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L’alba del pianeta delle Scimmie Trailer Ufficiale

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L’alba del pianeta delle Scimmie Trailer Ufficiale

Ecco il trailer ufficiale in italiano de L’alba del pianeta delle Scimmie che vede trai suoi protagonisti James Franco, Freida Pinto e il potteriano Tom Felton.

Four Lions: recensione del film di Chris Morris

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Four Lions: recensione del film di Chris Morris

Chris Morris, ennesimo acquisto del cinema dalla tv inglese, porta in sala Four Lions, una commedia esilarante e allo stesso tempo agghiacciante, che tocca con leggerezza, ma con concretezza la realtà del terrorismo e di quelle persona che fanno della guerra santa la loro missione sulla terra.

Four Lions ambientato nella Londra contemporanea racconta di quattro uomini che hanno un piano segreto. Omar è stanco del modo in cui i Musulmani sono trattati in giro per il mondo ed è deciso a diventare un combattente e Way condivide la stessa idea. Inizialmente al suo fianco e poi contro di lui, c’è Barry, bianco convertitosi all’Islam, che trasporterà con sé, nella nuova religione, non una vera e propria credenza, ma il suo personale nichilismo. Faisal è l’intruso che iconograficamente più assomiglia all’immagine del musulmano che hanno gli occidentali, ma che meno crede nella lotta armata agli infedeli. I quattro devono portare a termine un attentato nel loro territorio, il guaio è che tutti e quattro sono totalmente incapaci di qualunque atto violento e soprattutto maldestri fino all’inverosimile.

Four Lions, il film

Un argomento scottante e un taglio che sfiora i toni della commedia demenziale fanno di Four Lions un vero gioiello, non tanto per la regia o per le interpretazioni in sé, quanto per la genialità di scrittura, il coraggio della messa in scena e la totale dedizione di questi giovani protagonisti, che non perdono occasione di dimostrare la loro mancanza di capacità a svolgere il compito del quale si sentono investiti. Molte le scene memorabili, da Faisal che prova ad addestrare cornacchie kamikaze, ai tentativi di Way di registrare un video in cui inneggia alla guerra Santa, tutti episodi che ovviamente si risolvono in clamorosi e inverosimili fallimenti.

Alla fine ogni personaggio mostrerà la sua vera (mancanza di) dedizione alla causa, e lo spettatore riuscirà a ridere anche di quell’argomento, il terrorismo, che tanto fa tremare il Mondo. Perché come dice lo stesso Morris, quando scoppia una bomba tutti scappiamo, ma poi tentiamo di calmarci e facciamo finta di niente. L’ilarità, lo sberleffo, viene fuori anche nei momenti meno opportuni, in quelli più delicati, e allora perché non provare a riderci sopra? Si, anche sul terrore.

The Hunter – Il cacciatore: recensione del film

The Hunter – Il cacciatore: recensione del film

Sarà in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo mese di giugno, questo nuovo film del già apprezzato e conosciuto regista iraniano Rafi Pitts. Prodotto dalla Twenty Twenty Vision in co-produzione con la Aftab Negaran Film Production, The Hunter – Il cacciatore, sarà distribuito in Italia dalla Fandango di Domenico Procacci.

In The Hunter – Il cacciatore Teheran, giorno d’oggi. Alì Alavi ( Rafi Pitts) è da poco uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di alcuni anni in seguito ad un misterioso crimine. Per poter mantenere la bella moglie Sara (Mitra Hajjar) e la piccola figlioletta, Alì trova un impiego come guardiano notturno in una fabbrica di automobili. Un giorno, tornato dal lavoro, Alì non trova la moglie ad aspettarlo, la casa è deserta. Inizia così un oscuro cammino che condurrà il protagonista verso un’inesorabile e drammatica fine.

Pitts, che ha presentato il film al 60mo Festival di Berlino, è ormai ben noto in tutte le principali rassegne internazionali avendo, negli ultimi anni, partorito diversi lungometraggi riconosciuti e premiati da importanti giurie come quella di Berlino appunto (nel 2006 con It’s winter) o Venezia ( 1997 con Season five suo primo ed importante lavoro). Quando nel 2000 presentò Sanam la critica francese lo battezzò addirittura come il Quattrocento colpi iraniano.

Nato e cresciuto a Teheran ma abbandonato l’Iran nel 1981 con tutta la sua famiglia ed in piena guerra iraniano-irachena, Pitts si trasferisce a Londra dove conseguirà la laurea in film e fotografia. Negli anni Novanta andrà a vivere a Parigi ma il suo paese e tutte le contraddizioni interne ad esso continueranno ad ossessionarlo ed a essere al centro dei suoi film. Anche ne The Hunter – Il cacciatore l’Iran con il suo stato poliziesco repressivo, è lo sfondo costante e incombente in una Teheran che lo stesso Pitts definisce ormai simile ad una città come Los Angeles. Grattacieli ammassati l’uno contro l’altro, autostrade che sinuose si intrecciano in ogni dove, una metropoli caotica e impersonale dove i rapporti umani sono ormai banditi. Un uomo, solo in mezzo agli altri uomini, ostacolato nel suo tentativo di reintegrazione in seguito ad un non specificato crimine che potrebbe anche essere politico. La voce del regime che per bocca dell’ayatollah Khamenei inonda le frequenze radiofoniche e accompagna ad ogni ora i tristi tragitti da casa a lavoro dello sconsolato protagonista.

The Hunter – Il cacciatore è un film che arriva a trent’anni dalla rivoluzione dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica, che non a caso aprono il film sin dai titoli di testa con una foto, scattata nel 1981, e che li ritrae minacciosi a bordo di scintillanti motociclette. Una foto che simboleggia e che ha rappresentato un simbolo della repressione post-rivoluzionaria e che oggi, vuole comunicarci Pitts, non è certo storia passata. Il regista tratta ne The Hunter – Il cacciatore il tema della mancanza di vera democrazia nell’Iran odierno come a voler denunciare un sinistro collegamento diretto con i fatti di trent’anni fa. La moglie di Alì, Sara, che partecipando ad una manifestazione anti-governativa cade vittima della repressione poliziesca, è una sorta di simbolo e icona del martirio a cui va incontro chi protesta contro il potere.

