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Niente Nolan e Snyder per la Justice League

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Niente Nolan e Snyder per la Justice League

La Waner Bros ha appena rivelato che il progetto di portare al cinema la Justice League of America non è stato accantonato, anzi si pensa addirittura ad un film che possa uscire in sala già a partire dal 2013.

Dal momento che Christopher Nolan è al lavoro sul terzo episodio del ‘suo’ Batman, e Zach Snyder sta lavorando a Superman, poteva essere probabile che i due registi fossero coinvolti in questo ambizioso progetto. L’unico problema  però è che Nolan ha più volte affermato che il suo Batman non può esistere in un mondo dove esistono i supereroi. Quindi, come si comporterà la WB in merito a questa posizione così netta (e condivisibile)? Secondo Snyder, questa collaborazione non ci sarà. Il piano è quindi di realizzare una “Justice League” che non abbia nulla a che fare con il Batman di Nolan o il Superman di Snyder, facendo anche a meno di Christian Bale e di Henry Cavill.

Fonte: Wrostpreviews

Fughe e Approdi di Giovanna Taviani

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Fughe e Approdi di Giovanna Taviani

Fughe e Approdi è l’ultimo film-documentario di Giovanna Taviani, figlia di Vittorio Taviani che con il fratello Paolo ha firmato lavori come Kaos e Allosanfàn . Fughe e Approdi, distribuito da Cinecittà Luce,  uscirà Venerdì 8 Aprile nelle sale. In Colloquio con la madre, un episodio di Kaos ( 1984 ) Figliodoro (  soprannome di un pescatore di Lipari che si chiama Francesco D’Ambra ) metteva in salvo una madre, in fuga con i figli, dalle persecuzioni dei Borboni. Una delle bambine in fuga era proprio Giovanna Taviani.

Fughe e Approdi parte dai ricordi d’infanzia di Giovanna Taviani per raccontare queste Isole e ad accompagnare Giovanna è anche stavolta Figliodoro. Fughe e Approdi  si chiama così perché le rive di queste isole ne sono da sempre la scenario. Giovanna Taviani racconta la fuga dei cavatori di pomice per difendersi dal “mal di pietra”, la silicosi. Le fughe da Stromboli, Salina Panarea, Vulcano in seguito ai grandi disastri naturali come l’eruzione dello Stromboli dell’11 Settembre 1930. Racconta le storie degli abitanti di queste terre che si intrecciano con la grande Storia e con il cinema. le immagini di Rossellini (Stromboli, terra di Dio) , De Seta (Isole di fuoco), Moretti (Caro diario), Antonioni (L’Avventura), Radford (Il Postino) e i volti della Bergman, della Magnani, di Troisi e di Monica Vitti accompagnano la narrazione di queste terre che, anche attraverso il cinema, sono entrate nell’immaginario dell’ Italia e del mondo.

Le vicende di Lussu, Nitti e Rosselli che furono mandati al confino a Lipari, e da lì riuscirono a fuggire con l’aiuto dei paesani o di Edda Ciano, figlia di Mussolini, che sempre a Lipari ebbe una storia d’amore con un comunista dell’isola, vivono attraverso le testimonianze degli abitanti che vengono intervistati da Giovanna Taviani. Le bellissime immagini della natura selvaggia e i bei colori raccolti da Giovanna Taviani si alternano alle scene dei molti film e documentari che hanno avuto le Eolie come protagoniste. Le immagini sgranate in super8 intervengono per raccontare il personale rapporto di Giovanna Taviani con quei luoghi dove lei va in vacanza fin da piccolissima.

Fughe e Approdi di Giovanna Taviani risente della fretta con cui le molte storie sono ripercorse, nel tentativo di offrire un mosaico di tantissime avventure che hanno avuto le Eolie come scenario. E’ un peccato perché le storie raccontate dalla “filgia dei Taviani” in Fughe e Approdi  sono interessanti e affascinanti. Ottima e accattivante la scelta di Giovanna che fa sentire più vivi e concreti i fatti che racconta attraverso l’intreccio tra Cinema, Storia,storie biografiche e dimensione autobiografica.

Giovanna Taviani racconta le sue Eolie

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Giovanna Taviani racconta le sue Eolie

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Figliodoro è il soprannome di un pescatore di Lipari che si chiama Francesco D’Ambra. Alla proiezione del film-documentario di Giovanna Taviani, avvenuta ieri, 30 Marzo, alla Casa del Cinema, parla in qualità di protagonista dell’opera di Giovanna ma soprattutto di uomo innamorato delle proprie terre, le Eolie, vere protagoniste di  Fughe e Approdi che uscirà Venerdì 8 Aprile nelle sale.

Poetry: recensione del film di Lee Chang-Dong

Poetry: recensione del film di Lee Chang-Dong

Dopo il successo ottenuto a Cannes 2010 (Premio per la Miglior Sceneggiatura) e agli Asian Film Awards 2011 (Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura), sarà dal 1 aprile nelle sale italiane l’ultima fatica del regista coreano Lee Chang-Dong: Poetry. Già scrittore e sceneggiatore, si è fatto apprezzare in questi anni dalla critica e dal pubblico internazionali, essendo oggi una delle più autorevoli voci della cinematografia asiatica, per la sua continua ricerca formale e per la capacità di affrontare con estrema delicatezza, ma al contempo con fermezza, temi difficili.

Lo aveva fatto nel suo secondo lungometraggio Peppermint Candy (2000), e poi con Oasis (2002), torna a farlo oggi con Poetry. Poetry è incentrato sulla figura di Mija, anziana donna di modeste condizioni sociali che si prende cura del nipote liceale, Wook, scorbutico e scansafatiche, totalmente deresponsabilizzato e sprezzante nei confronti della nonna. Mija è una donna vitale e operosa, nonostante l’età, curata nell’aspetto e sensibile, che si fa in quattro per dare il meglio al nipote, forte da un lato, ma schiacciata, dall’altro, dal peso di compiti e responsabilità più grandi di lei. Si pone però di buon grado ad assolvere alle incombenze quotidiane (come quella di badare a un anziano disabile per arrotondare le sue entrate), non senza pensare a concedersi uno spazio per sé. Decide infatti di frequentare un corso di poesia. Quello della protagonista è un percorso, una presa di coscienza, dovuta a due elementi principali introdotti all’inizio di Poetry: l’insorgere nell’anziana del morbo di Alzheimer, e la scoperta sconcertante che il nipote è implicato nel suicidio di una coetanea, poiché l’ha violentata assieme a cinque suoi compagni di scuola.

