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Tornano Star Gate ed Indipendence Day

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E’ passato qualche tempo dopo i suoi Stargate e Independence Day nelle sale nel 1990, ma il regista Roland Emmerich racconta

Tornano i Tre Uomini con Selleck

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Tom Selleck, attore divenuto famosissimo Magnum PI, ha dichiarato che ci sarà un terzo episodio della serie cominciata nel 1987 con Tre scapoli e un bebé e continuata tre anni dopo con Tre scapoli e una bimba.

Tornano i Mercenari, con una marcia in più

Tornano i Mercenari, con una marcia in più

Squadra che vince non si cambia. Anzi, si migliora. Quando un paio di anni fa Sylvester Stallone decise di celebrare il suo pensionamento dal cinema d’azione realizzando un film con tutti i suoi colleghi delle ultime decadi e per passare metaforicamente il testimone a Jason Statham, forse aveva immaginato che l’operazione avrebbe avuto successo, puntando dritta al cuore di chi i suoi film, e quelli dei suoi colleghi, li ammirava con devozione, ma non tanto da prevedere un sequel e poi chissà.

Tornano al cinema I Tre Marmittoni

Tornano al cinema I Tre Marmittoni

L’estro impareggiabile e l’allegria insolita dei Fratelli Farrelly ritornano nuovamente sullo schermo con una commedia (tanto per cambiare): I Tre Marmittoni. A partire dal 22 giugno in Italia e già disponibile dal 13 aprile negli States, questa simpatica commedia apre le danze al periodo estivo, da trascorrere si spera, in allegria.

Tornando a Est: recensione del film di Antonio Pisu

Tornando a Est: recensione del film di Antonio Pisu

Nel 2020 esce al cinema Est – Dittatura Last Minute, opera seconda di Antonio Pisu, un road movie liberamente ispirato al racconto Addio Ceausescu, di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi. Un film distintosi come un piccolo gioiello nella cinematografia italiana degli ultimi anni, proponendo un racconto divertente ma anche malinconico ed emotivamente forte su un mondo sull’orlo del cambiamento, il tutto visto attraverso gli occhi increduli di tre giovani a loro volta prossimi a grandi novità. Cinque anni dopo, ecco arrivare in sala un sequel di quel film, Tornando a Est, scritto e diretto anch’esso da Pisu.

 

Ma cosa proporre per un seguito di un’opera autoconclusiva come quella del 2020, in cui la commedia e il dramma si bilanciavano in modo squisito, con la musica di Franco Battiato ad accompagnare immagini della grigia situazione vissuta in Romania in quei difficili anni? Saggiamente, Pisu evita l’effetto déjà vu spostando il proprio interesse verso un racconto macchiato da tinte più thriller, tra spie, corruzione e criminalità. Il tutto vissuto però sempre attraverso gli occhi dei tre protagonisti conosciuti già nel precedente film, grazie ai quali possiamo fare nuovamente esperienza dell’infrangersi di quelle illusioni di un mondo migliore.

La trama di Tornando a Est

È il 1991. Dopo la caduta del muro di Berlino, le tensioni internazionali sembrano essersi allentate. Molte operazioni di spionaggio continuano però a svolgersi nell’ombra. Il SISMI (Servizio Informazioni Sicurezza Militare Italiana) è sulle tracce di Natalino Franchi (Cesare Bocci) e Luigi Rampelli, i quali grazie alla loro posizione di prestigio all’interno dell’Aeronautica Militare Italiana, rivendono informazioni sensibili ai servizi segreti bulgari e al KGB. Pago (Matteo Gatta), Rice (Lodo Guenzi) e Bibi (Jacopo Costantini) sono invece tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima.

Pago continua il suo lavoro di guida turistica, Rice lavora ora presso una piccola banca, mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya (Alexandra Vale) che non ha però mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro. Incoraggiato dagli amici, parte insieme a Pago e Rice per un viaggio verso Sofia proprio con l’intento di conoscere finalmente la ragazza. Yuliya, però, nasconde un pericoloso segreto, che metterà in serio pericolo i tre ragazzi, che si vedranno così nuovamente coinvolti in una serie di sfortunate coincidenze.

Tornando a Est ci racconta di un mondo diviso e complicato

Come accennato, il grande pregio di Est – Dittatura Last Minute stava nel suo coniugare con grande sensibilità la spensieratezza e la comicità intrinseca dei tre protagonisti con un contesto quantomai drammatico, dove povertà e paura sembravano essere le sole forze dominanti. Pisu ha costruito con grande abilità un’atmosfera che via via si fa più soffocante, portando i protagonisti e noi spettatori con loro a dover prendere consapevolezza degli orrori che sono avvenuti (e avvengono) a poca distanza da noi. Un film che per certi aspetti ha anticipato il ripresentarsi di certe dinamiche, ancora oggi in vigore.

Con Tornando a Est, invece, l’obiettivo si allarga, andando a riflettere sul mondo post crollo del muro di Berlino. Un evento che si credeva potesse essere il segno tangibile di un mondo che si riscopriva unito e aperto alla fratellanza tra popoli. Purtroppo, come ben sappiamo, così non è stato e anzi nel tempo sono andati ad accentuarsi i confini da non oltrepassare, la paura dello straniero e la volontà di ritirarsi in un individualismo collettivo che non fa che rendere più vulnerabili. Concentrandosi sul viaggio in Bulgaria dei tre protagonisti, il film propone dunque queste e altre riflessioni, tra cui il non potersi fidare di nessuno in contesti simili.

Questioni qui affrontate attraverso dinamiche da thriller di spionaggio, con una vicenda che si svela più complessa rispetto a quella del precedente film proprio perché più complessi i tempi che va a raccontare. Ancora una volta, dunque, il regista fa delle vicende di questi tre ragazzi la base di partenza per un racconto che ha più di qualcosa da dire sul nostro oggi, affidandosi ad una coerenza nei toni e nelle atmosfere che permette anche qui di ritrovare ciò che tanto aveva convinto di Est – Dittatura Last Minute.

Squadra che vince non si cambia

Ma al di là delle novità proposte da questo sequel, vale anche il detto “squadra che vince non si cambia”. È quindi un piacere rivedere Lodo GuenziMatteo Gatta Jacopo Costantini nei ruoli dei tre protagonisti, personaggi che ritroviamo con nuove consapevolezze sulle spalle ma anche pesi dell’età adulta da dover gestire. I tre sfoggiano anche stavolta una sintonia di gruppo che permette a Tornando a Est di poter contare su un trio divertente e spontaneo, dimostrandosi però anche convincenti nei momenti di maggior tensione e drammaticità. In particolare, sui loro volti ritroviamo quei sogni e speranze in parte ammaccati dal passare del tempo ma ancora in grado di restare in piedi.

Non si può però non menzionare l’ingresso in questo sequel di Cesare Bocci (celebre interprete di serie come Il commissario Montalbano e Imma Tatarani – Sostituto procuratore), che si mette alla prova con un personaggio ambiguo, misterioso, dotato indubbiamente di un carisma tutto suo. Diverte però in particolare il suo ricorrere a proverbi e aforismi, reinterpretandoli spesso a modo suo. Una caratterizzazione che ci regala un personaggio che dunque ben si inserisce nel folle contesto ideato da Pisu, per un film che si conferma un esperimento riuscito.

LEGGI ANCHE: Tornando a Est: intervista all’attore Cesare Bocci

Tornando a Est: intervista all’attore Cesare Bocci

Tornando a Est: intervista all’attore Cesare Bocci

Si sono da poco concluse le riprese di Tornando a Est, il sequel del fortunato Est – Dittatura Last Minute, il road-movie tratto da una storia vera che fin dall’esordio a Venezia nel 2020 aveva conquistato il plauso della critica e l’interesse internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti in Italia e nel mondo e ottimi risultati di box-office. Anche questo nuovo film è prodotto da Stradedellest Produzioni in associazione con Victoria Cinema di Modena e Davide Pedrazzini e con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

Alla regia si ritrova Antonio Pisu, mentre Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini tornano come protagonisti. A loro si aggiunge ora Cesare Bocci, celebre interprete di serie come Il commissario Montalbano, Un grande famiglia e Imma Tatarani – Sostituto procuratore, ma anche dei film Benvenuto Presidente!, Scusate se esisto! e Margherita delle Stelle. In Tornando a Est l’attore interpreta un ruolo molto speciale, che si muove nelle zone d’ombra dell’illegalità. A raccontarci cosa aspettarsi di lui – e dal film in generale – è lo stesso Cesare Bocci.

La trama di Tornando a Est

A due anni dalla caduta del muro di Berlino, Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima: Pago continua il suo lavoro di guida turistica trascorrendo gran parte del suo tempo nella Repubblica di San Marino; Rice lavora presso una piccola banca mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya che non ha mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro.

Incoraggiato dagli amici, parte insieme a loro per un viaggio verso Sofia con l’intento di conoscere finalmente la ragazza, ma giunti nella capitale bulgara verranno scambiati per spie internazionali pedinati persino dai servizi segreti italiani: coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno ancora una volta un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena.

Tornando a Est - foto 2

Cesare Bocci è Natalino Franchi in Tornando a Est

Natalino Franchi è un poco di buono, – spiega Cesare Bocciun uomo che vive nell’ombra ed è un traficante internazionale di segreti rubati, in questo caso segreti militari, però tutto quello che è illegale lui lo trafica. E nel film si imbatte in questi tre ragazzi che stanno facendo un nuovo viaggio ognuno per un motivo diverso e alla fine per vari colpi di scena e malintesi si ritrovano coinvolti in questo giro di delinquenti bulgari e in me che devo fare questo scambio”.

Natalino Franchi è un tipo particolare, fuma in continuazione non si arrende alla calvizia e perciò ha un bel riporto in testa e poi indossa sempre gli occhiati da sole con una sfumatura che gli permette di nascondere un po’ lo sguardo, per avere un’aria misteriosa”, racconta Bocci. “Io poi non ho una tecnica ben precisa per l’interpretazione di un personaggio, mi affido molto al testo e alle sensazioni che mi suscita la lettura della sceneggiatura”.

Ovviamente mi fido molto anche di quello che mi dice il regista su quello che io sviluppo, che a volte è totalmente fuori strada e altre volte invece è centrata. Ma la costruzione di un personaggio non si regge solo sulle spalle di un attore. Ci vuole una sceneggiatura che lo descriva bene e in questo caso era perfetta, avevo già tutti gli elementi per poterlo caratterizzare. E poi la lettura a tavolino con il regista, dove si inventa tutto quello che è necessario, ma anche al momento delle riprese si continua a lavorarci sopra, a cambiarlo, ad arricchirlo”.

Sul lavoro con il regista Antonio Pisu e con la troupe

“Antonio Pisu, che è anche il regista, ha scritto questo personaggio che è davvero stimolante da interpretare. Essendo lui anche un attore sa benissimo dove e come guidarti e questo nuovo set insieme è stata la conferma di un regista di una gentilezza, di una disponibilità, di una consapevolezza di cosa deve fare molto forte. È una persona che riesce a creare sul set un clima straordinario, veramente di grande collaborazione. Anche con i tre ragazzi protagonisti si è costruito un rapporto speciale, che ha reso quest’esperienza ancor più entusiasmante!”.

Anche i membri del cast provenienti dalla Bulgaria si sono rivelati bravissimi, ma devo dire che l’intero set in generale è stato caratterizzato dalla presenza di persone stupende, professionisti assoluti. Mai un momento di scontentezza, nonostante abbiamo lavorato anche in climi molto rigidi a Sofia, in Bulgaria. Sono rimasto sorpreso perché è difficile trovare un’armonia così sui set“.

Tornando a Est
Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini in Tornando a Est

Tornando a Est specchio delle tensioni politiche

L’attore offre poi una sua riflessione sulle tensioni politiche di cui si narra nel film e di ciò che possono dirci su quelle presenti oggigiorno nel nostro quotidiano. “Il film è ambientato nel 1991, dopo la caduta del muro di Berlino. La Bulgaria, dove è ambientato il racconto, non ha mai vissuto sotto un regime dittatoriale, pur essendo parte del blocco sovietico. Ma ad ogni modo le derive totalitarie e le tensioni a cui si fa riferimento nel film hanno un’evidente urgenza, perché ci ricordano che che cose di quel tipo non dovrebbero più succedere”.

“Serve a ricordare che una nazione che va in mano a persone che non tengono più in considerazione i diritti umani, i diritti dell’inclusione, i diritti di tante categorie, semplicemente non va bene. Perciò se ne deve parlare finché c’è lo spunto per parlarne, se non ce ne fosse più bisogno non se ne parlerebbe, ma purtroppo non è ancora questo il caso”.

25 anni di Il commissario Montalbano

Ricorre poi quest’anno il 25esimo anniversario dalla prima messa in onda – avvenuta il 6 maggio 1999 – di Il commissario Montalbano, dove Cesare Bocci ha ricoperto il ruolo di Domenico “Mimì” Augello. L’attore offre dunque un suo ricordo di questa serie che tanto ha significato per chi vi ha partecipato quanto per i numerosi spettatori che l’hanno seguita in tutti questi anni. “Il commissario Montalbano ha rappresentato un terzo della mia vita. Sono nate amicizie bellissime, è veramente uno spaccato di vita”, racconta Bocci.

“Ci sono stati matrimoni, nascite, separazioni e alla fine, purtroppo, anche la morte. Ma è stata un’esperienza meravigliosa, che come tutte le cose belle ha avuto un inizio e una fine. Ci siamo infatti resi conto che era arrivato il tempo di salutare questi personaggi e metterli lì nei ricordi di tutti. I miei, di ricordi, sono infiniti, come le risate fatte con Alberto Sironi [regista di tutti gli episodi della serie], di cui sento ancora la voce di quando ci dava indicazioni sul set. Insomma, è stato un qualcosa di indimenticabile“.

Tornando a Est: al via le riprese del sequel di Est – Dittatura Last Minute

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La casa di produzione Stradedellest è lieta di annunciare l’avvio delle riprese di Tornando a Est, sequel del fortunato Est – Dittatura Last Minute, il road-movie tratto da una storia vera che fin dall’esordio a Venezia nel 2020 aveva conquistato il plauso della critica e l’interesse internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti in Italia e nel mondo e ottimi risultati di box-office.

Squadra che vince non si cambia: anche Tornando a Est è scritto e diretto da Antonio Pisu che torna a dirigere il trio originale – Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantininei panni di Rice, Pago e Bibi. Nel nuovo cast figurano anche Cesare Bocci, Caterina Gabanella e Pier Paolo De Mejo. Il film è prodotto da Stradedellest Produzioni – i cui soci fondatori Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi sono gli autori e protagonisti della storia originale – in associazione con Victoria Cinema di Modena e Davide Pedrazzini e con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

Tornando a Est è ancora una volta un road-movie che si svolge 2 anni dopo gli eventi del primo film, nel 1991, quando il muro di Berlino è ormai crollato ma le tensioni internazionali continuano ad esistere. I tre amici di Cesena intraprenderanno un nuovo viaggio, questa volta in Bulgaria, dove per una serie di strane circostanze verranno scambiate per spie internazionali. Coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena che permetterà al pubblico di scoprire un passato recente ancora poco conosciuto in un paese altrettanto poco noto.

Tornando a Est, la trama

A due anni dalla caduta del muro di Berlino, Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima: Pago continua il suo lavoro di guida turistica trascorrendo gran parte del suo tempo nella Repubblica di San Marino; Rice lavora presso una piccola banca mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya che non ha mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro. Incoraggiato dagli amici, parte insieme a loro per un viaggio verso Sofia con l’intento di conoscere finalmente la ragazza, ma giunti nella capitale bulgara verranno scambiati per spie internazionali pedinati persino dai servizi segreti italiani: coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno ancora una volta un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena.

STRADEDELLEST Produzioni srl, è una società di Cesena costituita nel 2018 per produrre il primo lungometraggio dal titolo EST – dittatura last minute, diretto da Antonio Pisu e la cui sceneggiatura è tratta dal romanzo scritto dai soci fondatori Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi dal titolo “Addio Ceausescu” Al suo attivo ha inoltre diverse collaborazioni e produzioni di documentari. Tornando a Est e’ il secondo lungometraggio realizzato.

Tornando a Casa per Natale: recensione del film

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Tornando a Casa per Natale: recensione del film

Tornando a Casa per Natale è tratto da una selezione di racconti brevi dello scrittore norvegese Levi Henriksen, dal titolo Only Soft Present Under the Tree, e segue le vicende di una piccola comunità che aspetta il Natale in un’immaginaria cittadina norvegese.

Tornando a Casa per NataleDiverse le storie raccontate: ci sono i due profughi dalla Ex Yugoslavia che cercano un riparo nella neve perché lei è alle porte del parto, ricordando in maniera scontata ma romantica una situazione ben più nota dello stesso genere; c’è l’ex calciatore fallito che vuole tornare a casa; il vecchio che in solitudine aspetta il natale e la donna che sperando in una vita completa e felice prepara una serata romantica aspettando il suo amante sposato.

Bent Hamer, regista norvegese di Kitchen Stories, ritorna al cinema con Tornando a Casa per Natale, film corale a episodi, che segue a grandi linee la struttura narrativa di Crash Contatto Fisico, o di Magnolia, e andando ancora più a ritroso, di America Oggi di Altman. A dire il vero, il primo film che viene in mente guardando Tornando a Casa per Natale è Love Actually, le storie che si intrecciano e l’atmosfera natalizia suggeriscono esattamente questa associazione, ma nel loro cuore tematico i due racconti di Natale sono molto diversi.

Tornando a Casa per Natale filmIn primo luogo l’ambientazione londinese del film di Curtis si distanzia notevolmente da quella di Skogli, cittadina della Norvegia, decisamente meno trafficata e caotica, ma più romantica, in secondo luogo il tenore dei racconti vira decisamente su un tono malinconico che pervade tutto il film, lasciando allo spettatore un gusto di dolce tristezza, sensazione rara e preziosa, soprattutto da trovare al cinema. Il film racconta principalmente il senso della casa, il desiderio di avere un posto dove stare, che non sempre si risolve in un luogo fisico, ma è il più delle volte una condizione intima che si rispecchia principalmente nello stare accanto a chi si ama, che siano i figli, gli amici o l’amante restio a lasciare la sua vita coniugale.

Il racconto di Hamer procede lento e delicato, senza sobbalzi, ma accompagnando lo spettatore in un paesaggio innevato e sospeso, quasi irreale, magistralmente incorniciato da un prologo ed un epilogo che insieme completano l’ennesima esistenza che nel film viene raccontata. Il senso di casa che nel film si tenta di costruire viene principalmente fatto veicolare attraverso l’atmosfera natalizia che forse inconsciamente aiuta la vie colazione di un tale messaggio che risulta tuttavia universalmente legato alla vita umana, senza la necessità precisa di essere collegato ad un periodo particolare dell’anno.

