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Senza Nessuna Pietà: Trailer del film con Pier Francesco Favino

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Senza Nessuna Pietà: Trailer del film con Pier Francesco Favino

Arriva il teaser trailer del film Senza Nessuna Pietà prodotto e interpretato da Pier Francesco Favino e diretto dall’esordiente Michele Alahique. La pellicola che sarà presentata a Venezia 71 e che vede nel cast anche Greta Scarano, Claudio Gioè, Adriano Giannini e Ninetto Davoli.

Uscirà l’11 Settembre 2014 distribuito da Bim.

senza-nessuna-pieta-teaser trailerMimmo vorrebbe fare solo il muratore, perché gli piace più costruire palazzi che rompere ossa. Invece recuperare crediti, con le cattive, è parte integrante del suo mestiere, almeno secondo il signor Santili, suo zio nonché datore di lavoro. Mimmo vive in un mondo feroce dove si rispettano regole e ruoli, se si vuol tirare a campare senza problemi: giusto o sbagliato che sia, è l’unico mondo che conosce. Tutto cambia quando nella sua vita irrompe Tania, una ragazza bellissima che il Roscio, il suo migliore amico, ha “rimediato” come intrattenimento per Manuel, il figlio di Santili. Costretti da un imprevisto a passare la notte insieme, Mimmo e Tania si scopriranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di sfuggire a un destino già segnato. Ma non si può sperare in una nuova vita senza fare i conti con la vecchia.

Senza Nessuna Pietà: recensione del film con Favino

Senza Nessuna Pietà: recensione del film con Favino

Senza Nessuna Pietà è l’esordio alla regia di lungometraggio dell’attore Michele Alhaique, co-prodotto e magistralmente interpretato da un Pierfrancesco Favino gigante, non solo nella mole. Questo noir ambientato nella periferia romana è scritto e girato intorno a lui – il regista sceglie di stare attaccato agli attori fino a riprenderne i minimi particolari – cogliendone al massimo l’espressività, amplificando la valenza di ogni momento, ma soprattutto rendendo il senso di oppressione cui il protagonista è sottoposto. La camera a mano lo avvolge, facendo sentire il peso della mole, la fatica del respiro, che non sono solo fisici, ma specchio di una condizione psicologicamente pesante, non più sopportabile. Le altre interpretazioni sono anch’esse molto valide: dalla protagonista femminile Greta Scarano alle ottime caratterizzazioni di Claudio Gioè (amico di Mimmo) e Adriano Giannini.

In Senza Nessuna Pietà Mimmo (Pierfrancesco Favino) è un omone di mezza età che, oltre a fare il manovale, fa il lavoro sporco per conto dello zio imprenditore e usuraio (Ninetto Davoli), mentre il figlio di questi, Manuel (Adriano Giannini), si dà alla bella vita. Mimmo è ormai stanco di questa situazione, quando viene incaricato di andare a prendere una ragazza, Tania (Greta Scarano), destinata ad allietare una delle tante feste di Manuel. Quest’incontro dà a Mimmo la forza di ribellarsi alla famiglia e spinge anche Tania a rompere con la vecchia vita.

Senza Nessuna Pietà, il film

Senza nessuna pietà

Tuttavia, soggetto e sceneggiatura sono altalenanti tra buoni spunti – una storia di riscatto e sentimenti, uno sguardo acuto alle periferie e al disagio esistenziale – e incongruenze che coadiuvano le svolte narrative, ma non rendono un buon servizio ai personaggi. Specie al protagonista: un gigante buono, un animo sensibile costretto alla violenza e al crimine da un mondo “senza nessuna pietà”. A tratti consapevole e avvertito rispetto al mondo che lo circonda e che conosce bene; a tratti troppo ingenuo. Un po’ paterno – accenti delicati, toccanti e ironici ha il legame tra lui e Tania, fatto di affetto e istinto di protezione, ma percorso da una sottile vena di sensualità – un po’ bambinone, ma a volte esagerato in entrambi gli aspetti. Alcune sue azioni sono difficilmente spiegabili e stridono con un personaggio che vuole darsi una seconda possibilità. Un paio di ingenuità, utili a far procedere l’intreccio, ma poco comprensibili, riguardano anche altri personaggi.

Uno sviluppo narrativo facilmente intuibile non giova e rende meno efficace l’altra metafora visiva che percorre il lavoro: ampi spazi, mare e cielo, si sostituiscono ai palazzoni di periferia, ma è subito chiaro che quell’orizzonte di libertà difficilmente si spalancherà di fronte al protagonista. Un’interpretazione da non perdere, tra luci e ombre di un esordio comunque promettente per un regista di talento, che speriamo di vedere ancora all’opera. Senza Nessuna Pietà è nelle sale, dopo il passaggio a Venezia nella sezione Orizzonti.

Senza nessuna pietà: foto dal film con Pierfrancesco Favino

Senza nessuna pietà: foto dal film con Pierfrancesco Favino

Senza Nessuna Pietà è l’unico film italiano nella Selezione Ufficiale della 71°Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia a concorrere per il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Il film è diretto da Michele Alhaique e vede nel cast Pierfrancesco Favino, Claudio Gioè, Greta Scarano, Iris Peynado, Adriano Giannini, Ninetto Davoli.

Di seguito le foto ufficiali del film:

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Senza Nessuna Pietà 17A Mimmo piace molto di più costruire che rompere ossa. Vorrebbe fare solo il muratore, ma gli tocca anche fare recupero crediti tra i palazzoni dei quartieri alla periferia di Roma. Lavora per suo zio, il signor Santili, che ama e rispetta come un padre. Non sopporta invece Manuel Santili, suo cugino, viziato e arrogante. E l’avversione è reciproca. Il Roscio, che sarebbe il suo migliore amico se fosse davvero amico di qualcuno, e la mezza dozzina di dipendenti della ditta completano la famiglia. È un mondo con regole e gerarchie chiare, dove chi non sbaglia ha la pagnotta assicurata e qualche extra. Giusto o sbagliato, è l’unico mondo che Mimmo abbia mai conosciuto.

Tutto cambia quando nella sua vita irrompe Tania. È bellissima, giovane e ha capito da un pezzo che nella vita deve arrangiarsi da sola. Sa che gli uomini sono pronti a spendere per averla e ne approfitta. Costretti da un imprevisto a passare una notte e un giorno insieme, Mimmo e Tania si ritroveranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di fuggire a un destino già segnato.

Senza Nessuna Pietà due trailer del film con Pierfrancesco Favino

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senza-nessuna-pieta-teaser trailerGrazie a Bim Distribuzione siamo in grado di mostrarvi due trailer di Senza Nessuna Pietà, il film prodotto e interpretato da Pier Francesco Favino e diretto dall’esordiente Michele Alahique.
La pellicola sarà presentata in questi giorni a Venezia 71 e vede nel cast anche Greta Scarano, Claudio Gioè, Adriano Giannini e Ninetto Davoli.
Il film, che uscirà l’11 settembre, parla della vita di Mimmo, un uomo che vorrebbe fare solo il muratore, perché gli piace più costruire palazzi che rompere ossa. Invece recuperare crediti, con le cattive, è parte integrante del suo mestiere, almeno secondo il signor Santili, suo zio nonché datore di lavoro. Mimmo vive in un mondo feroce dove si rispettano regole e ruoli, se si vuol tirare a campare senza problemi: giusto o sbagliato che sia, è l’unico mondo che conosce. Tutto cambia quando nella sua vita irrompe Tania, una ragazza bellissima che il Roscio, il suo migliore amico, ha “rimediato” come intrattenimento per Manuel, il figlio di Santili. Costretti da un imprevisto a passare la notte insieme, Mimmo e Tania si scopriranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di sfuggire a un destino già segnato. Ma non si può sperare in una nuova vita senza fare i conti con la vecchia.

Senza lasciare traccia: recensione del film di Gianclaudio Cappai

Gianclaudio Cappai con Senza lasciare traccia esordisce alla regia di un lungometraggio (dopo il successo del pluripremiato cortometraggio Purché lo senta sepolto e del mediometraggio So che c’è un uomo) dimostrandosi un regista sicuro della sua mano e delle sue sconfinate capacità, che lo portano a realizzare un microcosmo affascinante fatto di atmosfere inquietanti e claustrofobiche come prigioni, servendosi dello spazio come limite ma anche come possibilità, come luogo in cui sviscerare tutta la rabbia, sentimento che muove i fili del racconto e smuove le intenzioni dello stesso protagonista.

In Senza lasciare traccia la malattia di Bruno lo sta consumando lentamente. Una malattia che ha origini lontane, legate ad un passato di cui l’uomo non ha mai parlato con nessuno, neanche con sua moglie Elena. Ma un giorno Bruno avrà l’occasione di tornare nel luogo dove tutto è iniziato e trovare così un colpevole, guardando finalmente in faccia l’origine del suo male e provando così a fermare l’intruso che è dentro di lui.

Senza lasciare traccia, il film

Con Senza lasciare traccia Cappai si inserisce in un filone di genere ben preciso, mettendo in scena un noir italiano sulla vendetta e sulla necessità che l’essere umano ha trovare necessariamente un colpevole, un capro espiatorio su cui riversare tutto il suo malessere (specchio indiscusso della società in cui viviamo). Se il regista si dimostra estremamente abile nella costruzione della tensione e nella direzione degli attori, a mano a mano che la storia si sgretola in un’ossessivo bisogno di catarsi, si palesa più di un’incertezza dal punto di vista della scrittura: le motivazioni dei personaggi non sono sviluppate in maniera adeguata e giunti ormai al finale, una volta usciti dalla fornace in cui Cappai intrappola non solo i protagonisti ma anche lo stesso spettatore, si ha come una sensazione di incompiutezza che stona decisamente con le premesse iniziali.

Il lavoro di Cappai viene comunque supportato da un cast di interpreti di altissimo livello, tra cui spiccano un Michele Riondino straordinario nel delineare (anche fisicamente) un uomo logorato dentro e fuori, prigioniero delle sue ossessioni e schiavo dell’ingiustizia e dello spauracchio della morte. Lo affiancano due ottime controparti femminili (Valentina Cervi e Elena Radonicich) e un Vitaliano Trevisan (l’ex cacciatore di anoressiche in Primo Amore) tanto minaccioso nel volto quanto criptico nelle intenzioni, incredibile e talentuoso come sempre.

Giancarlo Cappai porta sullo schermo un racconto cinematograficamente interessante sulla rabbia e sul rancore, sorretto da un cast di attori bravissimi che lo stesso regista dimostra di sapere dirigere con piglio sicuro. Una messa in scena potente e un comparto artistico superbo che, sfortunatamente, non trovano nella scrittura una degna alleata. Per essere un esordio, l’esame è quindi superato… anche se non ha pieni voti.

