A distanza di ben due anni dall’uscita del terzo ciclo, The Boys quarta stagione arriva su Prime Video e riesce, nonostante i ritardi causati dagli scioperi dello scorso anno, a essere attuale e tempestiva, come se avesse il super-potere di leggere la contemporaneità e anticiparne i temi e i punti caldi. La stagione si apre con media e città con gli occhi puntati sul processo per omicidio a Homelander (Antony Starr), mentre “nel nostro mondo” il processo di Manhattan sanciva la colpevolezza di una certa figura politica decisamente molto in vista negli ultimi anni e che ha goduto di un certo sostegno negli USA.
The Boys 4, la satira sociale che predice il futuro
The Boys, sviluppato da Eric Kripke partendo dai fumetti di Garth Ennis, ha sempre avuto la capacità di anticipare le grandi contraddizioni della società, confermandosi intrattenimento, qualche volta estremo e fine a se stesso, splatter e pruriginoso, che non esita a farsi anche cinica e intelligente satira sociale.
Quando poi la serie ha
spostato al centro dell’attenzione Victoria Neuman (Claudia
Doumit), una super in incognito che si atteggia a deputata
progressista con il programma politico di regolamentare Vought,
questo aspetto della serie è diventato anche più importante ed
evidente. E la stagione 4 sembra raccontare una vera e propria
versione parallela della società americana per come si sta
strutturando negli ultimi anni. L’aspetto sociale tanto evidente e
marcato, che si somma agli archi narrativi dei singoli personaggi,
quasi tutti in caduta libera, fa di The Boys 4 il
momento più cupo dell’arco della serie, fino a questo momento.
Le sfide di The Boys 4
Le sfide che la serie deve affrontare in questo quarto ciclo sono molto complesse e ne attestano anche la crescita come fenomeno. Da una parte il franchise si è ingrandito e, dopo l’uscita dell’ottimo Gen V, The Boys 4 deve incorporare quegli eventi nel suo flusso del racconto. D’altro canto l’espansione della gittata degli eventi narrati, con movimenti di massa e trasferimenti di potere, richiede una costruzione del mondo più attenta e articolata che però mantenga al centro i bersagli preferiti dal punto di vista dello show: il cinismo caustico contro le destre e nei confronti delle grandi imprese, dei fascismi/fascisti, dell’intrattenimento come propaganda e del fanatismo che rifiuta la realtà anche scientifica (tutti fenomeni che nel mondo reale continuano a guadagnare terreno).
La vittoria del presidente anti-“sups” Robert Singer (Jim Beaver), con al fianco Neuman, vicepresidente eletto (e segretamente sups) si interseca con gli sviluppi principali e “privati” dei protagonisti.
The Boys 4, la trama
Dopo essersi somministrato il farmaco sperimentale Temp V, una versione a breve termine della sostanza chimica brevettata Composto V che Vought utilizza per creare i suoi eroi, il leader ripudiato della squadra anti-sups Billy Butcher (Karl Urban) ha solo pochi mesi di vita. Questa prognosi gli dà una disperazione e una sregolatezza che sembra poter essere contenuta solo da un misterioso nuovo alleato (Jeffrey Dean Morgan) che è ancora più militante di lui nella causa.
Homelander intanto, in
preda a una crisi di mezza età che lo mette di fronte al suo
lentissimo ma inesorabile invecchiamento, ha preso in custodia Ryan
(Cameron Crovetti), suo figlio ormai adolescente, concepito
dallo stupro della defunta moglie di Butcher, e ha assunto due
nuovi pericolosi luogotenenti a rimpolpare le fila dei Sette:
Firecracker (Valorie Curry), una supes non particolarmente
dotata ma “capace di sobillare le masse e dal loro uno scopo”, e
Sister Sage (Susan Heyward), la cui super-intelligenza
sembra capace di bilanciare l’impulsiva megalomania di Homelander.
Nel frattempo, Starlight (Erin Moriarty) ha lasciato
definitivamente i Sette, e si è espressa pubblicamente contro la
Vought, attirando le ire di Firecracker e dei suoi fanatici
seguaci.
Già solo mettendo insieme queste tracce narrative, ci si rende conto di quanto questo quarto ciclo sia meno coeso rispetto alla terza stagione, completamente focalizzata su Soldier Boy (Jensen Ackles). Senza contare anche le vicende che coinvolgono gli altri membri dei The Boys o dei Sette che ognuno a modo loro combatte una piccola battaglia personale con i propri fantasmi.
Lo spin-off irrompe della Serie-Madre
A questo generale disordine della trama, si aggiunge ad un certo punto anche l’irruzione dei personaggi e di elementi narrativi esplorati in Gen V, che cercano inserire nel flusso narrativo un ulteriore elemento (il virus anti-supe introdotto nella serie spin-off) che potrebbe essere determinante per il futuro dello show e per la sua conclusione che, come sappiamo, non è lontana.
Tutto questo però
conferisce una certa fragilità alla struttura del mondo di
The Boys, in cui le conseguenze di ciò che abbiamo
visto nelle prime tre stagioni non si abbattono con la giusta
incisività sugli eventi. Ad esempio, la denuncia della Vought da
parte di Starlight non sembra essere presa troppo
sul serio dalla Vought stessa, oppure il fatto che
Homelander venga assolto contrasta con l’elezione
di un presidente liberale e anti-supes, e soprattutto, anni dopo
che è stata resa nota l’esistenza del Composto V,
le masse continuano a considerare i supereroi persone da guardare
con ammirazione piuttosto che vittime di esperimenti. Insomma, man
mano che il mondo di The Boys acquisisce elementi
e necessita di un ordine e di una continuità organica, rinuncia a
costruire quella organicità e si concentra sul privato, sulle turbe
di Homelander, sulla fine imminente di Butcher, su Hughie e la sua
gestione familiare.
The Boys però trova il modo di bilanciare la mancata organicità di questo mondo in espansione con il consueto linguaggio colorito, con la commedia oscena delle esposizioni di corpi e budella. Nata nel 2019 come una parodia dei racconti di superiori, The Boys, con la quarta stagione, comincia a mostrare una parabola discendente.
I primi tre episodi di The Boys 4 sono disponibili su Prime Video dal 13 giugno, con un nuovo episodio disponibile ogni giovedì.