Fase 4: la “morte” del Marvel Cinematic Universe

marvel studios

Nel giorno in cui tutto il mondo commenta gli annunci dei Marvel Studios e di Kevin Feige al San Diego Comic-Con per la Fase 4, è strano leggere affermazioni come quella nel titolo. Tuttavia si tratta di realtà, il MCU così come lo abbiamo conosciuto dal 2008 ad oggi è morto, non c’è più, ha esaurito la sua carica narrativa. Quello che avremo dal 2020 in poi sarà un’altra cosa, un altro prodotto che potrà avere più o meno successo ma sarà sicuramente diverso rispetto alle prime tre fasi di film che abbiamo visto, e in alcuni casi molto amato, al cinema.

 

Ma cosa si intende quando si afferma che il Marvel Cinematic Universe è morto? Semplicemente che l’universo condiviso Marvel non sarà più soltanto una questione cinematografica, ma si espanderà in tv e anche in altri media, magari videogames o romanzi.

I più impulsivi e precipitosi potranno, a questo punto, obbiettare che non si tratta di una formula nuova, dopotutto le serie tv legate all’universo Marvel sono sempre esistite, dalla fine della Fase 1, dopo The Avengers, con Agents of SHIELD, senza poi dimenticare le produzioni Marvel Television/Netflix, che hanno trovato la loro massima espressione in Daredevil. Tutte queste serie erano inserite nell’Universo condiviso, nella continuity, ma avevano una caratteristica precisa: il flusso di racconto era a senso unico, ovvero i fatti dell’universo cinematografico influivano e confluivano in quello televisivo, ma non accadeva il contrario. Le serie erano quindi relegate ad un universo inferiore, un ordine di racconto più basso, un modo per intrattenersi in attesa del prossimo grande blockbuster, dalla prossima grande avventura cinematografica.

Con la conclusione della Fase 3 e il trionfo di Endgame, Kevin Feige ha cambiato completamente formula, e gli annunci del Comic-Con sono una conferma di quello che si sta sostenendo: in una situazione ufficiale come quella della notte scorsa, il boss dei Marvel Studios ha annunciato la Fase 4, mettendo sullo stesso piano, ovvero sullo stesso cartellone, in continuity, film e serie tv, prodotti per il cinema e prodotti per la piattaforma Disney+ (che diventa la vera vincitrice della convention).

marvel fase 4

Questo perché il linguaggio che parlerà l’universo Marvel non sarà più quello dei film, la storia che verrà raccontata non sarà più costituita da macro-puntate cinematografiche che di volta in volta sviluppano un personaggio o più, portando avanti la storia principale, ma verrà raccontato su più piani, più piattaforme, più media, diventando davvero un progetto immenso e complesso, da gestire nel più piccolo dei dettagli.

Per far comprendere bene quanto detto fino a questo momento, possiamo portare un esempio che traiamo dalle prime indiscrezioni legate all’annunciato Doctor Strange 2. Abbiamo scoperto che sarà il primo film con toni horror della storia dei Marvel Studios, che si intitolerà Doctor Strange in the Multiverse of Madness e che vedrà protagonista Benedict Cumberbatch e Elizabeth Olsen. Nelle parole di Kevin Feige, il personaggio della Olsen, già protagonista della serie WandaVision, si troverà alla fine della serie stessa in contatto con Strange, e vedremo il proseguimento della sua storia nel film con Cumberbatch. Questo vuol dire che quello scambio unilaterale di informazioni che ha caratterizzato il monologo dei film in relazione alle serie Marvel nelle prime tre Fasi, diventa adesso un dialogo, uno scambio bilaterale. Nodi narrativi, rivelazioni, importanti avvenimenti non saranno più relegati al grande schermo, ma potranno verificarsi e svolgersi anche sul piccolo schermo, nelle serie tv, come suggerisce la già annunciata presenza di Kate Bishop, nuova Occhio di Falco, nella serie tv Hawkeye dedicata a Clint Barton (che vedrà il ritorno di Jeremy Renner).

Come già anticipato in una delle sue dichiarazioni precedenti alla convention di San Diego, Kevin Feige ha mantenuto la sua parola e ha portato avanti un progetto produttivo completamente nuovo rispetto a quella che è stata l’Infinity Saga, ha cambiato ancora una volta il modo di raccontare storie di supereroi, emulando sempre la forma ad albi dei fumetti, ma giocando questa volta trai vari media a sua disposizione.

Dunque, quando si afferma che il Marvel Cinematic Universe è morto con Tony Stark, vuol dire che l’universo cinematografico Marvel, così come lo conoscevamo, è finito, la sua storia si è conclusa, nel momento in cui sono calati i titoli di coda su Endgame (senza nessuna scena post-credits, appunto). Adesso ne comincia una nuova, che vedrà cinema e tv (e altri media) dialogare tra loro, e ognuno di questi mezzi contribuirà a raccontare la stessa storia, che ci verrà pian piano svelata dalle singole avventure.

Siamo di fronte ad una nuova rivoluzione del linguaggio dell’intrattenimento. Il Marvel Cinematic Universe è morto. Evviva il Marvel Universe.

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