Senza lasciare traccia al cinema dall’8 Novembre

Senza lasciare traccia al cinema dall’8 Novembre

uscirà domani giovedì 8 novembre il film Senza lasciare traccia, distribuito da Adler Entertainment in 40 copie. Il film, diretto da Debra Granik e con Ben Foster e Thomasin McKenzie, è tratto dal libro “My Abandonment” di Peter Rock.

Senza lasciare traccia è ispirato alla storia vera di un padre e una figlia che vivono lontani dalla società, nascosti in un parco ai margini di Portland, in Oregon negli Stati Uniti. Lui, reduce di guerra, vuole scappare dalle regole e dalla conformità che una comunità impone, lei si trova a fare i conti con la naturale voglia di farne parte.

La regista, candidata agli Oscar per Un gelido inverno, traccia un affresco misterioso e magnetico di un’esistenza vissuta ai margini: “I protagonisti di questa storia si proteggono l’uno con l’altra e si influenzano con le proprie idee. In questa relazione padre-figlia, Tom ha imparato a essere più matura e saggia in alcune circostanze, per poter aiutare il padre vittima delle proprie vulnerabilità. Lui, in cambio, prova a insegnarle ogni cosa utile che conosce.”

Senza lasciare traccia, la trama

Una ragazza adolescente (l’esordio prorompente di Thomasin McKenzie) e suo padre (Ben Foster) hanno vissuto di nascosto per anni in Forest Park, un grande bosco situato alle porte di Portland, in Oregon. Un incontro casuale li poterà allo scoperto, ed entrambi saranno costretti a lasciare il parco per essere affidati agli agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova situazione, fino a che una decisione improvvisa li porterà ad affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta.

Senza i suoi Avengers chiave, l’MCU può avere successo?

Senza i suoi Avengers chiave, l’MCU può avere successo?

I Marvel Studios hanno avuto un successo inaspettato e incredibile fino ad Avengers: Endgame, ma sembra che da quel momento in poi qualcosa, negli ingranaggi dell’MCU, non funzioni più come dovrebbe. Come se da allora la storia – e l’azienda stessa – avesse subito dei colpi dai quali ancora non si è saputa riprendere. La Saga dell’Infinito è stata senza ombra di dubbio importante per il Marvel Universe, ed è da lì che la Marvel ha poi deciso di debuttare anche in televisione, dove ha sfornato molti prodotti. Il problema, però, è che da allora le cose non vanno molto bene.

Sicuramente a contribuire a questo affaticamento c’è stata la pandemia e gli scioperi di attori e sceneggiatori, ma ora che si può ritornare in carregiata è bene che i Marvel Studios riflettano attentamente sulle scelte da compiere. Secondo Variety, infatti, starebbero pensando a un nuovo film sugli Avengers, il quale avrebbe il compito di riportare in vita Iron Man e Black Widow. Una mossa un po’ avventata che, qualora dovesse trovare conferma, potrebbe essere vista solo come un tentativo – preoccupante – di far tornare il franchise al suo splendore passato. Ma questo potrebbe essere, oltre che inutile, molto rischioso. Capiamo perché.

Il ritorno degli originali Avengers non gioverebbe all’MCU

MCU The Avengers Fase 1

Nel cinema, così come nella televisione, i prodotti hanno bisogno di un refresh se non si vuole rischiare di cadere nel ripetitivo e nel noioso. Ci sono storie di personaggi destinate a finire, e la loro conclusione non può che giovare a un film – a una serie o in generale a un franchise – perché permette di rinnovarsi e focalizzarsi su altri racconti accativanti e inediti. Per quanto riguarda l’MCU la “svolta” si è avuta con Avengers: Endgame, pellicola vista anche come il culmine dei primi dieci anni di costruzione del Marvel Cinematic Universe che lo hanno preceduto. Nel film alcuni degli Avengers a cui i fan erano molto legati – parliamo di Black Widow, Captain America e Iron Man – hanno visto il loro arco narrativo volgere al termine, come era giusto che fosse.

Se venisse pensata una soluzione per riportarli in vita, dunque, la scelta potrebbe andare a minare ciò che è venuto prima, anche se i rispettivi interpreti (Robert Downey Jr. e Scarlett Johansson) tornassero come versioni alternative. Bisogna perciò chiedersi (l’operazione di “come back” potrebbe riguardare un prequel) se ne varrebbe davvero la pena. Nella controparte fumettistica non è raro vedere alcuni personaggi capitolati tornare in vita. E alle volte anche l’ MCU ha seguito la stessa scia, pur commettendo degli errori. Esso, quindi, ha l’opportunità di separarsi dal cartaceo, per raccontare una storia basata su una realtà in cui gli eroi muoiono, ci sono “passaggi del testimone” e l’universo va avanti. Pensiamo, ad esempio, a Sam Wilson, Yelena Belova e Riri Williams, i quali sono stati designati come successori degli eroi sopracitati, e che non hanno ancora avuto la possibilità di brillare. Il ritorno di Iron Man e Black Widow, o anche di Capitan America (ma sembra impossibile) comprometterebbe anche quei personaggi che ora sono sotto i riflettori del MCU.

Questioni di budget

MCU Endgame Iron Man

Oltre al fattore puramente narrativo, se nel MCU tornassero alcuni degli Avengers veterani che hanno lasciato il franchise, ci sarebbe anche la questione del budget da tenere in considerazione. Gli attori che li hanno interpretati sono delle vere e proprie star a Hollywood, e il loro chacet non è per niente basso. Pensiamo, poi, a ciò che sta accadendo in Casa Disney: con la notevole riduzione sia del budget che delle spese in tutta l’azienda, i progetti per il Marvel Universe sono già diminuti parecchio rispetto alla quantità elevata che si aveva avuto negli anni precedenti. In fondo, come si è potuto evincere, è stata proprio la mole di lavori ad aver contribuito agli attuali problemi del MCU.

L’obiettivo di Disney e Marvel è poi quello di tornare alla coerenza che ogni progetto del Marvel Cinematic Universe ha prodotto in termini di qualità e di incassi. Indi per cui se i Marvel Studios dovessero riportare i personaggi originali degli Avengers, ciò intanto andrebbe contro l’iniziativa di riduzione dei costi della Disney, considerato che solo il salario per Robert Downey Jr. potrebbe non essere sostenibile. Inoltre, pur volendo provarci riportando sia lui che le altre stelle, questo potrebbe rivelarsi una scelta controproducente per l’MCU stesso in quanto, magari, si sacrificherebbero altre narrazioni per qualcosa che potrebbe diventare solo costoso ma non efficace. Sarebbe meglio, in ogni caso, non strafare.

La Marvel ha tanti altri personaggi a cui dare valore

Deadpool 3 Wolverine

Nonostante Avengers: Endgame, come abbiamo detto poc’anzi, abbia costretto, in un certo qual modo, a dover dire addio a degli eroi a cui si era appassionato la maggior parte del pubblico, non erano gli unici ad avere del valore e del potenziale narrativo. L’MCU, nel suo cantiere, ha ancora tanti main characters da poter introdurre o esplorare: basti pensare a Thor, Star-Lord, Hulk, Doctor Strange, Loki, Scarlet Witch e altri. Inoltre, ricordiamo anche che l’ MCU sta per aggiungere il Deadpool di Ryan Reynolds, i Fantastici Quattro e gli X-Men, personaggi di un certo calibro da non sottovalutare. Si avrà anche il ritorno di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, il quale sarà di certo una grande attrazione per gli spettatori. La verità è che, probabilmente, ci si è abituati ad avere troppo a lungo i film sugli Avengers tanto da – quasi – svalutare altri possibili eroi e persino soluzioni diverse che non siano l’atteso prodotto su di loro.

Ma se ci pensiamo con attenzione, capiamo che non è necessario avere delle pellicole specifiche per vedere i Vendicatori insieme: una loro reunion valida e appagante può avvenire anche nei racconti stand-alone, come ci dimostrano Doctor Strange nel Multiverso della Follia e Spider-Man: No Way Home – i due film di maggior incasso della Fase 4. Persino gli X-Men, da soli, sono in grado di dare vita a una storia molto grande e avvincente, e questo potrebbe essere un nuovo modo per far proseguire il franchise. I Marvel Studios hanno una quantità infinita di personaggi da poter sfruttare per realizzare altre incredibili narrazioni. Ciò di cui hanno estremamente bisogno è di dare una svolta netta alla storia.

Senza Frontiere/withiutborders al Festival dei Due Mondi 2012

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SENZA FRONTIERE/withoutborders  è il festival cinematografico  dedicato a film che mostrano quanto abbiamo in comune noi esseri umani.

Senza freni: trama e cast del film con Joseph Gordon-Levitt

Senza freni: trama e cast del film con Joseph Gordon-Levitt

Spesso i thriller più avvincenti sono quelli che si svolgono in breve lasso di tempo, con un protagonista costretto a misurarsi con una missione pericolosa e qualcuno pronto ad impedirgli di portarla a termine. Un esempio brillante e recente di ciò è il film Senza freni, scritto e diretto nel 2012 da David Koepp. All’interno di questo, un semplice fattorino in bicicletta si trova ad entrare in possesso di qualcosa di molto delicato, che lo porterà a vivere esperienze impensabili. Tra adrenalina e tensione, si svolge così una storia particolarmente avvincente che rielabora a suo modo le principali caratteristiche del genere.

Koepp è uno degli sceneggiatori più celebri di Hollywood, alternatosi negli anni tra generi diversi. Egli è infatti lo scrittore di film come Jurassic Park, Mission: Impossibile, Panic Room, Spider-Man, Secret Window e Jack Ryan – L’iniziazione. In particolare, egli si è distinto come autore di thriller imprevedibili e solidi nella loro struttura. Anche Senza freni si colloca in tale filone, esaltando tale genere anche grazie al dinamismo che il lavoro del protagonista porta inevitabilmente con sé. Inoltre, Koepp ha raccontato di essersi ispirato ai film di William Friedkin per le sequenze d’azione e di inseguimenti presenti nella sua pellicola.

