“C’è stato un risveglio…”
Da ieri tutta Italia l’ha sentito, sui grandi schermi del Paese, e
da domani tutto il mondo avrà la possibilità di sentire la Forza
che torna al cinema e trai fan di Star Wars. Ieri sera il pubblico
privilegiato ha visto Star Wars il Risveglio della
Forza durante la premiere europea a Leicester
Square. Di seguito la top 10 dei momenti più belli dell’evento:
In attesa di vedere il Lex Luthor di
Jesse Eisenberg in Batman v Superman
Dawn of Justice che, stando alle prime indiscrezioni
trapelate da foto e video, corre il rischio di essere uno dei
peggiori villain di cinefumetti mai visti, ecco una top 10 che fa
il punto sui cattivoni dei fumetti visti al cinema.
Che i classici Disney siano
capisaldi del cinema è cosa nota, ma che i loro sequel siano quasi
sempre dei buchi nell’acqua è opinione piuttosto dura ma condivisa
anche dai fan più agguerriti. Ecco di seguito la Top 10 dei
peggiori sequel dei classici Disney:
In attesa degli Oscar del nudo, che
ormai sono diventati tradizione, Mr. Skin ha
stilato la top 10 dei migliori nudi (esclusivamente di donna) che
abbiamo visto al cinema nel 2015.
Dopo i premi, i vincitori, i vinti e
il tappeto rosso ormai arrotolato, Variety pubblica la sua personale Top 10 da
Cannes 2016. Ecco i migliori dieci film visti al Festival di Cannes
secondo Peter Debruge e Owen
Gleiberman:
Arriva da Playlist la top 10 della
storia del cinema secondo Federico Fellini, e la
cosa più interessante è che nella classifica oltre al fatto che in
prima posizione ci sono ben tre film di Chaplin e
che in seconda qualsiasi film dei Fratelli Marx,
in decima il regista culto d’Italia mette un suo film,
8 1/2, cosa che la dice lunga sulla
spropositata personalità eccentrica del regista.
Il 2022 è stato un anno cinematografico davvero
intenso, il primo, dopo due anni di pausa, che ha
finalmente offerto non solo grande cinema in sala, ma anche una
selezione ricchissima di titoli arrivati direttamente in
piattaforma. In questo panorama distributivo così vario e complesso
di cui tenere traccia, realizzare una Top 10 di
redazione è stata davvero una sfida divertente, che ha coinvolto
tutti i membri del nostro magnifico Staff, tutti chiamati in causa
per sancire i loro titoli preferiti degli ultimi 12 mesi di
cinema.
La Top 10 che
potete sfogliare di seguito è dunque il risultato della somma delle
dieci preferenze dei singoli redattori di
Cinefilos.it, si spera il più rappresentativa possibile di
quello che ci è piaciuto in quest’anno. Ricordiamo che i film che
sono compresi nella lista sono usciti tutti al cinema o in
piattaforma, in Italia, tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre
2022. Di seguito, potete leggere la Top 10 dei
migliori film dell’anno secondo la redazione di Cinefilos.it.
Il documentario realizzato
da Giuseppe Tornatore e distribuito all’inizio di quest’anno
rientra a pieno titolo nell’elenco dei migliori film di quest’anno.
Il racconto lucido, ironico e spietato della propria vita artistica
e personale, dalle parole dello stesso Maestro Morricone.
Interviste, parole e immagini sulle
immortali note delle colonne sonore di film più celebri della
storia del cinema di tutti i tempi.
Il frenetico, barocco,
eccessivo racconto della vita di uno dei più grandi e iconici
interpreti della musica internazionale attraverso il punto di vista
di chi ha fatto dell’eccesso, del ritmo frenetico e del barocco la
sua cifra stilistica al cinema, Baz Luhrmann.
L’autore di Moulin
Rouge torna con un film dal ritmo irresistibile,
elettrico, con un protagonista in stato di grazia.
A oltre 35 anni dalla
prima volta sul grande schermo, Pete “Maverick”
Mitchell torna sul grande schermo con l’inossidabile
sorriso di Tom Cruise che dimostra che non ci sia
tempo e nuove generazioni che tengano, è sempre lui il pilota
migliore del mondo.
Per molti il più grande blockbuster
dell’anno, il film ha il grande merito di essere stato il titolo
che, in quest’anno difficile per la sala, ha “salvato” l’esercizio
(almeno prima dell’arrivo a fine anno di Avatar: la
via dell’acqua).
Nonostante sia stato trai
protagonisti della passata stagione del premi, con un premio Oscar
alla sceneggiatura per Kenneth Branagh, il film è
arrivato nelle sale italiane all’inizio del 2022, e per questo si
prende il suo posto in classifica.
Dopotutto l’infanzia a Belfast,
la fascinazione per il cinema, gli interpreti e gli occhi grandi e
sognanti del piccolo Jude Hill sono irresistibili.
Presentato tra le polemiche
alla Mostra di Venezia, il film con Ana De Armas è
arrivato direttamente su Netflix, passando però prima attraverso
moltissimi sguardi, cuori e emotività che hanno trovato dentro a
questo racconto immaginario di una vera diva un tassello
fondamentale della propria cinematografia.
Il film sarà protagonista, grazie a
De Armas, della prossima stagione dei premi, ma lo
è già adesso di molte classifiche dei migliori film dell’anno.
Gabriel LaBelle as Sammy Fabelman in The Fabelmans, co-written,
produced and directed by Steven Spielberg.
Dopo Cuaron, Branagh, Inarritu, tra
gli altri, anche Steven Spielberg ha raccontato
(più o meno) la sua infanzia in un film, una lunga ode alla sua
giovinezza, alla sua famiglia, ai suoi dolori ma anche alle sue
gioie più profonde, da subito legate all’amore per il cinema.
Il racconto di Spielberg è
emozionante, onesto, profondo, universale tanto quanto è personale,
è un viaggio, una porta aperta verso la sua vita e verso quello che
significa avere una vocazione, un desiderio bruciante, un destino,
quello del cinema.
A 13 anni dal primo film,
James Cameron mantiene la sua promessa di
riportare il suo pubblico su Pandora, lo fa con una dedizione verso
la sua opera davvero incredibile, tanto che il film si catapulta a
buon diritto trai migliori titoli di quest’anno.
Tra un utilizzo glorioso della
tecnologia asservita alla creatività e l’intenzione di raccontare
la famiglia nella maniera più universale possibile, passando per un
bignami del suo stesso cinema con auto-citazioni splendide, Cameron
realizza uno dei migliori film dell’anno.
Sulla scia di
Ubriaco d’amore, ma più spensierato colorato e
giovanile, Paul Thomas Anderson realizza un film
dalla struttura anarchica e dal cuore grandissimo, divertito in
prima persona dai suoi due protagonisti, così strani e a volta
sgradevoli ma allo stesso tempo irresistibili.
