Home Blog Pagina 3214

Poltergeist: la recensione del cult horror di Tobe Hooper prodotto da Steven Spielberg

0

Uscito nel 1982, Poltergeist è uno dei film horror più iconici della storia del cinema. Diretto da Tobe Hooper ma fortemente influenzato dalla visione produttiva di Steven Spielberg, il film rappresenta un raro esempio di equilibrio tra fiaba nera e blockbuster hollywoodiano. Con un incasso di oltre 74 milioni di dollari a fronte di un budget di 10,7, si impose subito come un successo mondiale e divenne un punto di riferimento per il genere horror soprannaturale.

Ancora oggi, la storia della famiglia Freeling perseguitata da presenze maligne all’interno della propria casa mantiene intatto il suo fascino, grazie a un mix di tensione, innovazione e tematiche universali che hanno ispirato intere generazioni di registi.

Trama: la famiglia Freeling e le presenze dell’aldilà

Steve e Diane Freeling vivono con i figli Carol Anne, Robbie e Dana in una tranquilla cittadina americana. Una notte, la piccola Carol Anne comincia a parlare con il televisore, annunciando ai genitori che “sono arrivati”. Da quel momento, la famiglia è vittima di fenomeni sempre più inquietanti, fino alla scomparsa della bambina, risucchiata da forze misteriose ma ancora udibile dall’interno della casa.

Disperati, i genitori si rivolgono prima a una parapsicologa e poi a un’esperta medium per tentare di riportare Carol Anne indietro e liberare la casa dalla maledizione. Ciò che ne deriva è una lotta disperata contro forze sovrannaturali che sfidano le leggi della ragione.

Poltergeist tra fiaba nera e blockbuster familiare

La grande forza di Poltergeist sta nella sua capacità di proporsi come un horror “per famiglie”. Nonostante la componente spaventosa, la pellicola mantiene un’impronta fiabesca: bambini come protagonisti, atmosfere domestiche, un male che irrompe nel quotidiano e lo contamina. È una fiaba malefica, confezionata con lo stile di un grande prodotto hollywoodiano ma capace di conservare un’anima inquietante.

Il televisore diventa simbolo di contatto con l’ignoto, anticipando tematiche che segneranno il cinema degli anni a venire: da Videodrome di David Cronenberg a Ringu di Hideo Nakata. Allo stesso tempo, la figura di Carol Anne richiama altri bambini “medium” della storia del cinema, come Danny di Shining.

Spielberg e Hooper: un equilibrio irripetibile

Nonostante i ruoli ben definiti, è impossibile non notare l’impronta di Steven Spielberg nella costruzione del film. L’universo domestico, l’innocenza dei bambini e l’uso spettacolare degli effetti speciali richiamano direttamente lo stile del regista di E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Tobe Hooper, celebre per Non aprite quella porta, porta invece in dote il suo sguardo crudele e il suo gusto per l’orrore viscerale. L’incontro tra le due visioni genera un equilibrio raro: un film che riesce a essere terrificante e popolare allo stesso tempo, senza mai cadere nella volgarità o nella pura exploitation.

Un cult immortale dell’horror

Grazie al successo commerciale e al forte impatto culturale, Poltergeist è diventato un cult assoluto. La sua influenza è riscontrabile in innumerevoli opere successive, dal cinema alle serie TV, e la sua iconografia – dalla piccola Carol Anne che parla con lo schermo televisivo fino alla vendetta finale degli spiriti – è ormai entrata nell’immaginario collettivo.

Il film ha avuto diversi sequel e un remake, ma resta l’originale di Hooper e Spielberg a incarnare quell’equilibrio perfetto tra intrattenimento, paura e riflessione sociale. Un titolo imprescindibile per comprendere l’evoluzione dell’horror contemporaneo.

The Haunting (Gli Invasati): recensione del cult horror di Robert Wise

Uscito nel 1963 e diretto da Robert Wise, The Haunting (Gli Invasati) è tratto dal romanzo The Haunting of Hill House di Shirley Jackson ed è considerato uno dei capisaldi assoluti del cinema di fantasmi. Con un cast che comprende Julie Harris, Claire Bloom, Richard Johnson e Russ Tamblyn, il film ha saputo ridefinire l’immaginario della “casa stregata”, imponendosi come una delle opere più influenti e raffinate della storia del genere horror.

