Amsterdam: le differenze fra il film e la storia vera

O. Russell porta al cinema una storia basata su fatti storici realmente accaduti. Ma non tutto quel che è rappresentato risulta essere veritiero. Cosa non lo é?

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David O. Russell è tornato, e lo ha fatto con la produzione di Amsterdam, pellicola con cui ha voluto portare in scena, seppur in una sua versione romanzata, un presunto evento storico che ha interessato gli Stati Uniti degli anni ’30, ossia il Business Plot. Questo Complotto commerciale che getta le basi della trama – in cui il dottor Burt Berendsen, l’avvocato Harold Woodman e l’infermiera Valerie Voze vengono risucchiati – è stata una cospirazione politica che ha avuto luogo nel 1933; l’obiettivo era quello di rovesciare il governo del Presidente Roosevelt e insediare un dittatore sulla scia del fascismo italiano capitanato da Benito Mussolini.

Potenti uomini d’affari americani stavano cercando di mettere in piedi un’organizzazione di veterani fascisti sotto la guida dell’ex Generale Smedley Butler, per poter innescare un colpo di stato nei confronti del regime dell’epoca. Seppur il regista sin da subito ci tenga a precisare che molti dei fatti narrati – e rappresentati – siano realmente accaduti, non molti sanno quali siano di preciso e quali invece siano frutto dell’invenzione di O. Russell. Perciò vien da sé porsi la domanda: quali sono le differenze fra il prodotto cinematografico e la sua veridicità storica?

Il Generale che sventa il golpe non si chiama Gil Dillenbeck

Gil Dillenbeck, interpretato da Robert De Niro, è il Generale che in Amsterdam sventa il complotto grazie all’aiuto di Burt, Harold e Valerie. Nella realtà il Generale che porta avanti tali accuse è Smedley Butler, alto ufficiale del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, che però non ha avuto alcuna credibilità da parte dei media, ricevendo l’accusa di “diffusore di un’enorme bufala”. Inoltre Butler non è mai stato in contatto con tre amici veterani, né tantomeno da questi aiutato come invece viene rappresentato nel film.

L’accusa di complotto è testimoniata a porte chiuse

O. Russell, probabilmente per fini narrativi, realizza una scena in cui Dillenbeck espone il complotto organizzato in occasione della raccolta fondi per i veterani del 369o reggimento di fanteria (nella storia della Prima Guerra Mondiale, questo è stato soprannominato “Harlem Hellfighters”). La versione reale degli eventi è però ben diversa. Butler, aka Dillenbeck, ha testimoniato la cospirazione politica sotto giuramento a porte chiuse, davanti al Comitato speciale della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sulle attività non americane (“Comitato McCormack-Dickstein”).

In Amsterdam, poi, subito dopo le battute conclusive del Generale, qualcuno tenta di assassinarlo. Questo episodio non è accaduto nella storia del Business Plot: Butler non è mai stato a rischio, e soprattutto nessuna rissa a seguito delle sue dichiarazioni ha avuto luogo.

Il comandante del 369° reggimento non è stato assassinato

Amsterdam si apre con il presunto omicidio del Generale Bill Meekins, che nella realtà rappresenta presumibilmente William Hayward, comandante colonnello del 369o reggimento di fanteria. Hayward, leader degli Harlem Hellfighters, non è stato assassinato negli anni ’30 durante il suo ritorno a casa, ma è deceduto nel 1944 per cause sconosciute. Il regista usa il suo omicidio come incidente scatenante per veicolare la trama e darle l’impronta da “genere giallo” affinché i personaggi possano muoversi all’interno.

Inoltre quella che dovrebbe essere la figlia Liz, interpretata da Taylor Swift nel film, è stata “costruita ad hoc “ da O. Russell come messaggero della morte del padre per concatenare gli eventi. Il colonnello non ha mai avuto una figlia di nome Elizabeth bensì un figlio di nome Leland Hayward (neanche lui assassinato come invece accade a Liz).

La Commissione dei Cinque esiste, ma non è la stessa

La Commissione dei Cinque che O. Russell inserisce nella storia e che rappresenta l’organizzazione complottista che Burt, Harold e Valerie devono fermare, seppur sia realmente esistita non aveva nessuna relazione con il fascismo e la dittatura europea, né tantomeno era invischiata in qualche colpo di stato. La vera Commissione dei Cinque, di cui facevano parte uomini che portavano il nome di Sherman, Franklin, Jefferson, Adamas e Livingstion, era un gruppo che si occupò nel 1776 di definire una bozza della dichiarazione d’indipendenza (di cui oggi si festeggia il 4 luglio).

Due periodi storici differenti e non accomunati da alcun elemento. Si pensa che il regista, per la Commissione dei Cinque di Amsterdam, abbia preso come riferimento L’American Liberty League, organizzazione caratterizzata da pezzi grossi dell’imprenditoria americana e conservatori contrari al New Deal di Roosevelt.

Nessun trio di veterani ha contribuito a mettere in luce il colpo di stato

Ebbene sì. Lo stravagante gruppo di amici inseparabili formato da Burt, Harold e Valerie, non esiste. È pur vero che molte vicende del Business Plot non siano state riportate e neppure trascritte, quindi O. Russell per poter rappresentare questa fetta di storia ha dovuto inserire personaggi che potessero condurre la nave fino alla rotta stabilita.

Il timone è spettato ai tre protagonisti sui generis di Amsterdam che nel Complotto commerciale non sono realmente esistiti. Il regista aveva necessità di costruire dei personaggi che potessero far funzionare la trama della cospirazione, ma nessun trio di veterani della Prima Guerra Mondiale ha contribuito a sventare il presunto golpe.

Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.

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