Oggi in Iran non si è liberi di dissentire e chi lo fa muore. Se pensiamo che il film è stato girato poco prima dei tragici fatti post-elettorali del 2010, capiamo come The Hunter – Il cacciatore assuma una valenza quasi profetica. Pitts interpreta il ruolo di Alì dopo aver scartato il protagonista prescelto già al primo giorno di riprese ritenendolo inaffidabile e imprevedibile. Questo doppio ruolo non lo ha entusiasmato in quanto si è sentito quasi condizionato nella regia. Tra gli altri interpreti spicca la bella attrice iraniana Mitra Hajjar, famosissima in patria ed unica attrice professionista del cast. Il film si sviluppa su ritmi particolarmente lenti, pochi e scarni i dialoghi, quasi assente la colonna sonora e non certo mirabile la qualità interpretativa degli attori, compreso il regista stesso.

Come afferma Rafi Pitts, il suo intento originario era di creare un film che oscillasse tra il noerealismo ed il formalismo sino ad arrivare ad essere una sorta di “western neorealista”. A nostro avviso, questo difficile e insidioso cammino stilistico ha condotto il regista verso un film piatto ed inespressivo dove manca l’introspezione dei personaggi principali e dove si avverte una spiazzante assenza di pathos e carica emotiva pur trattando il film temi molto drammatici. Nella parte finale della sceneggiatura, curata sempre dallo stesso Pitts, assistiamo alla disperata vendetta personale che Alì intraprende armato del suo fucile da caccia. La narrazione si inerpica così in un improbabile roseto di situazioni quasi farsesche che convincono poco e non riabilitano di certo un film che sino ad allora si era stancamente trascinato senza destare, nello spettatore, la benché minima emozione.

A Pupi Avati il Nastro d’Argento Speciale del 65.mo

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Va a Pupi Avati “per la sua Sconfinata giovinezza cinematografica e soprattutto per un film che affronta con delicatezza e straordinaria intensità un tema personale

Star Trek 2 rinviato?

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Star Trek 2 rinviato?

Deadline ci aggiorna sulla situazione di Star Trek 2. J.J. Abrams al momento lavora agli ultimi ritocchi di Super 8 e difficilmente si dedicherà a Star Trek prima dell’uscita del film. Nel frattempo Robert Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno già sviluppato un trattamento di 70 pagine per il sequel e aspettano l’uscita di Super 8 che libererà Abrams così da poter finalmente dedicare loro attenzione.

Quello che è certo è il suo ritorno alla regia nel Sequel, quello che invece sembra un’impresa è riuscire a rispettare la già annunciata data d’uscita  29 giugno 2012. Deadline a questo proposito aggiunge che  la compagnia sta valutando  la possibilità di rinviare il film al Natale 2012. Secondo la Paramount, comunque, nulla verrà deciso finché Abrams non annuncerà di aver accettato di dirigere il film, cosa che accadrà molto probabilmente entro la fine di giugno.

Fonte: deadline via Badtaste

Ron Howard parla di La Torre Nera

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Ron Howard parla di La Torre Nera

Ron Howard rilascia alcune dichiarazioni interessanti su La Torre Nera ad EW.com. Il regista parla della situazione in cui si trova il progetto sostenengo di voler iniziare le riprese nella primavera del 2012.

Nuova URL per la pagina facebook di cinefilos.it

Un’altra novità per la nostra pagina facebook. www.facebook.com/cinefilos.it

Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic

Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic

Storia di amori perduti e ritrovati ambientata in una Bosnia – Erzegovina in bilico fra la fine del regime comunista e lo spettro di una nuova guerra civile. E’ questo Cirkus Columbia il nuovo film del regista premio Oscar Denis Tanovic che torna a parlare di personaggi che vivono le loro esistenze sullo sfondo di una guerra che il regista ha vissuto e che rappresenta una ferita difficilmente rimarginabile.

Cirkus Columbia, liberamente ispirata al romanzo breve di Ivica Djikic, racconta la storia di Divko Buntic che torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Cash e il cugino Ivanda, recentemente e “democraticamente” eletto sindaco, aiutano Divko a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Dopo essere scampati all’arresto in seguito alla rissa durante lo sfratto, Martin e Lucija vengono sistemati in un piccolo appartamento in una casa comunale. A sua volta sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto.

I tratti biografici presenti nella pellicola sono evidenti, ma rispetto a quanto realizzato fino ad ora il  regista di Triage, riesce nell’intento di realizzare un film più leggero a metà strada fra una comicità latente ed uno humor invisibile, supportato da una discreta sceneggiatura improntata su alcune scene divertenti. Il dramma c’è ma fa solo da sfondo alla vicenda dei personaggi per poi diventare solo nel finale protagonista. Il tutto supportato dalla brillante prova di attori come Miki Manojlovic e Mira Furlan che contribuiscono alla causa artistica.

Tuttavia il limite di questo film e forse del regista stesso, è quello di essere vittima di alcuni schemi ormai riscontrabili nei suoi film precedenti. Forse l’essere così fortemente legato  alla guerra impedisce al regista di raccontare qualcos’altro di nuovo che non sia il vissuto della sua esperienza. I personaggi che si muovono nei suoi film sono sempre individui macchiati dalla drammaticità degli eventi vissuti, in cui il cielo azzurro più che una speranza diventa quasi un illusione, un sogno che non si avvererà mai.

Cirkus Columbia seppur a tratti piacevole e divertente, non aggiunge altro di nuovo, se non l’idea affascinante di un paese indifferente alla guerra, che invece di preoccuparsene, si dedica alla ricerca di un gatto appena perso da un riccone di ritorno da un esilio.