Poetry, il film

Da queste premesse Poetry si dipana con i ritmi tipici del cinema di Lee Chang-Dong (gli stessi dell’acqua che vediamo scorre lenta e inesorabile all’inizio e alla fine della pellicola) seguendo due binari paralleli, che in ultimo si fondono e costantemente invitano lo spettatore a indagare, a scoprire la possibilità della loro intersezione. Da un lato, la violenza (quella sessuale perpetrata ai danni della ragazza, quella del gretto maschilismo dell’uomo cui Mija fa da badante, o del nipote che non la rispetta), il sangue, la crudeltà e il cinismo del mondo che Mija scopre pian pian piano attorno a sé, rappresentato dai genitori che cercano un accordo economico con la madre della morta pur di salvare i figli colpevoli dalla giusta pena. Dall’altro, la bellezza della vita, della natura, della poesia stessa, che la protagonista impara a “vedere” gradualmente grazie al corso che sta frequentando, e forse grazie alla sua malattia. La pellicola può essere letta, dunque come un percorso di avvicinamento alla morte, di rinuncia all’onnipotenza e anche alla comprensione: Mija non saprà mai perché il nipote ha commesso quel crimine (sovrana è l’incomunicabilità tra due generazioni che paiono distanti anni luce), e capisce man mano che non è importante saperlo, né risolvere la situazione è suo compito. Allo stesso modo comprenderà che la bellezza ricercata attraverso la poesia – dovrà comporne una prima della fine del corso – si può trovare e apprezzare a pieno solo quando si è passati attraverso sofferenza e dolore.

Assistiamo perciò a questo passaggio, a questa acquisizione di consapevolezza, riuscendo a “vedere” attraverso gli occhi di Mija, grazie alla grande prova di recitazione di Jun Junghee – nota star del cinema coreano, di nuovo sugli schermi dopo sedici anni di assenza. L’attrice rende al meglio rassegnazione, tristezza, spaesamento, rabbia, così come lo stupore, l’incanto di fronte alla natura che sembra scoprire per la prima volta. Le sue sono emozioni nascoste, quasi implose, rese con una chiave recitativa lieve e misurata, mai plateale, e forse perciò più efficace. Regia e fotografia si accordano sapientemente nell’alternare ampi spazi naturali e paesaggi (che ricordano a noi e a Mija il flusso continuo della vita e i suoi ritmi, ai quali siamo soggetti ma che troppo spesso dimentichiamo), all’analisi dei personaggi, scrutati da vicino solo quando è necessario.

Per quest’analisi il regista prende il suo tempo (2 ore e 19 minuti la durata della pellicola, fors’anche con qualche scena di troppo) e più che darci una tesi, ci suggerisce qualcosa, invitandoci continuamente a farci domande e a partecipare noi stessi nel colmare “lo spazio bianco” di Poetry, che ha voluto lasciare ampio, proprio come quello di una pagina su cui sia stata scritta una poesia. L’analogia tra le due arti è infatti evidente, così come inevitabile è l’interrogativo sull’utilità dell’una e dell’altra in tempi difficili da decifrare, come i presenti. La risposta dell’autore non è esplicita, anzi, egli rivolge a tutti noi il quesito durante Poetry, ogni qualvolta un personaggio si stupisce di quest’anziana donna che cerca la poesia e la bellezza nelle cose di ogni giorno, ma implicitamente, realizzando il lavoro, e attraverso il titolo così simbolico, dà la sua risposta. La pellicola, prodotta dalla Pine House Film dello stesso Lee Chang-Dong, è distribuita in Italia dalla Tucker Film e uscirà in circa trenta copie.

Geoffrey Rush in Lanterna Verde!

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Geoffrey_Rush

Geoffrey Rush, fresco di nomination all’Oscar per Il discorso del re, presterà la voce a un personaggio del prossimo cinefumetto The Green Lantern. Si tratta di Tomar-Re, alieno uccelliforme che insegna al protagonista come usare i suoi nuovi poteri.

Spin-Off per i pinguini di Madagascar!

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Spin-Off per i pinguini di Madagascar!

I famosi pinguini della serie Madagascar avranno un film tutto loro: la Dreamworks Animation ha affidato ad Alan J. Schoolcraft e Brent Simons, sceneggiatori di Megamind lo sviluppo della sceneggiatura dello spin-off, in cui i pinguini Skipper, Kowalski, Soldato e Rico saranno protagonisti assoluti.

Sul film per ora non si sa nient’altro, ma siamo certi che come ci hanno divertito nei due precedenti capitoli di Madagascar e come hanno fatto nella  serie animata in CGI trasmessa su Nickelodeon, riusciranno certamente a sorprenderci in questo film interamente dedicato a loro. Nel frattempo possiamo guardarceli nel prossimo capitolo di Madagascar in arrivo nel 2012.

Lo Hobbit: prima foto di Bilbo ?!…

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Arrivano altre foto rubate all’esterno dei teatri di posa dello Hobbit, in Nuova Zelanda. Una delle immagini mostra per la prima volta Martin Freeman come Bilbo…Potrebbe essere proprio Bilbo Beggins quello nascosto dietro un accappatoio..

