Paul Haggis

Il regista, sceneggiatore e produttore Paul Haggis, canadese classe ’53, ha da poco presentato a Roma la sua ultima fatica, che lo vede in tutte e tre le vesti sopracitate: The next three days, un thriller che ha come protagonista Russell Crowe, impegnato in una lotta contro il tempo in nome dell’amore.

 

C’era molta attesa per questa nuova pellicola, essendo Paul Haggis uno degli sceneggiatori più stimati di Hollywood. È stato infatti vincitore nel 2006 del Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura con il film Crash – Contatto fisico. Nota e proficua anche la sua collaborazione con Clint Eastwood, per il quale ha scritto Million dollar baby – che si è aggiudicato l’Oscar come Miglior Film – e le due pellicole speculari dirette da Eastwood sulla battaglia di Iwo Jima (Lettere da Iwo Jima e Flags of our fathers).

In pochi anni dunque si è guadagnato la stima di critica e pubblico creando storie che hanno saputo coniugare abilmente intrattenimento e impegno. Si è occupato di razzismo, intolleranza, eutanasia, guerra, non rinunciando a schierarsi, dandoci la sua visione, senza dimenticare però le esigenze dello spettatore medio americano, che vuol essere avvinto da trame articolate, d’azione e spettacolo.

Paul Haggis, film e filmografia

Ma la carriera di Paul Haggis comincia con la televisione. L’esordio nel 1975, che lo porterà a firmare due delle serie televisive americane più amate degli anni ’70-’80: Il mio amico Arnold e Love Boat. Nel ’77 sposa Diane Christine Gettas, da cui avrà tre figli. Dal ’93 al 2001 lavora ancora in tv, curando  la serie Walker, Texas ranger, con Chuck Norris. Nel frattempo, debutta anche sul grande schermo dietro la macchina da presa e sposa, dopo il divorzio dalla prima moglie, Deborah Rennard con la quale ha una figlia. Da lei si separerà nel 2009, ma i due resteranno molto legati, tanto che a tutt’oggi è proprio alla ex moglie che spetta il primo giudizio sul lavoro di Paul.

Il primo grande successo per il cinema risale al 2004 ed è proprio la sceneggiatura di Million dollar baby. Eastwood infatti, convinto dallo script del canadese, decide di portare sul grande schermo la storia di Maggie Fitzgerald (un adattamento dai racconti di F. X. Toole). Ottiene così un risultato su cui piovono riconoscimenti: come Miglior Film conquista non solo l’Oscar, ma anche il Golden Globe, il Nastro d’Argento e il David di Donatello (in questi ultimi due casi come film straniero).

In più, riconoscimenti per la regia ad Eastwood e per le interpretazioni a Hilary Swank, protagonista nel ruolo di Maggie, e a Morgan Freeman. Il film ha varie sfaccettature e momenti, e tiene abilmente insieme diversi temi: la determinazione grazie alla quale è possibile, come fa la protagonista, cambiare il proprio destino (diventerà una grande pugile), a dispetto di pregiudizi e sfiducia; il tema del rapporto padre-figlia, che finisce per instaurarsi tra Maggie e Frankie Dunn/Clint Eastwood, suo allenatore e manager, svelando la profonda umanità dello scontroso Frankie; la morte e la domanda su come porsi rispetto ad essa, che qui in particolare prende la forma di una riflessione sulla legittimità dell’eutanasia. Il tutto, in una visione non semplicistica, che dà conto della complessità del reale, scandita da dialoghi arguti, ironici, ma anche intensi, senza essere stucchevoli. Il film è prodotto dallo stesso Paul Haggis che ha fondato la sua casa di produzione, la Hwy 61.

Paul HaggisI riconoscimenti più importanti arrivano però per il canadese con un’altra pellicola, firmata nello stesso anno (2004), e stavolta da lui diretta, oltre che sceneggiata e prodotta: Crash – Contatto fisico. Qui il regista sceglie una strada non facile: quella di intrecciare in un’unica trama diverse storie, e svariati personaggi. Tematica  comune è quella del razzismo, in un contesto fortemente multietnico come quello americano, ma più in generale di un disagio profondo, quello di una società in cui alla logica dell’incontro tra individui si è sostituita, appunto, quella dello scontro. Anche qui, i temi sono trattati senza schemi preconcetti, o divisioni manichee. Nel cast, Sandra Bullock, Brendan Fraser, Matt Dillon. La pellicola si aggiudica tre Oscar: Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Montaggio, e il David di Donatello come Miglior Film Straniero. È la consacrazione di Haggis tra le stelle di Hollywood.

Prosegue poi la collaborazione con Eastwood, nel 2006, per il quale scrive la sceneggiatura di Flags of our fathers e il soggetto di Lettere da Iwo Jima, ma gli viene anche  affidata la stesura della sceneggiatura di Agente 007 – Casinò Royale, che sarà considerato uno dei migliori degli ultimi anni del “filone Bond”, tanto che Haggis curerà anche il successivo Agente 007 – Quantum of Solace (2008). Ma allo sceneggiatore canadese piace variare, e nel 2006 firma la sceneggiatura del remake de L’ultimo bacio di Gabriele Muccino: The last kiss.

Il 2007, invece, vede  Paul Haggis ancora dietro la macchina da presa, a dirigere Nella valle di Elah, in cui affronta il tema della guerra  – delicato e attualissimo nell’America post-11 settembre – con la consueta arguzia. Il film è infatti l’odissea di un padre (Hank Deerfied/Tommy Lee Jones), che parte alla ricerca del figlio, scomparso al suo ritorno dall’Iraq. Hank, che ha già perso un altro figlio in guerra, scoprirà un’atroce verità, con l’aiuto di un’ostinata poliziotta (Emily Sanders/Charlize Theron). Il quadro della vita militare che emerge, ne svela gli aspetti più crudi e oscuri, ed è una chiara denuncia degli effetti della guerra su tutti gli individui che ne fanno esperienza. Accanto a Tommy Lee Jones, nei panni della moglie, Susan Sarandon. Paul Haggis è, qui, anche nelle vesti di sceneggiatore.

Dall’8 aprile prossimo, invece, sarà nelle sale la sua ultima creatura, cui s’è accennato in apertura: The Next three days. Ancora una volta il regista è alle prese con la complessità della natura umana, e stavolta in particolare col sentimento dell’amore, e con ciò che un uomo è disposto  a fare per la donna che ama. Anche qui, come in Crash, c’è un lasso di tempo relativamente breve nell’arco del quale si svolge l’azione (i tre giorni del titolo), in cui il protagonista Russell Crowe/John Brennan, farà di tutto per riavere con sé sua moglie, incarcerata con l’accusa di omicidio. Il film è un remake del francese Pour Elle, diretto da Fred Cavayé nel 2007, la distribuzione italiana è affidata a Medusa Film. Inoltre, è in preparazione Honeymoon with Harry, per la regia di Jonathan Demme, con Robert De Niro, che vede Haggis alla sceneggiatura.

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