Danis Tanovic porta a Roma Cirkus Columbia

Danis Tanovic ha presentato oggi a Roma, presso il Cinema Quattro Fontane il suo ultimo film intitolato Cirkus Columbia.

Terry Gilliam presenta The Wholly Family a Roma

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Oggi a Roma, Terry Gilliam insieme al suo cast ha presentato alla stampa il suo ultimo lavoro, il divertente quanto inquietante cortometraggio The Wholly Family, ambientato nella pittoresca via dei pastori di Napoli, San Gregorio Armeno.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: character poster

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Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: character poster

Ecco tre nuovi character poster per l’ultimo film di Harry Potter, dedicati al trio di maghetti che ha stregato più di una generzione. Vai alla nostra Gallery per vederli.

Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves.  Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per  distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.

Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary OldmanAlan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.

The Wholly Family di Terry Gilliam

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The Wholly Family di Terry Gilliam

Una trafficata San Gregorio Armeno ci accaglie in The Wholly Family, cortometraggio scritto e diretto da Terry Gilliam, che vede protagonisti l’italiana Cristiana Capotondi e il piccolo Nicolas Connolly, per la prima volta sullo schermo. Il bambino è affascinato dalla statuette portafortuna di Pulcinella, che nella strada dei pastori napoletani per eccellenza, campeggiano su ogni bancarella. I genitori però non esaudiscono il desiderio del bambino di averne una, e così lui la ruba, scatenando incubi e conseguenze che non avrebbe mai osato immaginare.

Divertente e inquietante, a tratti davvero spaventoso, The Wholly Family, o meglio The (W)Hol(L)y Family dispiega tutta la poetica del caos e del disordine che si fondono con le fiabe macabre che Gilliam ama tanto raccontare. Già presagita nel personaggio di Tony del Dott. Parnassus, il pupazzo Pulcinella assume in questo corto il fondamentale ruolo di giullare che guida il piccolo protagonista in una Napoli fatta di grotte e case galleggianti, con l’inconfondibile stile del regista di Brazil.

The Wholly Family

Terry Gilliam trova in Napoli un suo perfetto corrispettivo, dando il colore e la confusione del capoluogo partenopeo al suo stesso cinema che in essi si ritrova. Al centro della vicenda produttiva di questo bel cortometraggio c’è il pastificio Garofalo, impegnato in un bel progetto di product placement.

Terrence Malick: oltre al nuovo film in arrivo anche un documentario.

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Il futuro del fresco vincitore della Palma d’Oro a Cannes con The Tree of Life, Terrence Malick, sembra sia molto promettente.

Teaser Poster di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1

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Teaser Poster di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1

Summit Entertainment ha pubblicato un teaser poster di “The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1”, che vede nel cast Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner. In questo quarto capitolo, Bella ed Edward coroneranno finalmente il loro sogno d’amore convolando a nozze. Ecco il poster:

Fonte: worstpreviews.com

Harry Potter inaugura il Giffoni Film Festival

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Harry Potter inaugura il Giffoni Film Festival

Sarà Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 ad inaugurare, il 12 luglio, la 41esima edizione del Giffoni Film Festival. Harry Potter sceglie ancora l’esperienza Giffoni. Il festival di cinema per ragazzi più importante al mondo ospiterà in anteprima l’ottavo e ultimo film della saga del famosissimo maghetto nato dalla penna di J.K. Rowling.  Il film, diretto da David Yates, uscirà in Italia il 13 luglio distribuito dalla Warner Bros. e il 15 luglio in tutto il mondo.

Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves.  Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per  distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.

Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary OldmanAlan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.

Uscite al cinema del 25 e 27 maggio 2011

Uscite al cinema del 25 e 27 maggio 2011

Uscite al cinema 25 maggio – Una notte da Leoni 2: Nel seguito della commedia Una notte da leoni, Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) partono per l’esotica Thailandia per il matrimonio di Stu. Dopo l’indimenticabile addio al celibato di Las Vegas, Stu non vuole correre rischi e ha optato per un sicuro e pacato brunch prima del matrimonio. Ovviamente però, le cose non vanno come previsto.

Uscite al cinema del 27 maggio – Cirkus Columbia: Jugoslavia, 1991. Divko Buntic è un farabutto. Torna nel paese d’origine dopo aver trascorso molti anni in Germania, seguito da un’attraente compagna e un gatto nero di nome Bonny. Con l’appoggio del sindaco, sfratta la ex moglie e il figlio Martin, occupa l’appartamento e comincia a tormentarli per tentare di mandarli via. Ma la guerra serbo-bosniaca-croata è alle porte e i rapporti tra compaesani stanno per cambiare. Così come Divko sta per dare una svolta alla sua vita.

The Housemaid: Euny viene ingaggiata come governante e bambinaia nella casa di una ricchissima famiglia, dove la giovane e bella moglie di un uomo d’affari aspetta il frutto della seconda gravidanza, due gemelli. Bambina a sua volta, per lo spirito ingenuo e generoso che la contraddistingue, Euny conquista tutti, dalla piccola Nami, la primogenita, alla collega anziana che ha speso la sua vita a servizio nella villa, al padrone di casa, che presto passa a chiederle ben più di quello che è stata chiamata a fare. Quando la ragazza si ritrova incinta, la padroncina e sua madre non esitano a pianificare il peggio, in nome dei privilegi da conservare, costi quel che costi.

Corpo celeste: Marta ha 13 anni ed è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria (dove è nata) dopo aver trascorso 10 anni in Svizzera. Con lei ci sono la madre e la sorella maggiore che la sopporta a fatica. La ragazzina ha l’età giusta per accedere al sacramento della Cresima e inizia a frequentare il catechismo. Si ritrova così in una realtà ecclesiale contaminata dai modelli consumistici, attraversata da un’ignoranza pervasiva e guidata da un parroco più interessato alla politica e a fare carriera che alla fede.