Tornando a Casa per Natale è un film delicato e piacevole, che lascia negli occhi e nel cuore la piacevole sensazione di aver visto qualcosa di malinconico ma dolce.

Tornando a casa per Natale

Tornando a casa per Natale

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Natale si avvicina, e al Cinema non possono mancare film “natalizi” che scaldano il cuore. Tra questi, senza dubbio va annoverato “Tornando a casa per Natale”, lungometraggio norvegese che uscirà nelle sale italiane il prossimo venerdì 3 dicembre.

Torna Woody Allen: Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni

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Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni ( you will meet a tall dark stranger) – Le vicende riguardano,   due coppie sposate – nella fattispecie quella formata da Alfie (Anthony Hopkins) e Helena (Gemma Jones), e quella della figlia Sally (Naomi Watts) e di suo marito Roy (Josh Brolin), il tutto condito con  passioni, ambizioni e ansie  che causano un crescendo di guai e follie.

Torna Wes Anderson con una fiaba delicata nel “regno della luna nascente”

Ha inaugurato l’ultima edizione del Festival di Cannes e sarà nelle sale italiane dal 5 dicembre 2012, distribuito dalla Lucky Red. Moonrise Kingdom è una delicata fiaba i cui morbidi colori pastello disegnano l’incantato mondo di Wes Anderson, un regista che ha sempre fatto dei suoi film delicate ed eclettiche opere visionarie, impregnate di quella sottile ironia che solo chi sceglie di prenderne parte, riesce a cogliere integralmente.

Torna in alto mare il remake di Highlander

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Torna in alto mare il remake di Highlander

Ne resterà soltanto uno: il remake del film del 1986  Highlander sembra essere fedele al proprio motto, essendo ancora alla ricerca di un regista, dopo che Juan Carlos Fresnadillo ha abbandonato il progetto. Il regista e produttore era salito a bordo nel settembre 2011, ma dopo oltre un anno ha deciso di gettare la spugna, non avendo trovato una soluzione convincente.

Fresnadillo non è il primo regista ad essersi avvicinato al progetto: la lista comprende anche Justin Lin; il progetto torna dunque in alto mare, per quanto vi sia una già una sceneggiatura definitiva, firmata da Art Marcum e Matt Holloway, mentre per il ruolo del protagonista si parla da tempo di Ryan Reynolds.

Tra gli altri progetti in programma di Fresnadillo, regista di 28 Settimane Dopo, vi è anche un altro remake: quello de L’uomo dagli occhi a raggi X.

Fonte: Empire

Torna il Cinematographer’s Brunch

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Torna il Cinematographer’s Brunch

Torna il Cinematographer’s Brunch, domenica 6 ottobre presso la suggestiva location di Largo Venue a Roma.

Organizzato da Bladerunner in collaborazione con Fabrique du Cinéma e giunto alla sua quarta edizione, l’evento porta avanti l’obiettivo di promuovere la transizione ecologica nell’industria cinematografica italiana, riunendo professionisti del settore per discutere e adottare pratiche sostenibili sui set.

Questa edizione si arricchisce grazie alla presenza di personalità che hanno affrontato con carisma la lotta per l’ambiente: il Presidente del Consiglio Generale della Fondazione UniVerde, ex Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio; il Direttore di Teleambiente Stefano Zago; la delegazione dell’ONG Green Cross Italia fondata da Rita Levi-Montalcini (filiale nazionale della Green Cross International di Mikhail Gorbaciov); il Presidente di Retake Roma Cristiano Tancredi ed il Dirigente di Slow Food Alessandro Ansidoni.

La loro partecipazione testimonia l’importanza crescente dell’evento: nato nel settembre 2022 durante la 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Cinematographer’s Brunch si pone sempre più come anello di congiunzione tra produzioni cinematografiche e transizione ecologica, anche grazie al dialogo tra realtà di settore, maestranze e direttori della fotografia determinati ad esplorare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni audiovisive.

L’urgenza di un cambiamento è ormai ineludibile, come sottolineato nel corso della terza edizione dal noto geologo, divulgatore scientifico e saggista italiano Mario Tozzi. Con l’appuntamento del 6 ottobre 2024 la manifestazione promette di essere ancora più ambiziosa e fungere da catalizzatore per l’Agenda 2030, affrontando il tema del cambiamento climatico in modo diretto e concreto.

Il programma di quest’anno sarà moderato dalla giornalista Chiara Del Zanno (Rolling Stone, Fabrique du Cinéma) ed includerà installazioni artistiche – come la scenografia “Il Cubo” realizzata interamente con materiali riciclati – e performance dal vivo, tra cui quelle di Paolo Soloperto, del coreografo Michel Fuscaldo e dell’artista  Francesco Patanè.

Il talk “Eco Set” vedrà la partecipazione di esperti come Giacomo Spaconi, Lorenzo Vecchi (Zen2030) e Daniele Marrocu (Green Manager), che condivideranno le loro esperienze e visioni per un cinema più verde. Inoltre avrà luogo la premiazione dello Z-Pitch dell’accademia NABA.

La media partnership con Teleambiente e Luce Mag consentirà una diffusione più ampia dei contenuti sviluppati durante l’evento. Tra i partner enogastronomici: la “Cantina Planeta” e la “Tenuta Le Quinte”. La giornata si concluderà con un concerto live, offrendo un momento di svago dopo un’intensa giornata di discussioni e scambi di idee.

Torna il cinema al MAXXI, mercoledì Nebraska

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Torna il cinema al MAXXI, mercoledì Nebraska

maxxiDa febbraio ad aprile torna Cinema al MAXXI. La manifestazione a cura di Mario Sesti ospiterà retrospettive, incontri con attori e registi, documentari, prime visioni, approfondimenti e film per famiglie in collaborazione con Alice nella città.

Mercoledì 15 gennaio, Fondazione Cinema per Roma e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo organizzeranno, in collaborazione con Lucky Red, l’anteprima del film Nebraska di Alexander Payne. La pellicola, che ha partecipato in Concorso all’ultimo Festival di Cannes aggiudicandosi il premio per la Miglior interpretazione maschile, attribuito a Bruce Dern, sarà proiettata alle ore 21 presso la sala Auditorium del MAXXI. L’ingresso sarà gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili previo ritiro coupon a partire dalle ore 20. Nebraska sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire da giovedì 16 gennaio.

L’evento costituisce un’anticipazione del programma di Cinema al MAXXI, la manifestazione organizzata da Fondazione Cinema per Roma e MAXXI, curata da Mario Sesti, che nei mesi scorsi ha ottenuto grande successo di pubblico e che dal 5 febbraio al 5 aprile tornerà a proporre retrospettive, incontri con attori e registi, documentari e anteprime, in un’inconsueta e innovativa commistione fra cinema e spazi museali. Fra le novità, una programmazione domenicale dedicata alle famiglie – in collaborazione con Alice nella città – e un corso di formazione e “allenamento” di critica cinematografica.

Nebraska posterNEBRASKA – LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

di Alexander Payne, 2013, 115’

con Bruce Dern, Will Forte

Il vecchio Woody si incammina testardo per ritirare una fantomatica vincita alla lotteria: il figlio è costretto ad accompagnarlo per l’America e i luoghi del suo passato. Dal regista premio Oscar® di Sideways, un film di strada ugualmente divertente e malinconico con un mitico caratterista, Bruce Dern, che a Cannes ha vinto come migliore attore.

Torna Ghost Rider e questa volta è affamato di vendetta

Torna Ghost Rider e questa volta è affamato di vendetta

Uscirà il prossimo 17 febbraio negli Stati Uniti (e il 23 marzo sugli schermi italiani), Ghost Rider – Spirit of Vengeance, secondo film dedicato al supereroe ‘infernale’ creato dalla Marvel. Il protagonista Johnny Blaze, ritiratosi in una sorta di esilio forzato per poter tenere sotto controllo i propri demoniaci poteri, sarà costretto a tornare a vestire i panni dello Spirito della Vendetta dal teschio fiammeggiante per proteggere un bambino (e sua madre) e assieme a lui le sorti del mondo.

Nel ruolo dell’eroe ritroveremo Nicholas Cage, unico superstite del cast del precedente film, a fianco del quale ci saranno, tra gli altri, Violante Placido, Idris Elba (visto recentemente nel ruolo di Heimdall in Thor) e il redivivo Christopher Lambert. Spirit of Vengeance giunge a cinque anni di distanza dal precedente capitolo; molti i cambiamenti: alla regia in luogo di Mark Steven Johnson ci sono Mark Neveldine e Brian Taylor (Crank e Gamer); le riprese si sono spostate in Romania e Turchia dall’Australia del film precedente; ridotto anche il budget, passato dai 110 milioni di dollari del primo film ai 50 di Spirit of Vengeance.

L’operazione in effetti suscita qualche dubbio, specie alla luce dei risultati non certo esaltanti del primo Ghost Rider, che a mala pena superò i costi di produzione, ricevendo per lo più critiche negative. Contrastanti anche i giudizi degli spettatori ‘fumettofili’: a non convincere, più che la storia in se (lo spirito del personaggio fu tutto sommato centrato), fu la scelta di Cage, forse non azzeccatissima.

Il prossimo film promette di essere una variazione sul tema dell’eroe che, suo malgrado, diventa una sorta di angelo custode del bambino destinato a reggere le sorti del mondo, (immaginiamo con tanto di ‘coinvolgimento sentimentale’ con la madre del predestinato), con la ‘novità’ dei contorni demoniaci che il protagonista sarà costretto ad assumere per compiere la propria missione.

Vista così Ghost Rider – Spirit of Vengeance non appare destinato a raggiungere le ‘vette’ dei suoi recenti predecessori in tema di supereroi su grande schermo (e tutto sommato visto le dimensioni dello sforzo produttivo, non sembra mirare nemmeno a mirabolanti risultati), puntando, forse, ad essere una sorta di ‘contentino’ per i patiti del genere, dando loro qualcosa da ‘sgranocchiare’ in attesa del ben più lauto pasto che verrà loro offerto in primavera con i Vendicatori.

Torna Cinema al MAXXI: ecco il programma dal 7 febbraio al 28 marzo

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maxxiDopo il successo delle passate edizioni (che hanno accolto circa novemila spettatori proponendo in anteprima successi come Grand Budapest Hotel e 12 anni schiavo), torna la programmazione di Cinema al MAXXI, la manifestazione a cura di Mario Sesti organizzata da Fondazione Cinema per Roma, l’ente che realizza il Festival Internazionale del Film di Roma, e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Per quattro giorni alla settimana – lunedì, mercoledì, sabato e domenica – l’Auditorium del MAXXI si trasformerà nel più grande cineclub della Capitale e ospiterà un inedito palinsesto ricco di importanti anteprime, classici che hanno fatto la storia del cinema, film per famiglie in collaborazione con Alice nella città e un corso di formazione e “allenamento” di critica cinematografica. La nuova edizione di Cinema al MAXXI si arricchirà inoltre di nuovi appuntamenti: due esclusive performance di musica dal vivo che accompagneranno alcune pietre miliari del cinema muto (Silent Movie) e una rassegna di classici dell’animazione giapponese che nasce dall’esperienza del Cinema America Occupato.

“Sono lieta di presentare la terza edizione di Cinema al MAXXI – ha detto Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI – Questa è la casa della creatività contemporanea, luogo di ricerca, sperimentazione, confronto. Qui arte, architettura, design, fotografia, moda, teatro, danza e cinema sono in continuo dialogo. Sono inoltre particolarmente felice della collaborazione con il Cinema America Occupato, novità di questa edizione. Il cinema è arte. E a difesa di questa arte e di uno dei luoghi storici della capitale ad essa dedicato si sono mobilitati con successo i ragazzi del Cinema America, oggi benvenuti al MAXXI”.

“Durante le passate edizioni abbiamo accolto migliaia di spettatori – ha dichiarato Mario Sesti, curatore di Cinema al MAXXI – Molti dei film che abbiamo offerto in anteprima, a tutta la città, come in un piccolo festival, hanno segnato la scorsa stagione, si pensi a Grand Budapest Hotel o 12 anni schiavo. Non sono queste ragioni più che sufficienti per rilanciare l’iniziativa con un programma ancor più articolato e ambizioso? Il Festival di Roma e il MAXXI hanno unito le proprie forze, combinando due straordinarie esperienze culturali e organizzative: quella di una manifestazione che in brevissimo tempo si è imposta all’attenzione internazionale e quella del primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea. Tuttavia, il progetto culturale che intendiamo seguire ha anche l’obiettivo di valorizzare le esperienze di cinema più vive e interessanti sul territorio (come Alice nelle città e Cinema America Occupato), oltre a dar forma ad una offerta così ricca e versatile da attirare tutte le età: dai più piccoli alle famiglie, dagli appassionati agli adulti che cercano un cinema che tocca, scuote e risveglia”.

Cinema al MAXXI è realizzato grazie a Bim, Bolero Film, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Csc Production, Enanimation, Ermitage, Fondazione Cineteca Italiana, Fox, Gertie srl., Lucky Red, Mediaset, Myrafilm, Surf Film, Universal, The Walt Disney Company, Warner Bros..

Cinema al MAXXI è diviso in cinque sezioni: EXTRA, SILENT MOVIE, CLASSIC, ALICE FAMILY, AMERICA.

EXTRA

EXTRA ospiterà ogni mercoledì prestigiose anteprime dei più importanti distributori nazionali e internazionali, la maggior parte delle quali proposte in lingua originale con sottotitoli. Un cinema nuovo e inedito come quello di un festival: si inizia l’11 febbraio con White God – Sinfonia per Hagen di Kornél Mundruczó, vincitore a Cannes della sezione “Un certain Regard”. Il film sarà preceduto dal cortometraggio Panorama di Gianluca Abbate, premiato al Torino Film Festival.

La programmazione di EXTRA proseguirà con Il segreto del suo volto di Christian Petzold, uno dei film più amati dell’ultimo Festival di Roma; Vizio di forma – Inherent Vice di Paul Thomas Anderson, candidato a due premi Oscar, con un cast di star formato, tra gli altri, da Josh Brolin, Joaquin Phoenix, Benicio del Toro, Owen Wilson, Reese Witherspoon, Jena Malone; Wild, firmato da Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club, con due straordinarie interpreti entrambe in lizza per la statuetta dell’Academy, Reese Witherspoon e Laura Dern; Blackhat, l’atteso film che segna il ritorno dietro la macchina da presa del maestro Michael Mann, autore di Manhunter – Frammenti di un omicidio, L’ultimo dei Mohicani, Collateral.

SILENT MOVIE

I due appuntamenti del programma di SILENT MOVIE sono pensati per quanti non abbiano mai assistito a un film muto con l’accompagnamento musicale dal vivo, una consuetudine del cinema delle origini superata con l’avvento del sonoro. Il 7 febbraio alle ore 21, come evento inaugurale della nuova edizione di Cinema al MAXXI, si terrà “Teho Teardo – La retour à la raison – Musique pour trois films de Man Ray”: verranno infatti proiettatati tre cortometraggi di Man Ray, La retour à la raison, L’etoile de mer e Emak Bakia, accompagnati dalla musica di Teho Teardo, musicista e compositore, vincitore del David di Donatello per la colonna sonora de Il divo, candidato allo stesso premio per le musiche de L’amico di famiglia, La ragazza del lago e Diaz – Don’t Clean Up This Blood. L’artista friulano eseguirà dal vivo tre colonne sonore originali composte appositamente per i tre film di Man Ray, accompagnato da Stefano Azzolina alla viola e Elena Stabile al violino.

Il 14 marzo, il pubblico potrà assistere alla proiezione di Destino, primo grande successo internazionale di Fritz Lang, accompagnato dalla musica dal vivo del “Parco della Musica Contemporanea Ensemble” con il direttore artistico Oscar Pizzo affiancato da Lucio Perotti, Massimo Ceccarelli, Pietro Pompei, Luca Nostro, Filippo Fattorini, Alessio Toro.

CLASSIC

La sezione CLASSIC accoglierà alcuni capolavori realizzati da due grandi autori che hanno fatto, con originalità e passione, la storia del cinema: Ingmar Bergman e Marco Ferreri. Ogni sabato, alle ore 18 e alle ore 21, l’Auditorium del MAXXI ospiterà un duplice appuntamento per la serie “Bergman/Ferreri: archeologie del moderno”: da La grande abbuffata e Sussurri e grida, da Come in uno specchio a Ciao maschio, da A proposito di tutte queste… signore a L’ultima donna, da I Love You a Persona. Un viaggio fra solitudine e follia, a tratti ironico e grottesco,  attraverso lo sguardo di due registi in grado di portare sul grande schermo il racconto misterioso e affascinante della modernità: dall’analisi infinita della coscienza e della personalità del secondo dopoguerra alla scomparsa dell’uomo come centro di gravitazione del sapere e del mondo.

ALICE FAMILY

In collaborazione con Alice nella città, ALICE FAMILY accoglierà ogni domenica alle ore 16 una programmazione di titoli per famiglie che esplora la grande arte del cinema d’animazione di tutto il mondo, attraverso memorabili fiabe classiche e moderne di grande qualità.

Primo appuntamento domenica 8 febbraio: l’Auditorium del MAXXI ospiterà Il gatto con gli stivali, capolavoro di Kimio Yabuki e della Toei Animation, con un giovane Hayao Miyazaki fra gli animatori. Nei successivi appuntamenti verranno proiettati: Il gigante di ferro di Brad Bird, film tratto dal libro L’uomo di ferro di Ted Hughes; Gli allegri pirati dell’isola del tesoro di Hiroshi Ikeda, prodotto dalla Toei animation con la consulenza di Hayao Miyazaki, liberamente ispirato al romanzo “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson; Mià e il Migoù di Jacques-Rémy Girerd, vincitore dello European Film Award per il miglior film d’animazione; La regina delle nevi di Lev Atamanov, da una vecchia favola di Hans Christian Andersen, migliore film d’animazione alla Mostra di Venezia; e l’anteprima di Into the Woods di Rob Marshall, con un cast di eccezione formato da Meryl Streep, Johnny Depp, Emily Blunt, rivisitazione in chiave moderna delle fiabe più amate dei fratelli Grimm, da Cappuccetto rosso a Cenerentola. Il film, già candidato a tre Golden Globe, è ora in corsa per altrettanti Oscar (Migliore attrice non protagonista a Meryl Streep, Migliore scenografia, Migliori costumi).