Con la sua ambientazione suggestiva e l’uso sapiente di suoni e atmosfere, il film non si limita a raccontare una storia di presenze soprannaturali, ma esplora le paure profonde e le fragilità psicologiche dei personaggi, aprendo la strada a un filone che avrebbe segnato il cinema degli anni Sessanta e oltre.

Trama: Hill House e i segreti della villa maledetta

La storia ruota attorno al dottor Markway, studioso di fenomeni paranormali che decide di condurre una ricerca in una villa abbandonata e temuta dalla popolazione locale: Hill House. Per le sue indagini recluta tre persone: Eleanor (Julie Harris), fragile e sensibile; Theo (Claire Bloom), medium dal carattere enigmatico; e Luke (Russ Tamblyn), giovane erede della villa.

Ben presto, i quattro si trovano intrappolati in un ambiente che sembra vivo e ostile. La casa respira, emana calore e gelo, si piega e si dilata come fosse un organismo dotato di volontà propria. Eleanor diventa progressivamente il centro della vicenda, divisa tra suggestione e possessione, vittima di un luogo che non smette di insinuarsi nella sua mente e nelle sue emozioni.

Una casa che diventa organismo vivente

Uno degli elementi più innovativi di The Haunting è la rappresentazione della casa stessa come entità organica. Robert Wise trasforma corridoi, scale e porte in strumenti di tensione narrativa, capaci di minacciare i protagonisti più dei fantasmi stessi. Hill House diventa così la vera antagonista: un ambiente che agisce come un personaggio, minaccioso e ambiguo.

Questa concezione avrebbe influenzato profondamente il cinema horror successivo, aprendo la strada a decine di film incentrati su case maledette e spazi domestici che si trasformano in luoghi di terrore.

Robert Wise e l’arte della suspense psicologica

La grandezza del film non risiede tanto negli effetti visivi – volutamente limitati – quanto nell’uso del sonoro e del non detto. Rumori inspiegabili, voci, colpi improvvisi e silenzi angoscianti sono i veri protagonisti. Wise costruisce la tensione giocando sull’ambiguità: ciò che accade è frutto di fenomeni paranormali o delle allucinazioni di Eleanor?

La fotografia di David Boulton, con ombre e prospettive inquietanti, e le musiche sperimentali di Humphrey Searle, realizzate anche con incisioni a rovescio, rafforzano l’atmosfera perturbante. L’accenno al rapporto ambiguo tra Eleanor e Theo aggiunge inoltre una dimensione trasgressiva e psicologica, rara per l’epoca.

Un cult immortale dell’horror

The Haunting è oggi riconosciuto come uno dei capisaldi dell’horror moderno. Non solo ha ispirato film successivi come Poltergeist o The Conjuring, ma ha anche dato vita a reinterpretazioni dirette, dal remake del 1999 alla serie Netflix Hill House di Mike Flanagan.

Con questa pellicola, Robert Wise – regista eclettico capace di spaziare dalla fantascienza (Ultimatum alla Terra) al musical (Tutti insieme appassionatamente), fino al kolossal (Star Trek: The Motion Picture) – dimostra ancora una volta il suo talento nel coniugare generi diversi con la stessa brillantezza e profondità.

Shrooms – trip senza ritorno: recensione del film

0

Shrooms – trip senza ritorno  è il film horror del 2006 diretto da Paddy Breathnach e con protagonisti Lindsey Haun, Jack Huston, Max Kasch, Alice Greczyn, Robert Hoffm.

Shrooms – trip senza ritorno, la trama

Un gruppo di baldi giovani americani vanno nella lontana Irlanda per andare nei boschi a caccia di funghetti allucinogeni. Tara(Lindsey Haun) finirà per ingerire un fungo velenoso , che secondo leggende metropolitane, è in grado di conferire il dono della preveggenza. In tutto ciò i ragazzi iniziano a morire misteriosamente: sarà colpa delle misteriose presenze che abitano il bosco?

Shrooms – trip senza ritorno, il film

Grazie ad un pretesto abbastanza demente da far concorrenza a Hostel, siamo catapultati per l’ennesima volta, e in maniera assolutamente non innovativa, all’interno di un contesto boschereccio, ove pupi e donzelle vengono assassinati uno ad uno in maniera piuttosto noiosa e poco divertente.

