azzurra, che abbandonata da Genny farà di tutto per tenere il piccolo Pietro al sicuro, lontano da suo padre e da tutto ciò che rappresenta, e Arturo Muselli che torna a interpretare Enzo Sangue Blu, l’ex re di Forcella divorato dai sensi di colpa per aver visto troppi compagni morire per colpa sua.

Oltre agli ormai storici protagonisti della serie Sky, prossimi a uno showdown che appare sempre più inevitabile, le immagini del trailer mostrano però per la primissima volta anche diversi nuovi ingressi nel cast: Domenico “Mimmo” Borrelli (5 è il numero perfetto, L’equilibrio) è Don Angelo detto ‘O Maestrale, il feroce boss di Ponticelli che si rivelerà fondamentale per la guerra di Genny contro i Levante e per permettergli di riprendersi Secondigliano. Tania Garribba (Il Primo Re, Tutto il mio folle amore) interpreta invece Donna Luciana, la moglie di ‘O Maestrale, donna dal carattere feroce al pari del marito e un’intelligenza astuta e raffinata. Nei panni di ‘O Munaciello, uno dei capipiazza di Secondigliano, entra nel cast anche Carmine Paternoster (Gomorra, L’intervallo). E ancora Antonio Ferrante (Preferisco il rumore del mare, Tutti i soldi del mondo) e Nunzia Schiano (Dogman, Reality, Benvenuti al Sud), a interpretare rispettivamente Vincenzo Garignano detto ‘O Galantommo, anziano boss di un piccolo paese alle pendici del Vesuvio, e Nunzia, donna fiera e infaticabile, da quasi cinquant’anni sua devota moglie.

Gomorra – Stagione Finale, l’addio dei protagonisti al fenomeno mondiale

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È stato un incontro emozionato ed emozionante quello che ha presentato alla stampa di settore Gomorra – Stagione Finale. Presenti produttori, protagonisti, sceneggiatori, ma le vere star dell’incontro sono state Marco D’Amore e Salvatore Esposito, Ciro e Genny, i due protagonisti che dall’inizio di questa saga shakespeariana disgraziata hanno tenuto in gioco, più o meno consapevolmente le sorti di Scampia e della malavita organizzata in Campania (senza fermarsi troppo ai confini geografici). 

La cornice che ha ospitato l’incontro, il Teatro Brancaccio di Roma, ha offerto a Marco D’Amore un gancio molto efficace per il suo intervento d’apertura: “Siamo in un teatro, e mi è venuto in mente Goethe che, parlando proprio del teatro, dice che vorrebbe che fosse pericoloso come lo è il filo di un funambolo affinché nessuno vi si arrischiasse. Allo stesso modo, per me, la pericolosità del racconto di Gomorra – La Serie è stata costante, ma per fortuna non ero solo a camminare sul quel filo. Devo dire che, nel tempo, chi non ha sentito la responsabilità di quel racconto è caduto. Questa è una serie che non ha nulla a che vedere con la semplicità e la facilità. È stato difficile tutto, girare, stare nelle location, convivere con questo materiale che ci siamo portati dentro e che ci ha cambiato la vita. Soltanto a bilancio di una carriera potrò dire cosa è stato per me professionalmente Gomorra – La Serie, ma come uomo posso dire di esserne uscito migliorato, mi ha reso più comprensivo nel confronti di chi ha fatto scelte differenti dalla mia.”

Salvatore Esposito, che interpreta Genny Savastano, l’altra faccia di Gomorra – La Serie, l’altro grande perno intorno al quale ruota tutta la storia, dal 2014 a oggi, ha esordito con una battuta, facendo eco ai famosi video di The Jackal che raccontano in maniera comica “gli effetti di Gomorra sulla gente”. “Alla fine di questa avventura, bisogna valutare gli effetti di Gomorra su di noi. Come il mio incontro con Maradona, in cui è stato lui a dire a me che era un onore incontrarmi, che era fan della serie. Una cosa assurda.” Commenta ridendo, per poi continuare “È stato un viaggio incredibile, sono cresciuto come uomo e come artista, ho incontrato dei grandi professionisti, e tutto quello che ho ricevuto è stato frutto del lavoro non solo nostro ma di tutti quelli che hanno collaborato con noi. Tutti quelli che hanno fatto sì che Gomorra fosse quello che è oggi. Ho definito la fine di questa serie come la fine di una relazione d’amore, all’inizio sei euforico ma arriva il momento in cui guardi indietro, c’è tristezza e malinconia, ma c’è la consapevolezza di aver dato più del tuo massimo.”

Dalla seconda stagione, Ivana Lotito è al fianco di Esposito, nei panni di Azzurra, donna che vive un profondo conflitto tra il suo desiderio di liberarsi della condizione di essere “moglie di” e l’amore che, nonostante tutto, prova per questo ragazzo con cui condivide tante cose. Per Lotito: “Gomorra è un’esperienza totalizzante, da tutti i punti di vista, il piano professionale si intreccia con quello personale. Tutti abbiamo speso ogni risorsa che avevamo. Io conoscevo già il successo della serie ed ero terrorizzata di non essere all’altezza, ma mi sentivo privilegiata a far parte di questo progetto. Ho cercato di apprendere il più possibile e il più in fretta possibile e poi mi sono affidata a dei professionisti. Loro mi hanno dato degli strumenti che mi hanno accompagnata in tutto il mio percorso. Ho avuto colleghi e registi che si sono spesi con grande cura e amore. Hanno trovato nel tempo parole e modalità comunicative che mi hanno fatto imparare molto, mi hanno fatta diventare adulta. Insieme a loro abbiamo dato vita ad un personaggio per il quale si rinuncia all’idea che la fragilità sia una debolezza. Non c’è mai il rischio di superficialità e io non mi sono mai sentita sola, anche quando mi si chiedeva di ricercare il dolore più profondo dentro di me. Azzurra vive una specie di asfissia, ora, da una parte causata dalla guerra in corso, dall’altra dalla sua esperienza personale. Lei odia il nome che ha acquisito ma non riesce ad affrancarsi dall’amore che vibra per quella persona che hai scelto e che ti assomiglia, come si somigliano Genny e Azzurra.”

A coronare il piccolo gruppo di attori che traghetteranno lo spettatore dalla quarta alla quinta e ultima stagione di Gomorra – La Serie c’era anche Arturo Muselli, interprete di Enzo Sangueblù e a bordo del progetto dalla terza stagione. “Alla conferenza stampa di presentazione della mia prima stagione ero così agitato di dire troppo sulla trama che ho cominciato a parlare del trono di spade. Ora credo di essere diventato molto più bravo a gestire i segreti. Il mio è un personaggio che ha bisogno di credere in qualcosa, ha dei valori e un credo, vuole riportare quei valori nel mondo in cui vive e andrà avanti per ottenere quello che vuole. In lui c’è una contrapposizione tra passato e futuro, lui viene dal passato, ma è destinato alla violenza che spinge dal futuro. Lo ritroviamo anestetizzato, mentre mette in dubbio il suo ritorno all’azione, o la possibilità di lasciarsi morire. Ma è un personaggio che vive nell’azione.”

Ospite d’onore della conferenza stampa, Roberto Saviano, ideatore della serie e mente dalla quale è partito come ben sappiamo tutto il fenomeno di Gomorra, con l’omonimo libro del 2006, che ha inquadrato l’esperienza di Gomorra – La Serie nella sua interezza.

“È difficilissimo trovare le parole per sintetizzare come è iniziato tutto. La necessità era quella di raccontare una storia dandosi spazio, non esaurire il racconto in poco tempo. Avere la possibilità, nel tempo, di poter raccontare il più complesso dei poteri, spesso schiacciato da una sintesi superficiale. La serialità per questo progetto nasce dall’esigenza di darsi questo spazio e raccontare il potere. Gomorra è il racconto della famiglia, del potere, ciò che ha reso la serie così di successo è il fatto che Scampia diventa la periferia di tutte le metropoli, che tutte le periferie del mondo si riconoscono in questo racconto, e questo vuol dire che nonostante siamo in un posto specifico, raccontiamo una dinamica universale. Le immagini, le persone, le vicende diventano internazionali. Solo la serialità poteva permettere una cosa del genere, con la scelta del dialetto, per dare autenticità, permetterle di esistere. Il coraggio iniziale di riconoscere nella possibilità di costruzione di questo mondo, una sua vocazione universale. Nel nostro racconto però non c’è l’eroe positivo in cui rifugiarsi, si racconta il punto di vista del potere.

Non avere l’eroe positivo è determinante per il suo successo. I protagonisti di cui parliamo sono già sconfitti, ma la loro potenza è il loro sapere e conoscere il mondo in cui agiscono. Gli attori si sono dovuti trasformare in qualcuno che non pensa mai di farcela, in nessun momento, aspetta solo di morire, quando, come, per mano di chi non lo sa. È un mondo che ha già perso.”

Il team di registi di questa quinta e ultima stagione della serie si assottiglia, sono solo Marco D’Amore e Claudio Cupellini a sedersi dietro al macchina da presa, ed entrambi, in diverse vesti, sono nel progetto dall’inizio. Per Cupellini “non è quantificabile quanto mi ha dato Gomorra, e nemmeno lo è quello che ho vissuto come esperienza nello stare a Napoli per 5 stagioni, in cui sono entrato in punta di piedi. Era un mondo che non conoscevo, né la realtà in cui andavo ad inserirmi né il mondo della serialità. Mi sono trovato a dover maneggiare un lavoro impostato in maniera eccellente da Sollima e dagli sceneggiatori. La materia era bollente, difficile e complicata, ma anche dolorosa. Arrivando da fuori cominciavo a toccare con mano un mondo che non corrispondeva a quello che sapevo, che era diverso. I sentimenti che ho provato durante questo percorso sono stati duri, ho avuto la fortuna di potermene affrancare nel momento in cui tornavo a casa, però è stato uno dei colpi di fortuna della mia carriera.”

Gomorra – Stagione Finale, l’atto conclusivo del cult Sky Original prodotto da Cattleya in collaborazione con Beta Film, è in prima TV mondiale il 19 novembre in Italia su Sky e in streaming su NOW.

Gomorra 5: chi tornerà, chi potrebbe tornare

Goltzius and The Pelican Company: il film di Peter Greenaway

Goltzius and The Pelican Company: il film di Peter Greenaway

Arriva Goltzius and The Pelican Company, il nuovo film di Peter Greenaway. Hendrik Goltzius, incisore, stampatore ed editore, contemporaneo di Rembrandt, è in viaggio verso l’Italia assieme alla compagnia teatrale del Pellicano. Sulla strada decide di fermarsi in Alsazia, ospite del margravio locale, un laido individuo che oltre a governare e a defecare in pubblico, sbucciando mele per le sue scimmie, si diletta di mecenatismo.

Goltzius vorrebbe convincerlo a finanziere la realizzazione dei suoi libri con le storie dell’antico testamento viste in maniera erotica e ambiguamente metaforica, in particolare la storia di Lot e delle sue figlie, di Davide e di Betsabea e di Sansone e Dalila. Il margravio però esita a farsi convincere, così l’incisore gli propone di mettere in scena per lui sei rappresentazioni, una per sera, insieme agli attori della compagnia del Pellicano. Allettato dalla prospettiva di partecipare attivamente in messinscene erotiche il Margravio accetta. Ma la finzione si fonde con la realtà e così prende il via un perfido gioco di sesso, sangue e potere.

Dopo il film su Rembrandt, Greenaway realizza il secondo capitolo della sua personale trilogia dedicata all’arte fiamminga, che si concluderà con un lungometraggio dedicato a Hieronymus Bosch. Il risultato è a dir poco superbo. La bellezza folgorante delle immagini si fonde con un testo profondo, ma ironico, sovversivo, ma incredibilmente logico, dove con l’innocenza di un fanciullo si dichiara che in fondo la parola God (Dio) atro non è che la parola cane (Dog) letta a contrario, oppure che il detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” sia una conseguenza di quanto avvenuto con Adamo ed Eva.

Goltzius and The Pelican Company

Arriva Goltzius and The Pelican Company, le tecniche

La tecnologia digitale è di valido supporto alla pittura su schermo di Peter Greenaway che riesce a sviluppare le ricerche visive iniziate con il suo ormai lontano Prospero’s Book (L’ultima Tempesta), che accostato a questa nuova opera appare oggi quasi un taccuino di schizzi. Il compositing si fa complesso, multistratificato, con intarsi estremamente complessi e green-screen al servizio dell’arte espressiva e non degli effetti spettacolari. Addirittura entrano in gioco modellazioni in 3D volutamente dichiarate come tali e lasciate in uno stadio intermedio, per voler dare un senso straniante di progettazione architettonica che irrompe nelle realtà. Goltzius, Piranesi, Rembrandt e tutta una folta schiera di artisti citati esplicitamente o negli stupefacenti giochi di collages digitali esprimono la loro arte avendo a disposizione una tavolozza tecnologica che ai loro tempi non sarebbe stata minimamente pensabile. E infatti Greenaway apre il suo film con una breve disquisizione proprio sull’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie espressive.