AMERICA

In collaborazione con Cinema America Occupato, la sezione è curata da alcuni ragazzi che hanno resuscitato un cinema chiuso trasformandolo in un focolaio di grande passione per i film. Il programma omaggia la grande animazione giapponese, puntando i riflettori su un autore di culto come Hayao Miyazaki, premiato lo scorso novembre con l’Oscar alla carriera, sul figlio Goro e su alcune celebri produzioni dello Studio Ghibli. Primo appuntamento domenica 15 marzo alle ore 18 con La collina dei papaveri, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma, diretto da Goro Miyazaki, alla sua seconda regia dopo I racconti di Terramare, e scritto da Hayao Miyazaki. Seguiranno altri due film firmati da Hayao Miyazaki Principessa Mononoke, straordinario successo di botteghino, favola moderna sospesa fra animismo, scintoismo ed ecologia, e Porco Rosso, liberamente basato sul manga Hikōtei Jidai, creato dallo stesso regista.

“BELLA LA FOTOGRAFIA, BRAVI GLI INTERPRETI: COME DIVENTARE CRITICI CINEMATOGRAFICI IN POCHE ORE”

Dopo il successo della passata edizione, da lunedì 16 febbraio verrà riproposto il corso di formazione e “allenamento” di critica cinematografica, curato da Mario Sesti, dal titolo “Bella la fotografia, bravi gli interpreti: come diventare critici cinematografici in poche ore”. Nel primo incontro si getteranno le basi per la conoscenza del film come linguaggio e come racconto, nel secondo si svolgeranno esercitazioni concrete di critica applicata a sequenze cinematografiche, mentre il terzo e il quarto saranno dedicati alla lettura e al commento di testi scritti dai partecipanti; allo stesso tempo, si approfondiranno questioni teoriche e metodologiche legate alla lettura del film, all’evoluzione del suo linguaggio, alla scrittura di una recensione.

BIGLIETTERIA

– EXTRA 7€

– ALICE FAMILY 7€ / 5€ fino a 26 anni

– CLASSIC 5€ / due proiezioni 7€

– SILENT MOVIE 10€

– AMERICA 7€ / 5€ fino a 26 anni

– “BELLA LA FOTOGRAFIA, BRAVI GLI INTERPRETI: COME DIVENTARE CRITICI CINEMATOGRAFICI IN POCHE ORE” 9€ a lezione / 28€ corso completo

Torna “Wall Street” a Cannes

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Torna “Wall Street” e il momento non potrebbe essere piu’ indicato. La crisi mondiale fa sentire i suoi effetti: la strada verso il risanamento e’ lunga e faticosa come ricorda ogni giorno il presidente Obama. Oliver Stone dopo 20 anni pronto a raccontare che cosa e’ successo in questi due decenni anche se come suggerisce il sottotitolo ”Il denaro non dorme mai”. Protagonista ancora Michael Douglas, alias Gordon Gekko.

 

Torna “Wall Street” a Cannes

Torna “Wall Street” e il momento non potrebbe essere piu’ indicato. La crisi mondiale fa sentire i suoi effetti: la strada verso il risanamento e’ lunga e faticosa come ricorda ogni giorno il presidente Obama. Oliver Stone dopo 20 anni pronto a raccontare che cosa e’ successo in questi due decenni anche se come suggerisce il sottotitolo ”Il denaro non dorme mai”. Protagonista ancora Michael Douglas, alias Gordon Gekko.

 

Tormenti: recensione del film

Tormenti: recensione del film

Per la rubrica film d’animazione ecco la recensione di Tormenti di Filiberto Scarpelli, e basato su una sceneggiatura di Furio Scarpelli.

Tormenti  – L’inconfondibile voce di Omero Antonutti invade la piccola sala proiezioni della Casa del Cinema di Roma, al piano terra. Lo fa narrando una storia antica ed allo stesso tempo contemporanea che, sotto gli occhi dello spettatore, si trasforma in un dono pieno di poesia.

Tormenti, presentato al Festival del Cinema di Roma il 3 Novembre 2011 ed ultima sceneggiatura scritta da Furio Scarpelli, è diretto dal regista Filiberto, nipote del grande sceneggiatore. E’ un ‘film disegnato’ e non ‘d’animazione’ in cui l’attenzione per l’aspetto puramente formale, caratteristica quasi onnipresente nel cinema contemporaneo nostrano e mal tollerata da Scarpelli negli ultimi anni della sua vita, si fanno da parte, per cedere di nuovo alla storia il ruolo da protagonista. La vicenda si svolge durante il Ventennio fascista e narra le peripezie dell’avvocato Rinaldo Maria Bonci Paonazzi, protagonista viveur, narcisista, ottuso ed allo stesso tempo tragico, e della giovane ed ingenua stiratrice diciannovenne Eleonora, detta Lolli, sedotta dall’elegante ma vacuo Rinaldo che infine abbandonerà, per seguire l’idealista Mario Marchetti. Solo allora Rinaldo, rimasto solo a combattere con le proprie contraddizioni e con i fantasmi del passato si accorgerà di aver davvero amato la ragazza. Questa consapevolezza lo renderà folle ma paradossalmente più ‘intelligente’ di quanto non fosse mai stato… Sullo sfondo c’è una Roma che tenta di trasformarsi ad immagine e somiglianza del Duce, ma anche la guerra civile spagnola, occasione di ‘riscatto’ per molti italiani insofferenti al potere delle camicie nere.

Tormenti: recensione del film di Filiberto Scarpelli

A ‘dar voce’ alle illustrazioni, Luca Zingaretti (Rinaldo), Valerio Mastrandrea (Mario), Antonutti, nel ruolo del narratore, Elio Pandolfi, poliedrico interprete di diversi personaggi, ed un’indimenticabile Lolli-Alba Rorwacher.

I disegni di Furio Scarpelli, in mostra alla Casa del Cinema fino al 20 Novembre, avrebbero trovato un grande ammiratore in Federico Fellini che, nel celebre Libro dei Sogni, tratteggiò volti simili a quelli della prostituta spagnola Carmen che farà comprendere a Rinaldo che ‘non è necessario essere fascisti per amare la propria patria’…

Così la sceneggiatura di Furio, Filiberto e Giacomo Scarpelli, insieme alle musiche sapientemente composte da Bruno Moretti, ci regalano 80 minuti di ottimo cinema e dei personaggi che, forse più di attori in carne e ossa, appaiono circonfusi di ironica e struggente umanità.

Torino Film Festival: Wolf di Claudio Giovannesi premio speciale della giuria

Torino Film Festival-2013Wolf di Claudio Giovannesi ha vinto ex-aequo il Premio speciale della giuria della sezione italiana.doc del 31. Torino Film Festival. Il film, una coproduzione tra Italia e Repubblica Ceca, è prodotto da Istituto Luce Cinecittà, Vivo film, Produkce Radim Procházka e Česká televize, ed è distribuito da Luce-Cinecittà, che lo porterà in sala nei primi mesi del 2014.

Wolf racconta la storia del figlio di Benjamin Murmelstein, il rabbino capo di Vienna costretto dai nazisti a dirigere il ghetto di Terezin, tragica tappa di transito per i campi di sterminio e luogo di morte per migliaia di ebrei. Una figura paradossale di uomo obbligato a lavorare per i propri carnefici, nel tentativo di evitare l’annientamento suo e di un’intera comunità, e accusato dopo la guerra di collaborazionismo, processato e assolto, ma perseguitato in vita da una fama controversa, sospetti e pregiudizi. Nel film di Giovannesi, Wolf Murmelstein, il figlio di Benjamin, è  protagonista della ricerca di riabilitazione del padre, ma anche di una lotta con i fantasmi di una storia dura e traumatica, e di una riconciliazione difficile con la propria comunità.

Un film che partendo dal tema della Shoah riesce a raccontare un rapporto a distanza e commovente tra un padre e un figlio, con un protagonista straordinario: un uomo maturo a confronto con i demoni dell’infanzia, i sensi di colpa, una memoria difficile, verso la speranza di una liberazione interiore.

Con il premio a Wolf prosegue un’annata importante per i film documentari di Luce-Cinecittà, dopo la vittoria ai David di Donatello e ai Nastro d’argento per il migliore film doc, e la presentazione proprio al Festival di Torino del nuovo listino di distribuzione documentari, con oltre 30 titoli in diffusione nelle sale nel 2014.

Un ulteriore grande successo che il Luce condivide con i co-produttori di Wolf Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, con David Meghnagi, che ha ideato il film e lo ha scritto insieme al regista, e con quanti, a partire da Claudio Giovannesi, hanno contribuito a questo meritatissimo premio.

Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

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Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

Il Torino Film Festival è sempre stato e resta un festival cinefilo e autoriale, una mostra e un concorso di film dallo spirito libero, originale, fresco, indipendente, graffiante. Questa edizione del TFF – diretta da Giulio Base – è in continuità con il passato e al tempo stesso stringe l’occhio alle nuove generazioni, capaci di vivere, interpretare e condividere quell’anima forte e di ricerca che il TFF ha sempre avuto e portato avanti.

“Il suo entusiasmo si tocca con mano. Lo abbiamo già visto e sono convinta che ne avremo prova ancora nei prossimi mesi: Giulio Base si dedicherà a questa nuova avventura con tutta la passione che da sempre nutre per il cinema, custodendo l’eredità del festival e contribuendo con le sue idee a dare ulteriore lustro e slancio a una rassegna che in Italia e dall’estero è vista come uno degli appuntamenti più attesi nel mondo del cinema. Puntare sui giovani, una chiave vincente” commenta il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. 

“Il festival di Giulio Base mantiene saldo il timone sull’anima fondante del TFF ma sicuramente saprà stupirci con delle importanti novità, interpretandolo con le sue tante anime di autore, regista, attore e produttore – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. Lo ha dimostrato sia nel suo progetto presentato in occasione del bando e lo confermerà, ne sono sicuro, anche da oggi in avanti. Non posso che augurare buon lavoro a lui e a tutta la squadra”.

“Mancano otto mesi al prossimo Torino Film Festival ma già si delineano le linee principali di questa edizione, nato dai giovani e per i giovani, e che ai giovani deve continuare a rivolgersi, utilizzando anche i nuovi linguaggi del cinema e le sue evoluzioni – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Resta un festival originale e indipendente, legato al territorio ma al tempo stesso capace di intercettare i grandi cambiamenti della critica cinematografica internazionale”.

“Ho visto nascere il Torino Film Festival, che allora si chiamava Festival Internazionale Cinema Giovani, ho respirato l’aria di quegli anni anche se ancora giovane, sono stato testimone del fermento e del cambiamento sociale e culturale nella Torino di inizio anni ’80 – racconta Giulio Base, direttore artistico del Torino Film Festival. L’ho seguito a distanza negli anni e ora essere qui è per me molto emozionante. Il 42° TFF l’ho costruita pezzo per pezzo, annodando idee, pensieri, contatti e desideri per dar vita a quella trama che è sicuramente uno dei sogni della mia vita”.

Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

INAUGURAZIONE

L’apertura del 42TFF avrà luogo il 22 novembre 2024 nella splendida cornice del Teatro Regio, una serata di charme che vedrà la proiezione di un film in anteprima internazionale e ospiti di livello nazionale e internazionale.

IL PROGRAMMA E LE SEZIONI 

La 42° edizione del Torino Film Festival sarà divisa in 6 sezioni per un totale di 120 film. Quattro le sezioni competitive: il concorso principale (16 film in anteprima mondiale o internazionale), il concorso documentari (16 titoli in anteprima italiana, senza distinzione tra italiani e internazionali), il concorso cortometraggi (24 titoli in anteprima europea, senza distinzione fra produzioni italiane o straniere) e il “leopardiano” Zibaldone (24 titoli in uno spazio totalmente libero ed eterogeneo, con titoli di ogni genere, senza nessun vincolo di durata, di formato, di data o di anteprima e prevederà un premio del pubblico). Due le sezioni non competitive: il fuori concorso (16 titoli) e la retrospettiva dedicata a Marlon Brando (24 titoli). 

LA SQUADRA 

La squadra è composta da giovani già con numerose esperienze alle spalle. Tre uomini e tre donne, con età compresa tra i 22 e i 32 anni, scelti perché capaci di raccontare e intercettare visioni, sguardi e linguaggi dei loro coetanei, senza però rinnegare il passato. Si rendono così, in qualche modo, intermediari e garanti nel preservare e mantenere vivo quello spirito originale e fresco che ha da sempre caratterizzato il TFF. I selezionatori del 42TFF sono, in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione.

MARLON BRANDO

Il grande omaggio a Marlon Brando (del quale quest’anno ricorre il centenario dalla nascita) comprende 24 titoli che ne ripercorrono la carriera dagli esordi del 1950 fino a una delle ultime interpretazioni del 1996. Carismatico e dotato di grande talento, Brando ha interpretato ruoli molto diversi tra loro, imponendo uno stile recitativo lontano dai canoni dell’epoca e che ha contribuito a consacrarlo come uno dei mostri sacri della storia del cinema.

Anche il manifesto della 42°edizione del TFF è dedicato Marlon Brando, ritratto nel 1972 sul set del controverso “Ultimo Tango a Parigi” diretto da Bernardo Bertolucci. È una delle rare foto in cui guarda direttamente dentro l’obiettivo, uno scatto complice e sornione, che seduce e mostra, senza mezzi termini, sua inarrivabile bellezza. (Ph. Eva Sereny / Iconic Images).

ACCESSIBILITÀ

Da quest’anno il TFF si impegna a essere anche un festival accessibile. Con l’associazione “+ Cultura Accessibile” si è deciso che tre titoli della retrospettiva dedicata a Marlon Brando saranno resi accessibili non solo alle disabilità motorie (lo sono già tutte le sale utilizzate) ma anche a quelle sensoriali e cognitive.

Torino Film Festival: presentato il programma della 40°esima edizione

La quarantesima edizione del Torino Film Festival si svolgerà dal 25 novembre al 3 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema – presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano – con la direzione artistica di Steve Della Casa che torna a dirigere la manifestazione a distanza di vent’anni. Consulenti della Direzione Artistica sono Luca Beatrice, Claudia Bedogni, Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, David Grieco Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio e Caterina Taricano, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e Luciano Sovena.

L’edizione 40 del Torino Film Festival segna il ritorno in sala del pubblico e a partire da questa prospettiva sono stati concentrati tutti gli sforzi proprio come scelta strategica da parte del Museo Nazionale del Cinema. La novità di Casa Festival, una cittadella del cinema aperta al pubblico e situata nel suggestivo scenario della Cavallerizza Reale nel centro di Torino, è a suo modo simbolica: il festival vuole coinvolgere la città, vuole che gli addetti ai lavori e gli artisti si mescolino con il pubblico come è avvenuto nella grande tradizione di questo festival.

La scelta di affidare l’immagine della quarantesima edizione a un artista di fama internazionale come Ugo Nespolo va nella stessa direzione. Nespolo ha molto frequentato il cinema e, per creare l’immagine del 40 TFF, ha voluto rendere omaggio ai grandi miti dell’immaginario cinematografico per realizzare elementi pop che vestiranno la città nei giorni del festival. E anche la scelta di inaugurare il festival stesso con un gala al Teatro Regio nel quale Hollywood Party (la storica trasmissione di cinema di Rai Radio3) parlerà a modo suo e con ospiti prestigiosi di un tema accattivante come il rapporto tra i Beatles, i Rolling Stones e il cinema, è una scelta al tempo stesso originale e pop. Madrina del festival sarà Pilar Fogliati, brillante talento dello spettacolo italiano tra piccolo e grande schermo che ha scelto il festival di Torino per la sintonia con la sua attività di attrice e autrice.

Tanti saranno gli ospiti, molto diversi tra loro ma tutti accomunati da un filo rosso. Non verranno a Torino per frequentare tappeti rossi, ma per parlare di cinema (del cinema che fanno o di quello che amano), e lo faranno di fronte a un vasto pubblico di appassionati. Da Malcolm McDowell (che festeggerà a Torino i 50 anni di Arancia meccanica e riceverà dal Museo Nazionale del Cinema la Stella della Mole) a Paola Cortellesi, da Toni Servillo a Mario Martone, da Stefano Bollani a Valentina Cenni, da Paolo Sorrentino a Sergio Castellitto, da Michele Placido a Noemi, da Francesco De Gregori a Marco D’Amore, da Marina Cicogna a Simona Ventura, da Vittorio Sgarbi a Morgan, da Gianluca Vialli a Roberto Mancini, da Louis Mandoki a Lamberto Bava: storie e idee diverse, tutte accomunate da un incontro pubblico e da un grande amore per la settima arte.

Poi ci sono i film. Tanti esordi e anteprime internazionali, molti titoli dei quali sentiremo parlare in futuro, e anche qualche gradito ritorno, come quello di Antonio Rezza che propone un film straordinario tornando nel festival che aveva vinto due volte negli anni Novanta. E poi ci sono le intersezioni, in particolare con la Film Commission, il Torino Film Lab e con il Torino Film Industry che quest’anno vedrà il TFF impegnato in prima persona.

Da sempre attento ai temi della sostenibilità ambientale il Torino Film Festival ribadisce la volontà ad impegnarsi in tal senso facendo proprie le buone pratiche indicate nella Guida Festival Green realizzata dall’AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema) e relative a 10  aree tematiche di intervento – dalla mobilità ai consumi energetici, passando per la sostenibilità alimentare e la produzione di un merchandising ecologico e riciclabile – per rendere un evento cinematografico più ecologico.

Sono questi gli elementi che caratterizzano il Torino Film Festival numero 40, il cui programma ricco, dettagliato e ambizioso potete leggere qui allegato. Un festival colto ma popolare, di ricerca ma divertente. Un festival che vuole essere una festa.

APERTURA 40 TORINO FILM FESTIVAL

Per la prima volta nella sua storia la serata inaugurale del Torino Film Festival, realizzata in collaborazione con il Teatro Regio, sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3, all’interno dello storico programma Hollywood Party che da trent’anni racconta il cinema alla radio, e sarà poi disponibile su RayPlaySound. L’idea è di raccontare per 70 minuti il rapporto tra i Beatles, i Rolling Stones e il cinema, con interviste e con filmati rari o inediti che saranno visibili per il pubblico in sala e saranno in audio per i radioascoltatori. I due gruppi più famosi del pop inglese hanno infatti un rapporto molto intenso con il cinema, che li ha visti attori e produttori nonché ovviamente autori di colonne sonore. Nella loro storia ci sono rapporti con Richard Lester, James Bond, Jean-Luc Godard, Mario Schifano, Jonas Mekas, Wim Wenders, Martin Scorsese oltre naturalmente a molti altri film e titoli. Un rapporto che sarà analizzato dai conduttori di Hollywood Party assieme a Malcolm McDowell, Noemi, Vincenzo Mollica, John Vignola, Francesco De Gregori e altri ospiti che si aggiungeranno.