Costato 35 milioni di dollari, il film non si affermò come un grande successo economico, ma ottenne invece buoni pareri da parte della critica. In particolare, si è elogiata la capacità del regista di esaltare tramite l’azione i momenti più importanti del film. Si tratta dunque di un’opera da riscoprire, che non mancherà di affascinare gli amanti del genere a cui piace rimanere con il fiato sospeso. Prima di intraprendere una visione del film, proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Senza freni: la trama del film

Protagonista del film è Wilee, la cui vita è tutta una corsa tra le affollate strade di New York dove svolge l’attività di rider, guadagnandosi da vivere facendo consegne tramite la sua fidata bicicletta. Recatosi un giorno presso la Columbia University per un nuovo incarico, egli riceve il compito da una giovane di nome Nima di consegnare una busta preziosa ad un preciso indirizzo del quartiere Chinatown. Per farlo, però, avrà a disposizione non più di 90 minuti. Il tempo a disposizione non è molto, specialmente considerando il traffico della città, ma Wilee conosce bene le strade e le scorciatoie ed è convinto di poter portare a termine il compito come sempre.

Utilizzando una bici con telaio in acciaio a scatto fisso e senza freni, egli è letteralmente un filmine in velocità, a dir poco inarrestabile. Ben presto, però, quella che sembrava una consegna come un’altra si rivela essere qualcosa di più, qualcosa che Wilee non avrebbe mai neanche potuto immaginare. La misteriosa busta che egli porta con sé sembra avere infatti molta più importanza del previsto, a tal punto che il poliziotto corrotto Bobby Monday intraprenderà un vero e proprio inseguimento al fine di entrarne in possesso. Essere presi equivale a morire, e per Wilee non c’è dunque altra possibilità che pedalare e arrivare a destinazione per primo.

Senza freni cast

Senza freni: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Wilee vi è l’attore Joseph Gordon-Levitt, noto per film come (500) giorni insieme, Il cavaliere oscuro – Il ritorno, The Walk e Snowden. Per poter assumere il ruolo del ciclista protagonista, Gordon-Levitt ha dovuto sottoporsi ad un allenamento intensivo, al fine di poter interpretare quante più scene possibili senza ricorrere a controfigure. Naturalmente, l’allenamento ha previsto in particolare attività ciclistiche. L’attore è però andato anche incontro ad un brutto incidente. Durante le riprese, infatti, ha impattato contro la parte posteriore di un taxi mentre andava a tutta velocità in bicicletta. Nell’urto contro il lunotto l’attore ha riportato al braccio una ferita che ha richiesto 31 punti di sutura.

Accanto a lui, nei panni di Vanessa, la ragazza di Wilee, vi è l’attrice Dania Ramirez. Questa è nota in particolare per i ruoli di Maya Herrera in Heroes e quello di Cenerentola in C’è una volta. Ad interpretare Nima, compagna di stanza di Vanessa e colei che assegna la busta da consegnare a Wilee, vi è l’attrice Jamie Chung, nota per aver interpretato Mulan nella serie C’era una volta. L’attore Henry O è invece Mr. Leung, mentre Wolé Parks è Manny, rivale di Wilee nell’attività di rider. Infine, il candidato all’Oscar Michael Shannon è presente nel ruolo di Bobby Monday, il corrotto agente di polizia che insegue il protagonista. Un ruolo per cui l’attore si è preparato con grande dedizione al fine di risultare il più minaccioso possibile.

Senza freni: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Senza freni è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un dato periodo temporale entro cui vedere il titolo. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 22 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Senza Freni – Trailer Italiano

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Il trailer di Senza Freni, l’adrenalitico action/thriller diretto da David Koepp ambientato a New York, la cui uscita nelle sale cinematografiche italiane è prevista per il 7 settembre 2012. 

Senza Fine: trailer del film su Ornella Vanoni

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Senza Fine: trailer del film su Ornella Vanoni

Dopo l’anteprima mondiale alle Giornate degli Autori, nell’ambito della 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Senza Fine di Elisa Fuksas con Ornella Vanoni arriva in sala con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection dal24 febbraio 2022 con anteprime selezionate lunedì 21, martedì 22 e mercoledì 23.
Un film che racconta la straordinaria vita di una delle artiste più amate della musica italiana.

Un hotel termale degli anni ’40, assolutamente fuori dal tempo. Il luogo perfetto per raccontare una storia Senza fine, quella della vita di Ornella Vanoni, che si svela alla regista Elisa Fuksas senza risparmiarsi. Una donna, un’artista, una forza della natura raccontata tra le mura di questo suggestivo set anche da alcuni amici musicisti come Vinicio Capossela, Samuele Bersani, Paolo Fresu e la sua inseparabile tromba. Tra un massaggio e una sauna, le memorie si fanno tangibili e il futuro assume la forma dell’eternità.

Elisa Fuksas, regista e scrittrice, si è cimentata in un’impresa impossibile: raccontare una delle più grandi artiste della scena musicale italiana, un pezzo di storia della cultura del nostro paese. E come raccontarla lo ha spiegato lei stessa.
«Io: Che significa fare un film su di te? Lei: Un film sulla mia vita; fino a un certo punto è reale poi è irreale. È come una fiaba, è bello finire la vita in una fiaba».

Prodotto da Moreno Zani e Malcom Pagani per Tenderstories, Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e da Indiana Production, Senza Fine è scritto da Elisa Fuksas e Monica Rametta.

Senza Fiato: recensione del film con Fortunato Cerlino

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Senza Fiato: recensione del film con Fortunato Cerlino

Arriva al cinema il 12 ottobre Senza Fiato, film di Raffaele Verzillo, regista casertano alla sua terza regia di lungometraggio, che si affaccia con delicatezza alla situazione di crisi generale che versa nel mondo del lavoro, attraverso la lente privata di storie che si intrecciano e si scontrano, fino a un epilogo inaspettato e ingiusto, degno purtroppo del triste quadro che il film stesso tratteggia.

Matteo ha 45 anni. È un uomo perso, sconfitto dalla vita e da un Paese che ha ucciso la sua generazione negandole le condizioni, le opportunità, i sogni. Insieme a tanti altri come lui, Matteo si ritrova senza ideali, senza ideologie, senza la possibilità di vedere realizzate le sue abilità, concretizzata quella forma di vita che avrebbe voluto costruire. E senza più speranza. Così che decide di andare via. Ma non via dal suo Paese. No. Via dalla vita. Non ha più ragione per restare, non c’è un motivo per continuare. Lui non lo vede.

Nel momento in cui tenta di attuare il suo proposito, però, gli sorge un dubbio: – E se invece ci fosse un motivo per restare, se fossi io che non riesco a vederlo? Così, prima di andare, forse con lo scrupolo di un vigliacco, con la drammatica condizione di essere inadatto tanto alla difficoltà della vita quanto al coraggio della morte, chiede alle persone a lui più vicine, più care, se c’è qualcosa che lui non ha considerato, qualcosa che lui non vede, chiede agli altri una ragione per restare, per non uccidersi.

Senza Fiato – un dramma da camera casertano

Verzillo racconta una storia ancorata al territorio, quello di Caserta, che si intravede in alcuni edifici e nell’accento dei protagonisti, ma che può essere valido in ogni parte dell’Italia. Il film, che adopera un bianco e nero tattico, forse a sopperire degli oggettivi limiti tecnici della pellicola, sposa però benissimo la scelta cromatica e racconta storie oppresse dalla cappa di disperazione, mai accesa, strillata ma sempre palese tessuto che ricopre, riveste, impregna di sé ogni situazione.

Il film si muove con sorpresa nei territori del melodramma, sfociando nel linguaggio del dramma da camera, soprattutto quando si sofferma sulla scelta, decisa ma mai compiuta, di uno dei protagonisti di togliersi la vita, rimedio estremo e definitivo.

Nonostante i temi disperati e i personaggi allo stremo, il film non cerca la lacrima, non sguazza nella difficoltà, ma abbraccia la freddezza della luce, delle inquadrature, ne sposa la distanza dal dramma e lo mostra, senza alcuna intenzione di esasperarlo.

Più dramma da camera che sceneggiata (nonostante la geolocalizzazione), Senza Fiato palesa non solo i suoi limiti tecnici, riscontrabili nella qualità dell’immagine e in alcune scelte registiche poco felici, ma con la stessa schiettezza rivela una delicatezza distaccata, una verità sorprendente nel raccontare storie comuni e drammi quotidiani.

Senza controllo: trama, cast e curiosità sul film

Senza controllo: trama, cast e curiosità sul film

Film drammatico del 2017, diretto da Alex Ranarivelo e sceneggiato da Christina Moore e Brian Rudnick, Senza controllo (il cui titolo originale è Running Wild) è un altro esempio di “western contemporaneo” (come lo sono The Hollow Point – Punto di non ritornoI segreti di Wind River), in cui ritroviamo una serie di scenari, tematiche e dinamiche proprie di questo genere ma declinate in chiave contemporanea o comunque associate a caratteristiche proprie dei nostri tempi. Ambientato in un paesaggio rurale e suggestivo, il film affronta infatti temi come la redenzione, la collaborazione e la lotta contro i pregiudizi e l’avidità.

La trama si sviluppa dunque tra conflitti personali e morali, esplorando come l’empatia e il legame con gli animali possano essere una via di riscatto sia per questi ultimi che per gli esseri umani coinvolti. Senza controllo esplora dunque anche quell’eterno richiamo verso la natura che promette – e dimostra – di essere una sana via di fuga dallo stress della città. Una piccola curiosità, legata al film, è che la location usata per il ranch della protagonista è la stessa utilizzata nell’ultimo capitolo della saga horror Scream di Wes Craven, che si trova a Tomales in California.

Per gli appassionati di questo genere, si tratta dunque di un film da non perdere e da riscoprire in tutti i valori e messaggi che intende trasmettere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Senza controllo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Senza controllo Sharon Stone
Sharon Stone e Christina Moore in Senza controllo. © 2016 – SP Releasing/Sony Pictures Home Entertainment

La trama di Senza controllo

Protagonista del film è Stella Davis, donna rimasta vedova dopo la morte del marito in un incidente stradale e che si trova ora costretta a occuparsi in prima persona del ranch che appartiene alla sua famiglia da molte generazioni. Il suo già arduo compito viene complicato drammaticamente dalla notizia che il suo defunto marito, a sua insaputa e nel tentativo si salvare l’azienda, aveva ipotecato la tenuta per 6 milioni di dollari. Se la somma non verrà restituita entro 90 giorni, Stella perderà l’intero ranch. L’unica possibilità di salvezza sarebbe vendere la numerosa mandria di cavalli selvatici che popolano la proprietà. Prima però, bisogna domarli.

E’ così che Brannon Bratt, l’assistente del ranch, propone a Stella di aderire a un programma di riabilitazione di carcerati attraverso il rapporto con i cavalli. Arrivati nella tenuta, i prigionieri iniziano a lavorare con i mustang. Poco a poco, tra gli uomini e gli animali si crea un apporto speciale che giova e entrambi. Tutto sembra procedere per il meglio, finché non entra in scena Meredith Parish. La donna, ricca proprietaria terriera del Texas e filantropa impegnata nella protezione degli animali, arriva nella tenuta di Stella, attirata da voci secondo cui i cavalli vengono maltrattati dai prigionieri, una voce che rischia di fare fallire il progetto di Stella.

