Studio Ghibli: la Disney cambiò i film in fase di distribuzione

Un ex leader della divisione internazionale dello Studio Ghibli ha rivelato che la Disney, in fase di distribuzione, apportò delle modifiche a diversi loro film senza alcun permesso.

studio ghibli

Steve Alpert, leader della divisione internazionale dello Studio Ghibli dal 1996 al 2011, ha rivelato che la Disney apportò delle modifiche a diversi loro film – incluso Kiki – Consegne a domicilio – senza alcun permesso. Dopo una lunga carriera nell’industria cinematografica, i registi Hayao Miyazaki e Isao Takahata fondarono nel 1985 lo studio d’animazione con sede a Tokyo, grazie al sostegno della Tokuma Shoten Publishing Company. Tra i film di maggior successo realizzati da Miyazaki sotto l’egida dello studio ricordiamo Laputa – Castello nel cielo, Il mio vicino Totoro, Kiki – Consegne a domicilio, Principessa Mononoke, La città incantata e Il castello errante di Howl.

 

Nel 1996 la Tokuma Shoten siglò una partnership con i Walt Disney Studios, con la Buena Vista Pictures che divenne l’unico distributore internazionale dei film d’animazione. Il primo film dello Studio Ghibli ad essere incluso nel catalogo della Disney fu Principessa Mononoke nel 1997: nel corso delle successive due decadi, altri 15 film venne “affidati” alla multinazionale statunitense a livello internazionale. I film in questione, però, venne alterati e nuovamente doppiati dalla Disney prima della nuova distribuzione, nonostante lo Studio Ghibli avesse una rigida politica in merito ai tagli da poter apportare ai film, a seguito soprattutto dei bruschi cambiamenti che vennero apportati al montaggio di Nausicaä della Valle del vento per la distribuzione negli Stati Uniti. Nel 2005, lo Studio si separò dalla Tokuma Shoten ma continuò a mantenere il suo contratto con la Disney. A partire dal 2019, è HBO Max a detenere i diritti per la distribuzione dei film dello Studio Ghibli negli Stati Uniti.

Nel suo libro di memorie: “Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Studio Ghibli”, Steve Alpert ha ricordato gli anni in cui ha lavorato allo Studio Ghibli in qualità di capo della divisione internazionale. Via Cartoon Brew, è emerso che l’orgine della politica relativa ai tagli era radicata in un accesso dibattito avuto con Harvey Weinstein, all’epoca a capo della Miramax, il quale sosteneva che Principessa Mononoke dovesse essere “rivisitato” per apparire più “commerciale” agli occhi del pubblico americano.

La Disney ignorò il contratto siglato con lo Studio Ghibli e apportò delle modifiche a Kiki – Consegne a domicilio

Nonostante Miyazaki si oppose con profonda resistenza a qualsiasi tipo di taglio, la Disney alterò i lavori del maestro senza il suo consenso. Come rivelato da Alpert, la versione in lingua inglese di Kiki – Consegne a domicilio rilasciata dalla Disney nel 1998 contiene musiche, effetti sonori e dialoghi non presenti nella versione originale: la multinazionale ha così ignorato il contratto con lo Studio, che prevedeva l’impossibilità di apportare sostanziali modifiche ai film. Quando Alpert fece notare la cosa ad uno dei dirigenti della Disney di cui ha preferito non fare il nome, dice che lo questi si lamentò con il produttore responsabile della versione inglese del film, dandogli quella che lo stesso Alpert ha definito “una tipica sferzata verbale in grado di far piangere chi non è più un bambino.”

Durante gli anni di Alpert allo Studio Ghibli, la compagnia ottene un totale di cinque candidature ai premi Oscar, con La città incantata che riuscì a portare a casa l’ambita statuetta nel 2002 per il miglior film d’animazione. Il libro di memorie di Alpert usicrà negli Stati Uniti tra circa due settimane. Il libro si concentra principalmente sui suoi primi sei anni allo Studio, in cui spesso era solito fare da interprete per Miyazaki nei suoi viaggi in America.

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