
I cattivi sono spesso più interessanti degli eroi, perché la loro visione distorta della vita e le loro ambizioni oltraggiose riescono a coinvolgere di più rispetto alla classica coscienza pulita e la bussola morale dell’eroe. E’ vero che è gratificante vedere l’eroe trionfare alla fine di un film… ma non è sempre così.
Nel corso dei decenni, ci sono stati numerosi esempi di film in cui il cattivo ha la meglio sull’eroe. Che si tratti dei piani astuti del Joker, di un cecchino misterioso che tormenta la gente nelle cabine telefoniche, o di una zingara che lancia una maledizione a un’impiegata innocente, questi cattivi hanno sancito il successo di numerose storyline, come evidenzia Screenrant.
Joker (2019)
Il
Joker ha trionfato in diverse occasioni e, ben
prima che scegliesse come avversario Batman,
Joker ha capitanato la rivolta sociale che lo ha
reso l’iconico re dei clow. A pensarci bene, ciò è
ironico, dato che Arthur Fleck viene rappresentato
nel corso del film come un debole scarto della società, vessato da
giovani e ragazzi per le strade e maltrattato dai conduttori di
talk show notturni in diretta TV.
Ma Arthur ha avuto l’ultima risata. Si è vendicato di tutti quelli che hanno riso di lui, ha iniziato un ammutinamento, ed è stato letteralmente raffigurato in maniera cristologica, in piedi su una macchina della polizia con le braccia aperte.
Watchmen (2009)
Prima che il regista
Zack Snyder capeggiasse il DCEU, si
occupò in principio di un altro prodotto DC che
riguardava una squadra di eroi:
Watchmen. In realtà, la trama di
Watchmen vira attorno a un vigilante
mascherato che viene a conoscenza di un sinistro complotto volto a
screditare ed eliminare i supereroi che difendono il pianeta.
I protagonisti di Watchemn erano come i Beatles dei supereroi: una volta eroe, Ozymandias divenne il cattivo del film, mettendo il mondo contro Doctor Manhattan e costringendolo a fuggire dalla Terra e, quando Rorschach tenta di smascherarlo, viene completamente annientato. Anche se molti pensavano che si trattasse di un’impresa infattibile e Watchmen sfuggisse a malapena all’inferno dello sviluppo narrativo, il finale è stato comunque piuttosto fedele al materiale di partenza.
Arancia Meccanica (1971)
Arancia
Meccanica segue l’eccentrico criminale
Alex, che si ritrova in prigione dopo aver
commesso indicibili violenze assieme ai Drughi. Il governo
lo sottopone a una nuova terapia sperimentale e, attraverso
iniezioni ed esposizione a immagini di estrema violenza, gli
impedisce di fare ancora del male a qualcuno.
Tuttavia, dopo essere stato oggetto di così tante aggressioni, il governo si scusa e inverte la terapia, rilasciando Alex di libero di riappropriarsi del suo vecchio sé cattivo, violento e volgare. Il rilascio di Alex porta a una delle battute finali più iconiche e ironiche del cinema: “Sono stato curato, va bene“.
Drag Me To Hell (2009)
Sam Raimi
è una delle migliori menti del genere horror: ne sono prove la
serie da lui ideata Evil Dead, e
la sequenza dell’intervento chirurgico in Spider-Man
2, una delle sequenze più terrificanti tra i film non
horror. E Drag Me To Hell ha sancito la sua
ultima, grandiosa incursione nel genere.
La trama del film segue Christine, una giovane donna che viene maledetta dalla signora Ganush, un’anziana zingara. Per i giorni successivi, viene sottoposta a un tormento senza fine e affronta persino la zingara stessa. Ma, dopo tutta la sofferenza patita, riesce a sconfiggere la maledizione e seppellisce la zingara; tuttavia, in un twist finale inaspettato, la donna viene trascinata all’inferno e vi brucia per tutta l’eternità.
Il silenzio degli innocenti (1991)
Per molti versi,
Hannibal Lecter si configura come un
antieroe, dato che ha aiutato Clarice per
interesse personale, ma il cannibale per eccellenza è uno dei
cattivi più letali del cinema. Non solo è un assassino che si nutre
di carne umana, ma è anche un cattivo superbamente astuto.