Senza controllo trama
Una scena di Senza controllo. © 2016 – SP Releasing/Sony Pictures Home Entertainment

Il cast del film

Ad interpretare la protagonista, Stella Davis, vi è Dorian Brown. L’attrice è nota per aver recitato nelle serie Roommates e Wilfred, con Elijah Wood, nel ruolo di Kristen Newman. Più di recente, in seguito a Senza controllo, ha recitato anche nella serie Light as a Feather e nel film Honey Boy, interpretato da Shia LaBeouf. Accanto a lei, nel ruolo di Brannon Bratt, vi è invece Jason Lewis, noto per il ruolo di Jerry “Smith” Jerrod nella serie HBO Sex and the City. L’attore Tommy Flanagan, invece, ricopre il ruolo di Jon Kilpatrick, leader del gruppo carcerario.

Grande attrazione è però la presenza della candidata all’Oscar Sharon Stone, tra le interpreti più celebri della sua generazione, memorabile in film quali Basic Instinct, Last Action Hero – L’ultimo grande eroe e Casinò. L’attrice interpreta qui la proprietaria terriera e filantropa Meredith Parish. Completano il cast gli attori Christina Moore – anche sceneggiatrice del film – nel ruolo di Jennifer Hutchins, John Ducey in quello di Brent Holt e Michael Wiseman in quello di Doug Ciocca.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 settembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Senza arte né parte: recensione del film

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Senza arte né parte: recensione del film

Nel film Senza arte né parte il Pastificio salentino Tammaro chiude la propria fabbrica e a farne le spese sono i dipendenti. La storia segue quindi tre di questi, Enzo, Carmine e Bandula, rimasti senza lavoro, che cercano di reinventarsi dopo il crollo improvviso delle loro vite. Aurora, moglie di Enzo, viene però assunta dallo stesso Tammaro, che volendo entrare nel mercato delle opere d’arte, ha bisogno di un’interprete. Grazie ad Aurora, i tre diventeranno custodi (sottopagati) del deposito di pezzi d’arte del vecchio datore di lavoro. Senza Arte né Parte comincia da questo semplice, e potenzialmente vincente, presupposto: gli umili, operai e magazzinieri, messi a confronto con le grandi opere d’arte contemporanea, gioia e desiderio di ogni collezionista.

Il mondo umile e laborioso, artigianale, entra in contatto con ciò che di più futile ed alto conosce la nostra cultura: l’uovo di Manzoni, la famosa ‘merda d’artista’ dello stesso, il Baco da Setola di Pascali e i ‘tagli’ di Fontana. Ma cosa succede quando nelle loro mani maldestre l’uovo si rompe? I tre scopriranno così per caso l’incredibile proprietà dell’arte contemporanea: la riproducibilità. Da qui il passo è breve ed Enzo, Carmine e Bandula diventeranno una banda di falsari, ingenui ed ‘onesti’, come Totò e Peppino, senza però il loro mordente spirito farsesco.

Senza arte né parte, il film

Nel caso di Senza arte né parte di Giovanni Albanese, mai titolo fu più appropriato, perché senza arte né parte è i film stesso, la sceneggiatura e ahiloro lo diventano anche i bravi attori appiattiti dalla noia del racconto. La ricerca ostentata e forzata verso la risata contrae il racconto che non sembra mai scorrere con leggerezza, e il risultato è un film che viene percepito molto più lungo dei suoi onesti 90 minuti. Nota di colore è il gallerista senza scrupoli interpretato con il giusto tocco viscido da Ninni Bruschetta, a lui sono affidate le parole che pongono fine alle peripezie di questi falsari per caso, e lui si fa portavoce di un problema, quello della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, che nell’era di internet, della pirateria e del digitale è più che mai attuale e scottante, e per l’arte contemporanea soprattutto diventa nevralgico.

Il problema però viene lasciato lì, a mezz’aria, senza la forza di farlo diventare il vero centro della narrazione, senza il coraggio per una volta (che fosse una) di far finire ‘in tragedia’ un film italiano.

Sentry: 10 attori che potrebbero sostituire Steven Yeun per il personaggio del film Thunderbolts

Steven Yeun non interpreterà più Sentry nel prossimo progetto Thunderbolts dei Marvel Studios, ma ci sono diversi attori brillanti che potrebbero prendere il suo posto nel MCU. Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha annunciato lo sviluppo del film nel luglio del 2022, con questo titolo che segnerà il ritorno di David Harbour, Florence Pugh, Sebastian Stan, Hannah John-Kamen, Olga Kurylenko, Wyatt Russell e Julia Louis-Dreyfus nei panni di una nuova squadra di antieroi. L’uscita di Thunderbolts nel MCU è prevista per il 25 luglio 2025, ma alcuni problemi produttivi e l’abbandono di Yeun (recentemente vincitore di un Golden Globe) per via di conflitti di programmazione potrebbero far ritardare l’uscita del film. Nell’attesa di avere maggiori notizie a riguardo, ecco 10 attori che potrebbero assumere il ruolo di Sentry al posto di Yeun.

Alexander Skarsgård

Alexander Skarsgård

L’attore svedese Alexander Skarsgård è molto più simile alla rappresentazione della Sentinella dei fumetti rispetto a Steven Yeun, con i suoi capelli biondi e il suo fisico muscoloso. Il ruolo di Skarsgård in The Northman di Robert Eggers lo ha visto calarsi perfettamente nella brutalità, nel realismo e nella forza del guerriero Amleth, che potrebbero tradursi perfettamente nel Sentry del MCU.

Andrew Koji

Snake Eyes G.I. Joe - Le origini Andrew Koji

Famoso per i suoi ruoli in Warrior, Snake Eyes e Bullet Train, Andrew Koji è diventato di recente un fan-cast popolare per il ruolo di Sentry nel MCU. Koji si è spesso calato nei panni di un combattente, utilizzando il suo background di arti marziali per dare vita a scene di combattimento efficaci. Questo forse fa di Koji il candidato perfetto per Sentry. I Marvel Studios hanno spesso preso attori all’inizio della loro carriera e li hanno portati alla notorietà, e Andrew Koji potrebbe presto ricevere lo stesso trattamento.

Boyd Holbrook

Boyd Holbrook
Boyd Holbrook al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Boyd Holbrook è noto per i suoi ruoli d’azione in progetti come Narcos, Indiana Jones e il quadrante del destino e The Sandman, e la Sentinella gli darebbe l’opportunità di mostrare una gamma di abilità ancora più ampia. Holbrook si è già avventurato nel mondo dei supereroi, avendo interpretato il cattivo Donald Pierce in Logan – The Wolverine del 2017 e Miracle Guy in We Can Be Heroes del 2020.

Nikolaj Coster-Waldau

The Silencing film Nikolaj Coster-Waldau

Forse più famoso per il ruolo di Jaime Lannister in Game of Thrones della HBO, Nikolaj Coster-Waldau è stato uno dei nomi più gettonati per sostituire Steven Yeun nel ruolo della Sentinella del MCU. L’attore danese ha una lunga esperienza come protagonista di progetti d’azione, sci-fi e thriller, il che rende imminente un ruolo nel MCU per la star di Gods of Egypt e The Silencing. Coster-Waldau potrebbe anche sfruttare i suoi ruoli più cattivi per interpretare l’alter ego di Sentry, il Vuoto, con drammaticità, intensità e impatto.

Ryan Hurst

10 attori Thunderbolts

Ryan Hurst è forse una scelta non convenzionale per interpretare la Sentinella nei Thunderbolts del MCU, ma è l’interesse dell’attore stesso per il ruolo dell’eroe superumano dei fumetti Marvel Comics che lo rende un chiaro candidato. Già nel 2021, Hurst ha condiviso sul suo Instagram molte fan art che lo immaginavano nei panni della Sentinella, esprimendo il suo diretto interesse a entrare nel MCU, quindi è possibile che questo si realizzi finalmente in Thunderbolts.

Keanu Reeves

Ballerina keanu Reeves

Da diversi anni molti desiderano che il leggendario attore Keanu Reeves entri a far parte del MCU e ci sono state numerose speculazioni su quali personaggi della Marvel Comics potrebbe interpretare. Mentre i cast dei fan suggeriscono che Reeves potrebbe debuttare nei panni di Ghost Rider, Wolverine o del demone Mephisto, Reeves sarebbe perfetto anche per Sentry dei Thunderbolts. Reeves ha la capacità drammatica di rappresentare il personaggio stratificato e complesso di Robert Reynolds, ma ha anche il fisico, la simpatia e l’esperienza nel campo dell’azione per affrontare un ruolo così impegnativo.

Charlie Hunnam

Charlie Hunnam The Gentleman

Come Keanu Reeves, anche Charlie Hunnam è stato regolarmente fan-cast in una varietà di ruoli nel MCU, tra cui quelli di Captain Britain, Wolverine e del membro degli X-Men Iceman. L’esperienza di Hunnam in progetti d’azione come Triple Frontier e King Arthur: Il potere della spada lo ha preparato perfettamente per un ruolo nel MCU, mentre il suo lavoro in progetti fantascientifici come Pacific Rim e Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco dimostra che è in grado di assumere un ruolo più mistico come quello della Sentinella.

Antony Starr

The Boys 4

L’attore neozelandese Antony Starr ha raggiunto il successo nel ruolo di Homelander nella satira sui supereroi di Amazon Prime Video The Boys, un ruolo in realtà molto simile a quello di Sentry. Sia Homelander che Sentry hanno dei lati oscuri e, sebbene Sentry abbia anche una personalità eroica e buona, mentre Homelander forse no, Antony Starr si è dimostrato capace di interpretare entrambi i lati di questo spettro. Ad oggi, egli sarebbe l’attore ideale per il ruolo.

Ryan Gosling

The Fall Guy Ryan Gosling

Da tempo si vocifera di un ingresso di Ryan Gosling nel MCU, anche perché ha l’aspetto perfetto per molti supereroi della Marvel Comics, tra cui Sentry. Recentemente è stato riferito che Gosling è di nuovo in trattativa con i Marvel Studios per entrare nel MCU, anche se non è chiaro chi potrebbe interpretare, dato che alcune scelte popolari lo collocano nei ruoli di Quasar, Nova, Ciclope e Ghost Rider. Ryan Gosling, uno dei nomi più in voga di Hollywood, sarebbe una fantastica aggiunta al cast di Thunderbolts, portando al progetto un livello di credibilità e presenza sullo schermo che potrebbe giovare al più ampio mondo dei Marvel Studios.