La loro storia d’amore diventa una
corsa e una rincorsa, senza che nessuno dei due si stanchi mai di
rincorrere l’altro, i propri sogni, un ideale di vita e di visione
che taglia il fiato e ti fa sorridere e piangere allo stesso tempo.
E poi, mai David Bowie era stato usato in questo modo al
cinema.
Dalle prime reazioni
controverse alla Mostra di Venezia, fino all’accoglienza curiosa ma
contrastante del pubblico generalista, il film di Luca
Guadagnino ha fatto breccia nel cuore della redazione, per
la sua storia e le sue interpretazioni, principalmente, ma anche
per la messa in scena incredibile di due solitudini che si
incontrano per caso e non si lasciano più.
Guadagnino racconta attraverso la
metafora l’amarsi completamente, fino all’osso, nonostante le
proprie mostruosità, le proprie colpe e i propri difetti.
Il film, accolto con
scetticismo dopo anni di trasposizioni della storia di Collodi al
cinema, si piazza con un vero e proprio plebiscito in prima
posizione di questa Top 10 della redazione di
Cinefilos.it. Il film di Guillermo Del
Toro trasforma il racconto in un’avventura molto diversa
rispetto alla tradizionale lettura che si dà alla storia, anzi ne
capovolge il senso senza paradossalmente snaturarne il
messaggio.
Il Pinocchio di Del Toro è un disobbediente
perché d’istinto conosce ciò che è giusto, che troppo spesso è
distante da ciò che è legale. Non solo, Del Toro racconta anche del
valore della libertà, dell’importanza della morte in quanto
conclusione dell’esperienza di vita, dei legami familiari che vanno
oltre i legami di sangue. Il tutto realizzato in tecnica stop
motion allo stato dell’arte.
Altro anno, altra classifica “the
best of”, altra Top 10 per me che odio i numeri
assegnati per dare valore alle cose, odio le stellette e le
percentuali, odio chi riduce a cifra la bellezza (o la bruttezza)
dell’arte. Eppure eccoci di nuovo, io con i miei gusti, voi con la
vostra curiosità (spero).
La mia Top 10 per il 2016
Io, Daniel Blake
Quando Ken
Loach arriva al cinema non è mai per caso. Il fuoco lo
muove: senso civico, rabbia, volontà sociale. Io, Daniel
Blake racchiude tutti questi intenti in una confezione
impeccabile, malinconica e dignitosa, di una vita semplice vissuta
con fame e tenacia. E poi c’è anche la semplice voglia di fare fare
cinema…
Il Caso Spotlight
È la pellicola che ha
portato a casa il premio Oscar per il miglior film all’inizio
dell’anno, diretta da Thomas McCarthy. Un
film di inchiesta, con un ritmo incalzante, che mostra il
giornalismo bello e solido per cui non si ha più il tempo. Il tema
è ovviamente scottante e questo fa la maggior parte del lavoro. Ma
grande merito va anche alla splendida squadra di protagonisti,
guidata dall’inossidabile Michael Keaton.
The Hateful Eight
Quentin Tarantino
al suo ottavo odioso film. Il regista al suo logorroico meglio in
un 70 millimetri glorioso per colori, composizione, sfruttamento
del formato e interpreti. Una cruenta, imponente, affascinante
interpretazione di 10 Piccoli Indiani ambientata
in un Far West non arido e desertico, ma innevato
e gelido. Sempre desolato e pericoloso, come i suoi
protagonisti.
Captain Fantastic
Alla sua opera seconda,
Matt Ross (il viso appuntito di Gavin
Belson di Silicon Valley) confeziona un
film che vince prima nella scrittura e poi nella messa in scena e
nelle interpretazioni. Una commedia che si fa dramma e torna
commedia, e in questa incertezza trova il suo
equilibrio. Un’esaltazione della bellezza dei corpi vitali sia
dei giovani protagonisti che del roccioso ma sempre affascinante
Viggo Mortensen.
Love and Mercy
Film del 2014
di Bill Pohlad, uscito solo quest’anno in
Italia. Si deve tornare un po’ troppo indietro nei mesi
cinematografici ma era un tributo dovuto. Un tributo all’arte, a
Brian Wilson, alla difficoltà di rimanere se
stessi in un mondo cattivo, alla musica che ha il potere di
salvare, al dolore, alla paura, al talento ritrovato di
John Cusack e a quello troppo spesso taciuto, ma
incommensurabile, di Paul Dano (in questa Top 10
ci sarebbe dovuto essere anche l’irresistibile Swiss Army
Man, se solo fosse arrivato nelle nostre sale).
Neruda
Corre il rischio di
diventare il regista più “di moda” del momento, soprattutto con il
magnifico Jackie, protagonista della prossima
stagione dei premi. Ma, con una storia più sua, interpreti meno
noti della Portman ma assolutamente non meno
bravi, il suo tocco deciso eppure delicato che accarezza i
personaggi, l’omaggio al poeta/politico/attivista simbolo di una
Nazione, l’atmosfera che dalla storia scivola nel mito con la
leggerezza di un fiocco di neve, Pablo Larraìn ci
regala ancora del grande cinema: silenzioso, elegante,
emozionante.
È solo la fine del mondo
Il 2016 è stato un anno
molto importante per il cinema di Xavier
Dolan nel nostro Paese. I nostri distributori hanno
finalmente portato in Italia Laurence Anyways
(2012) e Tom à la ferme (2013), e, in
contemporanea finalmente con il resto del Pianeta,
È solo la fine del mondo (2016). Il prodigio
canadese prende le dinamiche familiari, come spessissimo nei suoi
film, e le trasfigura in drammi intensi e passionali. Accarezza con
l’obbiettivo i suoi attori, li racchiude nell’inquadratura,
rinviandoci sempre a quello che in realtà non dicono e facendo
pressione su quello che invece, delle loro personalità, appartiene
anche allo spettatore. E chi guarda resta incantato dalla
sensibilità, dallo straordinario talento che “si riduce”
semplicemente, per modo di dire, alla conoscenza dell’animo
umano.
Sing Street
È un film musicale che è
piaciuto anche a chi i musical non piacciono. Ma non è per questo
che il film di John Carney è in classifica.
Sing Street ha un look rock, un cuore romantico,
un cast travolgente, una storia essenziale su cui si costruisce un
ritmo trascinante che vi impedirà di star fermi sulla sedia. I
vostri piedi danzeranno, le vostre teste andranno a tempo e trai
gli applausi e le risate, nel finale, ci sarà spazio anche per una
discreta lacrima che vi righerà il sorriso.