Fonte:theonering.net

Lo Hobbit: prima foto di Bilbo ?!…

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Hobbit

Arrivano altre foto rubate all’esterno dei teatri di posa dello Hobbit, in Nuova Zelanda. Una delle immagini mostra per la prima volta Martin Freeman come Bilbo…

Mia moglie per finta: recensione del film

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Mia moglie per finta: recensione del film

Venerdì 1 aprile esce nelle sale italiane Mia moglie per finta (Just Go With it), la nuova commedia di Dennis Dugan. In Mia moglie per finta il chirurgo plastico Danny (Adam Sandler) dopo un matrimonio sventato a poche ore dalla cerimonia scopre lo straordinario potere della fede nuziale al dito.

Per anni decide di utilizzare l’anello per rimorchiare giovani single raccontando loro storie di disastri coniugali di cui si rappresenta come vittima innocente. Un giorno, però, incontra Palmer (la modella Brooklyn Decker al suo esordio cinematografico) una 23enne bellissima con cui decide di “fare sul serio”. Piuttosto che raccontarle la verità trova più conveniente provare a rendere reali le sue bugie e decide di spacciare l’assistente Katherine (Jennifer Aniston) per la sua ex moglie, coinvolgendola in un vortice di equivoci. Katherine è la persona che lo conosce meglio di tutti, chi meglio di lei può impersonare sua moglie? Chi meglio di lei può aiutarlo a rendere le sue bugie non solo verosimili, ma a trasformarle nella verità nell’arco di un week end alle Hawaii…

Le dinamiche sono quelle della commedia classica, ma se il ritmo regge bene nella prima parte, la catena di equivoci sembra ad un certo punto interrompersi bruscamente, lasciando spazio alla costruzione del finale romantico. Le bugie non vengono al pettine, o almeno non viene mostrato allo spettatore il progressivo sgretolarsi della messa in scena di  Danny. Questo un po’ dispiace, perché avrebbe potuto dare il via ad un crescendo di gag che avrebbero forse accompagnato meglio lo spettatore verso l’ovvia conclusione.

Proprio nella seconda parte del film è però presente un momento divertente: una sfida quasi clownesca tra Jennifer Aniston e Nicole Kidman che si esibiscono in una gara di danze hawaiiane. Nel complesso il film non sorprende, ma intrattiene abbastanza piacevolmente. Risponde perfettamente alle aspettative. La Aniston e Sandler fanno il loro “sporco” mestiere: personaggi collaudatissimi che funzionano. Più eclettica è sicuramente la Kidman che interpreta in un cammeo il ruolo divertente dell’antipatica ex compagna di liceo. La trama è ispirata al film bollywoodiano del 2003 “Maine Pyaar Kyun Kiya”, a sua volta basato sulla pellicola del 1969, “Fiore di cactus”.

Limitless: recensione del film con Bradley Cooper

Limitless: recensione del film con Bradley Cooper

Provate ad immaginare cosa fareste se vi fosse offerto un farmaco capace di aprirvi la mente al punto di poter sfruttare il 100% del vostro cervello. Avete una vaga idea delle potenzialità inespresse e nascoste che potrebbero manifestarsi all’improvviso? Se avete la curiosità di scoprirlo Limitless è il film che fa per voi, è il film giusto per scoprire dove potremmo arrivare al massimo delle nostre capacità cognitive.

In Limitless Eddie Morra (Bradley Cooper) è un giovane scrittore fallito, incapace di scrivere una sola riga del suo ipotetico nuovo libro ed incapace di perseguire un benchè minimo risultato nella sua disordinatissima vita. Un matrimonio lampo fallito alle spalle ed una bellissima fidanzata, Lindy (Abbie Cornish), ormai stanca di aspettare Eddie e le sue patetiche promesse. Finita la relazione con Lindy e sempre preda del classico “blocco dello scrittore” Eddie consuma le sue inutili giornate bighellonando per le strade ed i bar di New York fino a che non avverrà il fatidico quanto casuale incontro con Vernon, il suo ex cognato. Venditore presso una multinazionale del farmaco, Vernon regala a Eddie una pastiglia non ancora in commercio ma dalle qualità, a suo dire, incredibili; NZT, questo il suo nome, ha la capacità di aprire tutte le potenzialità celebrali di un individuo sino a permettergli di sfruttare il 100% del proprio cervello. Eddie dopo una serie di tentennamenti decide di provare quel misterioso farmaco non vedendo altre soluzioni alla sua misera vita; assunta la pasticca bastano a Eddie pochi secondi per cominciare a sentirne i benefici effetti come provare una lucidità mai conosciuta, una capacità percettiva illimitata e un’energia mentale inesauribile.

Tutto appare più chiaro, cosa fare, cosa dire, come affrontare ogni situazione; la memoria, ogni singolo ricordo, ogni lettera letta o studiata anche anni prima sono lì a disposizione, pronte per essere utilizzate. Finito l’effetto della droga Eddie si reca da Vernon per avere altre pasticche ma trovatolo misteriosamente freddato da un colpo di pistola nel suo appartamento ruba la scorta di NZT che Vernon teneva in casa e fugge. Inizia così la nuova vita del nuovo Eddie Morra. Perennemente sotto l’effetto del NZT Eddie scrive il libro in soli quattro giorni, riconquista la bella Lindy e diventa un geniale broker di Wall Street capace di moltiplicare i proventi come per miracolo leggendo ed interpretando il mercato azionario con netto anticipo su tutti. Diventato ricco e famoso Eddie attira le mire del tycoon della finanza Carl Van Loon (Robert DeNiro) che vede in lui un fuoriclasse dotato di innate quanto inspiegabili capacità e la strada per il successo sembra ormai tracciata. Ovviamente come tutti i farmaci, sopratutto se non ancora brevettati e riconosciuti ufficialmente, anche l’ NZT presenta pericolosi effetti collaterali ed Eddie, avendone per di più ampiamente abusato, avrà presto modo di conoscerne gli effetti. Ma forse, ormai, potrebbe essere troppo tardi.

