Il classico di Brian De
Palma, il classico dei
gangster e della cocaina, Scarface è uno dei film
più amati dai cinefili e non solo. L’abbiamo visto e rivisto (ed è
sempre come la prima volta), e siamo in attesa di notizie del
reboot. Ma cosa è
successo dietro le quinte di questo vero e proprio fenomeno? Cosa
non sapete sul film?
Scarface di Brian De Palma è
basato su una brutale storia vera
Ancora oggi è uno dei film più
citati nella storia del cinema moderno. Chiunque abbia mai sentito
le battute “Saluta il mio piccolo amico” o “Per una carta verde, lo
farò a pezzi per bene”, sa che provengono dal capolavoro del 1983
Scarface, l’epico contributo del regista Brian De Palma al genere
gangster. Il film racconta l’ascesa e la caduta di Tony Montana, un
rifugiato dell’esodo cubano di Mariel del 1980 che scala i gradini
insanguinati della malavita della droga per diventare il “Re della
Cocaina” di Miami.
Al Pacino, la cui interpretazione folle e scatenata
del maniacale Montana gli valse una nomination ai Golden Globe del
1984, fu così convincente che alcuni spettatori credettero che la
storia dell’orribile e letale boss del narcotraffico riguardasse
una persona reale. E in effetti lo era.
Scarface di Brian De Palma è in
realtà un remake
Ciò che sorprende, però, è la
scoperta che il Tony Montana di Scarface non è
affatto basato sulla vita di un moderno signore del naso. No, Tony
Montana è ispirato al famigerato racket, pappone e boss del crimine
degli anni ’20 e ’30 Al Capone. Per capire come il temutissimo
Capone, che mangiava sigari e indossava la fedora, si sia
trasformato in Montana, che sniffava cocaina e brandiva l’M16, è
necessario fare un viaggio nel mondo del cinema di un tempo.
Scarface di De Palma è in
realtà un remake dell’omonimo film del 1932 diretto da Howard Hawks
e Richard Rosson con Paul Muni nel ruolo di Tony Camonte,
il giovane di umili origini che scala i ranghi illeciti fino a
diventare il più grande despota del contrabbando di Chicago. La
sceneggiatura del film, scritta da Ben Hecht, derivava dal romanzo
Scarface del 1930 dell’autore di pulp fiction
Armitage Trail, che era una storia poco velata dell’ascesa
all’infamia di Al Capone. Il soprannome di Capone era “Scarface”,
un fatto che Trail (pseudonimo di Maurice Coons) aveva senza dubbio
appreso vivendo a Chicago negli anni Venti e frequentando
personaggi della malavita associati a Capone durante le ricerche
del suo libro.
Nel film del 1932, Tony Camonte
diventa il capo di un’associazione di contrabbandieri, che era la
principale attività illegale del vero Capone, anche se la
prostituzione, il gioco d’azzardo, il traffico di droga,
l’estorsione e l’omicidio erano solo un piccolo campione delle sue
altre “attività secondarie”. Una sequenza particolarmente
memorabile del film è un montaggio di Camonte e dei suoi scagnozzi
che compiono un massacro dei suoi nemici in tutta la città, una
chiara allusione al Massacro di San Valentino del 1929, un evento
violento orchestrato da Capone che eliminò sette dei suoi rivali.
Anche se considerata scioccante per l’epoca, la versione di
Scarface del 1932, ostacolata dal Codice Hays di Hollywood, era
limitata nella sua capacità di rappresentare la vera violenza
sinonimo del nome di Capone.
Al Pacino ha visto un’opportunità
per un remake
51 anni dopo,
Al Pacino assiste a una proiezione del film del 1932.
“Sono andato a vedere quel film e dopo ho chiamato (il produttore)
Marty Bregman”, ha ricordato Pacino durante una sessione di domande
e risposte del 2011 sulla realizzazione del film del 1983. “Ho
detto: ‘Penso che potremmo fare questa cosa. Qui c’è un
remake‘”. Ma una nuova versione di Scarface avrebbe avuto
bisogno di una storia con un taglio contemporaneo, ed è qui che
entra in scena lo sceneggiatore
Oliver Stone. Nel film originale, Tony Camonte
è un poveraccio che viene dalla parte sbagliata della strada e che
supera le sue misere circostanze per emergere come uno dei boss
mafiosi più importanti del mondo.