Henry Cavill

Henry Cavill Batman v Superman

L’attore britannico Henry Cavill è forse più noto per aver interpretato Superman nel DC Extended Universe, dando il via al franchise in Man of Steel del 2013. La Sentinella è stata spesso definita la versione Marvel di Superman, il che significa che Henry Cavill potrebbe cercare il riscatto passando al MCU interpretando proprio tale personaggio.

Sentry viene chiamato per la prima volta per nome nel nuovo trailer di Thunderbolts*

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“Bob” viene finalmente battezzato Sentry, il suo soprannome nei fumetti, nel nuovo trailer di Thunderbolts* conferma la sua identità nel Marvel Cinematic Universe. La Fase 5 si sta avvicinando alla fine, poiché questo film fungerà da film finale prima che The Multiverse Saga passi finalmente alla Fase 6. Mentre il team moralmente dubbio sta finalmente ottenendo il dovuto spazio nella timeline MCU, i Marvel Studios stanno intensificando il marketing di Thunderbolts*, con il film in arrivo tra meno di un mese.

Il canale ufficiale Marvel Australia e Nuova Zelanda ha recentemente lanciato un nuovo trailer internazionale di Thunderbolts* insieme a diversi altri canali Marvel, poiché i biglietti sono in vendita da oggi, e uno dei grandi momenti salienti del filmato è stato il nuovo giocatore MCU di Lewis Pullman. Dopo averlo tenuto il mistero, il filmato mostra finalmente il film Thunderbolts* soprannominato Sentry, anche se non lo vediamo ancora in volto!

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

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Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

La prima docu-serie di Elodie, “Sento ancora la vertigine”, sarà disponibile dal 20 febbraio su Prime Video.

In “Sento ancora la vertigine”, una produzione Groøenlandia in collaborazione con Prime Video. Elodie per la prima volta sceglie la narrazione attraverso immagini video per mostrare alcuni dei momenti più importanti della sua carriera, la sua sfida per trovare la canzone per Sanremo 2023 e il suo essere costantemente in bilico tra la continua voglia di migliorarsi e la paura di non essere mai abbastanza. I tre episodi, prodotti da Matteo Rovere e Leonardo Godano, sono stati diretti da Nicola Sorcinelli.

Sempre a febbraio, venerdì 10, è prevista l’uscita del nuovo album “Ok. Respira”, all’interno del quale sarà contenuto anche “Due”, brano con cui Elodie sarà in gara al Festival della canzone italiana. Già annunciato, tra gli appuntamenti del 2023, anche il suo primo show al Mediolanum Forum il 12 maggio, prodotto da Vivo Concerti.

Sentinel Mark I l’immagine promozionale per X-Men DOFP

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Sentinel Mark I l’immagine promozionale per X-Men DOFP

Comic-con-2013Ecco la prima immagine promozionale di Sentinel Mark I, il prototipo di Sentinel che celebra, come da didascalia, i primi 50 anni di successo umano.

Dopo le prime foto che vi abbiamo mostrato in precedenza, in cui vediamo i manifesti di propaganda a favore delle Sentinelle, ieri si è aperto, parallelamente all’apertura del Comin Con 2013, un sito della Trank Industries, la casa di produzione delle Sentinelle e che con ogni probabilità rappresenterà il grande nemico da sconfiggere in X-Men giorni di un futuro passato.

Ecco la bella immagine:

Sentinel Mark I

Vi ricordiamo che tutte le notizie le trovate sul nostro speciale: Comic-con 2013. Mentre in calce trovate la fotogallery aggiornata:

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 La trama di X-Men giorni di un futuro passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981, ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno di reclusione.

Tutte le foto del film nella nostra gallery:

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Vi ricordiamo che nel cast sono confermatissimi ,  Halle Berry, Peter Dinklage e . Il film è ispirato ai fumetti di Chris Claremont e John Byrne dal titolo: ”Uncanny X-Men” # 141 e 142 nel 1981. Tutte le info sul film nella nostra scheda: X-Men: giorni di un futuro passato. Tutte le news sul film invece sono nel nostro speciale: X-Men.

Fonte: CBM

Sentieri selvaggi: libro, trama e cast del film con John Wayne

Sentieri selvaggi: libro, trama e cast del film con John Wayne

Considerato uno dei più grandi film western di sempre, Sentieri selvaggi non manca ancora oggi di esercitare un fortissimo fascino e impatto sull’industria culturale. Realizzato nel 1956 dal celebre John Ford, questo presenta infatti una serie di caratteristiche e tematiche divenute centrali in tale genere, raccontando con inimitabile spessore un capitolo fondamentale della storia degli Stati Uniti d’America. L’estrema dilatazione temporale, la ricchezza della trama e l’ambiguità nonché complessità psicologica dei personaggi lo rendono un caso particolarmente esemplare, segno di una progressiva evoluzione del genere.

Adattamento del romanzo The Searchers, dello scrittore Alan Le May, il film di Ford riuscì negli a trascendere il proprio genere, divenendo fonte di riferimento anche per titoli come Guerre Stellari e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, dove viene esplicitamente citato. Il regista Steven Spielberg ha invece dichiarato di riguardare il film almeno una volta all’anno, trovandovi sempre nuovi elementi. Tutto ciò lascia intuire l’importanza di Sentieri selvaggi nella storia del cinema, a cui ha dato il proprio contribuito tanto estetico quanto contenutistico.

Benché, visto con gli occhi di oggi, il film presenti diversi elementi controversi, come la questione razziale, ciò non deve distogliere dall’effettivo valore di un film. Intriso dei valori della sua epoca, questo permette infatti di entrare alla perfezione a contatto con un mondo che appare oggi lontano, ma non troppo. Molto di quanto viene narrato è inoltre frutto di racconti reali, che spinsero al giudizio particolarmente duro verso le popolazioni dei nativi americani. Proseguendo nella lettura sarà qui possibile scoprire tutto ciò, come anche diverse curiosità legate al cast di attori.

Sentieri selvaggi: la trama del film

Ambientato nel 1868, il film ha per protagonista il leggendario Ethan Edwards, il quale si trova a tornare a casa a tre anni dal termine della guerra di secessione. Qui ritrova il fratello Aaron, la cognata Martha e i nipoti Lucy, Debbie, Ben e Martin. Quest’ultimo è in realtà un bambino adottato, che ha nel suo sangue discendenze di pellerossa. Per tale motivo Ethan si dimostra particolarmente ostile verso il bambino, mal sopportando gli indiani, contro cui ha combattuto per tutta la sua vita. Il suo desiderio di tranquillità viene però da subito interrotto dalla richiesta di unirsi alla caccia di alcuni razziatori di bestiame, che lo sceriffo locale immagina essere appartenenti ai pericolosi Comanche. Ethan si unisce così al gruppo, scoprendo però troppo tardi dell’astuto piano degli indiani.

Questi hanno infatti attirato con l’inganno gli uomini lontani dalle abitazioni, sulle quali sono piombati nella notte razziando e uccidendo quanto incontrato sul loro percorso. Ethan si trova così a dover fare i conti con il massacro della famiglia di suo fratello, nutrendo ancor più odio verso i nativi. Unica sopravvissuta è però la giovane Debbie, rapita dagli indiani e portata via per scopi ignoti. Per l’instancabile Ethan ha così inizio un lungo viaggio nel tentativo di ritrovare sua nipote e salvarla dalle angherie a cui è sottoposta. Durante tale periodo, egli dovrà così imparare a fare i conti con i propri rimorsi, le proprie ferite e l’odio che da tempo cova dentro di sé.

Sentieri selvaggi cast

Sentieri selvaggi: il cast del film

Protagonista assoluto del film è il leggendario John Wayne. Attore premio Oscar per Il grinta, egli dichiarò in diverse occasioni di considerare il ruolo di Ethan Edwards come il più bello della sua carriera, a tal punto da arrivare a chiamare così anche suo figlio. Per tale personaggio egli condusse diverse ricerche, arrivando a costruire così per questo una psicologia particolarmente complessa, che gli permise di dar vita ad una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Da quanto si apprende, inoltre, rimase nel personaggio anche durante le pause tra una ripresa e l’altra, continuando così ad immedesimarsi sempre di più nel suo modo di agire e pensare. Accanto a lui si ritrovano poi alcuni attori meno noti, ma divenuti celebri proprio grazie ai loro ruoli nel film.

Jeffrey Hunter è presente nei panni di Martin Pawley, il figlio adottivo che si ritroverà a compiere il lungo viaggio insieme ad Ethan. L’attrice Vera Miles interpreta invece Laurie Jorgensen, figlia di Brad, interpretato invece da Harry Carey Jr.. Ad interpretare il fratello di Ethan, Aaron, è invece Walter Coy. Sua moglie Martha ha invece il volto dell’attrice Dorothy Jordan. La celebre Natalie Wood, plurinominata all’Oscar, interpreta invece il personaggio di Debbie Edwards, la ragazza rapita dagli indiani, nella sua età adolescente. L’attrice, che all’epoca era ancora piccola, doveva alternarsi tra le lezioni a scuola e le riprese sul set. Grazie al benvolere di Wayne, le fu permesso di poter avere tutto organizzato al fine di riuscire in entrambe le cose.

Sentieri selvaggi: il libro, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il libro The Searchers, pubblicato nel 1954 da Alan Le May è una storia di finzione, il quale ha però diversi elementi tratti da vicende realmente avvenute. Lo scrittore, infatti, condusse personalmente ricerche su 64 casi di bambini rapiti dagli indiani. Secondo analisi successive, si ritiene che il personaggio di Debbie Edwards sia ispirato a Cynthia Ann Parker, una bambina di 9 anni rapita proprio dagli indiani Comanche nel 1836. Questi assaltarono la sua casa, uccidendo i famigliari e portandola via con sé. Questa, secondo le fonti, si trovò a vivere per oltre 24 anni con la tribù, dove sposò uno dei capi ed ebbe tre figli. La giovane venne in seguito liberata, contro la sua volontà, in un attacco molto simile a quello descritto nel film.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Sentieri selvaggi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Appel iTunes, Infinity, e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 11 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Sentenze di morte: le 100 migliori battute dette prima di uccidere – Video

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La morte al cinema è sempre un momento importante. Emozioni, sofferenza, catarsi si riversano nelle grandi scene madri in cui un protagonista muore, viene ucciso o uccide. Spesso queste scene sono accompagnate da battute celebri, frasi leggendarie che sanciscono il punto di non ritorno e anticipano il momento in cui si diventa, nell’immaginario comune, vittima o carnefice. Oggi il canale Burger Fiction ci propone le 100 migliori battute della storia del cinema, prima che qualcuno prema il grilletto!