In uno dei finali più inquietanti di sempre, Hannibal chiama Clarice dalle Bahamas, notificandole la sua fuga e dicendole che “ha un vecchio amico a cena“. Poi scompare tra una folla di persone, regalandoci una delle inquadrature finali più iconiche della storia del cinema.
The Social Network (2010)
Mark
Zuckerberg è certamente dipinto come un cattivo
nella versione romanzata della nascita di Facebook diretta da
David Fincher.
The Social Network ha visto il miliardario
invischiato in molteplici cause legali, sia che si trattasse dei
Winklevi che sostenevano di aver creato la
piattaforma, o di Eduardo che sosteneva di essere
stato cacciato a forza dalla società.
In fin dei conti, indipendentemente da quanti soldi abbia perso, si è trattato di una singola goccia in un oceano di potere, e nessuno degli eventi narrati ha lontanamente colpito Zuckerberg. Benchè abbia perso alcune amicizie durante il processo, ne è uscito vincitore. E con la privacy degli utenti in discussione e l’intero scandalo Cambridge Analytica, il personaggio potrebbe diventare ancora più cattivo nel richiestissimo Social Network 2.
Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
Come ben sappiamo, se
Freddy uccide un personaggio nei suoi sogni allora
questi morirà effettivamente nella reale; ben presto si scopre che
Freddy stava in realtà ercando la madre di
Nancy per tutto il tempo, dato che è stata lei ad
ucciderlo anni prima.
Anche se Nancy riesce a uccidere Freddie e tutto torna alla normalità, la sequenza finale di Nightmare è memorabile, nonché considerabili uno dei più famosi jump scares della storia. Freddy sfonda una finestra con il suo iconico guanto ad artiglio e afferra la madre di Nancy per il collo, trascinandola in casa e ottenendo la dolce vendetta che ha sempre desiderato.
Funny Games (1997)
Il regista austriaco
Michael Haneke è meglio conosciuto per i suoi film
dalla venatura romantica e ha anche vinto la Palma
d’Oro al Festival
di Cannes per
Amour, ma c’è una patina oscura che attraversa
alcuni dei suoi altri film. Uno dei più scioccanti della sua
filmografia è Funny Games, che segue le vicende di
una famiglia in vacanza, tenuta in ostaggio non da un solo cattivo,
bensì da due giovani psicotici e annoiati.
La famiglia finisce per essere torturata brutalmente dai due e, anche se Haneke prende in giro il pubblico stesso tramite astuti riferimenti intertestuali, i due ragazzi uccidono la moglie, il marito e il figlio per poi poter proseguire la loro giornata. Ciò che rende il film ancora più sconcertante è che gran parte della violenza avviene fuori dallo schermo, il che significa che il pubblico è lasciato a immaginare cosa sta succedendo unicamente attraverso l’incedere di urla e sonorità macabre fuori campo.
Il cavaliere oscuro (2008)
Ne
Il cavaliere oscuro,
assistiamo all’uccisione di
Due Facce
e alla cattura di
Joker
quindi nessuno dei due villain ha letteralmente trionfato alla fine
del film del 2008. Tuttavia, il
Joker
ha vinto figurativamente, poiché il film è tutto incentrato
sull’idea perseguita da
Joker
che anche le persone dalla forte morale possano essere
spezzate.
Tutto inizia con la sequenza iconica in cui Batman sta interrogando Joker: il gioco di corruzione del “Cavaliere di Gotham” prende piede, aizzando successivamente tutta Gotham contro Batman. Joker gioca la carta dell’inganno psicologico, mostrando un perverso divertimento nel vedere il giustiziere trasformarsi lentamente in carnefice.
In linea con l’assassino (2002)
Un manager di terz’ordine
di New York è tormentato per tutta la durata del serrato In
linea con l’Assassino, poiché cade nei trucchi di un
misterioso assassino quando risponde ad una telefonata casuale. Il
mondo di Stuart crolla in un secondo, è costretto
ad ammettere la sua relazione infedele alla moglie e tutte le sue
malefatte ai clienti mentre è tenuto sotto tiro dall’assassino.
Il pubblicitario non verrà ucciso, ma il cecchino non viene nemmeno catturato. In linea con l’assassino è quasi una versione PG-13 di Saw, poiché il cattivo non uccide il protagonista ma lo avverte che non tarderà a tornare, se la sua ritrovata onestà non continua.