Et in terra pax: Periferia di Roma. Marco, ex detenuto, torna a spacciare cocaina per conto dei suoi vecchi compari, Glauco e Mauro. Faustino, Massimo e Federico pure trascorrono le loro giornate fra droga e bravate. Sonia, si divide tra gli studi universitari e il lavoro nella bisca di Sergio. Un banale incidente porterà i protagonisti a lasciare dietro di sé una scia di fuoco, sangue e violenza.

Balla con noi: Marco fa parte di una crew romana di ballerini hip hop e da quando la sua ex si è messa con il leader della banda avversaria, il suo unico pensiero è battere il rivale a tempo di beat e riconquistare la ragazza. Sua sorella minore, Erika, ha diciott’anni e da quando è una bambina sogna la danza classica, ma nel momento in cui si avvicinano gli esami finali dell’accademia, è tormentata dalla paura di fallire e non riesce più a concentrarsi. Una leggera distorsione sarà l’occasione per riavvicinarsi al fratello, da tempo scappato di casa, e per scoprire i ritmi incendiari della streetdance.

Zack e Miri: amore a … primo sesso: recensione

Zack e Miri: amore a … primo sesso: recensione

A distanza di tre anni dalla sua uscita americana ecco arrivare con un po’ di ritardo Zack e Miri: amore a … primo sesso, questo non ultimo film di Kevin Smith, visto che nel frattempo ha girato e fatto uscire altri film come Poliziotti fuori.

La prima impressione di Zack e Miri: amore a … primo sesso è che questa pellicola è sicuramente più nelle corde del regista che non i suoi più recenti lavori. Infatti racconta la storia di Zack (Seth Rogen) e Miri (Elizabeth Banks)  che sono due amici di lunga data. Sommersi dai debiti, decidono di risolvere i loro problemi economici girando un film porno. Ma una volta organizzato tutto e con l’inizio delle riprese, i due ragazzi si rendono conto del montare della gelosia e che il loro rapporto non è fondato solo sull’amicizia ma su sentimenti più profondi di quello che avrebbero creduto. Partendo da risvolti maliziosi e a tratti pornografici per non dire altro, Kevin Smith fa un’operazione abbastanza dentro al concetto classicistico della commedia romantica. Senza dover scavare troppo affondo ben presto il film si rivela per quello che è: una romantica e tenera storia d’amore fra un paffutello riccioluto  e una carinissima amica d’infanzia.

Oltre alla storia d’amore ben nascosta, Zack e Miri: amore a … primo sesso è una piacevole e divertente commedia ricca di gang divertenti ben giostrate dal regista che in rare occasioni diventeranno esagerate. Smith è bravo nel rendere romantico e raccontare una storia d’amore fra due persone che stanno cercando di realizzare un porno per poter finalmente guadagnare molti soldi. Il punto forte è proprio questo: non necessariamente  puntare su un registro smielato ma far venir fuori lentamente, spontaneamente  i tratti romantici dei due protagonisti e della loro storia. Divertenti anche alcuni cammei presenti nel film come la coppia gay Brandon Routh e Justin Long. Quest’ultimo è davvero spassoso con la sua vociona maschile che aiuta il novello gay Routh a sciogliersi in pubblico.

In definitiva Kevin Smith riesce nell’intento di raccontare una storia d’amore fra due amici fraterni senza perde il lustro dei tempi passati, quando riusciva a strappare grosse risate al pubblico con Clerks o Dogma. Non sarà di certo un capolavoro ma farà senz’altro sorridere in più occasioni, come ad esempio il primo tentativo di inscenare la parodia di Star wars in versione pornografica.

Nuovo adattamento per La Sirenetta targato Sony

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Nuovo adattamento per La Sirenetta targato Sony

Se quelcuno avesse dei dubbi sulla rivalità che tutt’ora vivono le grandi major americane, be sarà nuovamente smentito da questo nuovo parallelo progetto sulla Sirenetta in arrivo.

Lenny Kravitz in The Hunger Games

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Dopo la positiva esperienza in Precious, Lenny Kravitz ci riprova con The Hunger Games di Gary Ross.

The Muppets: trailer!

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E’ stato rilasciato il primo trailer di The Muppets con Amy Adams e Jason Segel.

Una Notte da Leoni 2: recensione del film di Todd Philipps

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Una Notte da Leoni 2: recensione del film di Todd Philipps

Squadra che vince non si cambia. Lo sa bene Todd Philipps che per Una Notte da Leoni 2, il sequel omonimo di Una Notte da Leoni schiera in campo stessa formazione e stessi schemi, cambiando solo il campo di gioco. Questa volta Las Vegas lascia il posto a Bankok, il magnifico terzetto (Bradley Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis) festeggia questa volta l’addio al celibato dell’imbranato Stu, e di nuovo il risveglio sarà una sorpresa per il pubblico e soprattutto per i nostri.

Più che di un sequel sembrerebbe trattarsi di un remake, perché Phillips non solo replica la tremenda sbronza a base di alcool e drogucce varie, ma ricalca pedissequamente ogni momento narrativo che ha scandito con esilarante puntualità tutto il percorso del primo episodio. Nessuna novità quindi, ma c’è da ammettere che i personaggi funzionano e le loro caratteristiche si incastrano perfettamente regalando allo spettatore scanzonate risate, in almeno due occasioni davvero esilaranti.

Una Notte da Leoni 2, sequel della commedia di successo

Una Notte da Leoni 2In Una Notte da Leoni, Bradley Cooper e compagnia formavano, o meglio, mostravano nel corso della storia il loro personaggio. Adesso invece già li conosciamo, loro sembrano ugualmente a loro agio nel ripetersi e quindi sanno cosa e chi fa ridere lo spettatore, riferendosi di continuo alla precedente disavventura. Inutile dire che il mattatore del rocambolesco film è Zach Galifianakis, con il suo fantastico Alan, mentre lo sposo Stu tira fuori la grinta e il suo ‘seme di follia’. Assurto a sex symbol in pochissimo tempo ed a partire proprio da Una Notte da Leoni, Bradley Cooper primeggia più per i suoi ondeggianti pettorali che per vero carisma.

