Assassinio sul Nilo, la spiegazione del finale: chi è l’assassino?

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Basandosi sull’omonimo romanzo di Agatha Christie, Kenneth Branagh è tornato con Assassinio sul Nilo (qui la recensione) a dirigere il secondo film che lo vede protagonista nei panni del famoso detective Hercule Poirot. Ambientato nel 1937, il film segue Hercule Poirot in vacanza in Egitto. Dopo aver riallacciato i rapporti con il vecchio amico Bouc (Tom Bateman), viene invitato a partecipare a una crociera sul Nilo per celebrare il matrimonio di Simon Doyle (Armie Hammer) e Linnet Ridegway (Gal Gadot) un’ereditiera. Dopo che però Linnet viene uccisa e la sua collana rubata, Poirot si mette alla ricerca del responsabile della sua morte e delle sue motivazioni.

La spiegazione del finale di Assassinio sul Nilo

Poirot ci ha messo un po’ ad arrivare in fondo al mistero perché era impegnato a indagare sulla storia di Rosalie per conto di Euphemia. Alla fine, però, l’investigatore scopre che è stato Simon Doyle, il marito di Linnet, a ucciderla. Voleva i suoi soldi più di ogni altra cosa, ed è per questo che l’ha amata, ha lasciato pubblicamente Jacqueline e l’ha sposata così in fretta. Lavorare per Linnet come agente immobiliare non era però sufficiente: Simon voleva molto di più e per ottenerlo era disposto a diventare un assassino. Era stato visto da Louise, motivo per cui lei era la prossima vittima della lista. Tuttavia, Simon non lavorava affatto da solo.

Il motivo per cui c’erano due assassini era che Jacqueline non poteva resistere ad aiutare Simon. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, anche se questo significava complottare per uccidere la sua amica. Mentre Simon ha ucciso Linnet, è stata Jacqueline a uccidere sia Louise che Bouc, la prima perché aveva visto Simon e il secondo perché aveva visto Jacqueline uccidere Louise. Simon doveva mantenere la sua innocenza e, poiché era presente durante l’interrogatorio di Poirot, non poteva compiere l’omicidio o tradirsi. Simon e Jacqueline hanno pianificato tutto fin dall’inizio ed è possibile che l’avrebbero fatta franca se Poirot non fosse stato presente per scoprire la verità.

Gal Gadot e Emma Mackey in Assassinio sul Nilo
Gal Gadot e Emma Mackey in Assassinio sul Nilo. Foto di © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Cosa accade nel finale del film

Mentre Poirot li smaschera e risolve il caso, Simon afferra l’arma del delitto, ma con la sua zoppia Jacqueline sapeva che non sarebbero andati lontano. C’erano troppe persone a bordo da uccidere, così ha premuto il grilletto, sparando un proiettile a entrambi. Il film si conclude così lasciando tutti, a loro modo, in lutto. Andrew promette di smettere di essere corrotto e di fare buon uso dell’impero di Linnet; Linus dice che andrà a lavorare in Africa, utilizzando le sue capacità mediche in onore di Linnet. Anche l’amante di Bouc, Rosalie, sua zia Salomè e la madre di Bouc vengono lasciate in lutto, stordite dal ricorso al crimine per guadagnare denaro.

Jacqueline mostra a Poirot la sua pistola prima della morte di Linnet

È interessante notare che Jacqueline rivela a Poirot di avere una pistola, la stessa che Simon ha poi usato per uccidere Linnet. A quel punto di Assassinio sul Nilo, Jacqueline sembrava già tra i possibili colpevoli e Linnet stessa temeva che la donna l’avrebbe uccisa perché Simon l’aveva lasciata per sposarla. Allora perché mostrare a Poirot la pistola? Seguire Simon e Linnet come una stalker avrebbe dovuto essere sufficiente, no? Anche se Jacqueline ha la colpa di aver complottato per uccidere, è possibile che abbia mostrato la pistola a Poirot perché una parte di lei si sentiva in colpa per aver cercato di uccidere Linnet.

Dopo tutto, lei e Linnet erano amiche e l’ereditiera aveva chiarito che Jacqueline era una delle poche persone a cui non era mai importato del suo denaro. Forse c’era una parte di lei che voleva che Poirot vedesse la pistola nella speranza che cercasse di portargliela via, impedendo la serie di eventi che si sono susseguiti. Naturalmente il film non ci dice se l’intento fosse realmente questo, anche se l’atteggiamento di Linnet sembra tradire una certa paura. L’investigatore, tuttavia, non ha preso la pistola e le conseguenze non hanno tardato a manifestarsi.

