Barbie, i 10 classici del cinema che hanno ispirato il film

Al suo terzo lungometraggio Geta Gerwig decide di omaggiare molto il cinema del passato, seminando nel film una serie di reference tutte da gustarsi

Barbie

Barbie, che continua a registrare un successo globale incredibile ma totalmente aspettato, è un film che ha vari livelli di lettura. La trama, come si sta evicendo, si presta bene come racconto per le bambine, che scoprono la storia della loro bambola preferita e si chiedono, a film finito, dove stiano effettivamente facendo dormire Ken; al tempo stesso trasmette un messaggio profondo a uomini e donne, con i suoi temi di femminismo, lotta al patriarcato, unicità e parità di genere. E, alla fine, è un caleidoscopio di reference cinematografiche per i cinefili, soprattutto per quelli appassionati delle pellicole classiche. Greta Gerwig non lo ha mai tenuto nascosto: per Barbie si è ispirata, sia a livello estetico che contenutistico, a molti film del passato, dai musical alle commedie, finendo ai thriller, che hanno reso ogni sequenza del prodotto un omaggio al cinema che fu e un viaggio all’interno di esso. Ecco, quindi, le dieci pellicole classiche a cui la regista fa riferimento.

10Il Mago di Oz

Il mago di Oz film
 

Nel 1939, dopo un ingresso travagliato nella MGM, Judy Garland – giovane attrice e cantante promettente – toccò il successo con Il mago di Oz, film fantasy diretto da Victor Fleming (seppur ebbe tanti cambi di regia). Tra gli elementi più riusciti vi è la scenografia costruita per rappresentare la terra sconosciuta in cui Dorothy finisce, visivamente spettacolare e colorata, oltre agli inserti musicali frizzanti e l’interpretazione della Garland nel ruolo della piccola protagonista. La storia è quella di una bambina, per l’appunto Dorothy, che intraprende un viaggio in una terra magica facendo lì la conoscenza di tante diverse creature.

In Barbie ci sono molti riferimenti a Il Mago di Oz. Quando Barbie Stereotipo fa il giro con la sua Corvette, si possono vedere delle immagini provenienti dalla pellicola del ’39 attaccate alle pareti del cinema di Barbieland, ma anche gli stessi vestiti della bambola (come quello a quadri) sono ispirati a quelli di Dorothy. Greta Gerwig, poi, ha voluto utilizzare un palcoscenico con grandi e vibranti scenografie per immergere completamente gli attori in Barbieland: dai fondali dipinti alla strada di mattoni rosa, il film deve la sua ambientazione a Il Mago di Oz. Ma non è finita qui perché da quell’opera si ispira anche il finale di Barbie, nel quale ogni personaggio viene premiato per un cambiamento di cuore o per i suoi sforzi di aiuto. Mentre i Ken e le Barbie si salutano con una cerimonia, Sasha chiede: “E Barbie?”. Lo Spaventapasseri de Il Mago di Oz chiede la stessa cosa a Dorothy. Proprio come accade a Dorothy, il viaggio di Barbie Stereotipo non arriva a una sua conclusione, poiché il suo percorso di vita è appena iniziato.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.