In Goltzius and The Pelican Company la storia si svolge all’interno della corte del margravio, genialmente ricostruita, o meglio adattata in una vecchia fabbrica dimessa, con caldaie a vapore, vasche d’acqua stagnante e tutto un fantasmagorico patrimonio di archeologia industriale che magicamente si sposa con l’epoca barocca grazie al lavoro dello scenografo Ben Zuydwijk e dei costumisti Marrit Van Der Burgt e Blanda Budak. Le musiche dell’italiano Marco Robino accompagnano egregiamente questa messinscena di sapore elisabettiano ibridata con le atmosfere di Brecht e Weill.

Goltzius and The Pelican Company

Peccato che non vedremo mai in sala o in dvd “Goltzius and The Pelican Company” a causa della sua carica sovversiva, intelligente, colta, divertente, sensuale (e mai erotica) che tanto potrebbe dar fastidio ad un pubblico assoggettato alla visione passiva di standard in-espressivi ormai imposti, definiti, o meglio somministrati come un farmaco cretinizzante.

Goltzius and The Pelican Company di Peter Greenaway

Goltzius and The Pelican Company di Peter Greenaway

Peter GreenwayPeter Greenaway non è considerabile un regista, nel senso più restrittivo del termine, poiché le sue sperimentazioni visive spaziano a tutto tondo nelle arti espressive per poi confluire magicamente nel linguaggio cinematografico. Greenaway sostiene che il cinema è “morto”, perché in poco più di un secolo di vita non ha avuto evoluzioni sostanziali, a differenza di quanto invece è avvenuto e continua ad avvenire con la pittura, attribuendo la colpa ad un uso sfrenato e commerciale della struttura narrativa, che a poco a poco ha finito con il soffocare l’atto creativo e la ricerca formale.

Fin dai suoi primi film la ricerca espressiva balza immediatamente alla ribalta creando uno stile inconfondibile ed unico, forse difficile da penetrare da parte di un pubblico “normale”, ma deliziosamente invitante per chi decide di farsi trascinare dai giochi enciclopedici e metaforici del filmmaker gallese. La sua nuova fatica cinematografica “Goltzius and The Pelican Company” è il degno coronamento di decenni di sperimentazioni e sicuramente il punto di partenza per nuove strade da percorrere.

La narrazione, anche se apparentemente fondamentale, è come al solito una delle tante impalcature che per Greenaway sostengono il materiale filmico. Ben più importanti sono le sottostrutture, come le sei rappresentazioni teatrali che cadenzano l’andamento del film, o i vari peccati di natura sessuale, come l’incesto, la necrofilia, il voyeurismo, o ancora le incisioni di Goltzius mescolate con gli schizzi dello stesso Greenaway.

Il film racconta un episodio della vita di Hendrik Goltzius, incisore, stampatore ed editore, contemporaneo di Rembrandt, che è in viaggio verso l’Italia assieme alla compagnia teatrale del Pellicano. Sulla strada decide di fermarsi in Alsazia, ospite del margravio locale, un laido individuo che oltre a governare e a defecare in pubblico, sbucciando mele per le sue scimmie, si diletta di mecenatismo.

Goltzius vorrebbe convincerlo a finanziere la realizzazione dei suoi libri con le storie dell’antico testamento viste in maniera erotica e ambiguamente metaforica, in particolare la storia di Lot e delle sue figlie, di Davide e di Betsabea e di Sansone e Dalila. Il margravio però esita a farsi convincere, così l’incisore gli propone di mettere in scena per lui sei rappresentazioni, una per sera, insieme agli attori della compagnia del Pellicano. Allettato dalla prospettiva di partecipare attivamente in messinscene erotiche il Margravio accetta. Ma la finzione si fonde con la realtà e così prende il via un perfido gioco di sesso, sangue e potere.

Goltzius and The Pelican CompanyDopo il film su Rembrandt, “Nightwatching” del 2007, Greenaway realizza il secondo capitolo della sua personale trilogia dedicata all’arte fiamminga, che si concluderà con un lungometraggio dedicato al visionaro pittore Hieronymus Bosch. “Goltzius and Pelican Company” segue inoltre un’altra importante trilogia “The Tulse Luper Suitcases” del 2003, dove la sperimentazione visiva prendeva il sopravvento sulla narrazione, soprattutto negli ultimi due capitoli, facendo avvicinare l’opera più ad una complessa performance di video-arte piuttosto che ad un film. E questo non è mio avviso un difetto, anzi dovrebbe essere inteso come un pregio, perché le sei ore della rocambolesca vita di Tulse Luper, racchiusa in novantadue valige disseminate per il mondo, è un divertente viaggio enciclopedico, visionario, surreale, a volte sconfinante nel non-sense. Peccato che in un ambiente ormai corroso dalla mercificazione tale colossale opera sia stata intesa come non adatta al pubblico e quindi relegata nel limbo della non-distribuzione, eccezione fatta per il primo capitolo della trilogia.

Il risultato visivo di “Goltzius and Pelican Company” è a dir poco superbo. La bellezza folgorante delle immagini si fonde con un testo profondo, ma ironico, sovversivo, ma incredibilmente logico, dove con l’innocenza di un fanciullo si dichiara che in fondo la parola God (Dio) atro non è che la parola cane (Dog) letta a contrario, oppure che il detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” sia una conseguenza di quanto avvenuto con Adamo ed Eva. Il tutto giocato in una ammiccante ambiguità tra teatrale e reale, tra messinscena e gioco di ruolo, che permette di fare quello che altrimenti non sarebbe lecito, o meglio dignitoso. I personaggi si mascherano, pur rimanendo perfettamente riconoscibili, e sotto questo effimera anonimato, si abbandonano ai desideri più morbosi e agli atti più efferati. Ma il gioco sembra sfuggire loro di mano. E quando il labile copione viene sconvolto con l’inserimento forzato di una storia dal nuovo testamento, quella di Salomè e Giovanni Battista, gli stessi protagonisti sembrano subire una tragica crisi di identità, non distinguendo più i confini della rappresentazione.

La tecnologia digitale è di valido supporto alla pittura su schermo di Peter Greenaway che riesce a sviluppare le ricerche visive iniziate con il suo ormai lontano “Prospero’s Books” (L’ultima Tempesta) del 1991, che accostato a questa nuova opera appare oggi quasi un taccuino di schizzi.

Ma le sue sperimentazioni partono da molto prima, anche in tempi non sospetti, quando l’uso di tecnologie di manipolazione dell’immagine era ancora da considerarsi fantascienza. Come non pensare ad una delle scene chiave di “The Belly of an Architect” (Il ventre dell’architetto) del 1987, dove il protagonista scopre di essere stato seguito e fotografato dalla sua amante per mesi durante la sua permanenza a Roma. In tale scena la storia del film è condensata in pochi secondi attraverso una serie di collage fotografici reali, montati in una successione di piccoli carrelli laterali sottolineati dalla splendida musica di Wim Mertens; sembra quasi una dichiarazione d’intenti, in attesa di una tecnologia adeguata che permetta di manipolare il materiale filmico.

C’è da dire inoltre che le sperimentazioni di Greenaway iniziano molto prima, con le sue prime opere come “The Falls” del 1980 o “Vertical Feature Remake” del 1978, dove i suoi disegni, la sua pittura, le sue fotografie si integrano con materiale filmico assumendo una nuova identità espressiva.

In “Goltzius and Pelican Company” il compositing si fa complesso, multistratificato, con intarsi estremamente complessi e green-screen al servizio dell’arte espressiva e non degli effetti spettacolari. Come in “Prospero’ books” , in “Pillow’s Books” e in “Tulse Luper Suitecases”, l’immagine nell’immagine rompe il concetto di montaggio tradizionale a stacco e sovverte le regole legate alla continuità temporale, proponendo simultaneamente diverse viste della stessa rappresentazione. Lo spazio esplode, si disintegra e si ricompone digitalmente in un collage visivamente esaustivo, che sembra seguire contemporaneamente gli enunciati delle principali avanguardie artistiche storiche del novecento.

In alcuni momenti entrano addirittura in gioco modellazioni in 3D volutamente dichiarate come tali e lasciate in uno stadio intermedio, per voler dare un senso straniante di progettazione architettonica che irrompe nelle realtà. E’ bello vedere dichiarato tale artificio, che nei film destinati alla normale distribuzione si cerca invece affannosamente di farlo sembrare il più reale possibile. Per Greenaway i personaggi sono liberi di muoversi nell’artificio, tra obelischi disegnati e gabbie digitali, in una sorta di “graphic novel” che sembra uscita dalle mani di Piranesi.

Goltzius, Rembrandt e tutta una folta schiera di artisti citati esplicitamente o negli stupefacenti giochi di collages digitali esprimono la loro arte avendo a disposizione una tavolozza tecnologica che ai loro tempi non sarebbe stata minimamente pensabile. E infatti Greenaway apre il suo film con una breve disquisizione proprio sull’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie espressive.

Anche la scelta delle ottiche subisce un evoluzione sostanziale. Fino a questo momento Greenaway prediligeva ottiche medie che restituissero una esatta percezione di quanto inquadrato e senza forzature prospettiche. Ma in “Goltzius and Pelican Company” la visione si allarga, le ottiche divengono sempre più corte, fino ad esibire delle splendide riprese in fish-eye, quasi a voler sottolineare con tale scelta l’aspetto voyeristico delle rappresentazioni.

La storia si svolge all’interno della corte del margravio, genialmente ricostruita, o meglio adattata in una vecchia fabbrica dimessa, con caldaie a vapore, vasche d’acqua stagnante e tutto un fantasmagorico patrimonio di archeologia industriale che magicamente si sposa con l’epoca barocca grazie al lavoro dello scenografo Ben Zuydwijk e dei costumisti Marrit Van Der Burgt e Blanda Budak. Il concetto di rigore storico è dimenticato, le epoche si sovrappongono e si mescolano, ma tutto rimane credibile, perché in fondo è giusto raccontare il passato tenendo ben presente tutto quello che è intercorso tra la nostra epoca e i fatti narrati, anzi sarebbe disonesto il contrario.

Le splendide musiche dell’italiano Marco Robino, insieme al suo gruppo “Gli Architorti”, accompagnano egregiamente questa messinscena di sapore elisabettiano ibridata con le atmosfere di Brecht e Weill.

Goltzius and the Pelican Company colonna sonora del film di Peter Greenaway

Goltzius and the Pelican Company Peter Greenaway rinnova la collaborazione ormai decennale con l’italianissimo Quintetto Architorti, in occasione del suo nuovo lavoro, Goltzius and the Pelican Company.

La formazione di stanza a Torino, nata nel 1994 per iniziativa del violoncellista Mario Robino, snoda su otto composizioni il commento sonoro dell’ultima opera del regista, ambientata nell’Alsazia del ‘500.

Brani dalla durata variabile, trai circa tre minuti dell’incipit, ‘Caprilli’, caratterizzato da un’attitudine quasi ludica, agli oltre quindici della chiusura, “Food of Love’.

LEGGI IL NOSTRO APPROFONDIMENTO SUL FILM

L’impostazione è, come si può immaginare, del tutto classica: al quintetto – due violini, viola, violoncello e contrabbasso – si aggiungono occasionalmente qualche fiato e voci ‘liriche’, per un lavoro che è stato registrato ricorrendo ad una tecnica di sovraincinsione, applicata alle sonorità minimaliste del quintetto.

Le otto tracce, oltre naturalmente a subire l’influenza della lunga tradizione della musica per archi, riportano elementi di esperienze più recenti, tra cui appunto quella del minimalismo sonoro, con effetti che spesso possono ricondurre alle composizioni di Michael Nyman (non a caso, altro storico collaboratore di Greenaway).

LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE DEL FILM

Goltzius and The Pelican Company-film-00L’apertura dai contorni giocosi, fa da prologo ad un lavoro in cui a farla da padrone è comunque una certa tensione drammatica, una calma che evoca atmosfere ‘misteriose’ pronta spesso e volentieri ad esplodere in momenti di dinamismo quasi furente.

Il Quintetto Architorti, che oltre a comporre la colonna sonora ha anche partecipato attivamente al film, commenta così le vicende dell’incisore di stampe erotiche Goltzius che, al fine di ottenere un finanziamento per completare un ciclo di opere dedicate alle situazioni più scabrose del Vecchio Testamento, accetta l’offerta del Margravio di Alsazia: mettere in scena dal vivo quelle stesse scene, suscitando reazioni a catena sia nella corte alsaziana, che nella stessa compagnia, dato che quei racconti affrontano il tema sessuale spingendosi fino ai tabù più inconfessabili, per un film che riflette sulla sessualità e sui rapporti di questa con la religione.

Una nuova sfida per la formazione torinese la cui ‘missione’, nelle stesse intenzioni del fondatore Robino, è stata quella di spingersi al di là dei confini di genere per contaminarsi con esperienze sonore anche apparentemente molto distanti, prova ne siano le collaborazioni con gruppi come Subsonica e Africa Unite e artisti come Tony Esposito, Madaski e Meg.

Goltzius and Pelican Company: Peter Greenaway porta a Teatro il suo film

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Arriva finalmente a Roma per il pubblico Goltzius and Pelican Company, l’ultimo progetto multimediale (definirlo semplicemente film sarebbe riduttivo) del regista inglese Peter Greenaway, dopo essere stato proiettato alla 7° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Cinema XXI .