  • BEATLES E ROLLING STONES AL CINEMA 25 novembre 2022, ore 19 Torino, Teatro Regio e in diretta su Rai Radio 3 – Hollywood Party

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Il concorso internazionale lungometraggi è composto di dodici film – opere prima, seconde o terze – sorrette da una visione del cinema che naturalmente si spinge verso il futuro, ma con radici ben salde e storie che sapranno far innamorare il pubblico. Nuovi autori, com’è tradizione del Torino Film Festival, che ci aspettiamo di trovare tra i maestri di domani, con il loro sguardo empatico sul reale, eccentrico, drammatico, politico, ribelle, dirompente, irriverente. Per questo ogni film ha un valore particolare e universale al tempo stesso, perché racconta storie in cui è facile identificarsi, ma che sanno essere strumento di riflessione sull’uomo, le società e i meccanismi relazionali in contesti e in paesi diversi. Un vero e proprio giro del mondo, dal Giappone alla Romania, dal Canada agli Stati Uniti, ma anche Svizzera, Ucraina, Nicaragua, Francia, Spagna, Argentina, Italia e Serbia, attraverso racconti di gioventù, non sempre crudeli, ma esemplari e vibranti. La vitalità del cinema contemporaneo è espressa, grazie a queste dodici opere, attraverso la capacità di interpretare quella ricerca continua che la settima arte porta avanti. Interrogativi lanciati come sfide o segnali, diretti a chi saprà accogliere le prime e avrà lo sguardo libero e fresco per decifrare i secondi.

  • FALCON LAKE di Charlotte Le Bon (Francia/Canada, 2022, DCP, 100′) Dalla graphic novel di Bastien Vivès. Due adolescenti, d’estate: la scoperta del desiderio e il fantasma del lago.
  • LA HIJA DE TODAS LAS RABIAS / DAUGHTER OF RAGE di Laura Baumeister (Nicaragua/Messico, 2022, DCP, 90′) Realismo magico in Nicaragua. Il viaggio di una bambina in un mondo ostile riscattato dalla fantasia.
  • KRISTINA / CHRISTINA di Nikola Spasic (Serbia, 2022, DCP, 90′) Ritratto in forma di docu-fiction di una sex worker transessuale serba. Un mélo raffinato e pittorico.
  • LA LUNGA CORSA / JAILBIRD di Andrea Magnani (Italia / Ucraina, 2022, DCP, 88′) Il cielo in una cella: tra coming of age surreale e fiaba carceraria, l’opera seconda di Andrea Magnani (Easy).
  • MAN AND DOG di Stefan Constantinescu (Romania/Bulgaria, 2022, DCP, 106′) Nel solco del miglior cinema rumeno contemporaneo. Un film teso, ambiguo, sul filo di una mutevole verità.
  • NAGISA di Takeshi Kogahara (Giappone, 2021, DCP, 87′) Il dolore mangia l’anima: quasi una ghost story persa nel tunnel del ricordo di una sorella scomparsa.
  • PALM TREES AND POWER LINES di Jamie Dack (USA, 2022, DCP, 110′) Un uomo e un’adolescente nella provincia americana. Sobrio e rigoroso, con un finale che non si dimentica.
  • PAMFIR di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk (Ucraina/Francia/Polonia, 2022, DCP, 106′) In una terra di riti pagani e suggestioni senza tempo un padre lotta per la sua famiglia.
  • LA PIEDAD di Eduardo Casanova (Spagna / Argentina, 2022, DCP, 84′) Sangue vermiglio e canti coreani in un mother-son horror comedy a metà tra il primo Almodóvar e Takashi
    Miike.
  • RODEO di Lola Quivoron (Francia, 2022, DCP, 110′) Un’opera prima ribelle e insolente fatta di sangue, asfalto e adrenalina.
  • UNREST di Cyril Schäublin (Svizzera, 2022, DCP, 93′) Nella Svizzera della seconda metà dell’Ottocento: essere padroni del tempo, contro il tempo del padrone.
  • WAR PONY di Riley Keough, Gina Gammell (USA, 2022, DCP, 115′) Camera d’Or a Cannes, il ritratto appassionante di una comunità di nativi americani.

CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI

È un dato di fatto acquisito: che lo si chiami (ancora o di nuovo) documentario o che lo si etichetti come cinema del reale, è soprattutto in questo ambito che l’arte cinematografica tenta di reinventarsi, dibattendosi alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi modi per raccontare il mondo, sbilanciando i rapporti tra fiction e non-fiction, provando a interpellare, inquadrare, sfidare una realtà che da un lato si trova maggiormente abitata da simulacri ingombranti, da dispositivi che la aumentano, la deformano, astraggono o cancellano, e dall’altro si sente minacciata da un senso di fine incombente, che si chiami pandemia, guerra o cambiamento climatico. Così il Concorso documentari internazionali è stato costruito come una mappatura delle forme possibili, delle certe tendenze del documentario, accogliendo film da tutto il mondo (dal Brasile al Portogallo, dall’Australia all’Argentina, dal Libano alla Cina), proponendo modi divergenti (dal documentario animato a quello d’osservazione, dal commento su materiale d’archivio al re- enactment, dalla sinfonia della città alla passeggiata), ma anche passando tra toni e registri opposti, umori da commedie o angosce apocalittiche. Otto film che finiscono per condividere – lo vedrete – un comune sentimento, la necessità di interrogarsi sui luoghi e sulle rovine del cinema e della Storia, l’esigenza di guardare con occhi nuovi quel che resta del mondo come lo conosciamo.

  • CORSINI INTERPRETA A BLOMBERG Y MACIEL di Mariano Llinás (Argentina, 2021, DCP, 100′) Il tango, il cantante, il poeta e il compositore: Mariano Llínas (La Flor) filma un film sull’Argentina e su un suo eroe – o forse un dittatore…
  • DRY GROUND BURNING di Adirley Queirós, Joana Pimenta (Brasile / Portogallo, 2022, DCP, 153′) Léa e le sue sorelle nel Brasile di Bolsonaro: tra western femminista e distopia carpenteriana.
  • ELSEWHERE STARTS HERE AND IT’S HAPPENING di Darik Janik (Australia, 2022, DCP, 63′) Un pittore e un fotografo vagano senza direzione nel tempo immobile della pandemia. Beckettiano.
  • OCTOPUS di Karim Kassem (Libano/USA, 2021, DCP, 65′) Beirut, qualche giorno dopo l’esplosione nel porto. Sinfonia di una città ferita.
  • PARKLAND OF DECAY AND FANTASY di Chenliang Zhu (Cina, 2022, DCP, 104′) Un ex parco giochi cinese, dimora di artisti e outsider, è infestato dai fantasmi.
  • RIOTSVILLE, USA di Sierra Pettengill (USA, 2022, DCP, 91′)
    Usa, anni 60: l’esercito fonda una città-set in cui mettere in scena gli scontri per i diritti civili.
  • SILVER BIRD AND RAINBOW FISH di Lei Lei (USA/Olanda, 2022, DCP (NO KDM), 104′)
    Memorie sotto la stella rossa: tra plastilina e patchwork, la lunga marcia animata della famiglia dell’autore nella Cina maoista.
  • WHERE IS THIS STREET? OR WITH NO BEFORE AND AFTER di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata (Portogallo/Francia, 2022, DCP, 88′) Il presente negli occhi del passato: tornare sui luoghi di Os verdes anos per rivedere Paulo Rocha e ritrovare Isabel Ruth.

CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI

Otto modi di declinare il documentario italiano per un Concorso che guarda la realtà contemporanea ripensando il passato, elaborando le esperienze soggettive e dialogando coi miti. Liberarsi nel senso quotidiano dell’esistere è la spinta che muove la Foga dei passi – Cinemavita percorsi da Francis Magnenot e Katia Viscogliosi tra Roma e Lione nei giorni del lockdown. Ma il confinamento è anche quello che ha offerto a Luca Ferri la distanza del mezzo per la narrazione della Vita terrena di Amleto Marco Belelli, meglio noto come il Divino Otelma. Così come ha dato al collettivo Santabelva l’occasione di confrontarsi col Corpo dei giorni di libertà vigilata garantiti dalla legge al terrorista nero Mario Tuti. Le esperienze personali sono trame di vita vissuta e filmata in tournée dagli attori dalla Cie du Passage di Neuchâtel, riscritta da Cosimo Terlizzi in Cinque uomini, un diario al di là della scena. Ma la biografia può anche essere trama di una narrazione di un gesto estremo nel dialogo tra Francesco Patierno e la scrittrice Fuani Marino da cui scaturisce Svegliami a mezzanotte. La Storia e le vite si intrecciano invece in N’en parlons plus di Cecile Khindria e Vittorio Moroni, sospeso sui ricordi di una famiglia di algerini harkis fuggita in Francia e rinchiusa in un campo di prigionia. E poi c’è il mito: che interroga il paesaggio siciliano, ritrovando attraverso i pupi di Mimmo Cuticchio i passi di Dante e Virgilio Sulle vie dell’inferno. E che contempla la forza primigenia delle fiamme dell’Etna, cercando una risposta al quesito posto da Giuseppe Spina e Giulia Mazzone in Dove vanno i vecchi dei che il mondo ignora?

  • CINQUE UOMINI, UN DIARIO AL DI LÀ DELLA SCENA / FIVE MEN, A DIARY BEYOND THE STAGE di Cosimo Terlizzi (Svizzera/Italia, 2022, DCP, 62′) Cinque attori, una videocamera, una tournée: tra scena, camerini e treni, Cosimo Terlizzi firma un altro diario di vita in corso d’opera.
  • CORPO DEI GIORNI di Santabelva (Italia, 2022, DCP, 96’) Un collettivo cinematografico e un terrorista all’ergastolo: un incontro/scontro sulla politica, ma anche sul senso del filmare.
  • DOVE VANNO I VECCHI DEI CHE IL MONDO IGNORA? di Giuseppe Spina, Giulia Mazzone (Italia, 2022, DCP, 67′) Sulle tracce di un’antica esplorazione, viaggio ipnotico nel tempo e nella materia dell’Etna.
  • FOGA DEI PASSI – CINEMAVITA di Francis Magnenot, Katia Viscogliosi (Italia/Francia, 2022, DCP, 97′) Una suite a tempo di vita (da lockdown): tra Roma e Lione, tra l’esistere e il filmare, una coppia di autori “fragili” ma tutt’altro che ingenui.
  • N’EN PARLONS PLUS di Cecile Khindria, Vittorio Moroni (Francia/Italia, 2022, DCP, 76′)
    Un viaggio alla ricerca delle proprie radici. E di una pagina dimenticata del conflitto tra Francia e Algeria.
  • SULLE VIE DELL’INFERNO di Mimmo Cuticchio (Italia, 2022, DCP, 52′) Nelle vene della Sicilia, seguendo i passi di Dante e Virgilio: i pupi di Mimmo Cuticchio rileggono la Divina
    Commedia.
  • SVEGLIAMI A MEZZANOTTE di Francesco Patierno (Italia, 2022, DCP, 71′) Dal romanzo di Fuani Marino, l’esplorazione di un dolore inesprimibile negli archivi della memoria e dell’inconscio.
  • VITA TERRENA DI AMLETO MARCO BELELLI di Luca Ferri (Italia, 2022, DCP, 98′) Tutto quello che avreste voluto sapere sul Divino Otelma. Da Luca Ferri, strutturalista e surrealista.

DOCUMENTARI ITALIANI | Fuori Concorso

  • EROINA – LA GENERAZIONE PERDUTA di Marco Turco (Italia, 2022, DCP, 75′- Storia d’Italia all’epoca della tossicodipendenza e di Carlo Rovina, il giornalista che capì tutto ma non riuscì a starne alla larga.
  • UNA GIORNATA NELL’ARCHIVIO PIERO BOTTONI di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti (Italia, 2022, DCP, 35′) e
  • POST-PROD di Lorenzo Casali (Italia, 2022, DCP, 43′ circa) Come ti reinvento il film su commissione: due brevi documentari sul ripensamento (politico) dei luoghi,
    sullo spazio che si fa Storia.
  • PARLATE A BASSA VOCE di Esmeralda Calabria (Italia, 2022, DCP, 81′)
    Albania, oggi. Il peso della memoria a trent’anni dalla caduta del regime comunista.

SPAZIO ITALIA

Da grande tradizione del Torino Film Festival la sezione competitiva dedicata ai cortometraggi italiani è sempre stata concepita come una palestra vivace e dinamica all’interno della quale osservare i primi movimenti e le sperimentazioni iniziali di giovani autori che si affacciano al mondo del cinema, mescolandoli, in alcuni casi, alle prove di registi più noti. Un modo per dare vita a un circolo virtuoso in cui non solo far convivere generazioni differenti, ma poter proporre al pubblico anche una selezione versatile di opere dagli approcci diversi, e in cui accostare felicemente il cinema narrativo a quello più sperimentale. Seguendo queste coordinate sono stati pensati quindi i tre programmi di film che compongono la sezione, e che sono stati divisi in tre giornate – fuori concorso c’è anche Essere oro di Valentina Cenni, esempio di una collaborazione ad alto livello (il film vede coinvolti Stefano Bollani, Luca Bigazzi, Giorgio Tirabassi) che rende il corto una vera e propria case history e che come tale sarà presentata. Gli altri diciotto cortometraggi sono invece tutti in gara e si diversificano sia per genere sia per le storie che raccontano. Una festa dello sguardo dove rintracciare le idee e i talenti del cinema di domani.

Concorso Cortometraggi Italiani

Programma 1

Immagini celibi, decomposizioni, paesaggi di nero carbone, coming of age, scoperte dell’animo, humor nero.

  • PERPENDICOLARE AVANTI di Federica Foglia (Canada/Italia, 2022, DCP, 15′)
  • AUTORITRATTO ALL’INFERNO di Federica Foglia (Canada/Italia, 2022, DCP, 8′)
  • SIRENS di Ilaria Di Carlo (Germania/Italia, 2022, DCP, 13′)
  • LA COPIA PERFETTA di Riccardo Lanaia (Italia, 2022, DCP, 15′)
  • CICCIOLINA POCKET di Claudio Casazza (Italia, 2022, DCP, 16′)
  • PIZZA PANIC di Leonardo Malaguti (Italia, 2022, DCP, 15′) IL PICCOLO GOLEM di Federica Quaini (Italia, 2022, DCP, 21′)

Programma 2

Storie di mari e di balene, di attesa e adattamento, inganni amorosi, corse in auto e viaggi nelle immagini.

  • LA VIA DEL FERRO di Francesco Cannavà (Italia, 2022, DCP, 22′)
  • BALAENA di Alessia Cecchet (USA/Italia, 2022, DCP, 8′)
  • KM 9 di Filippo Valsecchi (Italia, 2022, DCP, 12′)
  • FINITE EYES di Clemente Ciarrocca (Italia, 2022, DCP, 25′)
  • LO SGUARDO ESTERNO di Peter Marcias (Italia, 2022, DCP, 21′)
  • L’ANNIVERSARIO di Marius Gabriel Stancu (Italia, 2022, DCP, 15′)

Programma 3

Opposti che si incontrano/scontrano: realtà e finzione, vita e morte, ironia e severità, l’uomo e la donna.

  • CANINE di Lorenzo Mandelli (UK/Italia, 2022, DCP, 19′)
  • ZIO PALMIRO di Luca Sorgato (Italia, 2022, DCP, 15′)
  • UGHETTO FORNO – IL PARTIGIANO BAMBINO di Fabio Vasco (Italia, 2022, DCP, 15′)
  • OLD TRICKS di Edoardo Pasquini, Viktor Ivanov (Italia/Bulgaria, 2022, DCP, 6′)
  • RITIRATA di Gianmarco Di Traglia (Italia, 2022, DCP, 11′)

Cortometraggi Italiani | Fuori Concorso

  • ESSERE ORO di Valentina Cenni (Italia, 2022, DCP, 15’) Una bambina, un sogno, una fiaba. Una case history per un cortometraggio particolare, raccontata da Valentina Cenni con Stefano Bollani, Giorgio Tirabassi, Luca Bigazzi

FUORI CONCORSO

Spazio aperto per eccellenza, il fuori concorso del Torino Film Festival presenta quest’anno una selezione particolarmente ricca e articolata, che offre una mappatura delle principali linee di tendenza del cinema contemporaneo. Quattro i pilastri attorno a cui ruota la sezione: il ritorno dei grandi autori e amici del festival (Werner Herzog, Aleksandr Sokurov, Jerzy Skolimowski, Alain Cavalier, Lav Diaz, Antonio Rezza, Sebastien Betbeder, Daniele Vicari, Christophe Honoré, Pappi Corsicato, Alain Guiraudie); la scoperta o la conferma di una nuova promettente generazione di cineasti internazionali (Santiago Mitre, Davy Chou, Hlynur Palmason, Alain Ugetto, Chie Hayakawa); il cinema di genere, declinato in tutte le sue possibili formulazioni (dalla commedia d’epoca di Pinball – The Man Who Saved the Game all’horror tutto al femminile di Nocebo, passando per il thriller -splatter coreano Wolf Hunting Project, la fantascienza sghemba di Quentin Dupieux, il poliziesco australiano The Stranger, fino al peplum croato Illyricum); e la produzione hollywoodiana della stagione, tra cui gli attesissimi Empire of Light di Sam Mendes, She Said di Maria Schrader e Daliland di Mary Harron. Senza dimenticare la serialità televisiva italiana (Bad Guy e Il nostro generale) e l’omaggio a Mike Kaplan, produttore di Robert Altman, che al festival presenterà due documentari realizzati negli anni novanta, tra cui Luck, Trust & Ketchup sulla lavorazione di America Oggi.