Limitless, il film

Diretto da Neil Burger e prodotto dalla Eagle Pictures Limitless è un film tratto dalla sceneggiatura di Leslie Dixon che si è basata sul romanzo The Dark Fields di Alan Glynn di cui aveva personalmente acquisito i diritti. Limitless è un film emozionante, dai ritmi sempre elevati e che alterna uno spiccato umorismo con momenti di autentica tensione. E’ un film sui limiti dell’uomo e su cosa un uomo sia disposto a fare se gli venisse mostrata la via per andare oltre quei limiti: “il film è una storia sulla potenzialità dell’uomo” afferma Burger, “ sul potente viaggio che Eddie compie”. Un viaggio quindi ma che porta dove e perché? Risponde sempre il regista: “ è la storia di un uomo assetato di successo, un successo che non ha mai potuto raggiungere. La domanda è: cosa si è disposti a fare per ottenerlo?” e conclude Burger:” io voglio che lo spettatore sia insieme a lui quando fa queste scelte…che lo spettatore sia disposto a scendere con lui in abissi oscuri”.

Le intenzioni del regista spiegano in gran parte determinate scelte e determinate caratteristiche che fanno di questo film un thriller ma anche e sopratutto un lungo “viaggio picaresco” per usare sempre un’espressione di Burger. Eddie, interpretato ottimamente da Bradley Cooper, è incessantemente protagonista della scena, non c’è sequenza dove non compaia proprio perché, come affermato dal regista, lo spettatore deve fondersi completamente con il personaggio, condividerne le scelte e le esperienze, vivere al suo fianco gli straordinari effetti del NZT.

Cooper dal canto suo veste perfettamente i panni del giovane squattrinato e fallito prima e del rampante uomo di successo poi mostrando una notevole capacità trasformista ed una costante carica emotiva che accompagna ogni singola sequenza. Scott Kroopf, uno dei produttori di Limitless ritiene Cooper:” divertente, intelligente e carismatico…perfetto per il film” e continua “ lo spettatore vorrebbe essere amico di Eddie, piace agli uomini e ancora di più alle donne”. In effetti Cooper ha la notevole capacità di creare un’indubbia complicità con lo spettatore “ deve poter abbindolare verbalmente le persone” afferma Burger “ ed io ero certo che Bradley fosse una persona intelligente e molto convincente con le parole”.

Il regista temeva che la produzione non avrebbe accettato la candidatura di Cooper in quanto poco sponsorizzato a Hollywood, per sua fortuna proprio in concomitanza con tale scelta Cooper ha ottenuto grandi consensi per la sua partecipazione ad un film che negli Usa è stato un grande successo di pubblico, Hangover (Una notte da leoni) e a quel punto il gioco era fatto. Sicuramente non aveva bisogno di nessuna sponsorizzazione Bob De Niro che in Limitless interpreta la parte di Carl Van Loon, un vecchio magnate della finanza senza scrupoli. Leggendo la sceneggiatura De Niro è apparso inizialmente titubante in quanto il personaggio di Van Loon gli appariva poco importante e quindi non alla sua altezza ma dopo i dovuti cambiamenti e ampliamenti eseguiti dalla  Dixon il due volte premio Oscar ha deciso di accettare la parte.

Robert De Niro è fantastico in questo ruolo” afferma il regista Neil Burger “perché è una persona incredibilmente intelligente e forte e anche molto generoso e gentile” ma questa è solo una facciata, in quanto, come ci dice lo stesso regista “come in tutti i migliori ruoli di De Niro, c’è qualcosa di leggermente sinistro che cova sotto la brace”. Non è stato facile per tutta la troupe e per il resto del cast lavorare al fianco di un mito quale De Niro ma il risultato è stato molto positivo.

Oltre alla bravura degli interpreti, Limitless si fa apprezzare anche per innovative scelte e tecniche stilistiche le quali variano a seconda dello stato d’animo e della condizione mentale del protagonista. Per distinguere anche e sopratutto visivamente le sequenze in cui Eddie è “normale” con le sequenze dove invece è sotto l’effetto del farmaco, Burger in collaborazione con il direttore della fotografia Jo Willems cerca ed esplora diverse tecniche di ripresa. L’obbiettivo era quello di presentare immagini poco pulite, quasi sfuocate e imprecise quando Eddie guarda il mondo con gli occhi della normalità mentre assunto l’ NZT le riprese tornano ferme e precise e le immagini sono chiare, pulite, l’effetto visivo patinato e le luci più soffuse.

In conclusione, possiamo dire che Limitless è un film indubbiamente coinvolgente e che offre allo spettatore svariate sensazioni, molteplici emozioni che di certo non possono lasciare indifferente. La storia raccontata si basa su qualcosa di estremamente ipotetico e fantasioso ma se ha un difetto è che in qualche punto la logica cede eccessivamente spazio alla fantasia, all’assurdo, lasciando così a desiderare in quanto a coerenza narrativa. Sicuramente da elogiare la mancanza di una morale ipocrita quanto retorica, sopratutto nel finale, a cui sceneggiatrice e regista si guardano bene di cadere non cedendo così a tale tentazione sempre latente nei film d’oltreoceano. Limitless è un film che ci pone di fronte ad una situazione sì assurda ma che probabilmente ognuno di noi vorrebbe vivere, domande e curiosità estremamente ricorrenti, un film in cui ritrovare desideri e debolezze che nel nostro intimo coviamo da sempre.

Annunciato il titolo del prequel di Monsters & Co

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Annunciato il titolo del prequel di Monsters & Co

La Disney ha rivelato oggi al CinemaCon il titolo del secondo film basato sull’originale Monsters & Co del 2001, targato Pixar. Il film si chiamerà Monsters University e sarà un prequel.

Ogni dettaglio più specifico è ovviamente tenuto sotto chiave dalla Pixar, ma si sa già che il film racconterà di come Mike Wazowski (doppiato da Billy Crystal) e James P. Sullivan (doppiato da John Goodman), diventano amici al college, presso l’Università della paura, dopo che ovviamente hanno cominciato il loro rapporto da nemici.