Animali Notturni
Tom Ford è un uomo
di classe, un uomo sensibile ed equilibrato nel gusto e nello
stile. Un uomo che si è rivelato anche profondo conoscitore delle
passioni oscure dell’uomo e le ha trasportate con l’eleganza che lo
contraddistingue sul grande schermo, attraverso il romanzo
di Austin Wright, Tony &
Susan. La sapienza registica dimostrata in Animali
Notturni è sintomo di uno studio, di impegno, ma anche di
talento innato. Per non parlare degli interpreti, anime sopraffatte
dagli eventi che travolgono lo spettatore.
Paterson
È arrivato in sala da
pochissimi giorni, rientra appena nel dicembre 2016, e meno male.
Paterson di Jim Jarmusch non è un
capolavoro, non è un film eclatante, non è quella pellicola che fa
gridare al miracolo. È un sussurro, una carezza, un intimo
incontro con quelle magie quotidiane che può fare il cinema quando
“scende” a livello dell’uomo comune che racchiude segreti e
bellezza. Paterson è la delicatezza del suo
regista, ma è soprattutto la bellezza (soprattutto artistica) di
Adam Driver, un interprete ineffabile, preciso,
attento, che nel lavoro “per sottrazione” restituisce un ritratto
autentico e, è il caso di dirlo, poetico. Un gioiello da
custodire.
***
Menzione d’onore a Zootropolis, scommessa
vincente delal Disney, e Room, altro film di
notevole successo, una bella sorpresa e una prova importante
per Lenny Abrahamson e per Brie
Larson.
NB: la
classifica è stata realizzata considerando esclusivamente i titoli
arrivati in sala nel 2016 in Italia.
A conclusione di ogni anno
cinematografico, la Top 10 dei migliori film visti
in sala è un passaggio obbligatorio. Una ricorrenza, un gioco, un
frivolo passatempo che ci aiuta a ricapitolare, suggerire, magari
far conoscere quelli che secondo la redazione di
Cinefilos.it sono stati i film migliori visti in
sala nel 2016.
Ecco la Top 10 dei 2016 di Cinefilos.it
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti – Drammatico
Supereroi
Lo chiamavano Jeeg Robot è un film del 2016
diretto e prodotto da Gabriele Mainetti e scritto
da Nicola Guaglianone e Menotti. Il film è un
omaggio alla serie manga e anime Jeeg robot d’acciaio di Gō
Nagai, della quale riprende alcune tematiche: il titolo, infatti, è
un inside joke basato sul fatto che uno dei personaggi
principali crede che Hiroshi Shiba.
The Neon Demon di Nicolas Winding
Refn – Thriller – Horror
The
Witch è un film horror-storico del 2016, diretto
da Robert Eggers che fu accolto positivamente
al Sundance Film Festival.
Room di Lenny
Abrahamson – Drammatico
Room
è un film del 2016 diretto da Lenny Abrahamson. È stato
presentato al Toronto
International Film Festival 2015 nella sezione Special
Presentation, dove ha vinto il People’s Choice Award come miglior
film.
Steve Jobs di Danny Boyle –
Biografico
Steve
Jobs è un film del 2016 diretto e co-prodotto da
Danny Boyle con protagonista Michael
Fassbender, nei panni di Steve Jobs e si basa
sulla biografia autorizzata Steve Jobs, scritta da Walter
Isaacson e pubblicata nel 2011.
Carol di Todd Haynes –
Drammatico
Carol
è un film del 2016 diretto da Todd Haynes,
prodotto da una sceneggiatura di Phyllis Nagy
basata sul romanzo The Price of Salt (conosciuto anche come
Carol) della scrittrice americana Patricia
Highsmith. Il film è interpretato da
Cate Blanchett, Rooney Mara, Sarah Paulson e Kyle
Chandler.
The Hateful Eight di Quentin
Tarantino – Pulp – Western
The
Hateful Eight è un film del 2016, scritto e diretto da
Quentin Tarantino, ed interpretato da
Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh,
Walton Goggins, Demián Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Channing
Tatum e Bruce Dern.
Sing Street – Drammatico –
Commedia – Musical
Sing
Street è un film del 2016 scritto e diretto da
John Carney. Tra gli interpreti principali
figurano l’esordiente Ferdia Walsh-Peelo, Aidan Gillen,
Maria Doyle Kennedy e Jack Reynor.
Animali Notturni di Tom Ford – Drammatico – Thriller –
Giallo
Animali notturni (Nocturnal Animals) è un
film del 2016 scritto, diretto e co-prodotto da Tom Ford. Nel
cast Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson,
Michael Shannon, Isla Fisher e Armie Hammer. Il film è
stato presentato il 2 settembre 2016 in concorso alla 73ª Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia. È
basato sul romanzo del 1993 di Austin Wright Tony &
Susan.
Il Caso Spotlight
Il caso Spotlight (Spotlight) è un film
del 2015 co-scritto e diretto da Tom McCarthy,
vincitore dei premio Oscar 2016 come miglior film
e miglior sceneggiatura originale. La pellicola, presentata fuori
concorso alla 72ª Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia,
narra le vicende reali venute a galla dopo l’indagine del
quotidiano The Boston Globe
sull’arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto
molti casi di pedofilia avvenuti in diverse parrocchie. L’indagine
valse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano
nel 2003 e
aprì a numerose indagini sui casi di pedofilia all’interno della
Chiesa cattolica.
La Top 10 di
Cinefilos.it
I film presi in considerazione
abbracciano un vasto spettro di gusti cinematografici, dalle
pellicole premiate da Hollywood,
come Il caso Spotlight ultimo film in ordine
di tempo ad aver vinto il Premio Oscar come Miglior
Film, a Lo Chiamavano Jeeg Robot, il caso
dell’a stagione cinematografica italiana, esploso a Roma 2015 ma
arrivato in sala soltanto il 25 febbraio. Ma la classifica
comprende anche pellicole atipiche, veri e propri gioielli della
cinematografia degli ultimi 12 mesi. Parliamo chiaramente di
The VVitch di Robert Eggers,
horror che ha incantato il mondo ma anche di Sing Street, piccolo gioiello
europeo, musicale, tenero, vivace. C’è spazio per la classe
assoluta della Carol di Todd Haynes
e per la bravura di Brie Larson, che in
Room si è caricata il peso di un intero film sulle
spalle, per l’estetica disturbante di The Neon
Demon e per il potere della parola e della messa in quadro
nei famigerati 70 mm del Tarantino di The
Hateful 8.
E voi cosa pensate della nostra
classifica?
NB: i film eleggibili
sono ESCLUSIVAMENTE quelli che sono stati distribuiti nelle sale
italiane tra il primo gennaio 2016 e il 31 dicembre
2016.