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Ma non si tratta di una normale uscita in sala, bensì una nuova modalità di fruizione, che trova in tale film il prodotto giusto per uscire dagli schemi ormai asfittici delle normali logiche da botteghino. Grazie a un idea dell’associazione
il film sarà in cartellone nei più prestigiosi teatri italiani e successivamente disponibile per le sale cinematografiche d’essai. Un percorso distributivo innovativo e sperimentale, ideato e realizzato da due realtà milanesi giovani e dinamiche, attive nella produzione, distribuzione e promozione di cinema e prodotti culturali di qualità, ovvero Lo Scrittoio e Cinecult. 

Goltzius and Pelican Company foto 3

Il progetto distributivo si pone come vera e propria operazione culturale: il film verrà infatti proposto in lingua originale con sottotitoli in italiano, scelta che permette di non intervenire in alcun modo sulla potenza espressiva del film e privilegiare la costruzione dell’immagine e dell’immaginario di Greenaway.
Il film sarà in programmazione Dal 12 al 16 novembre al Teatro Argentina di Roma. Tutti i giorni alle 21 e, domenica 16/11 anche alle 18.30. Mercoledì 12 novembre sarà presente Peter Greenaway. Inoltre il visionario film-maker gallese sarà ospite stasera alle 19 nella trasmissione Hollywood Party su Rai Radio 3.

Goltzius and Pelican Company foto 2

Goltzius and Pelican Company foto 1

Golshifteh Farahani: 10 cose che non sai sull’attrice

Golshifteh Farahani: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice iraniana Golshifteh Farahani è divenuta celebre per essere stata la prima attrice del suo paese ad aver recitato in una grande produzione hollywoodiana, e da quel momento la sua carriera ha visto realizzarsi un significativo incremento della popolarità, il che le ha permesso di recitare in film di rilievo al fianco di importanti autori e attori. Ecco 10 cose che non sai di Golshifteh Farahani.

Parte delle cose che non sai di Golshifteh Farahani

Golshifteh Farahani: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. Dopo aver partecipato a numerosi lungometraggi nel proprio paese, l’attrice ottiene fama internazionale recitando nel film Nessuna verità (2008), al fianco di Leonardo DiCaprio. Con la popolarità acquisita prende poi parte a About Elly (2009), There Be Dragons (2011), Pollo alle prugne (2011), Just Like Woman (2012), Eden (2014), Exodus – Dei e re (2014), Due amici (2015), Quella peste di Sophie (2016), Paterson (2016), Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (2017), Sempre amici (2017), Christmas & Co. (2017), La notte ha divorato il mondo (2018), Les filles du soleil (2018) e Un divano a Tunisi (2019).

2. Ha partecipato al doppiaggio di una serie animata. Nel 2019 l’attrice ricopre per la prima volta il ruolo di doppiatrice per la serie Gen: Lock, ambientata nel 2068 sul pianeta terra, dove alcuni ribelli tentano di abbattere una pericolosa autocrazia instauratasi a livello globale. Nella serie, l’attrice presta la sua voce al personaggio di Yasamin Mandrani.

Golshifteh Farahani è su Instagram

 

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 7,6 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere curiosità quotidiane con i propri fan, ma particolarmente presenti sono anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete come anche fotografie realizzate per servizi di moda.

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Golshifteh Farahani: chi è suo marito

 

4. È stata sposata. Per sette anni l’attrice è stata sposata, in Iran, con il produttore Amin Mahdavi. Tuttavia, nel momento in cui la Farahani ha iniziato a partecipare a produzioni cinematografiche estere, le è stato proibito di tornare nel suo paese per via di alcune scene di nudo da lei girate. Questo allontanamento, che l’attrice ha vissuto come un vero e proprio lutto, ha contribuito alla fine del suo matrimonio.

Golshifteh Farahani e Louis Garrel

 

5. Hanno avuto una relazione. Nel 2011 l’attrice conosce l’attore e regista Louis Garrel, recitando nel cortometraggio La règle de trois, da lui diretto. I due si innamorano e intraprendono una relazione, lavorando nuovamente insieme per il film Due amici, anch’esso diretto da Garrel. I due in seguito si separano senza fornire particolari dettagli.

Parte delle cose che non sai di Golshifteh Farahani

Golshifteh Farahani in Paterson

 

6. Non ha sostenuto alcun provino. Nel film Paterson, diretto da Jim Jarmusch e con protagonista Adam Driver, l’attrice interpreta il ruolo di Laura, artistica moglie del personaggio principale. L’attrice ha dichiarato di non aver dovuto sostenere alcun provino per la parte, Jarmusch si limitò a contattarla tramite Skype per conoscerla, e dopo qualche settimana la richiamò per affidarle la parte.

Golshifteh Farahani in Pirati dei Caraibi

 

7. Era attratta dall’ambiguità del suo personaggio. Nel quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi, l’attrice ricopre il ruolo dei Shansa, una maga dai misteriosi poteri. La Farahani si è dichiarata attratta dal personaggio per via del suo avere sia caratteristiche buone che negative, affermandosi così per la sua natura controversa.

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8. Si è sottoposta ad un lungo processo di trucco. Per poter dar vita al personaggio di Shansa, l’attrice si è dovuta radicalmente trasformare attraverso il trucco, assumendo così le caratteristiche del personaggio: testa rasata e numerosi tatuaggi su tutto il corpo e il viso. Il processo ha richiesto diverse ore al giorno di preparazione.

Golshifteh Farahani a Cannes 2019

 

9. Ha ricevuto ottimi apprezzamenti per il suo abito. Nel 2019 l’attrice partecipa al Festival di Cannes, venendo indicata come una delle interpreti più belle ad aver calcato il tappeto rosso durante quell’edizione. La Farahani indossava infatti un abito nero con una profonda scollatura, firmato Givenchy. In molti hanno ritenuto l’abito adeguato a risaltare il fisico e il fascino dell’attrice.

Golshifteh Farahani: età e altezza

 

10. Golshifteh Farahani è nata a Teheran, in Iran, il 10 luglio 1983. L’attrice è alta complessivamente 169 centimetri.

Fonte: IMDb

Gollum, dal Signore degli Anelli a Lo Hobbit: immagini e molto altro

Gollum è uno dei personaggi tolkieniani più complessi e affascinanti mai incontrati nella letteratura del ‘900. All’interno del corpus di Tolkien è senza dubbio il più ambiguo, cupo e misterioso, nonché quello verso il quale si prova maggiore senso di compassione e insieme di repulsione. Ne Lo Hobbit, Gollum ha un ruolo minore, ruolo che viene tuttavia ampliato a dovere ne Il Signore degli Anelli, in cui diventerà uno dei personaggi chiave.

Il mio tesssoro! Gollum

La sua nascita potrebbe risalire al 1928, nel racconto Glip, in cui Tolkien scrive di un personaggio molto simile a Gollum e dal quale potrebbe essere poi nato così come lo conosciamo.

In un primo momento Tolkien aveva fatto di Gollum una creatura piuttosto amichevole e onesta, che ammette di aver perso al gioco degli indovinelli contro Bilbo e si offre di aiutarlo. Poi però la sua natura cambia e diventa la creatura infida che ben conosciamo. In realtà però ne Lo Hobbit la creatura rimane piuttosto nell’ombra, in quanto lo stesso Tolkien dice di non sapere “chi o che cosa fosse”. Solo nel 1937, quando Tolkien comincia a sistemare i suoi appunti su Il Signore degli Anelli, abbiamo la possibilità di sapere qualcosa in più di lui: nel capitolo L’ombra del passato infatti Gandalf racconta la storia di Gollum a Frodo nel dettaglio, basandosi sulle sue indagini e le sue supposizioni.

SméagolNel 2466 della Terza Era della Terra di Mezzo, Sméagol va a pesca insieme a Déagol suo cugino. Il secondo cade dalla barca nell’Anduin e trova sul fondale un anello. Alla vista del ninnolo Sméagol impazzisce, aggredisce il cugino uccidendolo ed entra in possesso di quello che si rivelerà essere l’Unico Anello, forgiato da Sauron in persona nella fucine del Monte Fato. Sméagol, di mente e cuore debole, si lascia avvelenare dall’oggetto, con la conseguenza terribile di essere bandito dalla sua famiglia e dai suoi amici. Si rifugia così in un esilio volontario sotto le montagne, avendo preso ad odiare la luce del Sole e della Luce (“faccia gialla” e “faccia pallida”).

A quel periodo risale la sua trasformazione in Gollum, poiché viene soprannominato così a causa dell’orribile rumore di gola che emette. Nel suo nuovo rifugio comincia ad adattarsi all’oscurità nutrendosi solo di pesci crudi e orchi. Gollum tenne per sé l’Anello per circa 500 anni, chiamandolo Tesoro, perché l’unica cosa al mondo di cui avesse cura, l’unica di cui gli importasse davvero. Dopo questi 500 anni, Sauron cominciò a riacquistare consistenza e ammassò la sua ombra a Nord, nel Bosco Atro. L’Anello avvertì che il potere che l’aveva generato stava diventando più forte e abbandonò Gollum.

Ma in quel momento accadde qualcosa di prodigioso, qualcosa che nemmeno l’Anello poteva immaginare, infatti Bilbo Baggins, un piccolo hobbit della Contea lo trovò e se ne impadronì. In questo momento abbiamo ne Lo Hobbit l’entrata in scena di Gollum che sfiderà Bilbo al gioco degli indovinelli con lo scopo di imbrogliare e di mangiare lo sventurato (e apparentemente gustoso) ospite. Dopo la rocambolesca fuga di Bilbo, non sappiamo più nulla di Gollum fino a che ricomparirà misteriosamente ne Il Signore degli Anelli al seguito della Compagnia nelle miniere di Moria.

Sean Astin Il Signore degli Anelli
Gollum insieme a Frodo e Sam in una scena de Il Signore degli Anelli

In realtà dopo la perdita dell’Anello, Gollum trovò il coraggio di uscire dal suo rifugio, vagando alla ricerca del suo Tesoro, fino a che non venne catturato e torturato da Sauron stesso. Da lui l’Oscuro Signore apprende della strada che ha preso l’Anello e comincia a trovare interessante la Contea e i Baggins. Intanto Gollum viene lasciato libero nelle Paludi Morte, dove incontrerà Aragorn che lo cattura e lo mette sotto chiave presso re Thranduil nel Bosco Atro. Gli Elfi però impietositi dal suo aspetto misero ed emaciato, abbassano la guardia permettendogli di scappare.

Da quel momento Gollum troverà rifugio nelle miniere di Moria, dove si imbatterà proprio nella Compagnia e nel nuovo “padrone del Tesoro”. Da qui in poi la sua storia è ben nota: segue la Compagnia, tenta di attaccare Sam e Frodo sull’Emyn Muil e dienta la loro guida fino al Nero Cancello e a Minas Morgul. Poi li accompagna tra le fauci di Shelob per poi incontrare di nuovo gli hobbit sulle pendici dell’Orodruin, dove si compirà il suo destino. Alla sua morte, Gollum ha circa 600 anni, una longevità che deve principalmente al suo lungo possesso dell’Anello, che gli ha impedito di invecchiare, pur rovinandogli l’anima e la mente. Un po’ come è successo a Bilbo che nei 60 anni in cui ha avuto con sé l’Anello non è invecchiato di un giorno, cominciando però a sentirsi verso la fine un po’ “sottile”, come “del burro spalmato su troppo pane”.

Prima di trasformarsi in Gollum, Gandalf ci informa che Sméagol era molto simile ad un hobbit e amava molto il Fiume e l’acqua. Sulla base di queste informazioni possiamo dedurre che potesse appartenere al ceppo degli Sturoi, ovvero quegli hobbit che amavano l’acqua e le imbarcazioni. Non tutti gli hobbit infatti amano i corsi d’acqua, come ben testimonia Sam nel momento in cui è costretto ad imbarcarsi per seguire il corso dell’Anduin.

GollumIl possesso dell’Anello muta profondamente Gollum, lo rende miserabile e malvagio, molto furbo e violento, forte nonostante l’apparente fragilità, oltre a mutarne anche i gusti alimentari. Si può benissimo dire che l’Anello conferisce a Gollum una personalità dissociata. “Lui odia e ama l’anello, proprio come odia e ama se stesso” come dirà Gandalf, che più di tutti sembra essere capace di spiegare il comportamento ambivalente di Gollum, nonostante forse solo Frodo riesca a capire fino infondo come si deve sentire in realtà la creatura.

Solo con Frodo infatti la parte buona, Sméagol, tornerà a galla, riuscendo a restituirgli un po’ di serenità. Proverbiale infine è la sua avversione per gli Elfi, e tutto ciò che è fabbricato e prodotto da loro, questa sua repulsione lo contrapporrà ancora di più al suo alter ego per eccellenza, ovvero Sam, che invece adora gli elfi e tutto ci che rappresentano.

Ne Il Signore degli Anelli il personaggio di Grima Vermilinguo è l’unico che può vagamente essere paragonato a quello di Gollum per affinità di carattere e comportamento. Entrambi infatti sono doppiogiochisti e sono schiacciati da un potere malefico superiore, inoltre entrambi tradiranno i loro padroni.