Senso: l’intenso melodramma storico di Visconti

Senso: l’intenso melodramma storico di Visconti

Senso è il film del 1954 diretto da Luchino Visconti con protagonisti Alida Valli, Farley Granger, Moog Heinz e Massimo Girotti.

La trama di Senso

Venezia, anno 1866. Al teatro La Fenice è in scena “Il trovatore”, i palchi sono gremiti e tra il pubblico una folta rappresentanza di soldati e ufficiali austriaci, l’esercito di occupazione. Al termine del primo atto, dal loggione, piovono improvvisamente volantini tricolori contenenti messaggi patriottici. La tensione si alza immediatamente ed è così che il giovane marchese Roberto Ussoni (Massimo Girotti), dai forti ideali rivoluzionari, si scontrerà con il baldanzoso tenente austriaco Franz Mahler (Farley Granger) sfidandolo a duello. Questa imprudenza costerà al marchese un anno di esilio nonostante l’inutile intercessione della cugina, la contessa Livia Serpieri (Alida Valli). Nel tentativo di convincere l’ufficiale a ritirare la denuncia, la contessa si invaghirà presto di quell’aitante ufficiale tanto ambito dal gentil sesso veneziano; l’amore tra i due non tarderà a sbocciare. Sullo sfondo la terza guerra di indipendenza è pronta a scoppiare, l’esercito italiano è ormai in Veneto e il destino dei due amanti sarà ineluttabilmente legato agli eventi, eventi che  condurran  no verso un tragico epilogo quell’amore tormentato.

Una storia d’amore intensa e sofferta

L’Analisi: E’ il 1954 quando Luchino Visconti presenta al pubblico questa pellicola tratta dall’omonima novella di Camillo Boito. Un film che si distacca dal racconto in diversi frangenti, dando alla trama una connotazione storica più marcata di quanto non faccia l’autore. Una storia d’amore intensa e sofferta ma intrinsecamente legata ed intrecciata ad un contesto storico molto particolare che non potrà che essere il regista ultimo e inappellabile della vicenda narrata. Visconti vuole evidenziare come un amore improvviso e inutilmente respinto possa essere tanto forte e trascinante da annullare qualsiasi difesa legata al pudore, alla razionalità o anche agli ideali che si credevano inscalfibili.

Senso è la storia di un uomo e una donna che travolti da un sentimento inarrestabile voltano le spalle a loro stessi e a tutto ciò in cui hanno sempre creduto: la patria, la libertà, l’onore e il rispetto, soprattutto verso se stessi. L’amore qui si presenta come una forza incontrastabile capace di indurti alle azioni più bieche e vergognose, come nel caso della contessa Serpieri, oppure a smarrire l’amor proprio come nel caso del tenente Mahler. L’episodio relativo al denaro destinato ai patrioti che invece la contessina dona al suo amante, è un’aggiunta registica di Visconti che nella novella di Boito non troviamo, un’aggiunta finalizzata espressamente a sottolineare questo decadimento morale. In Senso Visconti si avvale di una squadra di sceneggiatori di prim’ordine tra cui spicca la sempre preziosa penna di Susi Cecchi d’Amico, mentre per i dialoghi ottenne la prestigiosa collaborazione di Tenn  esse Williams, il grande drammaturgo statunitense.

L’influenza di Williams traspare abbastanza chiaramente nel film in cui è evidente un taglio melodrammatico piuttosto marcato. Interessante segnalare come Visconti chiamò accanto a se come aiuto registi Franco Zeffirelli e Francesco Rosi, due giovani alle prime armi ma dal grande futuro.

Molto intense le interpretazioni dei vari protagonisti: Alida Valli e Farley Granger impersonano con grande trasporto il ruolo dei due amanti accentuando molto, e agli occhi di uno spettatore di oggi forse eccessivamente, la componente drammatica.

Visconti, come suo solito, non lesina nulla in quanto a scenografia e costumi di cui i suoi film sono probabilmente degli esempi inimitabili nella storia del cinema italiano e mondiale; ambientazioni ricostruite con maestria inappuntabile, soprattutto riguardo gli interni, meno gli esterni, in particolar modo le sequenze di battaglia in campo aperto, non il pezzo forte del regista come si avrà conferma anche nove anni dopo con Il Gattopardo.

Bellissime le musiche soprattutto per coloro che apprezzano l’opera; in questo film il regista, amante di Mahler (da qui il nome del protagonista), opta per brani di Bruckner e Verdi.

Senso di fame addio: arriva il nuovo DANIO snack di Danone

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danio SNACKPer il lancio del suo nuovo snack, Danone si è lasciata trascinare dal grande cinema, e così ha realizzato uno spot molto divertente e “cinefilo” per pubblicizzare il nuovo prodotto: DANIO snack.

Avete presente quel senso di fame noioso (e rumoroso: che imbarazzo!) che compare nei momenti meno opportuni? Quando arriva non riuscite a ignorarlo e mandarlo via è un’impresa, perché lui non demorde, anzi. Partendo proprio da questo fastidioso e allo stesso tempo goloso contrattempo, la Danone ha inventato un super villain, protagonista della sua nuova campagna. Il suo nome è Famelik e da oggi ha un nuovo nemico, anzi quattro: il nuovo DANIO snack di Danone, disponibile nei gusti Bianco, Fragola, Mirtillo e Pesca.

Creato dall’esperienza Danone, DANIO è capace di unire gusto e consistenza unica (densa, ma allo stesso tempo cremosa e vellutata) alla leggerezza di un prodotto con basso contenuto di grassi e a un alto quantitativo di proteine, frutto del suo speciale processo di produzione. DANIO infatti nasce da un processo di colatura del siero per il quale viene utilizzato un quantitativo doppio di latte rispetto agli yogurt tradizionali. A questo si aggiunge un goloso letto di frutta in pezzi sul fondo del vasetto, disponibile nei gusti Bianco, Fragola, Mirtillo e Pesca.

Non perdetevi la divertente parodia targata Danone che ci racconta le peripezie del temibile Famelik, mentre di volta in volta si cala nei panni dei grandi “cattivi” della storia del cinema: ecco quindi che incontriamo Jack Torrance di Shining, Darth Vader di Star Wars, Norman Bates di Psycho e lo sfregiato protagonista di Nightmare. Ma con DANIO snack non avrà scampo.

Una storia tutta da seguire, non solo in Tv, ma anche sulle pagine Facebook, Twitter e Youtube di Famelik!

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Sense8: trailer dello speciale natalizio delle serie Netflix

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Sense8: trailer dello speciale natalizio delle serie Netflix

Netflix è lieto di annunciare il trailer del Christmas special di Sense8, che debutterà in tutti i Paesi in cui il servizio è disponibile il prossimo 23 dicembre 2016.

Sense8 – trailer dello speciale natalizio

https://www.youtube.com/watch?v=rX10XDbJTYY&feature=youtu.be

Le sorprese, però, non finiscono qui! Lana Wachoski, co-creatrice della serie, ha fatto un video messaggio che potete vedere di seguito:

La seconda stagione dello show sarà disponibile sul catalogo dal prossimo 5 maggio 2017.

Sense8: il Christmas Special

Il viaggio degli otto protagonisti della serie, dei loro cuori e delle loro menti, continua: connessioni profonde vengono rivelate e segreti oscuri e nascosti vengono a galla.

Sense8: la seconda stagione

Ripartendo da dove si è conclusa la prima stagione, Capheus (Toby Onwumere), Kala (Tina Desai), Lito (Miguel Angel Silvestre), Nomi (Jamie Clayton), Riley (Tuppence Middleton, Sun (Donna Bae), Will (Brian J. Smith) and Wolfgang (Max Riemelt) si trovano di nuovo insieme e si ritrovano nel mezzo delle tragedie e dei trionfi di ciascuno di loro.

Fonte:Netflix Italia

Sense8: Netlfix annuncia il cast della serie dei Wachowski

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UK film premiere of 'Cloud Atlas' held at the Curzon Mayfair - Arrivals

Netflix ha annunciato il cast per Sense8, un thriller fantascientifico avvincente basato sul collegamento tra persone. La stagione, di 10 episodi, segna la prima incursione nella televisione dai fratelli Wachowski, i registi della trilogia di Matrix ed il prossimo Jupiter Ascending, che lavoreranno in collaborazione con il veterano showrunner J. Michael Straczynski (Babylon 5).

Il cast comprenderà Naveen Andrews (Lost), Daryl Hannah, Brian J. Smith (Stargate Universe), Tuppence Middleton (Jupiter Ascending), Aml Ameen, Freema Agyeman, Tena Desae, Doona Bae, Max Riemelt, Alfonso Herrera , Erendira Ibarra, Jamie Clayton, Miguel Silvestri e Terrence Mann.

La serie segue otto personaggi sparsi in tutto il mondo che, a seguito di una morte tragica, si ritrovano legati l’uno all’altro mentalmente ed emotivamente“, ha dichiarato Straczynski. “Non possono solo vedere e parlare tra loro come se fossero nello stesso posto, ma hanno accesso anche ai loro più profondi segreti. Non solo devono capire cosa è successo e perché e che cosa significa questo per il futuro dell’umanità, ma devono farlo pur essendo braccati da un’organizzazione che vuole catturarli, ucciderli o vivisezionarli “.

Fonte:Comingsoon.net

Sense8: le foto dal set sulla Costiera Sorrentina – ESCLUSIVA

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Sense8: le foto dal set sulla Costiera Sorrentina – ESCLUSIVA

Continuano le riprese del finale di Sense8 e dopo il set parigino, la troupe e il cast al completo si è spostato a Napoli e in particolare sulla Costiera Sorrentina, dove sono state scattate queste immagini esclusive dal set.

Alcuni membri del cast hanno anche posato insieme ai fan. Nelle foto, che ritraggono Max Riemelt, Brian J. Smith, Naveen Andrews e Toby Onwumere in una pausa dalle riprese, si può notare anche Lana Wachowski.

Foto di © Cinefilos.it
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Foto di © Cinefilos.it
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Dopo la chiusura dello show dopo due stagioni, la piattaforma Netflix ha dato il via libera a un episodio finale. Nel cast dell’episodio conclusivo torneranno Tuppence Middleton, Brian J. Smith, Doona Bae, Aml Ameen, Max Riemelt, Tina Desai, Miguel Ángel Silvestre e Jamie Clayton.