Nessuna parola su quali membri del cast torneranno nel sequel, oltre a Crystal e a Goodman, ricordiamo però che nel primo film nel cast c’era anche Steve Buscemi  che dava la voce al cattivo Randall. Monsters University è previsto nei cinema USA per il 2 novembre 2012.

Fonte: collider

Penelope Cruz sulla Walk of Fame

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penelope cruz copia

La 2.436 Star  a ricevere una Stella sulla Walk of Fame sarà Penélope Cruz, la bella attrice spagnola premio Oscar nel 2009 per Vicky Cristina Bacelona, nel quale, diretta da Woody Allen, intreccia la sua vita con Scarlett Jhoansson e suo marito (nel film ed ora nella realtà) Javier Bardem.

Nausicaa nella valle del vento: recensione del film di Hayao Miyazaki

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Nausicaa nella valle del vento – Anno: 1984 – Regia: Hayao Miyazaki. Con le voci di: Paola Del Bosco (Nausicaa), Gioacchino Maniscalco (Yupa), Mimmo Palmara (Gikkuri), Romano Malaspina

Sinossi: Mille anni dopo i Sette giorni di fuoco, un evento che ha distrutto l’ecosistema terrestre con i guerrieri invincibili, automi creati dall’uomo e dotati di arsenali atomici, la Terra è regredita ad uno stato medievale, con alcune macchine volanti retaggio del progresso perduto, e zone dove non si può entrare, come la giungla tossica. Nausicaa, figlia del capo della valle del vento, cerca un rapporto di armonia con questa natura distrutta e deviata, ma la sua terra diventa presto campo di battaglia per la gente di Tolmeka, desiderosa di ripristinare il potere degli umani e che vuole risvegliare uno dei guerrieri invincibili che allora distrussero la Terra, per scagliarlo contro le creature delle zone contaminate.

Sarà Nausicaa a dover conciliare finalmente di nuovo uomo e natura, in un finale suggestivo ed epico, per far convivere insieme, in quel nuovo e vecchio mondo, tutti.
Analisi
Nato, come molti anime, prima come manga, edito in Italia a più riprese, per Granata Press e poi più di una volta per Planet Manga, Nausicaa nella valle del vento film riprende i primi sedici capitoli del fumetto, dando una conclusione anche se quella cartacea è più articolata e coinvolgente. Non ancora prodotto ufficialmente dallo studio Ghibli, è per molti comunque il primo film della prestigiosa casa di produzione, con già tutti i temi cari a Miyazaki presenti, dal pacifismo alla lotta al nucleare, dall’ecologismo all’armonia tra tutti gli esseri viventi, anche i cosiddetti mostri, che non hanno scelto di esistere ma ormai ci sono.
Presentato con il patrocinio del WWF, uscito negli anni in vhs e dvd in tutti i Paesi tranne l’Italia per ora, dove il film fu trasmesso al pomeriggio tagliato a pezzi insieme ad altri lungometraggi nipponici di qualità, Nausicaa nella valle del vento è indubbiamente meritorio, interessante, mai retorico, a cominciare dal personaggio della protagonista, eroina non sexy né melensa, forse la più riuscita del maestro, una paladina militante dell’ecologismo, che effettivamente merita più di una riscoperta, e non solo tramite i filmati sul Web o la colonna sonora usata talvolta come sfondo sonoro alle esibizioni di ginnastica artistica e pattinaggio.
Non c’è, come spesso avviene nei film di Miyazaki, nessun cattivo assoluto, le colpe sono di tutti, c’è la metafora della paura del diverso, brutto e mostruoso come i mostri tarlo, che poi salveranno Nausicaa nel momento della battaglia finale premiando il suo impegno e il suo rispetto per tutti gli esseri viventi, unica premessa per una vita diversa, in cui si possano finalmente superare gli errori di un passato remoto ma ancora presente, in cui è chiaro il richiamo all’olocausto nucleare della seconda guerra mondiale, ben presente in tanti manga ed anime ed oggi tragicamente di nuovo di attualità.
Con echi di Dune, de Il signore degli anelli, ma anche dei romanzi di Ursula K. Le Guin, che affascineranno poi anche Goro, figlio di Hayao, con I racconti di Terramare, Nausicaa nella valle del vento risulta essere ricco di spunti per un pubblico molto giovane (si parla negli anni di sue proiezioni anche non ufficiali a ragazzini per parlare di tematiche ecologiste) e incantevole per chi ha qualche anno in più, e magari l’ha perso quando fu trasmesso a pezzi e bocconi.
Un film di cui è lecito aspettarsi se non un’uscita al cinema fuori tempo massimo almeno un’edizione in dvd ufficiale. Il manga è invece di abbastanza facile reperimento, con buone edizioni che hanno valorizzato sia le vignette che le delicate tavole e copertine acquarellate.

Lo Hobbit: prime foto dal set!

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Lo Hobbit: prime foto dal set!

A pochissimi giorni dall’inizio delle riprese de Lo Hobbit,  ecco arrivare le primissime foto del cast sul set del film di Peter Jackson 

Le foto arrivano dai backlot dei teatri di posa di Miramar, in Nuova Zelanda.

Lo Hobbit: prime foto dal set!

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A pochissimi giorni dall’inizio delle riprese de Lo Hobbit,  ecco arrivare le primissime foto del cast sul set del film di Peter Jackson 

The Tree of life: altra Locandina!

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The Tree of life: altra Locandina!

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E’ stata pubblicata un’altra locandina di The Tree of Life: nell’immagine, Brad Pitt nel nuovo film di Terrence Malick…

CinemaCon 2011: Hugh Jackman parla di The Wolverine!

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CinemaCon 2011: Hugh Jackman parla di The Wolverine!

Dal CinemaCon 2011 di Las Vegas, arrivano dichiarazione di Hugh Jackman che aggiorna la situazione di The Wolverine ora che Darren Aronofsky ha lasciato la produzione.