Dopo la top 10 del direttore Chiara
Guida, ecco la classifica dei migliori film del 2015
secondo la redazione di Cinefilos.it, realizzata sommando
le preferenze dei nostri redattori.
Come è facilmente immaginabile in
questi casi, ci sono stati diversi ex aequo, siete d’accordo con
questa classifica collettiva?
Divertenti e soprattutto futili,
puntuali come l’eterna lotta tra Pandoro e Panettone, arrivano le
classifiche di fine anno. Quali sono stati i migliori film del
2015? Quali le storie più emozionanti e universali, quali quelle
che hanno sconvolto l’immaginario collettivo o solo l’animo di uno
spettatore incantato?
Di seguito potete trovare la mia
personale Top 10 del 2015, composta rigorosamente
da titoli che sono usciti nelle sale italiane tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2015
(l’anno non è ancora finito ma sono fiduciosa che nessun titolo
arrivi a stravolgere la mia Top 10).
Come in ogni classifica che si
rispetti, ci sono le menzioni speciali, quei titoli di rilievo che
purtroppo sono rimasti fuori per semplice mancanza di spazio,
oppure per delle scelte che, d’accordo o meno con voi che leggete,
ho fatto a malincuore.
Il 2015 è stato un anno molto ricco
di titoli interessanti, di grandissimi autori che sono tornati sul
grande schermo, come Michael Mann con
Blackhat, o come Paul Thomas
Anderson con Vizio di Forma, ma,
ahimè, dieci posizioni, per tradizione, sono sempre troppo poche,
per questo ci tengo a nominare, oltre ai film di Mann e Anderson,
Francofonia di Sokurov,
il delicato Mr. Holmes con un grande
Ian McKellen, Bogdanovich e la sua briosa ultima
commedia Tutto può accadere a Broadway,
l’onirico The Lobster e l’adrenalinico
Sicario, ma anche American
Sniper di Clint Eastwood, uscito
esattamente il primo gennaio e Sopravvissuto – The
Martian, che finalmente segna il ritorno in grande
stile del Ridley Scott che il pubblico ama.
Che siate d’accordo o meno, questa è
la mia classifica del 2015, la vostra invece qual è? E che ve ne
pare di quella che vi ho proposto qui sopra?
Il prossimo 24 aprile torneranno
sul piccolo schermo i draghi di Daenerys Targaryen in Game
of Thrones per la sesta stagione dello show HBO.
In attesa di vedere i tremendi tre rettili sputafuoco distruggere
Westeros, vi proponiamo una top 10 dei migliori film con i draghi
che abbiamo visto negli anni scorsi sul grande schermo. Che siano
in animatronic o in CGI o ancora disegnati da Walt Disney, i
bestioni fantastici hanno sempre esercitato grande fascino sul
pubblico di tutte le età.
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Siete d’accordo con la nostra
classifica? Quali sono i draghi cinematografici che più vi
piacciono?
Anche se sembra un po’ presto per
parlarne, dal momento che abbiamo visto solo le immagini del
trailer e qualche promo art, possiamo già fare un rapido re-cap di
quelli che sono i costumi che vedremo in Captain
America Civil War. così vi proponiamo una top 10 con
un ranking provvisorio:
Sinossi: Captain America: Civil War si svolge subito
dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, con Steve Rogers e gli
Avengers costretti ad affrontare i danni collaterali causati dalla
loro lotta per proteggere il mondo. Dopo che la città di Lagos, in
Nigeria, viene colpita dall’ennesimo incidente internazionale che
vede coinvolti gli Avengers, le pressioni politiche chiedono a gran
voce un sistema di responsabilità e un consiglio d’amministrazione
che decida quando richiedere l’intervento del team. Questa nuova
dinamica divide gli Avengers che, al tempo stesso, tentano di
proteggere il mondo da un nuovo e malvagio avversario.
Il 2014 è stato un anno ricco di
cinefumetti. La Marvel ha sfoderato il suo grande
plot twist in Captain America The Winter
Soldier e ha datolustro ai reietti con
Guardiani della Galassia. La Fox ha messo
insieme la più grnade squadra di mutanti mai vista sul grande
schermo, attraversando i decenni, mentre graphic novel di varia
natura hanno avuto la loro possibilità di apparire al cinema.
Ecco la Top 10 dei migliori dieci
cinefumetti del 2014 secondo Cinefilos.it:
Ecco la top 10 dei
migliori casting in un cinecomic.
Che sia eroe, villain o spalla comica, ecco gli attori che più si
avvicinano, per interpretazione e look, alla loro controparte a
fumetti.
Il casting di Chris Evans come
Captain America
L’idea che lo scudo di
Cap debba passare di mano sta già mandando nel panico nel cuore dei
fan Marvel – Forse molti non sanno
che Chris Evans ha rifiutato il ruolo per ben
tre volte prima di accettare la parte – non per antipatia per il
ruolo, ma perché temeva gli effetti negativi dell’improvviso
aumento della sua fama sulla sua vita privata. Poi Robert
Downey, Jr. lo convinse a prendere la parte, e, quindi,
ottenne anche la libertà di firmare per qualsiasi altro ruolo che
avrebbe voluto fare in seguito. Dopo aver incontrato i produttori e
il regista del film si convinse del tutto che fosse una buona
scelta. Il compenso per l’attore in questo primo film fu di
appena 300.000 dollari.
Il casting Ron Perlman come Red –
Hellboy
Nonostante la
difficoltà incontrata nell’indossare il costume e il trucco di Red,
Ron Perlman è un Hellboy perfetto, e ne è
consapevole, tanto che ha accettato il secondo film solo per
attaccamento al personaggio. È inoltre nota la sua voglia di
chiudere la storia con un terzo film per farla diventare una
trilogia compiuta. Secondo alcune fonti durante la pre-produzione
del film del fumetto Mike Mignola e il
regista Guillermo del Toro si
incontrarono per prendere la decisione sul potenziale attore
che avrebbe interpretato HellBoy e sembra proprio
che non ci volle molto dato che entrambi fecero come primo nome
proprio quello di Ron Perlman.
Il casting Terence Stamp come Il
Generale Zod
Sempre poco
considerato, il Zod di Terrence Stamp emana
potere, nobiltà e pericolo, tutte qualità essenziali per rendere al
meglio il degno rivale di Superman.
Il casting di Hugh Jackman come
Wolverine
Nonostante le critiche iniziali e
le differenze fisiche con il personaggio dei fumetti, Jackman è
IL Wolverine per eccellenza, unico
attore a impersonare il ruolo nel corso di quasi 20 anni. Chi oserà
mai prendere il suo posto? Ma non tutti sanno che la prima scelta
di Bryan Singer era Russell Crowe
che però ebbe divergenze creative con il regista. Infatti l’attore
immaginava il personaggio pelato e non con i classici capelli a
punta. Lo stesso Crowe poi propose Hugh
Jackman ma Bryan Singer scelse
Dougray Scott. Infine quest’ultimo abbandonò il
film per fare Mission Impossibile 2 e
Bryan Singer optò finalmente per Hugh
Jackman. Il resto è storia, e Hugh
Jackman si è legato poi fortemente al personaggio, da lì
in poi la sua carriera lo porterà a diventare uno degli attori più
popolari al mondo.