Sennen No Yuraku (The Millennium Rapture): recensione

Sennen No Yuraku (The Millennium Rapture): recensione

In Sennen No Yuraku (The Millennium Rapture) la casta dei Nakamoto è segnata da una maledizione, i discendenti maschi sono uomini di una rara bellezza che si insinuano facilmente nel cuore delle donne e che muoiono tutti precocemente. Questi proprio per il loro stile di vita, sono costretti a vivere in strada spinti da tentazioni e pulsioni, che li porterà ad essere in bilico tra la vita e la morte. L’intera storia ci viene raccontata dal punto di vista di Oryu, l’allevatrice che è testimone di questa condanna che si svolge su un isola di nome Okushiri, chiamata da tutti “il Vicolo”.

La storia è tratta dal romanzo Mille anni di piacere di Nakagami Kenji e la trasposizione è firmata da Kohi Wakamatsu e presentata nella sezione Orizzonti della 69° Mostra del cinema di Venezia. La storia è scritta e montata su due livelli, quella contemporanea di Oryu (Shinobu Terajima)  anziana che in preda a delle allucinazioni per via della malattia, parla con la foto del marito scomparso; E quello del suo ricordo sulle vicende dei tre ragazzi Nakamoto. Il primo è Hanzo, un donnaiolo incallito incapace di avere una certa stabilità negli affetti cambiando più spesso compagnia dopo averle usate per il proprio denaro e per nulla interessato al lavoro onesto. Subito dopo c’è la storia di Miyoshi anche lui donnaiolo ma anche dipendente da droghe e dedito ai furti per provare sempre nuove emozioni, ed infine c’è Tatsuo, cugino di Miyoshi, che se da un primo momento sembra distante dai modi di vivere degli altri due, Oryu ci metterà del suo portarlo sulla cattiva strada.

Mentre si percorre questo intreccio di storie e di vite interrotte, il regista rimane fermo, riproponendo al montaggio anche le stesse inquadrature suggestive di montagne all’alba o di nebbie sulle stradine delle città che oltre a richiamare uno stile di vita a cavallo tra l’ottocento e il novecento, vengono riproposte allo spettatore alla fine di ogni “storia” volendo sottolineare un tempo fermo e poco suscettibile al cambiamento.

La storia per quanto possa essere intrigante da sceneggiatura non suscita il coinvolgimento emotivo nonostante i temi così terreni di questi protagonisti; si guarda il tutto con una distanza che neanche Oryu ,caratterizzata con un atteggiamento e uno sguardo sempre in bilico tra l’istinto materno e il desiderio di essere un’amante, riesce a inquadrare del tutto. Di fatti, lo spettatore è cosciente e capisce che nonostante variano i vizi e gli eccessi, la fine è sempre la stessa non portando alcun insegnamento né riflessione su questa “generazione” di giovani, se non la testimonianza che i “vecchi” danno di loro, dagli ultimi pettegolezzi amorosi oppure della loro non curanza riguardo le usanze di Buddha o della poca voglia di lavorare.

Per quanto Kohi Wakamatsu si sia ritagliato un angolo tutto suo nel genere erotico-pulp, filma con coscienza e con poco trasporto l’impulso, portando lo spettatore in un atmosfera più morbosa che sensuale, restituendo solo in parte le tante tematiche che ha il libro, dai temi ancestrali che si riallacciano al buddismo o la memoria storica della sottocasta dei non-uomini burakumin, tuttora discriminata e a cui lo stesso autore apparteneva. Una piccola nota, molto belle e immersive le musiche interpretate da Hashiken e Mizuki Nakamura che funzionano anche come tema di raccordo per il montaggio.

Senna: teaser e poster della miniserie sull’icona dell’automobilismo

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Netflix ha annunciato oggi che “Senna”, la miniserie su una delle più grandi icone dell’automobilismo mondiale, sarà disponibile solo su Netflix dal 29 novembre. Rilasciato oggi anche il poster ufficiale della miniserie, che ritrae Gabriel Leone nei panni di Ayrton Senna su un circuito con in mano il casco verde e giallo, marchio di fabbrica del pilota.

Nel corso dei sei episodi, Senna mostrerà, per la prima volta, il viaggio di trionfi, delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelando la sua personalità e le sue relazioni personali. La serie racconterà la storia del tre volte campione del mondo di Formula 1 dall’inizio della carriera automobilistica, dal trasferimento in Inghilterra per competere nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, in Italia, durante il Gran Premio di San Marino.

SENNA, il poster

Nella miniserie saranno presenti figure importanti della vita del pilota, tra cui Alain Prost (Matt Mella), Galvão Bueno (Gabriel Louchard) e Xuxa (Pâmela Tomé). Presenti nel cast anche Alice Wegmann (Lilian, la prima moglie di Ayrton), Camila Márdila (Vivianne Senna, sua sorella), Christian Malheiros (Maurinho, il suo amico), Hugo Bonemer (Nelson Piquet), Julia Foti (Adriane Galisteu), Kazuhiro Muroyama (Soichiro Honda), Marco Ricca (Milton, suo padre), Nicolas Cruz (Leonardo, suo fratello), Rodrigo Veloso (Flávio, suo cognato), Susana Ribeiro (Zaza, sua madre). Oltre a Kaya Scodelario, una giornalista immaginaria, Laura, Arnaud Viard (Jean-Marie Balestre), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Joe Hurst (Keith Sutton), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Keisuke Hoashi (Osamu Goto), Leon Ockenden (James Hunt), Richard Clothier (Peter Warr), Steven Mackintosh (Frank Williams), Terry Fullerton (Rob Compton), Tom Mannion (Sid Watkins), and Tom Mckay (Alex Hawkridge), , tra gli altri.

Con Vicente Amorim come showrunner e co-regista, insieme a Julia Rezende, Senna è prodotto da Gullane e creato in collaborazione con Senna Brands e la famiglia del pilota.

Senna – Netflix

  • Produttori: Fabiano Gullane e Caio Gullane
  • Capo Sceneggiatore: Gustavo Bragança
  • Scritto da: Álvaro Campos, Gustavo Bragança, Rafael Spínola, Thais Falcão e Álvaro Mamute
  • Registi: Vicente Amorim e Júlia Rezende
  • Regista e showrunner: Vicente Amorim

Senna: recensione della miniserie Netflix

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Senna: recensione della miniserie Netflix

Netflix porta sul piccolo schermo la vita di Ayrton da Silva in Senna, una miniserie di sei episodi che, per la prima volta, racconta in forma drammatica la vita e la leggenda del pilota brasiliano, uno dei più grandi della storia della Formula 1. Una produzione che non si limita a esplorare i circuiti e i record, ma si addentra nella vita privata, nelle origini e nella tragica scomparsa di un uomo che ha vissuto e amato senza riserve il mondo delle corse.

Senna è un simbolo di passione

Ayrton Senna non è solo un’icona sportiva: è un simbolo di passione, talento e determinazione. La serie riesce a catturare la complessità di questa figura leggendaria, evitando di cadere nei cliché. Attraverso la buona interpretazione di Gabriel Leone, attore brasiliano classe ’93, il ritratto del pilota emerge vivido e autentico, realizzato con grande sensibilità. Leone non si limita a una somiglianza fisica, ma incarna le movenze, il carisma e quella determinazione feroce che hanno reso Senna un fuoriclasse.

La serie si colloca a metà tra l’adrenalina della pista e l’intimità del campione, bilanciando la dimensione dello sportivo con quella dell’uomo. Le corse, girate con realismo e grande padronanza dei ritmi, portano sullo schermo l’eccitazione, l’elettricità di quei secondi in cui tutto sembra sospeso, mentre i momenti più lenti rivelano le fragilità ma soprattutto le ambizioni di un uomo che, dietro il casco, era molto più di un semplice pilota.

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SENNA. (L to R) Gabriel Leone as Ayrton Senna in Senna. Cr.Courtesy of Netflix ©2024

Un biopic che non ha paura di osare

I biopic, soprattutto quelli dedicati a figure di culto, rischiano spesso di essere apologetici. Troppo spesso si sbilanciano verso la sola celebrazione o, al contrario, si impantanano in una critica fredda e distaccata. Senna evita entrambe le trappole, riuscendo a rendere omaggio al campione senza perdere l’obiettività narrativa, ritraendo anche le sue ombre e i suoi eccessi. Questo equilibrio fa sì che la serie sia coinvolgente anche per coloro che non subiscono il culto del pilota, quindi anche per spettatori più giovani, che non sono vissuti nell’eco di quel nome: gli appassionati di Formula 1 troveranno nei dettagli tecnici e nelle ricostruzioni storiche un tributo sincero alla loro passione, e chi non ha mai seguito una gara potrà lasciarsi trasportare da una storia universale di sacrificio, ambizione e amore per ciò che si fa, anche fuori dal mito.

Una regia tra velocità e introspezione

Uno degli aspetti più sorprendenti della serie è senza dubbio la regia firmata da Julia Rezende. Le sequenze di corsa, con inquadrature ravvicinate e movimenti di macchina che seguono le traiettorie delle auto, trasmettono l’adrenalina di una gara. Il suono dei motori, i cambi di ritmo e la tensione palpabile immergono lo spettatore nell’esperienza, facendogli provare la stessa scarica di energia che Senna viveva in pista. I piedi sui pedali diventano materia più che immagini, seguendo un ritmo incalzante impreziosito da un lavoro eccellente del reparto sonoro.

Ma nelle pause, nei momenti in cui la macchina da presa si concentra sul volto di Gabriel Leone o su uno scambio di battute con i familiari, emerge tutta l’umanità del protagonista. La narrazione rallenta, si fa intima, mostrando il lato più fragile e sincero del campione, anche capriccioso e ostinato.

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SENNA. (L to R) Matt Mella as Alain Prost, Gabriel Leone as Ayrton Senna in Senna. Cr. Alan Roskyn/Netflix ©2024

Un’interpretazione da pole position

Gabriel Leone merita una menzione speciale. La sua trasformazione in Ayrton Senna è straordinaria, tanto da far dimenticare allo spettatore di trovarsi davanti a un attore e non al vero campione. E l’efficacia della sua interpretazione, oltre che sulla somiglianza fisica, si fonda sulla delicatezza con cui è in grado di interpretare l’Ayrton privato. La sua performance è una delle ragioni di maggior pregio di questa miniserie.

Un racconto che conquista tutti

La grande forza di Senna sta nella sua capacità di parlare a un pubblico trasversale. Quando si toccano i miti si corre sempre il rischio di lasciarli in disparte, perché troppo in alto per la gente comune, e invece la serie trascina giù l’idolo dal piedistallo, lo abbraccia e lo schiaffeggia, rendendo umana la divinità, popolano il re (per usare una metafore della serie stessa). Il cuore pulsante di Senna non sono solo le gare, ma i valori che Ayrton rappresentava: la dedizione, il coraggio, il sacrificio. È un racconto che inevitabilmente ispira, ma anche che sottolinea l’eccezionalità del soggetto. Senna è un tributo sincero e appassionato a un uomo che ha cambiato la storia dello sport.