ComingSoon.net ha riportato le dichiarazioni dell’attore:

Abbiamo bisogno di trovare un nuovo regista, e una volta che l’avremo trovato, saremo in grado di sapere cosa faremo. E’ troppo presto per chiamare in Giappone, non so in che situazione sono, quindi ora stiamo cercando un regista, ma la Fox è davvero ansiosa di fare il film, e stiamo lavorando sodo per trovare un regista.

Sull’abbandono di Aronofky:

Questa volta non ha funzionato, ma con un po’ di fortuna ce la faremo un’altra volta.

Trama: Wolverine va in Giappone alla ricerca del suo amore perduto, Mariko Yashida, e la trova sposata a un gelido uomo d’affari. Finirà per rimanere coinvolto nei giri del clan ninja The Hand. La miniserie divenne molto popolare, e servì a formare meglio il carattere del supereroe, con conflitti interiori tra la sua natura umana e quella animale.

Il film è atteso per il 2012, ma anche su questo bisogna comunque attendere conferma.

Fonte:comingsoon.net

Bill Murray diventa presidente!

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Bill_Murray

Giunge notizia che Bill Murray ha accettato il ruolo del Presidente degli Stati Uniti Franklyn Delano Roosevelt nel nuovo film di Roger Michell, intitolato Hyde Park on Hudson.

 

Bolt: recensione del film d’animazione

Bolt: recensione del film d’animazione

La recensione del film d’animazione Bolt di Chris Williams, Byron Howard e creato da Chris Sanders.

Il cane Bolt è l’inconsapevole protagonista insieme all’adorata padroncina Penny di una serie televisiva d’azione che porta il suo nome e che si gira in California : quando per un equivoco viene spedito a New York e crede che Penny sia stata rapita dal perfido cattivo dello Show il Dottor Calico , Bolt non esita a iniziare un lungo viaggio attraverso gli States per ritornare dalla bambina : sarà un duro scontro con la realtà , che però riuscirà a scoprire e ad amare grazie ai suoi nuovi amici Mittens , una gatta dal cuore spezzato, e Rhino , un criceto grandissimo fan delle avventure di Bolt.

altRegia: Chris Williams, Byron Howard

Anno: 2008

Con le voci di: John Travolta/Raoul Bova: Bolt; Miley Cyrus/Giulia Tarquini: Penny; Malcolm McDowell/Stefano Mondini: Dottor Calic; Susie Essmann/Emanuela Rossi: Mittens; Mark Walton/Roberto Stocchi: Rhino.

Trama: Il cane Bolt è l’inconsapevole protagonista insieme all’adorata padroncina Penny di una serie televisiva d’azione che porta il suo nome e che si gira in California : quando per un equivoco viene spedito a New York e crede che Penny sia stata rapita dal perfido cattivo dello Show il Dottor Calico , Bolt non esita a iniziare un lungo viaggio attraverso gli States per ritornare dalla bambina : sarà un duro scontro con la realtà , che però riuscirà a scoprire e ad amare grazie ai suoi nuovi amici Mittens , una gatta dal cuore spezzato , e Rhino , un criceto grandissimo fan delle avventure di Bolt.

Bolt: recensione del film d’animazione

Analisi: Da Lassie a Beethoven , da Lilli e il vagabondo alla carica dei 101 , da Balto a Red e Toby , il cinema ha sempre prediletto i nostri amici a quattro zampe che con la loro tenerezza sanno dare speranza e sciogliere i cuori di grandi e piccini : proprio da un cane fedele riparte così la Disney , dopo le infelici esperienze di ” Chicken Little ” e de ” i Robinson “, sotto la guida di quel John Lasseter che come nuovo direttore creativo e produttore esecutivo sembra aver fatto della salvezza della Casa di Topolino la sua missione.

L’avventura di Bolt non era certo iniziata sotto i migliori auspici quando il suo creatore Chris Sanders ( già autore di ” Lilo e Stitch ” poi passato alla DreamWorks con ” Dragon Trainer ” ) venne escluso dal progetto perché ritenuto non all’altezza per essere prontamente sostituito dall’esordiente Chris Williams e da Byron Howard , con totale rivisitazione del soggetto originale il cui risultato è un film genuino e godibile , anche se alquanto prevedibile e privo di particolari guizzi.

Il lungo viaggio del cane Bolt per tornare dall’adorata padroncina si rivela così un road movie di classica struttura Disneyana (la quarantottesima pellicola secondo il canone ufficiale) che non disdegna contaminazioni da universi alieni, forse non particolarmente noti ai bambini di oggi ma certamente ai genitori che li accompagnano :  Bolt combatte battaglie molto vicine a quelle del cane Bravo de ” l’ispettore Gadget ” , fra mirabolanti inseguimenti con una padroncina che condivide non solo nome ( Penny ) ma anche intuito e abilità tecnologiche con la nipotina del’ispettore, contro il perfido Dottor Calico che con tanto di occhio verde e gatti malvagi non può non ricordare il terribile nemico di Gadget Artiglio ; inconsapevole protagonista di un’appassionante serie d’azione, Bolt deve fare i conti con una mondo reale di cui ignorava l’esistenza in compagnia di  personaggi familiari ma abbastanza stereotipati: ognuno di loro, dai piccioni di New York, cugini napoletani de “i picciotti” del cartone della Warner “the animaniacs” che non brillano per particolare intelligenza, alla cinica gatta Mittens che ha perso ogni speranza nel genere umano, al criceto Rhino delizioso nella sua ossessione per lo show televisivo ci commuove e accompagna come vecchi amici sui quali potremo sempre contare , ma che non ci dicono nulla di più di ciò che ci aspetteremmo da loro.

È curioso come la mancanza di cognizione del reale e il conseguente sgretolarsi dell’illusione di Bolt, pur fondamentali per i momenti più divertenti della pellicola (il polistirolo velenoso su tutti) , non vengano sfruttati a dovere nello stuzzicare l’attenzione di un pubblico  che sarebbe stato ben più partecipe nello scoprire le carte in medias res piuttosto che con un meccanismo immediatamente svelato, bruciando la possibilità di costruire un piccolo novello Truman Show canino.

