Lo strangolatore di Boston: la terrificante storia vera

Il film sullo Strangolatore di Boston è da ieri disponibile su Disney+: ecco la terribile storia vera del killer che terrorizzò la città.

I contenuti audiovisivi sui serial killer sono oggiggiorno molto popolari: un sondaggio ha rivelato che quasi due terzi degli adulti americani (e quasi l’80% dei millennial) ne sono fan. Lo Strangolatore di Boston di Hulu sarà sicuramente l’ultimo della lista dei film del genere da vedere, disponibile su Disney+ per l’Italia dal 17 marzo 2023. Il famigerato assassino ha in gran parte evitato di essere oggetto di contenuti mediatici e, infatti, l’unico progetto sul caso degno di nota è stato il film The Boston Strangler del 1968, con Tony Curtis e Henry Fonda.

È interessante notare che l’uomo dietro i “Silk Stocking Murders” resta in qualche modo nell’ombra anche in questo progetto, che si concentra principalmente sulle giornaliste Loretta McLaughlin (Keira Knightley) e Jean Cole (Carrie Coon) e su come hanno lottato per informare le donne di Boston attraverso una serie di articoli sull’assassino. Ma chi si nascondeva effettivamente dietro questo terrificante soprannome? Scopritelo con noi in questo articolo.

3Lo Strangolatore di Boston fu mai catturato?

L’arresto di Albert DeSalvo
 

Il 27 ottobre 1964, un uomo, fingendosi un detective, entrò in una casa e aggredì una donna. Tuttavia, non la uccide, anzi, lasciò la casa dopo averle detto “mi dispiace”. La donna denunciò l’aggressione alla polizia, che arrestò l’aggressore poco dopo. Il nome dell’uomo era Albert DeSalvo e, dopo la diffusione delle sua foto, molte altre donne si fecero avanti per confessare che anche loro erano state violentate da DeSalvo. La polizia arrestò DeSalvo con l’accusa di stupro multiplo, ma non lo collegò al caso dello Strangolatore di Boston… finché DeSalvo stesso non confessò di essere il killer in persona. La sua confessione era certamente plausibile, soprattutto dopo aver fornito alla polizia dettagli intricati sugli omicidi che non erano stati resi pubblici. Purtroppo, la confessione non è stata sufficiente per incriminare DeSalvo per gli omicidi dello Strangolatore di Boston. Inoltre, ci furono altre due complicazioni che impedirono a DeSalvo di essere accusato: la prima, era l’assenza di prove fisiche che lo collegassero ai crimini. La seconda questione sarebbe stata più problematica e avrebbe portato a teorie secondo cui DeSalvo non era affatto lo Strangolatore di Boston, o che era uno dei due Strangolatori che avevano commesso gli atti efferati.

La confessione di DeSalvo è emersa durante la sua detenzione al Bridgewater State Hospital, dove ha incontrato George Nassar. DeSalvo ha confessato le sue affermazioni a Nassar, che ha contattato il suo avvocato per riferire la notizia. Tuttavia, è stata la loro interazione durante questo periodo che ha impedito alla polizia di fare una chiara associazione tra DeSalvo e gli omicidi. Alcuni ritengono che DeSalvo abbia confessato tutto a Nassar, mentre altri sono convinti che Nassar sia il vero Strangolatore di Boston, che ha fornito a DeSalvo i dettagli dei crimini come parte di un complotto per richiedere la ricompensa di 10.000 dollari offerta dalla polizia da condividere con le loro famiglie. Non potendo condannare DeSalvo come Strangolatore di Boston, DeSalvo venne invece incarcerato a vita per rapina e reati sessuali. In seguito avrebbe ritrattato la sua confessione e, se c’era dell’altro, DeSalvo se lo portò nella tomba dopo essere stato pugnalato a morte in prigione il 25 novembre 1973. Nel 2013, la prova del DNA ha collegato in modo definitivo DeSalvo alla morte di Mary Sullivan, ma sarebbe stato l’unico omicidio dello Strangolatore a trovare una soluzione, poiché la prova del DNA non era applicabile altri omicidi.