Una Notte da Leoni 2, in originale Hangover 2 (che vuol dire ‘dopo-sbornia’), si confermerà probabilmente un successo di pubblico, perché rischiando poco riesce a ridare allo spettatore la stessa sensazione di smarrito ed esilarante divertimento del primo episodio.

Transformers 3 al Festival di Mosca

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Transformers 3 al Festival di Mosca

Transformers 3 aprirà la 33esima edizione del Moscow International Film Festival; il galà di apertura si terrà presso il Pushkinsky Cinema Theater il 23 Giugno 2011.

Box Office Usa del 23 maggio 2011

Nella settimana in cui Terrence Malick ha vinto la Palma d’oro a Cannes con il suo Tree of life, il box office statunitense ha consegnato la palma del film piú visto a Pirates of the caribbean: on stranger tides, che ha incassato 90 milioni di dollari nella prima settimana di uscita.

Nonostante la critica lo abbia massacrato, e lo storico regista, Gore Verbinsky, abbia abbandonato il galeone, la saga continua ad avere un fascino irresistibile sul pubblico.

Segue ad una discreta distanza, ma guadagnando diverse posizioni rispetto alla scorsa settimana, Bridesmaids, wedding comedy con star del Satuday Night Live.

Resiste nella terza posizione del podio anche Thor che, con questa settimana, raggiunge il ragguardevole incasso di 145 milioni di dollari.

In quarta posizione troviamo invece il quinto capitolo di Fast and Furious, Fast Five, che questa settimana incassa 10 milioni di dollari, mentre a metá classifica rimane Rio, anche questo con un incasso totale di 132 milioni di dollari, maturati nelle 5 settimane di uscita.

In sesta posizione l’action movie di vampiri Priest, seguito da un’accoppiata di film da matrimonio che sembrano fatti apposta per avanzare o scendere insieme nella classifica: Jumping the broom è infatti in settima posizione, seguito da Something borrowed, in ottava.

A chiudere la  classifica troviamo il mélo Water for elephants, alla quarta settimana di uscita e un incasso settimanale di 2 milioni di dollari, e Madea’s big happy family, commedia en travesti che fino ad oggi ha messo da parte 52 milioni di dollari.

La prossima settimana si attendono le uscite di alcuni pesi massimi che di sicuro daranno una rinfrescata alla classifica: esce infatti The hangover II, secondo episodio e secondo addio al celibato per Zach Galifianakis e soci, The tree of life, che oltre alla figura mitica del regista porta con sé il peso dell’appena conquistato premio in Francia e Kung fu Panda 2, con le voci di Jack Black, Angelina Jolie e Gary Oldman.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: due nuovissime foto!

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Empire ha diffuso due nuovissime immagini di  Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2. Mancano poco più di un mese all’uscita del film che chiuderà una delle sage più redditizie dell’industria cinematografica contemporanea. L’attesa inizia ad essere molto concitata. Le immagini sono diverse: la prima è tratta dal film metre la seconda proviene dal backstage del film.

 

 

Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves.  Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per  distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.

Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary OldmanAlan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.

 

Ufficiale: Tom Cruise in Oblivion

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Dopo avervi suggerito che la Universal era seriamente intenzionata ad ingaggiare Tom Cruise per Oblivion, ecco arrivare l’ufficialità dell’avvio del film di fantascienza che ricordiamo sarà diretto da Joseph Kosinski (Tron Legacy).

Vi rammentiamo che Cruise vestirà i panni di un meccanico che salva una donna da un incidente e inizia ad avere dubbi sulla società che lo circonda, sospesa letteralmente tra le nuvole. Le riprese inizieranno in ottobre con un budget di 100 milioni di dollari.

Darren Aronofsky per Maleficent al posto di Tim Burton?

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Dall’annunciata rinuncia a dirigere The Wolverine e dall’annullamento di Robocop, Darren Aronofky è ancora alla ricerca del suo prossimo progetto dopo Il Cigno nero. Giunge notizie che sarebbe stato consultato dalla Disney per Maleficent, adattamento sulla strega della Bella addormentata abbandonato da Tim Burton.

Anche se da diversi giorni si vociferava che a sostituire Burton sarebbe stato David Yates, reduce dalla conclusione di Harry Potter. Tuttavia a quanto sembra Aronofky è comunque in mezzo a diversi fuochi: anche la Warner Bros è interessata ad affidargli il progetto Moses, sulla fuga degli Isdraeliti dall’Egitto. Staremo a vedere cosa farà Darren.

Fonte:comingsoon

Box Office ITA del 23 maggio 2011

Fine settimana all’insegna del Festival di Cannes anche al botteghino italiano, in cui Pirati dei Caraibi 4 domina incontrastato. Quasi tutte le new entry di questa settimana, infatti, sono state presentate sulla Croisette e hanno anche ottenuto qualche premio. Ma andiamo con ordine.

Pirati dei Caraibi 4: Oltre i confini del mare, presentato Fuori concorso, è in testa al box office italiano e internazionale con incassi che, soltanto nel secondo caso, hanno definito nuovi record. In Italia il sequel della fortunata saga disney ha infatti raccolto 7,1 milioni di euro da mercoledì a domenica (5,3 milioni nei tre giorni): di certo un ottimo incasso, ma al di sotto delle potenzialità di questa serie macina soldi, soprattutto se consideriamo la mastodontica distribuzione (circa 1000 sale) e il sovraprezzo 3D, assente negli altri tre film.

Per fare un confronto, Pirati dei Caraibi 3 e Pirati dei Caraibi 2 avevano incassato rispettivamente nei primi cinque giorni 5,5 e 7,5 milioni di euro. Ma indubbiamente il quarto film della saga dominerà anche nelle prossime settimane…

Fast and Furious 5 scende al secondo posto con altri 743.000 euro e giunge a ben 9,9 milioni complessivi. Terza posizione per Red, che supera i 2 milioni totali con altri 427.000 euro.