Kenneth Branagh e Emma Mackey in Assassinio sul Nilo
Kenneth Branagh e Emma Mackey in Assassinio sul Nilo. Foto di © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Anche Bouc, Andrew ed Eufemia sono a loro modo colpevoli

Andrew non avrà avuto successo, ma ha tentato di uccidere Linnet e Simon mentre si trovavano nei templi di Abu Simbel. Ha anche cercato di far firmare a Linnet dei documenti che lo avrebbero tenuto in carica più a lungo, il che significa che avrebbe continuato a ricevere i suoi soldi, in un momento in cui lei era agitata e non era concentrata su ciò che era scritto. L’unica ragione per cui Poirot lascia andare Andrew è la promessa che sistemerà le cose con i conti di Linnet.

Poirot avrebbe anche lasciato andare Bouc per aver rubato la collana di Linnet, ma è morto prima che ciò potesse accadere. Bouc era così desideroso di iniziare la sua nuova vita con Rosalie che pensò prima alla loro vita insieme invece di rivelare che Linnet era stata uccisa. Il furto della collana ha così messo in pericolo anche lui. Se non avesse cercato di nasconderla o di rimetterla a posto, Bouc probabilmente non avrebbe mai visto Simon parlare con Louise.

L’aver preso la collana ha quindi complicato le cose più del necessario, causando altre morti. Tuttavia, Bouc potrebbe non aver rubato la collana se Eufemia avesse semplicemente accettato la relazione del figlio con Rosalie. L’assunzione di Poirot ha complicato le cose e ha involontariamente messo Bouc sulla sua strada. Motivo per cui, oltre ai due effettivi assassini, si hanno anche altre personaggi macchiatisi di alcuni “crimini”, più o meno evidenti, che li rendono parte di questo intricato caso.

Kenneth Branagh in Assassinio sul Nilo
Kenneth Branagh in Assassinio sul Nilo. Foto di © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Il perché dei baffi di Poirot (e perché alla fine li ha tagliati)

Gran parte di ciò che rende Poirot famoso sono i suoi lunghi baffi, incurvati alle estremità e curati con precisione. Assassinio sul Nilo rivela che la ragione dei suoi baffi è in realtà un’idea della sua defunta moglie, che gli suggerì di farseli crescere per coprire le cicatrici di guerra. Da allora, egli porta i baffi. Alla fine del film, tuttavia, Poirot si è rasato completamente i baffi. Inizialmente può sembrare che l’abbia fatto per impressionare Salomè Otterbourne (Sophie Okonedo), ma il motivo è molto più profondo: Poirot si nascondeva dietro il suo lavoro e il suo ego.

La morte di Bouc gli ha fatto capire di aver perso l’unico amico che aveva davvero, uno che era disposto a lottare per amore, mentre Poirot teneva le persone a distanza. Dopo che Rosalie, la nipote di Salomè, gli ha “letto l’animo”, Poirot ha capito che aveva ragione: si è nascosto. I suoi baffi sono una parte importante di questo, e lo proteggono dalle domande sul suo passato, nonostante i molti commenti che riceve al riguardo. Rimuoverli dimostra che è disposto a vivere la sua vita in modo più aperto per il futuro. Andare a vedere Salomè senza la maschera, in un ambiente in cui non sta lavorando, dimostra che vuole vivere senza maschere e che tagliarsi i baffi è un inizio.

Il vero significato del finale di Assassinio sul Nilo

Assassinio sul Nilo può essere incentrato sul mistero dietro un omicidio, ma il suo nucleo centrale riguarda gli innamorati senza speranza. Tutti nel film sono alimentati dal loro amore appassionato per qualcun altro. Anche il nascondersi dietro certe cose – cure, denaro, lavoro – è un tema importante del film. In definitiva, ogni personaggio indossa una maschera. All’esterno, la ricchezza di Linnet fa ombra a molte relazioni difficili che si celano sotto la superficie. L’amore, in molti modi, mostrava la bruttezza che si celava dietro tutti i loro comportamenti; è anche ciò che li spingeva agli estremi.

L’amore li ha costruiti, ma li ha anche resi dei mostri. In definitiva, coloro che avevano il cuore al posto giusto stavano combattendo per qualcosa che andava oltre l’avidità nel mistero dell’omicidio. Altri, come Simon, lo facevano solo per i soldi. L’amore, a quanto pare, fa fare alle persone cose sfortunate e irrazionali e Assassinio sul Nilo ne è la prova. Ma il messaggio del film è che le persone, a prescindere da tutto, dovrebbero cercare di amare a prescindere da tutto e tutti.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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