The Roundup: No Way Out, la spiegazione del finale del film

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Dopo The Outlaws The Roundup, nel 2023 è stato realizzato il terzo film di questa saga crime del cinema coreano: The Roundup: No Way Out. Continuano così le avventure del detective Ma Seok-do (Ma Dong-seok), in un sequel in cui finalmente lo si vede in maggiore difficoltà nella risoluzione del caso, cosa che lo costringe a tirare fuori il meglio di sé. Nonostante ciò, il cattivo di questa vicenda gli sarà accanto per tutto il tempo, con Seok-do che lo capirà però solo all’ultimo. In questo approfondimento, andiamo proprio alla scoperta del finale del film.

La trama di The Roundup: No Way Out

Il film segue il detective Ma Seok-do mentre indaga su un altro caso di omicidio e droga tra bande. Il film inizia con l’indagine su un caso di omicidio, durante il quale il detective si imbatte in una nuova droga venduta e acquistata illegalmente. Il leader della pista di contrabbando di questa sostanza vuole fare soldi, ma si associa a un’organizzazione giapponese che entra invece nella pista di contrabbando. Seok-do è dunque deciso ad affrontare le indagini per fermare il commercio della nuova droga.

Scopre anche che un agente di polizia è scomparso mentre inseguiva autonomamente i sicari che spacciavano la sostanza. Man mano che procede con le indagini, si rende conto che i criminali sono collegati alla Yakuza giapponese. Seok-do, nell’ambito delle ricerche, visita allora un’altra sezione della stazione di polizia per scoprire se sanno qualcosa della droga. I poliziotti sembrano però un po’ fuori luogo per Seok-do, in quanto cercano di essere intimidatori.

Un affare di droga va poi storto quando i colleghi di Seok-do intuiscono dove può trovarsi la droga e inseguono uno degli Yakuza. Si recano a casa loro e li arrestano. Ma mentre ritornano alla stazione di polizia, un’auto li investe, quasi uccidendo lo Yakuza. Quando quest’ultimo chiede di essere salvato, viene invece ucciso. Si scopre così che il poliziotto corrotto Joo Sung-Chul dà a uno dei suoi sottoposti la possibilità di spacciare droga. Inoltre, egli sta trattando con alcuni giapponesi, ai quali ha prometto di far avere 20 kg di droga.

Munetaka Aoki in The Roundup No Way Out
Munetaka Aoki in The Roundup No Way Out

Quando arriva il momento di consegnare la droga, Joo Sung-Chul non può però mantenere la promessa perché il suo sottoposto ha deciso di prendere la droga per proteggersi. Uno spietato sicario di nome Ricky viene quindi inviato a ritirare la droga rubata. Seok-do deve quindi ora catturare sia Sung-Chul e Ricky. Quest’ultimo rintraccia in breve gli altri membri del clan e li uccide. Quando poi incontra il capo della banda e gli chiede la droga, questi si rifiuta di dargli un indizio e Ricky uccide anche lui.

Seok-do escogita allora un piano per catturare sia Ricky che Sung-Chul. Chiede aiuto a uno dei suoi contatti, che prima era nel giro della droga. Gli chiede di contattare Sung-Chul, dicendogli che ha la merce. Al momento della chiamata, Sung-Chul fa finta di niente, così gli viene inviata un’immagine con la droga. Dopo aver visto l’immagine, Sung-Chul chiede al sicario di incontrarlo da solo in un posto particolare. Quando però il sicario arriva sul posto, vede Ricky al posto di Sung-Chul e decide di scappare, ma viene fermato e picchiato.

Seok-do lo soccorre, ma anche lui viene picchiato duramente. Ricky apre allora la borsa e vi trova del sale al posto della droga. Riceve poi una telefonata da Sung-Chul che gli dice di aver preso la droga e gli chiede di occuparsi di Seok-do. Il subalterno di Ricky gli dice invece che deve inseguire Sung-Chul perché probabilmente avrebbe preso la droga e sarebbe scappato. Seok-do inizia però a reagire e a lottare, dicendo a Ricky che devono andare a cercare Sung-Chul, ma Ricky lascia invece che i suoi sottoposti finiscano il poliziotto.

Seok-do, però, combatte contro i delinquenti, eliminandoli uno dopo l’altro. A quel punto Ricky prende la palla al balzo e combatte contro Seok-do, ma viene sconfitto. Nel mentre, i poliziotti si affrettano a rintracciare Sung-Chul. Quest’ultimo, vedendo arrivare anche Seok-do, si domanda come sia possibile che non sia ancora morto. Per i due è il momento dello scontro, che si svolge in un’intensa lotta in cui alla fine Sung-Chul viene sconfitto. Nell’ultima scena del film, vediamo i poliziotti festeggiare la loro nuova vittoria sulla criminalità.

Ma Dong-seok in The Roundup No Way Out
Ma Dong-seok in The Roundup No Way Out

La spiegazione del finale del film

La corruzione è dunque un tema importante in questo film. Vediamo poliziotti che prendono tangenti per ignorare crimini come la vendita illegale di droga. Vediamo anche Sung-Chul, che ha usato il suo ruolo di poliziotto come maschera per svolgere ogni sorta di attività illegale. La corruzione è quindi ripetutamente vista qui come l’avidità di fare più soldi. Di conseguenza, l’avidità gioca un ruolo fondamentale nel film. Avidità sotto forma di poliziotti che si fanno corrompere o di criminali avidi di ottenere di più.

Vediamo il sottoposto di Sung-chul che lo pugnala alle spalle perché vuole la droga per sé, per fare un buon affare con qualcuno e godersi i soldi. Sung-Chul ha invece fatto segretamente accordi con i giapponesi per guadagnare milioni ed espandere la sua attività. Anche alla fine, vediamo Sung-Chul che cerca di scappare con la droga e i soldi tradendo Ricky. L’intero film si basa quindi sul traffico di droga. In base alla rappresentazione della Corea nel film, vediamo che la droga è illegale in Corea e non è facile accedervi.

Ma nonostante le difficoltà, vediamo Sung-Chul, Ricky e gli altri Yakuza fare affari di droga per guadagnare enormi quantità di denaro. Assistiamo così a molti spargimenti di sangue solo per aver messo le mani sulla nuova droga. Nel complesso, si analizza quindi il lato più oscuro degli esseri umani. Possiamo vedere cosa può fare l’avidità a una persona. Di conseguenza, ci sono molte pugnalate alle spalle solo per salvare se stessi dalla miseria. Alla fine, vediamo le bande uccidersi spietatamente l’un l’altra senza battere ciglio. La risposta a ogni situazione nella narrazione era dunque la violenza.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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