Il casting di Robert Downey Jr. come Iron Man
Poteva esserci Tom
Cruise, ma per fortuna la Marvel ha scelto RDJ!
Secondo Favreau: “I momenti migliori e
peggiori della vita di Robert sono stati agli occhi del pubblico;
in quel periodo doveva trovare un equilibrio interiore per superare
gli ostacoli che andavano ben oltre la sua carriera. Beh questo è
Tony Stark, Robert porta una profondità che va al di là di un libro
a fumetti…”
Il casting di Patrick Stewart come Charles Xavier e Sir Ian
McKellen come Magneto
Non ce ne vogliano
Michael Fassbender e James
McAvoy, ma Patrick e Ian sono perfetti, pur con le loro
differenze rispetto agli originali, danno vita a una alchimia tra
eroe e villain da manuale.
Poco dopo aver
accettato il ruolo di Magneto, a Sir Ian
McKellen è stato offerto il ruolo di Gandalf ne Il Signore degli
Anelli. L’attore ha parlato con Bryan
Singerrivelandogli il suo interesse
nel fare Signore degli Anelli, e
Singer ha accettato di riorganizzare la
programmazione delle riprese del film in modo da permettere a
McKellen di prendere parte al film. L’attore ha
concluso le riprese di Magneto alla fine del 1999 per poi
recarsi in in Nuova Zelanda nel gennaio 2000, per iniziare le
riprese del film di Peter Jackson.
SirPatrick
Stewart è
sempre stata l’unica scelta di Bryan Singerper il ruolo del
Professor X.
Il Casting di Christopher Reeve come Superman
Pur somigliandogli, i
Superman successivi non hanno mai sprigionato la
positività e la bontà di Reeve, che pure sapeva
mostrarsi possente e inflessibile. Una leggenda. Ma forse non tutti
sanno che per il ruolo vennero presi in considerazione attori
come Robert Redford, Clint Eastwood e James
Caan. Il primo voleva troppi soldi, il secondo era troppo
impegnato, il terzo riteneva che fosse troppo stupido indossare
quel costume. Poi la produzione vista la difficoltà del casting
optò per un volto nuovo. Per interpretare il ruolo
Reeve fu allenato da David Prowse, l’uomo dietro la maschera di Darth Vader
nella trilogia originale di “Star Wars”.
Il Casting di Tom Hiddleston come Loki
Il primo e unico vero
villain del MCU, l’eroe nel cuore di
tante fan dello Studios, Tom Hiddleston ha trovato
fama e successo meritati con il ruolo del Dio dell’Inganno. Secondo
la leggenda quando ha saputo di aver ottenuto la parte Tom
Hiddleston si trovata in un pub nel nord di Londra e alla
notizia si mise ad urlare talmente tanto che tutti i presenti
finirono per chiedergli per quale ragione urlasse così tanto. Per
prepararsi al ruolo si addestro alle arti marziali brasiliane
della capoeira. In fine, per interpretare il ruolo si
mise a dieta sia prima che durante le riprese in mondo tale da
apparire magro dalla fame in volta.
Il Casting di Heath Ledger come The Joker
Il clown di
Nicholson e il gangster di Leto hanno il loro
spazio nei loro rispettivi film, ma il caotico clown di Ledger è
senza dubbio il meglio che potesse accadere a un personaggio come
Joker sul grande schermo. Per prepararsi al ruolo
l’attore si rinchiuse in un Hotel per circa sei settimane. Durante
il soggiorno prolungato di isolamento,
Heath Ledger è entrato in profondità nella
psicologia del personaggio. Si dedicò allo sviluppo del Joker in
ogni minimo aspetto, vale a dire tic, impostazioni della voce,
della sua risata sadica, con l’obiettivo di creare qualcosa che non
fosse un eco del lavoro di Jack Nicholson nel Batman di Tim Burton. La sua performance si basa
principalmente sulla caotica combinazione tra re del punk rock
Sid Vicious e i manierismi psicotici di Alex
De Large di Arancia Meccanica di
Stanley Kubrick.
L’attore Michael
Caine dichiarò che Ledger era riuscito a
fare qualcosa che andasse ben oltre il Joker di Jack Nicholson che
era un clown buffo con la stoffa sa serial killer e gangster,
quello di Ledger era diventato uno psicopatico davvero spaventoso.
Il suo commento è stato provocato dopo aver girato l’unica scena
insieme, quando il Joker piomba nell’attico di Bruce Wayne. Fu la
prima volta che Michael Caine
vide Heath Ledger e secondo le
fonti in quell’occasione Caine fu talmente turbato dalla sua figura
che si dimenticò le sue battute.
Il casting di J.K. Simmons come J. Jonah Jameson
Primo posto a sorpresa,
o forse no? PARKEEEEER!!!! JK Simmons è calvo
e porta la barba sempre rasata. Questo particolare lo ha
costretto ad indossare una parrucca e un baffo per tutta la
lavorazione. Nonostante questo particolare la somiglianza con il
personaggio principale è talmente forte che l’attore ha dichiarato
che a seguito del suo successo per la strada le persone lo
identificava più come J Johah Jameson che come un
semplice attore famoso.
Supereroi al cinema: i
costumi più scomodi da indossare
Fumetti: se Tim Burton avesse disegnato i
supereroi
Quando un personaggio nasce dalla
letteratura è molto difficile portarlo sullo schermo, ma quando
nasce dai fumetti, la difficoltà aumenta dal momento che al
carattere e alla descrizione fisica si aggiunge l’immagine vera e
propria di come è rappresentato quel determinato personaggio. I
casting in fatto di cinecomics sono il primo passo verso il
successo o l’insuccesso del film.
Non scrivo mai articoli in prima
persona, lo trovo un modo troppo autoreferenziale per parlare di
cinema. L’unica occasione in cui mi concedo un “io” è la classifica
di fine anno, la famigerata Top 10, tanto
“complicata” da stilare quanto sempre, per fortuna, discussa,
perché non mette mai d’accordo chi legge e perché, e la prima
persona lo sottolinea, è assolutamente discrezionale,
esclusivamente basata sul gusto personale, che è sempre
insindacabile.