Nella trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson, Gollum è uno degli elementi più rivoluzionari e più riusciti dell’intera saga, oltre a rappresentare una vera e propria pietra miliare per la tecnica della motion capture. Jackson infatti, in collaborazione con la Weta Digital, mise a punto una particolare tecnica che potesse permettere di realizzare una creatura digitale con tutte le movenze e le caratteristiche di un attore in carne ed ossa.

Ad interpretare Gollum chiamò quindi Andy Serkis che prestò movimenti corporei e facciali alla sua controparte digitale. La motion capture è ora una tecnica digitale che ha raggiunto livelli di verosimiglianza altissimi ma, ricordiamo, venne creata proprio per dare una forma credibile alla nostra piccola e infida creatura. Gollum è al 13° posto tra i migliori 100 personaggi cinematografici di sempre secondo Empire, oltre a godere di una miriade di citazioni, in cartoni animati e serie tv, tra le quali ricordiamo quella epica di Big Bang Theory in cui il protagonista Sheldon sogna di essersi trasformato in Gollum dopo essere entrato in possesso per caso dell’anello usato per girare alcune scene del film. La sua frase maggiormente rappresentativa “il mio tesssssoro” è entrata a far parte del linguaggio comune trai giovani (e non) fans della saga.

Gollum va al Comic Con …. tessssoro [VIDEO]

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Gollum va al Comic Con …. tessssoro [VIDEO]

Andy Serkis ha partecipato al Comic Con di San Diego in compagnia di tutto il cast de Lo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate. L’attore ha mandato un caro saluto ai suoi fan nella maniera che più gli è congeniale.

LEGGI ANCHE: ALLA SCOPERTA DEI PERSONAGGI DE LO HOBBIT – GOLLUM

Ecco il video …. tessssoro:

gollum Andy SerkisIl personaggio di Gollum, interpretato da Serkis nella trilogia del Signore degli Anelli e ne Lo Hobbit Un Viaggio Inaspettato, è diventato un’icona cinematografica ormai consolidata, presente nelle classifiche dei personaggi più amati e più odiati del cinema e con ancora un enorme potere evocativo. La sua esistenza sullo schermo è stata anche l’alba dell’ennesima rivoluzione tecnica del cinema che ci ha dato poi altri film memorabili, come Avatar.

Andy Serkis, voce e corpo di Gollum, resterà sempre legato a questo personaggio, e scommettiamo che la cosa lo diverte e lo lusinga. Lunga vita a Gollum e a Andy Serkis!

Gollum buono o cattivo? Lo decide un tribunale turco

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Gollum buono o cattivo? Lo decide un tribunale turco

La vicenda ha un che di surreale eppure è vera, riportata dall’Associated Press.

Un tribunale turco sta cercando di decidere se Gollum, il personaggio de Il Signore degli Anelli, è un personaggio positivo o negativo.

La questione è nata nel momento in cui un cittadino, tale Bilgin Ciftci, ha accostato l’immagine dell’infelice creatura tolkieniana al contestato presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Come ben sanno i fan di Tolkien e di Peter Jackson, il personaggio è a dir poco ambivalente, in quanto la sua natura (Smeagol) estremamente docile e servile, è stata corrotta dall’Anello, trasformandola in quella aggressiva e cattiva di Gollum.

L’avvocato dello sfortunato signor Ciftci ha deciso che, dopo aver percorso la strada della libertà di pensiero che non ha convinto i giudici, adesso è il caso di dipingere Gollum come un personaggio molto positivo.

Chissaà quale sarà il verdetto!

Goldsman passa alla regia

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E’ uno degli sceneggiatori hollywoodiani più importanti della scena contemporanea, apprezzato dal pubblico e dalle critica  il cui talento è stato riconosciuto con un meritato Oscar per lo scrip di A Beautiful Mind.

Goldrake U: il secondo trailer della serie disponibile a luglio 2024

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Manga Productions, azienda leader nel settore dei contenuti in Arabia Saudita, presenta il secondo trailer per la nuova serie anime “Goldrake U”, che torna sugli schermi dopo 40 anni dalla messa in onda della serie originale. Molti dettagli interessanti sono stati rivelati, tra cui l’apparizione di varie scene ambientate in Arabia Saudita, in Francia e in Italia. Sono stati inoltre rivelati i nuovi disegni dei personaggi e delle Saucer Beasts, insieme alla data di trasmissione ufficiale: luglio 2024.

Il secondo trailer è stato lanciato in quattro lingue: arabo, francese, italiano e inglese sul canale YouTube di Manga Productions, ed è ora disponibile sui social media ufficiali internazionali di “Goldrake U”.

Dr. Essam Bukhary, CEO di Manga Productions, ha commentato questo lancio attraverso i suoi social media, dicendo: “Noi di Manga Productions, in collaborazione con i nostri partner in Giappone, siamo lieti di presentare il personaggio di UFO Goldrake alle generazioni future in un modo nuovo ed emozionante, attraverso la distribuzione e la commercializzazione di questo lavoro al pubblico globale. Speriamo che “Goldrake U”, nella sua nuova versione, ispiri gli eroi di domani in tutto il mondo.”

Nel 2022 era stata annunciata una partnership strategica tra Dynamic Planning e Manga Productions per la licenza di “Goldrake”, al fine di utilizzarlo in prodotti e personaggi per eventi di intrattenimento in tutto il mondo, escluso il Giappone. Questa collaborazione ha portato alla presentazione della statua del personaggio di “Goldrake” nella città di Riyad (Arabia Saudita), registrata nel Guinness dei primati come la più grande statua di metallo di un personaggio immaginario nel mondo, con i suoi 33 metri di altezza. Il primo teaser della serie è stato lanciato all’AkibaDaisuki Festival di Tokyo nell’agosto 2023, e il primo video promozionale è stato rilasciato nel dicembre dello stesso anno. Lo scorso anno, Manga Productions ha inoltre rilasciato il gioco “UFO Robot Grendizer: La festa dei lupi” in Medio Oriente e Nord Africa, in collaborazione con la società francese Microids.

Secondo il trailer ufficiale inglese lanciato sul canale YouTube di Manga Productions, la nuova serie è basata su “UFO Robot Grendizer” di Go Nagai. Il secondo video promozionale presenta lo staff di “Goldrake U”, supervisionato dal Direttore Mitsuo Fukuda, con la Composizione della Serie e la Sceneggiatura di Ichiro Okouchi e lo script di Tatsuhito Higuchi. Il design dei personaggi è curato da Yoshiyuki Sadamoto, mentre Mari Araki è responsabile per il Design dei personaggi secondari. Il design meccanico è realizzato da Wataru Inata, AF_KURO e Junichi Akutsu (Astrays), con la collaborazione di Pinakes, Tomoyuki Aoki, Zenseava e Masato Yoshinaga. Tra gli illustratori principali: Hiroyuki Taiga, Takashi Hashimoto, Masahiro Yamane e Toru Yoshida. I direttori artistici sono Hiroshi Kato e Hirofumi Sakagami (Totonyan), mentre Tomoe Yoshimura gestisce il Design del Colore e Atsushi Usuta (Nexus) si occupa della fotografia. Yukio Nagasaki è Direttore del suono, con Effetti sonori di Toshiya Wada e Maki Takuma (Swara Pro). La colonna sonora è composta da Kohei Tanaka, la Produzione musicale è curata da PONY CANYON e la Produzione di animazione è curata da GAINA.

Goldie Hawn, Bette Midler e Diane Keaton di nuovo insieme per Netflix

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Dopo il successo della commedia di Adam Sandler The Ridiculous Six, Netflix aggiunge un altro film dal cast stellare alla sua programmazione di film originali, iniziata con Beasts Of No Nation. Si tratta di Divanation, una commedia che vedrà protagoniste Goldie Hawn, Bette Midler e Diane Keaton. Le tre donne saranno tre ex cantanti di un gruppo un tempo famoso, che dovranno tornare insieme dopo la separazione della band, a ben 30 anni distanza. La reunion si dimostra tesa ma catartica e le porterà finalmente a rendersi conto di cosa le ha rese tanto popolari tanti anni prima. Il progetto vedrà riunirsi, dopo circa 20 anni, le stesse Hawn, Midler e Keaton: risale infatti al 1996 la collaborazione fra le tre attrici per Il club delle prime mogli di Hugh Wilson. La sceneggiatura di Divanation è stata curata da Lisa Addario e Joey Siracusa. Il film sarà prodotto da Brad Fischer della Mythology Entertainment, James Vanderbilt e William Sherak. Tracey Nyberg è produttrice esecutiva.

Netflix sta cercando di ampliare considerevolmente il suo servizio di streaming, allargando di mese in mese la sua offerta con notevoli titoli: tra i prossimi film in programma, infatti, anche l’adattamento cinematografico del romanzo di Kent Haruf Our Souls At Night, con Robert Redford e Jane Fonda (che tornerebbero a lavorare insieme dopo A piedi nudi nel parco e Il Cavaliere Elettrico). Redford produrrà il progetto, sviluppato da una sceneggiatura di Scott Neustadter e Michael H. Weber, il team dietro a 500 Giorni insieme, La colpa è nelle stelle, Città di carta e The Spectacular Now.

Fonte: Deadline

Goldie Hawn diventa la madre di Amy Schumer?

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Sono circa dieci anni che Goldie Hawn non frequenta il grande schermo, eppure questo potrebbe essere l’anno del grande ritorno, in occasione del nuovo film di Jonathan Levine (50/50).

Secondo The Wrap l’attrice premio Oscar sarebbe in trattative per partecipare alla nuova commedia che la potrebbe vedere nei panni della madre del personaggio protagonista, interpretato da Amy Schumer.

Il film non ha ancor aun titoloma parlerà di una disavventura durante una vacanza familiare. La sceneggiatura è di Katie Dippold e Paul Feig produrrà il film con le Feigco e con la Chernin Entertainment.

Golden Reel Awards 2016: Revenant e Mad Max si giocheranno l’Oscar

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Si conclude con i Golden Reel Awards 2016 la lunga sequela di premi di settore che precedono gli Oscar 2016. Si tratta dei premi al montaggio del suono che hanno visto vincere a pari merito Revenant e Mad Max Fury Road. Inoltre, tutti gli altri film che hanno la nomination di categoria agli Oscar sono stati premiati, per cui la battaglia per l’Academy Award al miglior montaggio sono è piuttosto aperta.

Di seguito i vincitori:

EFFETTI SONORI E FOLEY

“Mad Max: Fury Road,” Mark Mangini, Scott Hecker, Wayne Pashley, Stuart Morton, David White, Julian Slater, John Simpson, Blair Slater, Fabian Sanjurjo, Cate Cahill, Chris Aud, Chuck Michael, Rick Lisle, Andrew Miller, Emma Mitchell, Alicia Slusarski, Mario Gabrielli, Nigel Christensen, Phil Barrie, Michael Mitchell, Jared Dwyer

The Revenant,” Martín Hernández, Randy Thom, Lon Bender, Jon Title, Geordy Sincavage, Todd Toon, Mark Larry, Dino DiMuro, Adam Kopald, Pernell L. Salinas, Bill Dean, D. Chris Smith, MPSE, Hector Gika, David McMoyler, Stephen Robinson, Nancy MacCleod, Ryan Wassil, Aran Tanchum, Katy Rose, Gretchen Thomas, Rick Owens, Vincent Guisetti, Catherine Harper, Gregg Barbanell, Andrea Gard

DIALOGHI E ADR
“Bridge Of Spies,” Richard Hymns, Gary Rydstrom, Brian Chumney, Steve Slanec

EFFETTI SONORI, FOLEY, DIALOGHI E ADR IN UN FILM ANIMATO
“Inside Out,” Shannon Mills and Ren Klyce, Daniel Laurie, Stephen M. Davis, John Roesch, Alyson Dee Moore, David C. Hughes, Malcolm Fife, Jeremy Bowker, Tom Brennan

COLONNA SONORA IN UN FILM
Star Wars: The Force Awakens,” Paul Apelgren, Ramiro Belgardt

COLONNA SONORA IN UN MUSICAL
“Love & Mercy,” Nicholas Renbeck

EFFETTI SONORI, FOLEY, DIALOGHI E ADR IN UN FILM STRANIERO
“Son Of Saul,” Tamas Zanyi, Tamas Beke, Tamas Szekely

DOCUMENTARIO
“Kurt Cobain: Montage Of Heck,” Cameron Frankley, Dan Kenyon, Jon Michaels

Golden Globes: le meglio vestite dell’edizione 2014

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Golden Globes: le meglio vestite dell’edizione 2014

Con l’arrivo della season awards, si sa, cominciano a fioccare (letteralmente) i red carpet e gli abiti da gran galà. E così spesso capito che ad interessare di più il pubblico medio siano le sfilate sui prestigiosi tappeti rossi di Hollywood piuttosto che i vincitori e i premi.

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In attesa di vedere cosa sfoggeranno le attrici protagoniste di questa notte, durante la cerimonia di assegnazione dei Golden Globes 2015, ecco le dieci attrici meglio vestite dell’edizione passata.

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I premi verranno assegnati la sera dell’11 gennaio 2015 durante la cerimonia condotta da Tina Fey e Amy Poehler. I Golden Globes sono i premi della stampa estera, assegnati al mondo del cinema e della tv dalla HFPA (Hollywood Foreign Press Association).

