Shorta: la spiegazione del finale del film

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Il film danese del 2020 Shorta è stato diretto da Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid, che hanno anche scritto la sceneggiatura. La pellicola, girata in tempo reale, rappresenta il debutto alla regia di un lungometraggio per entrambi. Ølholm aveva precedentemente scritto le sceneggiature di Letters to e altri film, mentre Hviid si era occupato di diversi cortometraggi. Per Shorta, i due si sono ispirati a classici moderni come “Training Day” e “I Miserabili”, quanto alla lezione di Walter Hill e John Carpenter, infondendo alla loro opera uno stile crudo degno del miglior cinema americano.

Nella lingua araba, il termine Shorta viene utilizzato per indicare la polizia in generale ed è anche il modo in cui le forze dell’ordine sono chiamate in Arabia Saudita. Il film va dunque a raccontare della delicata convivenza tra popolazione danese e la comunità araba, tra cui le tensioni sono però alte e i conflitti scoppiano con grande facilità. Anticipando di poco quanto avvenuto poi negli Stati Uniti con il caso di George Floyd, Shorta è stato presentato con successo alla Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia, venendo apprezzato proprio per il suo farsi specchio di una certa realtà.

Un ritratto dunque duro e impietoso dei conflitti etnici e religiosi oggi più che mai presenti in tutto il mondo, con Shorta che si pone dunque come pungente monito nei confronti della pericolosità di queste precarie situazioni. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Shorta. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tarek Zayat e Simon Sears in Shorta
Tarek Zayat e Simon Sears in Shorta

La trama e il finale di Shorta 

Gli agenti di polizia Jens Høyer (Simon Sears) e Mike Andersen (Jacob Lohmann) pattugliano il ghetto di Svalegården, vicino a Copenaghen. La tensione tra la popolazione straniera è alta perché un senegalese arrestato, Talib Ben Hassi, è stato gravemente ferito mentre era in custodia della polizia ed è in pericolo di vita. Per questo motivo, la polizia è stata avvertita di non entrare a Svalegården. Non molto dopo, Ben Hassi muore infine a causa delle ferite riportate. Mike nutre un odio profondo e generalizzato verso gli stranieri e manipola Jens, ancora incerto, affinché copra i suoi colleghi coinvolti nel caso di Ben Hassi.

Per lui, tutti gli stranieri sono criminali e devono essere trattati con durezza. Per dimostrare la sua teoria, ferma per strada un giovane di nome Amos (Tarek Zayat), che insiste nel far valere i propri diritti. Tuttavia, Mike non riesce a sottometterlo. Quando i due agenti cercano di andarsene, la loro auto viene assalita da un gruppo di giovani. Dopo averli rintracciati, arrestano Amos. A questo punto, però, si ritrovano intrappolati nel ghetto, circondati da bande in rivolta, con la polizia che non può inviare rinforzi a causa dei disordini. Col tempo, Amos inizia a fidarsi di Jens, che lo tratta con gentilezza, e gli mostra una possibile via di fuga.

Tuttavia, all’ultimo momento, vengono nuovamente bloccati da una banda di stranieri. I tre sono quindi costretti a rifugiarsi in un seminterrato, dove Mike e Jens hanno un acceso scontro sulla situazione: Jens accusa Mike di aver provocato il caos in cui si trovano, mentre Mike ribatte che il collega avrebbe potuto intervenire prima. La discussione degenera in una rissa e i due si separano. Poco dopo, però, Mike viene colpito da un residente locale, che lo scambia per un membro di una banda. Viene soccorso da un’infermiera straniera, che si rivela essere la madre di Amos.

Tarek Zayat e Jacob Lohmann in Shorta
Tarek Zayat e Jacob Lohmann in Shorta

La donna è preoccupata per il figlio, che avrebbe dovuto essere a casa da tempo. I due hanno un breve scambio amichevole, ma Mike, sentendosi intrappolato, fugge con la forza e viene attaccato da un cane. Gravemente ferito, viene salvato da un altro giovane straniero, che lo aiuta a ritrovare Jens. Nel frattempo, quest’ultimo vaga nel ghetto con Amos, cercando disperatamente un posto sicuro. Quando il ragazzo che ha aiutato Mike si avvicina a Jens, quest’ultimo, in preda al panico, perde il controllo e gli spara. Per evitare guai, Mike riallestice la scena in modo che sembri che il ragazzo fosse armato.

Successivamente, Mike trova Amos in un seminterrato: è l’unico testimone della verità su Jens. Gli punta la pistola contro, ma alla fine lo lascia andare, mostrando dunque per la prima volta pietà. Amos riesce quindi a tornare sano e salvo a casa. A quel punto, Mike e Jens lasciano il ghetto passando attraverso un varco nella recinzione di un cantiere. Jens, sopraffatto dal senso di colpa, si sfila la fede nuziale, simbolo della sua integrità, e la lascia cadere. Sembra rassegnato ad affrontare la punizione per quanto commesso, forse anche sperando di guadagnare tempo per soccorrere Mike, gravemente ferito. Quest’ultimo, invece, abbandonato, riesce infine a raggiungere un’unità di polizia all’alba.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Shorta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesRakuten TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 1 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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