Di seguito, potete trovare
la mia Top 10 dei film usciti, in sala o su
piattaforma, nel 2022, almeno tra quelli che ho visto, che seppure
non sono tutti, sono comunque molti. Lo dico in anticipo, non ci
sono titoli gettonati, come The
Fabelmans oppure Triangle
of Sadness, è una classifica estremamente personale,
che elenca i film che mi hanno dato da pensare a fine visione, che
mi fanno spuntare un sorriso anche nei giorni, nelle settimane o
anche nei mesi successivi alla visione. I film che, per qualche
motivo, mi hanno parlato di più nel corso di quest’anno. Ecco
la mia Top 10 dei migliori film del 2022, godetene
e discutetene:
Visto nel 2021 ma uscito in
sala in Italia nel 2022, il film con
Joaquin Phoenix rasenta la video-arte, eppure ha
un cuore grande e una dolcezza palpabile, come una carezza.
Questa sensazione è accentuata anche
dalla fotografia morbida, dalla colonna sonora che punteggia con
discrezione ogni momento del film, soprattutto dall’interpretazione
di Phoenix che, dopo gli eccessi e i trionfi di
Joker, si dedica a una storia piccola a un
personaggio che mette in scena per sottrazione, confermandosi uno
dei migliori attori viventi.
La classifica è mia e ne
faccio ciò che desidero, inserendoci anche commedie minuscole
perché sì: il film di Hyde è una lettera d’amore a tutte quelle
donne che non si piacciono e non si perdonano (e non si
perdoneranno mai) per come appaiono, a quelle che guardandosi allo
specchio non riescono a essere gentili con se
stesse.
È complicato accettarsi, ancora di
più piacersi, avere il coraggio di uscire dalla propria confort
zone, e questo piccolo film lo mostra con onestà, con leggerezza e
con una profondità davvero rara. Guardarsi l’ombelico,
figurativamente e letteralmente, non è mai stato tanto liberatorio.
E poi c’è Emma Thompson…
A una commedia piccola e
sconosciuta come
Il piacere è tutto mio, segue uno dei titoli più
importanti del decennio. Il ritorno del “re del mondo”,
James Cameron, il ritorno su Pandora, soprattutto
il ritorno a un’esperienza cinematografica che stordisce, affascina
e rapisce.
Avatar: la via
dell’acqua non è solo grandiosa tecnica messa al servizio
del racconto, è l’elevazione della potenza dell’immagine che crea
narrazione, e la glorificazione dell’idea di un singolo, un uomo
capace di piegare la tecnica ai suoi bisogni e alle sue visioni,
trasformandola e inventandola. Tutto in un film che racconta anche
della difficoltà di essere una famiglia nel mondo che cambia:
chiamala fantascienza…
Nessuno lo avrebbe mai
detto, dopo tante versioni e ri-narrazioni della storia di
Carlo Collodi, eppure Guillermo Del
Toro è riuscito a trovare uno spiraglio in cui ha
insinuato il suo immaginario trapiantandolo su una creature
preesistente.
Di tutte le cose grandiose che ha
fatto la sua personalissima versione di Pinocchio,
dal sovvertimento del senso originale della storia, allo
spostamento temporale della vicenda durante il fascismo in Italia,
fino alla riflessione sul valore della morte e della condivisione
della vita con chi amiamo, la potenza e la puntualità con cui ha
trasformato uno dei più grandi classici internazionali in una
storia personale è senza dubbio l’aspetto più interessante del
film, la testimonianza del suo spessore di autore e artigiano della
narrazione.
Inoltre, la stop-motion conferisce
un fascino a-temporale alla storia, uno sguardo indietro agli
albori del cinema e allo stesso tempo un balzo nel futuro di una
tecnica che ha tantissimo da esprimere e da regalare al grande
schermo.
Forse passato in sordina
nel nostro Paese, Flee è un documentario d’animazione che non
solo rappresenta un crocevia di generi, ma è anche la prova provata
di quanto lo strumento animazione sia potente e duttile nelle mani
di chi sa usarlo.
Il film racconta di una fuga per la
sopravvivenza, del diritto ad avere una casa, una identità, la
libertà di poter vivere secondo le proprie necessità. Lo fa con
pudore, alternando pochissimi filmati di repertorio a disegni
animati che diventano rarefatti, allo scopo di raccontare senza
mostrarle alcune delle atrocità che racconta. È la riproposizione
di una testimonianza personale che proprio grazie all’animazione
diventa storia condivisibile da tutto il mondo.
L’elettricità, gli ormoni
impazziti, la febbrile determinazione a sbrindellare le tavole del
palcoscenico con i propri movimenti troppo troppo sensuali per
l’epoca. Baz Luhrmann si cimenta nell’impresa
impossibile di raccontare la vita di una delle più grandi icone pop
della storia dell’umanità: Elvis Presley.
Eccessivo, barocco, con un montaggio
frenetico e strabiliante, Elvis
è davvero elettricità cinematica allo stato puro, è un Luhrmann
tanto in forma come non lo si vedeva da Moulin
Rouge del 2001, è un’interpretazione straordinaria da
parte del giovane Austin Butler, con un volto
d’angelo e uno spirito indemoniato, lui come il personaggio che
interpreta, inarrivabile e impossibile da eguagliare. E che in
questo il film paga nella seconda parte, sgonfiandosi un po’ nel
ritmo, ma rimanendo un viaggio cinematografico pazzesco.
Ennio di Giuseppe Tornatore
Ennio
Morricone è la storia della musica per il cinema, e
sentirsi raccontare quella storia da lui stesso, che la intreccia
con la sua vicenda privata, poco dopo la sua morte (il film è
uscito all’inizio del 2022, a due anni dalla morte del Maestro che
aveva già registrato la lunga intervista in cui si racconta nel
film) è un’emozione potentissima, che non si riesce a spiegare a
parole, perché la musica aggiunge una dimensione in più, al cinema
e alle emozioni.
Ennio attraversa
momenti gloriosi e momenti dolorosi con la grazia che solo la
leggerezza e la lucidità di una mente onesta e acuta riescono ad
avere. Grandezza che sopravvive alla carne, bellezza che spezza il
fiato.
Che cosa significa avere
più o meno vent’anni, essere innamorati, pieni di vita e di sogni e
avere fiato per correre all’impazzata inseguendo se stessi?
Paul Thomas Anderson lo ha raccontato con una
precisione chirurgica in un film completamente anarchico nella
struttura e nelle svolte narrative, un confort movie in
cui i due protagonisti sono assolutamente insopportabili e che
tuttavia rappresentano almeno una parte di ognuno di noi, in
quell’età dove tutto è esagerato, dove ogni dramma è una tragedia e
ogni gioia è la quintessenza della felicità.
Alana e Gary sono il regista stesso,
ma sono anche un po’ tutti noi, che li guardiamo con affetto dalla
poltrona del cinema, con distanza ma con invidia, perché per loro è
ancora tutto possibile e il loro amore imperfetto e “di corsa” è la
concretizzazione delle possibilità della vita.