Golden Globes: a George Clooney il Cecil B. DeMille Award

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George Clooney_2Negli ultimi anni, trai il 2010 e il 2015, il Cecil B. DeMille Award (il Golden Globe alla carriera) è stato consegnato a Martin Scorsese, Robert De Niro, Morgan Freeman, Jodie Foster e Woody Allen. Nel 2015 il prestigioso premio intitolato ad uno dei più grandi registi della Grande Hollywood verrà assegnato ad un attore, produttore, regista e sex symbol di grande talento, Mr. George Clooney, che colleziona così un’altra prestigiosa statuetta da aggiungere alla sua mensola dei premi (già abbastanza affollata a dire il vero).

Il premio fu istituito nel 1952 e venne assegnato appunto a Cecil B. DeMille, regista, tra gli altri, de Il Più grande spettacolo del mondo (1952) e I Dieci Comandamenti (1956). George Clooney si unisce quindi ad una foltissima schiera di personaggi di spicco del mondo dello spettacolo ad essere stati insigniti di tale riconoscimento.

Il globo d’oro della Hollywood Foreign Press Association si andrà a creare uno spazio tra i due Oscar (uno per il miglior film, Argo, l’altro per la migliore interpretazione da non protagonista in Syriana) e gli altri tre Golden Globes (per migliore interpretazione in musical o commedia in Fratello dove Sei?, per migliore interpretazione da non protagonista in Syriana e per migliore interpretazione drammatica in Paradiso Amaro), senza contare tutti gli altri riconoscimenti alla carriera e all’impegno umanitario.

Considerando che a breve lo scapolo d’oro di Hollywood George Clooney convoleràanche a nozze, c’è da dire che per lui il 2015 si prospetta davvero un anno interessante.

FONTE

Golden Globes 2025: tutti i vincitori. E’ la notte di Emilia Perez

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Ecco tutti i vincitori dei Golden Globes 2025, i premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, l’organizzazione formata da giornalisti professionisti che rappresentano l’industria del cinema statunitense in una varietà di media, (giornali e riviste) al di fuori degli Stati Uniti d’America. Attualmente, i 90 membri della HFPA lavorano in almeno 55 paesi, ed hanno un bacino di lettori di oltre 250 milioni di persone.

E’ stata un’edizione di prime volte e di conferme per la HFPA. Demi Moore, Zoe SaldanaSebastian Stan hanno vinto per la prima volta una statuetta, mentre Colin Farrell e Ali Wong hanno portato a casa di nuovo un riconoscimento dalla stampa estera. I premi della serata sono stati generalmente ben distribuiti con pochi film che hanno portato a casa più di un premio, e tra questi l’imbattibile Emilia Perez, che ha vinto nella categoria Miglior film in Lingua non Inglese, in cui gareggiava l’Italia con Vermiglio, e in quella per il miglior film comedy o musical.

Anche The Brutalist di Brady Corbet ha portato a casa diversi riconoscimenti, tra cui miglior regia, migliore attore a Adrien Brody e miglior film drama. Per quanto riguarda invece le serie, Shogun, Hacks e Baby Reindeer sono stati i più premiati.

Ecco tutti i vincitori ai Golden Globes 2025

FILM

MIGLIOR FILM – DRAMA

MIGLIOR FILM – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIOR FILM – ANIMATED

  • FLOW (Sideshow / Janus Films)

CINEMATIC AND BOX OFFICE ACHIEVEMENT

MIGLIOR FILM – NON-ENGLISH LANGUAGE

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – DRAMA

  • FERNANDA TORRES (I’M STILL HERE)

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE REGIA – MOTION PICTURE

MIGLIORE SCENEGGIATURA – MOTION PICTURE

MIGLIORE COLONNA SONORA – MOTION PICTURE

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE – MOTION PICTURE

  • “EL MAL” –– EMILIA PÉREZ – Music & Lyrics by: Clément Ducol, Camille, Jacques Audiard

SERIE TV

MIGLIORE SERIE – DRAMA

MIGLIORE SERIE – MUSICAL OR COMEDY

  • HACKS (HBO | MAX)

MIGLIORE SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

  • JEAN SMART (HACKS)

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE PERFORMANCE IN STAND-UP COMEDY PER LA TV

  • ALI WONG (ALI WONG: SINGLE LADY)

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

I Golden Globes Awards 2025 sono stati un bilanciato mix di premi attesi e autentiche sorprese. Tra le sorprese annoveriamo anche la freschezza della conduzione di Nikki Glaser che caustica ed elegante ha tenuto la barra dritta senza intoppi fino al finale della serata che ha incoronato Emilia Perez miglior film comedy/musical.

I veterani Demi Moore e Colin Farrell sono riusciti a salire sul palco, conquistando il loro premio, mentre Anora e Il Robot Selvaggio, trai titoli più amati della stagione, sono andati a casa a mani vuote. Diversi vincitori hanno esternato una genuina sorpresa, su tutti Fernanda Torres, splendida protagonista di Io sono ancora qui, premiata per la migliore interpretazione in un film drammatico. Insieme a lei anche Jacques Audiard, regista di Emilia Perez, salito sul palco più volte di quante avesse preventivato. Lui come Brady Corbet, per il suo The Brutalist che ha portato a casa i premi principali.

Naturalmente, cosa significheranno queste sorprese per la stagione dei premi in generale resta da vedere: non c’è sovrapposizione tra i membri della HFPA e degli Academy Awards, e la divisione in categorie per il dramma e la commedia/musical nei premi della stampa estera offre un ventaglio più ampio di vincitori rispetto agli Oscar. 

Fernanda Torres stupisce tutti (lei per prima)

La più grande sorpresa della serata è stata senza dubbio la vittoria di Fernanda Torres per Io sono ancora qui, in cui interpreta una donna che deve sopportare la scomparsa del marito durante la dittatura militare brasiliana (tratto da una storia vera). Il lavoro profondamente toccante e sobrio di Torres nel film si distingue dalle performance delle altre candidate, tutte impegnate in ruoli che le hanno invece spinte a superare dei limiti, basti pensare alle parti di Angelina Jolie e Nicole Kidman per le rispettive candidature (Maria e Babygirl). La gara per l’assegnazione dell’Oscar alla migliore attrice di quest’anno è un campo incredibilmente affollato e la vittoria di Torres ai Golden Globes sembra mescolare ancora di più le carte.

La categoria Musical o Commedia sorprende con le vittorie di Demi Moore e Sebastian Stan

Con una delle vittorie e gratificanti della serata, Demi Moore ha battuto le presunte favorite Cynthia Erivo e Mikey Madison per il suo ruolo nel body horror The Substance. Nel suo commovente discorso, Moore ha detto che durante la sua carriera pluri-decennale, questa è la prima volta che vince qualcosa per una sua interpretazione, e ha continuato dicendo che un produttore le aveva detto all’inizio della sua carriera che era un'”attrice da popcorn”, cosa che le aveva sempre fatto pensare di essere limitata nelle sue scelte. Ma quel produttore si sbagliava di grosso, come sa chiunque abbia visto la straordinaria interpretazione di Moore nel film scritto e diretto da Coralie Fargeat. Come accennato, la categoria per la migliore attrice è estremamente competitiva quest’anno, ma Moore potrebbe aver pronunciato il tipo di discorso che le garantirebbe una nomination all’Oscar.

Subito dopo la vittoria di Moore, Sebastian Stan è stato invitato sul palco per accettare il suo globo d’oro per l’interpretazione in A Different Man, in cui interpreta un attore nevrotico con la deturpante condizione di neurofibromatosi che si sottopone a una procedura sperimentale che lo cura così profondamente che finisce per assomigliare al Soldato d’Inverno. La maggior parte degli esperti vedeva Stan come outsider in questa categoria, con Jesse Eisenberg come principale contendente per la sua toccante interpretazione in A Real Pain, che ha anche diretto.

Emilia Perez batte Anora e Wicked

In una delle categorie più aperte in una stagione di premi straordinariamente incerta, Emilia Perez ha finito per portare a casa anche il Golden Globe per il miglior musical o commedia. Mentre l’operetta non convenzionale, sul capo di un cartello messicano (la candidata Karla Sofía Gascón) che diventa donna dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico di affermazione di genere, è già il musical più candidato nella storia dei Globes, la sua vittoria qui non era affatto scontata, anche perché il film era il favorito nella categoria di Miglior Film in lingua non inglese.

Anora ha incantato il pubblico da quando ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes; l’adattamento musicale di successo di Broadway Wicked ha battuto i record al botteghino per settimane; la satira nera The Substance è emersa come uno dei più grandi successi di passaparola della stagione; e il toccante A Real Pain ha incantato praticamente chiunque l’abbia visto.

Alla fine, il film di Audiard ha superato tutti i concorrenti e le sue molteplici vittorie (attrice non protagonista, canzone originale e film) hanno ufficialmente piazzato il film Netflix in pole position nella stagione dei premi.

Wicked vince solo il premio del botteghino

Wicked è per molti versi il film dell’anno, in quanto è stato un enorme successo al botteghino, è stato elogiato dalla critica ed è diventato un galvanizzante evento culturale. E sebbene il regista Jon M. Chu sia stato trascurato per il suo lavoro, l’organismo di voto dei Globes ha candidato il film per quattro premi, con Cynthia Erivo e Ariana Grande nelle categorie attrice e attrice non protagonista, e il film sia nella categoria miglior musical o commedia che nella nuova categoria dedicata ai film con il maggiore incasso della stagione. E alla fine, solo quest’ultimo è il Golden Globe che Wicked si porta a casa, battendo Deadpool & Wolverine di Ryan Reynolds, che era il favorito, mentre la stagione dei premi entra nel vivo.

Anora non vince niente

Anora era l’unico film tra i candidati principali ad aver vinto un premio cinematografico importante, ovvero la Palma d’oro al Festival di Cannes. Con i candidati per film (musical/commedia), regista, attrice, attore non protagonista e sceneggiatura, la maggior parte si aspettava che la frizzante commedia avrebbe vinto almeno un premio. Invece, Anora è stato il candidato di più alto profilo a tornare a casa a mani vuote.

Colin Farrell batte Richard Gadd

Un’altra delle sorprese della serata è stata la vittoria di Colin Farrell per The Penguin (categoria migliore interpretazione maschile in una miniserie). Farrell ha interpretato Oswald Cobb sotto strati di protesi, il che non gli ha impedito di offrire una performance sorprendente. La vittoria di Farrell ha impedito a Richard Gadd, vincitore dell’Emmy di categoria, di trionfare, anche se Baby Reindeer ha vinto nella categoria serie e nella categoria attrice non protagonista, in cui Jessica Gunning è stata premiata per la sua interpretazione della stalker, Martha.

Il trionfo di Shōgun, la rivincita di Tadanobu Asano

Per la sua performance nei panni dell’opportunista signore della guerra Yabushige, la star giapponese Tadanobu Asano aveva perso la gara per il miglior attore non protagonista agli Emmy a settembre, nonostante Shōgun quella sera abbia dominato. Ma contro una concorrenza formidabile ai Globes, in particolare Ebon Moss-Bachrach di The Bear, che ha vinto l’Emmy per il miglior attore non protagonista in una commedia, ha ottenuto una vittoria a sorpresa in questa categoria, che include drama, comedy e spettacoli limitati. E sembrava felice durante il suo discorso, presentandosi persino al pubblico: “Forse non mi conoscete. Sono un attore giapponese e mi chiamo Tadanobu Asano!”.

Ali Wong è la migliore stand-up comedian

Questo è solo il secondo anno in cui questa categoria riconosce gli speciali di stand-up come una categoria a sé stante (l’anno scorso ha vinto Ricky Gervais), quindi non ci sono molti precedenti su cui basarsi. Detto questo, persino Ali Wong è sembrata sorpresa di vincere per il suo speciale Netflix “Ali Wong: Single Lady” soprattutto guardando la concorrenza, in particolare Jamie Foxx per “Jamie Foxx: What Had Happened Was…“, che ha offerto i suoi primi commenti pubblici sull’ictus che ha subito nel 2023. La presentatrice della serata, Nikki Glaser, era una delle favorite per il suo speciale HBO “Nikki Glaser: Someday You’ll Die“, ma ha commentato la sconfitta con una brillante battuta. “Potrei non aver vinto stasera”, ha detto Glaser. “Ma il lato positivo è che ho appena guadagnato $ 11.000 scommettendo su Ali Wong su un sito di gioco d’azzardo europeo”.

Golden Globes 2025: le foto dal red carpet

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Golden Globes 2025: le foto dal red carpet

Si apre ufficialmente la Season Awards con il red carpet dei Golden Globes 2025 (qui tutti i nominati), dove hanno sfilato i protagonisti di Hollywood, nominati e non, presentatori e accompagnatori, per celebrare le assegnazioni dei premi decisi dalla Hollywood Foreign Press Association. Con una tendenza spiccatamente “metallica”, ecco i look dal red carpet dei Golden Globes 2025:

Emma Stone

Mikey Madison

Karla Sofía Gascón

Colman Domingo

Daniel Craig

Anya Taylor-Joy

Angelina Jolie

Timothee Chalamet

Dakota Fanning

Anna Sawai

Leighton Meester e Adam Brody

Zoe Kravitz

Andrew Scott

Mindy Kaling

Kerry Washington

Cate Blanchett

Glen Powell

Ali Wong

Monica Barbaro

Miley Cyrus

Ariana Grande e Cynthia Erivo

Zendaya

Demi Moore

Nicole Kidman

Golden Globes 2025: i nominati di cinema e televisione, guidano Emilia Perez e The Bear

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Le nomination ai Golden Globe 2025 sono state annunciate e tra una sorpresa e un colpo di scena, si sono delineati quelli che saranno i prossimi protagonisti di questa stagione dei premi. Oltre a sottolineare il bel risultato di Vermiglio di Maura Delpero, finito in cinquina per il miglior film in lingua non inglese, sono diversi i titoli che si sono distinti per frequenza di nomination, tra film e serie tv.