Nonostante l’uso della CGI e del 3D (qui ancora non esploso come tecnica obbligatoria) , Bolt non è riuscito a conquistare l’Oscar 2009 contro lo splendido capolavoro della Pixar Wall-E , ma si è difeso egualmente dai detrattori come un lavoro di ottima qualità, alla ricerca della dimensione un tempo egemonica e oggi di nicchia, di una gloriosa tradizione perduta: proprio ora che le frontiere dell’animazione si sono aperte alle storie complesse della Pixar  e all’ironia pungente della DreamWorks, Bolt sogna che si possa ritrovare fiducia in quelle storie semplici che ci facevano sognare, un po’ di quella fedeltà che lui , senza esitazione e senza chiedere niente in cambio, riserva alla sua dolce Penny superando anche quando crede che lei lo abbia dimenticato: se ritenete che ormai questo non possa bastarvi, questa è un’altra questione.

Jennifer Jarner sarà Miss Marple?

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Jennifer Jarner potrebbe indossare i panni di Miss Marple. Sembra infatti che per concessione della Disney si voglia rinfrescare l’immagine della famosa investigatrice creata dalla penna di Agatha Christie, offrendone un’immagine più giovane attraverso il bel volto di Jennifer.

Di Caprio sul set di Hoover

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Leonardo Di Caprio e Armie Hammer sono ale prese con le riprese del prossimo film di Clint Eastwood sulla figura di J. Edgar Hoover. Just Jared ha pubblicato una prima foto dal set in cui vediamo i due attori recitare sulle scale del George Washington Masonic Memorial.

Broadway Danny Rose: il film di Woody Allen

Broadway Danny Rose: il film di Woody Allen

Broadway Danny Rose è il film del 1984 di e con Woody Allen e nel cast Mia Farrow, Nick Apollo Forte. È stato presentato fuori concorso al 37º Festival di Cannes. Per questo film Allen ha ricevuto anche due nomination agli Oscar: Miglior regia e miglior sceneggiatura. Mentre l’attrice protagonista Mia Farrow, ha ricevuto una nomination ai Golden Globe come migliore attrice.

Broadway Danny Rose ha come protagonista il talent-scout “Broadway” Danny Rose (Allen), il quale però rappresenta tutta una serie di artisti bislacchi e senza talento alcuno: un ballerino senza una gamba, un ventriloquo balbuziente, uno xilofonista cieco. Tra loro però c’è anche il cantante italo-americano Lou Canova (Nick Apollo Forte), la cui carriera è però in un momento di ristagno. Dopo una serie di intrecci professionali, nonché sentimentali tra i due protagonisti e Tina (Mia Farrow) – in una sorta di buffo triangolo carico di equivoci e divertenti sequenze (in pieno stile Woody Allen) – Canova riuscirà a ritrovare il successo e mollerà il suo sfigato manager. Ma a quest’ultimo resterà qualcosa di più delle semplici soddisfazioni professionali.

Buoni sentimenti ed ironia condiscono questa piacevole commedia di Allen. Film che segna un distacco rispetto ai precedenti, non essendo statico, e solo minimamente critico verso la società americana. Nella fattispecie, Allen tocca le corde dell’arrivismo del mondo dello spettacolo, che spesso si dimentica dei sentimenti umani in nome del successo. Tredicesimo film per il regista americano re della commedia, il quale ha lavorato spesso e volentieri con la brava e bella Mia Farrow. I due hanno avuto anche una lunga quanto burrascosa storia d’amore. Broadway Danny Rose è il terzo film in cui hanno lavorato insieme, preceduto da Una commedia sexy in una notte di mezza estate e Zelig. Il loro sarà un connubio professionale ben consolidato, poiché ne seguiranno altri 9; l’ultimo è Mariti e mogli del 1992. Dopo questo film la sua carriera professionale segna un evidente rallentamento, che nei vent’anni successivi è figurata solo in 4 film, dedicandosi anche al doppiaggio in film di animazione.

Unico film di rilievo invece per Nick Apollo Forte, che interpreta appunto il cantante in crisi Lou Canova. Broadway Danny Rose debuttò negli Stati Uniti il 27 gennaio 1984 in 109 sale. Gli incassi totali non furono straordinari, con un guadagno netto di 2 milioni di dollari, essendone costato 8 e avendone fatti incassare 10. Resta però un film gradevole e molto significativo, che dà pace ma anche un senso di malinconia, rabbia e spunti di riflessione.

James Bond parte a Novembre!

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Judi Dench ha rilasciato un’indiscrezione non da poco. L’attrice  ha confermato che il prossimo James Bond di Sam Mendes, il ventitreesimo della serie, comincerà le riprese alla fine di quest’anno.

Midnight in Paris di Woody Allen: Trailer!

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E’ stato pubblicato il trailer ufficiale di Midnight in Paris, il nuovo film di Woody Allen girato a Parigi con Owen Wilson, Marion Cotillard, Kathy Bates, Rachel McAdams e Carla Bruni!

Poster ufficiale per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

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Poster ufficiale per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Ecco un nuovo poster ufficiale per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, diffuso dalla Warner Bros tramite la sua pagina Facebook ufficiale.

Vediamo qui l’inteso faccia a faccia che in questo film conclusivo vedrà finalmente il suo compimento: Harry contro Voldemort!

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Poster ufficiale per I Doni della Morte Parte II

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Ecco un nuovo poster ufficiale per Harry Potter e i Doni della Morte Parte II, diffuso dalla Warner Bros tramite la sua pagina Facebook ufficiale.

Vediamo qui l’inteso faccia a faccia che in questo film conclusivo vedrà finalmente il suo compimento: Harry contro Voldemort!