  • L’AMITIÉ di Alain Cavalier (Francia, 2022, DCP, 124′) L’amicizia secondo Alain Cavalier: tre ritratti guidati dal piacere della condivisione. Senza nostalgia.
  • THE BAD GUY di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi (Italia, 2022, DCP, 100′) Un giudice può diventare un criminale? La mafia può distruggere completamente gli uomini che le danno la caccia? Una serie thriller senza esclusione di colpi, con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi.
  • IL CRISTO IN GOLA di Antonio Rezza (Italia, 2022, DCP, 78′) Il Vangelo secondo Antonio Rezza, già Leone d’oro per il teatro: un film comico, satirico, tragico, religioso.
  • DALILAND di Mary Harron (USA/Francia/UK, 2022, DCP, 104′) Dalla regista di American Psycho, un ritratto inedito di Salvador Dalì e la moglie Gala. Con Ben Kingsley e
    Barbara Sukowa.
  • EMPIRE OF LIGHT di Sam Mendes (UK/USA, 2022, DCP, 119′) L’atteso ritorno di Sam Mendes. Una lettera d’amore al cinema illuminata dalla performance di Olivia Colman.
  • EO di Jerzy Skolimowski (Polonia/Italia, 2022, DCP, 88′) Premio della Giuria al 75° Festival del Cinema di Cannes, l’asinello EO emoziona quanto il suo celebre antenato Balthazar.
  • FAIRYTALE di Aleksandr Sokurov (Russia/Belgio, 2022, DCP, 78′) Stalin, Hitler, Churchill e Mussolini alle porte del paradiso: una bolgia in deep fake.
  • THE FIRE WITHIN: A REQUIEM FOR KATIA AND MAURICE KRAFFT di Werner Herzog (UK/ Svizzera, 2022, DCP, 81’) Un omaggio di spettacolare bellezza in memoria di due vulcanologi, perfetta incarnazione dell’eroe herzoghiano.
  • FUMER FAIT TOUSSER di Quentin Dupieux (Francia, 2022, DCP, 80′) Il senso per l’assurdo di Dupieux al suo apice: un gruppo di supereroi sfigati racconta storie dell’orrore.
  • GODLAND di Hlynur Pálmason (Danimarca/Islanda/Francia/Svezia, 2022, DCP, 142′)
    Un prete-fotografo danese nell’ostile terra d’Islanda di fine Ottocento: there will be blood.
  • ILLYRICVM di Simon Bogocević Narath (Croazia/Slovenia, 2022, DCP, 95′) Illiria, i dominatori romani considerano i Liburni selvaggi barbari, per poi scoprire che non sono così diversi da loro.
  • LE LYCÉEN / WINTER BOY di Christophe Honoré (Francia, 2022, DCP, 122′) Il racconto d’inverno di Christophe Honoré: un film sul lutto, il desiderio, i legami familiari.
  • MANODOPERA – INTERDIT AUX CHIENS ET AUX ITALIENS di Alain Ughetto (Italia/Francia/Svizzera,2022, DCP, 70′) L’emigrazione italiana in Francia in un film in stop motion poetico e personale. Premio della giuria ad Annecy.
  • NOCEBO di Lorcan Finnegan (USA/Irlanda/Filippine, 2022, DCP, 97′) Allucinazioni, tremori e dolori scuotono Eva Green in questo horror filippino irlandese tutto al femminile.
  • IL NOSTRO GENERALE di Lucio Pellegrini, Andrea Jublin (Italia, 2022, DCP, 105′) Una fiction RAI per raccontare un grande servitore dello stato ucciso dalla mafia. Con Sergio Castellitto,
  • Antonio Folletto, Teresa Saponangelo LUCK, TRUST & KETCHUP di Mike Kaplan (USA, 1993, DCP, 99′) Sul set di America oggi, Robert Altman e i suoi attori si interrogano sulla grande impresa di portare sullo schermo l’opera di Raymond Carver.
  • ORLANDO di Daniele Vicari (Italia, 2022, DCP, 122′) Il campagnolo Michele Placido e una bimba metropolitana. In comune hanno una storia. E un regista che sa raccontare.
  • PEQUEÑA FLOR / PETITE FLEUR di Santiago Mitre (Francia/Argentina/Belgio/Spagna, 2022, DCP, 98′)Per uccidere la routine, riammazza il vicino… Sul corpo di Melvil Poupaud, una commedia grand guignol scritta da Mariano Llínas.
  • PERFETTA ILLUSIONE di Pappi Corsicato (Italia, 2022, DCP, 88′) A 10 anni da Il volto di un’altra, il ritorno al cinema di fiction di uno dei massimi inventori di forme del
    nostro cinema.
  • PINBALL – THE MAN WHO SAVED THE GAME di Austin Bragg, Meredith Bragg (USA, 2022, DCP, 94’ circa) New York, il flipper è fuorilegge. Un giornalista, fan del gioco, combatte la follia. Incredibile storia vera.
  • PLAN 75 di Chie Hayakawa (Giappone/Francia/Filippine, 2022, DCP, 108′) Futuro prossimo: troppi anziani. Il governo decide di promuovere un piano per l’eutanasia degli over 75.
  • PROJECT WOLF HUNTING di Hongsun Kim (Corea del Sud, 2022, DCP, 121′)
    Una nave cargo che trasporta pericolosi criminali precipita nel caos. Il thriller più violento dell’anno.
  • RETOUR À SÉOUL / RETURN TO SEOUL di Davy Chou (Francia/Germania/Belgio, 2022, DCP, 119′) La distanza delle origini: da Parigi a Seoul, la storia di una figlia lost in translation.
  • SHE SAID / ANCHE IO di Maria Schrader (USA, 2022, DCP, 128′)
    Nella tradizione del cinema liberal americano, un film inchiesta sul caso Weinstein che ha dato il via al #metoo.
  • THE STRANGER di Thomas M. Wright (Australia, 2022, DCP, 117′) Nelle notti dei deserti australiani, una sorprendente caccia di polizia che è una messa in scena alla Mamet.
  • A TALE OF FILIPINO VIOLENCE di Lav Diaz (Filippine, 2022, DCP, 412′) Il nuovo importante capitolo sulla storia delle Filippine nell’opera didattico-epico-poetica di Lav Diaz.
  • TOUT FOUT LE CAMP / THICK AND THIN di Sébastien Betbeder (Francia, 2022 , DCP, 94′)
    Betbeder torna al Torino Film Festival (dopo averlo vinto nel 2013) con un road movie dolcemente stralunato e teneramente grottesco.
  • THE SHARPEST GIRL IN TOWN di Mike Kaplan (USA, 1999, DCP, 77′)
    Mike Kaplan racconta Ann Sothern, attrice straordinaria degli anni 30 che conclude la sua carriera con il capolavoro Le balene d’agosto di Lindsay Anderson.
  • VIENS JE T’EMMÈNE / NOBODY’S HERO di Alain Guiraudie (Francia, 2022, DCP, 100′) Ci sono un innamorato, un arabo, una prostituta e uno sguardo unico e originale sulle nevrosi della società contemporanea.

FUORI CONCORSO | Personale Carlos Vermut

Uno dei mandati del festival, una delle sue missioni, è anche e soprattutto quello di scoprire un cinema nuovo, nuovi autori, nuove idee. Per questo era importante omaggiare e approfondire l’opera di un cineasta contemporaneo che ci piacesse, un regista possibilmente non conosciuto e studiato in Italia, ma che fosse in grado di mettere in forma, capire e segnare lo spirito del tempo. La scelta è caduta su Carlos Vermut, classe 1980, di Madrid, la cosa migliore accaduta al cinema spagnolo nel secolo in corso (parola di Pedro Almodóvar, che ha paragonato il suo Magical Girl a capolavori di Erice e Zulueta). Primi passi nel fumetto, poi nel cinema di breve metraggio a bassissimo costo, Vermut intreccia umori pulp in intricate trame da soap opera, propone un cinema dalle tematiche estreme con una rigorosa economia di messa in scena (figlia della graphic novel quanto del grande cinema americano), può essere associato, di film in film, a Tarantino quanto a Bergman, a Lang quanto a De La Iglesia, a Cronenberg quanto a Fassbinder, e mentre chiude in geometrie deterministiche e implacabili il destino della sua umanità è in grado di coglierne tutti i paradossi, le radici del passato che asfissiano il presente, i desideri che confliggono con il comune senso della morale, la sofferenza e la necessità dei legami e dei rapporti di potere. In questa personale proponiamo i quattro lungometraggi dell’autore, da Diamond Flash, culto sotterraneo distribuito principalmente tramite internet, all’ultimo Manticora, il suo capolavoro, passando per il film della consacrazione Magical Girl (Concha de Oro a San Sebastian) e a Chi canterà per te.

  • MANTÍCORA / MANTICORE di Carlos Vermut (Spagna, 2022, DCP, 115′)
    Tra Lang e Cronenberg, un mélo che comincia con un incendio ma si congela in perturbanti geometrie. L’amore è più freddo della morte.
  • QUIÉN TE CANTARÁ / Tit.it.: CHI CANTERÀ PER TE di Carlos Vermut (Spagna/Francia, 2018, DCP, 125′) Eva dentro Eva: una cantante che perde la memoria, una fan che prova a ricordarle cosa significa essere sé stessa.
  • MAGICAL GIRL di Carlos Vermut (Spagna/Francia, 2014, DCP, 127′) Vincitore al festival di San Sebastian, amato da Pedro Almodóvar, un noir angosciante e laconico, un gioco a incastri che non lascia scampo.
  • DIAMOND FLASH di Carlos Vermut (Spagna, 2011, DCP, 128′) Dal fumetto ai corti, e finalmente al lungo: Vermut esordisce con un intreccio impossibile tra il pulp e la
    telenovela.

FUORI CONCORSO | Favolacce

Il cinema è affabulazione. Come gli sciamani di un tempo i registi cercano di catturare la nostra attenzione attraverso nuove fiabe. Che spaziano. Possono infatti svolgersi in un  carcere futuribile dove i detenuti vengono fatti sprofondare nel sonno oppure in un bosco toscano dove uno “stonato” e una ragazza russa già internata in ospedale psichiatrico possono vivere per sempre “felici e contenti” a dispetto di tutti i benpensanti. E ancora si possono trovare i membri di una famiglia che si ritrovano per un lutto o invece
altri che hanno vissuto e subito tra le mura domestiche i dogmi della militanza comunista. Storie, storie italiane che scavano nel tessuto sociale per trovare nuovi umori o nuovi amori.

  • LA CACCIA di Marco Bocci (Italia, 2022, DCP, 100′) Una favola nera, una spiazzante e grottesca faida familiare che lascia con il fiato sospeso fino all’ ultimo fotogramma.
  • IPERSONNIA di Alberto Mascia (Italia, 2022, DCP, 100′) Italia, futuro prossimo. A ogni detenuto la sua pena, quantificabile in anni di sonno coatto. Un incubo sci-fi, con Stefano Accorsi.
  • I PIONIERI di Luca Scivoletto (Italia, 2022, DCP, 86′) Un’estate anni 80, un racconto di formazione che mette insieme la fine del comunismo e la fuga di un adolescente.
  • I SOGNI ABITANO GLI ALBERI di Marco Della Fonte (UK, 2022, DCP, 112′) Due anime affini che si incontrano, una comunità che le respinge. Una storia struggente sul diritto all’amore.

FUORI CONCORSO | Ritratti e paesaggi

Il più famoso ritratto del mondo è italiano. E dietro Monna Lisa si intravede un paesaggio. Su chi fosse la donna e dove in realtà sia lo sfondo si sono arrovellati in molti. Non avendo un Leonardo a disposizione (ma i nomi di rilievo non mancano) il Torino Film Festival fornisce allora già tutti gli elementi che permettono di conoscere un cantante confidenziale (Achille Togliani), una cantante folk (Rosa Balistreri) un musicista jazz (Piero Umiliani), un poeta regista (Pier Paolo Pasolini), un poeta editore (Lawrence Ferlinghetti, il babbo era di Brescia), un polemista (Vittorio Sgarbi), un radicale (Marco Pannella), i ragazzi, cresciuti, della 3° B (quelli di Io speriamo che me la cavo). Poi come paesaggi propone anche escursioni verso Napoli (magica), Bologna (cinematografica), Genova (calcistica), il Sud arcaico di Villamarosa, oltre a una gita in montagna per redimersi.

  • THE BEAT BOMB di Ferdinando Vicentini Orgnani (Italia/Argentina, 2022, DCP (KDM), 83’) Pittore, poeta, editore, libraio, divulgatore della Beat Generation. L’avventura centenaria di Ferlinghetti.
  • LA BELLA STAGIONE di Marco Ponti (Italia, 2022, DCP, 95’) La Sampdoria dello scudetto, Vialli, Mancini, Boskov e il neo acquisto russo raccontati come una pagina epica del calcio italiano.
  • MARCO INEDITO: DAGLI ULTIMI CENTO GIORNI DI MARCO PANNELLA di Simona Ventura (Italia, 2022, DCP, 55’) Gli ultimi giorni di vita di Marco Pannella, leone della politica italiana, raccontati con materiali di repertorio mai visti e interviste inedite. Un ritratto sorprendente.
  • IL MODERNISSIMO DI BOLOGNA di Giuseppe Schillaci (Italia/Francia, 2022, DCP, 54’). Non si cede al sonno nelle magiche notti bolognesi.
  • NAPOLI MAGICA di Marco D’Amore (Italia, 2022, DCP, 90’) Marco D’Amore racconta a modo suo una Napoli molto diversa dagli stereotipi abituali. Un racconto fresco
    e mai banale.
  • NOI CE LA SIAMO CAVATA di Giuseppe Marco Albano (Italia, 2022, DCP, 72’) I protagonisti di Io speriamo che me la cavo ritrovati tanti anni dopo quel film che fece epoca, con l’ultima intervista al premio Oscar Lina Wertmüller.
  • PARLAMI D’AMORE di Adelmo Togliani, Daniele Di Biasio (Italia, 2022, DCP, 70’) Padre, ma soprattutto icona: Achille Togliani. Bell’uomo, cantante, attore, seduttore in un ricco ritratto inedito.
  • PIER PAOLO PASOLINI – UNA VISIONE NUOVA di Giancarlo Scarchilli (Italia, 2022, DCP, 72’) Pasolini incontra i grandi protagonisti del cinema italiano come Bertolucci, Ferretti, Morricone e Donati.
  • RENDENZIONE di Maria Martinelli (Italia, 2022, DCP, 93’)
    Un amore che finisce, una fuga che (forse) non riesce, un paesaggio che si proietta dentro l’anima.
  • ROSA – IL CANTO DELLE SIRENE di Isabella Ragonese (Italia, 2022, DCP, 52’) Esordio alla regia di Isabella Ragonese. Un intenso e vibrante ritratto della cantante Rosa Balistreri, simbolo di lotta e di resistenza.
  • IL SORRISO DI SAN GIOVANNI di Ruggero Cappuccio, Nadia Baldi (Italia, 2022, DCP, 90’) Siamo nel 1943, il mondo sta cambiando, il bello e l’utile entrano in conflitto. Dal direttore del Napoli Teatro Festival.
  • IL TOCCO DI PIERO di Massimo Martella (Italia, 2022, DCP, 112’) Piero Umiliani, un jazzista geniale, rivive attraverso i ricordi ma soprattutto la sua indimenticabile musica per il cinema.
  • TRA NOI E LA RABBIA di Gianni Ubaldo Canale (Italia, 2022, DCP, 54’) I ragazzi del 2022 riflettono su quanto è avvenuto 20 anni prima a Genova durante il G8.
  • VITTORIO SGARBI – IN UN TEMPO FUORI DAL TEMPO di Elisabetta Sgarbi (Italia, 2022, DCP, 60’) Un racconto polifonico per un ritratto impossibile che dalle acque del Po confluisce a Milano.

FUORI CONCORSO | Dei conflitti e delle idee

Focus speciale della quarantesima edizione, Dei conflitti e delle idee intercetta una tendenza forte della produzione documentaria italiana del 2022, ovvero la riflessione storico/politica sul passato più o meno recente del nostro paese. Le sei opere presenti nella sezione rievocano, ciascuna secondo la propria sensibilità artistica, importanti passaggi storici e fenomeni sociali avvenuti tra XX e XXI secolo: dagli anni di piombo, visti da opposte fazioni, alle esperienze di governo locale di Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista di Napoli, passando per la caduta del muro di Berlino fino ai Movimenti No TAV e Fridays For the Future. Un confronto serrato, esigente, senza sconti con il mondo delle idee e dell’agire politico, che racconta in filigrana il tramonto delle utopie novecentesche e le riformulazioni ideologiche avvenute nel passaggio al nuovo secolo. Uno sguardo rivolto indietro per orientarsi nell’agone contemporaneo.

  • COMUNISTI di Davide Crudetti (Italia, 2022, DCP, 20’)
    L’eredità familiare e storica del Partito comunista italiano, in un affettuoso e morettiano omaggio ai propri
    genitori.
  • OK BOOMER di Andrea Gropplero di Troppenburg, Gianfranco Pannone (Italia, 2022, DCP, 77’) Tra i ricordi di un inverno berlinese e lo smarrimento del presente. Cosa resta delle utopie novecentesche nel passaggio generazionale?
  • LA GIUNTA di Alessandro Scippa (Italia, 2022, DCP, 78’) Napoli rossa. 1975-1983: gli anni della giunta comunista di Maurizio Valenzi ricostruiti dal figlio di Maurizio Scippa, uno dei protagonisti di quella storia.
  • L’IRRIDUCIBILE di Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (Italia, 2022, DCP, 78’)
    Senza pietà: ricordi a mente fredda di Vincenzo Vinciguerra, il neofascista condannato  all’ergastolo per la Strage di Peteano.
  • LOTTA CONTINUA di Tony Saccucci (Italia, 2022, DCP, 105’) Il maggiore tra i gruppi nati dopo il ’68 raccontato da chi vi ha partecipato ma anche da chi ne dà un giudizio
    molto severo. Con Erri De Luca, Gad Lerner, Gianpiero Mughini.
  • LA SCELTA di Carlo Augusto Bachschmidt (Italia, 2022, DCP, 83’) Dentro il movimento No TAV: storie, volti, luoghi di dieci anni di lotte politiche.

FUORI CONCORSO | Torinofilmlab

Il Torino Film Lab è una fucina preziosa di talenti e un laboratorio molto attivo per il sostegno offerto a registi, sceneggiatori, produttori e professionisti di tutto il mondo. Tra le molte opere che ha contribuito a far nascere nell’ultimo anno ci sono i quattro film presenti al 40 Torino Film Festival (tutti esordi), già reduci da uno straordinario successo di pubblico e di critica nei festival internazionali, dove sono stati proposti. O acidente del brasiliano Bruno Carboni è una variazione sul tema del caso, che cambia i percorsi delle cose seguendo un preciso, quanto imprevedibile disegno. Runner della statunitense Marian Mathias è il racconto di una fuga esistenziale prima ancora che fisica. Un varon di Fabián Hernández si immerge in uno dei quartieri più pericolosi di Bogotà, tra criminalità minorile e spaccio di droga. The Woodcutter Story, infine, di Mikko Myllylahti ci propone una filosofia di vita surreale e squisitamente finnica.