Il regista, alla sua prima esperienza con il cinema horror, non sa creare luoghi originali, e non riesce a gestire il meccanismo “allucinazione-realtà” su cui il film dovrebbe imperniarsi, risultando così solo ridondante e scontato sin dall’inizio.

La droga (e non è ben inteso il giudizio morale che scaturisce a proposito delle sostanze stupefacenti) è usata come pretesto per giustificare presenze maligne e confondere la realtà con l’illusione: peccato che grazie ai pessimi effetti speciali girati low budget e la prevedibilità di tutto il film, il pretesto che avrebbe potuto esser uno spunto quantomeno discreto per creare un buon prodotto, diventa soltanto parte di un film privo di interesse e di ragion d’essere.

Di Mariani Bino

Le cronache dei morti viventi di George Romero

0

Le cronache dei morti viventi è diretto da George Romero con protagonista Michelle Morgan, Joshua Closè, Shawn Roberts e Joe Dinicol.

 

Sinossi
Un gruppo di ragazzi, intenti a girare un film horror indipendente, si ritrovano coinvolti inevitabilmente in una situazione che sta sconvolgendo gli Stati Uniti: i morti tornano in vita, e Jason(Closè), decide di filmare il caos e la violenza che esplodono durante il loro cammino.

Analisi

Le cronache dei morti viventi A due anni di distanza dalla Terra dei morti viventi, Romero, dedito al (sotto)genere degli zombi -da egli stesso promulgato- torna ad inscenare soggetti che proliferano di morti viventi. Ma l’ingegnosità del regista sembra inesauribile, e il quinto capitolo della saga degli zombi, prende una piega del tutto nuova, inserendosi direttamente nella linea che da Cannibal Holocaust porta a Cloverfield, passando per  The Blair witch project  e REC.

Un filone che mira ad unire la tecnica documentaristica al genere horror, e che con le possibilità del digitale, si sviluppa all’insegna della sperimentazione di nuove situazioni. Ed è in questo contesto che Romero rinnova il genere zombi movie, mettendo in scena momenti del tutto inediti e mai banali, confermando l’acume e la creatività che gli appartengono e la consapevolezza dei meccanismi del cinema dell’orrore.

week end al cinema 18/12

0

di Francesco D’Occhio

Natale a Beverly Hills
: Due storie si intrecciano sotto il sole di Beverly Hills.
Carlo (Christian De Sica) ritrova per caso Cristina (Sabrina Ferilli) vecchio amore che aveva abbandonato quando era incinta di 7 mesi. Il figlio Lele ha ora come padre putativo Aliprando (Massimo Ghini) che è stato vicino al ragazzo e alla madre per tanto tempo.
Purtroppo per Carlo presto dovrà riconfrontarsi col suo passato…
Serena e Marcello (Michelle Hunziker/ Alessandro Gassman) festeggiano separatamente l’addio al celibato prima di sposarsi. Purtroppo Serena a causa di una sbornia, crede di aver fatto l’amore con Rocco, un uomo conosciuto fuori dal locale dove festeggiava, quest’ultimo innamoratosi di lei cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote e le farà credere di aver passato veramente la notte con lui.
Ventiseiesimo cinepattone che puntuale come tutti gli anni giunge in una moltitudine di sale alle soglie del natale. Per la prima volta dopo l’abbandono di Boldi non vi è Fabio de Luigi mentre per la prima volta vi partecipa la coppia di figli d’arte Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi.

week end al cinema 10/12

0

 

Di Francesco D’Occhio


Dieci Inverni: Siamo nel 1999 a Venezia e due studenti fuori sede, Camilla e Silvestro si conoscono su un vaporetto. Lei lo ospita nel suo appartamento, nelle vicinanze della città lagunare.
Lui è sfacciato, lei è introversa e timida.
Anche se in casa di lei non si concretizzerà nulla, qualcosa nasce.
I due si separeranno per rincontrarsi ancora molte volte per 10 anni ancora, fino a condividere esperienze a Mosca.
Opera prima per Valerio Mieli supportato dalla fotografia di Marco Onorato, già al lavoro per “Gomorra” che punta alla rivisitazione dell’amore distaccandosi dal filone “moccia” per riallacciarsi ad uno più maturo simile al “Un’Amore” di Tavarelli.
Nei panni dei due protagonisti i bravi Michele Riondino e Isabella Ragonese chiamati a interpretare un percorso di crescita e di sentimenti che va dall’adolescenza alla quasi maturità, appunto, Dieci Inverni.