Trai titoli più nominati spiccano Emilia Perez per il cinema e la terza stagione di The Bear, serie Hulu disponibile in Italia su Disney+.

Ecco tutti i nominati ai Golden Globes 2025

FILM

MIGLIOR FILM – DRAMA

MIGLIOR FILM – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIOR FILM – ANIMATED

  • FLOW (Sideshow / Janus Films)
  • INSIDE OUT 2 (Walt Disney Studios Motion Pictures)
  • MEMOIR OF A SNAIL (IFC Films)
  • OCEANIA 2 (Walt Disney Studios Motion Pictures)
  • WALLACE & GROMIT: VENGEANCE MOST FOWL (Netflix)
  • IL ROBOT SELVAGGIO (Universal Pictures)

CINEMATIC AND BOX OFFICE ACHIEVEMENT

MIGLIOR FILM – NON-ENGLISH LANGUAGE

  • ALL WE IMAGINE AS LIGHT (Sideshow / Janus Films) – USA / FRANCE / INDIA
  • EMILIA PÉREZ (Netflix) – FRANCE
  • THE GIRL WITH THE NEEDLE (MUBI) – POLAND / SWEDEN / DENMARK
  • I’M STILL HERE (Sony Pictures Classics) – BRAZIL
  • THE SEED OF THE SACRED FIG (NEON) – USA / GERMANY
  • VERMIGLIO (Sideshow / Janus Films) – ITALY

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – DRAMA

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

MIGLIORE REGIA – MOTION PICTURE

MIGLIORE SCENEGGIATURA – MOTION PICTURE

MIGLIORE COLONNA SONORA – MOTION PICTURE

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE – MOTION PICTURE

  • “BEAUTIFUL THAT WAY” –– THE LAST SHOWGIRL – Music & Lyrics by: Andrew Wyatt, Miley Cyrus, Lykke Zachrisson
  • “COMPRESS / REPRESS” –– CHALLENGERS – Music & Lyrics by: Trent Reznor, Atticus Ross, Luca Guadagnino
  • “EL MAL” –– EMILIA PÉREZ – Music & Lyrics by: Clément Ducol, Camille, Jacques Audiard
  • “FORBIDDEN ROAD” –– BETTER MAN – Music & Lyrics by: Robbie Williams, Freddy Wexler, Sacha Skarbek
  • “KISS THE SKY” –– THE WILD ROBOT – Music & Lyrics by: Delacey, Jordan K. Johnson, Stefan Johnson, Maren Morris, Michael Pollack, Ali Tamposi
  • “MI CAMINO” –– EMILIA PÉREZ – Music & Lyrics by: Clément Ducol, Camille

SERIE TV

MIGLIORE SERIE – DRAMA

MIGLIORE SERIE – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – DRAMA

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE – MUSICAL OR COMEDY

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTORE IN UNA SERIE LIMITATA, ANTOLOGICA O FILM PER LE TV

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA PER UNA SERIE

MIGLIORE PERFORMANCE IN STAND-UP COMEDY PER LA TV

  • JAMIE FOXX (JAMIE FOXX: WHAT HAD HAPPENED WAS)
  • NIKKI GLASER (NIKKI GLASER: SOMEDAY YOU’LL DIE)
  • SETH MEYERS (SETH MEYERS: DAD MAN WALKING)
  • ADAM SANDLER (ADAM SANDLER: LOVE YOU)
  • ALI WONG (ALI WONG: SINGLE LADY)
  • RAMY YOUSSEF (RAMY YOUSSEF: MORE FEELINGS)

La cerimonia dei Golden Globe 2025, presentata da Nikki Glaser, andrà in onda in diretta su CBS domenica 5 gennaio alle 17:00 PT/20:00 ET, oltre allo streaming su Paramount+ negli Stati Uniti. In Italia potremo vederla a partire dalle 2 della notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Golden Globes 2023: tutti i vincitori, The Fabelmans e Gli Spiriti dell’Isola migliori film

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La season awards si apre ufficialmente con i Golden Globes 2023 e di seguito ecco tutti i vincitori. The Fabelmans e Gli Spiriti dell’Isola si sono divisi il podio, tra drama e comedy, con il film di Steven Spielberg che porta a casa anche il premio alla regia e quello di Martin McDonagh che vince per attore (Colin Farrell) e sceneggiatura.

Grande gioia per gli interpreti di Everything Everywhere All at Once  Michelle Yeoh e Ke Huy Quan, mentre vanno a premio anche Cate Blanchett, favorita sin dall’inizio, Austin Butler e Angela Bassett che scrive la storia del Marvel Cinematic Universe.

Sul versante dedicato alle serie tv, Abbott Elementary vince ben tre premi, mentre resta a bocca asciutta The Crown, mentre House of the Dragon si porta a casa il premio per la migliore serie drama. Successo anche per The White Lotus: Sicily, che oltre a vincere per la migliore miniserie, incorona anche Jennifer Coolidge.

Golden Globes 2023 – tutti i vincitori

I vincitori dedicati al CINEMA

 

I vincitori nel mondo della TV
  • MIGLIOR SERIE DRAMMATICA – House of the Dragon
  • MIGLIOR SERIE TV COMEDY – Abbott Elementary
  • MIGLIOR MINISERIE – The White Lotus: Sicily
  • MIGLIOR ATTRICE DI UNA SERIE DRAMMATICA – Zendaya – Euphoria
  • MIGLIOR ATTORE DI UNA SERIE DRAMMATICA – Kevin Costner, Yellowstone
  • MIGLIOR ATTORE DI UNA SERIE TV COMEDY – Jeremy Allen White – The Bear
  • MIGLIOR ATTRICE DI UNA SERIE TV COMEDY – Quinta Brunson – Abbott Elementary
  • MIGLIOR ATTORE DI UNA MINISERIE – Evan Peters – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story
  • MIGLIOR ATTRICE DI UNA MINISERIE – Amanda Seyfried – The Dropout
  • MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY O DRAMA – Tyler James Williams – Abbott Elementary
  • MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY O DRAMA – Julia Garner – Orzak
  • MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA DI UNA MINISERIE – Paul Walter Hauser – Black Bird
  • MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA DI UNA MINISERIE – Jennifer Coolidge – The White Lotus

PREMI SPECIALI

  • GOLDEN GLOBE ALLA CARRIERA (Cecil B. DeMille Award) – Eddie Murphy
  • GOLDEN GLOBE ALLA CARRIERA TELEVISIVA (Carol Burnett Award) – Ryan Murphy

Golden Globes 2023: i pronostici delle categorie principali

Golden Globes 2023: i pronostici delle categorie principali

I Golden Globes 2023 si preparano a tornare in tv la notte del 10 gennaio e molte testate americane, tra cui Variety, si sono preparate per la cerimonia stilando un elenco dei film e delle serie tv con maggiori possibilità di vittoria nelle singole categorie.

Tra i film, The Banshees of Inisherin di Martin McDonagh ha ricevuto il maggior numero di nomination (otto), tra cui quella per il miglior film commedia/musicale. La pellicola con Colin Farrell protagonista si scontrerà direttamente con Everything Everywhere All at Once, che ha ottenuto il secondo maggior numero di nomination (sei). Il film drammatico più nominato dell’anno è stato invece The Fabelmans di Steven Spielberg che, con le sue cinque nomination, potrebbe andare ad aggiudicarsi la statuetta per la miglior regia. Tra i programmi televisivi, la serie comedy della ABC Abbott Elementary ha fatto da apripista, anch’essa con cinque nomination. Analizziamo dunque assieme i pronostici per la notte dei Golden Globes 2023.

CINEMA

Miglior Film Commedia-Musicale

Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At OnceEverything Everywhere All At Once è in pole position nella corsa agli Oscar 2023, soprattutto dopo essersi visto assegnare il premio come miglior film dalla Los Angeles Film Critics Association e primeggiando nelle nomination ai Critics Choice Awards. Ma prima di trionfare alla notte degli Oscar, sembra che il film dei The Daniels, vero e proprio campione di incassi negli Stati Uniti, trionferà nella categoria del miglior film (commedia o musicale) ai Golden Globes.

Miglior Film Drammatico

THE FABELMANS
Gabriel LaBelle as Sammy Fabelman in The Fabelmans, co-written, produced and directed by Steven Spielberg.

Anche se Elvis di Baz Luhrmann potrebbe vincere questa statuetta in nome dell’effetto “Bohemian Rhapsody” di qualche anno fa, la vera partita se la giocano tre titoli: Avatar: La via dell’acqua, The Fabelmans e Top Gun: Maverick. Sembra difficile che Tàr riesca ad aggiudicarsi il premio, dato che il regista Todd Field non è stato neanche nominato per la miglior regia. Il titolo verso cui la critica sembra propendere è in realtà The Fabelmans. Per quanto Avatar 2 sia un progetto tecnicamente infallibile, James Cameron abbia vinto un Golden Globe per il primo, e Top Gun: Maverick potrebbe vincere ai PGA, sembra che il film di Steven Spielberg avrà la meglio.

Attore protagonista in un film commedia-musicale

Gli Spiriti dell’Isola The Banshees of Inisherin
Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

Il talentuoso Colin Farrell ha vinto questo premio 14 anni fa per un’altra commedia dark di Martin McDonagh (In Bruges). Entrambi si sono superati con Banshees, dunque la vittoria sembra scontata, soprattutto considerando che Farrell si è aggiudicato anche la Coppa Volpi al Festival di Venezia 2022, dove il film è stato presentato in anteprima. Se avete visto The Banshees Of Inisherin, l’interpretazione di Colin Farrell nei panni di un semplice pastore irlandese che lotta per capire perché il suo migliore amico lo abbandoni improvvisamente non la dimenticherete presto e non crediamo che nemmeno i votanti dell’HFPA la dimenticheranno: Farrell conferisce infatti a Padraic una tenerezza e una qualità fanciullesca che sono in egual misura esilaranti e strazianti.

Attrice protagonista in un film commedia-musicale

Se la critica sta ancora parlando della sorprendente interpretazione di Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At Once c’è un motivo ben preciso. In mezzo a una gigante macchina di caos visivo e narrativo, e in una sconcertante varietà di multiversi, la Yeoh ha saputo tenere ben salde le redini del film in quanto suo centro nevralgico. La sua vittoria è quasi scontata ai Golden Globes 2023, soprattutto perchè i pronostici danno già certa una sua nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista.

Attore protagonista in un film drammatico

Elvis recensioneL’altalena della stagione dei premi è sempre imprevedibile; sembrava scontato che Brendan Fraser vincesse in questa categoria per la sua interpretazione in The Whale di Darren Aronofsky. Tuttavia, dopo aver dichiarato che non avrebbe partecipato ai Globes dopo le accuse di aggressione sessuale nei confronti dell’ex presidente della HFPA Philip Berk. Questa svolta potrebbe aver creato le premesse perfette per la vittoria di Austin Butler che, nei panni del Re del Rock and Roll Elvis nel film di Baz Luhrmann, ha regalato al pubblico una performance formidabile. Anche Bill Nighy se la gioca per la sua interpretazione in Living dopo la vittoria ai LAFCA, ma sembra improbabile che trionfi in questa categoria.

Attrice protagonista in un film drammatico

Tar film 2022Si parla dell’interpretazione di Cate Blanchett nel ruolo della complessa direttrice d’orchestra Lydia Tár da quando il film Tàr è stato presentato in anteprima al Festival di Venezia, dove l’attrice si è aggiudicata la Coppa Volpi come migliore attrice. Lydia è un personaggio complicato, pieno di sfumature e contraddizioni: una predatrice che è anche vittima del suo stesso successo, apparentemente risoluta mentre la sua vita sta in realtà andando in frantumi

Attore non protagonista in un film (commedia o drammatico)

Questo è l’unico posto in cui Ke Huy Quan potrebbe probabilmente perdere, e non sarebbe importante per il suo cammino verso l’Oscar (come nel caso di Kodi Smit-McPhee che ha battuto Troy Kotsur l’anno scorso). Brendan Gleeson potrebbe accompagnare la vittoria del suo co-protagonista Colin Farrell come attore protagonista (commedia), ma Ke Huy Quan sembra la scelta più quotata al momento. Ma come Aaron Taylor-Johnson con “Animali Notturni” o Jodie Foster con “The Mauritanian“, non è da sottovalutare che Eddie Redmayne porti a casa la statuetta per The Good Nurse.