  • O ACIDENTE / THE ACCIDENT di Bruno Carboni (Brasile, 2022, DCP, 95’)
    Il caso, il destino: in questo intenso esordio un banale incidente in bicicletta stravolge la vita di due famiglie.
  • RUNNERdi Marian Mathias (USA/ Francia/ Germania, 2022, DCP, 76’)
    Un esordio di rara raffinatezza visiva che racconta il Midwest degli Stati Uniti.
  • UN VARON/ A MALE di Fabián Hernández (Colombia/ Francia/ Olanda/ Germania, 2022, DCP, 82’)Cosa significa oggi essere un vero uomo per un adolescente in Messico?
  • THE WOODCUTTER STORY di Mikko Myllylahti (Finlandia/ Danimarca/ Olanda/ Germania, 2022, DCP, 98’) Stravagante favola sul senso della vita, in stile finnico, con personaggi surreali e situazioni imprevedibili.

FUORI CONCORSO | Fedeli alla linea

Una giornata dedicata al cinema sperimentale italiano, quello che, in maniera di frequente totalmente autarchica, continua da anni a immaginare un nuovo cinema possibile, un rapporto con le immagini differente, non necessariamente narrativo, e un dialogo con la realtà che non sempre ha a che fare con la registrazione. Un cinema che volevamo presente al Festival, fatto da registi cocciuti e inesausti, fedeli alla linea per l’appunto, che da anni lavorano a opere fuori formato e fuori mercato, in dialogo con l’arte pittorica, il teatro e la performance, o a un passo dalla musica. E allora eccoli, i nostri autori: Michele Sambin, Michelangelo Buffa, Francesco Ballo, Bruno Bigoni, Giovanni Piperno e Tonino De Bernardi. Una lista di nomi che potrebbe avere questo sottotitolo: la virtù della coerenza

  • DENTRO ALLE COSE di Michele Sambin (Italia, 2022, DCP, 56’)
    Diario arcano dell’artista “stregone”, al lavoro nell’antro a cielo aperto della sua casa di campagna. Tessitura d’immagini da Michele Sambin.
  • OMAGGIO A MICHELANGELO BUFFA Materiali vari, di Michelangelo Buffa (Italia, 2022, DCP, 61’) Dalla Bolex 8mm al video analogico e digitale: omaggio a un “filmeur” documentarista antropologo alla perenne ricerca degli altri.
  • OMAGGIO A FRANCESCO BALLO Materiali vari, di Francesco Ballo (Italia, 2022, DCP, 60’)
    Del guardare e del fare il Cinema: omaggio a Francesco Ballo, studioso e filmmaker che insegna da una vita a nutrire lo schermo.
  • CINQUE STANZE di Bruno Bigoni (Italia, 2022, DCP, 83’)
    Un film sul peso delle cose, avute e perdute. Il filmmaker milanese torna con un dramma da camera, di stanze, piene di spettri ricordi.
  • CIPRIA di Giovanni Piperno (Italia, 2022, DCP, 55’) 1941: l’Italia fascista precipitava nella guerra, ma le donne si affannavano per partecipare al concorso ideato da Zavattini e raccontare la loro vita. Per farne un film: questo…
  • UNIVERSI CIRCOSCRITTI 2 di Tonino De Bernardi (Italia, 2022, DCP, 125’) Tra i registi fedeli, alla linea e al festival, non poteva mancare De Bernardi: uno dei massimi, ostinati,
    illuminanti sperimentatori italiani.
  • LA SCONFITTA AGLI SCACCHI di Marco Bertolotti (Italia, 2022, BVU, 2’)
    Un professionista affronta un medico a scacchi, ma vive una sconfitta sportiva e anche umana che lo isolerà dal mondo.

NUOVI MONDI

Se ogni narrazione è un mondo a sé, le narrazioni proposte in Nuovi Mondi descrivono universi poetici e ricerche espressive capaci di aprire gli occhi dello spettatore. Tredici film che seguono tanto la linea di autori affermati quanto la tendenza di registi più giovani. Lo spettro espressivo è ampio, tanto quanto quello tematico: Albert Serra (Pacifiction) e Eugène Green (Le mur des morts) evocano ognuno a suo modo la guerra, Bertrand Bonello (Coma) scandaglia la gioventù in lockdown, Syeyoung Park (The Fifth Thoracic Vertebra) trasfigura il contagio. Bruno Safadi (Lilith) dischiude la vita alla sua alba mentre Mirko Locatelli (La memoria del mondo) si disperde nel suo crepuscolo. Le stagioni dell’esistere si susseguono tra l’infanzia giocosamente inquieta di Lluís Galter (Aftersun), la giovinezza in goliardica caduta libera di Pedro Henrique (Frágil) e la sapiente leggerezza della vecchiaia che Rita Azavedo Gomes trascrive da Rohmer (O Trio em Mi Bemol). Il viaggio è per David Easteal (The Plains) una traccia on the road che si affida alla durata del percorso, mentre i luoghi sono perimetri di vita da osservare e sentire, tra la leggerezza esistenziale di Tetsuichiro Tsuta (Tamano Visual Poetry Collection – Nagisa’s Bicycle), l’equilibrio tra Storia e misticismo di Ery Claver (Our Lady of the Chinese Shop) e la stanziale empatia dell’ascolto di Judith Auffray (7h15 – Merle Noir).

  • 7H15 – MERLE NOIR / 7:15 – BLACKBIRD di Judith Auffray (Francia, 2022, DCP, 30′)
    Nel cuore di un bosco alla ricerca di un suono misterioso, nascosto nelle pieghe del tempo.
  • LE MUR DES MORTS di Eugène Green (Francia, 2022, DCP , 51′)
    “L’Europa si è suicidata con la nostra carne”, dice lo spirito del soldato morto sul fronte della Grande Guerra. E il giovane europeo d’oggi ascolta il suo dolore insieme a Eugéne Green.
  • AFTERSUN di Lluís Galter (Spagna, 2022, DCP, 70′) Il mistero di un bambino scomparso all’ombra di un campeggio spagnolo. Fantasmi di un’estate fuori dal
    tempo.
  • COMA di Bertrand Bonello (Francia, 2022, DCP, 80′) Il virus fuori, la vita dentro: Bonello filma una lettera aperta alla figlia adolescente prigioniera del lockdown. Premio Fipresci alla Berlinale.
  • THE FIFTH THORACIC VERTEBRA di Syeyoung Park (Corea del Sud, 2022, DCP, 62′)
    L’ufo del festival: un horror minimalista a metà tra le mutazioni di Tsukamoto e le derive mélo di Wong Kar Wai.
  • FRÁGIL / FRAGILE di Pedro Henrique (Portogallo, 2022, DCP, 98′) Saudade a tempo perso per il giovane Miguel, che galleggia sulle sue giornate con l’inseparabile amico.
  • LILITH Bruno Safadi (Brasile, 2022, DCP, 80′) In principio era l’uomo, anzi la donna: Safadi filma l’inizio dei tempi in un kolossal da cinema novo.
  • LA MEMORIA DEL MONDO di Mirko Locatelli (Italia, 2022, DCP, 99’) La signora scompare: l’artista e il biografo ne seguono le tracce. Un giallo in cui ci si perde, tra il cinema di Angelopoulos e l’arte di Boltanski.
  • OUR LADY OF THE CHINESE SHOP di Ery Claver (Angola, 2022, DCP, 98′) Un venditore cinese veglia sul popolo di Luanda, ma la Madonna al neon che spaccia alla gente del
    quartiere non fa miracoli. Misticismo pop e metafore populiste per un esordio angolano.
  • PACIFICTION di Albert Serra (Francia/Spagna/Germania/Portogallo, 2022, DCP, 163′)
    Honor de diplomazia: isole nella corrente dei bellicosi interessi internazionali, su cui veglia inutilmente un diplomatico Benoît Magimel.
  • THE PLAINS di David Easteal (Australia, 2022, DCP, 180′) Un’automobile, un avvocato, il tragitto casa-lavoro. Solo? Un film straordinario, semplice quanto radicale:
    una delle esperienze cinematografiche dell’anno.
  • TAMANO VISUAL POETRY COLLECTION: NAGISA’S BICYCLE di Tetsuichiro Tsuta (Giappone, 2021, DCP, 59’) Tre storie, una città e il velodromo locale: geometrie variabili del desiderio e della fantasia.
  • O TRIO EM MI BEMOL / THE KEGELSTATT TRIO Rita Azevedo Gomes (Portogallo/Spagna, 2022, DCP, 127′) Incontri di ex amore di una coppia a termine, sotto gli occhi del regista Adolfo Arrieta. Rita Azavedo Gomes trae un film nel film dall’unica pièce di Eric Rohmer.

MASTERCLASS

La presenza di ospiti importanti e molto noti al pubblico rappresenta un importante arricchimento nel programma del TFF, ma anche una precisa indicazione di linea editoriale. I nostri ospiti (Malcolm McDowell, Paola Cortellesi, Toni Servillo, Paolo Sorrentino, Mario Martone, Noemi, Pilar Fogliati, Giovanni Veronesi) verranno al festival non per partecipare a tappeti rossi e altre manifestazioni di mera mondanità. Saranno invece protagonisti di incontri e masterclass nelle quali (ciascuno con un proprio punto di vista e con un percorso concordato) racconteranno il loro rapporto con il cinema. Diceva François Truffaut che ognuno di noi ha due mestieri, il proprio e quello di critico cinematografico. Partendo da questo simpatico paradosso, abbiamo chiesto a questi protagonisti dello spettacolo di proporsi al pubblico raccontando le loro idee e il loro punto di vista, certi che sarà un momento importante e caratterizzante per il nostro festival.

  • PAOLA CORTELLESI La popolare attrice (da poco anche regista) ripercorre la sua carriera concentrandosi soprattutto sul suo lavoro come sceneggiatrice.
  • MALCOLM MCDOWELL Una cavalcata, curata da David Grieco (che è stato anche suo sceneggiatore e regista) sulla carriera di un grande attore che ha unito il free cinema, Stanley Kubrick, Tinto Brass, Sergio Citti e le serie televisive di successo.
  • PILAR FOGLIATI + GIOVANNI VERONESI Il rapporto tra scrittura e recitazione attraverso il rapporto tra una giovane attrice di successo (madrina del Festival) e uno sceneggiatore e regista di esperienza.
  • MARIO MARTONE In attesa di candidatura all’Oscar, Mario Martone ripercorre la carriera tra cinema, teatro e televisione, di Massimo Troisi, l’attore e regista che a sua volta ha vissuto quel percorso.
  • NOEMI Una delle voci più interessanti della canzone italiana ripercorre la sua passione per il cinema, che l’ha portata a studiare e a laurearsi proprio sulla settima arte.
  • TONI SERVILLO L’attore più poliedrico e iconico dello spettacolo italiano ripercorre la sua carriera, i ruoli più difficili, le scelte più importanti e il grande successo internazionale.

Torino Film Festival: premio alla carriera a Daniele Segre

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Torino Film Festival: premio alla carriera a Daniele Segre

In occasione del 30° Torino Film Festival, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è lieta di annunciare il conferimento del Premio Maria

Torino Film Festival: le ricadute economiche

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Torino Film Festival: le ricadute economiche

Presentati questa mattina a Palazzo Birago i risultati relativi all’indagine promossa dalla Camera di commercio di Torino e realizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo sui ritorni della 36° edizione del Torino Film Festival, svoltasi l’anno scorso.

Questo nuovo studio conferma il nostro impegno nel fornire dati oggettivi e misurabili sugli impatti degli eventi culturali, artistici e sportivi che si svolgono nella nostra città – commenta Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio. – Il Torino Film Festival, con ritorni complessivi quantificabili in oltre 2 milioni di euro, si conferma un evento di grande richiamo per un pubblico di appassionati e professionisti, capace sia di mettere in moto l’economia cittadina nell’ambito dell’ospitalità (hotel, ristoranti, ecc.), sia di far convergere sul territorio importi significativi nel campo delle sponsorizzazioni private”.

Secondo Sergio Toffetti, Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino: “La ricerca di Fitzcarraldo, nata per impulso di Camera di commercio, consente oggi al Museo del Cinema di conoscere un segmento importante del proprio pubblico, e dunque di programmare gli investimenti per attivare efficaci sinergie tra le attività continuative della Mole Antonelliana e un evento importante come il Torino Film Festival”.

Sono molto contenta dell’accoglienza ricevuta dai film proposti durante i giorni del festival, sia da parte del pubblico torinese sia da quello proveniente da altre città – afferma Emanuela Martini, Direttrice del Torino Film Festival. –   Questo è il segnale che gli spettatori del TFF apprezzano la qualità del programma nel suo complesso”.

I principali dati dell’indagine

Il 36° Torino Film Festival ha raggiunto le 62.500 presenze; sono stati venduti 26.641 ticket, 871 pass giornalieri e 644 abbonamenti, oltre ai 2.161 accrediti professionali e stampa.

Il pubblico

La fascia di età prevalente, con il 23,2%, è quella che va dai 25 ai 34 anni, con una leggera maggioranza di pubblico maschile (50,7%); oltre il 65% degli intervistati è laureato. In generale si tratta di un pubblico di appassionati (57%) o professionisti (19%), con un livello di consumi di spettacoli cinematografici decisamente elevato: il 76,1% del campione va al cinema più di 12 volte l’anno. L’81% degli spettatori aveva già partecipato al Festival e in media il giudizio sull’evento è pari a 8 in una scala da 1 a 10, anche per il pubblico altamente specializzato.

Rapporti con l’offerta culturale della città

La sinergia fra TFF e Museo Nazionale del Cinema è molto stretta: il 41% di chi aveva visitato in passato la Mole ha dichiarato di volere approfittare del periodo del Festival per ritornarci. Oltre la metà di chi non vi era mai stato prima, inoltre, ha colto l’occasione per fare la sua prima visita. Inoltre un turista su tre ha affermato di voler visitare altri musei durante il soggiorno.

Turisti

Il 27% del pubblico del Torino Film Festival proviene da fuori provincia. In media i turisti intervistati hanno trascorso poco più di 4 giorni in città, soggiornando da amici e parenti o facendo ampio ricorso alla piattaforma Airbnb, che surclassa nelle preferenze degli intervistati le strutture ricettive tradizionali.

Le ricadute economiche

Per valutare le ricadute economiche, lo studio ha stimato due distinte variabili:

– la spesa diretta per l’organizzazione dell’evento

– la spesa generata dai turisti.

La spesa per l’organizzazione dell’evento sostenuta dal Museo Nazionale del Cinema è pari a 1.371.042 euro: volendo evidenziare esclusivamente quanto ricaduto sul territorio, da questa cifra sono escluse tutte le forniture affidate ad aziende non locali.

La spesa generata dai turisti, invece, si ottiene, sulla base delle interviste, stimando la numerosità del pubblico proveniente da fuori e distinguendo, inoltre, tra chi era presente in città appositamente per il Festival e chi casualmente (persone che quindi avrebbero generato ricadute anche in assenza del Festival). È stato necessario poi distinguere la tipologia di visitatori tra escursionisti senza pernottamento, turisti che hanno soggiornato presso strutture ricettive e infine turisti che sono stati ospitati, perché ovviamente ciascuna categoria ha generato impatti economici diversi. Nel complesso, sommando la spesa diretta di queste tre categorie, si arriva ad una cifra pari a 777.229 euro.

Sommando quindi i due valori (spesa per l’organizzazione e spesa del pubblico) si raggiunge la stima dell’impatto di spesa diretta sul territorio, pari a 2.148.271 euro. Si tratta di ricadute dirette al netto di successivi effetti indiretti e indotti, che potrebbero portare ad un impatto economico finale sicuramente superiore.

Le sponsorizzazioni tecniche

A questo budget, che già tiene conto delle sponsorizzazioni dirette, vanno ulteriormente aggiunte le numerose sponsorizzazioni tecniche ottenute, che hanno garantito servizi gratuiti in tutte le principali aree: comunicazione, promozione, ospitalità e logistica. Il loro valore è quantificabile attorno ai 400mila euro, escluse le valorizzazioni delle media partnership, generate dalla collaborazione con soggetti privati.

Torino Film Festival: Intesa Sanpaolo presenta Sex Story di Comencini/Moroni

Intesa Sanpaolo, in qualità di Main Sponsor della 36° edizione del Torino Film Festival, ha ospitato nel grattacielo di Torino l’anteprima mondiale di Sex Story, il documentario diretto da Cristina Comencini e Roberto Moroni e prodotto da Aurora Tv con Rai Cinema e Rai Teche. Il film affronta un tema molto attuale nella sua storicità e rimane un documento che racconta l’evoluzione della femminilità nei programmi televisivi a partire dagli anni Cinquanta sino all’avvento della TV commerciale.

Torino Film Festival: i numeri della 40° edizione

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Torino Film Festival: i numeri della 40° edizione

Si è conclusa la 40° edizione del Torino Film Festival, diretto da Steve Della Casa e inaugurato con un messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. L’edizione 2022 si è svolta completamente in presenza nella prospettiva del ritorno in sala del pubblico e coinvolgendo attivamente la città. Sono stati 173 i film presentati nei quattro cinema coinvolti, oltre agli appuntamenti dislocati in numerose location cittadine tra cui Casa Festival in Cavallerizza Reale, cuore pulsante della manifestazione.

I dati dell’edizione 2022 sono i seguenti: 49.622 presenze suddivise in 37.622 spettatori agli eventi a pagamento e 12.000 spettatori agli eventi gratuiti (tra cui masterclass, anticipate stampa, altre proiezioni ed eventi), 2074 accrediti rilasciati (stampa e professionali/industry), 411 abbonamenti e 224 pass giornalieri venduti e un incasso di 151.632 euro a fronte di 64.699 posti a sedere nelle sale cinematografiche contro i 98.963 dell’edizione 2019 (ultima pre pandemia).

Tante le proiezioni sold out tra cui: Dry Ground Burning di Joana Pimenta e Adirley Queirós, Eo di Jerzy Skolimowski, Empire of Light di Sam Mendes, Magical Girl e Mantìcora di Carlos Vermut, Nocebo di Lorcan Finnegan, O Acidente di Bruno Carboni, Pacifiction di Albert Serra, Palm Trees and Power Lines di Jamie Dack, Pinball di Austin e Meredith Bragg, Plan 75 di Chie Hayakawa, Riotsville, Usa di Sierra Pettengill, Runner di Marian Mathias, The Woodcutter Story di Mikko Myllylahti, Un Varón di Fabian Hernández, Urban Myths di Won-Ki Hong.

La copertura social del TFF è stata di circa 600 mila utenti unici, con dati di assoluta eccellenza per le piattaforme Facebook e Instagram con oltre 116 mila interazioni con i canali del festival. Tutti i canali social del TFF – Instagram, Facebook, Twitter e Youtube – hanno prodotto oltre 2.000.000 di impression totali e 330 mila visualizzazioni di video.