The Tree of Life debutta al quarto posto con 464.000 euro raccolti nei cinque giorni (381.000 euro da venerdì a domenica). L’imponente film di Terrence Malick ha suscitato pareri contrastanti nel pubblico nostrano, portando alcuni delusi (o meglio, che non hanno compreso…) ad abbandonare la sala prima della fine dello spettacolo, mentre altri a gridare al capolavoro. Di certo il film, che ieri sera è stato consacrato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes, non può essere apprezzato globalmente da un pubblico che, per la maggior parte, segue il cinema mainstream e commerciale, o che magari non si era mai accostato alle altre pellicole dell’Autore texano. Però magari la curiosità spingerà nuovi spettatori a visionare questa meravigliosa opera, soprattutto all’indomani dell’importante premio ottenuto ieri.

Quinto posto per un altro film presentato a Cannes, ovvero Mr. Beaver: la pellicola diretta da Jodie Foster con un redivivo Mel Gibson ha raccolto 316.000 euro.
Seguono film in calo, ovvero Beastly (227.000 euro) e Thor (170.000 euro), che giungono rispettivamente a 1,1 e 7,3 milioni totali.

Il Dilemma, la commedia di Ron Howard, esordisce all’ottavo posto con 158.000 euro, seguito da Habemus Papam: quest’ultimo, tornato a mani vuote da Cannes, ottiene altri 122.000 euro e arriva a quota 5,4 milioni.

Chiude la top10 un altro film apprezzato e premiato a Cannes: Il ragazzo con la bicicletta,  ex-aequo Gran Premio della Giuria, debutta con 107.000 euro nel nostro Paese.

Una notte da leoni 2: quando il risveglio è molto doloroso.

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Una notte da leoni 2: quando il risveglio è molto doloroso.

Finalmente ci siamo! Il 26 maggio Una notte da Leoni 2, dopo due anni di attesa, sequel del fortunatissimo Una notte da leoni (The Hangover) approderà nei cinema italiani.

Penélope Cruz: da musa del cinema spagnolo a “piratessa” dei Caraibi

Penélope Cruz è una delle attrici oggi più amate, in Europa e in America. Musa di Almodóvar, che l’ha lanciata, e ora anche di Woody Allen per cui ha interpretato il personaggio che le è valso l’Oscar. È quasi un’icona in Spagna – la sua patria, alla quale è molto legata – ma ha saputo adattarsi ottimamente al rutilante mondo di Hollywood.

Gli Usa l’hanno accolta a braccia aperte e lei ricambia l’affetto: ama New York e suo figlio è nato a Los Angeles. Ha conquistato pubblico e critica di tutto il mondo con interpretazioni intense e ritratti leggeri, incarnando personaggi delicati, così come donne forti e passionali, senza pregiudizi di sorta nei confronti del ruolo affidatole, ma con la voglia di capirlo a fondo e mettere al suo servizio la bellezza, il talento e la bravura di cui è dotata.

Penélope Cruz, castigliana doc, nata a Madrid il 28 aprile del ’74, figlia del commerciante Eduardo Cruz e della parrucchiera Encarna Sánchez. È la maggiore di tre figli: dopo di lei, la sorella Mónica – oggi nota ballerina di flamenco e attrice – e il fratello Eduardo, musicista.

Piccola di statura, mora, profondi occhi scuri, la tipica bellezza mediterranea, e un temperamento esuberante. Ha le idee chiare fin da piccola Penélope: osserva attentamente il variegato caleidoscopio femminile che popola il negozio della madre e ne conserva informazioni, che utilizzerà poi nella sua carriera di attrice. Sa di volersi esibire davanti a un pubblico e per farlo, sceglie inizialmente di seguire la sua passione per la danza. Frequenta infatti per molti anni scuole di vario genere – il Conservatorio Nazionale spagnolo di danza classica, la scuola di Angela Garrido, il corso di danza jazz di Raul Caballero, fino alla scuola di ballo e recitazione di Cristina Rota che seguirà a New York. Da qui, passando attraverso l’esperienza della moda, maturerà la decisione di diventare attrice. Lascia dunque la scuola senza completare gli studi superiori, e si dedica completamente alla recitazione. Diventa in breve tempo assai popolare nella tv spagnola, grazie a video musicali – tra cui quello de La fuerza del destino del gruppo spagnolo Mecano, col cui leader Nacho Cano avrà una lunga relazione – film per la tv e trasmissioni per ragazzi.

Di lì a poco, nel 1992 a soli diciotto anni, esordisce al cinema, diretta da Bigas Luna in Prosciutto, prosciutto. La pellicola, che riunisce accanto alla giovane esordiente anche due italiane di fama come Stefania Sandrelli e Anna Galiena, ha due meriti: far conoscere Penélope ad altri registi, spagnoli e non, che poi la vorranno per i loro film, e farle incontrare Javier Bardem, che sposerà, ma solo diciott’anni più tardi. Tornerà a lavorare con Luna nel ’99 per altri due film. Lo stesso anno è diretta anche da Fernando Trueba in Belle époque, ambientato in Spagna negli anni ’30. L’attrice è una delle quattro sorelle che si contendono l’amore del giovane protagonista, Fernando. Dissacrante nei confronti della morale spagnola, della prima metà del Novecento e non solo, la pellicola ottiene l’Oscar come Miglior Film straniero, contribuendo a portare alla ribalta la giovane Penélope. Tornerà sotto la direzione di Trueba nel ’99 per La niña dei tuoi sogni.