Stone ha avuto l’idea di ambientare
la versione aggiornata di Scarface sullo sfondo
degli eventi reali della flottiglia cubana del 1980 dalle isole
Mariel agli Stati Uniti. Si diceva che una parte significativa
degli immigrati che arrivavano in quel periodo fossero ladruncoli e
altri individui senza legge, e Stone pensò che avrebbe avuto senso
che Tony Montana, la nuova versione del protagonista, fosse tra
quelli inviati dal dittatore comunista Fidel Castro, dando al film
un senso di rilevanza e accessibilità in tempo reale. Ed è così che
Al Capone, alias Tony Camonte, alias Tony Montana, è diventato un
immigrato cubano.
I personaggi di ‘Scarface’ sono
basati sui compagni di Al Capone nella vita reale

Sebbene la versione di
Scarface di De Palma sia incentrata sul traffico
di droga, la storia di Tony Montana riecheggia quella di
Capone, in particolare nel racconto di come Montana rimanga
invischiato nel suo universo peccaminoso. Capone, che da
giovane era entrato a far parte di una banda di strada all’inizio
del 1900, fu preso sotto l’ala di Frankie Yale, un
immigrato italiano che presiedeva un cartello criminale dell’epoca
della Prima Guerra Mondiale e che si dedicava a una serie di
racket, tra cui la prostituzione e l’estorsione. Fu Yale a fare da
mentore a Capone e ad aiutarlo a fare carriera nella sottocultura
della malavita.
In Scarface, Frankie Vale è Frank
Lopez (Robert Loggia), il commerciante
d’auto/trafficante di cocaina per il quale Montana commette un
omicidio in cambio dello status di straniero legale non residente.
Lopez ricompensa Montana con una serie di altri lavori che
comportano sparatorie e smembramenti, assicurando così il posto di
Montana nell’aberrante impresa commerciale di Lopez. L’amico di
Montana durante le sue imprese, Manny Ribera (Steven
Bauer), è probabilmente basato sul braccio destro di
Capone, Frank Nitti, cugino di primo grado di Capone che servì
fedelmente il boss mafioso e che intervenne per mandare avanti le
attività criminali dopo che Capone fu imprigionato nel 1932.
Oltre al cugino Frank, Capone mise
insieme un gruppo di lacchè per assisterlo e proteggerlo man mano
che il suo potere e la sua influenza crescevano. Alcuni dei più
noti nella cerchia di Capone erano formidabili teppisti come
William White, Murray Humphreys, Marcus Looney, Charles Fischetti e
William O’Donnell, che contribuirono a orchestrare alcuni dei più
sanguinosi esercizi di influenza e vendetta di Capone. In Scarface,
questi scagnozzi sono riuniti in due personaggi principali, Ernie
(Arnaldo Santana), l’ex guardia del corpo di Lopez e Nick il Maiale
(Michael P. Moran), l’amico di lunga data di Montana che diventa
uno dei suoi uomini più duri. Sfortunatamente, sia Lopez che Nick
trovano il loro destino alla fine del film, in una rivisitazione a
base di droga del massacro di San Valentino di Capone.
I personaggi femminili di
‘Scarface’ sono in gran parte fittizi

Sebbene gli eventi e i personaggi
di Scarface di De Palma siano strettamente allineati al mondo di Al
Capone, le storie delle donne nella vita di Tony Montana
sono in gran parte romanzate e coincidono a malapena con le figure
femminili della vita di Capone. In Scarface, Montana ha
una sorella, Gina (Mary Elizabeth Mastrantonio),
sulla quale è ferocemente protettivo e che inizia una storia
d’amore con Manny, il confidente di Montana. Capone proveniva da
una famiglia numerosa, composta da sei fratelli e due sorelle, una
delle quali morì prima del suo primo compleanno. L’unica sorella
sopravvissuta di Capone, Mafalda, non partecipò molto alla vita del
fratello, evitando del tutto i suoi intrecci criminali. In
Scarface, Gina viene uccisa da un sicario che vuole colpire
Montana, cosa che ovviamente non è mai accaduta nella vita
di Capone. Poi c’è la fidanzata (e poi moglie) di Montana, Elvira
(Michelle
Pfeiffer), l’amante dell’ex mentore di Montana,
Lopez.