Attrice non protagonista in un film (commedia o drammatico)

È qui che l’HFPA potrebbe premiare il “buon comportamento” e una grande interprete come Jamie Lee Curtis. Due volte vincitrice – “Anything But Love” (1989) e “True Lies” (1994). La Curtis è l’unica attrice che l’anno scorso, nel pieno delle polemiche, ha sostenuto il gruppo e ha partecipato alla cerimonia su Twitter registrando un video di sostegno. Non è però da sottovalutare Angela Bassett, altra favorita e già vincitrice per “What’s Love Got to Do With It?” (1993), che l’ha resa la prima e tuttora unica donna di colore a vincere il premio come miglior attrice (commedia o musical).

Miglior sceneggiatura

Questa è una delle categorie per cui le previsioni di vittoria sembrano più incerte. Si potrebbe reagire alla mancata candidatura di una donna alla regia e premiare per la miglior sceneggiatura il Women Talking di Sarah Polley, che sarebbe di buon auspicio per una nomination agli Oscar 2023 nella categoria della miglior sceneggiatura adattata. Inoltre, poiché Todd Field non è stato nominato per la regia, si potrebbe riconoscere l’autore in questo senso. Ma i pronostici propendono per le due commedie dell’anno, “Banshees” e “Everything“, con un vantaggio per il vincitore del Golden Globe con “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri” (2017) Martin McDonagh.

Miglior film d’animazione

Pinocchio Golden GlobesPinocchio di Guillermo Del Toro è di gran lunga in testa alla classifica, ma l’HFPA ha sconvolto il pubblico in passato con questa categoria. Missing Link ha ribaltato ogni previsione quando Toy Story 4 era in netto vantaggio, e Il Gatto con gli Stivali: L’ultimo desiderio è stato accolto calorosamente, quindi non è detta l’ultima parola. Marcel the Shell with Shoes On e Turning Red hanno ancora qualche possibilità di vittoria, ma è sempre meglio puntare sui pesi massimi, anche se la categoria è difficile da prevedere.

Miglior film internazionale

RRR golden globes 2023RRR è una delle più grandi sorprese della stagione dei premi 2023. Nessuno avrebbe pensato che un’epopea d’azione di tre ore sarebbe stato il film straniero con più probabilità di vittoria per il miglior film internazionale, ma sembra che in questa categoria la spunterà proprio l’India. Niente di nuovo sul fronte occidentale di Netflix era inizialmente il favorito per la vittoria e ha ancora una discreta possibilità di vincere, ma non sembra che sarà RRR a perdere.

Miglior regista

The Fabelmans recensioneSono passati più di 20 anni dalla sua ultima vittoria ai Golden Globes (nel 1999 per Salvate il soldato Ryan). La realizzazione del film più personale del regista dovrebbe cambiare le cose; l’HFPA ha ignorato Steven Spielberg l’anno scorso, quando è stato nominato per West Side Story (hanno invece premiato Jane Campion per Il potere del cane, che ha poi vinto anche l’Oscar), ma non crediamo che quest’anno si lasceranno sfuggire l’occasione di assegnargli una statuetta. Spielberg è stato nominato 13 volte ai Golden Globe per la miglior regia, vincendo due volte. Il suo film semi-autobiografico The Fabelmans possiede tutte le qualità che i membri dell’HFPA amano in un film: una narrazione piacevole sul potere del cinema, vagamente ispirata a una storia vera.

TELEVISIONE

Miglior miniserie

Che ci crediate o no, la prima edizione di The White Lotus della HBO ha ottenuto un solo Globe l’anno scorso (per l’attrice non protagonista Jennifer Coolidge). Dopo aver vinto ben 10 Emmy, abbiamo la sensazione che i membri dell’HFPA compenseranno in modo eccessivo tutte le mancate candidature facendo vincere il sequel ambientato in Sicilia. La seconda stagione ha ottenuto tre nomination per Coolidge, Aubrey Plaza e F. Murray Abraham.

Miglior attore in una miniserie

DahmerL’ultima collaborazione di Ryan Murphy con Evan Peters ha battuto i record di ascolti per Netflix quando Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer ha debuttato a settembre. L’attore, che l’anno scorso è stato snobbato dai Globes per “Mare of Easttown” nonostante abbia vinto l’Emmy, è il favorito per la vittoria grazie alla sua interpretazione nel ruolo del serial killer protagonista, soprattutto quando condivide le scene con i colleghi che hanno ricevuto nomination sempre ai Golden, Richard Jenkins (nel ruolo del padre premuroso) e Niecy Nash-Betts (nel ruolo della vicina sospettosa).

Miglior attrice in una miniserie

Amanda Seyfried ha interpretato Elizabeth Holmes nella serie tv The Dropout, in origine una studentessa che ha abbandonato il college e creato la controversa società di biotecnologie Theranos. L’attrice ha vinto un Emmy a settembre per lo show di Hulu, grazie anche alla sua impressionante trasformazione sullo schermo, e spera ora di ripetere la vittoria ai Golden Globes. Non guasta il fatto che “The Dropout” sia stata nominata anche per la categoria “Miglior miniserie”.

Miglior attore non protagonista in una miniserie

La seconda stagione della serie antologica della HBO The White Lotus si svolge in Sicilia e F. Murray Abraham interpreta un anziano turista americano, Bert Di Grasso, che vuole saperne di più sulle origini della sua famiglia con l’aiuto del figlio (Michael Imperioli) e del nipote (Adam DiMarco). Per Abraham si tratta della seconda nomination ai Golden Globe della carriera; in precedenza aveva vinto il premio come miglior attore di film drammatico per “Amadeus” (1984). Attenzione anche a Paul Walter Hauser per Black Bird, serie tv Apple in cui interpreta Lawrence “Larry” Hall, un serial killer e stupratore.

Miglior attrice non protagonista in una miniserie

Dhamer Golden GlobesJennifer Coolidge è già stata premiata l’anno scorso e potrebbe facilmente esserlo di nuovo ma, se dovessimo puntare su The White Lotus, allora è più probabile che vinca la sua co-protagonista Aubrey Plaza. Sembra tuttavia che la favorita sia Niecy Nash-Betts di Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer che, nonostante i suoi quattro Emmy, sta festeggiando il suo primo Golden Globe.

Miglior serie tv commedia-musicale

Abbott Elementary Golden GlobesDopo che Hacks ha trionfato lo scorso anno nella stessa categoria, sembra che i Golden Globes 2023 premieranno Abbott Elementary, ma attenziona anche a The Bear, che ha conquistato il cuore della critica. Certo, la sorpresa più grande sarebbe se la Mercoledì di Jenna Ortega sbaragliasse la concorrenza, emulando vincitori del passato come “Brooklyn Nine-Nine” (2013) e “Mozart of the Jungle” (2015). Abbott Elementary ha ottenenuto ben cinque nomination ai Golden Globes 2023: serie comica, attrice comica (Brunson), attrice non protagonista (Ralph e Janelle James) e attore non protagonista (Tyler James Williams).

Miglior attore in una serie tv commedia-musicale

the bear recensioneDirettamente da The Bear, una delle serie tv comedy più apprezzate del 2022, il candidato alla vittoria in questa categoria è Jeremy Allen White, che nella serie interpreta Carmen “Carmy” Berzatto, un giovane chef che torna a casa a Chicago per lavorare nella paninoteca italiana di famiglia dopo la morte del fratello. La dark comedy è stata trasmessa in streaming da FX su Hulu all’inizio dell’estate ed è disponibile su Disney+ in Italia.

Miglior attrice in una serie tv commedia-musicale

MercoledìDopo aver premiato Jean Smart l’anno scorso, non è da escludere che all’attrice vada un altro trofeo, considerando che i Golden Globes l’hanno assegnato due volte a Rachel Brosnahan per The Marvelous Mrs. Maisel. Tuttavia, due divertenti esordienti sembrano contendersi effettivamente la vittoria: Quinta Brunson di Abbott Elementary e la star emergente Jenna Ortega, che sembra potrebbe vincere sull’onda del successo di Mercoledì.

Miglior serie tv drammatica

L’HFPA ama i nuovi show, come “Boardwalk Empire” (2010), “Mr. Robot” (2015) e “The Handmaid’s Tale”, il che fa ben sperare per House of the Dragon e Scissione. Proprio la serie di Ben Stiller sembra essere il candidato più papabile per il maggior riconoscimento televisivo in ambito drammatico. D’altra parte, si potrebbe tornare a terreni già battuti, come dimostra la recente vittoria Succession della HBO. Una svolta del genere potrebbe aiutare The Crown di Netflix ad aggiudicarsi la sua terza vittoria dal 2016, ma è Scissione ad essere in netto vantaggio.

Migliore attore protagonista in una serie tv drammatica

Le cose stanno andando bene per Bob Odenkirk, che ha ricevuto un trofeo di addio (il suo primo in assoluto) per lo spin-off di “Breaking Bad” della AMC Better Call Saul, che si è concluso dopo sei stagioni. Nel finale della serie, Saul Goodman si ricongiunge con il suo unico vero amore Kim Wexler (Rhea Seehorn) dopo essere finito in prigione per una serie di crimini legati alla droga, una conclusione che ha convinto pubblico e critica. Questo è il primo anno in cui “Better Call Saul” ha ricevuto una candidatura come miglior serie drammatica.

Migliore attrice protagonista in una serie tv drammatica

Zendaya in Euphoria
Zendaya in Euphoria – Fonte: IMDB

È strano notare che Zendaya abbia vinto due Emmy per il suo ruolo di Rue Bennett in Euphoria, studentessa liceale tossicodipendente, ma questa è la sua prima nomination ai Golden Globe (e non è ancora stata premiata ai SAG Awards). Si ritiene che la superstar si giocherà la sua candidatura ai Globe con una vittoria per la seconda stagione della serie HBO, andata in onda lo scorso gennaio e febbraio.

Miglior attore non protagonista in una serie tv (commedia o drammatica)Joh Turturro Golden Globes

È la prima volta che l’HFPA divide le sue categorie televisive di supporto, il che potrebbe aprire le porte in questi Golden Globes 2023 ad alcuni esordienti come Tyler James Williams, soprattutto come manovra strategica per premiare “Abbott” se non riescono a farlo altrove. Ma dovrebbe esserci spazio anche per John Turturro da Scissione, che non si può sottovalutare.

Migliore attrice non protagonista in una serie tv (commedia o drammatica)

The Crown 5 Elizabeth Debicki
Foto di Keith Bernstein © Netflix

Secondo voci di corridoio, i Golden Globes potrebbero voler ripetere il momento in cui Sheryl Lee Ralph ha smosso le montagne degli Emmy quando ha ottenuto la sua vittoria. Tuttavia, la principessa Diana di Elizabeth Debicki in The Crown 5 sembra essere pronta per salire sul palco, soprattutto se si considera che due anni fa avevano premiato Emma Corrin come attrice televisiva (drammatica) sempre per il suo ruolo nella serie tv Netflix.

Golden Globes 2023, la cerimonia esclusiva per l’Italia su Sky e in streaming solo su NOW. 

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L’80esima edizione della cerimonia di consegna dei GOLDEN GLOBES, i prestigiosi premi della HFPA (la Stampa Estera di Hollywood) al meglio della TV e del cinema, sarà trasmessa in diretta, nella notte fra il 10 e l’11 gennaio, in esclusiva per l’Italia su Sky e in streaming solo su NOW.

In gara per le ambite statuette, tradizionalmente considerati i più prestigiosi fra i premi precursori degli Academy Awards, molti dei titoli in onda e in streaming su Sky e NOW, annunciati oggi: su tutti la già premiatissima agli Emmy seconda stagione di THE WHITE LOTUS, attualmente in onda su Sky Atlantic (il gran finale è previsto per lunedì 19 dicembre), che concorre fra le migliori miniserie o serie antologiche dell’anno, e lo spin-off della serie dei record Il Trono di Spade HOUSE OF THE DRAGON, già apprezzatissima dalla critica e che così bene ha performato a partire da agosto su Sky e NOW.

Golden Globe 2023: ecco tutte le nomination

Le performance dei lead del gioiellino di Mike White valgono a Jennifer Coolidge, Aubrey Plaza e F. Murray Abraham le nomination come migliori non protagonisti nelle rispettive categorie. Fra i protagonisti si segnalano le nomination di Colin Firth, al centro del true crime targato HBO Max THE STAIRCASE, disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW, e quella di Kevin Costner, fra i migliori attori protagonisti di una serie drama per la sua performance nei panni dell’ormai iconico John Dutton nell’ultima stagione di YELLOWSTONE, in arrivo con i nuovi episodi su Sky e NOW nel 2023. E ancora Zendaya, fra le migliori attrici protagoniste di una serie drammatica per EUPHORIA, nonché Kaley Cuoco, apprezzata come miglior protagonista di una serie comedy per la seconda stagione di L’ASSISTENTE DI VOLO – THE FLIGHT ATTENDANT, on demand su Sky e in streaming su NOW.

Golden Globes 2023, l’edizione del rilancio, le sorprese e le certezze

Dopo un’edizione fantasma, con tanto di boicottaggio da parte di star e rete televisiva, la Hollywood Foreign Press Association ha fatto tesoro della lezione e ha tentato di rimettere le cose in sesto per i Golden Globes 2023, che si sono infatti celebrati in diretta televisiva la scorsa notte. Cambiato l’organico, cambiate alcune regole, arricchito il palmares, la 80° edizione della cerimonia che assegna a cinema e tv i premi per il meglio dell’ultimo anno, gestita dall’associazione della stampa estera a Hollywood ha aperto ufficialmente la season awards, che da ora comincia spedita nel segno, mai come quest’anno, dell’inclusione.