Penélope Cruz: da musa del cinema spagnolo a “piratessa” dei Caraibi

L’attrice riscuote apprezzamento anche in Italia, dove viene subito reclutata da Giovanni Veronesi, che la vede bene nei panni di Maria, accanto a Diego Abbatantuono nel suo Per amore solo per amore (1993) – adattamento dell’omonimo romanzo di Pasquale Festa Campanile – e, lo stesso anno, da Aurelio Grimaldi per La ribelle. Seguono una serie di collaborazioni con registi spagnoli. Finché nel ’97 non viene scelta  dal suo maestro, Pedro Almodóvar, per una piccola parte in Carne tremula. L’incontro è senza dubbio uno dei più importanti della carriera dell’attrice, che corona così un suo sogno. Ha dichiarato, infatti, che a scatenare in lei la passione per la recitazione fu proprio un film del regista spagnolo: Légami!, che vide a soli quattordici anni. Dopo la visione di quel film, ha affermato, si attivò subito per intraprendere il mestiere d’attrice, e presto incontrò quella che sarebbe diventata la sua agente, iniziando così il percorso nel mondo del cinema. Il sogno di lavorare con Almodóvar, dunque, diventa realtà nel ’97 e darà il via a un proficuo sodalizio, ricco di soddisfazioni per entrambi. Lo stesso anno, l’attrice è scelta invece dal regista Alejandro Amenábar per il ruolo più corposo di Sofia nel thriller psicologico Apri gli occhi.

Il film ha una trama complessa, è incentrato sulla figura di Cesàr/Eduardo Noriega e sul suo amore per Sofia, la cui possibilità sembra stroncata dal tragico evento che lo vede protagonista. Un sentimento però così forte, che va anche al di là della realtà, sconfinando nella dimensione visionaria, e scavando nei meandri della psiche di Cesàr. Il film ottiene in Spagna un grandissimo successo e diventa un cult anche altrove. Anni dopo Penélope sarà chiamata a interpretare nuovamente il personaggio di Sofia, stavolta nel remake americano del film, Vanilla Sky (2001), accanto a Tom Cruise, per la regia di Cameron Crowe. La pellicola non sarà però efficace quanto l’originale. Sarà invece l’occasione per l’inizio di un legame sentimentale con Cruise. La vicenda renderà i due oggetto di gossip per diverso tempo. Intanto, in questi secondi anni ’90, incontra anche il regista inglese Stephen Frears, che la dirige in Hi-Lo Country (1998).

Ma il vero spartiacque nella carriera dell’attrice, quello che la fa conoscere al grande pubblico e le dà la prima vera notorietà, è il secondo lavoro che la vede diretta da Almodóvar, e certamente uno dei migliori del regista spagnolo: Tutto su mia madre (1999). Si tratta, come spesso nel miglior Almodovar, di una storia tutta al femminile, caleidoscopica ed eccentrica, allegra, ma allo stesso tempo tragica, dove non trovano posto stereotipi, ma anzi la loro demolizione. Abbiamo una madre, Manuela/Cecilia Roth, che vive la tragica morte del figlio Esteban in un incidente stradale, trova il suo diario e va alla ricerca della sua attrice preferita, Huma Rojo/Marisa Paredes. Poi scoprirà che è stata proprio la macchina dell’attrice a investire accidentalmente Esteban. Intorno alla protagonista, si muovono una miriade di personaggi, tutti efficacemente caratterizzati e ben scelti per rappresentare le sfaccettature dell’essere umano. Dunque un film profondamente vitale, sull’esistenza umana, nei suoi aspetti più piacevoli e amari, allegri e tristi, le sue contraddizioni. Un film profondamente anticonformista. Emblema ne è, tra gli altri, proprio il personaggio della Cruz, Rosa: una giovane suora che rimane incinta dopo aver avuto una relazione con un uomo, divenuto poi il transessuale Lola e che, malato di Aids, l’ha contagiata. L’interpretazione dell’attrice, seppur non dello spessore di quelle che seguiranno, riesce a rendere la delicatezza e l’ingenuità della suora, incredibilmente non scalfite dalla sua esperienza di vita. Il film raccoglie numerosi riconoscimenti: primo fra tutti l’Oscar come Miglior Film straniero, il Golden Globe nella stessa categoria e la Palma d’Oro alla sapiente regia di Almodóvar al Festival di Cannes. Penélope, che lavora qui al fianco di Marisa Paredes, da sempre musa del regista, entra così a far parte del gruppo di attrici che egli predilige, e tornerà a dirigere più volte, sempre con grande sensibilità.

Due anni dopo, la nostra attrice sbarca oltreoceano, essendo reclutata da Ted Demme per Blow, dove interpreta Mirtha, la moglie del narcotrafficante George Young/Johnny Depp, da John Madden per Il mandolino del capitano Corelli, che la vede accanto a Nicholas Cage, e, come detto, da Cameron Crowe per Vanilla Sky. La più riuscita delle tre pellicole è forse la prima, che racconta la parabola discendente, vera nell’ispirazione, di George Jung: dalla vita spericolata dello sballo e dei soldi facili ottenuti grazie alla gestione del narcotraffico, al carcere e alla solitudine. Vicenda umana dai molteplici risvolti che vede, accanto a Johnny Depp, Penélope Cruz cimentarsi con un ruolo di moglie non certo convenzionale, in un rapporto non facile, spesso conflittuale.