Senna: recensione del documentario

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Senna: recensione del documentario

Appassionante come appassionante era il suo modo di guidare una macchina di Formula 1,  è così che si può definire l’attesissimo film-documentario sulla vita di Ayrton Senna. “Pochi mi conoscono davvero…”dichiarava un giovanissimo Senna. Prima del mito, un uomo semplice e complesso. Ecco chi era Ayrton. Il film – biografia mostra le paure e insicurezze, che non hanno fermato la straordinaria carriera del pilota che ha acquisito lo status di leggenda sportiva. Poi arriva il 1 maggio 1994 e ha fine il sogno, e come spesso accade, aumenta la fama e l’interesse per un epilogo tragico avvolto dal mistero fra dubbi irrisolti…

Scritto da Manish Pandey, diretto dal regista inglese, Asif Kapadia, grazie al contributo di scene di vita quotidiana fornite dalla famiglia, Senna ci permette di leggere ancora meglio il linguaggio del corpo del campione che nel suo gesticolare sapeva comunicare chiaramente il suo pensiero, non nascondeva gli stati d’animo e la sua forte, a tratti aggressiva personalità. Ma il senso del lavoro del film è soprattutto quello di un’inchiesta. Dice Senna ricordando la sua prima gara ufficiale nel 1978: “era corsa allo stato puro, non c’era politica”. E’ sempre stato questo il vero nemico di Senna, non Alain Prost, ‘il professore’ prima compagno di scuderia poi eterno rivale perfettamente integrato nel sistema-corse, non sono mai stati gli avversari, il problema era ‘la politica dello sport’. Tre volte campione del mondo, poteva esserlo almeno in un’altra occasione, invece, la sua storia è segnata da una squalifica che gli toglie il titolo e da un processo che sentenzia la sospensione per sei mesi della patente. Da qui, sempre più in polemica con quel mondo, il ragazzo dalla faccia pulita che è riuscito a farsi amare da un pubblico vasto per il suo impeto dentro e fuori dalla pista, reagisce, e l’anno dopo torna a correre per aggiudicarsi il terzo titolo.

Senna si concentra anche su un aspetto significativo. Senna e il suo Brasile. Una speranza, un modello, un modo per sognare, per far conoscere una nazione diversa da quella che realmente era in quegli anni di crisi. Non solo, non mancano, tanti riferimenti ad aspetti privati e intimi dello sportivo, dall’amore agli affetti. Ma la storia è una storia di passione sportiva che diventa ragione di vita: Prost, Dennis, Lauda, Williams, Schumacher sono nomi che in qualche modo si legano o hanno intrecciato rapporti col pilota, sono testimoni nel film del racconto di alcune esperienze e danno voce a sensazioni che fanno rivivere il brivido del clima di gara.

Ultima vittima della Formula 1, dopo di lui non si son registrati più decessi. Un destino che sembra così ingiusto è stemperato proprio dall’atteggiamento di Senna. La sua fede, il credere in Dio così fortemente lo faceva apparire immortale, e a detta di altri, quasi incurante della morte. Ecco l’altro tema ben sviluppato nel documentario: la religione. Atmosfera strana in quel 1 maggio, segnata forse dagli avvenimenti dei giorni delle qualifiche caratterizzati dal grave incidente di Rubens Barrichello e dalla morte in pista di Roland Ratzenberger. La sorella, Viviane, riporta un discorso del fratello, nel pre-gara di Imola, Ayrton sapeva che “quel giorno Dio gli avrebbe fatto il dono più grande.” Fimo all’ultimo sospiro, era questa l’altra vera passione del trentaquattrenne pilota.

L’Ottima e intelligente regia, appropriate le musiche di Pinto. No alle tradizionali tecniche documentaristiche, ma si al racconto nel rispetto della verità. Ecco gli ingredienti che hanno fatto apprezzare il prodotto, lo dimostrano i premi già vinti: Asif  Kapadia ha ritirato il ‘Cinema Audience Award’. Dopo essere uscito in Giappone, Brasile e America, l’11 Febbraio siamo pronti per accoglierlo nelle nostre sale, con una distribuzione, in realtà, esigua. La F1 è cambiata, il rischio, proprio in seguito alla vicenda di Ayrton grazie allo sviluppo tecnologico dell’elettronica e della meccanica nell’ingegneria dell’automobilismo, è diminuito notevolmente. Si ripensa, dunque a quei tempi come ad un periodo epico, dove la capacità di portare al limite la propria monoposto determinava vittoria o sconfitta.

“Vincere è come una droga, quando cominci non puoi più farne a meno”, queste le parole del giovane Senna al seguito del primo successo del gran Premio del Portogallo. Sia per chi vuole ricordare e rivivere a circa vent’anni di distanza quei momenti, sia per chi vuole capire quella storia, quel mondo, quella logica sportiva e politica di sport, il documentario rappresenta un occasione. Lontano dalle logiche dei film sull’automobilismo, è un omaggio che cerca l’emozione nel ricordo del pilota che non ha mai accettato giochi di potere se non quelli dettati dalle regole dell’asfalto.

Senna: la storia vera dietro alla miniserie Netflix

Senna: la storia vera dietro alla miniserie Netflix

Tutti gli appassionati di Formula 1 conoscono il nome Ayrton Senna. Il pilota brasiliano è una leggenda degli sport motoristici, diventato tre volte campione del mondo, tragicamente morto all’età di 34 anni durante una gara. Ora la vita di Ayrton è il soggetto di una miniserie firmata Netflix dal titolo semplice e evocativo: Senna (qui la nostra recensione).

La serie in sei parti dal 29 novembre disponibile sulla piattaforma racconta gli alti e bassi della vita di Ayrton Senna, interpretato da Gabriel Leone, partendo dagli inizi nel karting, passando per la sua rivalità con il compagno di squadra della McLaren Alain Prost e la sua tragica morte al Gran Premio di San Marino.

Chi era Ayrton Senna?

Ayrton Senna era un pilota brasiliano di Formula 1, nato il 21 marzo 1960 da una ricca famiglia brasiliana, aveva un fratello e una sorella. La prima esperienza di Senna con le auto da corsa avvenne quando aveva solo quattro anni e suo padre gli costruì un’auto da un vecchio tosaerba. È cresciuto guardando la Formula 1, ha ricevuto il suo primo vero kart all’età di 10 anni e ha vinto la sua prima gara di kart ad appena 13 anni.

Nel 1981 si è trasferito brevemente in Inghilterra dove ha iniziato a gareggiare a livello di Formula Ford 1600 prima di tornare a casa in Brasile per lavorare nell’azienda di famiglia alla fine della stagione. Poi è tornato in Inghilterra e ha gareggiato a livello di Formula Ford 2000, prima di passare alla Formula 3 e vincere il campionato. E nel 1984 è diventato un pilota di Formula 1, correndo per la Toleman. Durante la sua prima stagione è arrivato secondo al Gran Premio di Monaco.

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SENNA. (L to R) Matt Mella as Alain Prost, Gabriel Leone as Ayrton Senna in Senna. Cr. Alan Roskyn/Netflix ©2024

Poi è passato alla Lotus nel 1985, vincendo due Gran Premi e arrivando quarto nel campionato. Nel 1988 è passato alla McLaren dove ha vinto il suo primo campionato quello stesso anno. Tuttavia, le cose non sono sempre andate lisce poiché Senna nutriva una notevole rivalità con il suo compagno di squadra Alain Prost contro il quale ha perso il titolo individuale mondiale nel 1989. La loro rivalità era così intensa che Prost si trasferì alla Ferrari l’anno successivo e così continuarono a trattarsi da nemici giurati in pista per i successivi 4 anni, con ragion d’essere, visto che questa volta anche le loro scuderie erano rivali. Senna vinse successivamente i campionati nel 1990 e nel 1991, diventando tre volte campione del mondo. Dopo il ritiro di Prost, Senna passò alla Williams nel 1994 e più tardi quell’anno morì in un incidente al Gran Premio di San Marino, all’età di soli 34 anni.

Ayrton Senna era sposato?

Chiaramente è difficile che la serie Netflix riesca a inventare il racconto sportivo, dal momento che è ampiamente registrato. Quello in cui la fantasia può aiutare meglio a ricostruire la vita del campione è l’aspetto privato. Nel 1981 Senna sposò la sua amica d’infanzia Lilian de Vasconcelos Souza, ma la coppia divorziò poco dopo. Senna era allora noto per aver avuto una serie di relazioni importanti, tra cui quella con la conduttrice televisiva brasiliana Xuxa, che frequentò per diversi anni. Al momento della sua morte Senna aveva una relazione con Adriane Galisteu. La serie indugia su una serie di relazioni e su una generica ma fondamentale passionalità e competitività del pilota, non solo in pista ma anche nelle relazioni sentimentali, oltre a raccontare una vera e propria devozione per i legami familiari.

Cosa è successo ad Ayrton Senna?

Nel fine settimana del 1° maggio 1994, durante le qualifiche del Gran Premio di San Marino a Imola, in Italia, il pilota austriaco Roland Ratzenberger morì dopo che il suo alettone anteriore si ruppe e si incastrò sotto la sua auto, finendo per schiantarsi. La testimonianza recente della sua fidanzata di allora, Adriane Galisteu, aggiunge un’aura di predestinazione a quello che sarebbe accaduto. Secondo Galisteu infatti, Ayrton la chiamò la sera prima della gara, dicendo che forse non avrebbe corso, perché era rimasto scosso dall’incidente di Ratzenberger. Tuttavia, decise alla fine di gareggiare comunque, e pronunciò la sua ormai famosa frase: “Non posso smettere, devo andare avanti”.

Il giorno dopo, il giorno della gara, era il 1° maggio, e Senna incontrò il suo ex rivale Prost, che ora era un commentatore, i due discussero di riportare in auge la Grand Prix Drivers’ Association, per implementare la sicurezza dei piloti in gara e Senna si offrì di guidarla. La gara iniziò e dopo sette giri, Senna uscì di pista, si andò a schiantare contro il muro di cemento alla curva del Tamburello. Venne trasportato in coma all’ospedale, ma morì.

Dopo la sua morte, il governo brasiliano dichiarò tre giorni di lutto e fu organizzato un funerale di stato in Brasile, con molti piloti che scortavano la sua bara, tra cui Prost.

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