Ecco i vincitori del RIFF

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Si è conclusa la kermesse cinematografica del RIFF, Rome Independent Film Festival che ha visto in programmazione, presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma, in questa X edizione, oltre 120 opere in concorso – tra lungometraggi, cortometraggi e documentari –  provenienti da oltre 40 Paesi. “Siberia, mon amour” scalda il RIFF, mentre tra gli italiani un ex aequo tra “M.A.R.C.O.” e “Cara, ti amo”.

Boris – Il film: recensione del film

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Boris – Il film: recensione del film

In Boris – Il film un giovane Papa Ratzinger corre felice su un prato dopo aver saputo della scoperta del vaccino antipolio. Il regista, Renè Ferretti (Francesco Pannofino), dopo aver realizzato svariate fiction fatte “a cazzo di cane” come Gli occhi del cuore, Libeccio, Machiavelli, decide questa volta di opporsi di girare l’ennesima squallida scena e molla il set.

Così inizia l’attesissimo film di Boris, ispirato alla serie televisiva che dal 2007 prende di mira il mondo della fiction, con un atto estremo di coraggio, fatto da chi, come lui, è “il campione della merda”. Renè Ferretti si ritrova quindi precario, in un mondo che, soprattutto negli ultimi giorni, sta conoscendo le conseguenze del grave problema della precarietà. Però per Renè arriva presto un’altra occasione, offerta da un produttore indipendente, il famoso Sergio (Alberto Di Stasio), conosciuto dai fan della serie come l’assistente alla produzione della fiction Gli Occhi del cuore. Sergio gli propone di fare il grande salto nel cinema, una grandissima occasione per riscattarsi dalla bruttezza girata fino ad oggi. Il progetto prevede di portare sullo schermo il libro La casta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, un film d’autore quindi, impegnato, alla “Gomorra”; per questo progetto Renè lotta contro tutto e tutti per riuscire a riscattarsi e fare qualcosa di qualità. Ma ancora una volta dovrà fare i conti con la palude culturale che tutto ingloba.

Da una tv fatta a “cazzo di cane”, passa a un Cinema, se è possibile, ancora peggiore, roba da cialtroni. Di conseguenza, come se fosse inevitabile il suo destino e nonostante i suoi lodevoli sforzi, René Ferretti si ritrova tra i piedi la stessa troupe malconcia e fannullona di sempre, gli stessi attori cani, gli stessi sceneggiatori inetti e blasè e perfino lo stesso arrogante capo di produzione d’un tempo, Diego Lopez (Antonio Catania). Ferretti nonostante le premesse di questo progetto siano disarmanti, tenta comunque di riuscire a realizzare un film, perlomeno apprezzabile…ma lo spettro del Cinepattone incombe. Boris – Il Film, non delude né i fan, né i critici e sono certa che non deluderà il pubblico, perché sa far riflettere, in un modo straordinariamente semplice, e con un’ironia fresca, mai banale. Dispone di un cast perfetto, composto, insieme a Renè Ferretti da Duccio Patanò che interpreta il simpatico cocainomane direttore della fotografia (Ninni Bruschetta), il suo fedele capo elettricista Biascica (Paolo Calabresi), lo stagista di fotografia schiavo Lorenzo (Carlo De Ruggieri); Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti), attore cane, demente, totalmente perso nella sua deriva psichica che vuole imporre la sua presenza nel film La Casta interpretando Gianfranco Fini e, infine Corinna (Carolina Crescentini): la cagna maledetta pronta a riciclarsi nel cinema d’autore. Un film, che si può forse inquadrare nel genere della commedia italiana (ma con notevole distacco da quella degli ultimi tempi) che parla dei reali compromessi che avvengono nel cinema italiano, di situazioni reali e grottesche, di luoghi comuni e di rassegnazione; e in questo tipo di cinema la rassegnazione è la regola.

Boris – Il film ha dunque il grande merito di mostrare il dietro le quinte del cinema, scandagliando gli stereotipi della televisione e del cinema e di far vedere al pubblico anche quegli odiosi atteggiamenti intellettuali e radical-chic tipici di coloro che realizzano o pensano di realizzare il cinema “di qualità. È un’opera originale ed esilarante destinata non solo a coloro che si sono appassionati alla serie ma a tutti quelli che hanno voglia di divertirsi e per una volta senza essere costretti alle volgarità dei cinepanettoni o alle banalità delle ultime commedie italiane. Uscirà nelle sale italiane in 300 copie il 1° aprile: il film che Wim Wenders non è riuscito a fare

Box Office USA del 28 marzo 2011

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Apre la classifica dei maggiori incassi americani dello scorso week end Diary of a Wimpy Kid: Rodrick Rules, e si conferma un grosso successo. Il film prodotto dalla Fox ha incassato 24.4. Al secondo posto Sucker Punch, l’Inception di Zach Snyder, che incassa solo 19 milioni di dollari rispetto agli 80 spesi per la sua realizzazione.

Il primo posto della scorsa settimana, Limitless, scivola in terza posizione, mentre rimane quarto The Lincoln Lawyer, con protagonista Matthew McConaughey, che arriva quasi a 30 milioni dopo due settimane. Il film d’animazione di Gore Verbinski, Rango, si posiziona quinto posto confermando l’ottimo lavoro realizzato dal regista di Pirati dei Caraibi. Scivola al sesto posto invece World Invasion (Battle: Los Angeles) che precipita dopo la prima settimana di programmazione. Seguono Paul, Red Riding Hood e The Adjustment Bureau. La prossima settimana uscirà negli USA invece Hop e Insidious.

Arriva Boris, il cast racconta

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ROMA. 28 marzo. Dopo tanta attesa, oggi al Cinema Adriano a Roma si è svolta l’anteprima e la conferenza stampa di Boris – Il Film, prodotto da Rai Cinema e Wildside. Il film sarà distribuito in 300 copie dal 1° aprile. Dopo tre fortunatissime stagioni della serie tv Boris, i produttori, insieme ai registi Ciarrapico, Torre e Vendruscolo, hanno deciso di girare il film che non rappresenta, come tutti possono pensare, una sorta di prolungamento della serie ma piuttosto, un film a sé.