MCU: tutte le sostanze strane e inspiegabili presenti nel franchise

Il Marvel Cinematic Universe è pieno di stranezze, fra cui materiali o sostanze che, pur sembrando reali, sono tutto fuorché comprensibili o vere

Il MCU è un mondo ricco, variegato e affascinante, pieno di supereroi tenaci, folli villain e storie maestose. Ma sappiamo bene che non è solo questo a renderlo un franchise di grande successo. Una delle capacità, e quindi dei meriti, del Marvel Cinematic Universe – che lo ha reso sin da subito irresistibile – è l’inserire all’interno delle sue narrazioni particolarità interessanti, come per esempio la presenza di alcune sostanze a noi sconosciute, ma che vengono trattate dai personaggi come se si conformassero alle normali leggi della fisica. Che inevitabilmente ci incuriosiscono.

Molto spesso si è sentito parlare, ad esempio, del vibranio. Un materiale che da come viene raccontato potrebbe davvero esistere nel mondo reale ma che poi, approfondendo un po’ meglio le sue caratteristiche, si scopre essere inspiegabile e strano. In fondo, lo stesso Stan Lee disse di aver costruito questo universo attorno a termini che semplicemente suonavano bene, non che erano supportati dalla scienza. Ma quali sono?

6L’elemento di Tony Stark

Iron Man 2

In Iron Man 2, Tony Stark realizza un nuovo elemento per creare un altro reattore ad arco che non sia tossico come il palladio. Di questo elemento non è mai spiegato niente, seppur Stark lo abbia brevettato dandogli il nome “badassium”. L’unica cosa appresa è che questa specie di metallo ha insolite proprietà di assorbimento dell’energia, tanto che in The Avengers Iron Man riesce ad assorbire i fulmini di Thor, bloccando il potere della Gemma della Mente. Pur essendo la creazione di un elemento teoricamente semplice, nell’atto concreto richiede molta energia, tanto che il risultato ottenuto non potrà mai, se non in rari casi, essere stabile per lungo tempo. Inoltre, i nuovi elementi hanno la tendenza ad essere radioattivi, indi per cui è quasi impossibile che Stark abbia creato qualcosa di non radioattivo e più sicuro del palladio.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.