Tantissime nazionalità erano comprese nelle nomination e molte sono state premiate, e questo sforzo di guardare oltre quello che viene offerto solo a un primo sguardo premierà sicuramente sulla lunga distanza la ricchezza delle storie a cui potremo avere accesso nei prossimi anni.

Jerrod Carmichael pungente ai Golden Globes 2023

Con un maestro di cerimonie, il comico Jerrod Carmichael, che ha settato da subito il tono della serata, gli 80° Golden Globes Awards si sono svolti alternando momenti ilari, qualche sorpresa nell’assegnazione dei premi, e una conduzione caustica, forse troppo persino per i Globes, che negli anni passati hanno gestito con grande scioltezza personaggi del calibro di Ricky Gervais che certo non le manda a dire! Con la sua battuta d’apertura (“Sono qui a presentare perché sono nero”) Carmichael ha palesato che avrebbe potuto dire di tutto, a 360°, tanto che spesso nemmeno lo smaliziato pubblico ha partecipato o applaudito, come per la battuta su Shelly Miscavige e Scientology, mentre prendeva in giro Tom Cruise (forse il momento più “freddo” della serata) e come quando ha assegnato a Will Smith il premio “Rock Hudson per la migliore dimostrazione di mascolinità”, anche questa battuta arrivata troppo presto, forse, per un pubblico ancora troppo sobrio.

Volodymyr Zelensky in da house

Punto più basso dell’intera cerimonia, però, è stato l’intervento in video di Volodymyr Zelensky, presentato da un commosso Sean Penn. Il presidente dell’Ucraina ha fatto un intervento che ha lasciato di sasso il pubblico in sala, e anche chi lo ha ascoltato da casa mentre faceva paralleli tra la libertà di Hollywood e la mancanza di libertà del suo popolo per colpa dell’invasore. Senza nulla togliere alla campagna per la pace che dovrebbe essere sempre accolta e perorata, non era quello il luogo per un tale intervento.

Gli Spiriti dell’Isola batte tutti

Ma parliamo invece dei premi, che hanno riservato notevoli sorprese a partire dal ricco bottino de Gli Spiriti dell’Isola ai Golden Globes 2023. Se il premio a Colin Farrell per la migliore interpretazione maschile in una commedia era atteso, così come quello alla sceneggiatura per Martin McDonagh, del tutto inaspettato è arrivato il premio al film come migliore commedia. Un vero e proprio trionfo per il film presentato a Venezia 79 che ha battuto il favorito di categoria Everything Everywhere All at Once.

Dall’Oriente con furore

Il film dei Daniels non è però andato via a mani vuote, dal momento che, confermando le aspettative, ha portato a casa due storiche statuette, la prima a Michelle Yeoh, come migliore attrice in una commedia. Dopo 40 anni di carriera sempre a livelli altissimi, l’attrice vede riconosciuta non solo un solo una grande performance, ma anche un’intero percorso artistico che l’ha portata a lavorare con i più grandi registi viventi. Intimando alla regia della trasmissione di abbassare la musica che incalza quando i discorsi di ringraziamento diventano troppo lunghi per i tempi televisivi, Yeoh ha detto “Posso mettervi al tappeto” e sappiamo che non è un’esagerazione.

Ma è a inizio serata che arriva il discorso più emozionato ed emozionante, quello di Ke Huy Quan che vince come migliore non protagonista per Everything Everywhere All at Once. Dopo 30 anni dal suo grande successo di attore bambino (era lui il Data dei Goonies e lo Shorty di Indiana Jones e il Tempio Maledetto), in occasione dei Golden Globes 2023, Ke ha avuto una seconda possibilità e l’ha colta, ringraziando non solo i Daniels che lo hanno scelto per il film, ma anche Steven Spielberg che all’epoca gli diede il suo primo lavoro.

Le altre categorie dedicate agli attori per il cinema sono state assegnate a Cate Blanchett per Tár, come da pronostici, seppure l’attrice era assente alla cerimonia, a Austin Butler, emozionatissimo per il suo primo grande riconoscimento per il suo primo grande ruolo di Elvis nell’omonimo film, e a Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever, che porta a casa il suo secondo Golden Globe in carriera e il primo premio della HFPA a un attore per il Marvel Cinematic Universe.

La notte di Spielberg

E’ stata però anche la serata di Steven Spielberg, che ha portato a casa il suo terzo Golden Globes per la migliore regia su venti nomination, una percentuale positiva piuttosto bassa per il regista che meglio di tutti, oggi, rappresenta il cinema a 360°. Suo anche il premio conclusivo della serata, quello al miglior film drammatico, andato a quel The Fabelmans che ha aspettato oltre 50 anni per realizzare.

E se non è stata una sorpresa che il premio al miglior film d’animazione sia stato assegnato a Pinocchio di Guillermo del Toro, è stato certamente divertente il discorso di ringraziamento del regista messicano che prima ha lodato il fatto che fossero tutti lì insieme di persona e che qualcuno di loro fosse ubriaco (“Cosa potrebbe andare meglio?”) e poi ha ricordato che “l’animazione è cinema”. Que Viva Mexico, Siempre!

E se Damien Chazelle deve “accontentarsi” del solo premio alla colonna sonora per il suo Babylon, ritirato dal compositore Justin Hurwitz, il quale con quattro nomination e quattro vittorie dimostra di stare molto a cuore alla HFPA, dei graditissimi pacchi regalo sono arrivati in Argentina e in India da parte dei Golden Globes 2023, che hanno assegnato il premio al miglior film internazionale a Argentina, 1985 e il premio alla migliore canzone originale a Naatu Naatu di Kala Bhairava, M. M. Keeravani, Rahul Sipligunj, per RRR.

Grandi assenti trai premiati ai Golden Globes 2023

I premi dedicati alle serie tv sono forse stati più sorprendenti e forse anche trascurati dalle star vincitrici. Zendaya, Kevin Costner e Amanda Seyfried, tutti e tre vincitori in diverse categorie, erano assenti. The White Lotus: Sicily ha fatto cadere più di una mascella, portando a casa il premio a Jennifer Coolidge e quello per la migliore miniserie (premio misterioso che genera notevole disappunto). Mentre Elementary Abbott è stata la più premiata tra le serie, con tre riconoscimenti per la migliore serie comedy, la migliore attrice comedy, Quinta Brunson, e il migliore attore non protagonista in una comedy, Tyler James Williams. Un successo travolgente per quella che è una delle migliori novità dell’anno appena trascorso.

E se da una parte la veterana Julia Garner ha finalmente ricevuto un Golden Globes per Orzak, Jeremy Allen White ha fatto un “tiro pulito” con una nomination e una vittoria per l’avvincente The Bear, che lo ha portato al successo, nell’anno appena trascorso, mentre la controversa opera di Ryan Murphy (premiato con il Carol Burnett Award) Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, ha visto trionfare Evan Peters per una delle interpretazioni più controverse della storia dei premi, che ha fatto molto discutere quest’anno. C’è però da dire che il talento sconfinato di Peters mette tutti d’accordo, e che lui stesso, ringraziando per il premio, ha confermato che è stato un lavoro “difficilissimo da portare a termine, difficilissimo da guardare, e spero che se ne possa trarre anche del buono”.

La sorprese di Paul Walter Hauser e House of the Dragon

Chiudiamo la rassegna dei Golden Globes 2023 con le due più grandi sorprese nella categoria tv. Lo splendido Paul Walter Hauser ha conquistato prima nomination e prima vittoria per Black Bird, serie mozzafiato di Apple Tv+, e House of the Dragon ha portato a casa la statuetta per la migliore serie drammatica, tra lo stupore di Emma Darcy e Milly Ancock, le due interpreti di Rhaenyra Targaryen, e lo shock dello showrunner Miguel Sapochnik che è arrivato sul palco senza cravatta giustificandosi “non immaginavo di vincere, non ero pronto” e sperticandosi in lodi per Scissione, la serie favorita che gareggiava nella sua stessa categoria.

I Golden Globes 2023 sono dunque solo l’inizio, come ogni anni, di una stagione dei premi che speriamo possa essere sorprendente e emozionante, soprattutto che possa condurre ad un altro anno di innovazione e ricalibrazione dei punti di forza all’interno della Hollywood Foreign Press Association.

Golden Globes 2022: tutti i vincitori di un’edizione snobbata

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Golden Globes 2022: tutti i vincitori di un’edizione snobbata

In un’edizione snobbata da stampa e star, i Golden Globes 2022 hanno assegnato comunque i loro riconoscimenti per il 79° anno. La Hollywood Foreign Press Association dopo aver affrontato i suoi problemi, legati alla mancanza di diversità e rappresentazione nel suo comitato e che comunque hanno avuto ripercussioni sull’evento di quest’anno, ha così assegnato i premi a cinema e tv.

Golden Globes 2022: tutti i vincitori

CINEMA

Miglior film drammatico
Il potere del cane

Miglior film commedia o musical
West Side Story

Miglior regista
Jane Campion – Il potere del cane 

Miglior attore in un film drammatico
Will Smith – King Richard. Una famiglia vincente

Miglior attrice in un film drammatico
Nicole Kidman – Being the Ricardos

Miglior attore in un film commedia o musical
Andrew Garfield – Tick, tick… Boom! 

Miglior attrice in un film commedia o musical
Rachel Zegler – West Side Story

Miglior attore non protagonista
Kodi Smit-McPhee – Il potere del cane

Miglior attrice non protagonista
Arianna DeBose – West Side Story

Miglior sceneggiatura
Kenneth Branagh – Belfast

Miglior colonna sonora
Hans Zimmer – Dune

Miglior canzone originale
“No Time to Die” – No Time to Die 

Miglior film d’animazione
Encanto

Miglior film in lingua non inglese
Drive my Car

TELEVISIONE

Miglior serie tv drama
Succession

Miglior attore – Serie tv drama
Jeremy Strong – Succession

Miglior attrice – Serie tv drama
MJ Rodriguez – Pose

Miglior serie tv musical/comedy
Hacks

Miglior attrice – Serie tv musical/ comedy
Jean Smart – Hacks

Miglior attore – Serie tv musical/ comedy
Jason Sudeikis – Ted Lasso

Miglior miniserie
The Underground Railroad

Miglior attrice – Miniserie
Kate Winslet – Omicidio a Easttown

Miglior attore – Miniserie
Michael Keaton – Dopesick

Miglior attrice non protagonista – Serie tv
Sarah Snook – Succession

Miglior attore non protagonista – Serie tv
O Yeong-Su – Squid Game

Golden Globes 2022: ecco la lista dei nominati, c’è anche Paolo Sorrentino

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Sono stati annunciati i candidati ai Golden Globes 2022, i premi assegnati al cinema americano dalla stampa estera, la Hollywood Foreign Press Association. Ecco di seguito tutti i nominati tra cui, nella categoria miglior film in lingua non inglese, spicca anche E’ Stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.

Miglior serie commedia o musical

Miglior attore drammatico, Televisione

Migliore attrice di mini serie o film tv

Miglior regia

Miglior attrice commedia o musical

Miglior attore drammatico

Miglior serie drammatica

Miglior attrice drammatica, televisione

Miglior attore in una mini serie o film tv

Miglior attore, commedia o musical

Miglior attore non protagonista

Miglior colonna sonora

Miglior attrice comica, Televisione

  • Hannah Einbinder (“Hacks”)
  • Elle Fanning (“The Great”)
  • Issa Rae (“Insecure”)
  • Tracee Ellis Ross (“Black-ish”)
  • Jean Smart (“Hacks”)

Miglior mini serie o film tv 

Miglior attore non protagonista, Televisione

Miglior film, musical o commedia

Miglior attrice non protagonista

Miglior film in lingua non inglese

  • “Compartment No. 6” (Sony Pictures Classics) — Finland, Russia, Germany
  • “Drive My Car” (Janus Films) — Japan
  • E’ stata la mano di Dio (Netflix) — Italy
  • “A Hero” (Amazon Studios) — France, Iran
  • Parallel Mothers” (Sony Pictures Classics) — Spain

Miglior Sceneggiatura

Miglior attrice Drammatica

Miglior film drammatico

Miglior attore comico, Televisione

Miglior attrice non protagonista, Televisione

Miglior canzone originale

  • “Be Alive” from “King Richard” (Warner Bros.) — Beyoncé Knowles-Carter, Dixson 
  • “Dos Orugitas” from “Encanto” (Walt Disney Pictures) — Lin-Manuel Miranda 
  • “Down to Joy” from “Belfast” (Focus Features) — Van Morrison 
  • “Here I Am (Singing My Way Home)” from “Respect” (MGM/United Artists Releasing) — Jamie Hartman, Jennifer Hudson, Carole King 
  • “No Time to Die” from “No Time to Die” (MGM/United Artists Releasing) — Billie Eilish, Finneas O’Connell 

Miglior film d’animazione

  • Encanto” (Walt Disney Studios Motion Pictures) 
  • “Flee” (Neon) 
  • Luca” (Walt Disney Studios Motion Pictures) 
  • “My Sunny Maad” (Totem Films)
  • Raya and the Last Dragon” (Walt Disney Studios)
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