In Scarface, Montana arriva in
America da single e sottrae Elvira al suo viscido benefattore, ma
nella vita reale Al Capone aveva una moglie, Mae, che sposò all’età
di 19 anni, dalla quale ebbe un figlio e con la quale rimase fino
alla morte nel 1947. È ampiamente accettato che Capone abbia avuto
una serie di relazioni extraconiugali durante il suo matrimonio, ma
il fatto che abbia avuto un’unica amante a lungo termine rimane in
discussione. Alcuni storici hanno scritto che Capone teneva
nascosta una ragazza di 15 anni in un appartamento di Chicago,
mentre un’altra storia stravagante riguarda una misteriosa
fidanzata francese di nome Vera (da cui la somiglianza con
il nome “Elvira” in Scarface), il cui fantasma oggi infesta
una casa di Halifax, in Florida. Qualsiasi scappatella
Capone possa aver intrapreso con donne diverse dalla moglie, sembra
che sia stata discreta e priva dei drammi descritti in
Scarface.
La caduta di Tony Montana non ha nulla a che
vedere con quella di Al Capone
Un’altra libertà che
Scarface si prende è la rappresentazione della caduta definitiva
del protagonista. Il film termina con una frenesia di
quasi sei minuti di montagne di cocaina bianca, seni nudi, sciamano
in stile sandinista e migliaia di proiettili sparati in mezzo a un
mare di moquette di velluto rosso e scale a chiocciola, che culmina
con il tuffo finale di Montana in una piscina coperta davanti a una
sgargiante scultura placcata in oro con la scritta “Il mondo è
tuo”. Un bel contrasto con la vera fine della vita di Capone. Nel
1931, Capone fu condannato per il reato poco
elegante di evasione fiscale. Dopo essere stato imprigionato ad
Alcatraz, fu rilasciato nel 1939 a causa di complicazioni di salute
dovute alla sifilide (il che dà credito alla convinzione che Capone
avesse molte fidanzate nel corso della sua vita).
L’unico vero parallelo tra
la morte di Capone e quella di Montana è che entrambi morirono
nelle loro case in Florida: Montana in una vampata di
fuoco e Capone per un attacco di cuore nel 1947. Ironia della
sorte, la morte di Capone assomiglia di più a quella di un altro
mafioso del cinema di finzione, il Don Vito Corleone di
Marlon Brando che, ne
Il Padrino, soccombe per un arresto cardiaco
nel suo giardino. Ma una morte tranquilla non sarebbe stata
sufficiente in Scarface, un film ricordato soprattutto per la sua
intensa e prolungata violenza.
Forse l’aspetto più
interessante di Scarface, sia dell’originale del 1932 che
della versione del 1983, è l’incredibile influenza e la forza di
resistenza del famigerato Al Capone, un uomo così abominevolmente
immerso nell’illegalità e nella corruzione da aver ispirato un
romanzo e due film e da essere rimasto nella coscienza pubblica
fino ad oggi. Non si può fare a meno di chiedersi cosa avrebbe
pensato Capone della sua rappresentazione da parte di Paul Muni nel
film originale, così come della sua reincarnazione da parte di
Pacino come signore della droga cubano nel remake. Conoscendo i
modi crudeli e nefasti di Capone, è probabile che ne
sarebbe stato lusingato e divertito.
Ecco 10 curiosità su
Scarface, le frasi migliori del film, e dove vederlo in
streaming.
Scarface: le curiosità
1. Steven Spielberg ha diretto un’inquadratura
del film. Brian De Palma e Spielberg sono
amici di lunga data, fin dalla metà degli anni Settanta, e hanno
l’abitudine di visitare i set dell’altro. Quando si stava girando
l’attacco iniziale dei Colombiani alla casa di Tony Montana alla
fine del film, Spielberg era nei paraggi, e De Palma decise di
lasciargli dirigere l’inquadratura ripresa dal basso nella quale
vediamo gli aggressori entrare nella casa.
2. Per poco, Scarface non
è stato diretto da Sidney Lumet. Sidney Lumet, il regista di
La parola ai giurati e di Quel pomeriggio di un giorno da
cani, fu inizialmente coinvolto nel progetto in qualità di
regista. Stando a quanto raccontato da
Al Pacino a Empire Magazine, Fu
Sidney Lumet a pensare di raccontare cosa stesse
succedendo allora a Miami, il che ha ispirò Bregman. “Lui e
Oliver Stone si misero insieme e produssero
una sceneggiatura che aveva molta energia ed era scritta molto
bene.