Un altro incontro importante nella vita dell’attrice madrilena avviene nel 2004, ed è quello con Sergio Castellitto, che la vuole in Italia per il suo Non ti muovere, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini. Una storia di forte impatto emotivo, estrema, in cui c’è posto per il dolore e la sofferenza da una parte, ma anche per la travolgente passione, per l’amore e l’affetto in tutte le loro possibili declinazioni, dall’altra. La vita del chirurgo Timoteo/Sergio Castellitto è sconvolta quando la figlia adolescente ha un incidente in motorino e finisce in coma. Nelle lunghe ore di apprensione e di angoscia per la sorte della figlia, il protagonista sente vicina la presenza della donna che più ha amato. Non la bella moglie in carriera Elsa/Claudia Gerini, con cui pure ha avuto la figlia, ma Italia: una Penélope Cruz quasi irriconoscibile, un brutto anatroccolo raccolto ai margini della società, prima violentata, usata; poi scoperta nella sua umanità fragile e forte allo stesso tempo, e amata. Amore ricambiato da lei, che sembra non averne mai conosciuto prima d’allora, proprio perché non se ne considerava e non ne era considerata degna. Passione per la quale il medico rischia di mettere a repentaglio la sua stabilità familiare con Elsa. Le due donne rimangono incinte, ma Italia, che vede Timoteo allontanarsi, decide di abortire clandestinamente. Lui lo scoprirà troppo tardi, quando immancabilmente tornerà da lei. Pur facendo tutto il possibile, non riuscirà a salvarla dalle conseguenze dell’aborto improvvisato. Una storia intensa dunque, e anche dolorosa, che torna alla mente del protagonista proprio quando in ballo c’è la vita della persona cui, dopo Italia, tiene di più al mondo: sua figlia. Notevole la capacità di Castellitto regista di riuscire a trasformare Penélope Cruz in Italia: capelli corti, sguardo scavato, andatura sghemba e abbigliamento kitch – e un italiano con inflessione apparentemente regionale, che in realtà è l’accento spagnolo della Cruz, italo parlante senza doppiaggio per una felice intuizione. L’interpretazione è intensissima e coinvolgente e segna senza dubbio una crescita artistica dell’attrice, che riceve il David di Donatello come Miglior Attrice protagonista e il People’s Choice Award alla Miglior Attrice europea agli EFA. Lei stessa ha ribadito l’importanza dell’esperienza sul set con Castellitto, affermando di aver imparato molto interpretando Italia. Non ci ha pensato perciò due volte, prima di accettare la proposta del regista di essere protagonista del suo Venuto al mondo, targato 2011, ancora una volta tratto da un testo della Mazzantini, di cui s’attende l’uscita nelle sale.

Due anni dopo Non ti muovere, intanto, l’attrice ritrova Almodóvar per Volver, una pellicola che le dà ancora grandi soddisfazioni, grazie al personaggio di Raimunda, che interpreta. Ambientato nella Mancha, con più di un occhio alle origini dello stesso regista,  il film è l’ennesimo omaggio al mondo femminile, e a quella capacità, tutta delle donne, di far fronte con pragmatismo alle vicende della vita, senza farsene abbattere. Sentita e notevole, anche qui, l’interpretazione di Penélope, in veste di madre e figlia al contempo, alle prese con fantasmi del passato e del presente. La Cruz vince la Palma d’Oro a Cannes per la migliore interpretazione femminile, assieme alle altre donne del cast, il Premio Goya in patria e l’EFA per la Miglior Attrice. Il film – tra i migliori di Almodóvar – ottiene il Nastro d’Argento come miglior pellicola europea. Penélope sarà diretta ancora da lui ne Gli abbracci spezzati (2009).

In questi anni, però, l’attrice spagnola che ha conquistato Hollywood, diventa anche una delle muse ispiratrici di un altro mostro sacro del cinema mondiale: Woody Allen. Sarà la collaborazione con lui a portarla a stringere tra le mani la statuetta più ambita del cinema. Il regista americano la vuole infatti accanto a Scarlett Johansson nella commedia Viky, Cristina, Barcelona. Film sull’amore, ambientato nella solare e viva Barcellona, dove il pittore José Antonio/Javier Bardem cerca consolazione per la fine del suo matrimonio con l’instabile Maria Elena/Penélope Cruz, proponendo a due giovani turiste – la morigerata Vicky/Rebecca Hall e la spregiudicata Cristina/Scarlett Johansson – una vacanza con lui a Oviedo, con tanto di noches calientes. L’ex moglie – una efficacissima Cruz, “variabile impazzita” della vicenda – giungerà però a dare risvolti imprevisti al tutto. L’interpretazione dell’attrice nei panni di Maria Elena le vale l’Oscar come Miglior Attrice non protagonista. A quanto pare, l’eccentrico Allen dev’essersi trovato bene con Penélope, se l’ha scelta anche per la sua prossima fatica, che sembra si girerà a Roma nel 2012. Altrettanto bene s’è trovata la coppia Bardem-Cruz. Javier e Penélope si sono sposati la scorsa estate, dopo aver tenuto, per quanto possibile, a riparo da indiscrezioni la loro storia. A confermare le voci al riguardo è stato lo stesso attore, solamente a maggio dello scorso anno, durante la passata edizione del Festival di Cannes. Ricevendo la Palma d’Oro per la Miglior interpretazione maschile, infatti,  non si è lasciato sfuggire l’occasione per una romantica dedica a Penélope. A gennaio 2011 è nato il loro figlio.

Per quel che riguarda il lavoro, negli ultimi anni, la Cruz è stata impegnata ancora in Usa per il musical di Rob Marshall Nine (2009), ispirato a Fellini e al suo Otto e mezzo. Occasione per l’attrice di rispolverare le proprie doti nel ballo, e di lavorare assieme alle colleghe Marion Cotillard, Nicole Kidman, Judi Dench e Sophia Loren.  Lo stesso Marshall che l’ha fatta entrare nel cast di Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, in questi giorni nelle sale, dove l’attrice madrilena prende il posto di Keira Knightley e torna a lavorare al fianco di Johnny Depp. È così che, nell’edizione 2011 del Festival di Cannes, Penélope è presente, fuori concorso, proprio con la saga dei pirati – il cui ultimo capitolo è stato accolto, però, piuttosto freddamente dai critici. Mentre il suo maestro, Almodóvar, porta in gara un thriller di cui torna a essere protagonista – non succedeva dai tempi di Légami! – Antonio Banderas.

 

Cannes 2011: Palma d’oro a The tree of life di Terrence Malick!

Cannes 2011: Palma d’oro a The tree of life di Terrence Malick!

E’ stato annunciato pochissimi minuti fa la palma d’oro del 64 esimo Festival di Cannes. L’ambito premio va a The Tree of life di Terrence Malick. Miglior attrice a Kirsten Dunst, Miglior regia a Nicolas Winding Refn per Drive, miglior attore a Jean Dujardin per The Artist.

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