Guadagnino non è un
regista che gode troppo della mia simpatia, e sono sicura che
questa affermazione non lo scalfisce affatto, tuttavia gli rendo il
merito di essere riuscito, in questo lungo anno di cinema, a
regalarmi una delle rappresentazioni più vivide e intime di quello
che significa amarsi. Raccontando tutto con una grande finezza che
non viene meno neanche nelle scene più crude, che pure abbondano in
tutto il film.
Ora, la battuta ovvia e scontata, ma
anche efficace, vorrebbe che dicessi “amarsi fino all’osso”, che è
un’espressione letterale nel film e figurata nella vita reale che
esprime benissimo quello che il film davvero racconta. Accettarsi e
capirsi, accogliersi a vicenda, nonostante tutto, ritrovarsi
nell’altro e vedersi riconosciuti per quello che si è. Amarsi
nonostante tutto. Non c’è stato quest’anno, né negli ultimi anni,
un film che sia riuscito così tanto a raccontare questo.
Arrivato in sala a marzo
2022, Red
Rocket è un titolo molto poco conosciuto che merita la
testa della mia (personalissima) classifica perché ha un cuore
enorme e forse perché ci fa sentire migliori del suo protagonista,
interpretato splendidamente da Simon Rex, e anche
soprattutto perché guarda con estrema dolcezza a quegli individui
abbietti e sgradevoli che occupano i margini della società.
La totale assenza di giudizio, la
comprensione, la dolcezza con cui Sean Baker
racconta questa derelitta umanità è un gigantesco atto d’amore, non
solo verso gli ultimi, ma verso la bellezza del lavoro di
canta-storie che alcuni filmmaker prendono più sul serio di altri.
Mikey, protagonista di questa storia, è un cialtrone, non fa niente
per nasconderlo, eppure l’occhio della macchina da presa lo
accarezza, senza risparmiargli nessuna delle sue bassezze eppure
senza mai giudicarlo. E questa assenza di giudizio sembra essere il
punto di vista più nobile con cui guardare al mondo, oggi.
Il 2015 è stato un anno ricco di
grandi successi come Jurassic World e non
ultimo Star Wars Il Risveglio della
Forza. L’universalità dell’evento cinematografico
rende i titoli dei film google trend del momento, ovvero le parole
più cliccate sul motore di ricerca. Ebbene ecco i 10 google trend
del 2015.
È ufficialmente iniziato il 2017
chiudendo così un anno ricco di grande cinema. Dopo avervi rivelato
la nostra top ten, ecco i film più popolari
del 2016 secondo IMBD. Infatti, il noto sito americano ha
stilato la top 10 dei film più costantemente popolare tra gli
utenti IMDb lo scorso anno. [nggallery
id=3067]
Suicide Squad è un
film del 2016 scritto e diretto da David Ayer.
Basato sull’omonimo
gruppo di supercattivi dei fumetti DC Comics, il film è
interpretato da un cast corale che comprende Will Smith,
Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jai
Courtney, Jay Hernandez, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Ike Barinholtz,
Scott Eastwood e Cara Delevingne, ed è la terza pellicola
del DC
Extended Universe.
I film più popolari del 2016
Captain America Civil
Warè diretto
da Anthonye Joe
Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian
Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy
RennereDaniel
Bruhl. Captain America Civil
War ed è uscito nella sale italiane il 4 maggio
2016.
No, il primo posto non spetta a
Sean Bean, anche se guarda l’illustre collega dal
secondo gradino del podio. Ecco la top 10 degli attori morti più
volte sul grande schermo:
Squadra che vince non si cambia, e
chi lavora nel mondo dello spettacolo sa bene quanto sia difficile
trovare qualcuno con cui è bello collaborare. Lo possono
sicuramente dire gli attori e le attrici che vi proponiamo di
seguito, nella top 10 delle coppie professionali più longeve di
sempre:
Barack Obama ha
stilato la sua Top 10 dei migliori film del 2018.
L’ex Presidente degli Stati Uniti è un cinefilo appassionato e
schietto, quindi non è una sorpresa scoprire che la sua lista dei
migliori film del 2018 comprende ogni genere di film.
Mescolando titoli che si
contenderanno i premi nelle prossime settimane, con i film
indipendenti e qualche blockbuster, la lista di Barack
Obama è anche una fotografia abbastanza omogenea del
panorama cinematografico USA.
Come quasi ogni critico
cinematografico di quest’anno, Obama ha avuto un debole per
Roma, Burning e Un affare di
famiglia, oltre ai documentari Will not Be My
Neighbor? e Minding the Gap.
Nella lista di Obama c’è anche un
po’ di orgoglio etnico, visto che compaiono Black
Panther, BlacKkKlansman e Se la
strada potesse parlare. Ma ci sono anche titoli dal
Sundance e da Netflix, come Eight Grade e
Annientamento.
Ecco la Top 10 di Obama del
2018:
Annientamento
Black Panther
BlacKkKlansman
Blindspotting
Burning
The Death of Stalin
Eighth Grade
If Beale Street Could Talk
Leave No Trace
Minding the Gap
The Rider
Roma
Un affare di famiglia
Support the Girls
Won’t You Be My Neighbor
Considerato il termometro on line
più attendibile per la qualità dei film, Rotten
Tomatoes ha stilato la sua classifica dei migliori 100 film
dell’anno in base al grado di “freschezza” degli stessi.
La percentuale di gradimento del
sito, lo ricordiamo, è una sintesi tra il parere dei critici e
degli spettatori regolari che lasciano sul sitoil loro voto.
Eccola di seguito:
[nggallery id=2339]
Non sorprende affatto il primo
posto di Mad Max Fury Road, ma allo
stesso tempo è da notare la felice presenza di titoli italiani come
Le Meraviglie e Anime
Nere. Interessante anche la presenza di numerosi
documentari sia a carattere biografico che di natura propriamente
documentaristica.
La classifica è stata stilata
facendo una media del numero di recensioni in rapporto
all’effettivo grado di freschezza dei film, per questo motivo, ad
esempio, il primo posto ha una percentuale diel 97% con 333
recensioni mentre il secondo posto, Inside
Out, con una percentuale superiore del 98%, ha
302.