Oliver Stone scriveva su cose che avevano a
che fare con cose che stavano succedendo nel mondo. Era in contatto
con quell’energia, e quella rabbia”. A quanto pare, però, a Lumet
la sceneggiatura non piaceva: “Dirò solo che Sidney non capiva la
mia sceneggiatura, mentre Bregman voleva proseguire in quella
direzione con Al” ha raccontato Oliver Stone.
3. E, per poco, De Palma non ha
diretto Flashdance al posto di Scarface. Quando
il produttore Martin Bregman offrì a Brian De Palma
l’opportunità di dirigere Scarface, questi era impegnato
nelle riprese dell’oramai classico Blow Out. Inizialmente,
De Palma accettò l’offerta, ma decise poi di rifiutarla, perché era
troppo impegnato. Infatti, aveva allora deciso di dirigere
Flashdance, sperando che il produttore del film gli desse
poi il via per realizzare il suo progetto di un film sull’omicidio
di Yablonski. De Palma lavorò per due settimane alla pre-produzione
di Flashdance, prima di andarsene. Fu allora che Bregman gli
offrì di nuovo Scarface. Il resto è storia.
4. All’epoca di Scarface,
Oliver Stone stava combattendo la dipendenza da cocaina.
Purtroppo, all’epoca della stesura del film,
Oliver Stone aveva a che fare con la cocaina
in prima persona: sapeva benissimo cosa la droga possa fare a chi
la usa. Per liberarsi della dipendenza, Stone lasciò il proprio
Paese, e finì di scrivere il copione lontano dall’accesso alla
droga. “Mi trasferii a Parigi e uscii dal mondo della cocaina,
perché quello era un altro dei miei problemi” ha raccontato,
“Prendevo cocaina, non in modo estremo o al punto di diventare
distruttivo, come accade ad alcune persone. Sicuramente, però,
stavo diventando mentalmente stantio. Mi sono trasferito lontano da
L.A. con mia moglie e mi sono trasferito in Francia per entrare in
un altro mondo e vedere le cose diversamente. E ho scritto la
sceneggiatura (di Scarœface) interamente, fott***mente sobrio”.
5. La scena della motosega di
Scarface è ispirata ad un evento reale.
Oliver Stone, per scrivere
Scarface, ha passato diversi mesi a Miami in compagnia della
polizia locale con lo scopo di fare delle ricerche. E a quanto
pare, fu attratto da un caso particolarmente sanguinoso. Nel 1980,
un importante giro di contrabbando guidato da Mario Tabraue (il
quale diventò la principale fonte di ispirazione per il personaggio
di Tony), fece a pezzi un uomo di nome Larry Nash con una motosega,
dopo aver scoperto che questi era un informatore per il Bureau of
Alcohol, Tobacco, and Firearms. Tabaraue fu poi arrestato dal FBI
nel 1987 durante la cosiddetta “Operazione Cobra”: all’epoca, il
suo giro di contrabbando valeva oltre 75 milioni di dollari.
Al Pacino in
Scarface

6. Tutta quella “cocaina”
ha causato dei problemi alle vie nasali di Al Pacino. In
Scarface, Tony prende tanta cocaina. Tantissima. Anche se,
per molto tempo, circolò la voce che la sostanza utilizzata sul set
fosse davvero cocaina, si trattava probabilmente di latte in
polvere (De Palma, però, non ha mai confermato la cosa in modo
ufficiale). Ma non vuol dire che non abbia dato problemi ad
Al Pacino. Dopo Scarface, per anni,
l’attore ha avuto “delle cose lassù. (…) Non so cosa sia successo
al mio naso, ma è cambiato”.
7. E il naso di Al Pacino, in
Scarface, non fu l’unica cosa che subì dei danni.
Durante le riprese infatti, l’attore è stato accidentalmente ferito
da una scheggia di un piatto lanciato da
Michelle Pfeiffer. Ma c’è di peggio: durante le prove
per la scena finale del film, dopo aver sparato parecchie volte con
l’arma di scena,
Al Pacino ha accidentalmente afferrato la
canna bollente, e la sua mano si è incastrata. Le bruciature erano
così gravi che non fu in grado di lavorare per due settimane.
8. La performance di Al Pacino
in Scarface è stata ispirata da
Maryl Streep. Mentre Tony Montana, il volgare, violento
gangster di Scarface non ha molto in comune con l’attrice
più amata di Hollywood,
Al Pacino l’ha in realtà citata come una delle
influenze principali per il ruolo. Ciò che l’ha ispirato è stata la
sua interpretazione in La scelta di Sophie: a detta
dell’attore, infatti, la sua attenzione ai dettagli
nell’interpretazione di un personaggio proveniente da un altro
Paese è eccezionale.