Molto significativo anche il dato del canale Instagram con impression organiche durante il festival che si attestano oltre quota 1.335.000 mila, trainate da oltre 145.000 views dei 24 video postati durante eventi, presentazioni e masterclass, e un incremento di oltre il 45% del numero di follower. Durante il TFF40 sono stati inoltre realizzati diversi TikTok a tema Torino Film Festival sul canale TikTok del Museo Nazionale del Cinema con un totale di oltre 122.000 views. Alla luce di queste considerazioni, i dati del 40° Torino Film Festival sono testimonianza di un importante segnale di ripresa, a conferma del valore della manifestazione e della sua capacità di coinvolgimento della città.

Torino Film Festival: Emanuela Martini confermata Direttrice

Torino Film Festival: Emanuela Martini confermata Direttrice

Emanuela Martini è stata confermata Direttrice del Torino Film Festival. La sua nomina è stata approvata dal Comitato di Gestione del Museo Nazionale del Cinema. Il suo incarico durerà due anni.

“Sono felice della riconferma di Emanuela Martini alla guida del TFF – sottolinea Laura Milani, Presidente del Museo Nazionale del Cinema, una grande professionista che ama profondamente il festival. Passato e presente troveranno il giusto equilibrio sotto la sua guida colta e intelligente. A lei e a tutta la squadra un sincero augurio di buon lavoro.”

“Sono contenta e orgogliosa  – afferma Emanuela Martiniperché questo conferma la solidità del lavoro svolto in questi anni da tutto lo staff artistico e tecnico del TFF e del Museo Nazionale del Cinema. Stiamo già lavorando all’edizione 2018 e a breve comunicheremo le principali scelte artistiche. Com’è accaduto anche nel 2017 con la mostra “Bestiale!”, anche quest’anno il Torino Film Festival avrà una sezione collegata alla prossima mostra del Museo Nazionale del Cinema, “Soundframes. Cinema e Musica in mostra”.

Il prossimo si terrà dal 23 novembre al 1 dicembre 2018.

Torino Film Festival: annunciato il programma della 41esima edizione

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La 41esima edizione del Torino Film Festival si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema – presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano – con la direzione artistica di Steve Della Casa. Il comitato di selezione, coordinato da Giulio Sangiorgio, è composto da Claudia Bedogni, Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio, Alena Shumakova, Caterina Taricano, Simona Banchi, insieme a Matteo Pollone, Stefano Boni, David Grieco, Paola Poli e Luca Beatrice con Luigi Mascheroni.

Nel solco della scorsa edizione, l’immagine guida è stata affidata nuovamente all’artista di fama internazionale Ugo Nespolo che declina uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore, vera e propria icona del cinema americano classico. A conferma della vocazione al dialogo con le eccellenze culturali ed artistiche del territorio, l’inaugurazione della 41esima edizione si svolge quest’anno alla Reggia di Venaria che, restituita alla sua magnificenza barocca, è diventata uno dei siti culturali più visitati d’Italia. Ospite d’eccezione della serata – in diretta su Hollywood Party, Rai Radio3 – il maestro Pupi Avati. Madrina della cerimonia d’apertura Catrinel Marlon.

Si moltiplicano le occasioni di incontro e dialogo dei protagonisti del cinema con il pubblico, scelta fortemente voluta dal direttore Steve Della Casa e tratto identificativo di un festival che coniuga cultura e spettacolo. Numerosi gli ospiti, da Oliver Stone (che riceverà dal Museo Nazionale del Cinema il Premio Stella della Mole) a Fabrizio Gifuni, da Christian Petzold a Caterina Caselli e Paolo Conte, da Kyle Eastwood a Drusilla Foer, da Mario Martone a Barbara Ronchi, da Baloji a Thomas Cailley, da Roberto Faenza a Laura Morante.

Idee e testimonianze diverse tutte accomunate dal grande amore per la settima arte. Il festival presenta quest’anno una selezione estremamente ricca e articolata che riflette sullo stato delle cose della produzione cinematografica contemporanea senza gerarchie di sorta, tra cinema di ricerca e scritture di genere, maestri internazionali e giovani promesse. Uno spirito che si dispiega nelle diverse sezioni del festival, da quelle competitive (Concorso Lungometraggi, Documentario internazionale e italiano, Spazio Italia, Crazies) a quelle fuori concorso (Nuovimondi, Ritratti e paesaggi, TFLab, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini).

Uno dei tratti distintivi della selezione è il grande ritorno della commedia, popolare e d’autore, in tutte le sue possibili formulazioni: politica, minimalista, malinconica, metatestuale. L’Italia si ritaglia uno spazio importante, con la presenza di ospiti prestigiosi impegnati anche in masterclass, il concorso documentari italiani ampliato a 10 titoli per festeggiare un’annata particolarmente ricca, quello dei cortometraggi e dunque del cinema del futuro e due sottosezioni fuori concorso La prima volta e Ritratti e paesaggi, rispettivamente dedicate ad alcune tra le più interessanti opere prime della stagione e ad una serie di imperdibili documentari per il grande pubblico.

La 41esima edizione del Torino Film Festival presenta la prima retrospettiva integrale dedicata a Sergio Citti, che a buon diritto si inserisce nella tradizione delle grandi retrospettive del TFF. Per l’occasione sarà pubblicato il volume SERGIO CITTI – La poesia scellerata del cinema a cura di Matteo Pollone e Caterina Taricano (coedizione: Centro Sperimentale di Cinematografia – Edizioni Sabinae). In un’ottica di “sistema” si rinnovano anche quest’anno le collaborazioni con Film Commission Torino Piemonte, Torinofilmlab e Torino Film Industry. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e della Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), il Torino Film Festival – in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Città di Torino – dedicherà due momenti di riflessione a questi temi attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, film d’esordio alla regia di Catrinel Marlon,
Madrina del 41TFF, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con il film Folle d’amore – Alda Merini di Roberto Faenza.

Il Torino Film Festival ribadisce inoltre il suo impegno rispetto alla sostenibilità ambientale facendo proprie le buone pratiche indicate nella Guida Festival Green realizzata dall’AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema). Dieci aree tematiche di intervento – dalla mobilità ai consumi energetici, passando per la sostenibilità alimentare e la produzione di un merchandising ecologico e riciclabile – per rendere un evento cinematografico più sostenibile.

Sono 181 i film presentati in Selezione Ufficiale al 41 Torino Film Festival – di cui 128 lungometraggi, 13 mediometraggi, 40 cortometraggi, 59 anteprime mondiali, 10 anteprime internazionali, 3 anteprime europee e 68 anteprime italiane – selezionati su più di 4000 opere visionate.

Concorso Lungometraggi

  • ARTURO A LOS 30 / ABOUT THIRTY di Martín Shanly (Argentina 2023, DCP, 92′)
    Un uomo alle soglie della maturità, un coming of age tardivo, una commedia irresistibile e inclassificabile, malinconica e cerebrale.
  • BIRTH di Jiyoung Yoo (Corea del Sud, 2023, DCP, 155′) Una gravidanza inattesa spezza l’equilibrio di una coppia. Memore di Lee Chang-dong, un’analisi spietata di sentimenti inconfessabili: egoismo, ambizione, disinteresse.
  • CAMPING DU LAC di Eléonore Saintagnan (Belgio/Francia, 2023, DCP, 70′) Un campeggio vista lago come concentrato di miti e leggende. Un elogio del racconto che è anche parabola ecologica. Trasognato, come un film di Luc Moullet.
  • GRACE di Ilya Povolotsky (Russia, 2023, DCP, 119′)
  • On the road: una incredibile esperienza sensoriale attraverso le frontiere paesaggistiche, linguistiche e culturali della Russia contemporanea.
  • KALAK di Isabella Eklöf (Svezia / Danimarca, 2023, DCP, 125′) Cosa cela dietro quel sorriso spento, Jan? Un trauma scioccante da elaborare, una storia scottante ambientata tra i ghiacci della Groenlandia.
  • LINDA VEUT DU POULET! / CHICKEN FOR LINDA! di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach (Francia / Italia, 2023, DCP, 76′) Un maestro dell’animazione francese, una regista da sempre fuori formato, una commedia animata a rotta di collo, anarchica, esilarante, serissima.
  • MANDOOB / NIGHT COURIER di Ali Kalthami (Arabia Saudita, 2023, DCP, 111′)
    In una Riyad notturna, ultramoderna e poco vista al cinema, le tragicomiche vicissitudini di un fattorino, metafora di una società in cambiamento.
  • NON RIATTACCARE di Manfredi Lucibello (Italia, 2023, DCP, 90′)
    Come l’incontro tra Locke e La voce umana: un’auto, una donna alla guida, la voce di un uomo al telefono. Una grande prova di Barbara Ronchi.
  • LA PALISIADA di Philip Sotnychenko (Ucraina, 2023, DCP, 100′)
    Due spari, a 25 anni di distanza. E un film (giallo, a modo suo) che mostra i modi in cui la storia ufficiale viene costruita. Col fantasma della verità, ad aleggiare.
  • LE RAVISSEMENT / THE RAPTURE di Iris Kaltenbäck (Francia, 2023, DCP, 97′)
    Celebrato come uno dei migliori esordi dell’anno, la storia di un sogno di maternità disperato, che procura brividi e tenerezza.
  • SOLEILS ATIKAMEKW / ATIKAMEKW SUNS di Chloé Leriche (Canada, 2023, DCP, 103′)
    Quebec, 1977: cinque persone della comunità di nativi Atikamekw sono trovate morte. E restano in attesa di giustizia. Una versione intima e umanista di Killers of the Flower Moon.
  • WHITE PLASTIC SKY di Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó (Ungheria / Slovacchia, 2023, DCP. 111′) In un futuro prossimo, le persone possono scegliere di morire e diventare alberi. Tra Stanisław Lem e Miyazaki, un’animazione distopica che diventa una splendida storia d’amore.

Concorso Documentari internazionale

  • CIELO ABIERTO di Felipe Esparza Pérez (Perù, 2023, DCP, 65′)
    Un padre, un figlio, una cava, un programma digitale. In mezzo, il ricordo di una moglie e di una madre scomparsa. Come ricostruire un dialogo fra i due uomini? Come unire il materiale e l’astratto?
  • CLORINDO TESTA di Mariano Llinás (Argentina, 2022, DCP, 100′)
    Un film su Clorindo Testa, architetto brutalista argentino. O forse sul padre del regista o, ancora, sull’Argentina. Di sicuro, un film di Llinás (Historias extraordinarias, La flor) geniale e vertiginoso.
  • DIAMOND MARINE WORLD di Hsiu Yi Huang (Taiwan, 2023, DCP, 154′)
    Il taiwanese Du ha un sogno: avviare un allevamento di gamberi in Myanmar. Ad aiutarlo c’è la ragazza birmana Sue, mentre la regista filma tutto, anche quello che non dovrebbe… Un’avventura epica, politica, incredibilmente intima.
  • NOTRE CORPS / OUR BODY di Claire Simon (Francia, 2023, DCP, 168′)
    Nel reparto di ginecologia di un ospedale di Parigi, Simon registra, ascolta e racconta storie, volti e malattie. Compresa la sua, in una straordinaria indagine sul corpo, e la forza, delle donne.
  • PELIKAN BLUE di László Csáki (Ungheria, 2023, DCP, 80′)
    Alla fine del comunismo, tre ragazzi ungheresi si recano a ovest con biglietti contraffatti. E creano un redditizio (e capitalistico) modello di lavoro. Una vicenda vera e paradossale raccontata con un’animazione da street art.
  • RETRATOS FANTASMAS / PICTURES OF GHOSTS di Kleber Mendonça Filho (Brasile, 2023, DCP, 93′) Un viaggio nel tempo e nell’architettura di Recife e nel cinema dello stesso Mendonça, tra archivio, ricordi e istantanee di un passato in cui le sale erano luoghi di sogni e condivisioni. Un mondo di fantasmi.

Concorso Documentari Italiani

  • ANULLOJE LIGLIN di Fabrizio Bellomo (Italia, 2023, DCP, 62′)
    Tra prima persona e archivio, sulle tracce del regime comunista di Enver Hoxha, disperse nel paesaggio paradossale dell’Albania di oggi.
  • LE BELLE ESTATI di Mauro Santini (Italia, 2023, DCP, 74′) Uno dei massimi registi del cinema laterale italiano adatta Pavese al corpo, allo sguardo e al presente di un liceo pesarese. Un teen movie sperimentale.
  • GETTING OLDER IS WONDERFUL di Fabrizio Polpettini (Francia / Italia, 2023, DCP, 57′) Vita e opere di Kader Abdolah, scrittore iraniano diventato olandese dopo essere fuggito dal suo paese. Un ritratto politico sul senso di essere intellettuale.
  • GIGANTI ROSSE di Riccardo Giacconi (Italia, 2023, DCP, 87′) Esordio nel lungo di una promessa mantenuta del nostro cinema di ricerca. Una commedia familiare. E un giallo sulla messa in scena della realtà e della memoria.
  • LUX SANTA di Matteo Russo (Italia, 2023, DCP, 73′) Tre amici nell’entroterra calabrese. La festa patronale è in arrivo. Un documentario di prossimità, sincero e potente.
  • LA MECCANICA DELLE COSE / THE MECHANICS OF THINGS di Alessandra Celesia (Francia / Germania, 2023, DCP, 92′) Un gatto cade dall’ottavo piano. Sopravvive. È solo il principio di una ricerca in prima persona su come riparare non solo i corpi, ma anche i sentimenti.
  • OLTRE LA VALLE di Virginia Bellizzi (Italia, 2023, DCP, 80′)
    Confine fra Italia e Francia, terra di transito: le vite dei migranti si intrecciano a quelle degli operatori di un centro di accoglienza.
  • A STRANGER QUEST di Andrea Gatopoulos (Italia/USA/Canada, 2023, DCP, 104′)
    David Rumsey è un grande collezionista di mappe. Il film è il suo museo: anche virtuale, anche sentimentale, tutto da attraversare.
  • TEMPO DI ATTESA di Claudia Brignone (Italia, 2023, DCP, 75′)
    Intorno a un’ostetrica esperta, una comunità di donne in gravidanza nasce e si confronta nel parco del Bosco di Capodimonte, a Napoli.
  • TERRA NOVA di Lorenzo Pallotta (Italia, 2023, DCP, 53′)
    2023. Una rompighiaccio segue la rotta di una nave che, 35 anni prima, cercava di raggiungere la baia di Terra Nova. Tra presente e passato d’archivio, epica sperimentale.

Spazio Italia

Concorso Cortometraggi Italiani

  • Programma #1
    La scoperta della vita di giovani di fronte alla Storia, ma anche storie di inganni, disillusione e delicata osservazione del reale.

    • AMATEUR COUPLE di Luca Mastrogiovanni, Ciro Zecca (Italia, 2023, DCP, 26′)
    • LE FENNE di Giulia Di Maggio (Italia, 2023, DCP, 15′)
    • FRARÌA di Alberto Diana (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • L’ULTIMO ASINO di Angelo Urbano (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • TURISTI di Adriano Giotti (Italia, 2023, DCP, 14′)
    • MISS POLLY HAD A DOLLY di Pietro Lafiandra, Flavio Pizzorno, Andrea Rossini (Italia, 2023, DCP, 6′)
  • Programma #2
    La meraviglia e lo stupore che scaturiscono dal mondo, una certa poesia delle immagini, la feroce ironia del presente e l’eternità di parole antiche.

    • ORCHARD di Federico Barni (UK / Italia, 2023, DCP, 19′)
    • EVEN TIDE di Francesco Clerici (Svizzera / Italia, 2023, DCP, 11′)
    • IMPRESSIO IN URBE – SIRACUSA di Giuseppe Spina, Giulia Mazzone (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • BRUM BRUM di Donatello Fumarola, Laura Cingolani (Italia, 2023, DCP, 5′)
    • UN RESPIRO PARZIALE MA INTERO / ONE BREATH PARTIAL BUT COMPLETE di Lorenzo Spinelli (Italia, 2023, DCP, 17′)
    • ROSSO di Lorenzo Puntoni (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • IL CORPO DEL MONDO di Simone Massi (Italia, 2023, DCP, 4′)
  • Programma #3
    Il quotidiano e l’inaspettato: storie di vita che si consumano in pochi sguardi o in infiniti ritorni. Incontri magici e scoperte improvvise.

    • DUE BATTITI di Marino Guarnieri (Italia, 2023, DCP, 18′)
    • KORE di Fabiana Russo (Italia, 2023, DCP, 19′)
    • NIENTE di Eugenia Costantini (Italia, 2023, DCP, 20′)
    • OSAS E LE DONNE DI BENIN CITY di Gabriele Gravagna (Italia, 2023, DCP, 15′)
    • SONO APPARSO ALLA MADONNA di Fabio Morgan (Italia, 2023, DCP, 19′)
    • YOU LAND di Debora Maité (UK / Italia, 2023, DCP, 15′)

Cortometraggi Italiani | Fuori Concorso

  • COUPON – IL FILM DELLA FELICITÀ di Agostino Ferrente (Italia, 2023, DCP, 18′)
    Uno scherzo musicale che coinvolge un noto personaggio politico, naturalmente unplugged.
  • DOMINA di Devid D’Amico (Italia, 2023, DCP, 8′)
    Manuela Arcuri ritorna sulle scene con grande ironia, mettendo in scena un personaggio che…
  • GATTO NELLA CASA DEI FANTASMI di Elisabetta Sgarbi (Italia, 2023, DCP, 30′)
    Un gatto, molto materiale d’archivio, un grande scrittore. Il nuovo film di Elisabetta Sgarbi è sospeso trapassioni senza tempo.
  • TUULIKKI di Teemu Nikki (Finlandia, 2022, DCP, 14′)
    La complicata relazione tra una figlia e una madre. Dal regista di Il cieco che non voleva vedere Titanic.
  • L’ERMENEUTICA DEGLI STRACCIONI di Marco Bertolotti (Italia, 2023, BVU, 5′)
    Un professionista in età avanzata si propone di discutere di filosofia con alcuni amici, ma questi lo dileggiano ricordandogli alcune sconfitte al gioco degli scacchi.