JustWatch ha stilato la
classifica Top 10 dei film e delle serie tv più viste nel
corso del mese di Dicembre 2021. Tra titoli
storici arrivati di recente on line sulle piattaforme e titoli
nuovi con produzioni dedicate a questa distribuzione, ecco la Top
10 delle serie e dei film più visti ad dicembre 2021:
JustWatch ha stilato la
classifica dei film e delle serie tv più viste nel corso del mese
di Agosto 2021. Tra titoli storici arrivati di
recente on line sulle piattaforme e titoli nuovi con produzioni
dedicate a questa distribuzione, ecco la Top 10 delle serie e dei
film più visti ad Agosto 2021:
Un decennio volge al termine e ho
voluto prendermi un po’ di tempo per rifletterci sù. E’ difficile
individuare 10 film che in un certo senso hanno lasciato un
impronta indelebile sulla mia idea di cinema, per questo con
profondo malessere ho dovuto lasciare film importantissimi, ma aimé
uno sforzo andava fatto. Ecco la mia Top Ten del decennio appena
trascordo:
1)Memento,
2)The Village,
3)Collateral,
4)La compagnia dell’anello,
5) The Hours
6)Il Labirinto del Fauno
7)Up
8)The Departed
9)The Others
10) Gran Torino
Aspetto commenti e vostre personalissime classifiche.
In un anno in cui le sale hanno
riaperto in primavera, in cui molti film sono arrivati direttamente
in piattaforma e durante il quale è stato complicato rimanere al
passo con i titoli in uscita, noi di Cinefilos.it
abbiamo comunque cercato di raccontarvi il cinema, da sala o da
casa.
Di seguito, trovate la Top
10 dei nostri redattori, che potrete usare anche come un
appunto, un memorandum di quello che magari non avete ancora visto
e che potrebbe interessarvi.
Tra le varie top 10 del 2015,
quella dei film più piratati dell’anno è senza dubbio una delle
classifiche che merita atenzione e riflessione, perché sebbene non
c’è da stupirsi, purtroppo, dei titoli presenti in classifica (si
tratta per lo più di grandi blockbuster), il numero dei download
illegali è senza dubbio sorprendente.
La redazione di Cinefilos.it si è
espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è
stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le
scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano
esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno
da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di
Valerio Mieli, Midsommar –
Il Villaggio dei Dannati di Ari
Aster, ma anche Martin
Eden, Se la strada
potesse parlare,
Booksmart e tanti altri titoli che per
una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di
film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro
bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del
2019 secondo la redazione di
Cinefilos.it:
Dolore e Gloria
Ha conquistato il cuore
della stampa (e del pubblico, visto che è in sala in Italia dal 17
maggio) Dolor y Gloria, il nuovo film di
Pedro Almodovar che torna a lavorare con
Antonio Banderas e Penelope Cruz
e realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Dalla trasgressione dei primi film,
fino al tono meditabondo delle pellicole della sua produzione più
recente, il regista non ha mai rinunciato a raccontare la grande
vitalità dell’essere umano, anche di quello più sofferente,
derelitto e solitario.
Il travolgente successo
della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la storia di una giovane donna,
Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia,
con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una
circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li
minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze,
feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.
Dopo il delizioso esordio
con Un amore
sopra le righe, Nicolas Bedos
torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza
La belle
époque, una commedia nostalgica e tanto romantica,
interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume
Canet e Doria Tillier.
La storia è quella di Victor, un
uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente,
l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più
diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e
questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un
eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del
passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui
ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne.
Marco
Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e
lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019
il film Il
Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta,
l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi alla
mafia che si ricordi. Il film, costruito sulle forti spalle di
Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele
e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e
i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese
diviso internamente.
Ha inizio nei primi anni ’80 il
racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss
della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco
Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”,
fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed
estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto
davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni
Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
Approda a Venezia un
affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo
seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e
dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos
Lanthimos: La Favorita.
La storia è ambientata
nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna
decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata
nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili,
servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la
morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando
più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e
al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche
di quel conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae
ormai da lungo tempo.
C’è un momento ben preciso
in C’era una volta
a… Hollywood, dove Quentin Tarantino
sembra racchiudere il cuore del suo film. Avviene quando la
Sharon Tate interpretata con grande grazia da
Margot Robbie, si
reca al cinema per guardare The Wrecking
Crew, film del 1969 con la stessa Tate tra i
protagonisti. Nel buio della sala, osserviamo la copia ammirare
l’originale, in un gioco di doppi che ha un che di straniante e
ammaliante allo stesso tempo. In questa breve scena il regista fa
esplodere, silenziosamente, la differenza tra ciò che è e ciò che
appare, la quale connota non solo il film ma l’intera arte
cinematografica e che una volta compresa apre una scissione che
evidenzia ancor di più il momento di passaggio, storico e
cinematografico, che la pellicola va a ritrarre.
Siamo nel 1969, un periodo di
grandi cambiamenti ad Hollywood. L’attore Rick
Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio,
sta attraversando una fase discendente della sua carriera, dopo
numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come
lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth,
interpretato da Brad
Pitt, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati
da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a
fare i conti con novità impreviste, come la nuova vicina di casa di
Dalton, l’attrice Sharon Tate.
È l’evento
cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin
Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si
rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per
realizzare la sua visione: The Irishman è
attesissimo, e a buon diritto!
La storia tocca il mondo della
mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico,
e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata
nel libro I Heard You Paint Houses scritto da
Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra,
che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce
ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo
che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia.
Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che
esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.
Andare a vedere un film
di Noah Baumbach presuppone una certa dose di
certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande
chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di
affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando
Storia di un Matrimonio a Venezia
76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al
pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente
emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo
concludersi.
Nicole e Charlie sono una giovane
coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni
importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di
teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma
anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la
separazione e il divorzio comportano.
È stato proiettato in
concorso uno dei film più attesi della 76° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, Joker di
Todd Phillip, interpretato da un superlativo
Joaquin Phoenix, nei panni del noto, quanto
ilare, acerrimo nemico di Batman.
Nei film di supereroi, ma anche nei
fumetti o nella letteratura, i nemici e i cattivi destano da sempre
empatia e fascino, tanto da surclassare spesso le meste figure, che
bardandosi con la bandiera del bene e dell’ordine pubblico, si
prodigano per combatterli. Joker è di certo uno dei più
popolari di questi antieroi e il ritratto che ne costruisce
Todd Phillips contribuisce a donargli spessore,
umanità e motivazioni. Il suo oscuro affresco metropolitano fa
comprendere che il male non è sempre dalla stessa parte e che molte
volte i paladini della giustizia combattono contro chi ha invece
ragione da vendere. Joker è intriso di tanta disperazione
e forse avrebbe anche più diritti rispetto a chi lo combatte e deve
mantenere il controllo della legalità.
La recensione di
Parasite non può non partire dalla
riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong
Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo
Snowpiercer e
Okja, torna nella sua Corea del Sud, per
affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla
precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel
suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture,
bassezze umane.
La storia ruota intorno al rapporto
in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un
seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in
cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una
villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed
ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro
modo felici, ma complementari l’una all’altra.