Scarface in streaming
Dove trovare il film completo?
Scarface in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:

9. Non il primo Scarface:
il film del 1932. Il film di De Palma, infatti, è un remake
piuttosto libero dello Scarface del 1932, che parla
anch’esso dell’ascesa e della caduta di un gangster americano. Il
produttore del film del 1983, Martin Bregman, vide lo
Scarface del 1932 in televisione, e pensò che l’idea potesse
essere resa in modo un po’ più moderno. Il film di De Palma, poi, è
stato dedicato al regista e allo sceneggiatore del film originale,
ovvero Howard Hawks e Ben Hecht.
10. In Scarface, ci sono
tantissime parolacce. Secondo il Family Media Guide, che
ha il compito di monitorare la volgarità, i contenuti a sfondo
sessuale e la violenza nei film, in Scarface la parola f**k
compare ben 207 volte, ovvero all’incirca 1.21 volte al minuto. Nel
2014,
Martin Scorsese ha battuto il record con
The Wolf of Wall Street, nel quale la parola è stata
pronunciata ben 506 volte.
Scarface: le frasi famose
- Un giorno scoprirai che il problema più grosso non è di portare
qui la roba, ma come riuscire a spendere tutti questi soldi!
(Tony Montana)
- Chi ti credi di essere… In cinque anni, non ti sei fatto vivo
neanche una volta… Cinque anni… Tutto ad un tratto spunti fuori e
ci metti in mano un po’ di soldi e credi di comprare il mio
rispetto. T’illudi di potermi comprare con i gioielli? Che ti credi
di poter venire a casa mia con i tuoi soldi, con i tuoi vestiti
sgargianti e con i tuoi modi da sbruffone e prendermi in giro? […]
Sono una che dice quello che pensa, Antonio! Gina io l’ho tirata su
come Dio comanda… e non ti permetterò di rovinarmela! Non mi
servono i tuoi soldi! Tieniteli, io me la guadagno la vita!
(Madre di Tony Montana)
- Io credo che noi andremo molto d’accordo, continueremo a fare
affari per parecchio tempo. Ricordati soltanto, e te lo dico una
volta sola, non mi fregare, Tony. Non provare mai a fregarmi.
(Sosa)
- Ordine? Tu dai a me un ordine? Amigo, l’unica cosa a questo
mondo che conta davvero sono le palle, tu ce l’hai le palle? Eh?
(Tony)
- Lo sai che significa capitalismo? Fregare la gente. (Tony
Montana)
- Lo sai cosa sei diventato, Tony? Sei diventato un profugo
cubano, milionario che non sa dire altro che ha un sacco di soldi e
che tutti lo fregano. (Elvira)
- Ma vaffanculo, Manny!! Chi ha costruito tutto questo? Tony,
ecco chi! E di chi mi fido? Di me! Di chi cazzo ti puoi fidare? Di
nessuno, ecco di chi. Andate tutti al diavolo, io non ho bisogno di
nessuno, non mi serve lui, non mi serve lei. Che vadano a fanculo,
non ho bisogno di nessuno. (Tony Montana)
- È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny? Mangiare, bere,
scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a
cinquant’anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono
due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un
fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda
e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro. E si
riduce a tutto questo? È per questo che ho lavorato? Dimmelo. Che
stronzo! (Tony Montana)
- Che avete da guardare? Siete solo una manica di coglioni.
Sapete perché? Perché non avete il fegato per stare dove vorreste
stare. Voi avete bisogno di gente come me. Vi serve la gente come
me, così potete puntare il vostro dito del cazzo e dire: «Quello è
un uomo cattivo». Be’? E dopo come vi sentite, buoni? Voi non siete
buoni. Sapete solo nascondervi, solo dire bugie. Io non ho questo
problema. Io dico sempre la verità, anche quando dico le bugie.
Coraggio, augurate la buona notte al cattivo, coraggio. È l’ultima
volta che lo vedete un cattivo come me, ve lo dico io. Forza, fate
passare l’uomo cattivo. Attenti sta arrivando il cattivo! Meglio
che vi fate da parte! (Tony Montana)
- Salutatemi il mio amico Sosa! – Say ‘hello’ to my little
friend! (Tony Montana)
Fonti: Mental Floss,
IFC