week end al cinema 04/12

0

Di Francesco D’Occhio

A Serious Man: Nel 1967 il professore Larry Gopnik è in un periodo nero.
La moglie lo ha lasciato perché innamorata di un collega, uno studente lo ricatta, riceve lettere minatorie e l’affascinante vicina non fa altro che prendere il sole nuda.
Ormai senza speranza l’uomo decide di rivolgersi a tre rabbini per chiedere consiglio.
I fratelli Coen firmano un lungometraggio dai toni sarcastici in cui un uomo in fondo buono vede tutto il male ritorcersi contro lui ad ogni suo gesto.
Presentato con successo al Toronto International Film Festival e al Festival Internazionale di Roma.

week end al cinema 27/11

0

 

di Francesco D’Occhio

 

La dura verità: Abby Richter produce un programma televisivo (The Ugly Truth, da qui il titolo del film) che visti i bassi ascolti decide di puntare su un nuovo opinionista, tale Mike Chadway, che con un atteggiamento cinico non farà che sparlare del gentil sesso descrivendone i difetti e quello che gli uomini pensano seriamente delle donne.
L’audience del programma aumenta sensibilmente e costringe la produttrice a trattenere l’antipatico opinionista, al contempo decide anche di mettere in pratica i consigli di Mike col suo vicino Colinm di cui è invaghita da tempo.
Ennesimo lungometraggio sulla differenza tra i sessi, sarà stavolta il rude Mike o il dolce Colin a conquistare il cuore della protagonista?

L’apprendista Stregone

0

Il trailer ufficiale di L’apprendista Stregone, il film fantasy con Nicolas Cage e Monica Bellucci. L’apprendista Stregone è distribuito da Walt Disney Pictures Italia.

Il film è vagamente ispirato al segmento L’apprendista stregone del film musicale d’animazione Disney Fantasia, che a sua volta si basa sull’omonimo poema sinfonico del 1890 di Paul Dukas, ispirato all’omonima ballata del 1797 di Johann Wolfgang von Goethe.

La pellicola è un film avventura in cui un mago e il suo sventurato apprendista si ritrovano al centro dell’antico conflitto fra bene e male. Balthazar Blake (Nicolas Cage) è un maestro della magia che vive nell’odierna Manhattan e che intende difendere la città dalla sua nemesi per eccellenza, Maxim Horvath (Alfred Molina). Ma per farlo Balthazar ha bisogno di aiuto, e recluta quindi ave Stutler (Jay Baruchel), un ragazzo apparentemente normale ma che possiede doti nascoste, sottoponendolo ad un folle addestramento per fargli apprendere il più in fretta possibile tutti i segreti della magia. In questo nuovo ruolo di apprendista stregone, Dave dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per sopravvivere all’ addestramento, arrestare le forze del male e conquistare il cuore della ragazza che ama.

Amabili resti (The Lovely Bones): trailer del film di Peter Jackson

0

Guarda il trailer ufficiale di Amabili resti (The Lovely Bones), il nuovo film del regista Premio Oscar Peter Jackson con protagonista Saoirse Ronan, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo. Nel cast anche Mark Wahlberg, Susan Sarandon e Stanley Tucci.

Inception

0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avatar: trailer del kolossal di James Cameron

0

Guarda il trailer ufficiale del kolossal Avatar l’epica avventura di James Cameron Avatar, il film di maggior successo di tutti i tempi e vincitore dell’Academy Award nel 2009. Un nuovo trailer e un nuovo poster celebrano il ritorno nelle sale del film del 2009.

Scritto e diretto dal premio Oscar James Cameron, Avatar è interpretato da Sam Worthington, Zoe Saldaña, Stephen Lang, Michelle Rodriguez e Sigourney Weaver. Il film è stato prodotto da James Cameron e Jon Landau. Candidato a nove Academy Award®, tra cui miglior film e miglior regia, il film ha vinto tre premi Oscar per la migliore fotografia, scenografia ed effetti speciali.

Trailer originale in Inglese