FUORI CONCORSO

  • UNE ANNÉE DIFFICILE CS di Olivier Nakache, Éric Toledano (Francia, 2023, DCP, 120′)
    Si può diventare ecologisti per convenienza? Dai registi di Quasi amici, con Noémie Merlant e Pio Marmaï, una commedia scatenata sul consumismo compulsivo e la militanza 2.0.
  • CERRAR LOS OJOS / CLOSE YOUR EYES di Víctor Erice (Spagna / Argentina, 2023, DCP, 169′) Un regista si mette alla ricerca di un attore scomparso, convinto sia ancora vivo. Il ritorno di Erice a tre decenni da Il sole della mela cotogna. Un film sulla memoria, l’oblio. Il cinema.
  • CHRISTINE / CHRISTINE – LA MACCHINA INFERNALE di John Carpenter (USA, 1983, DCP, 110′) A quarant’anni dall’uscita (e a 24 da una storica retrospettiva del TFF a Carpenter), torna uno dei film più cupi del regista americano, tratto naturalmente da Stephen King.
  • DANCE FIRST di James Marsh (USA, 2023, DCP, 100′) Di Samuel Beckett tutti conoscono i lavori, ma chi saprebbe raccontare la sua vita? Ci prova James Marsh (Doppio gioco, La teoria del tutto), in questo biopic con Gabriel Byrne.
  • LOS DELINQUENTES di Rodrigo Moreno (Argentina / Brasile / Lussemburgo / Cile, 2023, DCP, 180′) 25 anni dopo Mala época, Moreno torna al TFF con un racconto in tre atti, tra crime story e commedia drammatica. In patria è già un cult.
  • I DELITTI DEL BARLUME di Roan Johnson, Milena Cocozza (Italia, 2023, DCP, 96’)
    Per l’undicesimo compleanno della collection, il TFF programma un nuovo episodio, Il pozzo dei desideri: un morto in un pozzo dà il via all’estate portando con sé un caso per la Fusco, uno sfratto per Massimo, Tizi e Beppe e un guaio per Pasquali-sindaco.
  • DÉSERTS di Faouzi Bensaïdi (Germania/Belgio/Francia/Marocco, 2023, DCP, 124′)
    Due esattori tra i villaggi del deserto marocchino. Un western dell’assurdo, politico e astratto, un po’ Beckett e un po’ Polanski.
  • DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD di Radu Jude (Romania / Lussemburgo/ Francia / Croazia, 2023, DCP, 163′) Bucarest: un giorno nella vita di Angela, libera professionista, influencer, sfruttata. Commedia, road movie,
    satira sulla gig economy, tra found footage, Tik Tok e un incredibile finale.
  • EARTH MAMA di Savanah Leaf (UK / USA, 2023, DCP, 97′)
    Nella Bay Area di San Francisco, il racconto della gravidanza di una giovane donna afroamericana: un film dalla dolcezza disarmante, venato di sottile crudeltà.
  • ESSENTIAL TRUTHS OF THE LAKE di Lav Diaz (Filippine / Portogallo / Singapore / Taiwan / Svizzera / UK, 2023, DCP, 215′) Filippine oggi, sotto il regime populista di Duterte: chi ha ucciso Esmeralda Stuart? Lav Diaz riprende la figura dell’investigatore Hermes e la sua sete di verità.
  • EX-HUSBANDS di Noah Pritzker (USA, 2023, DCP, 98′) Peter è in crisi esistenziale, alle prese con matrimoni difficili: il suo, ma anche quello dei genitori. Griffin Dunne assoluto protagonista, ancora insieme a Rosanna Arquette 38 anni dopo Fuori orario.
  • FOLLE D’AMORE – ALDA MERINI di Roberto Faenza (Italia, 2023, DCP, 101′)
    A Milano, sui Navigli, c’è un appartamento sempre pieno di intellettuali e artisti. Sono tutti lì per lei, Alda Merini. Faenza e Laura Morante raccontano la poetessa più amata.
  • THE HOLDOVERS di Alexander Payne (USA, 2023, DCP, 132′)
    Anni ’70. Un insegnante di college (Paul Giamatti) passa le vacanze natalizie con un allievo ribelle. Un legame improbabile ma vero. Payne torna a fare ciò che gli riesce meglio: raccontare storie di uomini fragili.
  • L’ÎLE di Damien Manivel (Francia, 2023, DCP, 73′) Su una spiaggia un gruppo di amici festeggia la partenza di una di loro, mentre in uno studio un gruppo di
    ballerini replica (o anticipa) i loro gesti. Danza, performance, set nel set.
  • INDAGINE SU UNA STORIA D’AMORE di Gianluca Maria Tavarelli (Italia, 2023, DCP, 100′)
    Paolo e Lucia si amano da sempre, ma da tempo sono stanchi e disillusi. E se qualcuno chiedesse loro di partecipare a un programma tv dove raccontare la loro crisi?
  • JEUNE CINÉMA di Yves-Marie Mahe (Francia, 2023, DCP, 73′)
    C’era una volta, tra i 60 e i ’70, il festival di Hyères, luogo di entusiasmi, polemiche, dibattiti e incontri con cineasti già grandi (Godard, Chabrol) e altri ancora acerbi (Garrel, Akerman…).
  • KUBI di Takeshi Kitano (Giappone, 2023, DCP, 131′) Kitano mette in scena il suo romanzo storico sull’incidente di Honnō-ji: un poderoso affresco sul Giappone
    feudale, tra guerre e samurai, violenza e desiderio.
  • MARIANNE di Michael Rozek (UK, 2023, DCP, 87′) Una casa, un divano, un monologo tra vita, arte, cinema. E un regista, silenzioso, che filma. In scena solo lei, Isabelle Huppert, limpida e interlocutoria più che mai.
  • MIMI DE DOAURNENEZ di Sébastien Betbeder (Francia, 2023, DCP, 38′)
  • UN PINCEMENT AU COEUR di Guillaume Brac (Francia, 2023, DCP, 38′)
    La provincia e le scelte di vita. Le possibilità dell’adolescenza e i rimpianti dell’età adulta. Da due maestri del cinema intimista (Betbeder e Brac) due film piccoli e perfetti.
  • OMAGGIO A MIMMO JODICE di Mario Martone (Italia, 2023, DCP, 52′)
    Amico di Jodice, Martone racconta il grande fotografo napoletano: un film realizzato per la mostra alle Gallerie d’Italia di Torino, Mimmo Jodice. Senza tempo.
  • PAOLO CONTE ALLA SCALA – IL MAESTRO È NELL’ANIMA di Giorgio Testi (Italia, 2023, DCP, 105′) Nel febbraio 2023, Paolo Conte tiene un concerto alla Scala di Milano: un grande artista e il tempio della musica.
  • LA PRÁCTICA / THE PRACTICE di Martín Rejtman (Argentina / Cile / Portogallo, 2023, DCP, 89′) Lasciato dalla moglie, infortunato, un insegnante di yoga cerca nuovi modi per ricominciare a vivere. Da Rejtman (giurato del TFF), una commedia minimalista sulla le relazioni umane e il benessere.
  • IL PUNTO DI RUGIADA di Marco Risi (Italia, 2023, DCP, 112′) Due giovani sbandati sono condannati ai lavori socialmente utili in una casa di riposo. Marco Risi: il cinema come lezione di vita.
  • EL REALISMO SOCIALISTA di Raúl Ruiz, Valeria Sarmiento (Cile, 2023, DCP, 78′) Il racconto ironico (come solo le tragedie sanno essere) del processo di Unità Popolare di Salvator Allende, prima del colpo di stato del ’73. Un altro Ruiz recuperato grazie al lavoro di Valeria Sarmiento.
  • RICARDO ET LA PEINTURE / RICARDO AND THE PAINTINGS di Barbet Schroeder (Francia/USA, 2023, DCP, 80′) Schroeder filma vita e lavoro dell’amico artista Ricardo Cavallo (insegnante e paesaggista, uomo semplice e rigoroso) e gira una straordinaria lezione di cinema e pittura.
  • ROBOT DREAMS di Pablo Berger (Spagna / Francia, 2023, DCP, 90′) Dall’autore di Blancanieves, un’incursione animata nella Manhattan anni ’80, dove il solitario Dog si costruisce un robot per avere un amico.
  • ROTER HIMMEL / AFIRE di Christian Petzold (Germania, 2023, DCP, 103′) Due amici, una ragazza, un bagnino, una località di vacanze minacciata dal fuoco: Petzold racconta il desiderio (di storie da vivere e amori da raccontare) con una leggerezza inimitabile.
  • SEDICI MILLIMETRI ALLA RIVOLUZIONE di Giovanni Piperno (Italia, 2023, DCP, 67′)
    Cos’ha significato essere comunisti? E cosa può ancora significare? Piperno viaggia nel tempo (con le parole di Luciana Castellina e le immagini prodotte dal PCI) e parla al presente.
  • SOLO di Sophie Dupuis (Canada, 2023, DCP, 101′) Una storia d’amore distruttiva nell’atmosfera elettrizzante dei drag queen cabaret di Montreal. Proiezione in collaborazione con il Lovers Film Festival.
  • TRAVOLTI DA UN’INSOLITA CENSURA – TUTTO CIÒ CHE AL CINEMA NON SI PUÒ PIÙ VEDERE di Luca Beatrice, Luigi Mascheroni (Italia, 2023, 40′) «È giusto che un’opera d’arte sia sottoposta all’etica e alla morale?», si chiedono i due autori ripensando a film che oggi sarebbero forse considerati scomodi: La città delle donne, Il sorpasso, Dramma della gelosia, Amici miei…
  • UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO di Michele Mally (Italia, 2023, DCP, 86′) Una narrazione straordinaria per conoscere tesori, storie, volti, misteri del Museo più importante. Con una guida d’eccezione: Jeremy Irons.
  • VANGELO SECONDO MARIA di Paolo Zucca (Italia, 2023, DCP, 103′) Una lettura inconsueta della figura di Maria (Benedetta Porcaroli), giovane donna che sogna di scoprire il mondo. E che si innamora di Giuseppe (Alessandro Gassman).
  • YANNICK di Quentin Dupieux (Francia, 2023, DCP, 67′) Humour nero e graffiante in una scatenata e irriverente commedia dell’assurdo dove brilla l’astro nascente del cinema francese: Raphaël Quenard.
  • YOU HURT MY FEELINGS di Nicole Holofcener (USA, 2023, DCP, 93′) Lei è scrittrice, lui terapeuta. Tutto si complica quando per errore lei ascolta lui mentre parla male del suo romanzo. Commedia newyorchese tra (s)fiducia, bugie e non detti.

FUORI CONCORSO | Carta bianca a Oliver Stone

  • NUCLEAR NOW di Oliver Stone (USA, 2022, DCP, 105′) E se la risposta al cambiamento climatico fosse il ritorno al nucleare? Provocatorio come sempre Oliver Stone prova a immaginare il futuro.

FUORI CONCORSO | La prima volta

  • AMEN di Andrea Baroni (Italia, 2023, DCP, 89′) Tre sorelle in un casolare di campagna, isolate dal mondo, con un padre inflessibile e una nonna dedita alle
    Sacre Scritture. La tragedia incombe.
  • CASTELROTTO di Damiano Giacomelli (Italia, 2023, DCP, 65′) Un grande Giorgio Colangeli è un Don Chisciotte di provincia, in un revenge movie sulle fake news di paese.
  • GIRASOLI di Catrinel Marlon (Italia, 2023, DCP, 97′) Anni 60. L’amore in gabbia, in un ospedale psichiatrico. Esordio alla regia per la madrina del festival, con Monica Guerritore.
  • HOLY SHOES di Luigi Di Capua (Italia, 2023, DCP, 100′) È “scarpe diem” per diversi personaggi: un’occasione per raccontare nevrosi, manie e frustrazioni e per sorridere un po’ di noi stessi.
  • MAMA MERCY di Alessandra Cutolo (Italia, 2023, DCP, 72′) Una donna africana a Roma, non una città, una federazione di tante diversità. La vita nascosta, raccontata minuziosamente, tra doc e fiction.
  • ROMA BLUES di Gianluca Manzetti ( Italia, 2023, DCP, 86′) Cinefilia portami via: un coming of age adolescenziale sulle strade di Roma e dell’amatissimo noir americano.

FUORI CONCORSO | Ritratti e paesaggi

  • I 400 GIORNI – FUNAMBOLI E MAESTRI di Emanuele Napolitano e Emanuele Sana (Italia, 2023, DCP, 70′) Storia di un casting che ha girato l’Europa: un’iniziativa per scoprire giovani talenti gestita con passione e intelligenza.
  • A GUARDIA DI UNA FEDE di Andrea Zambelli (Italia, 2023, DCP, 100′) Storia e filosofia di un ultrà: un ritratto del Bocia, storica guida della curva atalantina, ora in esilio.
  • ADESSO VINCO IO di Simone Herbert Paragnani, Paolo Geremei (Italia, 2023, DCP, 90′)
    Marcello Lippi, campione del mondo, vincitore di scudetti e di Champions League, innovatore del calcio. Un racconto appassionato di un allenatore vincente e un uomo coraggioso.
  • BERCHIDDA LIVE di Michele Mellara, Alessandro Rossi, Gianfranco Cabiddu (Italia, 2023, DCP, 94′) Paolo Fresu è di Berchidda, dove organizza “Time in jazz”, rassegna imperdibile per molti musicisti e documentata nel corso degli anni.
  • LA DONNA CHE RIAPRIVA I TEATRI di Francesco Ranieri Martinotti (Italia, 2023, DCP, 52′) In Toscana, una signora decide di dedicare la sua vita per salvare un teatro destinato a chiudere. Con Drusilla Foer.
  • ERA SCRITTO SUL MARE di Giuliana Gamba (Italia, 2023, DCP, 60′)
    Marettimo. L’epica storia dei suoi abitanti che, al principio del secolo scorso, navigano fino all’Alaska per lapesca del salmone.
  • GIANNI VERSACE, L’IMPERATORE DEI SOGNI di Mimmo Calopresti (Italia, 2023, DCP, 70′) Gianni Versace fin da bambino passa il suo tempo a disegnare abiti, e a pensare in grande: la sua vita sarà favolosa, il suo nome risuonerà a livello mondiale.
  • IO SONO UN PO’ MATTO E TU? di Dario D’Ambrosi (Italia, 2023, DCP, 79′)
    Il teatro Patologico di Dario D’Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla malattia mentale.
  • LUCI DELL’AVANSPETTACOLO di Francesco Frangipane (Italia, 2023, DCP, 70′)
    Un racconto (con Lillo, David Riondino, Marco Risi, Margherita Fumero…) sul genere più popolare del dopoguerra. Un progetto di Antonio Ferraro.
  • REGINE DI QUADRI / QUEENS OF PAINTINGS di Anna Testa (Italia, 2023, DCP, 53′)
    Anna Testa, autrice di molti documentari al femminile, racconta due artiste che hanno qualcosa che le rende vicine.

Torino Film Festival ecco il poster dell’edizione 2013

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Torino Film Festival ecco il poster dell’edizione 2013

Torino Film FestivalEcco il bellissimo poster dell’edizione 2013 del Torino Film Festival. Il manifesto della 31esima edizione del Festival nel capoluogo del Piemonte è disegnato da Gipi.

Eccolo:

Torino Film Festival poster Gipi, all’anagrafe Gianni Pacinotti,è un fumettista e regista italiano.

Il suo primo film, L’ultimo terrestre (2011), ha partecipato in concorso alla 68a Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2012 al Torino Film Festival è stato presentato il suo secondo lungometraggio Smettere di fumare fumando.

Dice di lui il direttore Paolo Virzì: «Abbiamo ricevuto questo bellissimo regalo, un’immagine che è un racconto emozionante. Gipi è un grande. Nella graphic novel è il numero uno in Europa».

Torino Film Festival celebra la 40° edizione

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Torino Film Festival celebra la 40° edizione

Il 25 novembre 2022 il Torino Film Festival celebrerà l’importante traguardo della 40ma edizione con una serata di apertura dalla formula assolutamente inedita che si terrà nella prestigiosa cornice del Teatro Regio e sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a partire dalle ore 19.00, nell’ambito del programma Hollywood Party. La collaborazione si inserisce nella Main Media Partnership con RAI che da anni accompagna il TFF.

A condurre la cerimonia inaugurale insieme a Steve Della Casa – nuovo direttore del TFF e storico conduttore della trasmissione – un host d’eccezione: Francesco De Gregori.

Tema della serata sarà Beatles, Rolling Stones e Bob Dylan al cinema: un viaggio nel corso del quale i due conduttori ripercorreranno il rapporto di queste tre icone della musica mondiale con il cinema, accompagnato da proiezioni di estratti di film. Ad arricchire l’incontro la presenza di Francesco De Gregori, un grande musicista che commenterà il legame tra il cinema e questi grandi musicisti.

“Il cinema, diceva Bernardo Bertolucci, è l’arte delle arti, è l’arte che si serve di tutte le altre arti per realizzarsi”commenta il Direttore del TFF, Steve Della Casa “Il rock e il pop sono una componente essenziale della cultura del Novecento, e noi vogliamo dimostrare che il rapporto di questi artisti con il cinema è curioso, sorprendente, variegato, ricco. Un grande spettacolo con un commentatore di eccezione, per un festival che vuole essere curioso, popolare, chic”.

Un evento importante, pensato non solo per il pubblico in sala ma anche per tutti gli ascoltatori che per la prima volta potranno seguire l’inaugurazione del Torino Film Festival in diretta radiofonica. Un appuntamento unico che, oltre a celebrare i 40 anni del festival, consolida la profonda collaborazione tra Rai Radio3 e il TFF iniziata già dal 1994, anno di nascita di Hollywood Party che da allora ha sempre seguito il festival.

“Grande cinema e musica protagonisti in questa edizione del TFF che Rai Radio3 ha sempre seguito con attenzione e passione” commenta Andrea Montanari, Direttore di Rai Radio 3 “Quest’anno, con il ritorno del pubblico dal vivo, abbiamo voluto essere ancora più presenti e lo faremo non solo con la cerimonia d’apertura, che trasmetteremo da un luogo prestigioso come il Teatro Regio. Il nostro impegno al TFF si arricchirà con appuntamenti in diretta, attraverso le trasmissioni di Hollywood Party, e proponendo al pubblico del festival eventi immersivi legati ancora una volta al mondo dell’ascolto, in particolare a quello del podcast”.

La serata di apertura del TFF vuole rimarcare il carattere al tempo stesso pop e di ricerca del festival, con un appuntamento nel corso del quale si parlerà di cinema mainstream ma anche di autori come Godard, Scorsese, Wenders, Schifano…

“Siamo molto contenti di questo ritorno al Teatro Regio con uno spettacolo decisamente originale per inaugurare la quarantesima edizione del Torino Film Festival – raccontano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema. Mancano diversi mesi al TFF ma le premesse ci sono tutte per un festival capace di raccontare il cinema ancora una volta in modo nuovo”.